Secondo appuntamento con “La strada per andare lontano” “Siate protagonisti tutti i giorni, non eroi di un giorno” Lo psichiatra Vittorino Andreoli si rivolge agli adolescenti Un appassionato appello agli adolescenti da parte di un “vecchio” che non si rassegna a veder bruciare una gioventù sempre più presente nella cronaca a causa di incidenti stradali e abuso di droghe. Il “vecchio” è lo psichiatra Vittorino Andreoli che, incontrando i ragazzi delle ultime classi delle scuole superiori nel secondo appuntamento de “La strada per andare lontano”, ha parlato di giovani ai giovani, affrontando temi delicati quali il suicidio, il senso del pericolo, l’abuso di sostanze. Il punto di partenza è stato il libro “Lettera a un adolescente” distribuito gratutitamente ai ragazzi nell’incontro del 13 gennaio e spunto per riflettere su un’età i cui problemi vengono a volte trascurati dagli adulti: “L’adolescenza – ha sottolineato lo psichiatra - è un’età di metamorfosi, si cambia fisicamente e psicologicamente e tutto ciò fa paura. Inoltre dobbiamo anche abituarci a parlare coi i giovani della morte. Non dimentichiamo che gli adolescenti suicidi sono tanti e che tra i giovani una delle maggiori cause di morte sono gli incidenti stradali, che per almeno il 30% risultano essere suicidi mascherati”. L’affermazione ha suscitato la reazione dei ragazzi, poco concordi nel definire un numero così consisitente di incidenti suicidi. La spiegazione risiede nel concetto di rischio: “I ragazzi – ha spiegato Andreoli - assumono comportamenti a rischio, come fare un sorpasso azzardato o andare ad alta velocità, per uscire da una vita che non va più. Sono suicidi inconsci. Gli adolescenti hanno un’alternativa: possono essere piccoli protagonisti nel mondo quotidiano o essere i tristi eroi del sabato sera. In ognuno di noi è presente un istinto di vita e un istinto di morte, è l’autostima che abbiamo di noi stessi che ci deve aiutare a fare prevaler il primo e quindi a salvarci”. In una società dove la televisione vende spettatori alle aziende di pubblicità, e che di spingere tutti all’eroismo e al protagonismo assoluto, i giovani si trovano sperduti e perdono il concetto del rischio in rapporto al risultato. Pur di essere eroi del proprio gruppo si assumono atteggiamenti che in casi estremi fanno rischiare la vita: “Oggi un ragazzo che beve non lo fa per assaporare il gusto della bevanda, ma sembra stia facendo una gara con se stesso per bere il più possibile. La percezione di pericolo che ha un adulto per gli incidenti, l’alcol o la droga è diversa, e comunque è difficile che due generazioni abbiamo lo stesso modo di vedere le cose”. Il rischio è di sentirsi repressi, così come afferma Veronica, che dice di non riuscire a divertirsi perché i suoi genitori glielo impediscono: “Prima di tutto – ha scherzosamente risposto Andreoli – non ti preoccupare perché ti potrai divertire anche da adulta. Inoltre cerca di capire i tuoi genitori, non giudicarli soltanto. La comprensione è la base per la comunicazione, se si riesce a capire gli altri non si rischia mai di essere violenti. Si dice poi che ogni adolescente sia contro a prescindere, e per esserlo può tenere un comportamento trasgressivo, di opposizione, ovvero fare sempre il contrario di ciò che viene detto di fare, oppure di rivolta, e avere quindi la capacità di dire di no, ma solo dopo avere valutato a fondo i pro e i contro. Vorrei che i giovani fossero rivoluzionari, e prima di opporsi valutassero a fondo le questioni con cui si trovano a confronto”. A questi adolescenti, trasgressivi, oppositori o rivoluzionari, è stato chiesto chiesto di realizzare dei manifesti sulla sicurezza stradale, per comunicare ai loro coetanei la necessità di atteggiamenti responsabili alla guida. Il prossimo appuntamento è previsto per fine aprile, quando i vincitori verrano premiati e i manifesti verranno affissi per le strade della città. Allora si potrà vedere quanto di questi incontri i ragazzi abbiano veramente recepito e rielaborato. 26 Gennaio 2006