resoconto sommario - Consiglio Regionale della Campania

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CONSIGLIO REGIONALE DELLA CAMPANIA
Servizio Resoconti
Resoconto Sommario
VIII Legislatura
RESOCONTO SOMMARIO
DELLA SEDUTA CONSILIARE
DEL 6 DICEMBRE 2006
Presidenza della presidente Lonardo
indi del vicepresidente Ronghi
indi del vicepresidente Mucciolo
indi della presidente Lonardo
Inizio dei lavori ore 11,10
PRESIDENTE: Apre la seduta ma costatata la
presenza di soli tre consiglieri la aggiorna di un’ora.
La seduta sospesa alle ore 11,10 riprende alle ore
12,28.
COMUNICAZIONI
CONGEDI
PRESIDENTE: Riapre la seduta e passa al primo
punto dell’ordine del giorno. “Comunicazioni del
presidente”, e comunica che hanno chiesto congedo i
consiglieri: Passariello e Sagliocco.
SEGUITO DELLA DISCUSSIONE ED
APPROVAZIONE DEL DISEGNO DI LEGGE –
PIANO OSPEDALIERO PER IL TRIENNIO
2007/2009 – R.G. N. 221
PRESIDENTE: Ricorda che è in corso la discussione
generale e sono iscritti a parlare i consiglieri Iossa,
Diodato, Russo, Grimaldi, Oliviero, Martusciello,
Gagliano e Sibilia.
Concede la parola al consigliere Giusto.
GIUSTO, gruppo DS: E’ convinto che nell’odierna
seduta il Consiglio possa onorare un impegno che è
quello di dotare la Campania della riorganizzazione
funzionale delle strutture ospedaliere. Ciò è
importante per dare ai cittadini campani un nuovo
orizzonte di speranza perché sulla salute dei cittadini
si rafforzi la qualità delle prestazioni sanitarie
riscrivendo un nuovo atto strutturale finalizzato ad
usare al meglio le risorse umane e finanziarie.
Afferma che in commissione si è svolto un buon
lavoro senza tener conto della forza dei numeri ma
dando spazio alla forza della ragione, infatti, il testo
licenziato è totalmente diverso da quello presentato
6 dicembre 2006
dalla giunta nella passata legislatura e punta alla
riorganizzazione su vasta area del concetto di salute,
sulla definizione della rete, in modo particolare quella
delle emergenze. Sottolinea che è importante discutere
ma bisogna anche decidere per non mettere a rischio il
nuovo patto sulla salute sottoscritto dalla regione
Campania con il governo nazionale. Ritiene che
l’etica soggettiva di ogni consigliere li mette in
condizione di ragionare sui bisogni dei cittadini
campani lasciando fuori dallo scontro le etichette
politiche per garantire il diritto dei livelli essenziali di
assistenza e per recuperare le diseconomie della
organizzazione sanitaria. Evidenzia come si siano
recuperati dei finanziamenti dallo Stato, prima basati
su due iniqui principi che andavano a ledere le
prestazioni sanitarie in Campania: il primo incentrato
sull’anzianità della popolazione ed il secondo sulla
spesa consolidata. Ma ciò non era l’unico punto
negativo della sanità campana poiché a questo si
accompagna una cattiva organizzazione del nostro
sistema sanitario. Ribadisce il concetto che nel piano
non vi sono chiusure o declassamenti di strutture
come, invece, è stato fatto credere nei territori; cosa
che, invero, può succedere se non si approva il piano
ospedaliero. Conclude appellandosi alla responsabilità
di ogni consigliere per chiudere questo capitolo ed
iniziare una nuova fase nella sanità campana.
PRESIDENTE: Concede la parola al consigliere
Diodato.
DIODATO, gruppo AN: Rispondendo all’appello
del presidente Giusto si augura che i buoni propositi
non cadano nel vuoto ma siano accompagnati da fatti
concreti perché il suo non è il partito del posto letto o
dei pronto soccorsi ma è quello che intende far
rientrare la sanità campana nel suo alveo naturale; ciò
che non vede, invece, in alcuni partiti della
maggioranza che hanno dichiarato che il nuovo piano
ospedaliero nasce già morto. Sottolinea che la sanità
campana non ha saputo adeguarsi alla riforma
sanitaria del 1992 che ha trasformato le unità sanitarie
in aziende ospedaliere introducendo dei principi che
sono tipici delle gestioni private applicate in ambito
pubblico. Afferma che la regione non ha saputo creare
percorsi formativi per il personale tali da poter avere
manager che potessero dare risultati tipici di una
gestione privata in un contesto pubblico. Mancano, a
suo parere, i meccanismi di controllo di gestione e di
controllo della qualità che sono la base per
l’economicità delle risorse, per l’abbattimento delle
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diseconomie, per il miglioramento delle prestazioni e,
cosa più importante, per la soddisfazione del pazienteutente. Riferendosi alla legge 595/85 auspica la
ristrutturazione della rete ospedaliera per creare nuovi
posti per la riabilitazione e la lungodegenza per
arrivare a quei parametri corrispondenti alle nuove
necessità
assistenziali.
Ciò
deve
avvenire
identificando degli indicatori automatici in grado di
terminare quali attività ospedaliere sono da
riconvertire in territoriali e quali attività, improduttive
dal punto di vista delle erogazioni sanitarie, devono
essere disattivate per accorparle con un altro ospedale
o distretto socio-sanitario per non pregiudicare
l’offerta per i cittadini e i livelli occupazionali.
Afferma che nel piano ospedaliero non sono previsti
tali indicatori che invece il patto per la salute stipulato
con il governo prevede, come prevede un comitato
permanente nazionale che certifichi l’uso delle risorse,
la qualità del risultato e la capacità organizzativa.
Quindi ogni regione, prima dell’inizio dell’anno, deve
stabilire i risultati attesi e i relativi programmi che poi
devono essere monitorati dal comitato permanente. A
tal proposito, paventa il rischio, per la maggioranza, di
licenziare un piano in contrasto con quanto previsto
dal patto per la salute che porterebbe diritto ad un
affiancamento, che sa tanto di commisariamento, da
parte del comitato permanente per quanto attiene la
verifica dei Lea. Sintetizza le proposte che il suo
partito vorrebbe si accogliessero nel piano e cioè la
razionalizzazione
dell’offerta
di
prestazioni
ospedaliere sanitarie distribuite sul territorio con il
riequilibrio dei posti letto, la riorganizzazione delle
attività interne dei presidi ospedalieri individuando
indicatori automatici; la trasformazione o la
riconversione degli attuali ospedali che producono
costi in strutture residenziali o in altre tipologie di
strutture assistenziali quali centri diagnostici
ambulatoriali, su base provinciale, per il diabete, per
la radioterapia, per la riabilitazione, per la dialisi o per
la psichiatria. Auspica che tale riconversione vada
fatta integrando i centri convenzionali operanti nella
regione utilizzando una nuova forma di gestione
pubblico-privato che punti a sanare il deficit sanitario.
Propone l’integrazione ospedale-territorio che si deve
realizzare attraverso una maggiore capacità di risposta
del distretto sanitario alla domanda di prestazioni
ovvero, di riduzione dei posti letto e ad una relazione
distretto-ospedale che riduca la duplicazione delle
prestazioni. Ritiene necessario abbattere il trend di
6 dicembre 2006
migrazione sanitaria verso altre regioni ma il piano
ospedaliero prevede solo la gestione dell’esistente
senza nessuna visione strategica che permetta un
rientro programmato di questo flusso all’interno dei
presidi campani onde evitare il notevole esborso di
risorse finanziarie verso altre regioni. Reputa
inopportuna la riduzione dei posti letto in Campania
perché indebolisce il già precario sistema ospedaliero
regionale come anche il dimensionamento minimo che
devono avere le unità complesse per migliorare
l’efficienza e la razionalizzazione delle spese. Per
quanto attiene la riorganizzazione dei posti letto
propone lo spostamento del II Policlino di Napoli
nell’area del giuglianese in modo da liberare un’area
già intasata da altre strutture sanitarie, qual è quella
del Vomero, per implementare un’area povera di posti
letto che possa diventare anche un polo attrattore per
fermare la migrazione verso le strutture ospedaliere
del basso Lazio. Concludendo il suo discorso si
augura, per quanto riguarda i comitati tecnici
provinciali, che questi non siano costituiti da politici
ma da tecnici per monitorare quello che gli organi
politici programmano in modo tale da ridurre il peso
della politica nella sanità.
PRESIDENTE: Concede la parola al consigliere
Giuseppe Russo.
RUSSO G., gruppo DS: Asserisce che il piano
regionale ospedaliero proposto e difeso dal presidente
Giusto è lo strumento che, nella fase attuale, costituisce
una vera riforma costituzionale anche se non bisogna
intenderlo come la panacea dei mali della sanità
campana. Sottolinea come la commissione abbia
pensato di rimodellare le strutture ospedaliere non solo
sotto l’aspetto finanziario ma anche attraverso un piano
di adeguamento delle strumentazioni esistenti tenendo
conto delle novità scientifiche, tecnologiche, mediche
ed epidemiologiche. Facendo il raffronto con il vecchio
piano afferma che esso era costoso, irrazionale e con
molte diseconomie perchè gli ospedali erano isolati, al
di fuori di una rete assistenziale e sovrabbondanti
rispetto alle reali esigenze dei cittadini. Con il nuovo
piano, sostiene, si è prodotta un’innovazione strategica
definendo un bacino più ampio su cui tarare aspettative
e bisogni per costruire una rete extraospedaliera
efficace, cominciando a puntare sulle strutture di
eccellenza attraverso procedure innovative sul piano
tecnologico. Come anche altri consiglieri ribadisce il
concetto che bisogna contrastare il fenomeno dilagante
della migrazione sanitaria mettendo il nostro sistema
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ospedaliero nella condizione di funzionare, riducendo le
distorsioni, apportando i necessari correttivi, dettando
regole chiare, oggettive e trasparenti per dinamizzare il
nostro sistema sanitario e metterlo in competizione con
i sistemi di altre regioni. Conclude affermando che il
piano deve essere principalmente un atto politico
perchè bisogna dimostrare a tutti i cittadini campani che
il consiglio regionale non solo intende procedere
estraneandosi da tutte le pressioni extraistituzionali per
migliorarlo, correggendolo al fine di rispondere alle
loro attese,.
PRESIDENTE: Concede la parola al consigliere
Grimaldi.
GRIMALDI, presidente gruppo Nuovo PSI:
Evidenzia come l’eccesso di sprechi, unito alla pessima
qualità del servizio reso, ha provocato il disastro della
sanità campana alimentando il dramma vero che è
quello della migrazione sanitaria extraregionale.
Evidenzia che sul nuovo piano vi è stato un vero e
proprio assalto alla diligenza che ha generato, da un
lato, aspettative più o meno legittime da parte degli
operatori del settore, dall’altro, ha messo in luce
l’indifferenza e la preoccupazione dei cittadini campani
che non percepiscono con chiarezza di quale assistenza
ospedaliera beneficerà il loro territorio. Sottolinea come
la giunta regionale, sul debito maturato dalla sanità, sia
intervenuta solo con un piccolissimo piano di rientro,
lasciando quasi intatto il disavanzo, tanto che il governo
nazionale ha deciso un aumento automatico delle
aliquote Irap ed Irpef. Dichiara che le linee proposte dal
governo nazionale con il patto della salute sono
inderogabili e afferiscono alla certezza delle risorse
stanziate dal governo nazionale, all’autonomia e
responsabilità delle regioni che se non ottengono i
risultati di efficienza programmati dovranno finanziare
con risorse proprie le spese eccedenti ed il rientro dai
disavanzi entro il 2009 con un fondo straordinario per
sostenere
questo
percorso.
Non
condivide
l’atteggiamento dell’assessore Montemarano che per
dimostrare come la giunta regionale abbia il controllo
della sanità ha deciso di far approvare un piano
qualunque senza nessuna valutazione sui manager che
hanno le maggiori responsabilità del disavanzo della
sanità, senza tenere in alcun conto della inadeguatezza
delle prestazioni, dell’utilizzo improprio dei ricoveri
ospedalieri
e
del
primo
soccorso
-dovuti
all’organizzazione prevalentemente burocratica della
medicina di base-, della carenza dei servizi di assistenza
domiciliare, delle lunghe liste di attesa, dell’esorbitante
6 dicembre 2006
livello di spesa farmaceutica per abitante,
dell’insufficiente qualità dei servizi sanitari che spinge i
cittadini a rivolgersi a strutture di altre regioni per
usufruire di cure adeguate. Afferma che bisogna
costruire un servizio sanitario regionale al di fuori delle
logiche personalistiche, più a misura d’uomo,
individuando le fonti di spreco per rimodulare la spesa
attraverso una valutazione dei bilanci per struttura,
evitando che ci siano, nello stesso territorio, presidi
fotocopia. Ribadisce che il ruolo centrale all’interno del
modello della salute campano lo deve assurgere la
programmazione che deve coniugare il bisogno di
salute dei cittadini con l’offerta di assistenza.
Stigmatizza, inoltre, l’operato della Soresa definita uno
specchietto per le allodole poiché si è ancora in attesa
di una delibera della giunta che permetta ai manager
della società di poter lavorare.
PRESIDENTE: Vista l’ora, sospende la seduta per
una breve pausa pranzo.
La seduta sospesa alle ore 14,03 riprende alle ore
14,54.
PRESIDENTE: Riapre la seduta e concede la parola al
consigliere Sibilia.
SIBILIA, presidente gruppo FI: Evidenzia come,
ancora una volta, su temi molto importanti per la
Regione i consiglieri risultino poco propensi all’ascolto
e tale atteggiamento non può essere in alcun modo
giustificato. Chiede al presidente Giusto se pensa che il
cittadino campano si senta realmente al centro del
sistema sanitario regionale o se, invece, percepisca la
sensazione che una parte della politica garantisce e
tutela forme di baronia bianca piuttosto che offrire una
reale opportunità di cure efficaci. Ricorda che è stata la
minoranza a voler portare in Aula, richiamando
l’articolo 59 del R.I., il piano ospedaliero perché il
centro-sinistra
era
impegnato
a
discutere
esclusivamente di questioni di potere. Afferma che sul
piano sanitario vi è stata un vera e propria raffica di
emendamenti che attengono alla politica di parte ma
sorprende che nessuno abbia posto il problema di
dotare ogni provincia di un pronto soccorso pediatrico o
il Monadi di un pronto soccorso dedicato alle
cardiopatologie. Mette in rilievo la questione che il
rischio declassamento per alcune strutture è reale e
prioritario visto che, senatori della maggioranza e molti
sindaci della regione, hanno sollevato delle perplessità
in merito sconfessando, così, la tanto sbandierata
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politica della giunta relativamente agli atti presentati
ma mai davvero concertati e condivisi con i
rappresentanti del territorio. Rammenta che il piano
ospedaliero è un atto di pianificazione strategica di
primaria importanza e non può essere ridotto ad un
mero strumento di consenso politico; questo è il motivo
per cui va profondamente rivisto, non fosse altro per
onorare il concetto di autosufficienza territoriale
provinciale. Sottolinea che bisogna rimodulare il
rapporto tra l’ospedalità pubblica e quella privata e
rivedere i conti perché sono stati fatti senza la dovuta
concertazione. Precisa che il suo gruppo non è
assolutamente contrario ai principi basilari del piano, in
particolare a quelli relativi all’autosufficienza
territoriale su base provinciale e alla riarticolazione
delle realtà ospedaliere su base funzionale, ma non
condivide assolutamente il metodo adottato che reputa
inadeguato al punto tale da scoraggiare tutti.
PRESIDENTE: Concede la parola sull’ordine dei
lavori al consigliere D’Ercole.
D’ERCOLE, presidente gruppo AN: Stigmatizza
l’operato della presidenza per aver consentito che il
consigliere Sibilia parlasse in un’aula vuota senza
avvertire la necessità di sospendere la seduta. Chiede,
pertanto, la sospensione della seduta per il tempo
necessario per un corretto svolgimento della stessa e
per il rispetto dovuto all’aula e a quei consiglieri che
svolgono onestamente il proprio lavoro.
PRESIDENTE: Concede la parola al consigliere
Giusto.
GIUSTO: Reputa non corretto sospendere la seduta
dopo che ha già parlato il consigliere Sibilia
assumendosi la responsabilità della gestione della
discussione. Critica coloro che sono assenti e invita i
presenti a non porsi sul loro stesso piano.
PRESIDENTE: Afferma che la presenza in Aula dei
consiglieri attiene all’etica e alla sensibilità di ognuno.
Pertanto che non può accedere alla proposta del
consigliere D’Ercole avendo fatto già parlare il
consigliere Sibilia. Concede la parola al consigliere
Polverino.
POLVERINO, gruppo AN: Dichiara che il gruppo di
Alleanza Nazionale vuole portare il suo contributo al
miglioramento del piano ospedaliero per un’assunzione
di responsabilità nei confronti dei cittadini campani
soffocati da un decennio di disfunzioni e vessazioni
clientelari che hanno portato ad un deficit della sanità
di oltre 12.000 miliardi delle vecchie lire, che non verrà
ripianato, sicuramente, con l’istituzione della Soresa
6 dicembre 2006
poichè è inaffidabile e improduttiva. Chiede a tal
proposito una commissione d’inchiesta per fare
chiarezza sulle operazioni di alta strategia finanziaria,
messe in atto da tale società. Entrando nel merito del
piano propone di istituire un pronto soccorso pediatrico
in ogni provincia, attivo 24 ore su 24, direttamente
collegato con il servizio di emergenza territoriale, con i
medici di guardia medica e con un reparto di terapia
intensiva. Sottolinea la mancata incentivazione della
giunta nei confronti dei farmaci generici che possono
apportare un notevole miglioramento delle condizioni
economiche delle famiglie costrette ad acquistare
farmaci costosi e conosciuti. Ribadisce che per quanto
attiene la migrazione extraregionale ciò non è dovuto
alla professionalità medica ma all’incapacità di
amministratori che hanno occupato posti senza avere
alcuna competenza in materia e per questo motivo
hanno erogato servizi inadeguati alimentando,
oltretutto, la cultura dell’irremovibilità negli operatori
sanitari. Sostiene che nella sanità attuale prevale la
consapevolezza di mettere una pezza a tutti i disastri
causati con un fittizio taglio alle spese di sovvenzioni
clientelari, agli ospedali fantasma dove non è stata mai
effettuata un’attività di monitoraggio seria circa
l’efficienza e i risultati prodotti. Esprime molte
perplessità circa i fondi dell’articolo 20 per la nuova
edilizia sanitaria, in particolar modo per i nuovi presidi
ospedalieri di Afragola, Somigliano, Capua e Teano,
poichè pensa che i fondi previsti siano stati persi e non
siano più recuperabili. Proseguendo il suo discorso si
sofferma sulla crisi della provincia di Caserta dove
l’ospedale di Marcianise è stato inaugurato per ben tre
volte, ma anche per ciò che attiene alcuni
accreditamenti di strutture e laboratori privati e la
chiusura ed i declassamenti dei pronto soccorsi delle
strutture pubbliche. Ringrazia il presidente Giusto per il
lavoro certosino che ha compiuto; si augura che in
Campania nasca un movimento culturale che assicuri
l’assistenza al malato e la certezza di una sanità che
favorisca la concorrenza basata sulla meritocrazia e
non sull’appartenenza politica. Concludendo il suo
discorso ribadisce che se si vuole il cambiamento della
sanità questo deve essere radicale, basato su una nuova
cultura che liberi la Regione e i medici dai
compromessi, ponendo il cittadino al centro della
decisione della politica ed eliminando il balzello delle
tasse inique dovute allo spreco clientelare
dell’assistenza sanitaria.
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PRESIDENTE: Concede la parola al consigliere
Rivellini.
RIVELLINI, gruppo AN: Evidenzia e stigmatizza, a
più riprese, l’assenza dell’assessore alla Sanità.
PRESIDENTE: Comunica che il governo in Aula è
rappresentato
dal
vicepresidente
Valiante
e
dall’assessore ai rapporti con il Consiglio De Luca.
Concede la parola al consigliere Sibilia.
SIBILIA: Reputa inammissibile il comportamento
dell’assessore alla Sanità che non è presente in Aula
mentre si sta discutendo di un atto importante che
riguarda non solo il suo assessorato ma l’intera regione.
PRESIDENTE: Concede la parola al vicepresidente
della giunta regionale, on. Valiante.
VALIANTE, vicepresidente Giunta regionale:
Evidenzia il tono costruttivo del dibattito e chiede,
nonostante la giunta ed il relatore del provvedimento
siano presenti in aula, una sospensione dei lavori per
permettere all’assessore alla sanità, impegnato in una
riunione, di raggiungere l’Aula consiliare.
PRESIDENTE: Sospende la seduta.
La seduta sospesa alle ore 15, 48 riprende alle ore
15,49.
PRESIDENTE: Riprende la seduta e concede la
parola al consigliere Gagliano.
GAGLIANO, gruppo AN: Afferma che con il piano
ospedaliero si va a completare, anche se con grave
ritardo, il piano sanitario approvato nella passata
legislatura e si affrontano le più gravi emergenze della
Regione sia per ciò che attiene al servizio, certamente
non eccellente, sia per quello che attiene alla forte
migrazione extraregione. Si sofferma sull’enorme
debito che ha accumulato la Regione in tutti questi anni
e che di fatto opprime le risorse economiche regionali
sottraendole ad altri settori altrettanto importanti e
significativi. Reputa importante approvare il piano
ospedaliero perchè altrimenti si correrebbe il rischio di
vedere sfumare il patto sulla salute stipulato con il
governo nazionale con danni gravissimi per i cittadini
campani perchè si vedrebbero aumentare ulteriormente
le aliquote Irap ed Irpef. Opera un raffronto con il
vecchio modello di sanità che non aveva nè le
attrezzature nè le professionalità attuali per cui oggi c’è
la necessità di mettere in rete tutto questo patrimonio
che si è venuto a creare sul territorio, però in maniera
intelligente e qualitativamente soddisfacente, in quanto
l’eccessivo numero dei plessi e strutture ospedaliere
6 dicembre 2006
hanno comportato un enorme utilizzo dei fondi dell’ex
articolo 20 della legge 67/88. Ribadisce il concetto già
espresso da altri consiglieri circa la riduzione dei posti
letti effettuata in Campania proponendo di utilizzare in
modo equo la distribuzione, tranne che per le province
più interne di Avellino e Benevento. Soffermandosi
sulla situazione sanitaria in provincia di Salerno
condivide l’istituzione di un plesso ospedaliero che
possa offrire il massimo delle offerte sanitarie nel sud
della provincia, onde alleviare il malcontento di quelle
zone da sempre penalizzate, ma ritiene inopportuno il
declassamento operato per gli ospedali di Roccadaspide
ed Agropoli vista sia la morfologia del territorio che il
notevole afflusso di turisti che gravano in quelle zone.
Analogo discorso lo sostiene per l’ospedale di
Castiglione di Ravello che dovrebbe essere legato
all’ospedale di Cava dei Tirreni. Per quanto attiene le
strutture ospedaliere di Eboli e Battipaglia reputa
conveniente mantenere lo status attuale, mentre si
sofferma lungamente sull’apertura del nuovo ospedale
di Sarno “Martiri di Villa Malta” che oltre ad essere
una delle strutture più all’avanguardia della regione è
anche posizionato in un territorio strategico poichè può
servire sia le zone del napoletano che le zone dell’agro
nocerino sarnese e della Valle dell’Irno. Recuperando
il concetto della provincializzazione dell’offerta
sanitaria propone che vi sia un terzo polo di emergenza
qualificata nella provincia di Salerno che dovrebbe
comprendere i nosocomi di Nocera Inferiore e Pagani.
Stima, inoltre, che la presidenza del comitato politico
sia di pertinenza di un organo politico, quale può essere
l’assessore o un suo delegato, perchè deve rispondere
direttamente ai cittadini che hanno espresso un giudizio
politico. Concludendo, ritiene opportuno valorizzare il
registro dei tumori attivato dalla provincia di Salerno.
PRESIDENTE: Concede la parola al consigliere
D’Ercole sull’ordine dei lavori.
D’ERCOLE: Avendo appreso che vi è una nuova
stesura del piano ospedaliero chiede che venga
illustrata dal relatore o dall’assessore.
GIUSTO: Ringraziando il consigliere D’Ercole per
l’opportuna interruzione chiede che venga conclusa la
discussione generale onde poter integrare nel modo
migliore il piano ospedaliero che non ha alcuna
blindatura da parte della maggioranza. Afferma che la
maggioranza sta operando una semplificazione del
piano che porterà al ritiro di tutti gli emendamenti da
parte del centro-sinistra, augurandosi che la stessa cosa
avvenga anche per la minoranza.
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PRESIDENTE: Concede la parola al consigliere
Colasanto.
COLASANTO, gruppo nuovo PSI: Afferma che la
sanità nel Sannio non funziona e sarebbero molte le
cose di cui lamentarsi. Si dichiara pronto a ritirare gli
emendamenti presentati se nel piano verranno proposte
modifiche migliorative. Denuncia la situazione della
struttura di S. Bartolomeo in Galdo che è in costruzione
da 50 anni senza che si realizzi l’ospedale, anzi ci sono
tantissimi problemi e preoccupazioni. Stigmatizza
l’operato della giunta su questo ospedale perchè sta
spendendo come e quando vuole andando, però, contro
i bisogni della gente, come evidenziato anche dallo
stesso presidente Giusto. Sottolinea che nel piano
ospedaliero non vi è nulla per il Sannio. Infatti la gente
deve spostarsi verso gli ospedali di Foggia o
Campobasso, pertanto, propone di aprire un reparto di
cardiochirurgia ed uno di ginecologia onde evitare i
lunghissimi trasferimenti da parte delle popolazioni
sannite. Attesta, nella sua qualità di imprenditore, che
le economie non si fanno con il taglio dei servizi ma
con la razionalizzazione delle risorse e con il taglio
delle spese superflue quali possono essere quelle legali
considerato che, in ogni ASL, ci sono dei dipendenti
interni, degli avvocati, pagati per questo e, quindi, non
si capisce perchè bisogna rivolgersi all’esterno per
delle professionalità esistenti all’interno di ogni
struttura.
PRESIDENTE: Concede la parola al consigliere
Ascierto della Ratta:
ASCIERTO DELLA RATTA, gruppo AN:
Denuncia il paradosso del nuovo ospedale di S.Agata
dei Goti (del quale ha deposto una fotografia aerea sul
tavolo della presidenza) che è stato declassato prima
ancora di essere aperto, ciò nonostante, afferma, sia
stata un’opera di successo in quanto realizzata in soli
cinque anni ma, anche, perchè fu concepita come
un’opera che doveva servire più territori. Infatti,
intorno all’ospedale è stato creato un sistema viario che
serve tutte le province della Regione. Reputa che nel
caso dell’ospedale di S.Agata dei Goti si sia trattata di
una vera dimenticanza altrimenti non si capisce perchè
programmare un’opera, spendere tanti soldi, per poi
non utilizzarla per come era stata progettata. Entrando
nel merito del piano ospedaliero sottolinea alcuni
aspetti importanti che sono stati sottovalutati quali ad
esempio quello che riguarda gli hospice che sono delle
residenze socio-sanitarie che accompagnano i malati
terminali, negli ultimi momenti della loro vita, come se
6 dicembre 2006
stessero a casa propria circondati dall’affetto dei propri
familiari. Afferma che delle undici strutture
programmate dal ministero della salute, si scese alle
nove deliberate dall’assessorato, per arrivare alle sette
del piano ospedaliero. Ribadisce che nel piano manca
un aspetto fondamentale che è il fattore umano che,
invece, dovrebbe essere il protagonista del piano. Per
fattore umano intende il cittadino, l’utente
caratterizzato dalla sua provincia di appartenenza, dal
suo territorio, dal suo contesto sociale, dal suo grado di
alfabetizzazione. A suo parere ogni cittadino deve
possedere la percezione di avere un livello di
emergenza che sia uguale per tutti e per ogni territorio.
Sostiene che di fronte all’emergenza della salute non
esiste un termine di bilancio ma la necessità di
riorganizzare la rete ospedaliera, di concentrare le
risorse mediche e tecnologiche in poli di eccellenza e al
tempo stesso creare e rafforzare la rete dei medici di
base, dei day hospital, dei day surgery, dei
poliambulatori, per ridurre la migrazione sanitaria
extraregionale che incide notevolmente sul bilancio
regionale. Illustrando alcuni dati sulla migrazione
sanitaria ribadisce che per il cittadino non conta più la
disponibilità dei posti letto o la vicinanza della struttura
ma l’efficacia e l’efficienza, quindi non l’ospedale
sotto casa ma il migliore. Concludendo il suo
intervento, esprime l’augurio che si trovi la giusta
collocazione per le strutture ospedaliere che insieme al
comitato tecnico provinciale hanno una funzione
importante nel piano ospedaliero, il quale deve essere il
punto di riferimento per ognuno onde evitare che un
manager qualunque che possa invertire determinate
politiche di investimento.
Alle ore 17,07 assume la presidenza la Presidente
Lonardo.
PRESIDENTE: Concede la parola al consigliere
Ragosta.
RAGOSTA, presidente gruppo VERDI: Ritiene che
la riorganizzazione della rete ospedaliera regionale
deve tenere conto della razionalizzazione della spesa,
di una più corretta utilizzazione delle risorse logistiche,
tecnologiche, umane e professionali tramite percorsi
assistenziali improntati alla massima efficienza del
sistema. Sottolinea che il nuovo piano ospedaliero non
può prescindere dai principi enunciati nell’accordo
strategico stato-regione e cioè: definire il reale
fabbisogno necessario a garantire i livelli essenziali di
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assistenza sanitaria, stabilire le risorse che lo stato
eroga alla regione per avere la certezza dei fondi
disponibili, valorizzare il dialogo e la collaborazione
tra istituzioni centrali e regionali. Fa notare che la gran
parte dei nodi cruciali dell’assistenza ospedaliera
passano attraverso una concreta integrazione del
distretto sanitario con l’ospedale territoriale per un
miglioramento della risposta assistenziale, per la
riduzione dei tempi d’attesa, per la riorganizzazione
delle risorse professionali e logistiche. Reputa che, per
quanto riguarda il fabbisogno dei posti letto questo va
rideterminato sulla base dei dati epidemiologici e
statistici come anche sulla migrazione sanitaria
extraregionale. Bisogna prevedere posti letto per
pazienti non acuti e acuti differibili, con
autosufficienza territoriale su base provinciale e posti
letto per pazienti acuti dell’urgenza indifferibile e
dell’emergenza,
determinati
sull’autosufficienza
regionale. Pone, inoltre, il problema circa
l’ottimizzazione della risorsa privato-accreditato che
non può restare ai margini o in sovraesposizione al
sistema sanitario. Ritiene opportuno dare risposte al
bisogno di salute in funzione della prevalenza di alcune
patologie e modificare il modello organizzativo interno
delle strutture ospedaliere. A tale scopo si sofferma ad
elencare alcune patologie che nella regione assumono
un significato molto importante, come la cirrosi epatica
e l’emergenza vascolare.
PRESIDENTE: Concede la parola al consigliere
Rivellini.
RIVELLINI, gruppo AN: Comunica che la Casa delle
Libertà ha voluto portare il piano regionale in Aula,
con l’articolo 59, perchè sentiva il bisogno di discuterlo
e migliorarlo alla luce del sole con il contributo di tutte
le forze politiche. Ringrazia il presidente Giusto perchè
ha tenuto una condotta univoca mentre i colleghi della
maggioranza nei loro territori hanno promesso e
pubblicizzato delle cose che poi non hanno mantenuto
all’interno dell’Aula consiliare. Afferma che il piano,
come detto anche da esponenti nazionali della
maggioranza, è da cambiare perchè non si è ascoltato il
territorio con i loro esponenti, nè tantomeno si è tenuto
conto delle esigenze e delle istanze che provenivano
dalla gente. Sottolinea che alcuni punti del piano sono
condivisibili come quello di andare nell’ospedale dove
si è meglio curati e non nell’ospedale più comodo e più
vicino (ciò lo si evince dalla notevole migrazione
sanitaria extraregionale) ma anche la rimodulazione dei
posti letto che va ad eliminare la vergogna delle barelle
6 dicembre 2006
nei corridoi. Reputa però che il piano sia monco perchè
manca il contributo e l’operatività della giunta. Mette
in evidenza il problema del pagamento del servizio reso
dalla Soresa, una società istituita dalla Regione per
saldare i debiti della sanità e che, invece, ne sta
producendo dei nuovi con i mutui contratti con le
banche. Elenca una serie di miglioramenti che Alleanza
Nazionale propone per il piano ospedaliero, iniziando
con il dare ad ogni ospedale una propria
amministrazione e dividere le ASL in ASL territoriali
che, come gli ospedali, devono avere una propria
amministrazione. Valuta l’opportunità che ogni
ospedale abbia una propria pianta organica per fare un
pò di chiarezza, come anche che si proceda a
pianificare la certificazione di qualità. Fa notare come
alcuni ospedali, con l’immissione al primo livello di
emergenza saranno praticamente chiusi, danneggiando
notevolmente altri, come nel caso degli ospedali
napoletani degli Incurabili, San Gennaro e Loreto Mare
che andranno, ancora di più, a penalizzare il Cardarelli.
Propone che il Comitato tecnico provinciale sia
composto da membri politici, senza diritto di voto, dai
direttori sanitari degli ospedali del territorio e da tecnici
votati dal consiglio regionale, entrambi di ugual
numero e con diritto di voto, che dovranno provvedere
alla programmazione. Asserisce che bisogna
provvedere ad una rete iperbarica e ad un capitolo sulle
emergenze infettive. Chiede di cambiare la visione
solamente pubblicistica del piano per introdurre un
sistema di concorrenza tra pubblico e privato per il
bene del cittadino e del suo diritto alla salute. Ritiene
opportuna una convenzione con le università per
l’inserimento dei pronto soccorso nei policlinici e lo
scorporo della ASL Na1 per poterla gestire meglio
poichè è molto grande. Conclude affermando che i
fondi dell’articolo 20, per la costruzione dei nuovi
ospedali, sono stati persi e che non sia vero ciò che
l’assessore va dicendo in questi giorni circa il recupero
di tali fondi.
PRESIDENTE: Concede la parola al consigliere
Rosania.
ROSANIA, gruppo RC: Si rammarica che la
discussione sul piano ospedaliero avvenga in un clima
di
non
adeguata
attenzione
perchè
contemporaneamente vi è in discussione la legge di
bilancio. Nonostante tutto, afferma, si è dinanzi ad un
testo di grande spessore e molto innovativo a partire
dal momento organizzativo che tende a rendere il
territorio protagonista delle scelte, con l’istituzione dei
8
CONSIGLIO REGIONALE DELLA CAMPANIA
Servizio Resoconti
Resoconto Sommario
VIII Legislatura
comitati tecnici provinciali. Dichiara che, però, vi sono
anche delle perplessità. Infatti non si capisce perchè la
conduzione di questi comitati sia affidata ad un
funzionario e non all’assessore o a un suo delegato, ed
anche perchè si tenga fuori la provincia. Dichiara che la
strategia della politica sanitaria deve essere espressa
dalla politica e non dai tecnici. Invita l’assessore ad
avviare le procedure di controllo sull’operato dei
manager che troppo spesso si sono autopromossi come
“padri padroni” della sanità delle singole ASL.
Evidenzia la novità della ridefinizione della rete
ospedaliera che punta sulle eccellenze evitando il
riproporsi degli ospedali fotocopia nel raggio di pochi
chilometri. Parlando dei principi fondamentali del
piano reputa indispensabile quello dell’autosufficienza
su base provinciale perchè porta a ragionare su aree più
omogenee di quelle regionali e incomincia a porre un
problema di risposte autosufficienti limitando la
mobilità del paziente e contrastando, in questo modo, la
migrazione sanitaria. Ritiene opportuna l’idea di un
riequilibrio dell’offerta sanitaria tra pubblico e privato
in particolare in quei settori, come la riabilitazione o gli
esami di laboratorio, dove il privato ha quasi il
monopolio dell’offerta. Opera una critica nei confronti
della maggioranza che non è stata capace di portare, sul
piano della comunicazione e dell’informazione, i giusti
messaggi al fine di evitare i forti momenti di protesta
provenienti dai territori che si sentivano depauperati
dal nuovo piano ospedaliero. Sottolinea che compito
del Consiglio è quello di ascoltare i territori per capire
le loro richieste ma la scelta tra quello che è giusto o no
spetta solamente all’Aula, perchè bisognava far capire
che dell’esistente nulla va perso, anzi si doveva
ragionare su quello che si può attivare, come nel caso
dell’ospedale di Agropoli dove è opportuno continuare
a puntare sul polo oncologico ed attivare anche nuovi
servizi quali ad esempio le camere iperbariche durante
il periodo estivo. Sostiene la necessità dell’istituzione e
del riconoscimento normativo del registro dei tumori
nella Provincia di Salerno che ha visto l’inserimento
dei suoi dati nella banca dati dell’associazione italiana
del registro tumori. Ricorda l’importanza della
prevenzione nella lotta ai tumori ma anche la creazione
di aree protette, gli hospice, quando il malato è in fase
terminale ed ha bisogno della presenza dei familiari
senza creare sconvolgimenti nelle proprie case o
l’affollamento nelle stanze di ospedali.
Alle ore 18,43 assume la presidenza il vicepresidente
Ronghi.
6 dicembre 2006
PRESIDENTE: Concede la parola al consigliere
Romano.
ROMANO, gruppo FI: Dichiara che se il piano
ospedaliero è arrivato in aula questo è dovuto
esclusivamente alla Casa delle Libertà che ha preteso,
con l’articolo 59 del R.I., la discussione per mettere in
evidenza le notevoli contraddizioni esistenti all’interno
della maggioranza dove vi è una vera e propria lotta,
non certo a difesa del diritto di un’ospedalità efficiente
ed efficace ma per la salvaguardia di questo o quel
fuedo per i baroni della medicina. E’ rammaricato per il
ruolo che i singoli consiglieri regionali non hanno
svolto in ragione di un accentuato localismo che ha
portato a ledere l’interesse generale. Pone l’accento sul
rapporto tra l’ospedalità pubblica e quella privata
poichè quest’ultima assorbe il 40% circa del valore
complessivo dell’ospedalità regionale e non è
correttamente riconosciuta nel piano ospedaliero.
Ribadisce che nel piano vi è un’evidente stortura, una
lacerante contraddizione tra il ruolo che si vorrebbe
riconoscere al privato e l’assenza di condizioni minime
indispensabili perchè questo ruolo sia espletato
efficacemente.
PRESIDENTE: Concede la parola al consigliere
Nicola Marrazzo.
MARRAZZO N., gruppo IdV: Dichiara che con il
piano ospedaliero il Consiglio si è dato due prospettive
di risanamento: quella di tipo economico e quella di
tipo strutturale. Afferma che, per quanto attiene al
risanamento economico, vi si è dato inizio con
l’istituzione della Soresa ed è continuato con il
rivendicare le giuste quote pro capite per la Campania
al governo nazionale. Sostiene che per mettere i conti
in regola bisogna operare le riforme strutturali che
dovevano essere fatte nel piano sanitario regionale, non
nel piano ospedaliero che è una parte di quello
sanitario. Dichiara di essere rimasto favorevolmente
colpito della dinamicità del piano e della messa in rete
di tutte le strutture ospedaliere. Si sofferma sui comitati
tecnici provinciali che devono servire a monitorare
l’efficacia della spesa e degli interventi ma anche la
possibilità di valutare chi gestisce il piano ospedaliero.
Ribadisce che il suo partito non farà sconti sulla
valutazione dei direttori generali che a tutt’oggi non
hanno fatto alcun risparmio sulle spese ma solo sui
tagli al personale. Conclude che i consiglieri non
devono essere più disponibili a dare deleghe in bianco
a persone che poi non rispondono alla programmazione
sanitaria fatta dal Consiglio.
9
CONSIGLIO REGIONALE DELLA CAMPANIA
Servizio Resoconti
Resoconto Sommario
VIII Legislatura
PRESIDENTE: Concede la parola al consigliere
Maisto.
MAISTO, gruppo UDEUR: Dichiara che il punto di
forza del piano ospedaliero è la provincializzazione
della rete ospedaliera ma al contempo ne potrebbe
diventare anche il suo punto debole, perchè se non si ha
la capacità di creare dei veri poli di eccellenza nelle
province si finirà con l’intasare maggiormente il
Cardarelli di Napoli. Evidenzia che le critiche
provenienti da alcuni territori della regione sul piano
ospedaliero sono dovute ad un difetto di
comunicazione che la maggioranza ha avuto nel
presentarlo all’esterno ma anche perchè non si è capito
che qualcosa si doveva accogliere per dare maggiore
visibilità ai singoli territori. Reputa che il vero
problema non sono i livelli di emergenza della rete
ospedaliera ma la capacità di ogni ospedale di dare
risposte certe e serie con la migliore professionalità.
Afferma che al centro del piano ospedaliero deve
essere messa la persona, l’ammalato, che al momento
del bisogno non vuole l’ospedale sotto casa, ma cerca
la professionalità del personale sanitario, chiedendo di
essere curato da chi ritiene essere il più capace. Giudica
opportuno che si prevedano degli investimenti seri sul
personale per creare professionalità, per avere una
formazione continua con la possibilità di andare
all’estero per acquisire nuove metodologie. Considera
necessario che nel sistema ospedaliero vi sia una giusta
competizione tra pubblico e privato puntando
inequivocabilmente sulla qualità per ottenere nell’uno e
nell’altro grandi risultati.
PRESIDENTE: Concede la parola al consigliere
Caputo.
CAPUTO, gruppo UDEUR: Considera il nuovo piano
ospedaliero una vera e propria riforma strutturale che
segna una discontinuità con il passato. Esprime il
proprio apprezzamento al presidente Giusto che ha
mostrato determinazione e forte onestà intellettuale
contro le ingerenze legate a logiche di difesa di
interessi particolari. Evidenzia come il nuovo piano
punti ad una riqualificazione delle prestazioni di alta
specialità ed eccellenza, ad una ridefinizione
dell’emergenza
e
ad un’adeguata
dotazione
professionale e tecnologica
per avvicinare le
potenzialità dell’offerta pubblica alle aspettative
dell’utente medio. Manifesta perplessità circa il
principio dell’autosufficienza territoriale dei servizi
ospedalieri su base provinciale che si estrinseca in una
suddivisione delle strutture in tre livelli perchè ritiene
6 dicembre 2006
che ciò può danneggiare quegli ospedali, che seppur
importanti e funzionali, non vedono riconoscersi
competenze di alta specializzazione per la propria
particolare posizione geografica. Sottolinea che per la
provincia di Caserta si è svolto un buon lavoro anche se
c’è una penalizzazione importante per l’ospedale di
Aversa che per il numero dei pronto soccorso è il
secondo in Campania dietro al solo Cardarelli di
Napoli. Conclude dicendo che il piano ospedaliero
valorizza l’efficacia delle attività preventive, pone
attenzione alla rimodulazione del piano oncologico
campano e, con il potenziamento delle strutture, dà
speranza ai molti cittadini campani che si rivolgono a
strutture extraregionali.
PRESIDENTE: Concede la parola al consigliere
Martusciello.
MARTUSCIELLO, gruppo FI: Afferma che nel
piano c’è un’anomalia di fondo che attiene alla sua
strutturazione in quanto il suddetto piano è stato
costruito e dibattuto solo ed esclusivamente all’interno
del palazzo senza alcuna partecipazione reale e
concreta del territorio. Reputa che la discussione sia
stata noiosa poichè c’è stata molto poca attenzione da
parte dei consiglieri che paragona a degli attori che si
apprestano a recitare una parte. Dichiara che il suo
gruppo farà propri tutti gli emendamenti ritirati dalla
Margherita perchè bisogna dare una risposta a tutti quei
territori che li avevano proposti. Conclude sostenendo
che ci voleva più tempo per il piano ospedaliero e
invece si è voluta dare un’accelerazione per approvare
un qualsiasi piano pur di portare a casa un risultato.
PRESIDENTE: Concede la parola al consigliere
Errico.
ERRICO, presidente gruppo UDEUR: Afferma che
il piano ospedaliero dopo un cammino in commissione
approda in Consiglio con una forte accelerazione finale
perchè la Campania ha bisogno di avere nel campo
della sanità un’indicazione maestra per cercare di
uscire da un tunnel, non solo economico-finanziario,
ma anche per dare risposte ai bisogni del territorio.
Sottolinea che il piano debba tenere in debito conto la
migrazione extraregionale per fare in modo che i
cittadini campani si curino nelle strutture regionali
intavolando sia un discorso di qualità che un
potenziamento a livello mediatico. Sostiene che l’idea
forte del piano è indubbiamente la creazione di una rete
ospedaliera che, in sinergia con il territorio, dia risposte
più ampie ai bisogni della collettività. Dichiara che
nella rete territoriale si devono compenetrare pubblico
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CONSIGLIO REGIONALE DELLA CAMPANIA
Servizio Resoconti
Resoconto Sommario
VIII Legislatura
e privato, non con sovrapposizioni territoriali, ma con
capacità organizzative finalizzate a creare condizioni
per cui ci siano specificità di funzioni. Propone di
approvare una proposta di legge che sperimenti in
sanità una forma di gestione pubblico-privato in cui il
pubblico abbia una funzione di controllo con il 51% e il
privato, con il 49 %, contribuisca a determinare la
gestione. Dichiara che questo non significa svendere la
sanità pubblica ma creare le condizioni per dare
risposte qualitative e territorialmente valide per evitare
i viaggi della speranza che arrecano problemi di
organizzazione, anche a livello familiare. Evidenzia
che per quanto attiene ai livelli di emergenza si è
creata molta confusione per cui suggerisce che ci sia la
differenziazione in soli due livelli: strutture ad alta
specializzazione e strutture in cui venga garantita la
prima emergenza con la stabilizzazione del soggetto
per poi valutare la possibilità di un trattamento in loco
o di un eventuale trasferimento ad una struttura di alta
specializzazione. Rimarca i temi importanti del piano
che sono: il rapporto tra le strutture ospedaliere con i
medici di base, attualmente sottovalutato; una rete
territoriale per ridurre i tempi di degenza dopo la fase
acuta; le residenze sanitarie assistite, distinte ed
autonome dalle strutture ospedaliere. Dichiara che il
piano ospedaliero non rappresenta il momento
esaustivo del panorama sanitario poichè ci sono molte
cose ancora da migliorare come la pediatria, la
medicina non convenzionale, gli hospice, ma essendo
un piano dinamico, c’è la possibilità di rivederlo e
completarlo.
Alle ore 20,02 assume la presidenza il vicepresidente
Mucciolo.
PRESIDENTE: Concede la parola al consigliere
Oliviero.
OLIVIERO, presidente gruppo SDI: Dichiara che la
regione Campania è tra le poche regioni che finanzia
l’assistenza ospedaliera in percentuale superiore al
finanziamento dell’assistenza territoriale. Evidenzia
che il disavanzo in sanità, il cui tasso di crescita è
progressivo a differenza del trend medio italiano che
vede una riduzione, nasce dalle difficoltà create da un
errato assetto istituzionale e da un sistema di
finanziamento non perfezionato. Afferma che il piano
regionale
deve
incidere
proprio
sull’assetto
istituzionale (numero dei posti letto, consorzi per gli
acquisti e per la gestione dei servizi; centri di
6 dicembre 2006
eccellenza) e sul sistema di finanziamento
(correttivi/limitazioni al sistema tariffario). Del piano
approva i principi generali di impostazione la cui
principale novità è la costituzione dei comitati tecnici
provinciali con la partecipazione di una rappresentanza
dei comitati dei sindaci. E’ favorevole alla proposta di
arginare la migrazione sanitaria, alla riqualificazione
delle strutture di alta specialità ed eccellenza, al
riequilibrio territoriale dell’offerta ospedaliera sulla
base di un’analisi del fabbisogno, alle differenziazioni
delle strutture in base alle emergenze, al rapporto
pubblico-privato che deve rientrare all’interno della
programmazione regionale. Sottolinea, infine, gli
elementi di caratterizzazione del piano che sono
concentrati su cinque tematiche: l’autosufficienza, il
piano di rientro e l’allocazione delle risorse per
garantire un equilibrio compatibile tra i finanziamenti
ed i risultati di salute; la flessibilità dello strumento di
programmazione che periodicamente va ridiscusso per
eventuali criticità od opportunità sopravvenute; il
decentramento territoriale con i vari coordinamenti; la
rete o, per meglio dire, la costruzione di un sistema
dove l’offerta sia il frutto ragionato delle competenze,
delle professionalità, delle strutture e delle tecnologie
acquisite e conclamate sul territorio per la
razionalizzazione dei servizi e la garanzia di una
maggiore efficacia; una distribuzione delle risorse
mirata alle oggettive necessità di produzione;
l’integrazione tra i diversi attori del sistema (pubblico,
privato, università) e tra le diverse istanze dei cittadini
(sociali, economiche, sanitarie e del lavoro).
PRESIDENTE: Concede la parola al consigliere
Ronghi.
RONGHI, gruppo AN: Fa rilevare la mancanza in
Aula, su un argomento così importante, del presidente
Bassolino, adducendola al fatto che la sanità in
Campania è stata affidata in franchising alla
Margherita. Rivolgendosi all’assessore Montemarano
afferma che il piano ospedaliero non è farina del suo
sacco in quanto è stato completamente modificato dalla
Commissione, anche se da solo non apporta le
necessarie modifiche, in quanto bisogna mettere mano
ad un piano sanitario molto serio che rafforzi la
medicina territoriale per alleggerire i costi ed i pesi che
gravano sugli ospedali. Dichiara che ad Alleanza
Nazionale non convince lo schema del piano
ospedaliero e per questo motivo hanno presentato degli
emendamenti per poterlo migliorare, in modo
particolare per ciò che attiene la rete oncologica a cui
11
CONSIGLIO REGIONALE DELLA CAMPANIA
Servizio Resoconti
Resoconto Sommario
VIII Legislatura
non è stato dato molto spazio, oppure all’istituzione
delle camere iperbariche sul litorale cilentano durante il
periodo estivo. Sottolinea che, come ha già detto il
consigliere Diodato, bisogna dislocare le strutture
universitarie del II Policlinico per liberare l’area dei
Camaldoli, come è opportuno che all’interno del piano
venga inserito il polo pediatrico di Acerra. Conclude
affermando che è il tempo di finirla con le pratiche
clientelari, con gli sperperi per mettere al primo posto il
paziente, il cittadino.
PRESIDENTE: Concede la parola al consigliere Sena.
SENA, presidente gruppo DL-MARGH: Dichiara
che la maggioranza ha cercato, in tutte le sedi, il
massimo del confronto e delle convergenze sul piano
ospedaliero. Non è disposto a rinviare ulteriormente
l’approvazione del piano e non è d’accordo con chi ha
affermato che sentire il territorio equivalga a sostenere
un atto clientelare se non addirittura elettoralistico. Si
augura che il Consiglio intero possa sorreggere, con il
voto, il consenso per gli ospedali di periferia
nell’interesse delle popolazioni della Campania.
Alle ore 20,56 riassume la presidenza la Presidente
Lonardo.
PRESIDENTE: Concede la parola al presidente della
V Commissione consiliare, consigliere Giusto.
GIUSTO: Esprime un personale ringraziamento a tutti
coloro che hanno espresso parole di gratitudine per il
suo operato. Dichiara che la salute non veste magliette
politiche, questo è il motivo per cui la commissione ha
potuto agire sempre all’unanimità. Da parte sua,
afferma, non ci sarà mai una chiusura settaria, un
blocco, perchè in un dialogo bisogna parlare ma anche
saper ascoltare, senza avere, però, nessuna preclusione
mentale. Risponde poi ad alcune dichiarazioni che vi
sono state durante la discussione. Replica duramente a
chi ha detto che il piano è stato costruito nel chiuso di
un palazzo in quanto non risponde a verità perchè, lui
non solo ha visitato di persona l’80% degli ospedali
campani, ma ha anche audito circa 4000 persone tra cui
sindaci, presidenti di provincia, direttori generali,
rappresentanti del territorio ed altri. Afferma che se vi è
stato un difetto di comunicazione sul piano ciò è
dovuto ad una caratterizzazione tipica delle nostre
comunità che il più delle volte parlano senza aver
nessuna conoscenza di quello di cui si discute,
montando delle polemiche fasulle. Sottolinea che si è
battuto fino all’ultimo perchè nel piano non vi fosse la
6 dicembre 2006
classificazione degli ospedali, come era previsto nel
vecchio piano, provando a fare una ripartizione che
ridava alle province l’autonomia, la gestione, la
concentrazione di tutte le funzioni della sanità, in modo
tale da individuare i diversi gradi a cui concorrevano le
strutture per determinare il concetto di rete. Ribadisce
che non era prevista nessuna chiusura o
declassificazione di strutture e onde evitare equivoci si
sta formalizzando una nuova operazione per cui a tutti
gli ospedali dei piccoli comuni, dei territori delle aree
interne, delle isole, in tutta la rete delle emergenze
verranno affidate tutte le funzioni già svolte o che si
potranno attivare sperimentando, con una proposta di
legge già approvata dalla commissione, un nuovo
modello gestionale che apre la sanità pubblica alla
gestione dell’imprenditore privato. Rispondendo al
consigliere Diodato circa la delocalizzazione del
policlinico ricorda che questa non è materia che attiene
alla competenza regionale ma al Ministero
dell’università. Ritiene giusta l’attivazione di un pronto
soccorso pediatrico con la terapia intensiva neonatale
nelle aziende di rilievo nazionale di ogni singola
provincia. Reputa necessario costruire, nel concetto di
rete iperbarica che è già individuata in ogni singola
provincia, nuovi posti letto per aprirne qualcuna in più
nelle province più esposte al mare. Rassicura i
consiglieri che i fondi dell’articolo 20 per l’edilizia
ospedaliera non sono stati persi a condizione che si
faccia il piano, la programmazione. Mette in risalto la
distribuzione dei posti letto provincia per provincia che
ha portato ad un livellamento più o meno omogeneo fra
tutte le province campane. Dà risposte concrete anche
per quanto attiene gli hospice, che devono essere
rafforzati, e il registro dei tumori della provincia di
Salerno, che va ulteriormente valorizzato. Ribadisce
che il piano sanitario non ha in alcun modo trascurato
la vicenda dei privati in quanto ha tenuto conto delle
strutture provvisoriamente accreditate. Concludendo,
chiede a tutti i consiglieri di ritirare tutti gli
emendamenti perchè vi è una proposta emendativa
formulata dalla commissione.
PRESIDENTE: Concede la parola all’assessore
Montemarano.
MONTEMARANO, assessore alla Sanità: Dichiara
che la giunta ha dato pieno supporto all’elaborazione
del piano da parte della Commissione. Afferma che la
Regione ha ottenuto dal governo nazionale tutto il
sostegno e la solidarietà poichè ha aumentato la quota
che gli era assegnata, riconoscendogli i crediti che
12
CONSIGLIO REGIONALE DELLA CAMPANIA
Servizio Resoconti
Resoconto Sommario
VIII Legislatura
vantava da molti anni e approvando il patto per la
salute che porterà a soluzione il piano di risanamento
finanziario della sanità campana. Dichiara che la
percentuale campana dei posti letto, 3,7 per mille
abitanti, è tra le più basse d’Italia, tanto da indurre il
governo nazionale a proporla a tutte le altre regioni Ciò
è potuto accadere perchè per prima la Campania ha
creduto nella deospedalizzazione, nelle attività di day
hospital e day surgery, nell’assistenza domiciliare,
grazie alla fattiva collaborazione dei medici di base e
degli specialisti. Si dichiara favorevole al
completamento degli ospedali e alla costruzione dei
nuovi ospedali programmati come al perfezionamento
funzionale di quelli attivati o realizzati ma che ancora
non sono decollati.
PRESIDENTE: Comunica il ritiro degli emendamenti
da parte dei consiglieri dell’Udeur e della Margherita.
Dichiara che dovendo coordinare gli emendamenti
presentati dal presidente Giusto,
a nome della
commissione, e per dare il tempo all’opposizione di
leggerli, propone una sospensione di 10 minuti.
Concede la parola al consigliere D’Ercole.
D’ERCOLE: Dichiara insufficiente la proposta di
sospensione di 10 minuti perchè la maggioranza, con la
formalizzazione di emendamenti che vanno a
modificare totalmente il piano ospedaliero, ha
intrapreso un nuovo percorso e quindi la minoranza
deve avere il tempo necessario per approfondirli,
studiarli e presentare, eventualmente le dovute
osservazioni. Chiede pertanto di rinviare la seduta ad
altra data.
PRESIDENTE: Concede la parola al consigliere
Pasquale Marrazzo.
MARRAZZO P., presidente gruppo UDC: Chiede
al consigliere Giusto di individuare un nuovo percorso
sulla base degli emendamenti che ha proposto dando la
possibilità ai consiglieri di poter emendare la proposta
della commissione.
PRESIDENTE: Concede la parola al consigliere
Sibilia.
SIBILIA: Chiede che il governo si pronunci sia sugli
emendamenti proposti dal presidente Giusto sia sulla
richiesta di sospensione del consigliere D’Ercole.
PRESIDENTE: Concede la parola al consigliere
Martusciello.
MARTUSCIELLO: Dichiara che il subemendamento
presentato dal consigliere Giusto non è ammissibile
perchè non è attinente alla materia dell’emendamento.
6 dicembre 2006
PRESIDENTE: Chiarisce che sono emendamenti
della commissione presentati come subemendamenti.
Concede la parola al consigliere Amato.
AMATO, presidente gruppo DS: Dichiara che la
proposta Giusto è scaturita dal dibattito e dal confronto
che vi è stato in Aula per una semplificazione del piano
non per un suo presunto stravolgimento. Reputa
opportuno interrompere, per il tempo necessario, la
seduta dando modo di assimilare le modifiche di
semplificazione apportate al disegno di legge. Poi
bisogna riprendere il confronto per approvare il piano.
PRESIDENTE: Dopo uno scambio di opinioni con i
consiglieri Ronghi e Martusciello sull’ammissibilità o
meno della proposta del consigliere Giusto concede
un’ora di sospensione per presentare subemendamenti
alla stessa.
La seduta sospesa alle ore 21,57 riprende alle ore
02,32.
PRESIDENTE: Riprende la seduta comunicando che i
presentatori degli emendamenti della Casa delle Libertà
hanno ritirato i loro emendamenti. Concede la parola al
consigliere Giusto.
GIUSTO: Comunica che ha riunito la V commissione
allargata ai capigruppo per formulare una nuova
proposta che ingloba gli emendamenti ritirati dai
colleghi. Chiede che la seduta, prevista per il martedì
successivo, si apra con la proposta da lui presentata
nella seduta odierna integrata con gli emendamenti, a
firma della commissione, che saranno presentati nei
prossimi giorni.
PRESIDENTE: Chiarisce che con la presentazione di
un maxiemendamento condiviso da tutti i consiglieri
risultano, di fatto, decaduti tutti gli altri emendamenti.
ORDINE DEL GIORNO: “RICHIESTA
APERTURA TAVOLO ISTITUZIONALE PER LA
RISOLUZIONE DEL NODO IXFIN S.P.A.COMUNE DI MARCIANISE (CE)
R.G. N. 1041
PRESIDENTE: Legge e pone in votazione l’ordine
del giorno di cui in epigrafe.
Il Consiglio approva all’unanimità.
1
Il testo dell’ordine del giorno è riportato nell’allegato A.
13
CONSIGLIO REGIONALE DELLA CAMPANIA
Servizio Resoconti
Resoconto Sommario
VIII Legislatura
ORDINE DEL GIORNO: CONTINUITA’
AMMINISTRATIVA COMMISSIONI
R.G. N. 106 2
PRESIDENTE: Legge e pone in votazione l’ordine
del giorno di cui in epigrafe.
Il Consiglio approva all’unanimità.
PRESIDENTE: Comunica che la prossima seduta è
convocata per il martedì successivo, giorno 12
dicembre, dalle ore 12 con voto finale alle ore 15,30.
Constatato che non vi sono obiezioni toglie la seduta.
I LAVORI TERMINANO ALLE ORE 2,39 DEL 7
DICEMBRE 2006.
2
Il testo dell’ordine del giorno è riportato nell’allegato A.
6 dicembre 2006
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