SETE di PAROLA
XIX Settimana del Tempo Ordinario
dal 9 al 15 AGOSTO 2015
VANGELO del GIORNO
COMMENTO
PREGHIERA
IMPEGNO
Domenica, 9 agosto 2015
Santa Teresa Benedetta della Croce, vergine e martire
Patrona d’Europa
Liturgia della Parola
1Re 19,4-8; Sal 33; Ef 4,30-5,2; Gv 6,41-51
LA PAROLA DEL SIGNORE
…È ASCOLTATA
In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro
Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal
cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non
conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal
cielo”?».Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me,
se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo
giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha
ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno
abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in
verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri
padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che
discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo,
disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che
io darò è la mia carne per la vita del mondo».
…È MEDITATA
Il verbo di questo Vangelo è
«mangiare».
Così
semplice,
quotidiano, vitale. Che indica cento
cose, ma la prima è vivere.
Mangiare è questione di vita o di
morte. Dio è così: una questione di
fondo. Ne va della tua vita. Il
segreto, il senso ultimo nel tempo e
nell'eterno è vivere di Dio. Non
solo diventare più buono, ma avere
Dio dentro, che mi trasforma nel
cuore, nel corpo, nell'anima, mi
trasforma in lui. Partecipare al
corpo e al sangue di Cristo non
tende ad altro che a trasformarci in
quello che riceviamo (Leone
Magno). Mi ha molto colpito un
anziano sacerdote francese che
porgendo il pane della comunione
soleva dire: che possiamo diventare
ciò che riceviamo, il corpo di
Cristo.
Dio in me: il mio cuore lo assorbe,
lui assorbe il mio cuore, e
diventiamo una cosa sola. Ed è il
senso di tutta la storia: portare cielo
nella terra, Dio nell'uomo, vita
immensa in questa vita piccola.
Molto più del perdono dei peccati è
venuto a portare: è venuto a dare se
stesso.
Mangiare la carne e il sangue di
Cristo, non si riduce però al rito
della Messa. Il corpo di Cristo non
sta solo sull'altare, del suo Spirito è
piena la terra, Dio si è vestito
d'umanità, al punto che l'umanità
intera è la carne di Dio. Infatti:
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quello che avete fatto a uno di
questi l'avete fatto a me. «Mangiare
il pane di Dio» è nutrirsi di Cristo e
di Vangelo, respirare quell'aria
pulita, mangiare quel pane buono,
continuamente.
Domandiamoci
allora: noi di che cosa ci nutriamo?
Di che cosa alimentiamo cuore e
pensieri?
Stiamo
mangiando
generosità, bellezza, profondità? O
stiamo nutrendoci di superficialità,
miopie,
egoismi, intolleranze,
insensatezze? Se accogliamo in noi
pensieri degradati questi ci
riducono come loro; se accogliamo
pensieri di vangelo, di bontà e di
bellezza essi ci fanno uomini e
donne
della
bellezza.
------------------------------------------Se ci nutriamo di Vangelo, il
Vangelo dà forma al nostro
pensare, al sentire, all'amare. E
diventiamo ciò che ci abita.
Non basterà questa vita forse, ma
lui ha promesso. Ha promesso e io
lo credo. Sono convinto che lo
diverrò: una cosa sola con lui
…È PREGATA
Apri, Signore, le nostre orecchie e il nostro cuore alla Tua Parola. Illumina la
nostra mente a comprendere quale sia veramente ‘il cibo per la vita del mondo’.
…MI IMPEGNA
Riflettiamo su come viviamo i nostri giorni: se realmente abbiamo fame del
Pane della Vita, se abbiamo fame del ‘pane disceso dal cielo’.
Lunedì, 10 agosto 2015
SAN LORENZO, diacono e martire- Fin dai primi secoli del
cristianesimo, Lorenzo viene generalmente raffigurato come un giovane
diacono rivestito della dalmatica, con il ricorrente attributo della graticola
o, in tempi più recenti, della borsa del tesoro della Chiesa romana da lui
distribuito, secondo i testi agiografici, ai poveri. Gli agiografi sono
concordi nel riconoscere in Lorenzo il titolare della necropoli della via
Tiburtina a Roma È certo che Lorenzo è morto per Cristo probabilmente sotto l'imperatore
Valeriano, ma non è così certo il supplizio della graticola su cui sarebbe stato steso e bruciato. Il
suo corpo è sepolto nella cripta della confessione di san Lorenzo insieme ai santi Stefano e
Giustino. I resti furono rinvenuti nel corso dei restauri operati da papa Pelagio II.
Liturgia della Parola
LA PAROLA DEL SIGNORE
2Cor 9,6-10; Sal 111; Gv 12,24-26
…È ASCOLTATA
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se il
chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore,
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produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria
vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole
servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve
me, il Padre lo onorerà».
…È MEDITATA
Prega per noi, oggi, il martire
Lorenzo, diacono della chiesa di
Roma che ha donato la sua vita per
Cristo e per i fratelli. Il suo amore
ha illuminato la storia della Chiesa.
Il chicco di grano caduto in terra
che muore per portare frutto è Gesù
stesso, turbato dall'arrivo di Filippo
che gli chiede di vedere dei greci,
misterioso segno, per Gesù, che
ormai la sua opera è compiuta. E,
dopo di lui, migliaia di uomini e
donne l'hanno seguito nel dono di
sé fino allo spargimento di sangue.
Uomini e donne come noi, né eroi,
né fanatici, amanti della vita, come
noi, ma non disposti a rinnegare la
propria fede e, perciò, consapevoli
che Cristo vale più della vita.
Uomini e donne del passato, ma
anche del presente recente. Studi
recenti ci dicono che, dall'origine
del cristianesimo ad oggi, quaranta
milioni di cristiani sono stati uccisi
ma, di questi, venticinque milioni
nel "luminoso" ventesimo secolo!
Nei gulag sovietici, nei campi
nazisti, nelle foreste africane,
milioni di uomini e donne hanno
donato il proprio seme per la
rinascita di un mondo pacificato.
Tertulliano, un padre della Chiesa,
diceva che il sangue dei martiri è
semenza per i nuovi cristiani. Noi,
discepoli da poltrona e pantofole,
dobbiamo la nostra fede alla
testimonianza di fratelli e sorelle
che, come Lorenzo, hanno dato
tutta la loro vita per il Regno.
------------------------------------------Il martirio è una grazia di Dio che
non credo di meritare. Ma se Dio
accetta il sacrificio della mia vita, il
mio sangue sia seme di libertà e
segno che la speranza sarà presto
realtà. La mia morte, se Dio
l'accetta, sia per la libertà del mio
popolo e sia una testimonianza di
speranza per il futuro.
Beato Mons. O. A. Romero
…È PREGATA
Santa Maria, donna coraggiosa, tu che sul Calvario, pur senza morire hai
conquistato la palma del martirio, rincuoraci col tuo esempio a non lasciarci
abbattere dalle avversità. Aiutaci a portare il fardello delle tribolazioni
quotidiane, non con l'anima dei disperati, ma con la serenità di chi sa di essere
don Tonino Bello
custodito nel cavo della mano di Dio.
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…MI IMPEGNA
Imprimi, Signore, nei nostri cuori sentimenti di fede, speranza, di carità, di
dolore dei nostri peccati e portaci a pentirci per i nostri peccati che ti hanno
crocifisso. Portaci a trasformare la nostra conversione fatta di parole, in
conversione di vita e di opere. Portaci a custodire in noi un ricordo vivo del tuo
Volto sfigurato, per non dimenticare mai l'immane prezzo che hai pagato per
liberarci. Gesù crocifisso, rafforza in noi la fede che, non crolli di fronte alla
tentazioni; ravviva in noi la speranza, che non si smarrisca seguendo le
seduzioni del mondo; custodisci in noi la carità che non si lasci ingannare dalla
corruzione e dalla mondanità. Insegnaci che la Croce è via alla Risurrezione .
Papa Francesco – Via Crucis 2015
Martedì, 11 agosto 2015
Santa Chiara, vergine - Ha appena dodici anni Chiara, nata nel
1194 dalla nobile e ricca famiglia degli Offreducci, quando Francesco
d'Assisi compie il gesto di spogliarsi di tutti i vestiti per restituirli al
padre Bernardone. Conquistata dall'esempio di Francesco, la giovane
Chiara sette anni dopo fugge da casa per raggiungerlo alla Porziuncola. Il
santo le taglia i capelli e le fa indossare il saio francescano, per poi
condurla al monastero benedettino di S.Paolo, a Bastia Umbra, dove il
padre tenta invano di persuaderla a ritornare a casa. Si rifugia allora nella Chiesa di San
Damiano, in cui fonda l'Ordine femminile delle «povere recluse» (chiamate in seguito Clarisse)
di cui è nominata badessa e dove Francesco detta una prima Regola. Chiara scrive
successivamente la Regola definitiva chiedendo ed ottenendo da Gregorio IX il «privilegio della
povertà». Per aver contemplato, in una Notte di Natale, sulle pareti della sua cella il presepe e i
riti delle funzioni solenni che si svolgevano a Santa Maria degli Angeli, è scelta da Pio XII quale
protettrice della televisione. Erede dello spirito francescano, si preoccupa di diffonderlo,
distinguendosi per il culto verso il SS. Sacramento che salva il convento dai Saraceni nel 1243.
Liturgia della Parola
Dt 31,1-8; Cant. Dt 32; Mt 18,1-5.10.12-14
LA PAROLA DEL SIGNORE
…È ASCOLTATA
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più
grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo
a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete
come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà
piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi
accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i
loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.
Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non
lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In
verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le
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novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è
nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».
…È MEDITATA
Quanto è diverso Dio da come ce lo
immaginiamo! Quanto ci mette i
brividi leggere pagine come questa!
All'epoca di Gesù nella cultura
ebraica, e non solo, il bambino era
considerato come un non-ancora
uomo, non era certo al centro
dell'attenzione: doveva prestare
aiuto alla famiglia quanto prima ed
era affidato alle donne. Gli uomini
(anche i padri!) erano infastiditi
dalla presenza dei bambini.
All'epoca di Gesù, e non solo, un
pastore che avesse dovuto passare
lunghe ore alla ricerca di una
pecora perduta se mai l'avesse
ritrovata, l'avrebbe caricata di
bastonate per ricondurla a casa,
furente per il prezioso tempo
perduto. Dio, invece, chiede di
imitare i bambini e prende sulle
proprie spalle la pecora che si è
perduta per non farla affaticare... Ci
spiazza, Dio, ci chiede di cambiare
logica, di assumere un'altra
prospettiva, un altro sguardo. Dio
vuole che ci salviamo, che nulla
vada perduto. E ci indica il modo
per vivere: imitando i bambini. Non
nel senso di essere infantili, ma di
essere donati, di essere, e sentirci,
affidati, come solo un bambino
riesce a fare. E quell'infanzia
interiore la possiamo coltivare,
lasciar crescere, far emergere,
perché ci conduca alla piena
conoscenza di Dio.
------------------------------L’amore di lui rende felici, la
contemplazione
ristora,
la
benignità ricolma. La soavità di lui
pervade tutta l’anima, il ricordo
brilla dolce nella memoria. Al suo
profumo i morti risorgono e la
gloriosa visione di lui formerà la
felicità
dei
cittadini
della
Gerusalemme celeste. Lasciati,
dunque, o regina sposa del celeste
Re,
bruciare
sempre
più
fortemente da questo ardore di
SANTA CHIARA
carità!
…È PREGATA
Padre santo, hai chiamato la vergine Chiara a camminare, come pellegrina e
forestiera in questa terra, nella via della beatitudine, verso la Gerusalemme del
cielo. Dona anche a noi di desiderare ardentemente la dimora celeste dove, colmi
di gioia e di pace, potremo lodare il tuo nome per sempre..
…MI IMPEGNA
SANTA CHIARA:
Non ti abbaglino gli splendori del mondo, che passa
come ombra. Non ti sorprendano le vuote immagini di questo mondo
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ingannatore; chiudi le tue orecchie ai sibili dell’inferno e spezza da forte le sue
tentazioni. Sostieni di buona voglia le avversità, e la superbia non rigonfi il tuo
cuore nelle cose prospere; queste ti richiamano alla tua fede, quelle la
richiedono. Rendi fedelmente a Dio quello che hai promesso con voto, ed Egli ti
darà la ricompensa. Alza i tuoi occhi al cielo, o carissima, poiché è un invito per
noi, e prendi la croce e segui Cristo che ci precede. Poiché dopo molte e varie
tribolazioni, è Lui che ci introdurrà nella sua gloria. Ama con tutto il cuore Dio,
e Gesù, suo Figlio crocifisso per noi peccatori, e non cada mai dalla tua mente il
ricordo di Lui. Medita senza stancarti il mistero della croce e i dolori della
Madre ritta ai piedi della croce. Sii sempre attenta e vigile nella preghiera. Porta
alla sua consumazione il bene che hai incominciato, e adempi il mistero che hai
abbracciato in santa povertà e in umiltà sincera .
Mercoledì, 12 agosto 2015
Liturgia della Parola
Dt 34,1-12; Sal 65; Mt 18,15-20
LA PAROLA DEL SIGNORE
…È ASCOLTATA
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una
colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai
guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due
persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se
poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la
comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto
quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che
scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se due
di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il
Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti
nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».
…È MEDITATA
Quanto è difficile perdonare!
Durante le nostre giornate siamo
continuamente messi alla prova sul
perdono:
litigi,
discussioni,
disaccordi,
malintesi,
incomprensioni talvolta pesanti,
oscurano la nostra mente togliendo
in noi il desiderio e la possibilità di
perdonare o farmi perdonare. Il
Signore nel suo tempo parlava con i
discepoli, di certo prevedendo che
le sue parole sarebbero servite
anche a noi, oggi. Far accrescere
dentro ognuno di noi la gioia del
perdono, andare incontro all’altro
per riconciliarmi, non perdere le
speranze di poter ritornare indietro
e riaprire con quel fratello i miei
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“Dove sono due o tre riuniti nel
mio nome, io sono in mezzo a
loro”: questa è la ragione del nostro
‘sforzo’ di riconciliazione col
prossimo. Sentirci uniti con l’altro
nella preghiera per sentire la
presenza di Dio in mezzo a noi. E
la preghiera ci darà la necessaria
forza che ci serve per imparare a
donarci sempre all’altro, anche
quando ci sembra inutile o lo
sentiamo lontano: in quel prossimo
c’è Gesù.
-----------------------------------------I veri amici
vedono i tuoi errori
e ti avvertono;
i falsi amici
vedono allo stesso modo
i tuoi errori
e li fanno notare agli altri.
rapporti. Gesù ci dice che non
siamo noi a dover escludere dalla
nostra vita chi ha commesso una
colpa verso di noi, ma provare in
qualsiasi maniera a ricominciare.
Dobbiamo sentirci pronti ad
abbattere
quel
carico
di
risentimenti, di tensioni, di offese,
di rabbia, scatenate da qualsiasi
reazione o ragione, per andargli
incontro. Non limitarci ad una
possibilità
di
riconciliazione,
provare
e
riprovare
per
ricongiungere il legame, per restare
uniti sempre, non solo nella nostra
vita terrena, ma anche in quella che
và oltre. Tanto forte deve essere la
nostra voglia di perdonare, che
dobbiamo essere capaci perfino di
pregare per quella persona verso la
quale
non
proviamo
buoni
sentimenti o magari già odiamo.
…È PREGATA
Oh! Signore, fa di me uno strumento della tua pace:
dove è odio, fa ch'io porti amore,
dove è offesa, ch'io porti il perdono,
dove è discordia, ch'io porti la fede,
dove è l'errore, ch'io porti la Verità,
dove è la disperazione, ch'io porti la speranza.
San Francesco d'Assisi
…MI IMPEGNA
PAPA FRANCESCO: Occorre anzitutto evitare il clamore della cronaca e il
pettegolezzo della comunità – questa è la prima cosa, evitare questo -. «Va’ e
ammoniscilo fra te e lui solo». L’atteggiamento è di delicatezza, prudenza,
umiltà, attenzione nei confronti di chi ha commesso una colpa, evitando che le
parole possano ferire e uccidere il fratello. Perché, voi sapete, anche le parole
uccidono! Quando io sparlo, quando io faccio una critica ingiusta, quando io
“spello” un fratello con la mia lingua, questo è uccidere la fama dell’altro!
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Anche le parole uccidono. Facciamo attenzione a questo. Nello stesso tempo
questa discrezione di parlargli da solo ha lo scopo di non mortificare
inutilmente il peccatore. Si parla fra i due, nessuno se ne accorge e tutto è finito.
È alla luce di questa esigenza che si comprende anche la serie successiva di
interventi. Lo scopo è quello di aiutare la persona a rendersi conto di ciò che ha
fatto, e che con la sua colpa ha offeso non solo uno, ma tutti. Ma anche di
aiutare noi a liberarci dall’ira o dal risentimento, che fanno solo male:
quell’amarezza del cuore che porta l’ira e il risentimento e che ci portano ad
insultare e ad aggredire. E’ molto brutto vedere uscire dalla bocca di un
cristiano un insulto o una aggressione. E’ brutto. Capito? Niente insulto!
Insultare non è cristiano.
Giovedì, 13 agosto 2015
Liturgia della Parola
Gs 3,7-10a.11.13-17; Sal 113A; Mt 18,21-19,1
LA PAROLA DEL SIGNORE
…È ASCOLTATA
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello
commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette
volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta
volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i
conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu
presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in
grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i
figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a
terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”.
Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il
debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli
doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci
quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo:
“Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece
gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che
accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al
loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e
gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi
hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io
ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini,
finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste
farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».
Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della
Giudea, al di là del Giordano.
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…È MEDITATA
Il vangelo di oggi ci introduce nel
difficile discorso sul perdono:
siamo chiamati a perdonare come
Dio perdona, siamo chiamati a
perdonare perché noi per primi
siamo stati perdonati. Il discepolo
scopre di essere perdonato dal
Padre senza condizioni e questa
scoperta lo riempie di meraviglia e
lo rende capace, a sua volta, di
perdonare oltre ogni ragionamento
umano. Non perdoniamo perché
siamo migliori, né perdoniamo
perché l'altro cambi in conseguenza
al nostro perdono. Perdoniamo
perché l'odio uccide noi che lo
proviamo, non la persona verso cui
lo indirizziamo! Perdoniamo per
imitare il Padre, perdoniamo perché
siamo tutti debitori gli uni verso gli
altri e il perdono ci rende liberi. Il
perdono non cancella il ricordo,
non è un'amnesia. A volte si dice:
perdono ma non dimentico. È ovvio
che sia così! Se una persona ha
rovinato la mia vita, il solo vederla
mi scuote e mi fa soffrire. Il
perdono non cancella l'esigenza
della giustizia, ma non fa della
giustizia un idolo. Pietro, e noi,
siamo invitati ad imitare il padrone
che condona il nostro debito
immenso e perdonare coloro che a
noi devono soltanto pochi soldi.
PAPA FRANCESCO AI CARCERATI
(SANTA CRUZ – BOLIVIA)
Chi c’è davanti a voi? Potreste
domandarvi. Vorrei rispondere alla
domanda con una certezza della
mia vita, con una certezza che mi
ha segnato per sempre. Quello che
sta davanti a voi è un uomo
perdonato. Un uomo che è stato
ed è salvato dai suoi molti peccati.
Ed è così che mi presento. Non ho
molto da darvi o offrirvi, ma quello
che ho e quello che amo, sì, voglio
darvelo, voglio condividerlo: è
Gesù, Gesù Cristo, la misericordia
del Padre. Egli è venuto a
mostrarci, a rendere visibile
l’amore che Dio ha per noi. Per te,
per te, per te, per me. Un amore
attivo, reale. Un amore che ha
preso sul serio la realtà dei suoi. Un
amore che guarisce, perdona,
rialza, cura. Un amore che si
avvicina e restituisce dignità. Una
dignità che possiamo perdere in
molti modi e forme. Ma Gesù è un
ostinato in questo: ha dato la vita
per questo, per restituirci l’identità
perduta. Per rivestirci con tutta la
sua forza di dignità.
…È PREGATA
Signore, dammi la forza di riuscire a perdonare perché il mio piccolo mondo
possa essere un mondo di pace. Perdona tutti i momenti di poca fede
e le ingiustizie di questo giorno. Aiutami a perdonare tutti coloro
che sono stati ingiusti con me.
10
…MI IMPEGNA
Tu ci perdoni sempre. Tu ci dai sempre la possibilità di essere nuovi e di
ricominciare da capo. Allora anche noi dobbiamo perdonare gli amici che ci
lasciano, a quelli che parlano male di noi, a quelli che non mantengono gli
impegni presi insieme. Tu ci perdoni sempre. Allora nessuno deve mai
«chiudere» con un fratello. Mai disperare che il bene la spunti sui difetti. Allora
mai dobbiamo aspettare che incomincino gli altri. Tu ci perdoni sempre. Allora
nessuno di noi deve mai stancarsi di ricominciare, di ridare fiducia, di risalire la
(don Tonino Lasconi)
china delle delusioni.
Venerdì, 14 agosto 2015
San Massimiliano Maria Kolbe, sacerdote e martire
- Massimiliano Maria Kolbe nasce nel 1894 a Zdunska-Wola, in
Polonia. Entra nell'ordine dei francescani e, mentre l'Europa si avvia a
un secondo conflitto mondiale, svolge un intenso apostolato missionario
in Europa e in Asia. Ammalato di tubercolosi, Kolbe dà vita al
«Cavaliere dell'Immacolata», periodico che raggiunge in una decina
d'anni una tiratura di milioni di copie. Nel 1941 è deportato ad
Auschwitz. Qui è destinato ai lavori più umilianti, come il trasporto dei cadaveri al crematorio.
Nel campo di sterminio Kolbe offre la sua vita di sacerdote in cambio di quella di un padre di
famiglia, suo compagno di prigionia. Muore pronunciando «Ave Maria». Sono le sue ultime
parole, è il 14 agosto 1941. Giovanni Paolo II lo ha chiamato «patrono del nostro difficile secolo».
La sua figura si pone al crocevia dei problemi emergenti del nostro tempo: la fame, la pace tra i
popoli, la riconciliazione, il bisogno di dare senso alla vita e alla morte.
Liturgia della Parola
LA PAROLA DEL SIGNORE
Gs 24,1-13; Sal 135; Mt 19,3-12
…È ASCOLTATA
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e
gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi
motivo?». Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece
maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e
si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più
due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha
congiunto». Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto
di ripudio e di ripudiarla?». Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore
Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così.
Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione
illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio». Gli dissero i suoi
discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non
conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma
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solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così
dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli
uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi
può capire, capisca».
…È MEDITATA
matrimonio. La decisione di
“sposarsi nel Signore” contiene
anche una dimensione missionaria,
che significa avere nel cuore la
disponibilità a farsi tramite della
benedizione di Dio e della grazia
del Signore per tutti. Infatti gli
sposi
cristiani
partecipano in
quanto sposi alla missione della
Chiesa. Ci vuole coraggio per
questo! Perciò quando io saluto i
novelli sposi, dico: “Ecco i
coraggiosi!”, perché ci vuole
coraggio per amarsi così come
Cristo ama la Chiesa.
La celebrazione del sacramento non
può
lasciar
fuori
questa
corresponsabilità
della
vita
familiare nei confronti della grande
missione di amore della Chiesa. E
così la vita della Chiesa si
arricchisce ogni volta della bellezza
di questa alleanza sponsale, come
pure si impoverisce ogni volta che
essa viene sfigurata. La Chiesa, per
offrire a tutti i doni della fede,
dell’amore e della speranza, ha
bisogno anche della coraggiosa
fedeltà degli sposi alla grazia del
loro sacramento! Il popolo di Dio
ha bisogno del loro quotidiano
cammino nella fede, nell’amore e
nella speranza, con tutte le gioie e
le fatiche che questo cammino
PAPA FRANCESCO:
Il sacramento del matrimonio è un
grande atto di fede e di amore:
testimonia il coraggio di credere
alla bellezza dell’atto creatore di
Dio e di vivere quell’amore che
spinge ad andare sempre oltre, oltre
sé stessi e anche oltre la stessa
famiglia. La vocazione cristiana ad
amare senza riserve e senza misura
è quanto, con la grazia di Cristo, sta
alla base anche del libero consenso
che costituisce il matrimonio.
La Chiesa stessa è pienamente
coinvolta nella storia di ogni
matrimonio cristiano: si edifica
nelle sue riuscite e patisce nei suoi
fallimenti.
Ma
dobbiamo
interrogarci con serietà: accettiamo
fino in fondo, noi stessi, come
credenti e come pastori anche
questo legame indissolubile della
storia di Cristo e della Chiesa con
la storia del matrimonio e della
famiglia umana? Siamo disposti ad
assumerci
seriamente
questa
responsabilità, cioè che ogni
matrimonio
va
sulla
strada
dell’amore che Cristo ha con la
Chiesa? E’ grande questo!
In questa profondità del mistero
creaturale, riconosciuto e ristabilito
nella sua purezza, si apre un
secondo grande orizzonte che
caratterizza il sacramento del
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comporta in un matrimonio e in una
famiglia.
La rotta è così segnata per sempre,
è la rotta dell’amore: si ama come
ama Dio, per sempre. Cristo non
cessa di prendersi cura della
Chiesa: la ama sempre, la
custodisce sempre, come se stesso.
Cristo non cessa di togliere dal
volto umano le macchie e le rughe
di ogni genere. E’ commovente e
tanto bella questa irradiazione della
forza e della tenerezza di Dio che si
trasmette da coppia a coppia, da
famiglia a famiglia. Ha ragione san
Paolo: questo è proprio un “mistero
grande”!
Uomini
e
donne,
coraggiosi abbastanza per portare
questo tesoro nei “vasi di creta”
della nostra umanità, sono - questi
uomini e queste donne così
coraggiosi - sono una risorsa
essenziale per la Chiesa, anche per
tutto il mondo! Dio li benedica
mille volte per questo!
------------------------------------------La testimonianza più persuasiva
della benedizione del matrimonio
cristiano è la vita buona degli sposi
cristiani e della famiglia. Non c’è
modo migliore per dire la bellezza
del sacramento! Il matrimonio
consacrato da Dio custodisce quel
legame tra l’uomo e la donna che
Dio ha benedetto fin dalla
creazione del mondo; ed è fonte di
pace e di bene per l’intera vita
coniugale e familiare.
…È PREGATA
Santa Famiglia di Nazareth, rendi anche le nostre famiglie luoghi di comunione
e cenacoli di preghiera, autentiche scuole del Vangelo e piccole Chiese
domestiche. Santa Famiglia di Nazareth, mai più nelle famiglie si faccia
esperienza di violenza, chiusura e divisione: chiunque è stato ferito o
scandalizzato conosca presto consolazione e guarigione. Santa Famiglia di
Nazareth, il prossimo Sinodo dei Vescovi possa ridestare in tutti la
consapevolezza del carattere sacro e inviolabile della famiglia, la sua bellezza nel
progetto di Dio.
PAPA FRANCESCO
…MI IMPEGNA
San Massimiliano Maria Kolbe, sacerdote e martire…era
*
ardente di amore per la Vergine Immacolata,
*
interamente dedito alla missione apostolica e al servizio eroico
del prossimo,
*
infiammato dal fuoco della carità.
E io?...
13
Sabato, 15 agosto 2015
ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA
Rallegriamoci tutti nel Signore,
in questa solennità della Vergine Maria;
della sua Assunzione gioiscono gli angeli
e lodano il Figlio di Dio.
L'Immacolata Vergine, preservata immune da ogni colpa originale, finito il corso della sua vita,
fu assunta alla celeste gloria in anima e corpo e dal Signore esaltata quale regina dell'universo,
perché fosse più pienamente conforme al Figlio suo, Signore dei dominanti e vincitore del peccato
e della morte'. (Conc. Vat. II, 'Lumen gentium', 59). L'Assunta è primizia della Chiesa celeste e
segno di consolazione e di sicura speranza per la chiesa pellegrina. La 'dormitio Virginis' e
l'assunzione, in Oriente e in Occidente, sono fra le più antiche feste mariane. Questa antica
testimonianza liturgica fu esplicitata e solennemente proclamata con la definizione dommatica di
Pio XII nel 1950.
Liturgia della Parola
Ap 11,19; 12,1-6.10; Sal 44; 1Cor 15,20-26; Lc 1,39-56
LA PAROLA DEL SIGNORE
…È ASCOLTATA
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una
città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena
Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu
fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la
madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai
miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei
che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in
Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi
tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me
l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua
misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai
troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i
ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua
misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua
discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a
casa sua.
…È MEDITATA
Ferragosto: il cuore dell'estate, la
festa più grande delle vacanze. Per
noi, però, ricorda la festa
dell'Assunzione di Maria, che ci
richiama all'opera di Dio in Maria
di Nazareth, discepola del Signore.
Bella festa, quella di oggi, che
porta con sé un rischio: quello di
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sottolineare
le
così
tante
straordinarietà della madre di Gesù
dal finire coll'allontanarla anni luce
dalla (povera) concretezza della
nostra vita. Insomma: il più grande
torto che possiamo fare a Maria è
quello di metterla in una nicchia e
incoronarla! Da ridere, al solito:
(vuoi punto e virgola o due punti?)
il Signore ci dona una discepola
esemplare, una donna che, per
prima, ha scoperto il volto del Dio
incarnato, e noi subito a metterla
sul piedistallo, santa stratosferica
da invocare nei momenti di
sofferenza... Per favore: no! Maria
ci è donata come sorella nella fede,
come discepola del Signore, come
madre dei discepoli. Questa è la
festa dell'Assunzione, la storia di
una discepola che ha creduto
davvero nella Parola del suo Dio,
che insegna a noi, tiepidi credenti,
l'ardire
di
Dio,
la
follia
dell'Assoluto. Noi crediamo che
questa donna, prima tra i credenti,
dopo la sua lunga esperienza di una
fede abitata dal Mistero, è andata al
Dio che l'aveva chiamata. Non
poteva conoscere la corruzione
della morte colei che aveva dato
alla luce l'autore della vita. Siamo
in buona compagnia, amici! Grandi
cose ha fatto Dio in Maria: grandi
cose può fare in noi, se lo lasciamo
fare.
---------------------------------------Un cristiano senza la Madonna è
orfano. Anche un cristiano senza
Chiesa è un orfano». «Un cristiano
ha bisogno di queste due donne,
due donne madri, due donne
vergini: la Chiesa e la Madonna. E
per fare il "test" di una vocazione
cristiana
giusta,
bisogna
domandarsi: "Come va il mio
rapporto con queste due Madri che
ho?", con la madre Chiesa e con la
madre Maria. Questo non è un
pensiero di "pietà", no, è teologia
pura. Questa è teologia. Come va il
mio rapporto con la Chiesa, con la
mia madre Chiesa, con la santa
madre Chiesa gerarchica? E come
va il mio rapporto con la Madonna,
che è la mia Mamma, mia Madre?».
Papa Francesco
…È PREGATA
Dio onnipotente ed eterno, che hai innalzato alla gloria del cielo in corpo e
anima l’immacolata Vergine Maria, madre di Cristo tuo Figlio, fa’ che
viviamo in questo mondo costantemente rivolti ai beni eterni, per condividere
la sua stessa gloria.
…MI IMPEGNA
Nella festa di Maria Vergine assunta in cielo, e per sua intercessione, i
nostri cuori, ardenti del tuo amore, aspirino continuamente a te.
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PREGHIERA A MARIA
PAPA FRANCESCO
Maria, donna dell’ascolto, rendi aperti i nostri orecchi; fa’ che sappiamo
ascoltare la Parola del tuo Figlio Gesù tra le mille parole di questo mondo; fa’
che sappiamo ascoltare la realtà in cui viviamo, ogni persona che incontriamo,
specialmente quella che è povera, bisognosa, in difficoltà.
Maria, donna della decisione, illumina la nostra mente e il nostro cuore,
perché sappiamo obbedire alla Parola del tuo Figlio Gesù, senza
tentennamenti; donaci il coraggio della decisione, di non lasciarci trascinare
perché altri orientino la nostra vita.
Maria, donna dell’azione, fa’ che le nostre mani e i nostri piedi si muovano “in
fretta” verso gli altri, per portare la carità e l’amore del tuo Figlio Gesù, per
portare, come te, nel mondo la luce del Vangelo. Amen.
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