Comunicato ai media - Berna, 8 settembre 2004 Guida per i pazienti che hanno subito un ictus cerebrale e i loro congiunti Vivere dopo l’ictus cerebrale Che aspetti ha, dopo un ictus cerebrale, la vita di tutti i giorni a domicilio? È possibile ritrovarcisi? Quanta assistenza occorre e dove la si può trovare? A queste e a molte altre domande dà risposta la nuova guida pubblicata dalla Fondazione Svizzera di Cardiologia, fondazione che svolge la propria attività nel settore delle cardiopatie e dell’ictus cerebrale tramite la promozione della ricerca e l’informazione. Un ictus cerebrale è un evento drammatico sia per chi lo subisce che per i suoi congiunti. Le sue conseguenze, quali paralisi, disturbi nel parlare o depressioni, possono cambiare radicalmente tutta la situazione della vita. Perciò già assai presto le persone colpite e i loro congiunti si pongono delle domande che vanno oltre la situazione del momento in ospedale e riguardano il periodo di tempo successivo alla dimissione dallo stesso. È questo l’approccio della nuova guida sotto forma di opuscolo „Vivere dopo l’ictus cerebrale“. Dopo una breve introduzione sul quadro clinico, la diagnosi e la terapia essa mostra come si presenta il ritorno alla vita di tutti i giorni, quali operatori e istituzioni assistono il paziente e i suoi congiunti e dove ci si può rivolgere per consigli, aiuto e sostegno. La riabilitazione: un lavoro di gruppo Vengono presentati ampiamente i mezzi ausiliari e le possibilità di affrontare la vita quotidiana per quanto possibile senza aiuti esterni. E dove non si può fare a meno di assistenza, essa deve mirare ad esercitare le capacità ancora presenti e quindi a promuovere l’autosufficienza. Per ottenere questo risultato, spesso la riabilitazione è assistita da operatori specializzati, i cui settori d’attività sono descritti nell’opuscolo. Ma vi si trattano anche problemi psichici dei pazienti 1 colpiti da ictus cerebrale, perché relativamente spesso essi hanno depressioni o sbalzi d’umore: per combatterli dovrebbero far ricorso a persone competenti per non aggravare ulteriormente le loro sofferenze. Prevenire con uno stile di vita sano In circa metà degli ictus cerebrali c’è anche l’influsso di uno stile di vita non sano. La presenza di fattori di rischio come ipertensione, fumo, iperlipidemie, sovrappeso, sedentarietà o stress peggiora la situazione del paziente. Con uno stile di vita consapevole delle esigenze della salute e, dove occorre, una terapia medicamentosa essi dovrebbero impegnarsi a fondo per eliminare tali rischi o per lo meno per ridurli. Perciò li si incoraggia a farlo. Diminuiranno così il pericolo di un nuovo ictus e di complicazioni e si sentiranno meglio sia fisicamente che psichicamente. Preoccupazioni dei pazienti Perché così tanti medicamenti? È ancora permesso guidare l’automobile e quando potrò andare di nuovo in vacanza spensieratamente? L’attività sessuale comporta il rischio di un secondo ictus? In un capitolo separato la guida „Vivere dopo l’ictus cerebrale“ si occupa di queste e di altre domande. Certo non a tutte è possibile rispondere in modo esauriente, ma gli interessati hanno almeno una prima risposta e soprattutto la sensazione che le loro domande sono giustificate. Inoltre, alla fine dell’opuscolo c’è un nutrito elenco di organizzazioni e istituzioni specializzate che si occupano approfonditamente di problemi specifici e possono essere d’aiuto. A un ictus cerebrale può seguirne un secondo Purtroppo, dopo un ictus cerebrale nessuno è immune da un secondo evento dello stesso genere. Perciò l’opuscolo informa che cosa succede nell’ictus cerebrale, quali ne sono i segni premonitori ed i sintomi e qual è il modo giusto di reagire se si manifestano. Un ictus cerebrale è un’emergenza che mette la vita in pericolo, in cui ogni minuto conta. Più presto il paziente arriva all’ospedale, maggiori sono le probabilità di trattamento efficace. Perciò saper riconoscere i segni premonitori e i sintomi dell’ictus cerebrale e richiedere immediatamente l’intervento dell’autoambulanza chiamando il numero di pronto soccorso 144 può essere decisivo per la sopravvivenza. 2 L’opuscolo è disponibile in italiano, in tedesco e in francese e lo si può ordinare gratis alla Fondazione Svizzera di Cardiologia, Schwarztorstrasse 18, 3000 Berna 14, al telefono per ordinazioni 0900 553 144 (Fr. 1.50 al minuto), per fax allo 031 388 80 88 o per e-mail a [email protected], www.swissheart.ch. ((Persona di riferimento per ulteriori informazioni: Fondazione Svizzera di Cardiologia Silvia Aepli Schwarztorstrasse 18, 3000 Berna 14 Telefono 031 388 80 95, telefax 031 388 80 88 E-mail: [email protected] Questo testo e la pagina di copertina dell’opuscolo si possono richiamare da www.swissheart.ch/media e possiamo trasmettervelo anche per e-mail. )) La Fondazione Svizzera di Cardiologia: con impegno contro le malattie cardiovascolari e l’ictus cerebrale Ci impegniamo affinché un minor numero di persone soffra di malattie cardiovascolari o ne resti menomato, si evitino le morti premature a causa di un infarto cardiaco o di un ictus cerebrale e per le persone colpite la vita resti degna di essere vissuta. A tal fine promuoviamo progetti di ricerca, svolgiamo un’ampia attività informativa per una miglior prevenzione di queste malattie 3 e aiutiamo gli interessati con dei consigli. La Fondazione Svizzera di Cardiologia è un’organizzazione indipendente riconosciuta dalla fondazione ZEWO. 4