La battaglia di El Alamein

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Della Corna Elisa
IL DISASTRO DI EL ALAMEIN
La grande battaglia nel deserto che diede svolta alla guerra.
La Seconda Guerra Mondiale si protrasse, sul fronte europeo, dal settembre del 1939 al maggio
del 1945.
L'Italia, tra il 1940 e il 1943 vi partecipò inserita nell'asse politico e militare "Roma-Berlino" in
opposizione ad Inghilterra e Francia che si unirono successivamente con l'Unione Sovietica e con
gli Stati Uniti.
Sino all'estate del 1942 la situazione strategica fu a favore delle potenze dell'asse ma l'entrata in
guerra degli Stati Uniti determinò la prime sconfitte per gli eserciti di Germania e Italia e un
importante svolta (tra il 1942 e il 1943) a vantaggio degli alleati.
Gli eserciti dell'Asse miravano continuamente ad obiettivi strategici, in Russia puntavano alla
conquista del Caucaso, in Irak, Iran e Siria al raggiungimento dei pozzi di petrolio allora in mano
agli Inglesi e in Africa intendevano occupare l'Egitto per raggiungere anche qui risorse petrolifere e
per consolidare l'impero africano.
Nel 1942 le forze armate italo-tedesche guidate da Erwin Rommel e dal generale Ettore Bastico
decisero di proseguire l'offensiva e di infliggere l'Egitto senza lasciare il tempo all'esercito inglese
di costruire e organizzare le loro difese; il primo ministro britannico Winston Churcill riuscì però ad
affidare le armate inglesi al primo generale Harold Alexander, al comandante Claude Auchinleck e
al secondo generale Bernard Montgomery il quale era molto apprezzato per la sua mentalità
vincente e la sua grande determinazione.
Il tentativo di invasione dell'Egitto ad opera dell'Asse diede vita alla battaglia nella sabbia di EL
ALAMEIN (che in arabo significa "due bandiere") una città a nord dell'Egitto sul mar Mediterraneo
che ebbe un ruolo di storica importanza poichè rappresentava un ostacolo impenetrabile per i
mezzi militari, un elemento essenziale per la linea difensiva britannica in NordAfrica e divenne
inoltre il punto di massima penetrazione ad est delle forze italo-tedesche.
Alla vigilia della battaglia l'Asse disponeva di 80.000 uomini, di cui 27.000 tedeschi, 200 carri
armati e 245 aeri la maggior parte italiani, mentre gli inglesi avevano a disposizione 230.000
uomini, oltre 1000 carri armati e aerei dati che mettono in luce la superiorità e la potenza
britannica.
L'esercito italiano ebbe grande importanza nella battaglia non solo perchè costituiva la
componente maggioritaria dell'Asse ma anche perchè occupava con gli schieramenti difensivi
moltissimi territori africani da nord a sud. (A nord le divisioni di fanteria "Trento", "Bologna" e
"Brescia", a sud la divisione paracadutisti "Folgore" alle spalle di Folgore vi era la divisione "Pavia"
e moltissime altre unità di difesa.)
La battaglia di svolse in quattro mesi circa, in due principali fasi distinte:
 Prima battaglia (Dal 1 al 27 luglio 1942).
Il 1º luglio Erwin Rommel decise di attaccare la linea difensiva britannica che però resistette, se
pur indebolita; il giorno successivo il comandante britannico Claude Auchinleck, contrattaccò gli
italo-tedeschi senza successo, si sviluppò quindi una situazione di stallo cui seguì una fase di
attacchi e contrattacchi (nessuno dei quali veramente decisivo), che si protrasse fino alla fine di
luglio senza nessun chiaro vincitore. Tuttavia sul campo Rommel non aveva ancora perso anche se
bloccato ad El Alamein da un avversario superiore sia per lo schieramento dei suoi uomini che dei
suoi mezzi.
 Seconda battaglia (23 ottobre - 4 novembre 1942)
Il 23 ottobre 1942 le truppe britanniche, sotto il comando del generale Montgomery, sferrarono
un decisivo attacco su El Alamein, le forze di Rommel, molto inferiori di numero però, inizialmente
riuscirono a contenere gli attacchi britannici.
Nei giorni successivi vi furono ancora numerosi attacchi e contrattacchi che non portarono ancora
risultati apprezzabili. Tuttavia, a seguito di questi ultimi le forze di Rommel si erano gravemente
assottigliate per la mancanza rifornimenti, al punto che alla fine di ottobre la forza effettiva di carri
armati a disposizione dell'Asse si era ridotta a sole 102 unità e a novembre ormai solo 35 carri
armati erano operativi e di conseguenza il 4 novembre dovette ordinare il ritiro che segnò una
svolta per guerra.
(Montgomery commentò: "Se gli italiani avessero avuto i nostri mezzi, avrebbero vinto").
Gli eserciti italiani furono gli eserciti con più coraggio perchè nonstante i grossi problemi come la
mancanza delle armi, dei mezzi di combattimento, delle grandi perdite di soldati e delle gravi
condizioni dell'equipaggio (rimasto senza viveri, senza acqua e continuamente minacciato da
rommel), cercarono di non mollare mai restando fedeli agli ordini di Mussolini e di Hitler.
La guerra fu vinta dalle armate britanniche, Churchill fu sollevato e capì più di tutti quanto fosse
stata decisiva questa vittoria nel deserto africano. Il risultato della guerra è quindi il frutto della
diversa valutazione della Campagna d'Africa: sottovalutata da Hitler e considerata fondamentale
da Churchill.
Gli anglo-americani dopo la vittoria iniziarono a invadere l'Italia con azioni di bombardamento
soprattutto nel sud; il 9 maggio iniziarono anche le operazioni verso lo sbarco a Pantelleria, la più
importante delle isole, che possedeva un porto utilizzabile dagli alleati, ma soprattutto una pista di
atterraggio che avrebbe dato una base aerea vicina alle future zone di sbarco in Sicilia.
FONTI: www.cronologia.leonardo.it
History
www.esercito.difesa.it
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