RITIRO DI PASQUA 16 MARZO 2015, CURIA DI PARMA
Carissimi fratelli, sua eccellenza Mons. Enrico. Buona giornata nel nome del Signore Risorto.
Mi sto chiedendo come mai avete scelto me, povero frate di campagna che non sono un letterato,
ma semplicemente uno che cerca di vivere con gioia la sua vocazione con tutti i limiti. Vi dico
subito che mi ha fatto piacere, da una parte, perché mi ha fatto molto pensare alla mia scelta e a
quanto starò per dire. Quando ho ricevuto la telefonata mi sono detto: “Ma perché proprio me?
Dio si era manifestato in me… accetto e subito ho cominciato a pensare a che cosa avrei detto, io
che non sono un teologo, Mi sono venute in mente tre frasi:
“Non c’è amore più grande!!!! Ho desiderato grandemente di mangiare… Io sono la risurrezione e
la vita… Cristo è davvero risorto. Alleluia!”
Da queste frasi ho pensato e mi sono chiesto:
“Sono un Francescano, allora ho pensato di dare un tocco francescano, anche perché Francesco
davanti al Crocifisso di S. Damiano, ha scelto.
“Quello che mi sembrava amaro, mi fu cambiato in dolcezza di anima e di corpo!!!!!”
Accettatemi così come sono e insieme viviamo questo momento come una grande grazia di Dio:
NON C’E’ AMORE PIU’ GRANDE DI COLUI CHE DA’ LA VITA PER COLUI CHE AMA, (Gv.15,13).
HO TANTO DESIDERATO DI MANGIARE QUESTA PASQUA CON VOI. (Lc.22,15)
IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA. CHI CREDE IN ME NON MORIRA’IN ETERNO. (Gv.11,25)
Vorrei iniziare con il Cantico delle creature di San Francesco scritto. (Leggere il cantico)
S. Francesco chiamava il cantico delle creature, con il termine di “Cantico di frate sole!”
Ancora oggi, a distanza di otto secoli, è la sua preghiera più celebre di cui si è servito lodare
“L’Altissimo Onnipotente bon Signore” E’ una preghiera di ringraziamento che coinvolge tutto il
mondo intero, è perché il Poverello di Assisi sente di aver ricevuto da Dio tutto ciò che Egli ha
cerato, è buono e molto buono (Dalla Genesi: Creazione del mondo in sei giorni)
Si sente in cammino come un pellegrino solitario, ma come il compagno di viaggio di tutte le
creature. Riconosce che tutti gli uomini, gli animali, le piante sono un’unica famiglia; per questo
chiama tutti con il nome di fratello e sorella.
Il Cantico delle creature è stato scritto, quando ormai Francesco era al termine della sua vita e
sulla pelle portava le stimmate, i segni della passione del Signore nostro Gesù Cristo, ricevuta sulla
Verna. E’ da un’esperienza di dolore che nasce il cantico delle Creature. Egli sa che è nel dolore e
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può contare su Dio, Onnipotente Bon Signore, misericordioso, liberatore del male. La sua lode si
conclude così: Lodate, benedite ringraziate e servite il Signore.
Francesco abbraccia tutti gli esseri con un amore e devozione quale non si è mai udita, esortandoli
alla lode del suo Signore. Francesco ama il mondo e tutta la natura riflette l’Immagine del
Creatore.
NON C’E’ AMORE PIU’ GRANDE DI CHI DA’ LA VITA PER CHI AMA! (Gv.15,13).
Gesù in Croce:
Due atteggiamenti molto importanti.
Le braccia aperte in segno di profonda e grandissima accoglienza. Tutti sono accolti nelle sue
braccia spalancate. Sembra quasi dire: “Uomini del mondo, non abbiate timore. Io ci sono sempre
e vi proteggo e vi amo infinitamente. Quale grande mistero di redenzione! Mi fa commuovere
questo atteggiamento di Gesù, dopo aver sofferto tutta la passione e gli oltraggi.
Gesù che guarda in basso, la testa è reclinata. Guarda l’umanità, guarda i piedi e il volto degli
uomini. I suoi occhi si incrociano con i nostri e ci si guarda “Come ti amo!! E tu, uomo, chiunque tu
sia, mi ami?” Ecco gli sguardi che parlano da soli. Il silenzio di Dio che si incrocia con il nostro
silenzio interiore. Gesù in Croce pronuncia le sue ultime sette parole.
“Oggi sarai con Me in Paradiso Lc.23,43…
Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno
23,43.
Dio mio Dio mio, perché mi hai abbandonato? Mt.27,45
Madre, ecco tuo figlio… Figlio, ecco tua Madre Gv.26,27
Ho sete Gv.19,28
Tutto è compiuto Gv.19,30
In queste Parole che manifestano un amore grande, totale per l’uomo. Gesù non si risparmia,
come ha fatto con la semente spargendola a piene mani e con l’acqua traboccante dalle giare,
riempite dai servi nelle nozze di Cana. UN AMORE DISINTERESSATO… Totale, non guarda a
sconti…. Meglio accedere in abbondanza che diminuire.
Il Cuore di Gesù è talmente ricco di amore che si lascia trafiggere: esce Sangue ed acqua. Simbolo
della Chiesa e dei Sacramenti. Ha dato tutto all’uomo. Più di così non poteva concedere. Non c’è
amore più grande che dare la vita per chi si ama.
I frutti di questo amore della Croce sono molto profondi e ricchi.
Gesù sa attendere. Non ha mai fretta, sa attendere anche e soprattutto i tempi degli uomini.
Si adatta con tanto amore. Gesù non fa orologio, ha un solo orologio. Il suo cuore è l’orologio e
non ha lancette perché Gesù ha tolto le lancette. Un amore straordinario. Per noi è importante
sapere che Gesù ci attende e ci attende in un modo reale e vero.
Gesù è gioioso e felice Gesù è sempre felice, anche se deve andare verso la Croce. Ha
accettato dal Padre di farsi uomo per salvare lo stesso uomo e ridargli la sua dignità primaria che è
quella di essere per sempre Suo figlio attraverso la Croce. Gesù va incontro all’uomo che piange
(Pietro), che è dubbioso (Discepoli di Emmaus) “Rimani con noi, perché si fa sera. Lo riconobbero
nello spezzare il pane”, che lo abbandona (Figliol prodigo), Vuole essere accanto a loro per riunirli
nello stesso amore vero. A tutti gli uomini dona un qualche cosa che ci commuove, che ci ridona la
sua immensa misericordia nel suo amore.
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La felicità di Dio si manifesta quando dice di perdonarci non 7 volte ma 70 volte 7, cioè sempre. Il
perdono significa: dare un dono e il dono migliore è questo perché si recupera la certezza che
anche noi saremo sempre perdonati dalla bontà e dall’amore di Dio, attraverso il Sacramento della
Riconciliazione. La felicità di io nel donare a noi uomini la gioia di essere cristiani, religiosi,
Sacerdoti, Vescovi e laici gioiosi, come diceva Santa Chiara al termine della sua vita: “Ti ringrazio
Signore perché sono cristiana!” Le Beatitudini sono la vera felicità per camminare con Cristo e
godere di quanto Dio ci offre. Il Papa Luciani ha scritto degli esempi molto significativi sulla gioia e
sulla felicità di Dio e allora ho voluto prendere uno che mi sembra significativo per capire la nostra
gioia e la stessa gioia di Gesù. “Alla festa della creazione!” L’uomo corse verso Dio e saltò sulle
sue ginocchia, lo abbracciò e gli disse “Ti voglio bene!” Il volto di Dio si illuminò e tutti capirono
che l’uomo aveva fatto a Dio il dono più bello.
Gesù è tenero: Gesù è tenero davvero con tutti. E’ il dono che vuole regalare a tutti gli uomini
indistintamente e con tanta intensità. La tenerezza di Dio è un momento particolare dell’uomo
perché ci commuove e ci ridona la gioia di poter continuare questo cammino di gioia e di fede.
Quanta tenerezza dimostrata da Gesù verso i peccatori del Vangelo: l’Adultera: “Nemmeno Io ti
condanno…!”, la Samaritana: “Se tu conoscessi il dono di Dio…”, Maria di Magdala: “Perché ha
tanto amato le sono perdonati i suoi molti peccati…”, a ciascuno di noi: “Vai in pace e non peccare
più!”
Ogni uomo entra nella tenerezza di Dio (Preghiera della tenerezza, un’orma sola!)
Gesù è paziente: la pazienza di Gesù che sa attendere e ci invita a vivere la carità, l’amore con
tanta passione, seguendo il comandamento dell’amore: “Amatevi come Io ho amato voi. Ama Dio
e il prossimo come te stesso!”
S. Paolo nella prima lettera ai Corinzi al Cap. 13,1-12 ci indica la strada della carità o dell’amore:
“Inno alla carità!” Quanta sapienza in questa carità è davvero un programma di vita
importantissimo per capire che la pazienza vince sempre su tutto e come ognuno di noi deve
essere.
La perfetta letizia in San Francesco… Dalle fonti francescane e la preghiera della Croce di S.
Francesco “Alto e glorioso Dio!”
S. Antonio di Padova “L’uomo giusto si accorge di essere sempre un principiante….”
Testimonianza: Una stella infermiera. Gesù non ha mai detto a nessuno che chi lo avrebbe
seguito non avrebbero avuto sofferenze. In questo tempo di Quaresima è il tempo propizio per
pensare alle nostre Croci quotidiane “Se mi vuoi seguire, prendi la tua Croce ogni giorno e
seguimi”. Gesù oggi ci chiede: “Ma perché avete paura di portare la tua Croce con la quale
andiamo al regno di Dio? Dalla Croce nasce: salvezza, vita, protezione dei nemici, la forza dello
Spirito, la gioia dell’anima. Dalla Croce nasce la santità e la perfezione. Tutto passa attraverso la
Croce soprattutto la speranza della vita eterna.” Lavorando in ospedale vedo la sofferenza e il
dolore del corpo e le difficoltà dell’anima. Tante volte mi chiedo “Sarà abbandonato da Dio?”
Tutto passa dalla Croce anche il rimedio del dolore e la pace interiore. Dio vuole che impariamo a
sopportare la sofferenza senza una consolazione per essere più umili attraverso le tribolazioni.
Occorre avere tanta pazienza, se si vuole avere la pace interiore con le Croci quotidiane per
meritare di essere un giorno eternamente con Gesù Risorto.
HO TANTO DESIDERATO MANGIARE QUESTA PASQUA CON VOI
La gioia di Gesù è grande nei confronti degli Apostoli, si manifesta nel grande dono del servizio
della lavanda dei piedi (Gv.13,1-17). Li lava a tutti, compreso a Giuda… Guarda i piedi e non il volto
degli apostoli… altrimenti avrebbe saltato qualcuno…… Gesù ama tutti e desidera vedere che il
nostro cammino di fede sia davvero grande e generoso. La lavanda dei piedi è davvero
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commovente. Mettiamoci nei panni di Gesù. Che sofferenza, che “delusione” ma che grande
amore: “ho desiderato mangiare questa pasqua con voi!”
“Nella notte in cui veniva tradito,” - così inizia il Terzo Canone della Messa – “Gesù prese il pane
e il vino… Prendete e mangiate Questo è il Mio Corpo. Prendete e bevete Questo è il Mio
Sangue...!”
“Quello che ho fatto io, fatelo anche voi!”
Tutti sono accolti nella sala Eucaristica. Basta volerlo e non sentirsi esclusi per colpa propria.
Ognuno di noi è chiamato ad essere un pastore come ci dice il Papa Francesco nel suo libro La
chiesa della misericordia.
Un pastore che accoglie con tanta gioia portando il sorriso che la Eucaristia ci offre
continuamente. Essere uomini e donne dal sorriso Eucaristico. L’accoglienza diventa un grande
segno di servizio, perché ci aiuta a vivere la nostra Eucaristia in un modo vero come fa Gesù
quando andiamo a cibarci di lui o quando noi Sacerdoti celebriamo la Messa.
Un pastore che cammina che va alla ricerca del “profumo delle pecore!” che non si stanca di
camminare. Come Gesù per le vie della Palestina. Camminare cercando chi ha bisogno, chi
desidera incontrarsi con Gesù, chi ama lasciarsi coinvolgere da Cristo per trasmettere la dolcezza
del suo entusiasmo apostolico.
Un pastore che rimane ad aspettare che le pecore tornino a chiedere una parola buona, a
riconciliarsi con Dio, a domandare una richiesta di fede e a superare le difficoltà che la fede stessa
richiede Un pastore come è stato scritto su una bibbia a un Sacerdote che aspettava in chiesa
pregando “Come è bello entrare in una chiesa e trovarvi il Signore che ti accoglie con lo sguardo
felice e gioioso di un sacerdote che è lì accanto al suo Dio per amare ogni fratello Il Signore ti dia
Pace!” Penso che basti questa testimonianza per capire quanto sia importante stare davanti
all’Eucaristia: “Ho tanto desiderato…!” ed attendere l’uomo, maschio o femmina che sia,
bisognoso del Cibo spirituale il Cibo della vita eterna, che è Gesù stesso.
La gioia di mangiare questa Pasqua con voi, porta Gesù a sentirsi unito ai suoi apostoli, sapendo
che lo attendeva il momento della prova più grande: la sua passione e morte in Croce.
Mangiare e consumare insieme... due momenti importanti per formare la comunità apostolica che
mangia dello Stesso Pane Eucaristico e consuma Gesù che è la vera Comunione con gli uomini “Io
sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo.”
Gesù si dona: Gesù, come nella sua misericordia non fa risparmi, dona tutto se stesso: vedi i
miracoli della moltiplicazione dei pani e dei pesci: Avanzano 12 ceste piene. L’abbondanza del Suo
amore. Il grande dono dell’Eucaristia. Gesù si dona personalmente a me, uomo, donna, sacerdote,
vescovo, Papa perché possa gustare il Suo Pane. “Chi mangi di Questo Pane avrà la vita eterna!”
Vivere l’Eucaristia è accostarsi alla Mensa del Signore e consumare poi la quotidianità con grande
intensità di amore visivo e interiore come ci insegna Gesù.
Gesù si comunica a noi “Prendete e Mangiate, Questo è il Mio Corpo. Prendete e Bevete Questo
è il Mio Sangue.
Ho tanto desiderato di mangiare questa Pasqua con voi, una Pasqua di vita, una Pasqua in cui Gesù
offre tutto Se stesso all’uomo. Vuole donare il Suo stesso corpo per garantire la Sua presenza reale
e duratura. “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo!” “Rimani con noi Signore, perché
si fa sera… e lo riconobbero nello spezzare il pane.” Gesù accetta di rimanere sempre con noi
istituendo il Sacramento dell’Ordine. “Fate questo in memoria di Me!”
Gesù lascia il suo potere in mano al Sacerdote, l’uomo chiamata da Dio in un modo speciale per
essere fratello al servizio del proprio fratello. Un uomo che sa amare come Cristo ama. Un
consacrato a Dio che garantisce la presenza Eucaristica per tutti i giorni della nostra vita, fino alla
fine dei secoli.
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Mons. Tonino Bello così definiva l’Eucaristia: “E’ l’ultima invenzione, l’ultimo ritrovato dell’amore
incredibile che Gesù ha avuto per noi. L’Eucaristia è la più alta vetta del mondo, sopra la quale non
ci sono montagne più alte. Gesù ci fa annegare nel suo amore!”
San Francesco rimane in estasi di fronte all’Eucaristia. Episodio dell’Angelo con il Sacerdote:
Gli bacio le mani perché mi dà l’Eucaristia.
Gesù mi manda: Gesù ci manda nel mondo come battezzato, coma Sacerdote come pastore per
sentire il profumo delle pecore, come testimonianza della mia vita con Gesù nell’Eucaristia, come
sposo come laico per la missione che Gesù mi ha affidato. Ogni scelta nella vita c’è sempre un
grande dono, è il dono della missione che scaturisce dall’Eucaristia, dal grande dono “Ho tanto
desiderato di mangiare questa Pasqua con voi!”
Il Banchetto, dice sempre Tonino, è come una lente, una lente che ripropone al presente il mistero
pasquale del passato, una lente che proietta il futuro, anticipazione del banchetto divino.
Isaia al capitolo 25 “Il Signore degli eserciti preparerà su questo monte…”
Gesù ci manda perché vuole che noi siamo uomini di comunione, di perdono e di pace. Portare,
come dice Gesù, “pace nelle case e questa pace discenda su tutti quelli che sono nella casa.
Occorrono a volte gesti concreti: Renata che va a portare pace benché fosse stata trattata male.
Pensavo che venissero a trovarmi in ospedale le persone amiche, invece sei arrivata tu. Una
grande testimonianza. Una Messa vissuta davvero nella grande testimonianza della carità di Cristo.
Questo grande desiderio di Gesù mangiare la Pasqua con i suoi apostoli diventa la nostra gioia, la
nostra certezza, la nostra capacità di essere davvero cristiani gioiosi e sereni nella speranza che le
nostre scelte di vita, qualunque esse siano, sono orientate al grande mistero Eucaristico che Gesù
ci ha lasciato. Grazie Gesù perché hai voluto rimanere con noi sempre e il tuo Tabernacolo
diventa davvero il nostro grande tabernacolo del cuore che si apre al bene dei fratelli del mondo
per ritrovare nella Comunione Eucaristica il grande messaggio dell’amore di Cristo in noi per il
bene della Chiesa sparsa in tutto il mondo e di ogni uomo che ci chiede ragione della speranza che
abbiamo in noi.
“IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA!”
Vorrei iniziare questo terzo momento con la lettura del Sabato Santo che è molto significativa:
Antica Omelia del Sabato Santo: “La discesa agli inferi del Signore!”
“Sorgi tu che dormi…!”
Gesù mantiene la promessa: “Distruggerete questo tempio, Vangelo della terza domenica anno B,
e io lo farò risorgere”. La tristezza del Venerdì Santo e il silenzio del Sabato Santo sono rotte dall’
Alleluia: “Io sono la Risurrezione e la vita e chi crede in me non morirà in eterno!”
L’uomo risponde con il Credo: “Credo nella risurrezione della carne e la vita eterna Amen!”
“Se credi, vedrai la gloria di Dio!” dice Gesù a Marta e a Maria!”
AMEN! Quante volte la pronunciamo nella preghiera, nella celebrazione dei Sacramenti. Amen!
Ci credo, sono certo che quello che sto affermando è vero, è certo, è sicuro.
Tute le parole passeranno, ma la mia parola non passerà mai!
Sapere che la Parola di Dio non passerà mai, ci riempie di somma gioia, di somma letizia, ma
soprattutto ci permette di annunciare con certezza che Cristo è risorto dai morti Alleluia.
Gesù che compare in mezzo ai suoi Apostoli e quello che sempre mi ha impressionato è stato che
Gesù non ha mai voluto farsi riconoscere se non attraverso dei segni, delle particolarità.
Gesù dopo la sua risurrezione apparve dieci volte, di cui cinque lo stesso giorno della risurrezione.
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“Avete qualche cosa da mangiare? Donna perché piangi? Lo riconobbero nello spezzare il Pane.
Non sono un fantasma, sono proprio Io. Guardate le mie mani e il mio costato, sono Io, il
Risorto!”
Osserviamo ora la Croce di San Damiano! Una Croce di cui non si conosce l’autore di questa
Croce. Come vedete non ha un nome specifico, solo detta Croce di San Damiano!”
E’ una Croce” Strana”, Una Croce in cui Gesù è vivo, è in piedi, con gli occhi aperti con i segni dei
chiodi e una striscia rossa dietro le spalle e una nera. La Nera la morte, la rossa la vittoria
dell’amore: “Non c’è amore più grande di colui che dà la vita per chi ama. L’amore non è morte,
ma è vita, è gioia, è fecondativo, è rigenerante, è salvezza, è purificazione, è nascita della Chiesa e
dei Sacramenti del Battesimo e della Eucaristia, è la nascita di Gesù che affida a Maria la sua
chiesa. “Ecco tua Madre, Ecco tuo Figlio!”
Francesco, davanti a quella Croce, trova la sua risurrezione: “Ciò che mi sembrava amaro, mi fu
cambiato in dolcezza di anima e di corpo!” Trova dopo tre anni la sua conversione, la sua strada
vera, quella strada che ha portato il Papa Onorio Terzo ad approvare la sua Regola, 29 novembre
1223, con il sogno della basilica lateranense che stava crollando e un fraticello la sosteneva.
L’affresco di Giotto nella basilica superiore in Assisi, lo dimostra. La prima non bollata è del 1221,
La Risurrezione di Cristo, è davvero la grande speranza, l’aurora nuova della umanità, la gioia del
cristiana agli uomini della terra, possiamo gridare con certezza “Cristo è davvero risorto Alleluia!”
Noi Sacerdoti portiamo con la Celebrazione Eucaristica il sorriso della Speranza, la dolcezza della
vita e la freschezza della nostra consapevolezza che, solo passando per la Risurrezione, possiamo
vedere nella Croce di Gesù la garanzia della nostra purificazione per entrare nel mistero
Eucaristico, in cui Gesù, presente con il Suo Corpo e il Suo Sangue, ci dona la vita eterna con il Suo
Corpo e Sangue dato per Cibo e Bevanda della nostra salvezza.
Vivere la nostra Messa diventa il momento culminante della nostra salvezza, perché si realizza
L’Ultima Cena che è: “Rendimento di grazia per la Passione, Morte e Risurrezione di Cristo”!
Vorrei fare tre domande ad alta voce, domande che tutti noi spesso ci poniamo o le persone non
credenti ci chiedono.
PERCHE’ HAI RICEVUTO I SACRAMENTI?
PERCHE’ TI SEI SPOSATO IN CHIESA?
PERCHE’ SEI SACERDOTE O RELIGIOSO-A?
La risposta potrebbe essere facilissima. Poi ognuno di noi qui presente può dare la sua risposta…
Queste domande me le avevano poste poco prima che diventassi Sacerdote 41 anni fa.
La mia risposta, dopo un po’ di ripensamento naturalmente è stata questa:
“Perché Cristo è risorto e l’uomo risorge!”
Forse può sembrare banale la risposta, ma la nostra scelta si basa sulla fede,
“Se Cristo non fosse risorto, dice San Paolo, vana sarebbe la nostra fede.
“Vorrei terminare questa mia meditazione molto semplice, guardando la figura di Francesco di
Assisi mettendoci a contatto con le sue preghiere:
“Le lodi del Dio Altissimo!”
scritta da Francesco di suo pugno per mettere su un foglio le parole del Signore e le sue lodi che
aveva meditato nel suo cuore alla Verna nel settembre del 1224, dopo l’impressione delle
stimmate. Poi scrisse la benedizione dicendo poi a Frate Leone: “Prendi questa carta e custodiscila
diligentemente fino al giorno della tua morte” 1271.
Lodi per ogni ora:
Tra il Cantico di frate sole e l’Ufficio della Passione. Egli diceva che ad ogni ora del giorno e della
notte bisognava iniziare così… “Santissimo Padre Nostro che sei nei cieli!”
Canto alla Vergine:
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Francesco aveva un grande amore per la Madre di Gesù. Le cantava particolari lodi, le rivolgeva
preghiere e le offriva il suo affetto tanto e quale lingua d’uomo non potrebbe dire. Non c’è una
data, essendo una preghiera.
LA BENEDIZIONE DI FRATE LEONE
Il Beato Francesco scrisse di suo pugno questa benedizione per me Frate Leone e in fondo al foglio
ben staccato dalla firma e dalla macchia da cui parte il segno del Tau. Lui di sua mano fece il segno
del Tau- Questa lettera simbolo è inscritta nel nome di Leone.
”Dominus benedicat f. Le t o te.”
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Non c’è amore più grande di Colui che dà la vita per chi ama!
Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi.
Io Sono la Risurrezione e la vita! Alleluia!
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Grazie di cuore a voi e Buona Pasqua! P. Luigi Cerea, O.f.m.conv.
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