L’ età classica: il demos al governo Nel V secolo a. C. in Grecia ci fu uno sviluppo economico, politico e culturale soprattutto ad Atene e gli storici hanno definito questo periodo età classica. La forma di governo di Atene era la democrazia, cioè il potere era del popolo che comprendeva solo cittadini ateniesi liberi, mentre le donne e gli schiavi non avevano diritti politici. La democrazia ateniese si fondava sul principio che tutti i cittadini fossero uguali davanti alla legge (isonomia) e avessero pari diritto di intervenire nelle assemblee. Si trattava di una democrazia diretta, cioè ciascuno partecipava personalmente alle decisioni, senza dover eleggere dei propri rappresentanti. 1) Per età classica s’ intende sviluppo culturale, economico e politico avvenuto in Grecia nel V secolo a. C. 2) Il demos fu avvantaggiato dalla potenza marittima di Atene perché divenne fondamentale il ruolo dei cittadini imbarcati come marinai e rematori nelle navi. 3) Per democrazia ad Atene si intendeva il governo di quella parte della popolazione non nobile di nascita e perciò in precedenza era esclusa dal potere. 4) La democrazia ateniese aveva molti limiti: il diritto al voto era riservato a una minoranza degli abitanti della città, i cittadini maschi liberi mentre le donne e gli schiavi non avevano diritti politici. 5) La costituzione di Atene garantiva a tutti i cittadini maschi i diritti politici e riconosceva a tutti, uomini e donne i fondamentali diritti civili ed economici, garantiva a tutti l’incolumità personale, la protezione della legge, la libertà di lavorare, commerciare, possedere e amministrare proprietà. L’età di Pericle: l’organizzazione sociale ed economica. Pericle, capo del partito democratico, governò la città di Atene per oltre trent’anni dal 461 a.C. portandola al massimo sviluppo economico e culturale. Pericle apparteneva a una delle famiglie più ricche e di antica nobiltà; il suo programma politico mirava a consolidare il potere del demos; attraverso una politica estera aggressiva che faceva pagare agli alleati i tributi e il mantenimento della flotta garantendo così il benessere dei cittadini di Atene e una politica interna di riforme democratiche. Pericle modificò la costituzione di Clistere trasferendo gran parte dei poteri dell’areopago, che era composto da soli nobili, all’ecclesia e alla bulè dove tutti i cittadini erano rappresentati. Inoltre istituì la retribuzione delle cariche pubbliche per dare anche ai più poveri la possibilità di partecipare al governo della città. Per mettere al sicuro la città furono costruite Lunghe mura, che univano Atene al porto del Pireo; l’acropoli, parzialmente distrutta dai Persiani venne ricostruita e abbellita con nuovi edifici tra cui il Partendone, il tempio dedicato ad Atena protettrice della città. 1) Pericle governò la città di Atene per oltre trent’anni del 461 a. C. fino alla morte 429 a. C., era il capo del partito democratico ed era appoggiato dal demos. 2) Il suo programma politico mirava a consolidare il potere demos attraverso una politica estera aggressiva e una politica interna di riforme. 3) Pericle modificò la costituzione di Clistene trasferendo gran parte dei poteri dell’areopago all’ ecclesia e alla bulè. 4) In questo periodo furono innalzate le Lunghe mura, fu ricostruito l’acropoli, abbellita con nuovi edifici tra cui il Partendone. Queste costruzioni contribuirono non solo a dare gloria alla città, ma costituivano il motore dell’intera economia ateniese poiché tutti avevano lavoro: muratori, manovali e fabbri, pittori e scultori, mercanti e marinai per assicurare i rifornimenti delle materie prime. 5) In questo periodo vennero scritte le tragedie di Eschilio, Sofocle, Euripide e le commedie di Aristofane; opere rappresentate ancora oggi. Le donne, i meteci e gli schiavi nella società ateniese. Ad Atene gli uomini si occupavano della vita politica, degli affari e della guerra mentre le donne erano segregate in casa ad occuparsi dei lavori domestici e soprattutto ad allevare i figli. Le donne ateniesi non avevano diritti politici, ma solo diritti civili, esse avevano una situazione simile a quella degli stranieri che risiedevano ad Atene cioè i meteci, gli emigrati. Questi potevano esercitare diverse attività che gli permettevano di accumulare ricchezze. In cambio dovevano pagare una tassa per la residenza, contribuire alle spese pubbliche e combattere in caso di pericolo. Non potevano però possedere terreni, perché la proprietà era riservata solo a chi aveva la cittadinanza. Ben diversa era la condizione degli schiavi che si trovavano al livello più basso della società. Era un gruppo molto numeroso che svolgevano i lavori più diversi, dai più faticosi a quelli più delicati e importanti come medici, insegnanti, segretari. La maggioranza degli schiavi venivano catturati in guerra o rapiti dai pirati. Nell’antichità il commercio degli schiavi era molto importante e redditizia. Ad Atene fino alla riforma di Solone anche un cittadino poteva diventare schiavo per debiti. 1) Uomini e donne ad Atene conducevano due vite diverse: gli uomini si occupavano della vita politica, degli affari e della guerra mentre le donne erano segregate in casa ad occuparsi dei lavori domestici e soprattutto ad allevare i figli. 2) I meteci erano gli emigrati, essi potevano esercitare diverse attività come artigiani, commercianti, marinai, artisti e insegnanti. 3) I meteci dovevano pagare una tassa per la residenza, contribuire alla spese pubbliche e combattere in caso di pericolo. Non potevano possedere terreni e non avevano diritti politici. 4) Gli schiavi non avevano alcun diritto, essi svolgevano lavori faticosi o lavori importanti. 5) Ad Atene gli uomini liberi fino alla riforma di Solone potevano diventare schiavi per debiti.