Monastero Invisibile 09-2015

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Tutti coloro che hanno scelto la “Via” formano la Chiesa: la comunità di coloro che
praticano il Vangelo nello Spirito di Cristo Gesù.
Campionato
Essere “Convertiti” non significa essere migliori degli altri! Convertirsi non ha niente a che
vedere con una specie di campionato in cui si dovrebbe essere il migliore per ottenere la
medaglia della virtù, data direttamente ad Dio. Vivere da cristiani non vuol dire sottoporsi
ad un concorso. Non c’è affatto bisogno di essere i migliori nel catechismo o in purezza.
Si può infatti essere i migliori, ma essere vuoti all’interno: senza un amore autentico per
Dio e per il prossimo. Non è proprio quello che Gesù rimprovera ai farisei? I migliori non
hanno bisogno di Dio: bastano a se stessi. essere il migliore, anche in religione, conduce
spesso all’orgoglio. Per convertirsi e vivere da discepoli di Gesù, è necessario invece essere umili: avere la
coscienza di non essere i migliori e di aver un bisogno vitale di essere salvati!
Preghiamo in Unità
Signore, perché la nostra vita trovi e raccolga ogni giorno occasioni di speranza e di pace, accogli il nostro
desiderio di camminare sulle Tue vie e di essere testimoni del Tuo amore. Noi ti preghiamo.
Signore, i poveri e le famiglie che stanno affrontando prove pesanti, discordie e perdite di affetti, di lavoro, di casa,
dona il Tuo sostegno a chi è nella disperazione e non vede vie d'uscita. Noi ti preghiamo.
Signore nostro Dio, ci hai creati e fatti Tuoi figli, donaci la grazia di conoscerti, amarti, seguirti come Padre, affinché
possiamo vivere come fratelli. Noi ti preghiamo.
Signore, conosci le sofferenze di coloro che sono affaticati, malati nel corpo nello spirito, fa’ che per ogni croce,
Gesù sia motivo di rinnovata speranza, sostegno nella fatica quotidiana. Noi ti preghiamo.
Signore, fa’ che siamo autenticamente una comunità in cammino, fa’ che nessuno di noi sia causa di isolamento o
di emarginazione per quelli che ci vivono accanto e fa’ che possiamo accrescere la nostra disponibilità al perdono
e alla misericordia. Noi ti preghiamo.
Preghiera Finale
Ti vediamo all’ingresso delle stazioni e anche altrove rivestito della coperta della povertà. Ti vediamo nelle mani
piene di bontà che si posano sui corpi della miseria per ricoprirli di umana fraternità. Ti vediamo nelle aule
scolastiche in cui, senza distinzione di razza e di ricchezza, pazientemente si offrono a ciascuno le chiavi della sua
intelligenza umana. Ti vediamo nei palazzi dei governi e anche negli enormi condomini delle grandi periferie,
mentre avvii il dialogo al di là degli ostacoli di religione, di nazionalità e di pregiudizi, perché in ogni luogo si possa
piantare l’umana solidarietà. Ti vediamo arrampicarti sui confini e per le strade della guerra per sfuggire ai cecchini.
Ti vediamo nei camion di viveri sballottati dal fuoco dei cannoni per portare assieme al pane un po’ di umana
speranza. Ti vediamo, Signore, e ti intendiamo in mezzo alle creature della terra. Tu ci offri indicazioni, Signore,
proprio agli incroci dei nostri percorsi quotidiani!
Termino questo momento di preghiera con il Padre Nostro
Chi, per qualsiasi motivo, volesse contattare la redazione de “Un Monastero Invisibile”, scriva a:
Redazione “Un Monastero Invisibile” - c/o Capelli Giorgio e Stefania - via Ossanesga 46 - 24030 Paladina
(BG) oppure all’e-mail: [email protected]
Questo sussidio si può scaricare da internet , generalmente a partire dal 20 del mese precedente,
all’indirizzo: http://monasteroinvisibile.murialdo.org
Un Monastero
invisibile
una rete di preghiera nel segreto del mondo
Sussidio di preghiera della Famiglia del Murialdo: Giovani, Amici, Collaboratori, Ex-Allievi, AMA, CLdM,
Ist. Secolare “S.L. Murialdo”, Murialdine, Giuseppini.
SETTEMBRE 2015 n.215
Anche in questo mese continuiamo la lettura degli Atti degli apostoli. Si racconta la conversione di Paolo sulla
strada di Damasco. Luca presenta in questo modo la chiamata di Saulo perché vuole mostrare ai suoi lettori che
Paolo è un apostolo autentico. Anche se non ha conosciuto Gesù durante la sua vita terrena, viene chiamato
proprio da lui. Il suo insegnamento, che contiene degli aspetti talvolta nuovi, ha dunque lo stesso valore di quello
degli apostoli.
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Troviamo un posto tranquillo ed iniziamo la preghiera nel modo consueto con il Segno di Croce recitando questa
orazione allo Spirito Santo
Spirito di pace. In te si esprime l’accordo del Padre e del Figlio, tu sei la pace divina personificata. Vieni a renderci
partecipi di questa pace essenziale, mettendoci in armonia col Cristo e col Padre. Vieni a farci gustare la pace
intima dell'accordo profondo del nostro essere con Dio, dal quale dipende l’accordo profondo con noi stessi.
Muovici a cercare questa pace con un comportamento che si sforzi di piacere al Signore in tutte le cose. Liberaci
dalle inquietudini e dalle angosce che ci turbano e ci impediscono di amare Dio con tutto il cuore. La certezza della
bontà divina e la illimitata fiducia nella sollecitudine del Padre celeste ci facciano superare ogni preoccupazione per
l'avvenire così da poter vivere in una pace inalterata. E la pace del nostro accordo con Dio ci aiuti a custodire la
pace che deriva dall’unione con quelli che ci circondano. Tu che diffondi la pace, fa di noi gli artefici della pace,
spiriti concilianti e cuori generosi in tutte le iniziative della carità. Donaci di seguire tutte le ispirazioni con le quali tu
vuoi condurci sulla via della pace: pace della coscienza, pace dei rapporti sociali, pace dell’universo. Stabilisci in noi
il regno della pace, segno autentico del regno di Cristo.
I Fatti
Paolo, che prima si chiamava Saulo (in aramaico) è nato nella città di tarso, in Asia Minore (nell’attuale Turchia.
Non ha incontrato Gesù di Nazaret. Ma è testimone della lapidazione di Stefano e si impegna con tutte le sue forze
nella persecuzione degli adepti di questa “Via” o “Cammino” , cioè dei primi cristiani. Saulo li cerca, li incatena, li fa
flagellare, li getta in prigione. Li perseguita anche fuori Gerusalemme, fino a Damasco. Saulo non ha mai
incontrato Gesù per le strade della Palestina. E tuttavia dirà: “Io ho visto il Signore Gesù”. Che cosa è accaduto?
L’esperienza fondamentale e decisiva si situa nel deserto tra Gerusalemme e Damasco. Saulo, con l’odio nel
cuore, assieme ad una carovana percorre questa strada, lunga 250 chilometri: il viaggio di una settimana. Un
giorno comprende come le persone che perseguita e Gesù siano un tutt’uno. “Quello che avete fatto ad uno di
questi piccoli, che sono miei fratelli l’avete fatto a me”. Questa presa di coscienza lo lascia perplesso. Non vede più
le cose in modo chiaro. E non sa più dove si trova. Ha bisogno di tempo, per riprendere in mano la sua vita. Più
tardi, egli parlerà in modo molto semplice di questa esperienza: “Sono stato afferrato da Cristo” “Dio ha rivelato a
me il suo Figlio”. Ecco dunque Saulo, il persecutore diventato cristiano apostolo. Egli non appartiene al gruppo dei
dodici. Non è stato né chiamato, né mandato assieme ad essi. Ha incontrato Gesù e scoperto la sua missione in
modo inedito ed originale. La conversione di Saulo non rappresenta solo un tornante della sua vita, ma un
avvenimento decisivo per la Chiesa delle origini. Grazie a lui la Buona novella oltrepasserà coraggiosamente i
confini della Palestina e del giudaismo.
Leggiamo Atti Capitolo 9,1 – 25
1 Saulo, spirando ancora minacce e stragi contro i discepoli del Signore, si presentò
al sommo sacerdote 2e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco, al fine di
essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme tutti quelli che avesse
trovato, uomini e donne, appartenenti a questa Via. 3E avvenne che, mentre era in
viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all'improvviso lo avvolse una luce dal
cielo 4e, cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi
perséguiti?». 5Rispose: «Chi sei, o Signore?». Ed egli: «Io sono Gesù, che tu
perséguiti! 6Ma tu àlzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare». 7Gli uomini che facevano il cammino
con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce, ma non vedendo nessuno. 8Saulo allora si alzò da terra ma,
aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco. 9Per tre giorni rimase
cieco e non prese né cibo né bevanda.10C'era a Damasco un discepolo di nome Anania. Il Signore in una visione
gli disse: «Anania!». Rispose: «Eccomi, Signore!». 11E il Signore a lui: «Su, va' nella strada chiamata Diritta e
cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco, sta pregando 12e ha visto in visione un
uomo, di nome Anania, venire a imporgli le mani perché recuperasse la vista». 13Rispose Anania: «Signore,
riguardo a quest'uomo ho udito da molti quanto male ha fatto ai tuoi fedeli a Gerusalemme. 14Inoltre, qui egli ha
l'autorizzazione dei capi dei sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome». 15Ma il Signore gli disse:
«Va', perché egli è lo strumento che ho scelto per me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni, ai re e ai figli
d'Israele; 16e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome».17Allora Anania andò, entrò nella casa, gli
impose le mani e disse: «Saulo, fratello, mi ha mandato a te il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada che
percorrevi, perché tu riacquisti la vista e sia colmato di Spirito Santo». 18E subito gli caddero dagli occhi come delle
squame e recuperò la vista. Si alzò e venne battezzato, 19apoi prese cibo e le forze gli ritornarono. 19bRimase
alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damasco,20e subito nelle sinagoghe annunciava che Gesù è il Figlio
di Dio. 21E tutti quelli che lo ascoltavano si meravigliavano e dicevano: «Non è lui che a Gerusalemme infieriva
contro quelli che invocavano questo nome ed era venuto qui precisamente per condurli in catene ai capi dei
sacerdoti?». 22Saulo frattanto si rinfrancava sempre di più e gettava confusione tra i Giudei residenti a Damasco,
dimostrando che Gesù è il Cristo. 23Trascorsero così parecchi giorni e i Giudei deliberarono di ucciderlo,24ma
Saulo venne a conoscenza dei loro piani. Per riuscire a eliminarlo essi sorvegliavano anche le porte della città,
giorno e notte; 25ma i suoi discepoli, di notte, lo presero e lo fecero scendere lungo le mura, calandolo giù in una
cesta.
Rileggo il testo
Per vivere oggi Conversione
Convertirsi vuol dire cambiare direzione. Spesso ci capita di prendere una scorciatoia, che ci allontana dalla nostra
meta. Erriamo in un intreccio di sentieri oscuri perché pensiamo di non aver bisogno di punti di riferimento che ci
indicano il percorso…. Così perdiamo del tempo prezioso, finché, grazie ad un luogo che ci è familiare o ad un
segno che ci viene mostrato, si fa luce: “Abbiamo preso la direzione giusta, andiamo proprio in senso contrario!”.
Allora facciamo in modo di collocarci nuovamente nella direzione di ciò che cerchiamo con tutte le nostre forze.
Accade lo stesso con le persone a cui siamo legati da sentimenti di amore. Spesso ci allontaniamo da loro, le
dimentichiamo: non viene più donata tenerezza, non c’è più parola, dialogo, né uno sguardo di attenzione.
Passiamo il nostro tempo ad occuparci del denaro o delle attività che ci sembrano essenziali. Le persone amate
diventano secondarie: voltiamo loro le spalle e volgiamo altrove la nostra attenzione e i nostri interessi. Fino al
momento in cui un segno discreto, un appello o un grido da parte loro, provoca in noi la luce: “Che errore! E’
accanto a voi che sii trova la gioia!”. Allora accade come un movimento interiore che porta lo spirito ed il cuore ad
orientarsi di nuovo verso coloro che sono per noi fonte di vita e di morte. Accade la stessa cosa con Dio. Grazie
ala luce, discreta, dello Spirito di Dio dentro di noi, prendiamo coscienza del fatto di vivere in modo opposto al
Vangelo, lontani dall’alleanza d’amore con Dio e con i fratelli. Allora operiamo un cambiamento interiore che
colloca tutta la nostra vita in direzione di Gesù Cristo.
Immediata…
Qualche volta la conversione è brusca. Come quando il sole improvvisamente si apre uno spiraglio nel cielo
plumbeo! Arriva in un attimo. Come se bruscamente un proiettore mettesse in evidenza le grandi linee
del’esistenza. come se ci venisse dato di considerare in piena luce, e quasi brutalmente, il modo in cui usiamo la
nostra esistenza per degli esercizi inutili, il modo in cui corriamo dietro a tesori senza alcun valore, per rallegrarci di
ciò che non dà una gioia durevole, per ingannarci riguardo alla felicità e mettere Dio in disparte. Come se
bruscamente apparissero al nostro spirito e al nostro cuore le direzioni sbagliate lungo le quali cerchiamo di saziare
i loro desideri…
Siamo rimasti sconvolti. Come se avessimo scoperto all’improvviso quello che sapevamo da molto tempo e in cui
credevamo: “Il Cristo ha parola di vita!”. Come se ci battessimo improvvisamente in una realtà evidente e cioè che
la vita ha significato solo se viene donata a Dio e al prossimo, come ha fatto Gesù. Questa brusca illuminazione
non avviene per caso. Nel profondo l’essere umano è insoddisfatto, attende un cambiamento, si mette in ascolto
ed è pronto a ricevere la luce che lo Spirito di Dio dispensa a tutti quelli che affidano a Dio il proprio avvenire.
Coloro che sono rimasti così “brutalmente sconvolti” vogliono solo una cosa: cambiare immediatamente la loro vita.
Lasciare al più presto le tenebre nelle quali erano immersi, senza tardare ulteriormente a vivere un’esistenza nuova
con colui che chiama…
…O paziente
Nella maggior parte dei casi e per la maggior parte delle persone, la conversione è un cambiamento paziente che
interessa tutta l’esistenza. Come un viaggio che viene compiuto di tappa in tappa. La conversione non è mai
definitiva e realizzata improvvisamente. E’ necessaria una lunga perseveranza perché tutto l’essere possa
dedicarsi alla pratica del vangelo! Si tratta di un’opera che riprende ogni giorno e continua nel tempo. Il dono di sé,
l’amore verso il prossimo, la pace con i nemici ricercata continuamente, l’accoglienza degli esclusi, uno sguardo
pieno di benevolenza, il rifiuto delle condanne, la fede conservata anche nei momenti della prova, sono questi i
frutti di un’esistenza che sta convertendosi. Questi frutti maturano lentamente ed esigono un’attenzione continua.
Grazie allo Spirito Santo la nostra vita lentamente si volge verso Dio, così che si finisce per distinguervi il riflesso
della sua presenza luminosa.
“Convertirci” vuol dire diventare cristiani, cioè vivere ed agire in modo tale che la Buona novella diventi visibile ed
operante attraverso di noi. A noi il compito di lasciarci trasformare dallo Spirito di Cristo al punto che il suo amore
agendo attraverso di noi continui a salvare il mondo. Fino a diventare sempre di più ad immagine di Cristo, pronti a
donare noi stessi per far conoscere la tenerezza del padre agli abitanti della terra e perché questi possano tutti
ricevere la gioia che egli ha preparato per i suoi figli.
La via o il cammino
Vivere come cristiani significa perdere la “Via” per la quale Cristo ci chiama. E’ una progressione quotidiana, che
avviene in mezzo alle gioie e ai dolori di ogni esistenza umana. Vi sono momenti di sosta e di fatica, ma anche
partenze ed incoraggiamenti, come in ogni cammino. La “Via” per la quale Cristo ci conduce è la sua.
Non ha forse detto: “Io sono la via, la verità, la vita”? Egli ci conduce sulla via del Vangelo. Vi si incontra anche il
prossimo, a cui si riserva lo stesso amore che si dà a Dio. Vi si riceve la forza dello Spirito per rinnovare la faccia
della terra. Vi si pratica il rispetto e la giustizia. Vi si semina la misericordia e rettitudine. Talvolta si è perseguitati
perché si mostra un modo di vivere che è tanto nuovo da sconvolgere il mondo che aveva preso l’abitudine di
dimenticare Dio e crescere nell’egoismo.
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