BASI ANATOMO-FUNZIONALI DELLA COSCIENZA E DELLA VIGILANZA Alberto Albanese Istituto Nazionale Neurologico Carlo Besta, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano Il fenomeno rappresentato dall’esperienza cosciente è oggetto di studio in numerosi campi di ricerca, inclusi quelli inerenti le neuroscienze. Da un punto di vista neurologico la coscienza può essere definita lo stato di consapevolezza del sé e dell’ambiente circostante (1), e non rappresenta una proprietà separata dell’encefalo, ma piuttosto una modalità di integrazione di differenti funzioni cognitive (memoria, percezione, programmazione, azione) (2). Da un punto di vista fisiologico e clinico è fondamentale distinguere tra il livello di coscienza (vigilanza) e il contenuto della coscienza, che dipende dall’organizzazione dei contenuti del pensiero. La vigilanza Lo stato di vigilanza è mantenuto da un sistema di neuroni diffuso nella parte superiore del troncoencefalo, che proietta al talamo e agli emisferi cerebrali: “il sistema reticolare ascendente di attivazione” (SRA) che comprende proiezioni colinergiche, monoaminergiche e istaminergiche (3). Le principali vie colinergiche originano nel mesencefalo e nel proencefalo basale, a livello del nucleo peduncolo-pontino posto in sede ventro-laterale, e a livello del nucleo tegmentale laterodorsale che fa parte della sostanza grigia periacqueduttale. Queste vie proiettano nel nucleo reticolare del talamo (che svolge un effetto inibitorio sui nuclei talamici di ritrasmissione), ne riducono lo stato di attività, e consentono così l’attività talamica di ritrasmissione delle informazioni sensitive alla corteccia. Le principali vie monoaminergiche sono rappresentate da neuroni noradrenergici del ponte (locus coeruleus), dai neuroni serotoninergici dei nuclei del rafe, che proiettano al telencefalo e sono implicati nel mantenimento dello stato di vigilanza, e dalle vie ascendenti nigrostriatali dopaminergiche che sono importanti nel processo di avvio delle risposte comportamentali. Le principali vie istaminergiche originano nell’ipotalamo postero-laterale (nucleo tuberomammillare) e proiettano diffusamente a tutto il mantello corticale. L’attività talamica durante la veglia ed il sonno Per descrivere le basi anatomo-funzionali della vigilanza è centrale l’analisi delle differenti modalità di attività neuronale nel talamo durante la veglia ed il sonno. Durante lo stato di veglia i neuroni talamo-corticali sono tonicamemente depolarizzati dal SRA, tramite il blocco della conduttanza del potassio. Questo stato di attività induce una modalità di risposta fasica (“spike-mode”) delle cellule talamo-corticali, che permette la fedele trasmissione al telencefalo delle afferenze che raggiungono il talamo. Questo stato di attività talamo-corticale è associato all’attività desincronizzata, che si registra durante lo stato di veglia, nel tracciato elettroencefalografico. Durante il sonno profondo la riduzione delle afferenze depolarizzanti e la contemporanea disinibizione del nucleo reticolare del talamo induce un’attività dei neuroni talamo-corticali detta di “scarica a raffica” (“burst-mode”). Tale stato di attività dipende dall’aumento della conduttanza al calcio dei neuroni talamici, che si verifica quando queste cellule sono iperpolarizzate e le predispone a scaricare in modo ripetitivo (4). In particolare il sonno è associato alla riduzione dell’attività colinergica inibitoria della SRA sul nucleo reticolare del talamo, alla sua conseguente disinibizione e all’aumento della sua attività sincronizzata GABAerigica sui neuroni talamo-corticali. Questo stato di attività talamo-corticale è associato all’attività sincronizzata dell’ EEG, che si registra durante lo stato di sonno profondo. La coscienza Il contenuto del pensiero, che è oggetto di esperienza cosciente, è il risultato dell’integrazione di diverse attività cognitive e di componenti intercorrelate, che comprendono la percezione sensitiva, l’attenzione, la memoria, la motivazione e la consapevolezza di sé (5). La base anatomo-funzionale della coscienza sembra essere distinta da quella della vigilanza dal momento che esistono condizioni patologiche di “vigilanza senza consapevolezza” come lo stato vegetativo che è determinato da estese lesioni del telencefalo ed è riscontabile in pazienti che presentano un recupero del ritmo sonno-veglia, sono svegli o risvegliabili in seguito a stimolazione dolorosa o a stimoli sensitivi intensi, ma non mostrano chiari segni di percezione cosciente nè azioni volontarie nè alcun atto comunicativo, né si pongono in relazione con gli eventi che accadono intorno a loro. Il problema di identificare le basi anatomo-funzionali della coscienza è tuttora irrisolto ed è stato affrontato con approcci diversificati. Limitando il discorso alle teorie neurobiologiche, la maggior parte di esse indica che la coscienza è legata all’attività corticale, intimamente connessa con quella di strutture sottocorticali (talamo e troncoencefalo superiore). Secondo una recente teoria proposta da Tononi ed Edelman (teoria del “complesso cosciente”) (6) la coscienza corrisponde alla capacità di un sistema neuronale di integrare l’informazione ed è caratterizzata dalla differenziazione (la possibilità di avere infinite esperienze coscienti) e dalla integrazione (cioè la condizione di unità di ogni singola esperienza cosciente). Conseguentemente la sua base anatomo-fisiologica dipende dall’integrazione di diversi sistemi neurali, piuttosto che dall’attività isolata di uno di essi. Bibliografia (1) James W. The Principles of Psychology. New York, NY: Macmillan Publishing Co Inc. ed. 1890. (2) Tassi P, Muzet A. Defining the states of consciousness. Neurosci Biobehav Rev 2001; 25(2):175-191. (3) Saper CB. Modulazione troncoencefalica delle sensazioni, dei movimenti e dello stato di coscienza. In: Principi di Neuroscienze, editor. Casa Editrice Ambrosiana. 2000: 878-897. (4) Zeman A. Consciousness. Brain 2001; 124(Pt 7):1263-1289. (5) Young GB, Pigott SE. Neurobiological basis of consciousness. Arch Neurol 1999; 56(2):153157. (6) Tononi G, Edelman GM. Consciousness and complexity. Science 1998; 282(5395):18461851.