1 - Urmet

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Capitolato tecnico
per la realizzazione dell’impianto
antincendio
in struttura di tipo: . . . . . . . . .
Presentato da:
Ditta: ...........................................................
Cognome, Nome: ........................................
Città: ...........................................................
Indirizzo: ....................................................
CAP: ...........................................................
Provincia / Stato: ........................................
Partita IVA: ................................................
Tel. / Fax: ...................................................
e-mail:..........................................................
Le opere di cui nel presente documento saranno da realizzarsi per conto di
Cognome, Nome: .......................................
Città: ...........................................................
Indirizzo: ....................................................
CAP: ...........................................................
Provincia / Stato: ........................................
Tel. / Fax: ...................................................
e-mail:..........................................................
nel comune di. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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in Via. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Parte 1 Prescrizioni generali
1.1 Requisiti e condizioni di sicurezza
Gli impianti in oggetto dovranno essere realizzati a regola d'arte in conformità con quanto previsto
dalle vigenti leggi in materia, in versione aggiornata al momento della redazione del presente
documento, con particolare riferimento alle seguenti:
Leggi di carattere generale:
 D.M. 22 Gennaio 2008, n°37,
 legge 1 marzo 1968 n° 186,
 Artt. 8, 14 e 16 legge 5 marzo 1990 n° 46,
 legge 21 giugno 1986 n° 317,
 D.M. 16 febbraio 1982,
 D.P.R. 20 luglio 1982 n° 577
 D. Lgs 19 settembre1994 n° 626,
 D.P.R. 12 gennaio 1998 n° 37,
 D.M. 10 marzo 1998 n° 551
 D. Lgs. 14 agosto 1996 n° 943
 D. Lgs. 12 novembre 1996 n° 615
 Eventuali regolamenti regionali o comunali.
Leggi pertinenti a specifiche regole tecniche costruttive e/o di prevenzione antincendio come ad
esempio:
- D.M. 9 settembre 1994 e 14 Ottobre 2003 relativo a strutture ricettive turistico alberghiere,
- D.M.I. 1 febbraio 1986, relativo alla costruzione di autorimesse,
- D.M. 19 agosto 1996, relativo a strutture di pubblico spettacolo e trattenimento,
- D.M. 26 agosto 1992, relativo agli edifici scolastici,
- D.M. 18 marzo 1996, relativo agli impianti sportivi
- etc.
Si ricorda che tutte le apparecchiature e le condutture dovranno essere realizzate in modo da risultare
rispondenti al requisito di “esecuzione a regola d’arte” previsto dalle legge n° 186/68 e dal D.M.
37/08.
Si ricorda che condizione sufficiente affinché siano garantiti i requisiti di legge è l’esecuzione
conforme a quanto indicato dalle vigenti normative UNI e CEI.
L’impianto antincendio in oggetto dovrà essere realizzato in modo conforme alle specifiche di
progetto e contemporaneamente alle Norme UNI e CEI elencate al capitolo seguente.
In caso di difformità tra le specifiche di progetto e le vigenti norme è fatto obbligo di avvisare la
Direzione Lavori e comunque di seguire le norme tecniche (fatta salva diversa disposizione scritta da
parte della stessa Direzione Lavori).
In particolare, in ottemperanza a quanto richiesto dall’art. 412 della Norma CEI 64-8/4 dovranno
essere presi adeguati provvedimenti contro la scossa.
Saranno ammessi provvedimenti che rispettano una delle seguenti tecniche:
- isolamento delle parti attive; si devono sempre installare componenti dotati di isolamento delle
parti attive realizzato in fabbrica e conforme alle specifiche norme di prodotto; quando
l’isolamento deve essere completato durante l’installazione si devono usare solo sistemi
consentiti dalle Norme CEI 64-8; in particolare è vietato l’uso di lacche, smalti, vernici e nastro
isolante;
- uso della bassissima tensione di sicurezza conformemente al capitolo 411 della Norma CEI 64-8.
Gli impianti a bassissima tensione che non rispondono ai requisiti SELV o PELV devono essere
isolati e protetti contro i contatti diretti e indiretti come se fossero alimentati a 230 - 400V.
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In caso di installatore elettrico diverso da quello elettronico le questioni concernenti il rischio di
scossa vanno concordate con l’elettricista che conserva il diritto di ispezionare a tal fine l’impianto
antincendio e non può rilasciare la dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico se quello
elettronico non è ritenuto sicuro. Di ogni eventuale contenzioso in materia va avvertita
immediatamente la Direzione Lavori.
1.2 Norme di riferimento
Ai fini della corretta interpretazione delle disposizioni di cui al punto 1.1 si elencano di seguito le
principali norme e guide che riguardano l’impianto in oggetto direttamente o indirettamente.
- Norma UNI 9795 Sistemi fissi automatici di rivelazione, di segnalazione manuale e di allarme
d'incendio - Sistemi dotati di rivelatori puntiformi di fumo e calore, rivelatori ottici lineari di
fumo e punti di segnalazione manuali
- Norma UNI-EN 54-1 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Introduzione
- Norma UNI-EN 54-2 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Centrale di controllo e
segnalazione
- Norma UNI-EN 54-3 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Dispositivi sonori di
allarme incendio
- Norma UNI-EN 54-4 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Apparecchiatura di
alimentazione
- Norma UNI-EN 54-5 Componenti dei sistemi di rivelazione automatica d' incendio Rivelatori di
calore. Rivelatori puntiformi
- Norma UNI-EN 54-7 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Rivelatori di fumo Rilevatori puntiformi funzionanti secondo il principio della diffusione della luce, della
trasmissione della luce o della ionizzazione
- Norma UNI-EN 54-10 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Rivelatori di fiamma
- Rivelatori puntiformi
- Norma UNI-EN 54-11 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Punti di allarme
manuali
- Norma UNI EN 54-12 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Rivelatori di fumo Rivelatori lineari che utilizzano un raggio ottico luminoso
- Norma UNI-EN 54-13 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 13: Valutazione
della compatibilità dei componenti di un sistema
- Norma UNI-EN 54-14 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 14: Linee guida
per la pianificazione, la progettazione, l'installazione, la messa in servizio, l'esercizio e la
manutenzione
- Norma UNI-EN 54-17 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 17: Isolatori di
corto circuito
- Norma UNI-EN 54-18 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 18: Dispositivi
di ingresso/uscita
- Norma CEI 306-2 Guida per il cablaggio per telecomunicazione e distribuzione multimediale
negli edifici residenziali
- Norma CEI 306-6 Tecnologia dell’informazione. Sistemi di cablaggio generico
- Norma CEI 79-8 Compatibilità elettromagnetica - Norma per famiglia di prodotto: Requisiti di
immunità per componenti di sistemi antincendio, antintrusione e di allarme personale
- Norma CEI 20-36 Prove di resistenza al fuoco per cavi elettrici in condizioni di incendio
- Norma CEI 20-45 Cavi isolati con mescola elastomerica, resistenti al fuoco, non propaganti
l'incendio, senza alogeni (LSOH) con tensione nominale U0/U di 0,6/1 kV
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Il coinvolgimento indiretto riguarda i provvedimenti di sezionamento e separazione dall’impianto di
energia ai fini della protezione contro la scossa, contro le manomissioni, contro i disturbi di origine
elettromagnetica e le questioni riguardanti il cablaggio.
- Norma CEI 64-8 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in
corrente alternata e a 1500V in corrente continua. Parti da 1 a 7
- Norma CEI 64-16 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in
corrente alternata e a 1500V in corrente continua. Protezione contro le interferenze
elettromagnetiche
- Guida CEI 0-3 Legge 46/90. Guida per la compilazione della dichiarazione di conformità e
relativi allegati
- Guida CEI 64-14 Guida alle verifiche degli impianti elettrici utilizzatori
- Norma CEI 64-15 Impianti elettrici negli edifici pregevoli per rilevanza storica e/o artistica
- Norma CEI 70-1 Gradi di protezione degli involucri (Codice IP)
- Norma CEI 70-3 Gradi di protezione degli involucri per apparecchiature elettriche contro impatti
meccanici esterni (Codice IK)
- Guida CEI 64-50 Edilizia residenziale. Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti
elettrici utilizzatori e per la predisposizione degli impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione
dati. Criteri generali
- Norma CEI 23-39 Sistemi di tubi ed accessori per installazioni elettriche. Parte 1: Prescrizioni
generali
- Norma CEI 23-46 Sistemi di tubi ed accessori per installazioni elettriche. Parte 2-4: Prescrizioni
particolari per sistemi di tubi interrati
- Norma CEI 23-58 Sistemi di canali e di condotti per installazioni elettriche. Parte 1: Prescrizioni
generali
- Norma CEI 23-54 Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche. Parte 2-1: Prescrizioni
particolari per sistemi di tubi rigidi e accessori
- Norma CEI 23-55 Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche. Parte 2-2: Prescrizioni
particolari per sistemi di tubi pieghevoli e accessori
- Norma CEI 23-56 Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche. Parte 2-3: Prescrizioni
particolari per sistemi di tubi flessibili e accessori
Si devono inoltre rispettare tutte le norme relative ai cavi di energia e a quelle di trasmissione dati.
1.3 Esecuzione delle opere e aggiornamento degli schemi
L'appaltatore è tenuto all'esecuzione delle opere secondo le specifiche del presente capitolato e
secondo le indicazioni riportate nella documentazione di progetto. In caso di modifica ritenuta
opportuna per la migliore esecuzione delle opere, previo accordo con la Direzione Lavori e la
Committenza, l’appaltatore è tenuto ad aggiornare la documentazione senza ulteriore richiesta di
compenso. Dovranno inoltre essere prodotti i seguenti elaborati da consegnare alla committenza alla
consegna dell’impianto:
- documentazione tecnica delle apparecchiature installate;
- dichiarazione di conformità secondo il D.M. 37/08.
Nessuna variazione nell'esecuzione delle opere previste potrà essere apportata dall’appaltatore, senza
avere ricevuto la preventiva approvazione ed autorizzazione scritta da parte della Direzione Lavori,
dalla Committenza ed eventualmente, per le questioni regolate dal D.M. 16 febbraio 1982, dal
Comando provinciale dei vigili del fuoco.
Ogni contravvenzione alla predetta disposizione sarà a completo rischio e pericolo dell’appaltatore
che sarà tenuto a rimuovere e sostituire le opere eseguite, anche già poste in opera, qualora la
Committenza, a suo giudizio insindacabile, non ritenesse opportuno di accettarle. In caso di
accettazione l'Impresa installatrice, senza alcun aumento dei prezzi contrattuali, sarà obbligata
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all'esecuzione delle eventuali opere accessorie e complementari che potranno esserle richieste perché
le opere eseguite corrispondano alle prescrizioni contrattuali.
Tutti i lavori dovranno essere coordinati con l'esecuzione delle eventuali altre opere e la tempistica di
cantiere dovrà essere sottoposta alla Direzione Lavori. Nel corso dei lavori, in accordo con le
esigenze del cantiere e del Committente, potranno essere richieste opere provvisorie per il
mantenimento in esercizio di impianti esistenti o per consentire il funzionamento provvisorio di
impianti oggetto del presente appalto.
L’eventuale ritardo di opere preliminari non da diritto ad alcun compenso per l’appaltatore che deve
considerare questo evento come rischio calcolato ed accettato.
Nell'esecuzione delle opere dovrà osservarsi, oltre coerenza per quanto concerne la forma, le
dimensioni e le prestazioni, la massima cura nella installazione, dovendo ogni componente essere
regolarmente ed uniformemente rifinito in ogni sua parte.
L’appaltatore dovrà impegnarsi ad eseguire preventivamente a mezzo di personale qualificato i
necessari sopralluoghi sul sito ove si dovranno svolgere i lavori in appalto, così da verificare, con
piena e completa assunzione di responsabilità, tutti gli oneri e tutte le situazioni che si possono
presentare.
1.4 Prescrizioni costruttive e qualità dell’impianto
Per realizzare impianti “a regola d’arte” è necessario che tutti i componenti utilizzati siano costruiti a
regola d’arte.
Perciò tutti i materiali e le apparecchiature installati dovranno essere conformi alle corrispondenti
normative di prodotto.
Tutte le parti dovranno essere conformi alla documentazione di progetto e dovranno essere realizzate
con le migliori tecniche utilizzando componenti scelti tra le migliori marche esistenti in commercio,
atti a garantire le prestazioni descritte nella parte 2 e 3 di questo capitolato.
I manufatti lavorati o semi-lavorati dovranno essere protetti sia durante il trasporto, sia nel periodo di
immagazzinamento, sia a posa avvenuta fino alla consegna dell’opera finita.
Dovranno in tal senso essere adottati opportuni provvedimenti per garantire una adeguata protezione
contro tutti gli agenti atmosferici prevedibili nonché contro le prevedibili sollecitazioni dannose
derivanti dalle opere di cantiere (spruzzi di malta, urti meccanici, polveri, vernici, etc.).
Tutti gli apparecchi dovranno essere installati in modo da risultare facilmente accessibili in relazione
alle necessità di verifica, collaudo e manutenzione dell’impianto.
1.5 Oneri a carico dell’appaltatore
Oltre a quanto già sopra precisato, si intendono a carico dell’Appaltatore gli oneri aggiuntivi
derivanti dalle opere di assistenza muraria.
L’installatore dovrà fornire tutte le indicazioni necessarie per le opere di assistenza muraria
occorrenti per realizzare gli impianti in oggetto secondo modalità perfettamente rispondenti ai
requisiti di esecuzione a regola d’arte, e ciò qualunque sia lo stato di avanzamento di costruzione e il
grado di finitura dell’edificio all’atto dell’installazione dell’impianto o delle singole parti di esso.
Per opere di assistenza muraria si intendono:
- l’esecuzione di tutte le forature e le tracce necessarie per la posa delle condutture di qualsiasi
tipo, forma e dimensione, da eseguirsi, in conformità a quanto indicato nei piani di installazione,
sulle partizioni interne verticali od orizzontali e/o sui tamponamenti esterni e successivi ripristini
e riprese;
- l’esecuzione di pozzetti, nicchie, ecc. per la sistemazione e l’ispezionabilità dell’impianto;
- l’esecuzione degli scavi per la realizzazione delle condutture interrate o altre opere ubicate nel o
sul terreno;
- l’esecuzione di eventuali basamenti e sostegni delle apparecchiature;
- il fissaggio di staffe e sostegni per le condutture, la centrale e le apparecchiature.
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1.6 L’impianto elettrico di cantiere
Per assicurare la realizzazione delle opere in oggetto l’appaltatore dovrà, se necessario, richiedere, a
proprie spese, una fornitura provvisoria all’Ente Distributore di energia elettrica.
Tale fornitura dovrà avere potenza adeguata alle necessità del cantiere.
Dovrà essere realizzato un impianto di tipo provvisorio rispondente alle disposizioni della Norma
CEI 64-8/7, sezione 704.
Si rammenta che tale norma prevede particolari provvedimenti riguardanti:
- le misure di protezione contro i contatti diretti ed indiretti;
- la scelta e messa in opera dei componenti;
- la realizzazione delle condutture;
- le modalità di installazione ed utilizzo delle apparecchiature di protezione, di sezionamento e di
comando.
Si ricorda altresì che all’interno del cantiere è obbligatorio l’uso di quadri elettrici conformi alla
Norma CEI EN 60439-4 (quadri di tipo ASC).
Salvo diversa disposizione della Direzione Lavori e comunque previa verifica della rispondenza
almeno alle disposizioni principali della suddetta Norma, non è ammesso utilizzare in cantiere
eventuali impianti esistenti all’interno della struttura in oggetto. È altresì vietato utilizzare l’impianto
in corso di realizzazione prima dell’avvenuta messa in funzione, disciplinata dal presente capitolato.
Si ricorda che in generale non devono essere eseguiti lavori su parti in tensione. Se ciò fosse
assolutamente necessario occorrerebbe seguire in modo scrupoloso le disposizioni della vigente
normativa CEI 11-27.
1.7 Direzione dei lavori e tempo di consegna
L’esecuzione dei lavori dovrà uniformarsi alle istruzioni e alle prescrizioni della Direzione Lavori.
Sarà a carico dell’appaltatore la nomina di un responsabile tecnico di provata esperienza e capacità
tecnica, cui affidare la supervisione e il controllo dei lavori nel rigoroso rispetto degli accordi
contrattuali e delle prescrizioni di Legge.
Il responsabile tecnico deve rendersi pienamente disponibile al colloquio con la Direzione Lavori e
deve farsi garante dell’esecuzione delle disposizioni impartite dalla Direzione Lavori stessa.
La sorveglianza della Direzione Lavori sull’operato dell’appaltatore non esonera lo stesso dalla piena
responsabilità circa la corretta esecuzione delle opere, nonché la scrupolosa osservanza delle vigenti
norme riguardanti l’esecuzione a regola d’arte di ogni parte dell’impianto. Tale responsabilità
sussiste in ogni caso, anche se eventuali deficienze o imperfezioni passassero inosservate al
momento dell’esecuzione.
La Direzione Lavori avrà quindi facoltà di indagine e di eventuale richiesta di adeguamento
dell’impianto in qualsiasi momento, anche successivamente all’esecuzione ed al collaudo delle
opere.
L’appaltatore si impegna a partecipare, nella persona del responsabile tecnico da lui nominato, alle
riunioni periodiche di cantiere che la Direzione Lavori e la committenza terranno con lo scopo di
armonizzare i lavori delle eventuali ditte presenti e di verificare l’andamento delle opere.
L’appaltatore ha facoltà di esporre riserva scritta ad eventuali disposizioni della Direzione Lavori ma
dovrà comunque adoperarsi per garantire il rispetto dei tempi di consegna e della qualità delle opere.
L’appaltatore non potrà dare inizio ad alcun lavoro, senza l’approvazione da parte della Direzione
Lavori degli eventuali disegni costruttivi difformi, complementari o correttivi rispetto a quelli di
progetto.
I tempi di consegna sono quelli stabiliti nel contratto.
1.8 Prove e verifiche iniziali
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A discrezione della Direzione Lavori potranno essere richieste in corso d’opera tutte le verifiche
tecniche e pratiche ritenute opportune per monitorare lo svolgimento dei lavori e per assicurare la
consegna delle opere finite nei tempi e nei modi previsti.
Prima del collaudo finale e della successiva messa in funzione dell’impianto la ditta appaltatrice
dovrà obbligatoriamente effettuare a propria cura e spese le seguenti prove e verifiche:
a) Verifiche di conformità alle prescrizioni di sicurezza (riferimento CEI 64-8, parte 6)
- verifica a vista dell’integrità delle apparecchiature con particolare attenzione agli involucri
destinati ad evitare i contatti diretti o le manomissioni;
- misura della resistenza di isolamento dell’impianto ausiliario conformemente a quanto
indicato nell’articolo 612.3 della Norma CEI 64-8/6;
- verifica dell’efficacia delle misure di protezione contro i contatti diretti e indiretti con
particolare riguardo ai sistemi SELV e PELV e alla separazione rispetto alle condutture a
bassa tensione.
b) Verifica dei componenti e degli impianti (riferimento a Norma UNI 9795 capitolo 8)
- accertamento della rispondenza del sistema al progetto esecutivo;
- controllo che i componenti siano conformi alla relativa parte della UNI EN 54;
- controllo che la posa in opera sia stata eseguita in conformità alle norme vigenti;
- esecuzione di prove di funzionamento, di allarme incendio, di avaria e di segnalazione di
fuori servizio.
- controllo a vista delle interconnessioni degli impianti, del loro cablaggio, delle tubazioni e
cassette di derivazione;
- controllo della coerenza dei circuiti con gli schemi con particolare riguardo alla
corrispondenza delle sigle identificative riportate su cavi e terminali con quelle indicate nei
disegni;
- verifica mediante calcolo teorico della autonomia dell’impianto.
Si devono inoltre effettuare, in ogni caso, tutte le eventuali prove specificamente richieste dalla
normativa vigente per gli ambienti particolari presenti nella struttura in oggetto.
La ditta appaltatrice dovrà compilare un verbale di collaudo comprovante l’effettuazione delle
suddette verifiche e i risultati ottenuti. Tale documentazione potrà essere richiesta in visione da parte
della Direzione Lavori prima dell’esecuzione del collaudo finale; la Direzione Lavori ha facoltà di
richiedere l’effettuazione di altre verifiche qualora tale documentazione risulti lacunosa o non
conforme a quanto previsto dalle vigenti norme.
1.9 Collaudo e dichiarazione di conformità
Il collaudo finale degli impianti sarà effettuato in accordo con la Direzione Lavori che avrà facoltà di
richiedere la ripetizione delle verifiche di cui al titolo precedente nonché di qualunque altra prova
prevista dalle normative vigenti o comunque ritenuta necessaria per accertare la corretta esecuzione
dell’impianto.
I tempi e i metodi di esecuzione del collaudo dovranno essere comunicati con almeno due settimane
di anticipo alla Direzione Lavori che avrà comunque facoltà di richiedere l’esecuzione con modalità
e tempi diversi purché compatibili con i tempi di consegna previsti nel contratto.
L’appaltatore, oltre ad essere responsabile della perfetta manutenzione delle opere fino al collaudo,
salvo i danni eventuali e il normale deperimento dovuto a colpa o ad uso di terzi, sarà tenuto ad
eseguire i lavori di riparazione o modifica che in sede di collaudo saranno giudicati necessari da
parte della Direzione Lavori.
Successivamente all’effettuazione del collaudo con esiti positivi verrà compilato regolare verbale di
ultimazione lavori da parte della Direzione Lavori.
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La messa in funzione, se non impedita da accertate cause di forza maggiore, dovrà avvenire
immediatamente dopo il collaudo, previo rilascio della Dichiarazione di Conformità, secondo quanto
previsto dal D.M. 37/08.
1.10 Documentazione dell’eseguito
Al termine dei lavori e comunque prima dell’inizio delle operazioni di collaudo degli impianti,
l’appaltatore dovrà:
- restituire copie dei disegni dell'impianto su opportuno supporto, con indicate tutte le variazioni
apportate rispetto ai disegni di progetto durante l'esecuzione delle opere;
- fornire copia di tutta la documentazione tecnica allegata da parte del costruttore alle
apparecchiature più importanti.
- accompagnare questi documenti con lettera, una copia della quale sarà sottoscritta dalla
Committenza per accettazione;
- rendere disponibili i libretti con le norme d'uso e manutenzione delle apparecchiature installate.
Tutte le documentazioni dovranno essere consegnate in triplice copia di cui almeno una
riproducibile.
1.11 Garanzia
Gli impianti di cui al presente capitolato saranno oggetto di garanzia completa da parte
dall’Appaltatore dal giorno dell’ultimazione fino al collaudo finale e successivamente per 24 mesi
dalla data di messa in servizio.
Tale garanzia coprirà tutti gli eventuali difetti dei materiali utilizzati nonché i malfunzionamenti
dovuti ad errata installazione dei componenti.
Sono esclusi dalla garanzia solo i materiali di consumo.
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Parte 2 Prescrizioni generali e consistenza dell’impianto antincendio
2.1 Caratteristiche generali dell’impianto
L’impianto oggetto del presente capitolato è destinato alla generazione e trasmissione di allarmi
mediante dispositivi elettrici ed elettronici in risposta a principi di incendio.
Lo scopo dell’impianto dovrà essere quello di attivare piani di intervento e sistemi di protezione
contro l’incendio per favorire una rapida evacuazione delle persone presenti nei locali interessati
dall’incendio e l’eventuale sgombero dei beni che possono essere messi in salvo senza pregiudicare
la sicurezza delle persone.
La rivelazione dovrà essere realizzata con sistemi fissi automatici e manuali facenti capo ad una
centrale di gestione che provvederà al controllo dell’intero sistema e, in caso di incendio, attiverà i
dispositivi attuatori dislocati in campo.
I sistemi di attuazione dovranno segnalare lo stato di emergenza in modo acustico e/o luminoso,
prevedere la chiusura delle porte REI di compartimentazione e avvisare eventuali centri di
telesorveglianza.
I componenti dovranno essere costruiti e certificati da industrie specializzate; dovranno risultare
conformi alla relativa parte della UNI EN 54. Ciò non pregiudica la possibilità di impiegare
componenti di nuova concezione non ancora normalizzati, purché destinati a funzioni opzionali e sia
garantito il livello di prestazione indicato al titolo 2.3.
2.2 Caratteristiche della struttura da proteggere
Attività ospitata:. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Struttura: edificio con sviluppo su __ piani comunicanti tra loro attraverso scale, . . . . . . . . . . . . . . .
Accessi aperti al pubblico:. . . . . . . . . . . . . . . .
Accessi non aperti al pubblico:. . . . . . . . . . . . .
Accessi:. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Uscite di emergenza:. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Locali ordinari: cucina; refettori; servizi igienici; camere; corridoi / scale; garage; magazzini /
archivi; laboratori; sale attesa; officina (area lavorazione); area vendita / esercizio; aule; celle;
luogo di culto; uffici;. . . . . . . . . . . . . . . .
Struttura fisica dei locali: controsoffittatura, soffitto con inclinazione di __°, . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Carico di incendio: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Per i dettagli e la volumetria riferirsi ai disegni costruttivi allegati al progetto.
2.3 Composizione e prestazioni dell’impianto
L’impianto nel suo insieme dovrà risultare composto dai seguenti sottosistemi
- rivelatori automatici di incendio
- punti di segnalazione manuale
- centrale di controllo e segnalazione
- apparecchiature di alimentazione
- dispositivi di attuazione
- elementi di connessione
Le specifiche prestazioni sono descritte nella parte 3
2.4 Aree sorvegliate
Le aree sorvegliate dovranno essere costantemente monitorare dal sistema di rivelazione; inoltre,
all’interno di un’area sorvegliata, dovranno essere direttamente sorvegliate dai rivelatori anche le
seguenti parti:
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- locali tecnici di elevatori, ascensori e montacarichi, condotti di trasporto e comunicazione, nonché
vani corsa degli elevatori, ascensori e montacarichi;
- cortili interni coperti;
- cunicoli, cavedii e passerelle per cavi elettrici;
- condotti di condizionamento dell’aria, e condotti di aerazione e di ventilazione;
- spazi nascosti sopra i controsoffitti e sotto i pavimenti sopraelevati.
Fanno eccezione le seguenti parti qualora non contengano sostanze infiammabili, rifiuti, materiali
combustibili e cavi elettrici (ad eccezione di quelli indispensabili per l’uso dei locali):
- piccoli locali utilizzati per servizi igienici,
- condotti e cunicoli con sezione minore di 1 m2;
- banchine di carico scoperte (senza tetto);
- spazi nascosti, compresi quelli sopra i controsoffitti e sotto i pavimenti sopraelevati, che:
- abbiano altezza minore di 800 mm e
- abbiano superficie non maggiore di 100 m2 e
- abbiano i lati con dimensioni inferiori a 25 m e
- abbiano rivestimenti interni di materiale incombustibile di classe 0, secondo il D.M.
26/6/84;
- non contengano cavi che abbiano a che fare con sistemi di emergenza (a meno che i cavi
non siano resistenti al fuoco per almeno 30 min.);
- vani scale compartimentati;
- vani corsa di elevatori, ascensori e montacarichi purché facciano parte di un compartimento
sorvegliato dal sistema di rivelazione.
L’area sorvegliata dovrà essere suddivisa in zone, in modo da facilitare l’individuazione immediata
del rivelatore che interviene. Le zone dovranno essere delimitate in modo che sia possibile
localizzare velocemente e senza errori il principio d’incendio. Per tale motivo ogni zona dovrà
comprendere non più di un piano del fabbricato, con l’eccezione dei seguenti casi: vani scala, vani di
ascensori e montacarichi, edifici di piccole dimensioni anche se a più piani, ciascuno dei quali può
costituire un’unica zona distinta.
La superficie a pavimento di ciascuna zona dovrà essere, al massimo, di 1600 m2.
Più locali non potranno appartenere alla stessa zona, salvo quando siano contigui e se:
- il loro numero non è maggiore di 10, la loro superficie complessiva non è maggiore di 600 m2 e
gli accessi danno sul medesimo disimpegno;
oppure:
- il loro numero non è maggiore di 20, la loro superficie complessiva non è maggiore di 1000 m2
ed in prossimità degli accessi sono presenti e ben visibili segnalatori ottici di allarme, che
consentono l’immediata individuazione del locale che ha in corso un allarme.
I rivelatori installati in spazi nascosti (sotto i pavimenti sopraelevati, sopra i controsoffitti, nei
cunicoli per cavi elettrici, nelle condotte di condizionamento dell’aria, ecc.) dovranno appartenere a
zone distinte. Si dovrà prevedere localmente una segnalazione luminosa visibile per individuare in
modo semplice e senza incertezze il rivelatore che è intervenuto.
Se una medesima linea di rivelazione serve più zone o più di 32 punti, la linea dovrà essere ad anello
chiuso e dotata di opportuni dispositivi di isolamento in grado di assicurare che un cortocircuito o
una interruzione della linea medesima, non impedisca la segnalazione di allarme incendio per più di
una zona.
In una zona potranno essere compresi rivelatori sensibili a fenomeni differenti purché i rispettivi
segnali siano univocamente identificabili alla centrale di controllo e segnalazione.
I punti di segnalazione manuale potranno essere collegati ai circuiti dei rivelatori automatici purché i
rispettivi segnali siano univocamente identificabili alla centrale di controllo e segnalazione.
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2.5 Funzioni e servizi iniziali
Per le funzioni ed i servizi da prevedere inizialmente si rimanda alla relazione tecnica del progetto
esecutivo. Per l’ubicazione e la consistenza dei componenti si rimanda al piano di installazione e al
computo metrico.
2.6 Possibilità di ampliamenti e modifiche
A prescindere dalla consistenza, dai servizi e dalle configurazioni iniziali di cui al titolo 2.5,
l’impianto dovrà presentare le seguenti caratteristiche di flessibilità, meglio definite dalle
caratteristiche prestazionali dei singoli componenti riportate in dettaglio nella parte 3:
- gestione della centrale mediante software di tipo aperto in grado di integrare funzioni nuove o di
mutare la configurazione;
- gestione fino ad un massimo di 120 punti di rivelazione e fino a un massimo di 64 uscite
- possibilità di suddividere l’impianto fino a 32 zone ;
- possibilità di associare a ciascuna zona rivelatori e uscite anche non sequenziali e appartenenti a
linee diverse;
- gestione dei menù e dei codici di accesso mediante pannello di interfaccia direttamente dalla
centrale oppure su tastiere remote;
- possibilità di registrazione e classificazione cronologica degli eventi;
- identificazione dei punti di rivelazione in modo automatico oppure con indirizzo logico;
- possibilità di espandere il sistema di controllo tramite interfaccia per linee RS485 a cui potranno
essere collegati PC, stampanti e pannelli di controllo ;
I comandi, la gestione e l’uso della centrale dovrà essere possibile con 4 livelli di accesso diversi che
ne limitino le funzioni a seconda delle persone che si devono interfacciare.
2.7 Criteri di installazione
La posizione dei componenti dovrà essere tale da assicurare:
- la massima funzionalità,
- la massima protezione contro le manomissioni,
- la massima protezione contro le sollecitazioni ambientali dannose (urti, polvere, corrosione,
acqua, umidità, ecc.).
In ciascun locale dell’area sorvegliata dovrà essere presente almeno un rivelatore (le eccezioni sono
riportate al capitolo 2.4) .
2.7.1 Rivelatori automatici
I rivelatori automatici dovranno essere installati in modo che possano individuare ogni tipo
d’incendio prevedibile nell’area sorvegliata, fin dal suo stato iniziale ed in modo da evitare falsi
allarmi.
La determinazione del numero dei rivelatori necessari e della loro posizione dovrà essere effettuata
in funzione del tipo di rivelatore, della conformazione architettonica del locale e delle condizioni di
aerazione e ventilazione, nonché in accordo con quanto riportato nella norma UNI 9795.
2.7.2 Rivelatori manuali
Nell’impianto oltre ai rivelatori automatici dovranno essere previsti almeno 2 rivelatori manuali per
ogni zona. Eventuali guasti e/o esclusioni derivati da una tipologia di rivelatori non dovrà mettere
fuori servizio l’altra.
L’installazione dei rivelatori manuali dovrà avvenire ad un’altezza da terra compresa tra 1 m e 1,4 m
e in modo che questi siano raggiungibili da ogni parte della zona stessa con un percorso inferiore a
40 m.
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2.7.3 Centrale
La centrale di controllo e segnalazione, a cui faranno capo tutte le linee di rivelazione incendio sia
manuale che automatico, dovrà essere installata in un luogo con le seguenti caratteristiche:
- facilmente e permanentemente accessibile
- protetto contro l’incendio (in modo automatico se non presidiato)
- protetto contro danneggiamenti meccanici e manomissioni
- in assenza di atmosfera corrosiva
- vicino, per quanto possibile, all’ingresso principale dell’edificio
- dotato di illuminazione di emergenza
2.7.4 Dispositivi di attuazione
I dispositivi di attuazione dovranno essere installati in luoghi tali da garantire l’immediata
segnalazione delle condizioni di allarme senza che si vengano a creare situazioni di dubbio o di
indebito panico.
2.7.5 Elementi di connessione
Le interconnessioni potranno essere eseguite:
a) con cavi in tubo sotto strato di malta o sotto pavimento (valgono le prescrizioni della norma CEI
64-8 per quanto riguarda il tracciato);
b) con cavi posati in tubi a vista [valgono le stesse prescrizioni di a)];
oppure:
c) con cavi a vista; i cavi dovranno essere con guaina; la posa dovrà garantire i cavi contro i
danneggiamenti accidentali.
La sezione minima dei conduttori di alimentazione dei componenti (rivelatori, punti manuali, ecc.)
non dovrà essere inferiore a 0,5 mm2.
2.8 Campi di corretto funzionamento
I componenti dell’impianto antincendio dovranno essere predisposti per il funzionamento nelle
condizioni climatiche specificate nella relativa parte della UNI EN 54.
Non saranno accettati componenti con caratteristiche inferiori a quelle specificate nelle suddette
norme.
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Parte 3 Caratteristiche dei componenti
3.1 Generalità
I singoli componenti di seguito descritti dovranno avere caratteristiche prestazionali non inferiori a
quelle riportate di seguito.
Le prestazioni indicate sono, in genere, esuberanti rispetto a quelle strettamente necessarie di prima
installazione (vedere il titolo 2.5) ma ritenute convenienti per assicurare, con oneri ridotti al minimo,
la possibilità di futuri ampliamenti o modifiche (vedere il titolo 2.6).
3.2 Caratteristiche generali della centrale Sch.1043/250 o similare
La centrale del sistema antincendio dovrà raggruppare, all’interno di un unico involucro con grado di
protezione non inferiore a IP30, i circuiti di gestione dei segnali in ingresso e in uscita, le schede di
interconnessione tra i dispositivi e le unità di alimentazione sia ordinaria che supplementare
(costituita da batterie ricaricate automaticamente).
Dovrà essere del tipo a microprocessore e permettere l’analisi e la gestione locale e/o remota di tutti i
dati provenienti da rivelatori e attuatori presenti nel sistema.
3.2.1 Caratteristiche degli ingressi della centrale
Alla centrale dovranno essere connessi almeno 60 punti di rivelazione.
Le linee di ingresso potranno essere configurate nelle seguenti modalità:
- a loop chiuso con rivelatori ad autoindirizzamento
- a linee aperte con rivelatori ad autoindirizzamento
- a linee aperte con rivelatori ad indirizzo logico
La lunghezza massima della linea aperta o a loop dovrà essere di almeno 2000m.
3.2.2 Uscite
La centrale dovrà disporre di almeno 3 uscite a relè che si attiveranno rispettivamente per la
segnalazione di allarme, per la segnalazione di guasto e per attivare dispositivi di spegnimento.
Le uscite della centrale dovranno essere equipaggiate con schede di controllo assenza collegamento e
alimentazione dei dispostivi di attuazione. Queste schede dovranno essere installate all’interno del
dispositivo di allarme per garantire il controllo su tutta la tratta di collegamento.
Il numero di uscite potrà essere incrementato con 32 relè remoti collegati sulle linee di rivelazione.
Le uscite a relè collegate sulle linee di rivelazione per gli attuatori di zona dovranno essere
programmate direttamente dalla centrale con una delle seguenti funzioni: allarme o preallarme di una
o più zone, funzione di reset, allarme generale, anomalia generale, preallarme, spegnimento.
3.2.3 Segnalazioni
La centrale dovrà essere in grado di fornire le seguenti segnalazioni in modo inequivocabile con
indicazioni visive (led o display alfanumerico) e, se necessario, con indicazioni acustiche (buzzer
tacitabile manualmente):
- stato di funzionamento normale (condizione di riposo)
- presenza di dispositivi disabilitati
- preallarme incendio
- allarme incendio (generale e specifico per ciascuna zona)
- attivazione del comando di spegnimento (se previsto)
- condizione di guasto di almeno un dispositivo
- anomalia di funzionamento del software di centrale
- stato di configurazione centrale o di test
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-
stato di alimentazione di rete
stato delle batterie tampone
presenza di dispersioni a terra o intervento dei fusibili di protezione
stato di ciascuna zona dell’impianto
Tutti gli eventi dovranno essere memorizzati in ordine cronologico dalla centrale e richiamabili sul
display di visualizzazione.
3.2.4 Interfaccia utente
L’interfaccia tra l’utente e l’impianto dovrà essere semplice ed immediata tramite una tastiera
dedicata e un display LCD alfanumerico retroilluminato da almeno 4 righe per 40 caratteri, per la
visualizzazione dei messaggi di allarme, della diagnostica e della programmazione.
La centrale dovrà disporre di vocabolari interni per l’associazione delle nomenclature e la
personalizzazione dei punti di rivelazione e delle zone in cui sono suddivisi, permettendo così
all’utente finale di identificare in maniera chiara ed univoca il punto in cui si è sviluppato il focolaio
d’incendio.
Per agevolare le fasi di programmazione e configurazione della centrale dovrà essere prevista la
possibilità di collegare una tastiera PS2 per PC.
La centrale dovrà poter essere configurata in rete ad almeno altre 15 centrali grazie all’ausilio del
software di gestione, ottenendo una configurazione massimale di almeno 16 siti gestiti da un unico
punto.
3.2.5 Comandi
Sul pannello frontale dovranno essere previsti i tasti di comando e gestione dei menù di
configurazione della centrale ed in particolare dovrà essere possibile compiere in modo semplice le
seguenti operazioni:
- attivare e disattivare le uscite della centrale
- tacitare il buzzer di segnalazione acustica
- resettare le condizioni di allarme
- navigazione nei menù di configurazione e settaggio della centrale
I comandi, la gestione e l’uso della centrale dovrà essere possibile con 4 livelli di accesso diversi che
ne limitino le funzioni a seconda delle persone che si devono interfacciare:
Livello 1 – utilizzabile dal pubblico e da personale di controllo (individuazione condizioni di
allarme)
Livello 2 – utilizzabile da personale preposto alla sicurezza (individuazione condizioni di allarme e
gestione degli allarmi)
Livello 3 – utilizzabile da personale istruito e autorizzato (configurazione delle zone, delle
condizioni di allarme e personalizzazioni della centrale)
Livello 4 – utilizzabile da personale istruito e autorizzato dal costruttore (configurazione avanzata
della centrale)
I livelli 1 e 2 dovranno essere selezionabili con apposita chiave meccanica estraibile, il livello 3
dovrà essere accessibile previo inserimento di password mentre per ottenere il livello 4 di accesso si
dovrà intervenire su settaggi hardware.
3.2.6 Suddivisione in zone
Il sistema dovrà poter permettere la suddivisione in almeno 32 zone logiche diverse in modo da
individuare facilmente il punto in cui si è generata la situazione di pericolo.
Ciascuna zona dovrà corrispondere ad un’area virtuale con le caratteristiche indicate nel capitolo 5.2
della norma UNI 9795.
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3.3 Accessori per il potenziamento delle funzioni di centrale
La centrale dovrà essere in grado di interfacciarsi ai seguenti accessori di ampliamento:
3.3.1 Modulo uscite a relè Sch.1043/271 o similare
Il modulo di attuazione con uscite a relè dovrà consentire la gestione dei dispositivi accessori
distribuiti in campo (targhe, sirene, elettrovalvole, serrande, relè ausiliari, elettromagneti ecc.).
Il modulo di attuazione dovrà essere collegato sulla linea di rivelazione ed essere in grado di
dialogare con la centrale di controllo in modo autoindirizzato oppure con indirizzo fisico
programmabile tramite dip-switch
Il dialogo con la centrale dovrà essere continuo e di tipo bidirezionale in modo che il dispositivo
possa ricevere le informazioni di zona e contemporaneamente segnalare sue eventuali anomalie di
funzionamento.
Dovrà essere dotato di led per la segnalazione di funzionamento normale o dello stato di guasto o
manutenzione.
3.3.2 Pannello ripetitore Sch.1043/274 o similare
Il pannello ripetitore dovrà permettere di effettuare un controllo attivo e costante di ogni evento che
avviene nell’impianto da una postazione remota, diversa da quella dove è ubicata la centrale.
Pertanto dovrà essere dotato di display LCD retroilluminato, di led di segnalazione, di tastiera di
comando apposita e dovrà poter gestire almeno 2 livelli di accesso distinti che permetteranno di
effettuare le seguenti operazioni:
- tacitare il buzzer di segnalazione acustica
- resettare le condizioni di allarme
- attivare e disattivare le uscite della centrale
- annullare i ritardi di intervento delle segnalazioni
- escludere / ripristinare gli attuatori
- disabilitare /abilitare le zone della centrale
Il pannello ripetitore dovrà essere connesso alla centrale attraverso una linea bus optoisolata con
cavo twistato Per l’alimentazione di questo dispositivo dovrà essere previsto un alimentatore
dedicato.
Caratteristiche tecniche
Ripetizione allarmi e guasti: ..................... relè a contatto pulito 1A a 30Vcc
Grado di protezione: ................................................................................ IP30
3.3.3 Scheda per interfaccia con stampante Sch.1043/275 o similare
Alla centrale dovrà poter essere collegata una stampante in grado di riportare, su supporto cartaceo in
modo automatico, tutti gli eventi rilevati dal sistema. La stessa stampante dovrà poter stampare a
seguito di comando dedicato lo stato di configurazione della centrale .
La stampante dovrà avere le seguenti caratteristiche:
- testina ad aghi
- collegamento su porta parallela
- gestione carta a modulo continuo
La scheda per interfaccia con stampante dovrà essere connessa alla centrale attraverso una linea bus
optoisolata con cavo twistato.
3.3.4 Scheda per interfaccia con Personal Computer Sch.1043/278A o similare
Dovrà essere previsto il collegamento, tramite linea seriale, di un personal computer alla centrale.
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Dal PC dovrà essere possibile l’upload e il download della programmazione.
La scheda per interfaccia con PC dovrà essere connessa alla centrale attraverso una linea bus
optoisolata con cavo twistato.
3.3.5 Analizzatore di cortocircuito Sch.1043/272 o similare
Questo modulo dovrà essere utilizzato per dividere ogni linea di rivelazione in due sotto-linee
distinte.
Il suo impiego sarà necessario per il collegamento delle linee di rivelazione in modo aperto con più
di 32 rivelatori collegati in parallelo.
Il modulo analizzatore di cortocircuito dovrà garantire, in caso di anomalia di un tratto di linea, il
funzionamento dei dispositivi delle linee rimanenti non coinvolte dal guasto, mantenendo inalterato
il livello di sicurezza dell’impianto che si trova privato solo di una parte dei rivelatori.
Le visualizzazioni di stato delle sotto-linee dovranno essere presenti sul modulo stesso mediante due
LED bicolore, uno per ogni linea. In stato normale, i LED emetteranno un lampeggio di colore
verde. Se una delle linee presenterà un sovraccarico o un cortocircuito, il LED corrispondente dovrà
lampeggiare di colore giallo.
Il ripristino della condizione di guasto nel modulo isolatore dovrà essere automatico.
3.3.6 Interfaccia controllo uscite Sch.1043/026 o similare
Per ottenere il controllo del collegamento e dell’alimentazione di più dispostivi di attuazione
collegati su un’unica uscita della centrale sarà necessario prevedere la scheda di interfaccia di
controllo uscite che consentirà di dividere la linea di collegamento in due sottolinee.
L’interfaccia dovrà essere installata all’interno del dispositivo di allarme per garantire il controllo su
tutta la tratta di collegamento.
3.3.7 Alimentatore supplementare
Gli alimentatori supplementari sono disponibili nei seguenti modelli:
Sch.1043/091
Sch.1043/092
L’alimentatore supplementare dovrà essere inserito nell’impianto qualora la corrente fornita dalla
centrale non fosse sufficiente ad alimentare in maniera corretta tutte le periferiche del sistema, o
quando le distanze tra centrale e dispositivi risultassero troppo elevate.
La realizzazione elettrica dell’alimentatore dovrà risultare conforme alla direttiva 73/23/CEE,
armonizzata in norma europea dalla norma CEI 60950 (V edizione). L’apparecchiatura appartiene
alla CLASSE 1 prevista da detta norma, appartenenza ottenuta mediante isolamenti fondamentali e
funzionali delle tensioni pericolose HV.
Dovrà inoltre avere le seguenti caratteristiche:
- contenitore metallico;
- controllo automatico dello stato del gruppo di alimentazione;
- autoalimentazione in caso di assenza rete elettrica;
- controllo interno dello stato di carica della batteria;
- protezione da inversione polarità delle batterie;
- led di segnalazione
presenza rete di alimentazione
tensione di uscita inferiore a 21V
tensione di uscita OK
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-
tensione di uscita superiore a 29V
La corrente disponibile per carichi esterni dovrà essere di almeno 1500mA.
Caratteristiche tecniche
Grado di protezione: ................................................................................ IP30
Massima corrente erogata: ....................................... 1,5 A per Sch.1043/091
4 A per Sch.1043/092
3.3.8 Scheda interfaccia per rivelatori analogici Sch.1043/277 o similare
La scheda interfaccia dovrà permettere di collegare rivelatori analogici alla centrale di controllo e
segnalazione e dovrà prevedere il dialogo bidirezionale con la centrale, nonché l’interfacciamento sia
in modo autoindirizzato che con indirizzo fisico programmabile tramite dip-switch.
3.4 Rivelatori automatici di incendio
3.4.1 Rivelatori di fumo foto-ottici
I rivelatori di questo tipo sono disponibili nei seguenti modelli:
senza uscita opto-SCR Sch.1043/261 o similare
con uscita opto-SCR Sch.1043/262 o similare
Il principio di funzionamento dei rivelatori di fumo foto-ottici dovrà basarsi sull’analisi della
diffusione della luce causata dalle particelle di fumo presenti nell’aria.
In questo dispositivo dovrà essere presente un microcontrollore per il calcolo della compensazione
della lettura in modo da mantenere una sensibilità costante nel tempo, correggendo l’eventuale
aumento di livello causato dal depositarsi della polvere all’interno della cella di analisi.
Questo rivelatore dovrà prevedere il dialogo bidirezionale con la centrale e l’interfacciamento sia in
modo autoindirizzato oppure con indirizzo fisico programmabile tramite dip-switch.
Dovrà essere presente un led tricolore per indicare gli stati del rivelatore: funzionamento normale,
condizione di guasto e stato di allarme.
Questo dispositivo dovrà essere disponibile con un’uscita opto-SCR in grado di attivare dispositivi
esterni in caso di allarme.
Caratteristiche tecniche
Soglia di allarme: ......................................................... m=0.16 dBm +/-20%
Grado di protezione: ................................................................................ IP43
Uscita opto-SCR: ..................................................................... 0,1A a 30Vcc
3.4.2 Rivelatori di temperatura
I rivelatori di questo tipo sono disponibili nei seguenti modelli:
senza uscita opto-SCR Sch.1043/264 o similare
con uscita opto-SCR Sch.1043/265 o similare
I rivelatori di temperatura dovranno controllare la temperatura all’interno dell’area in cui sono
installati.
In questo dispositivo dovrà essere presente un microcontrollore che analizza e confronta il segnale
che riceve da un sensore di temperatura di precisione, tipo NTC, attivando l’allarme se la
temperatura supera i 58°C.
Questo rivelatore dovrà prevedere il dialogo bidirezionale con la centrale e l’interfacciamento sia in
modo autoindirizzato oppure con indirizzo fisico programmabile tramite dip-switch.
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Dovrà essere presente un led tricolore per indicare gli stati del rivelatore: funzionamento normale,
condizione di guasto e stato di allarme.
Questo dispositivo dovrà essere disponibile con un’uscita opto-SCR in grado di attivare dispositivi
esterni in caso di allarme.
Caratteristiche tecniche
Soglia di allarme: ................................................................... T=58°C +/-6%
Grado di protezione: ................................................................................ IP43
Uscita opto-SCR: ..................................................................... 0,1A a 30Vcc
3.4.3 Rivelatori termovelocimetrici
I rivelatori di questo tipo sono disponibili nei seguenti modelli:
senza uscita opto-SCR Sch.1043/266 o similare
con uscita opto-SCR Sch.1043/267 o similare
I rivelatori termovelocimetrici controlleranno l’incremento della temperatura all’interno dell’area in
cui sono installati.
In questo dispositivo dovrà essere presente un microcontrollore che analizza e confronta il segnale
che riceve da un sensore di temperatura di precisione tipo NTC, attivando l’allarme se l’aumento
della temperatura supera i 5°C al minuto.
Questo rivelatore dovrà prevedere il dialogo bidirezionale con la centrale e l’interfacciamento sia in
modo autoindirizzato oppure con indirizzo fisico programmabile tramite dip-switch.
Dovrà essere presente un led tricolore per indicare gli stati del rivelatore: funzionamento normale,
condizione di guasto e stato di allarme.
Questo dispositivo dovrà essere disponibile con un’uscita opto-SCR in grado di attivare dispositivi
esterni in caso di allarme.
Caratteristiche tecniche
Soglia di allarme: ....................................................................... dT=5°C/min
Grado di protezione: ................................................................................ IP43
Uscita opto-SCR: ..................................................................... 0,1A a 30Vcc
3.4.4 Rivelatori ottico-termici
I rivelatori di questo tipo sono disponibili nei seguenti modelli:
senza uscita opto-SCR Sch.1043/268 o similare
con uscita opto-SCR Sch.1043/269 o similare
Il principio di funzionamento dei rivelatori ottico-termici dovrà basarsi sull’analisi di diffusione della
luce causata dalle particelle di fumo presenti nell’aria e su un sensore termico con soglia di allarme a
55°C.
Il rivelatore ottico dovrà avere la funzione di controllo automatico di guadagno; un microcontrollore
dovrà calcolare la compensazione della lettura per mantenere una sensibilità costante nel tempo,
correggendo l’eventuale aumento di livello causato dal depositarsi della polvere all’interno della
cella di analisi.
Questo rivelatore dovrà prevedere il dialogo bidirezionale con la centrale e l’interfacciamento sia in
modo autoindirizzato oppure con indirizzo fisico programmabile tramite dip-switch.
Dovrà essere presente un led tricolore per indicare gli stati del rivelatore: funzionamento normale,
condizione di guasto e stato di allarme.
Questo dispositivo dovrà essere disponibile con un’uscita opto-SCR in grado di attivare dispositivi
esterni in caso di allarme.
Caratteristiche tecniche
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Soglia di allarme: ......................................................... m=0.16 dBm +/-20%
Grado di protezione: ................................................................................ IP43
Uscita opto-SCR: ..................................................................... 0,1A a 30Vcc
3.4.5 Rivelatori di fiamma Sch.1043/104 o similari
La rilevazione dell’incendio dovrà avvenire quando il tubo a catodo freddo del rivelatore sarà
investito dai raggi UV prodotti dalle fiamme. La differenza di potenziale generata al fra anodo e
catodo dovrà determinare la condizione di allarme.
L’area di rilevazione dovrà conica con apertura di almeno 90°.
La segnalazione di allarme dovrà essere data solamente se le condizioni che la hanno generata
perdurano oltre un determinato tempo, impostabile dall’utente, in modo da evitare falsi allarmi.
Dovrà essere presente un led di colore rosso per indicare lo stato di allarme e un led di colore giallo
per la segnalazione di anomalie.
Per il collegamento di questo dispositivo dovrà essere installata la scheda di interfaccia per rivelatori
analogici a cui dovranno essere collegati i morsetti del contatto a relè presente sul rivelatore.
Caratteristiche tecniche
Grado di protezione ................................................................................. IP43
Uscita a relè: ................................................................. NA-NC 1A @ 30Vcc
3.4.6 Rivelatori di gas metano Sch.1043/228 o similari
Questi rivelatori dovranno segnalare la presenza di gas metano in concentrazioni inferiori al 10% del
limite minimo di esplosività, ovvero al 0,50% del volume.
I rivelatori dovranno essere forniti con un’uscita a relè con contatto normalmente aperto e
normalmente chiuso in grado di attivare dispositivi esterni in caso di allarme e un’uscita optoisolata
NC per la segnalazione di anomalie di funzionamento.
Dovrà essere presente un led di segnalazione che durante il normale funzionamento si dovrà
illuminare di colore verde, mentre dovrà lampeggiare di colore rosso in caso di superamento della
soglia di allarme.
La segnalazione di allarme in centrale dovrà essere fornita esclusivamente in caso di superamento
della soglia limite per oltre 20 secondi, in modo da limitare i falsi allarmi.
Lo stato d anomalia del sensore dovrà essere segnalata con il lampeggio del led di colore giallo.
Per il collegamento di questo dispositivo dovrà essere installata la scheda di interfaccia per rivelatori
analogici.
Caratteristiche tecniche
Uscita a relè: ................................ NA-NC 1A @ 30Vcc Grado di protezione
IP40
3.4.7 Rivelatori di gas GPL Sch.1043/229 o similari
Questi rivelatori dovranno segnalare la presenza di gas GPL in concentrazioni inferiori al 10% del
limite minimo di esplosività, ovvero al 0,18% del volume.
I rivelatori dovranno essere forniti con un’uscita a relè con contatto normalmente aperto e
normalmente chiuso in grado di attivare dispositivi esterni in caso di allarme e un’uscita optoisolata
NC per la segnalazione di anomalie di funzionamento.
Dovrà essere presente un led di segnalazione che durante il normale funzionamento si dovrà
illuminare di colore verde, mentre dovrà lampeggiare di colore rosso in caso di superamento della
soglia di allarme.
La segnalazione di allarme in centrale dovrà essere fornita esclusivamente in caso di superamento
della soglia limite per oltre 20 secondi, in modo da limitare i falsi allarmi.
Lo stato d anomalia del sensore dovrà essere segnalata con il lampeggio del led di colore giallo.
Per il collegamento di questo dispositivo dovrà essere installata la scheda di interfaccia per rivelatori
analogici.
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Caratteristiche tecniche
Uscita a relè: ................................ NA-NC 1A @ 30Vcc Grado di protezione
IP40
3.4.8 Rivelatori lineari Sch.1043/010 o similare
Il funzionamento dei rivelatori lineari dovrà basarsi sul rilevamento della variazione di intensità di
un raggio di luce infrarossa fra due dispositivi (un trasmettitore e un ricevitore) in presenza di
particelle di fumo sprigionate da un incendio. Questo tipo di rivelatore, particolarmente indicato per
la protezione di grandi aree, dovrà avere la portata del raggio luminoso non inferiore a 100 m.
Il rivelatore lineare dovrà avere la funzione di controllo automatico di guadagno; un
microcontrollore dovrà compensare le lente variazioni di ampiezza di segnale dovute all'accumulo di
polvere sulle lenti. Il dispositivo, attraverso una scheda interfaccia, dovrà prevedere il dialogo
bidirezionale con la centrale e l’interfacciamento, sia in modo autoindirizzato oppure con indirizzo
fisico programmabile tramite dip-switch.
Dovranno essere presenti sul rivelatore delle segnalazioni a led che indichino la qualità del segnale
di rilevamento (almeno su 4 livelli), il funzionamento normale, le condizioni di anomalia e lo stato di
allarme.
Il dispositivo dovrà disporre di uscite allarme e anomalia, per attivare localmente dispositivi di
attuazione esterni, e di uscite optoisolate, che permettano di remotizzare le segnalazioni a led
presenti sul ricevitore ad un modulo ripetitore posto in posizione remota.
Per il collegamento di questo dispositivo dovrà essere installata la scheda di interfaccia per rivelatori
analogici.
Caratteristiche tecniche
Soglia di Allarme: ...................................................................... 60% (tipico)
Allarme per Incendio: ..................................................................40% ÷ 90%
Allarme per Guasto: ........................................................ S < 10% - S > 90%
Uscita di anomalia ..................................................................... a relè NA-NC
Uscita di allarme ....................................................................... a relè NA-NC
Regolazioni per l’allineamento: .......+/- 90° in orizzontale ± 90° in verticale
Grado di protezione: ................................................................................ IP41
Modulo ripetitore per rivelatore lineare Sch.1043/011 o similare
Dal momento che il rivelatore lineare viene montato normalmente ad altezze che non consentono una
agevole lettura dei LED da parte di chi si trova al livello del pavimento, nel suo ricevitore dovranno
essere presenti delle uscite optoisolate adibite esclusivamente alla trasmissione a distanza delle
segnalazioni dei LED montati sul frontalino. Queste uscite dovranno consentire l'allacciamento al
modulo ripetitore e la visualizzazione dello stato di funzionamento su postazioni più comodamente
accessibili. Ogni ripetitore potrà ospitare le segnalazioni contemporanee di almeno 4 ricevitori
diversi. Inoltre, il dispositivo dovrà poter essere alimentato anche da una alimentazione diversa da
quella dei vari ricevitori ad esso collegati.
3.5 Punti di segnalazione manuale
3.5.1 Pulsante a riarmo manuale Sch.1043/244 o similare
Questo tipo di pulsante, adatto per il montaggio a parete, dovrà poter essere attivato in caso di
allarme esercitando una leggera pressione sulla parte centrale del vetro fino a spostarlo verso
l’interno. Per il ripristino dovrà essere riarmato con l’ausilio di un’apposita chiavetta fornita in
dotazione. Dovrà essere dotato di Led di segnalazione di avvenuto azionamento.
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Questo pulsante dovrà prevedere il dialogo bidirezionale con la centrale e l’interfacciamento sia in
modo autoindirizzato oppure con indirizzo fisico programmabile tramite dip-switch.
Dovrà essere presente un led tricolore per indicare gli stati del rivelatore: funzionamento normale,
condizione di guasto e stato di allarme.
3.5.2 Pulsante a rottura vetro Sch.1043/243 o similare
Questo tipo di pulsante, adatto per il montaggio a parete, dovrà poter essere attivato in caso di
allarme esercitando una pressione sulla parte centrale del vetro fino alla sua rottura. Per il ripristino
occorrerà sostituire il vetro.
Questo pulsante dovrà prevedere il dialogo bidirezionale con la centrale e l’interfacciamento sia in
modo autoindirizzato oppure con indirizzo fisico programmabile tramite dip-switch.
Dovrà essere presente un led tricolore per indicare gli stati del rivelatore: funzionamento normale,
condizione di guasto e stato di allarme.
Il pulsante dovrà essere fornito con una chiavetta per effettuare il test o l’apertura del coperchio per
sostituire il vetro.
Questo tipo di pulsante dovrà inoltre essere corredato con il martelletto per agevolare le operazioni
di rottura del vetro.
3.6 Dispositivi di attuazione
3.6.1 Lampada ottico - acustica autoalimentata (230Vca) Sch.1043/157 o similare
Il dispositivo dovrà essere utilizzato per segnalare in modo ottico e acustico la condizione di
emergenza in caso di incendio e dovrà disporre di 2 modalità di funzionamento:
- COMANDO INVERSO A SICUREZZA POSITIVA: applicando una tensione sui morsetti di
comando, il dispositivo rimane spento; al mancare della tensione il dispositivo si accende
permettendo in questo modo di monitorare anche eventuali avarie del segnale di comando
(interruzioni, cortocircuiti, etc).
- COMANDO CONCORDE: applicando una tensione sui morsetti di comando, il dispositivo si
accende, mentre si spegne al mancare della tensione.
La segnalazione acustica di allarme dovrà essere assicurata dalla presenza di un buzzer interno o
dalla possibilità di collegamento di un segnalatore acustico esterno.
Il dispositivo dovrà essere in grado di indicare lo stato di funzionamento/anomalia tramite
segnalazione ottica/acustica (led e buzzer):
- malfunzionamento batteria o assenza alimentazione di rete : LED OFF e BUZZER OFF
- emergenza attiva: LED LAMPEGGIANTE e BUZZER ON
- funzionamento: LED ON e BUZZER OFF
L’involucro dovrà essere realizzato in tecnopolimero autoestinguente con grado di protezione non
inferiore a IP40 in modo da consentirne l’installazione anche su superfici combustibili.
Dovranno essere disponibili le seguenti segnalazioni da applicare sulla targa:
- ALLARME
- ALLARME INCENDIO
- ABBANDONARE IL LOCALE
3.6.2 Lampada ottico - acustica a filamento da interno
Le lampade dovranno essere del seguente tipo:
monofacciale (per l’installazione ad appoggio parete) Sch.1043/055 o similare
bifacciale (per l’installazione a bandiera) Sch.1043/045 o similare
Il dispositivo dovrà essere costituito da un pannello ottico acustico con scritta luminosa che si
illumina e suona quando alimentato dalla centrale in caso di allarme.
Il funzionamento dovrà poter essere selezionato tra continuo e intermittente.
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Sui dispositivi dovrà essere presente la scritta “ALLARME INCENDIO”; e dovranno avere un
livello di protezione non inferiore a IP31.
3.6.3 Lampada ottico - acustica allo xeno da esterno
Le lampade di questo tipo sono disponibili nei seguenti modelli:
con grado di protezione IP55 Sch.1043/155 o similare
con grado di protezione IP65 Sch.1043/156 o similare
Le lampade dovranno essere impiegate per la segnalazione di stati di allarme in modo luminoso e
acustico. Le particolarità di questi dispositivi dovranno essere il basso consumo e l’elevata
luminanza della segnaletica
Queste lampade dovranno avere un elevato grado di protezione, non inferiore a IP5X, al fine di
garantire il loro corretto funzionamento in installazioni all’esterno degli edifici o in condizioni
particolarmente gravose.
Dovranno essere disponibili le seguenti segnalazioni da applicare sulla targa:
- FIRE ALARM
- ALLARME INCENDIO
- ABBANDONARE IL LOCALE
3.6.4 Avvisatore acustico piezoelettrico Sch.1043/044 o similare
Questo dispositivo dovrà essere utilizzato per segnalare acusticamente un allarme generato dalla
centrale.
L’involucro del dispositivo dovrà avere grado di protezione non inferiore a IP30
3.6.5 Campana elettronica Sch.1043/041 o similare
Questo dispositivo dovrà essere utilizzato per segnalare acusticamente un allarme generato dalla
centrale mediante percussione della cupola metallica.
L’involucro del dispositivo dovrà avere grado di protezione non inferiore a IP42
3.6.6 Sirena autoalimentata da esterno Sch.1043/056 o similare
Questo dispositivo dovrà essere dotato di lampeggiatore ed essere predisposto per l’installazione
all’esterno degli edifici o in condizioni particolarmente gravose (grado di protezione richiesto non
inferiore a IP34).
La sirena antincendio dovrà avere una doppia protezione meccanica contro la perforazione.
La segnalazione acustica dovrà essere a tono continuo modulato in frequenza e selezionabile tra due
tipi di suono in modo da poter distinguere due sirene dello stesso modello per mezzo di due diverse
segnalazioni sonore.
In condizioni di batteria a basso livello di carica dovrà essere escluso automaticamente il
lampeggiatore in modo da aumentare l’autonomia della sirena in assenza di alimentazione.
Il contenitore dovrà essere in grado di alloggiare le batterie tampone; il circuito elettronico dovrà
essere protetto contro le inversioni dei cavi di batteria e i cortocircuiti sul lampeggiatore.
3.6.7 Ripetitore ottico Sch.1043/035 o similare
Questo dispositivo dovrà essere utilizzato per segnalare l’intervento di un rivelatore all’esterno di un
ambiente in cui si è venuta a generare una situazione pericolosa oppure per indicare in punti remoti il
segnale di allarme. La segnalazione dovrà essere di tipo continuo oppure intermittente a seconda
delle impostazioni effettuate sul dispositivo.
L’involucro del dispositivo dovrà avere grado di protezione non inferiore a IP40
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3.6.8 Combinatore telefonico Sch.1043/057 o similare
Dovrà essere previsto un combinatore telefonico a sintesi vocale in grado di inviare
automaticamente, mediante rete telefonica, messaggi preregistrati dall’utente.
I messaggi dovranno poter essere registrati tramite microfono integrato nel dispositivo su memoria
non volatile e poter essere riascoltati in locale in qualsiasi momento.
Il dispositivo dovrà interfacciarsi con l’utente attraverso una tastiera almeno a 10 tasti numerici e 2
tasti di conferma e selezione oltre che con un display alfanumerico LCD a 8 caratteri.
Dovranno essere previsti due ingressi di allarme totalmente programmabili e un’uscita di allarme
anomalia di tipo open collector che commuta in caso di impossibilità di inviare messaggi.
Per ogni ingresso dovranno essere disponibili messaggi di durata non inferiore a 10 secondi che
potranno essere inviati almeno a 4 numeri telefonici ciascuno di 24 cifre.
L’involucro del dispositivo dovrà avere grado di protezione non inferiore a IP3X
3.6.9 Fermo elettromagnetico
I fermi elettromagnetici sono disponibili nei seguenti modelli:
con forza di attrazione di 50kg Sch.1043/081 o similare
con forza di attrazione di 100kg Sch.1043/082 o similare
con forza di attrazione di 50kg e pulsante di sblocco Sch.1043/083 o similare
con forza di attrazione di 100kg e pulsante di sblocco Sch.1043/084 o similare
Per mantenere aperte le porte tagliafuoco o le porte delle zone di passaggio e rilasciarle
automaticamente in caso di incendio dovrà essere previsto il fermo elettromagnetico.
I fermi dovranno essere in acciaio nichelato ed essere forniti completi di controplacche in materiale
termoplastico.
Se necessaria la chiusura delle porte anche manualmente, i fermi elettromagnetici dovranno essere
corredati di pulsante di sgancio.
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