Lettera aperta Caltanissetta 10

Studio Tecnico
Dott. Ing. Giorgio Bongiorno
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93100 Caltanissetta
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Lettera aperta
Caltanissetta 10.06.2008
Non è più tempo di deleghe.
Il Cittadino si convinca che deve difendersi il territorio ed organizzarsi con “comitati
apolitici” per vigilare su tutto ciò che in esso avviene, perché lo riguarda nell’intimo della sua
esistenza.
Questo il messaggio che il Gen.le Pappalardo ha voluto portare anche a Caltanissetta al
S.Michele basato su esperienze dirette vissute nell’arco della Sua vasta attività di tutore della legge.
Una visione capovolta rispetto ai nostri abituali comportamenti e rispetto alla normativa del
settore che risale non a caso agli anni 30, per la quale ogni dinamica deve avere impulso dall’alto e
cioè dai vertici del potere.
Decisamente la soluzione più democratica del secolo per una convivenza sociale che è
derivata dalla visione che la gente ha della “strada”, fedelmente riportata alle autorità competenti.
Può stupire certamente il fatto che questo messaggio popolare ci pervenga da un uomo che
chiunque immaginerebbe “autoritario”, ma solo riflettendo ci accorgiamo che dietro questa strategia
c’è un grande artista dell’armonia.
Il messaggio è rivolto a tutti, ma sopratutto anche ai responsabili storici, politici ed
organizzatori della azione sul territorio che risultano così investiti da questa novità di antico sapore
popolare.
Anche Leone XIII agli inizi del secolo scorso con la sua enciclica Rerum Novarum voleva
richiamare le coscienze all’Associazionismo spontaneo, derivandolo da una visione Evangelica del
popolo dei Battezzati (..che si dicono gli uni agli altri seduti sulla pubblica via), Enciclica sepolta
per un secolo dagli eventi bellici e da una conflittualità corporativistica.
Oggi è arrivato il momento di riconsiderare, dice Pappalardo, che esistono valori e pericoli
senza distinzioni e l’autentica autorità non si deve ripiegarsi su se stessa, cioè sui poteri forti, ma
spinta dal “basso” deve seguire il debole, soprattutto in una Sicilia in cui la “Sicurezza e la
Legalità” vanno guardate come unica realtà collaborante, anche se con variopinte differenze.
Questo il tema riassunto in due parole, solo apparentemente semplici, che si coniugano e si
inseguono per convivere e verso le quali la Sicilia ha sempre mostrato rispetto, con una costante
aspirazione ad assaporare quella dolce sensazione, che affiora anche negli animi di chi lavora
sentendosi “sicuro” in una società ordinata.
E’ innegabile infatti che soltanto questa realtà ci induce a fare le scelte giuste nel rispetto
reciproco collettivo e nel rispetto degli immancabili sacrifici individuali, cui ognuno di noi
giornalmente deve andare incontro con coraggio.
Peraltro oggi un sentimento coraggioso, se non è diffuso, non basta a costruire
complessivamente la necessaria “economia” del cambiamento, che ci vedrà inevitabilmente sempre
più impegnati a confrontarci in una nuova visione della società, allargata ed ormai per definizione
“globalizzata”, che perciò necessita anche di formazione culturale crescente.
Se di conseguenza si deve porre l’attenzione allo “sviluppo”, va ribadito che questo non può
che germogliare in un contesto sociale sempre più ricco di coraggio cultura e rispetto, saldate
insieme con equilibrio.
Per queste ragioni il nuovo corso della vita sociale deve vederci tutti impegnati in una gara
verso il futuro, con nuove strategie attuative in modo che la vittoria divenga avvio della sicurezza
collettiva e condivisa di cui la legalità è il binario, obiettivi per i quali non ci si può limitare ad
atteggiamenti critici o repressivi, ma di contro spingerci a partecipare a questo viaggio di civiltà
con il nostro “bagaglio”.
Giorgio Bongiorno
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