27, 28 e 29 Giugno 2008
BARI - ARENA DELLA VITTORIA
Il 22 settembre 2007 partiva al Demodé di Bari il progetto CUBE. Un gruppo di aziende, un gruppo di
persone, che mettono in sharing le proprie esperienze per creare un nuovo spazio. Spazio alla musica, alle
idee, alla creatività.
Dopo una stagione di eventi, dai meeting per le band emergenti ai grandi nomi (vedi Caparezza, Après la
Classe, Linea 77, Baustelle, Roy Paci e molti altri), CUBE rilancia con il CUBE FESTIVAL.
2 giorni di musica e 1 giorno dedicato allo sport. Grandi nomi della scena italiana e nuove promesse. Un
calendario ricco ed intenso ed un ticket assolutamente accessibile. Grazie all’ottimo lavoro di gruppo tra la
produzione, gli sponsor e le Amministrazioni.
CUBE CONTEST
Le selezioni del CUBE CONTEST si sono concluse e sono stati annunciati i nomi che accedono alla fase
conclusiva del concorso per band emergenti di tutta Italia. Cinque gruppi sono stati selezionati grazie al
coinvolgimento di una commissione artistica di ben 20 addetti ai lavori, mentre il sesto è stato eletto
attraverso un sondaggio su Myspace di eccezionale riscontro: in 48 ore, infatti, hanno votato 1780 utenti e
c’è stato un incremento di ben 8000 unità al numero di iscritti al sito.
Alla luce di quanto detto, dopo aver ascoltato 594 cd e aver effettuato tre diverse sessioni di selezione, ecco
il calendario del festival con i finalisti del contest:
Giorno 1 : 27 giugno
Giorno 2 : 28 giugno
-
Astenia (ROMA)
-
Nena And The Superyeahs (Bergamo)
-
Loud! Saturday (ROMA)
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Soviet Ladies (Padova)
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The River (Trani)
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Waines (Palermo)
-
Le Luci della Centrale Elettrica
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Serpenti
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Joalurlo
-
Il Genio
-
Ministri
-
Fratelli Calafuria
-
Amari
-
The Niro
-
Max Gazzè
-
Bluvertigo
Giorno 3 : 29 giugno EUROPARTY
Verranno allestiti 2 maxischermi mt. 5x4 su cui verrà proiettata la partita finale degli Europei di calcio 2008
Dalle 23.00 alle 00.30  Party con DJSET
Biglietto di ingresso
15€ -- ingresso valido per 1 giorno
25€ -- abbonamento per 2 giorni
Il Patrocinio dell’Università degli Studi di Bari ha messo in stretta relazione la realtà studentesca con il
mondo della musica dal vivo, ma per ottenere un obiettivo ancor più efficace è stata ora stipulata una
convenzione in base alla quale tutti gli universitari potranno beneficiare di una sensibile sconto sul biglietto
d’ingresso. Dal 21 giugno i titolari di libretto universitario possono infatti acquistare il ticket d’ingresso al
costo di €10 anziché €15. Questi biglietti ridotti possono essere comprati solo in prevendita presso New
Record (via De Giosa 59. Bari) e Box Office – Feltrinelli (via Melo, Bari) e dovranno necessariamente essere
esibiti all’ingresso del concerto assieme al libretto universitario.
Ma le agevolazioni per gli universitari continuano grazie a “Carta Replay – la carta ricaricabile dello
studente”. Unicredit Banca, in cooperazione con Mediaeuro s.r.l., ha sviluppato una meccanica legata al
Festival per proseguire il cammino di comunicazione a favore dei propri clienti: esibendo una carta attiva
potranno infatti recarsi allo stand Unicredit presente nell’Arena e riceveranno un voucher valido per una
consumazione al Bar offerta da Unicredit. L’attivazione di Carta Replay è completamente gratuita e a
supporto dell’iniziativa la Unicredit ha commissionato a Mediaeuro s.r.l. la produzione di 500 manifesti 40x60
e la distribuzione/affissione degli stessi negli edifici Universitari.
I Biglietti sono in vendita nelle prevendite ufficiali e on line sul sito www.voglioilbiglietto.it
PREVENDITE:
Altamura - Artizen
Tel. 347 1009913
Gioia del Colle - Dixieland
Tel. 080 3484674
Monopoli - Disco Shop
Tel. 080 9303081
Bari - New Record
Tel. 080 5243946
Lecce - Manifatture Knos
Tel. 0832 303707
Putignano - Spazio Libri/dischi
Tel. 080 4054223
Bari - Box Office
Tel. 080 5240464
Lecce - Clinica dell’Accendino
Tel. 0832 332624
Taranto - Box Office
Tel. 099 4540763
Barletta - Amnesia
Tel. 0883 347292
Matera - Shibuya
Tel. 0835 337409
Trani - Caffè 7 nani
Tel. 0883 588844
Foggia - Moody Jazz Cafè
Tel. 0881 711432
Molfetta - Clinic
Tel. 080 3977613
CUBE FESTIVAL
Con il Patrocinio di
CONFCOMMERCIO
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BARI
COMUNE DI BARI
PROVINCIA DI BARI
REGIONE PUGLIA
Sponsors:
UNICREDIT BANCA
e
BIRRA PERONI
MYSUSHI
TEKOM
Una produzione MICROBATI ARTISTI ASSOCIATI
Con la collaborazione di CONTRORADIO
Partner tecnico: SOUND DELIVERY snc
Daniele Quarto
Direttore Artistico
Giovanni Fuzio
Walter Mondino
Amministrazione / Produzione
Andrea Carofiglio
Responsabile Tecnico
Dado Minervini
Responsabile Cube Contest
Andrea Godono
Senior Account
Monica Ladisa
Segreteria di produzione
Michele Casella
Ufficio stampa
INFO:
www.cubefestival.it
0805227296
[email protected]
Nato a Roma, Max trascorre diversi anni a Bruxelles dove
studia musica e suona come musicista professionista in vari
gruppi. Per cinque anni è bassista, arrangiatore e coautore
dei 4 Play 4, formazione inglese di Northern soul dalle
escursioni pionieristiche nell’acid jazz. Con il gruppo si
trasferisce nel sud della Francia dove lavora anche come
produttore artistico (Pyramid, Tiziana Kutich). Rientrato a
Roma nel 1991, Max si dedica alla sperimentazione nel suo
piccolo studio di registrazione, mentre compone colonne
sonore.
Nel 1994 e 1995 lavora alla realizzazione del primo album,
Contro un’onda del mare, pubblicato nel gennaio 1996 e
presentato in versione acustica nel tour di Franco Battiato.
L’album, che inaugura il sodalizio con la Virgin Music, vanta
una notevole diversità di climi musicali e originalità nella
stesura dei testi e si fa presto notare dalla critica. Nel 1998
Max partecipa all’album di tributo a Robert Wyatt The
Different You con il brano Oh Caroline.
Il secondo album, La favola di Adamo ed Eva (ottobre 1998),
è anticipato da due hit, Cara Valentina (1997) e Vento
d’estate. La favola di Adamo ed Eva vede la partecipazione,
oltre che di Niccolò Fabi in Vento d’estate (disco per l’estate
’98), di Mao in Colloquium vitae e di Lucio Morelli in Nel
verde. Di forte impatto le strumentazioni del disco, basate
sulla semplicità dell’interazione tra la chitarra acustica, il
basso e la batteria, e i testi, lineari e allo stesso tempo linguisticamente ricchi e pieni d’inventiva: profondi,
ricercati ma di presa immediata, i testi sono scritti da Max insieme al fratello Francesco.
L’entusiasmo suscitato da La favola di Adamo ed Eva vale a Gazzè l’invito a partecipare all’edizione 1998
del prestigioso Premio Tenco. La sua popolarità si estende a un pubblico ancora più ampio con la
partecipazione alla “Sezione Giovani” del Festival di Sanremo 1999, dove presenta Una musica può fare.
Al termine di una lunghissima stagione di concerti, che ha confermato la popolarità dell’artista romano e la
qualità delle sue esibizioni dal vivo, Max Gazzè ha iniziato a lavorare al terzo album, intitolato col suo nome
e pubblicato il 13 marzo 2000.
Il cantante-bassista-compositore ha ulteriormente perfezionato il suo stile altamente personale, come
annunciato dal primo singolo tratto dall’album, Il timido ubriaco, con il quale Max si presenta sul palco del
50° Festival di Sanremo: una canzone in cui la vicenda narrata e la musica alludono a due diversi stati
d’animo. Il nuovo album rispecchia il grande amore di Gazzè per la poesia, costante fonte d’ispirazione:
l’Elemosina è la traduzione di una poesia di Mallarmé, poeta citato anche nel brano Su un ciliegio esterno.
Altrove vengono riscoperti i poeti dell’Arcadia.
Nell’ottobre 2001 è uscito, infine, Ognuno fa quello che gli pare, un album emozionante, che svela un autore
più sicuro e complesso, un affabulatore coraggioso che, nella creazione musicale, non esita a trarre
ispirazione da una coloratissima varietà di fonti, pur riuscendo a conservare la consueta freschezza
d’invenzione.
La tensione, il conflitto, la contrapposizione sono il filo conduttore che attraversa un succedersi di canzoni
spesso diverse tra loro per impostazione melodica e atmosfere strumentali. I contrasti attraggono Max: i
contrasti armonici, di colore, o i contrasti tematici, sociali o di coppia; l’album vive di queste tensioni.
La varietà di soluzioni sonore che caratterizza Ognuno fa quello che gli pare, è frutto anche di numerose
collaborazioni: le scopriamo nel country divertito di Il debole fra i due, cantato insieme a Paola Turci, ne Il
motore degli eventi, duetto con Carmen Consoli – che del brano è anche coproduttrice, nella coproduzione
con Francesco Magnelli, tastierista dei CSI (Non era previsto e Niente di nuovo). E ancora, Il dolce della vita,
realizzato a Parigi insieme a Stephan Eicher, e Niente di nuovo, registrato live con i musicisti che
accompagnano solitamente Ginevra di Marco.
Anche per questo disco Max ha scritto i testi a quattro mani con il fratello Francesco, cercando insieme,
brano per brano, il percorso più idoneo da seguire: il punto di partenza è un testo intorno al quale viene
costruita la canzone. Le parole sono scelte sempre con grande cura: senza inseguire ad ogni costo la
complessità, si cercano con attenzione le espressioni più evocative, quelle che meglio indicano possibili
nuovi orizzonti, o contenuti “altri” che ognuno può poi diversamente esplorare.
Gli anni tra il 2001 e il 2003 sono caratterizzati da un’intensa attività live (un tour teatrale nell’inverno 20012002, la tournée nei maggiori festival italiani nell’estate 2002, un tour nei club nel 2002-2003) e dalla
collaborazione sempre più stretta con Stephan Eicher, autore e interprete di primissimo piano nel panorama
musicale europeo degli ultimi vent’anni. Nel 2003 Eicher pubblica il suo nuovo album, Taxi Europa, la cui title
track è scritta e interpretata da Max e Stephan (con loro canta anche Herbert Groenemeyer, l'artista tedesco
più famoso); i due cantano insieme anche Cendrillon après Minuit / Cenerentola a mezzanotte, brano per il
quale Max ha curato anche l’adattamento in italiano. Il musicista romano compare, inoltre, come bassista
stabile della band sia per le registrazioni dell’album Taxi Europa che per l’omonimo tour europeo.
Un giorno, è il più recente album di inediti, uscito nell’aprile 2004. E’ un lavoro con una forte impronta live,
che risente molto degli incontri musicali fatti da Max negli ultimi due anni, costruito in studio suonando. Il
suono è puro e senza sovrincisioni, caratterizzato dalla strumentazione vintage con il quale è riprodotto. Da
un punto di vista testuale, qui la proverbiale ironia di Gazzè lascia spesso il passo al sarcasmo, mentre sono
poche le storie narrate in favore di una poetica del frammento, della descrizione di immagini e degli stati
d’animo. Testi scanzonati e canzonatori, che tornano a rimbrottare sulla vacuità del presente col sorriso sulle
labbra.
Il 17 giugno 2005, a dieci anni dall’uscita di Contro un’onda del mare, esce per la Emi Music Max Gazzè –
Raduni 1995-2005, una raccolta di 26 brani editi tratti dai 5 album precedenti e 4 inediti.
Il doppio CD raccoglie canzoni tratte in egual misura dai 5 album pubblicati ed include i grandi successi di
Max come anche brani meno ascoltati nei quali è forse più evidente la peculiare formula compositiva di Max,
la forza poetica dei suoi testi, l’originalità armonica e la stralunata linea melodica che lo caratterizza così
fortemente.
Dopo il tour estivo del 2005, Max si è dedicato a collaborazioni e scambi, uno dei suoi metodi prediletti per
crescere, raccogliere nuovi stimoli e coltivare vecchi progetti: ha partecipato a Gizmo, una straordinaria
cover band dei Police capitanata da Steward Copeland, dove – oltre allo storico batterista dei Police –
dividevano il palco con Max anche Raiz degli Almamegretta e Vittorio Cosma.
Ancora tante collaborazioni
con l’amico Daniele Silvestri – per il quale ha suonato in moltissime canzoni del suo disco Il latitante – e,
nell’estate 2007, è andato in tour insieme a Paola Turci e Marina Rei, scambiandosi ruoli e canzoni, sempre
insieme sul palco a reinventare i tre repertori.
Dopo 8 anni, a fine febbraio 2008 Max Gazzè torna a Sanremo partecipando al 58° Festival della canzone
italiana presentando il brano “Il soLITO Sesso”, che racconta di una telefonata fatta a una ragazza
conosciuta neanche un’ora prima. Nonostante il piazzamento oltre il decimo posto, il pezzo è attualmente
uno dei più passati in radio nonché fra i più apprezzati dalla critica e scaricati su Itunes.
A seguito della competizione sanremese, il 28 febbraio 2008 esce l’ultimo album intitolato “Tra L’aratro e la
Radio”.
Gli Amari nascono nel 1996. Nascono dall’idea
malsana di Pasta e Dariella di vedere cosa
potevano ricavare dall’hip hop se lo tormentavano
un po’. Con un campionatore e parecchio spleen
adolescenziale, i due iniziano una gavetta fatta di
cassettine e concerti: funziona e si fanno un po’
conoscere.
Ma i due non ce la fanno ad accontentarsi, e
introducono nella band Cero, bassista convinto di
suonare il violino e, dall’esperienza del
Contingente, recuperano il dj H.C.Rebel. Così, a
quattro, ricominciano a fare altro. Ne viene fuori
un miscuglio di rock, psichedelia, hip hop deviato
il tutto spacciato per semplice rap. Vincono
Arezzo
Wave del 2000 e pubblicano su Riotmaker il frutto di questo anno di sound, “Corporali”: si scopre che dentro
c’è l’elettronica e pure il post-rock, ed un sacco di gastrite. Lo staff di Arezzo Wave decide di prenderli sotto
la propria ala e li riporta in studio per pubblicare nuovo materiale.
Il risultato vede luce nel 2002 ed ha il nome d i“Apotheke”, nove brani con tanti tanti ritornelli. E oltre al rap
spuntano le chitarre. E poi,come sempre, ancora concerti. E la banda non ce la fa più a sentirsi così sola:
decide di chiamare altri amici sul palco. Arrivano Marcopiano alle chitarre e tastiere e Carletto Baracus alla
batteria. E i live degli Amari diventano indie-rock. Ma il rap? Torna nel 2003 nel loro album “Gamera”. Un
miscuglio forsennato di qualsiasi cosa. Il disco ottiene un ottimo successo di critica e pubblico, alimentato da
parecchie date in giro per lo stivale.
A fine 2005: gli Amari pubblicano il disco che decreta la svolta della band: “Grand Master Mogol”, un insieme
perfetto di melodie pop e sperimentazioni che piacciono tanto a gente magra con gli occhiali. Pubblico e
stampa impazziscono per questo lavoro ed il tour di 100 date che lo segue.
Si scomoda anche la Warner che ripubblica il disco ad un anno dalla sua uscita in una nuova versione,
mentre ben 3 video tratti dall'album entrano in rotazione su Mtv.
E' Ora il turno del nuovissimo disco degli AMARI: intitolato “Scimmie d'Amore" (Riotmaker/Warner), uscito il
15 ottobre, vede il combo friulano cimentarsi con brani più pop e romantici che in passato ma strutturati ed
arrangiati per essere hit di ogni dancefloor di rock alternativo che si rispetti.
Il singolo apripista è “Le Gite Fuori Porta” è il miglior biglietto da visita possibile. Siete stati avvertiti!
Gli Amari sono una band di culto: con "Grand Master Mogol", un geniale ed innovativo mix di pop, indie-rock
ed elttronica, hanno conquistato pubblico e critica.
E' ora il turno del nuovo album “Scimmie d'Amore” (Riotmaker/Warner), uscito ad ottobre 2007, che ha tutte
le carte in regola per imporre definitivamente gli AMARI come una delle band di punta della scena italiana. Il
disco è presentato dal singolo/video di “Le Gite Fuori Porta” e relativo tour sponsorizzato da Myspace, media
partner del progetto.
“Se Franco Battiato oggi avesse 25 anni farebbe un disco geniale come questo” - XL
La rivelazione indie-rock del 2007: tre folli vestiti da
Napoleone che hanno stupito pubblico e critica con “I Soldi
Sono Finiti” (Otorecords) – il primo album della storia con i
soldi dentro. Un esordio fulminante che li ha portati a esibirsi
su palchi prestigiosi – dal main stage del Miami a quello di
Italia Wave – e a collezionare più di cinquanta sudatissimi
concerti in pochi mesi. Presuntuosi, iconoclasti e visionari, i
Ministri tornano all’attacco con la Saphary Deluxe in attesa
del prossimo pericolosissimo album.
I Ministri si conoscono tra le mura di un liceo, una genesi
tanto suggestiva se si sta parlando di un gruppo brit, quanto
insipida se si tratta di un gruppo italiota.
Col diploma in mano decidono finalmente di darsi alla musica
e di evitare di buttarsi a capofitto in progetti più rischiosi,
come le rapine in banca o l’università. La band, che decide
senza nessun motivo apparente di chiamarsi Ministro del
tempo, viene presto abbandonata dal tastierista, e viene così
costretta a confrontarsi con gioie e dolori dell’essere rimasti
in tre. I tre anni seguenti, passati a non tirarsi indietro di
fronte ai concorsi e ai palchi più improbabili, danno i loro frutti
e l’incontro con la Otorecords completa la crescita. Il trio,
come chi si taglia i capelli in un momento di euforia, decide
quindi di semplificare il proprio nome (facile a fraintendimenti
prog) in Ministri, e comincia a lavorare al proprio primo vero
lavoro in studio. Con, sullo sfondo, un’industria discografica
in braghe di tela, i Ministri decidono di tentare il tutto per
tutto. Ovvero, quel cd che è stabile nel vostro lettore.
C’era bisogno dei Ministri. Si possono riassumere così le molte entusiastiche recensioni seguite al loro
album d’esordio I Soldi Sono Finiti (2006) – il primo della storia con dei veri soldi dentro, un euro a copia.
I Ministri sono artisticamente dei cani sciolti: quello che viene fuori dalle casse non ha niente dell’indie
dilagante e ancor meno del rock italiano ammuffito e lagnoso. Il loro sound è semplicemente il modo migliore
che il trio abbia trovato per dire quello che ha da dire. Lontani da ogni schieramento, Divi (voce e basso),
Fede (chitarra e voce) e Michi (batteria) preferiscono essere Ministri solo di sé stessi. E cercano di dire
qualcosa in anni in cui l’Italia preferisce parlare in inglese – che suona meglio, ma non dice niente. Dopo il
loro primo album i Ministri hanno trovato in BlackOut / Universal Music la casa discografica per il loro
esordio. Nasce così LA PIAZZA: chi si aspetta una versione edulcorata dell’attitudine iconoclasta della band
verrà deluso. I quattro brani che anticipano il full-length che verrà pubblicato il prossimo autunno non sono
stati né imbrigliati, né ammaestrati. Il risultato di questo Ep è di un lavoro denso, ironico, incattivito e
suggestivo. La piazza né è di certo il manifesto. I Ministri lo dicono a chiare lettere in Fari Spenti: facciamo il
bene se ci viene, e se non viene, pace. In uno scenario immobile, con da una parte il realismo comodo di
certo hip-hop e dall’altra il pacifismo seduto degli ultimi dieci anni, i Ministri richiamano tutti all’azione –
perché per fare il bene bisogna rischiare qualcosa. Non è da meno il brano che segue: Diritto al Tetto
affronta insieme il curioso paradosso per il quale oggi non solo non è garantito appunto un “diritto al tetto”,
ma nemmeno quello a non averlo – con casi vergognosi, come quello dei senzatetto condannati agli arresti
domiciliari sulle panchine. Meglio Se Non Lo Sai è l’altra faccia della medaglia: è un tormentone atipico sulla
voglia di molti di non sapere, di farla finita una volta per tutte col mondo e ritirarsi nel proprio giardino.
Chiude il quartetto Le Parole Da Non Dire, uno dei brani più maturi e intensi. Il sogno tradito di
un’adolescenza che aveva scambiato la voglia di apparire con la rivoluzione è l’humus dal quale parte un
lungo flusso di coscienza, in equilibrio tra la grande tradizione cantautorale italiana e il post-rock più
suggestivo.
JOLAURLO è voglia di gridare ma anche di incantare e di
esplorare contraddizioni, ambiguità, contaminazioni.
Jolaurlo è una band di grande impatto, che contamina punkrock e reggae-ska e contagia il pubblico con un sapiente
innesto di musica, parola, immagine ed energia umana. Per
definire il proprio genere ha coniato il termine Pulp rock!
La vittoria, nel 2000, del concorso "Pagella Rock" proietta gli
Jolaurlo per la prima volta fuori dai confini della Puglia, ad
aprire il concerto dei Prozac+ a Milano. La fantastica risposta
del pubblico, anche in una situazione così nuova, spinge gli
Jolaurlo a continuare, suonando nei contesti più diversi e
ottenendo ottimi risultati in molti concorsi per gruppi
emergenti (Pagella Rock, Arezzowave, Bari Ground etc.).
Fra jack poco funzionanti, amplificatori esplosi e quasi mai
retribuiti gli Jolaurlo arrivano a fare in un anno circa 170 date,
configurandosi così come un gruppo fondamentalmente live.
Dopo Enjoy it! – demo di 4 tracce dal vivo incise nel 2000 nasce la voglia di un nuovo Cd, che conservi l’atmosfera dei
concerti ma che vi aggiunga una maggiore cura dei suoni e
degli arrangiamenti. Nel 2003 gli Jolaurlo aprono i concerti
dei 24 Grana e degli Articolo 31 a Marina di Camerorta (SA),
e in quel contesto vengono in contatto con i Bisca di
Napoli.
Nasce una collaborazione e Vinci Acunto, tastieristaarrangiatore dei Bisca, si incarica della direzione artistica del
nuovo disco degli Jolaurlo.
D’Istanti viene pubblicato nel 2005 dall’etichetta indipendente
TubeRecords. Con D'Istanti fanno capolino nel sound degli
Jolaurlo cenni di elettronica che rendono ancora più variegata la “tavolozza” di suoni e di generi con cui
dipingono il loro progetto di “contamin’azione” musicale, da loro definito Pulp-rock. Dirsi “pulp” per loro
significa ammettere l’incapacità teorica ma anche artistica di produrre qualcosa di mai fatto prima.
La loro
musica fatta di incursioni nel Dub-elettronico con sprizzate di Punk’n roll grintoso ed energico e di melodia
quanto basta, si ricollega alle sperimentazioni iniziate negli anni '80 da Ozric tentacles, Madness, Police,
Manonegra ("Patchanka”) e riprese in Italia negli anni '90 da Ustmamò, 99 Posse, CSI e Le Luop
Garou.
Pulp rock è l'interazione di linguaggi diversi: né belli né brutti, né buoni né cattivi, vecchi e nuovi gli
Jolaurlo rappresentano la convivenza non sempre pacifica di entrambi i poli.
I testi, tutti di Marzia Stano,
non trascurano a volte il puro gusto del suono della parola, ma non rinunciano a comunicare. Da cui anche
la scelta di cantare in italiano. Sia che riguardino tematiche personali – l'ansia, il sesso, l'odio e l'amore, il
rapporto col tempo – sia che trattino di problemi sociali – media, consumismo, religione – le canzoni degli
Jolaurlo parlano con uguale gusto ed efficacia a mente ed emozioni. Perché la "militanza" degli Jolaurlo
non è mai astratta, mai esibita o ridotta a etichetta, ma sentita vissuta e combattuta con il corpo e con la
mente, con la capacità di collegarla alle cose di ogni giorno e mai senza un pizzico di ironia.
E a riprova di tutto ciò, nell’ultimo anno sono arrivate anche importanti gratificazioni: la band ha infatti vinto le
selezioni regionali per Arezzo Wave, palco sul quale è stata grande protagonista questa estate all’interno del
tabellone principale; ha partecipato inoltre all’ultimo “Meeting del Mare” di Marina di Camerota (Sa)
supportando artisti del calibro di Battiato e Linea 77.
In Luglio la band è salita sul palco del Neapolis a
fianco di artisti di livello assoluto quali Iggy Pop, Santana, Robert Plant ecc..
Infine gli Jolaurlo hanno
partecipato alle fase finali di “Primo Maggio tutto l’anno”, legato al “Concerto del Primo Maggio” di Roma, e
sono stati finalisti anche per il contest legato allo “Sziget Festival” (Ungheria), il più grande festival europeo.
Il 9 novembre 2007 esce InMediataMente, nuovo album di inediti pubblicato dalla OTR/Tube records.
Le luci della centrale elettrica illuminano le periferie
delle città. si vedono dalle tangenziali, dalle strade
provinciali, dalle nostre finestre a contemplare il
panorama delle case popolari tutte uguali. con la scritta
COOP rossa che svetta e i camion dei netturbini che
investono i nottambuli e passano a pulire quel poco di
sporco e di disturbo che siamo riusciti a provocare.
canzoni senza stelle, con costellazioni di macchie di
sperma sui tuoi vestiti neri, che strillano di carceri
speciali e di lavori rari. Siano scivoli per te le occhiaia
dei pendolari e le merde dei cani. Portami a bere dalle
pozzanghere. a subaffittare i pezzi dei vecchi cantautori,
di De Andrè che stava seduto per cantare, ubriaco
fradicio, e dei gruppi punk dei primi anni ottanta che si
fabbricavano vestiti adatti per combattere le loro guerre
stellari. E non si pettinavano abbastanza per vederti.
Con canzoni contagiate, siringhe male disinfettate,
canzoni con l'epatite e occhi di criptonite. Assaltatori
dei cieli e tuffatori dai grattacieli. io e te tre metri sotto
terra. Incitamenti a resistere spudoratamente e tanta
santa impazienza. ci piscino pure addosso gli angeli e i
conoscenti morti negli incidenti stradali. Proteggimi dai
lacrimogeni. e proteggimi le sopracciglia dai manganelli. è ora di ricucirsi i polsi.
sono state accese da me in un pomeriggio troppo lungo e troppo azzurro come progetto di
cantautorato denuclearizzato. Un cantautorato attualizzato, che non trascuri le distorsioni sature, le
frasi urlate, i ritmi ossessivi. Una chitarra acustica/distorta comprata a rate e una voce che sussurra
urla e tossisce. cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero. Da marzo scorso ho suonato in
apertura di parecchi concerti di Moltheni grazie al paradossale interesse di quest'ultimo per Le luci
della centrale elettrica. aprii date anche di Vinicio Capossela, degli Ardecore, dei Franklin Delano,
di Bugo, di Dente, dei Tre Allegri Ragazzi Morti, degli Zen Circus, e di Giorgio Canali. Ho
stravolto Un Giorno Balordo per una compilation dei Diaframma voluta da Federico Fiumani in
uscita a metà maggio e che vede la partecipazione tra gli altri di Marlene Kuntz, Baustelle, The Zen
Circus, Dente, The Niro ecc ecc ecc ecc
Il primo maggio fuoriesce per La Tempesta CANZONI DA SPIAGGIA DETURPATA il cosiddetto
disco d'esordio de Le Luci Della Centrale Elettrica (quello precedente era un demo e non aveva un
nome).
andiamo a vedere i colori delle ciminiere
dall'alto dei nostri elicotteri immaginari
andiamo a dare fuoco ai tramonti e alle macchine parcheggiate male
ad assaltare ancora i cieli a farci sconfiggere e finire sui telegiornali
foto in bianco e nero delle nostre facce stravolte sui quotidiani locali
andiamo a vedere cantieri delle case popolari
dai finestrini dei treni ad alta velocità
trasformiamo questa città in un'altra cazzo di città
andiamo a vedere le luci della centrale elettrica
INFLUENZE
Luca Carboni quando era un tossico, le nuvole della montedison, i CCCP, De andrè, Leo Ferrè, le
moretti nanni moretti e gli schiamazzi notturni, fiducia nel nulla migliore di Moltheni e il rumore
della fiat uno a metano, i porno amatoriali, Babalot, i discorsi dei fatticci e i giudizi universali dei
frequentatori assidui dei bar, altri libertini di tondelli, closet meraviglia di cesare basile, In quiete, i
quinto stato, amici/he, i La quiete, mia mamma che canticchia battisti, Gipi e i baci dalla provincia,
ferrara dimmerda, i CSI,le voci metalliche, giorgiocanali, Bolognaelepassanti, blob e le
manganellate, Claudio Lolli e il suo sogno numero zero, Babsi Jones, Miss violetta, Nada e tutte le
altre mie madri, er truceklan, i muezzin di Sarajevo, Sary, i fluxus e Rino Gaetano, qualche canzone
stupenda dei baustelle, Mostar, le luci della centrale elettrica, i camion notturni dei netturbini, le
occhiaia dei pendolari, i diaframma, ecce bombo, le straordinarie avventure di Pentothal e gli ultimi
giorni di Pompeo, gli anni zero, gli anni a novanta, i cantanti morti, i padri e i loro padri morti,
Céline e Vian, i temporali festivi, il cd di de gregori con la pecora in copertina, le avanGuardie, le
ceres usate come molotov, la linea della fronte, il fuoco amico, le seghe mentali e non, il rumore del
mare e della tosse, le albe in treno fuori dal finestrino vietato sporgersi, la provincia buonificata, le
donne osservate, ordigni, il punk ferrarese degli anni ottanta, l'alcool l'insonnia ghezzi la morte,
quelli che hanno qualcosa dentro che
LE LUCI DELLA CENTRALE ELETTRICA
(canzoni d'amore e di merda dalla provincia)
RASSEGNA STAMPA
COPERTINA DI BLOW UP maggio 2008
DISCO DEL MESE SU RUMORE maggio 2008
Il progetto è una bomba: otto tracce di urla irrimediabili che danno ruggine a frasi vissute e non più
dimenticate. Un ritratto decadente di Ferrara, romanzo e conflitto, provincia e nuova generazione.
Andiamo a vedere - niente. "Andiamo a vedere le luci della centrale elettrica". Peggio gioventù di
cui indelebili restano le lune degli occhi disfatte. (...) Canta il piacere improbabile della civiltà postindustriale. Che trova conforto nella pulizia meccanica dei netturbini, nelle insegne della Coop. Una
generazione di finto benessere, che cerca poesia di materiali industriali. L'artificiale non fà male o
ne fà meno. Parole furiose da squarciagola o da bisbigli incatenati. Niente di sbagliato, la passione
straripa e deturpa e colma l'assetto compositivo a volte scarno a volte scarnificato. Se vi brucia la
gola è solo l'inizio.
Claudia Selmi, ROCKIT (07/06/07)
Le Luci Della Centrale Elettrica, al secolo Vasco Brondi: immaginate, anzi, ascoltate un turbine
assemblato con gli scarti di Rino Gaetano, Massimo Volume, Bukowski e Baudelaire, Giordano
Tedoldi e i nichilisti storici, ambientato nella pianura biker degli Offlaga e dotato di fraseologia
disillusa a prontissima presa. (...) un diamante grezzo senza rivali lingua alla mano: parchimetri e
case sfitte, memoria documentata, scorrettezza politica lo pongono su un piano di alterità
complessiva e benvenuta come una sveglia.
Enrico Veronese, BLOW UP(Luglio-Agosto 2007)
Incanta soprattutto dal punto di vista delle liriche questo esordio. (...) da Lolli a Daolio che invece
delle sigarette eccede in alcool, facendo tabula rasa elettrificata e ovviamente pagando dazio ai
CCCP (che non ci sono più), ma con una rabbia giovane che infatti spritza da tutti i pori di questo
gioiellino. Un esordio col botto che fa bruciare gli occhi, quasi quanto i lacrimogeni da cui la
musica di Vasco si e ci protegge.
Er-P, RUMORE (Luglio-Agosto 2007)
Le Luci della Centrale Elettrica, unica illuminazione – insieme a una immancabile insegna della
Coop – per un paesaggio urbano desolante nella sua piatta e inumana monotonia; quello non solo di
Ferrara, che Vasco Brondi (titolare unico di progetto e ragione sociale) conosce bene, ma anche di
qualsiasi città medio-grande, non solo italiana. Un contesto desolante, che fa da sfondo a
composizioni che grondano tensione e rabbia, ma che non mancano di limpidi squarci di poesia e
intimismo. Come un frullatore in cui siano stati messi i cantautori classici come i CCCP e Rino
Gaetano, le canzoni de Le Luci della Centrale Elettrica sono un urlo di dolore e un diario intimo,
uno sfogo catartico e una carezza romantica, intense e toccanti nella loro essenza scarnificata (voce,
una chitarra acustica, un’elettrica e poco altro). In attesa di un primo disco che sarà prodotto da
Giorgio Canali è possibile farne la conoscenza – e noi ve lo consigliamo vivamente – collegandosi a
www.myspace.com/lelucidellacentraleelettrica.
Aurelio Pasini, IL MUCCHIO SELVAGGIO
Morgan ed Andy, amici dai tempi del liceo,
hanno già all’attivo diverse esperienze
musicali sotto svariati nomi e fogge quando,
nel 1992 danno vita all’embrione dei
Bluvertigo. Con loro c’è il chitarrista Marco
Pancaldi al quale si aggiunge presto il
batterista Stefano Panceri, commesso del
reparto strumenti al negozio Ricordi di
Monza. Il gruppo si propone dal vivo con il materiale
che verrà registrato in un primo demo
intitolato Le note del poeta fingitore (tuttora
in circolazione tra gli appassionati).
Supportati con entusiasmo da Robert
Gligorov, un macedone con ambizioni da
talent-scout, riescono a catturare l’interesse
di una casa discografica indipendente del
capoluogo lombardo, la Cave Digital.
Rimasti in tre, per l’uscita di Panceri dalla formazione, mentre sono già in studio per registrare il loro primo
album i Bluvertigo trovano la disponibilità di Sergio Carnevale che diventa il batterista ufficiale della band.
Nel 1994 esce il primo singolo dei Bluvertigo “Iodio”, presentato a Sanremo Giovani. Nel novembre dello
stesso anno esce il primo album ACIDI E BASI, accompagnato da due videoclip (“Iodio” e “LSD - la sua
dimensione -”) che catalizzano l’attenzione del pubblico e dei media.
Con questo assetto il gruppo affronta
un tour italiano, come supporter degli Oasis, realizza una cover di “Prospettiva Nevsky” per un album-tributo
a Franco Battiato, partecipa al concerto del Primo Maggio a Roma e inaugura con Mauro Pagani l’apertura
della personale di Andy Warhol con un grandioso concerto al Teatro delle Erbe. Nel 96, provato dalla dura gavetta, Pancaldi abbandona la band e lascia il posto al giovane Livio Magnini, un
chitarrista-atleta campione internazionale di sciabola che ha anche all’attivo lun’esperienza come prodotte
per l’album degli N8 Reality Fate (1993).
Con la nuova line-up i Bluvertigo realizzano il secondo album METALLO NON METALLO (1997). Dopo una
prima settimana in classifica il disco scompare, per poi riapparire a sorpresa un anno e mezzo dopo, sulla
scia di un’intensa attività live (180 date in tutta Italia e supporting-act dei Tears for Fears) e grazie a tre
videoclip (“Fuori dal tempo”, “Altre forme di vita”, “Cieli neri”) che valgono ai Bluvertigo il premio agli Mtv
European Music Awards come miglior band del Sud Europa.
Il biennio 98/99 si rivela particolarmente denso di avvenimenti per i Bluvertigo: la collaborazione con la
Fondazione Medikinale di Parma che culmina in uno spettacolo multimediale di incontro arte-scienza (Il Prix
Leonardo al Teatro Regio di Parma), la partecipazione ai più importanti rock festival italiani (Heineken
Jammin Festival, MTV Day, Bellinzona, Meta Rock), l’esibizione al Premio Tenco ’99. Numerose e
spontanee sono anche le collaborazioni musicali: Antonella Ruggiero (Registrazioni Moderne), Franco
Battiato (Gommalacca), Alice (Exit e Personal Juke Box), Juri Camisasca (Arcano Enigma), Subsonica
(Microchip Emozionale), Cristina Donà (Nido). In questo periodo Morgan produce anche due fortunati dischi
d'esordio: Playback dei Soerba e L'Eroe Romantico dei La Sintesi.
Andy, invece, spinto dalla passione per la pittura espone le sue opere in vari contesti e rassegne, e
partecipa a "Musica senza suono", un'iniziativa di Francesco Messina con protagonisti i musicisti-pittori
italiani.
Ma il 1999 è anche e soprattutto l’anno del terzo album ZERO - ovvero “la famosa nevicata dell'85”, ultimo
capitolo di una “trilogia chimica” inaugurata nel 1995 da ACIDI E BASI.
ZERO, lavoro complesso e avanguardistico, è il risultato di un lungo viaggio attraverso le tecnologie digitali,
affrontato personalmente e in totale autonomia dai quattro elementi della band che si riconferma così
originale laboratorio di sperimentazione gestionale, sonora, grafica e filmica (i videoclip di “La crisi”,
“Soprappensiero” e soprattutto “Sono=Sono”, piccolo capolavoro di effettistica e creatività visuale).
I tredici testi delle canzoni di ZERO sono estratti da un più vasto lavoro poetico di Morgan che trova la sua
pubblicazione in un libro della Bompiani intitolato 'Di(s)soluzione', al quale viene allegato il cd Canone
Inverso, inedito esperimento dei Bluvertigo di fusione pop-poesia nato da una interessante collaborazione
del gruppo con alcuni poeti e letterati (Alda Merini, Manlio Sgalambro, Enrico Ghezzi, Rosaria Lo Russo,
Tommaso Ottonieri, Murray Lachlan Young, Luca Ragagnin ,Nanni Balestrini, Aldo Nove, Elio Pagliarini).
Il nuovo lavoro viene promosso dal tour ipertecnologico 'Digital Low Live', a cui seguiranno l’’Electric Live
Tour’ (con tappa al concerto del Primo Maggio e al concerto di Tor Vergata per l’annullamento del debito) e,
nell’estate 2000, il ‘3 PM Live’.
Sempre nel 99 i Bluvertigo ricevono dal Prix Leonardo, festival internazionale sulla scienza, il "Premio
Speciale Per La Comunicazione Ai Giovani", come gruppo europeo artisticamente più creativo
nell'interpretare i grandi interrogativi che la società e la scienza si pongono oggi. L’anno si chiude in
bellezza, con la rivista Tribe che premia i Bluvertigo come miglior gruppo, con il 'Tribe Awards 2000'.
Tappa successiva: Festival di Sanremo 2001. I Bluvertigo vi partecipano con “L'assenzio”, firmato da Morgan
e Luca Urbani dei Soerba. Il brano viene inserito in POP TOOLS, prima raccolta antologica di canzoni del
gruppo dagli esordi fino al 2001. La raccolta contiene 14 brani di cui due inediti (“Comequando” e
L’assenzio”) collocati alle due estremità della sequenza, mentre i 12 rimanenti sono posizionati in ordine
cronologico di pubblicazione. Questo permette di cogliere con chiarezza il percorso creativo del gruppo, sin
dagli inizi in equilibrio dialettico tra elettronica e suono elettrico. L'ascolto d'insieme di queste canzoni fa
inoltre emergere un costante "discorso sui generi". I generi diventano gli "arnesi" (tools) utili per costruire
l'oggetto e il gruppo si trasforma in un laboratorio che assembla materiali anche molto distanti tra loro.
Composizione e s-composizione. Il pop è il non-genere che attinge all'esterno da un'infinità multiforme per
creare dei mondi finiti.
“L'assenzio” nasce dall'idea di lavorare ad una musica "cubista", cioè alterata nelle proporzioni e fitta
d'illusioni prospettiche. Il carteggio e-mail tra Morgan e il compositore di Padova Carlo Carcano sulla musica
"cubista" è servito a comporre la parte orchestrale destinata, tra l'altro, all'orchestra sanremese. Il riferimento
nel testo all'anno 1904 permette di decifrare una citazione tematica tratta dall'opera Madame Batterfly di
Puccini dello stesso 1904.
“L’assenzio” dà vita anche a un videoclip scritto da Morgan e Asia Argento, divenuta nel frattempo la sua
compagna. Girato dalla stessa Asia il clip vince al “Festival delle etichette indipendenti” di Faenza il premio
come Miglior Video Italiano. Dal rapporto di Morgan con Asia, il 20 giugno 2001 nasce Anna Lou Maria Rio.
Sempre nel 2001 Morgan arrangia e produce l’album di Mao, Black Mokette e il 15 luglio 2002 i Bluvertigo
aprono il concerto del loro “maestro”, David Bowie, per la sua unica data italiana, a Lucca.
Dal 2002 in avanti l’attività dei Bluvertigo resta ferma ma ciascuno dei componenti del gruppo sviluppa
progetti personali.
Morgan, dopo un cameo da attore nel film di Franco Battiato “Perduto Amor” (2002), lavora al suo primo
album solista, Canzoni dell’appartamento, pubblicato nel 2003 dalla Sony Music e vincitore del Premio
Tenco come Miglior Opera Prima. Segue un lunghissimo tour che durerà fino al 2005 e sarà ricco di
sorprese, soprattutto di esecuzioni di cover del cantautorato italiano più o meno dimenticato, da Lauzi, a
Bindi, fino a Paoli e Tenco. Nel 2004 realizza la colonna sonora del lungometraggio di Alex Infascelli “Il siero
della vanità”. Nel 2005 firma invece un nuovo lavoro, il remake integrale (e in chiave barocca e
contemporanea) del famoso Non al denaro, né all’amore né al cielo, album inciso nel 71 da Fabrizio De
Andrè e ispirato all’”Antologia di Spoon River” di Edgar Lee Masters. Nel 2006 scrive le musiche per il
cortometraggio “Il quarto sesso” di Marco Costa e partecipa al programma televisivo di Andrea Pezzi “Il
tornasole”. Nel giugno 2007 arriva nei negozi il nuovo album di Morgan, Da A ad A – Teoria delle catastrofi,
un disco complesso, a più piani armonici, ricco di riferimenti classici (da Bach a Wagner) e pop (dai Pink
Floyd ai Beatles,Beach Boys e a Battiato) nonché ricco d’animo letterario, da John Donne ad Erasmo da
Rotterdam, passando per Borges e Camus.
Il titolo si riferisce principalmente al concetto del ritorno, noi,
come Sisifo nel libro di Camus, ritorniamo sempre nello stesso punto, assurdamente, nonostante la vita si
inerpichi per “strade secondarie e tortuose”. Il disco è ricco di partecipazioni: Asia Argento, la piccola Anna
Lou, i Lombroso, Badara Sek e Cecilia Chailly. Nella primavera 2008 Morgan torna in tv, affiancando Simona
Ventura e Mara Maionchi nel programma musicale di Rai 2 “X Factor”.
Andy si concentra sulle sue attività pittoriche e poliformi. Dopo svariati progetti come sonorizzatore nel
campo del teatro e della danza contemporanea e le musiche per “Gee-Andy”, un balletto contemporaneo
ispirato alla vita di Andy Warhol, nel 2003 realizza per il Teatro 2 di Parma la sonorizzazione di “Corpo
d’opera”. Sempre nel 2003 con la collaborazione della ballerina Stefania Brannetti mette in scena “La danza
dell’aviatrice” tratto dal manifesto futurista di Filippo Tommaso Marinetti, che viene presentata in esclusiva al
Festival delle Arti di Amandola sotto la regia di Pepi Morgia. Successivamente Andy inaugura la sua attività
di dee jay, proponendo in giro per l’Italia un dj set di matrice anni 80. Nei club dove si esibisce allestisce
diverse mostre dei suoi dipinti fluorescenti. Lavora anche nel campo della moda realizzando tessuti e dipinti
e collezionando collaborazioni con la maison Enrico Coveri e Iceberg. Realizza pitture anche per Bruno
Bordese, Converse, Carlsberg e ritrae Condoleza Rice per l’Ambasciata Americana. Grazie all’amicizia con
Marco Lodola collabora al progetto “Lodolandy”, allestendo con lui diverse mostre di opere a quattro mani.
Nel 2007 inizia la lavorazione del suo album solista, un progetto vasto non ancora concluso, in coproduzione
con Marco Pancaldi per la parte suonata, e con Xelius Project per quella elettronica.
Livio lavora con successo –come co-produttore, arrangiatore e al mixaggio-, agli album di Giorgia Greatest
Hits – Le cose non vanno mai come credi (best seller del 2002/2003 con 500mila copie vendute) e Ladra di
vento (2003); il brano “Gocce di memoria”, tratto da quest’ultimo album e inserito nella colonna sonora di “La
finestra di fronte” di Ozpetek si aggiudica il “Nastro d’Argento 2003”. Si occupa poi del mixaggio di We’ve
Got Tonight di Ronan Keating, presente nell’ultimo album di quest’ultimo e tema principale del film “Notting
Hill“. Collabora come produttore, arrangiatore tecnico del suono e/o musicista con artisti italiani di ogni
estrazione artistica, dal jazz (Renato Sellani, Attilio Zanchi, Roberto Gatto, Tiziana Ghiglioni, Massimo
Moriconi, Gianluigi Trovesi) al pop (Sottotono, Daniele Stefani, Delta V, Giorgia, Alice) al rock (Prozac+,
Subsonica, Time Machine, Node, Carnival of Fools, Six Minute War Madness, Tupelo, Sottopressione,
Crummy stuff). Realizza remix per artisti internazionali come Mary J Blidge, Shola Ama e Bill Laswell. Nel
2004 firma il tema principale per la colonna sonora del film “Happy House”. Lo stesso anno, insieme a Emilio
Cozzi e Jacopo Rondinella, pubblica l’album On the air, con la band dei Jetlag, di cui è anche produttore. Nel
2006 firma la produzione dell’album dei Rino Ceronti Civiltà Spettacolo. Per due anni consecutivi (2006 e
2007) interviene al “Festival della creatività” di Firenze. Livio ha anche un’etichetta editoriale, la Salazoo, con
la quale ha realizzato diverse installazioni e sonorizzazioni per corto e lungometraggi. Ha inoltre aderito al
progetto musicale Rezophonic che opera con lo scopo di finanziare la costruzione di pozzi in Africa.
Sergio, oltre a suonare in tutti gli album solisti di Morgan e nelle relative tournèe, nel 2003 lavora col duo
milanese dei Masnedo per 11.22.03, una video-installazione realizzata insieme al noto scrittore francese
Michel Houellebecq e presentata a Madrid con grande successo di critica e pubblico (finalista al 56°
International Film Festival di Locarno). Nel 2006 partecipa alla realizzazione di Le ombre, primo album
solista di Lele Battista dei La Sintesi. Nel maggio 2006, invece, è fra gli artisti che prestano il loro contributo
alla realizzazione dell’album Lato D, dedicato allo scomparso D.RaD degli Almamegretta. Nel 2007 partecipa
alla lavorazione del primo album solista di Andy.
A partire dall’aprile 2007 Sergio collabora con i Baustelle: suona la batteria nel loro quarto album Amen e nel
tour che ne segue.
LINE-UP
Marco ‘Morgan’ Castoldi (1972) – voce, basso, piano
Andrea ‘Andy’ Fumagalli (1971) – sax, tastiere, cori
Livio Magnini (1973) – chitarra
Sergio Carnevale (1970) – batteria, percussioni
line-up 1992/1994: Morgan-Andy-Pancaldi
line-up 1994/1996: Morgan-Andy-Pancaldi-Sergio
line-up 1996/oggi: Morgan-Andy-Livio-Sergio
Davide Combusti, in arte The Niro, nasce a
Roma nel 1978. Il padre, batterista, gli trasmette
sin da bambino l’amore per la musica e per la
batteria, il primo strumento
che impara a
suonare. Con il passare del tempo alla passione
per le percussioni si affianca anche quella per
altri strumenti musicali, primi tra tutti chitarra e
basso.
Davide, ormai polistrumentista, inizia a
collaborare con diverse formazioni capitoline in
qualità di batterista. Nel 2002 decide di
intraprendere un percorso più personale e fonda
i “The Niro”, di cui è autore di testi e musiche.
Dopo l’esperienza con la band, Davide prosegue
da solo come cantautore, mantenendo
comunque il nome d’arte.
Nel 2005 apre la data romana del noto
cantautore norvegese Sondre Lerche e
successivamente viene invitato a dividere il
palco con una moltitudine di songwriters
stranieri, come Tom Hingley, leader degli Inspiral
Carpets e Lou Barlow dei Dinosaur jr, i quali si
dichiarano suoi estimatori. Apre i concerti di
Zephyrs, Okkervill River, Isobel Campbell, TKO
e nel febbraio del 2006 viene invitato a suonare
a Tucson, in Arizona. Si esibisce per due sere
consecutive al Red Room (luogo nel quale
spesso suona Howe Gelb) insieme con Tom
Walbank, miglior bluesman 2005 dell'Arizona, e i
Pearl Handed Pistol. Appena tornato in Italia non
mancano altre occasioni per esibirsi dal vivo. The Niro viene chiamato come supporter, chitarra e voce, per
la data romana del tour dei Deep Purple e successivamente come supporter per il tour della band inglese dei
Circulus.
Nel 2006 la Radio dell'Università di Boston invita The Niro al tributo mondiale in onore di Elliott Smith, al
quale partecipa con una reinterpretazione di Everything reminds me of her. Nell’estate dello stesso anno
apre il concerto a Londra di Carmen Consoli e suona in giro per l’Europa: a Vienna, dove si esibisce al
Tunnel e al Café Carina, e a Parigi, alla "Fléche d'or". Nel frattempo esce la compilation "A century of
Covers", tributo ai Belle and Sebastian, nella quale The Niro torna al lo-fi con la cover casalinga di "I fought
in a War".
Verso la fine del 2006 The Niro viene contattato da Chris Hufford, manager dei Radiohead, per partecipare a
un progetto da lui prodotto , insieme a Ned Bigham, chiamato Anti Atlas. Davide scrive il testo e riarrangia
parte del brano strumentale "Coro", così nasce "The Travellers", che compare nel disco Between Voices 2,
uscito nell’agosto 2007 per l’etichetta inglese One little Indian.
Nel frattempo The Niro continua ad esibirsi in apertura ad artisti di prestigio quali Badly Drawn Boy, Mirah,
Isobel Campbel Chris Leo.
Nel 2007 torna a Londra per esibirsi al the Fly e al The George Tavern. Poi parte alla volta di New York dove
tra fine agosto e settembre si esibisce per cinque sere consecutive in alcuni club, tra cui il Pianos e il
Sidewalk, dove sono cresciuti artisti statunitensi come Regina Spektor e Adam Green.
A gennaio 2008 pubblica con un EP “An Ordinary Man” che contiene quattro brani (1. About love an
difference 2. Mistake 3. Just for a bit 4. On our hill ). L’ultima traccia è lo street video del singolo “About love
and difference”. Testi e musiche sono firmati da Davide Combusti. Produttori Gianluca Vaccaro, Che già ha
lavorato con Carmen Consoli, e Roberto Procaccini, tastierista degli 8Ohm.
Ad oggi the Niro ha aperto in Italia i concerti di Carmen Consoli, Deep Purple ed Amy Winehouse.
L’album d’esordio di The Niro, dal titolo omonimo, è uscito l’11 aprile 2008.
Il disco, intitolato semplicemente “The Niro”, contiene 13 brani interamente scritti da Davide Combusti che
già aveva in parte anticipato a febbraio nell’EP “An ordinary man”, suscitando molta curiosità e attenzione
della critica e del pubblico. Alle quattro tracce dell’EP (“About love and difference”, “Mistake”, “Just for a bit”,
“On our hill”) si aggiungono ora altri dieci brani da lui scritti e composti in inglese, che raccontano il suo
mondo (quali il singolo “Liar”, “You think you are”, “So different”, “Cruel”…). L’album è prodotto da Gianluca
Vaccaro (che già ha lavorato con Carmen Consoli) e Roberto Procaccini (tastierista degli 8Ohm).
I Fratelli Calafuria si formano nel 2002 a Milano da
un’idea di Andrea Volontè, Paco Vercelloni e Tato
Vastola. Da anni attivi in realtà musicali nell’ambito
rock/hardcore/metal italiano, amici di lunga data,
innamorati delle sonorità forti ma col pallino della
canzone, i tre iniziano un percorso di
sperimentazione che li porterà a incidere un CD
autoprodotto “Violent People” in lingua inglese, e ad
intraprendere una consistente attività live.
Delineate le coordinate del loro sound, nel 2004
incidono un secondo CD “Le Cicatrici”, questa volta
cantato in lingua italiana.
Le liriche dipingono un quotidiano assurdo e
grottesco, e mostrano il taglio di chi non vuole
prendersi per niente sul serio. Il sound rimane
ruvido, urbano e minimale, lasciando ampi spazi alla
melodia. L’attività live continua e il loro repertorio si
intensifica e perfeziona, finchè nel 2006 iniziano la
collaborazione con il Massive Arts Studio di Milano,
che sfocerà nella registrazione del loro primo vero
album. Un lavoro nuovo, fresco, che spazia dal
post-punk alla caricatura del pop da classifica,
amalgamando tutto in una formula sonora dai
lineamenti incisivi, senza
compromessi. Il disco conterrà i quattro brani di “Le
Cicatrici” più sei brani inediti ed uscirà per Sony
Music Publishing nella primavera del 2007. Un
lavoro nuovo, fresco, che spazia dal post-punk alla
caricatura del pop, amalgamando tutto in una formula sonora dai lineamenti incisivi e senza compromessi.
La loro musica...violenza rock allo stato puro! Il video del singolo “Di Getto” è in alta rotazione su MTV e
Rock TV. Dopo essere stati selezionati per il Jack Daniel's tour di quest'anno, i Fratelli Calafuria sono stati
scelti da una giuria internazionale per rappresentare il nostro paese ad un evento svoltosi a Nashville (USA)
lo scorso 14 aprile al quale hanno partecipato gruppi provenienti da Repubblica Ceca, Spagna, Francia e
Turchia: headliner dello speciale evento sono stati gli alfieri del "nuovo" brit pop Kaiser Chiefs e la punk-funk
band dei The Rapture.
“Ci vuole stile per andare in manicomio yeah!”
Così si apre 'Senza Titolo' il primo full-lenght ufficiale dei Fratelli Calafuria, trio milanese attivo da diversi anni
nell’underground nord-italico, con alle spalle due pubblicazioni autoprodotte e un’invidiabile serie di live. I tre
suonano un rock/punk potente, diretto e squadrato con una ‘attitude’ davvero fuori dagli schemi. L’atmosfera
che si respira nei 12 brani del disco è quella allucinata e luccicante della Milano dei nostri giorni, un ruvido
mix di post-punk rigorosamente anni 90 e di caricature italo-trash.
Su un impianto minimale chitarra/basso/batteria i Fratelli costruiscono 12 piccoli gioielli di hard-pop al
vetriolo, contrastando sonorità spesso ‘poco amichevoli’ con acrobatici calembour lirici e improbabili tessiture
vocali, ormai diventati marchio distintivo della band.
Andrea Volontè, voce chitarra e autore spiega così l’attitudine della band: “Ci piace giocare. L’approccio
ludico e senza regole è l’unica via. Vogliamo ri-mandare al bel paese la seriosità che pervade sia le nicchie
underground con ampli a manetta sia l’obsoleto impianto discografico major, vomitandoci sopra le nostre
barzellette da settimana enigmistica. Deve essere tutto un gioco. Molto ben fatto, sia chiaro, e presentato a
volumi altissimi!”
La collaborazione con la struttura Massive Arts di Milano per la realizzazione dell’album ha subito reso
limpidi gli obbiettivi della band, regalandoci questi tre quarti d’ora di musica ottimamente pensata e
realizzata. Prodotto da Ivo Grasso e Bicio Grenghi per Massive Arts records, mixato da Marco Barusso (già
fonico per Lacuna Coil, Elio e Le Storie Tese & many more…) e masterizzato da Alberto Cutolo.
RASSEGNA STAMPA
RUMORE
'Una delle migliori uscite indie di questo 2008.’
MUSICA E DISCHI
'L’esordio discografico del power punk trio meneghino ha tutte le carte per trasformare il vecchio e demodé
stivale italico in un paio di fiammanti e comode sneakers adatte a scalare i muri della metropoli e le vette
della classifica.’
IL MUCCHIO SELVAGGIO
'Rock che diventa punk ma che sa nascondere molta melodia tra le distorsioni, il tutto punteggiato da testi
semplicemente intelligenti, o intelligentemente semplici se preferite.’
ROCKIT
'Un album che lascerà i più arguti tra di voi con un coloratissimo punto interrogativo tra le mani (che da
qualunque angolazione lo guardi non si capisce perchè continui a guardarlo).’
IN YOUR EYES EZINE
'Sfrontati, deliranti, matematici, incalzanti, una delle cose migliori uscite in questo inizio d'anno in Italia.’
SONIC BANDS
'Un esordio con tanto ritmo, intelligente, pazzo, che lascia il segno ed è divertente da ascoltare.’
ROCK HARD
'I Fratelli Calafuria rappresentano un raggio di luce nel pretenzioso ambiente del rock italiano.’
LEFT
'Il trio milanese che dal vivo riesce a fare quanto una band di diciotto elementi.’
ROCKLINE
'La maturità del loro sound condita con una personalità che emerge sgomitando da ogni ritornello, si incastra
tanto perfettamente ed inaspettatamente con un rock post-punk al vetriolo pregno di luccicanti melodie pop
da lasciare perplessi riguardo alla straordinaria facilità ed efficacia con cui questo avviene.’
TRUBLEZINE
'Non so ancora se i Fratelli Calafuria si vogliono prendere per i fondelli oppure quelli a essere presi per il
culo siamo noi, ma so solo che qualunque cosa intendano fare sta dando i suoi frutti.’
ROCKERILLA
'I Calafuria picchiano sui canoni del punkcore come e più di una squadra di implacabili luddisti. Un mix di
rabbia e sarcasmo che i tre riescono mantenere sui binari della canzone senza costringersi ad eseguire
spericolate acorbazie.’
BABYLON
'I Fratelli giocano a creare esplosivi episodi rock, volutamente esagerati e infarciti, per dissacrare, rompere
gli schemi, infrangere le regole.’
MELTIN’ POT
'Bravi. Questi Fratelli Calafuria si divertono e ci fanno divertire: utilizzano la triade magica
chitarra/basso/batteria, testi nonsense e pongono sullo sfondo la Milano underground di oggi.’
ULTRASONICA
'Sono veloci, con cadenze isteriche contornate da testi surreali, a tratti incomprensibili ma forse il gioco sta
anche in questo.’
BEAT
'Eh si, è una Nobile Arte... quella di aver un suono solido ed inquadrato pur essendo solo un trio.’
LOUD VISION
'Bisogna dare atto ai Fratelli Calafuria che il loro esordio spiazza non poco, ed è cosa abbastanza rara se si
fa riferimento a un ambito para-mainstream che è toccato solo raramente da intenti sperimentali.’
STAYPUNK
'Nel senso: va bene giocare, ma questo è vendere il culo.’
Il progetto Serpenti nasce alla fine del 2005
quando Luca Serpenti, già da dieci anni
bassista del gruppo Ultraviolet, decide di
dar vita ad un suono basato sull’utilizzo di
chitarre
basso,
drum-machine
e
sintetizzatori.
La fusione di due grandi passioni per
musica rock e musica dance-elettronica
portano alla ricerca di soluzioni compositive
ballabili ed allo stesso tempo ricche di
suoni saturi, con lo scopo di mischiare
ritmiche molto cadenzate a melodie e riff
ipnotici ed orecchiabili.
Le voci sono, invece, affidate a Gianclaudia
Franchini (voce
degli
Ultraviolet) che,
avendo alle spalle una grande esperienza
musicale, sa impreziosire il suono di
Serpenti avvalendosi di soluzioni melodiche
di grande impatto e di una voce delicata ma allo stesso tempo molto personale e
carismatica.
Nel desiderio di voler coionvolgere sia un pubblico più legato al clubbing che un pubblico
più in sintonia con le esibizioni live più classiche, il live-set di Serpenti si struttura in modo
tale da poter essere proposto sia all’interno di un dj-set che in un contesto da palco.
Il Genio si forma nei primi mesi del 2007,
quando Gianluca De Rubertis (già
tastierista degli Studiodavoli) e Alessandra
Contini decidono di dare voce alle loro
canzoni composte al pc, focolare
domestico del nuovo millennio. Il Genio
suona
electro-pop,
attraversando
atmosfere retrò, canta in italiano e
francese, sfuggendo linee rette, attraverso
spirali cariche di sensuali suggestioni e di
ironici equilibrismi. I tracciati sonori sono di
immediato accesso, ma, al tempo stesso,
ricercati ed eleganti, in bilico tra gli
chansonniers françaises, l'attuale melodia
di gruppi come i Blonde Redhead e l'ironia
degli Stereo Total. I membri, entrambi di
Lecce, tastierista e chitarrista il primo,
bassista
la
seconda,
si
lasciano
ironicamente accompagnare da un Ipod,
che diviene il loro batterista ufficiale fin dai
primissimi concerti. L'attenzione che il
progetto suscita è sin da subito altissima: a
soli due mesi dalla sua nascita, Il Genio
trova modo di esibirsi, oltre che nel
Salento, anche in città come Milano, Roma
e Bologna, raggiungendo sul suo myspace ufficiale (www.myspace.com/ilgenio) un numero di ascolti/visite
elevatissimo. A Settembre 2007, la proposta discografica della Disastro Records, nuova <>label di casa
Cramps Music. Comincia così il lavoro di registrazione del primo album omonimo, che si avvale della
supervisione artistica, oltrechè di Davide D'Antuono (art producer per Disastro), di Marco Fasolo (Jennifer
Gentle) e Stefano Manca (Sudestudio, fucina dell'indie salentino). Il disco è registrato presso l'Ectoplasmic
Garden, tetra oasi dei Jennifer Gentle, inciso su bobina e implementato con ogni sorta di apparecchiatura
vintage; missato da Stefano Manca. L'atmosfera dell'album si conferma ironica e sensuale, elegante ma
ammiccante al punk, suffragata da testi incisivi e mai banali. Brani come "Pop Porno", dal gusto electro,
mostrano come Il Genio sappia riproporre, in maniera ironica ed eloquente, la pornofonia degli anni '60
attraverso strutture immediate ma al contempo ricercate. "Non è possibile" è, invece, una psichedelica
invettiva sull'allunaggio disegnata su di una struttura melodica dal sapore classico e retrò. I due brani, citati a
titolo esemplificativo, rappresentano soltanto una piccola parte di ciò che le 12 tracce del disco d'esordio
promettono di suscitare nelle orecchie dell'ascoltatore. Nel frattempo, fra la schiera degli ammiratori del
Genio, spicca il nome di Federico Fiumani, che invita il duo a partecipare al nuovo disco di cover dei
Diaframma in prossima uscita. Il disco d’esordio de Il Genio suona electro-pop, in un'atmosfera che si
presenta ironica e sensuale, elegante ma ammiccante al punk, suffragata da testi incisivi e mai banali. Ogni
brano rivela leggerezza e profondità, tracciati sonori di immediato accesso, che si strutturano nell’ascolto, in
bilico tra gli chansonniers françaises, l'attuale melodia di gruppi come i Blonde Redhead e l'ironia degli
Stereo Total. Brani come "Pop Porno", dal gusto electro, mostrano come Il Genio sappia riproporre, in
maniera ironica ed eloquente, la pornofonia degli anni '60, attraverso strutture immediate ma al contempo
ricercate. "Non è possibile" è, invece, una psichedelica invettiva sull'allunaggio disegnata su di una struttura
melodica dal sapore classico e retrò. I due brani, citati a titolo esemplificativo, rappresentano soltanto una
piccola parte di ciò che le 12 tracce del disco d'esordio promettono di suscitare nelle orecchie
dell'ascoltatore.