CIRANO’ E IL SUO INVADENTE NASO
MATERIALI DI LAVORO
Di Carlo Presotto
Cyrano de Bergerac è una celebre opera teatrale pubblicata nel 1897 dal poeta
drammatico francese Edmond Rostand (1868-1918) e ispirata alla figura storica di
Savinien Cyrano de Bergerac, uno dei più estrosi scrittori del seicento francese,
precursore della letteratura fantascientifica.
Sue opere più importanti sono considerati i romanzi fantastici,: L'altro mondo o Gli
stati e gli imperi della luna (L'autre monde ou Les ètats et empires de la lune,
pubblicato postumo nel 1657), probabilmente il suo capolavoro, e Gli stati e imperi
del sole (Les ètats et empires du soleil, pubblicato postumo nel 1662). Si tratta di
racconti fantastici, estremamente vivaci. Il racconto, nella più tipica e schietta prosa
barocchista, è quello di un viaggio meraviglioso, realistico e poetico, nei paesi della
Luna e del Sole. È un pretesto per l'esposizione di ardite teorie filosofiche,
scientifiche e religiose: il movimento della terra, l'eternità e l'infinità dei mondi, la
costituzione atomica dei corpi, i principi fisici dell'aerostato ecc.
L'opera di Rostand è stata tradotta, adattata e interpretata innumerevoli volte: Cyrano
è uno dei personaggi più conosciuti e amati del teatro. La sua geniale temerarietà, la
drammaticità della sua fiera esistenza, vissuta pericolosamente all'insegna del non
piegarsi mai alla mediocrità e alle convenienze, costi quel che costi, ne fanno un
autentico eroe romantico e al contempo un personaggio straordinariamente moderno.
Tanto che il singolare spadaccino guascone continua con successo a calcare le scene
teatrali.
Per il teatro italiano memorabili sono rimasti, nella classica traduzione in versi
martelliani di Mario Giobbe, gli allestimenti del 1953 (portati in scena dal regista
francese Raymond Rouleau), con l'attore Gino Cervi nel ruolo del titolo, e del 1977
(per la regia di Maurizio Scaparro, che si avvalse di una nuova traduzione in prosa ad
opera di Franco Cuomo), con Pino Micol nel ruolo protagonista dello spadaccinopoeta, affiancato da un'esordiente Maria Evelina Nazzari quale Rossana.
Sempre per il palcoscenico celebri Cyrano sono stati Gigi Proietti, Franco Branciaroli,
Massimo Popolizio e, in chiave musicale, Domenico Modugno.
Il cinema si è ispirato alla figura dello spadaccino guascone per numerose pellicole,
tra le quali Cyrano del 1950 di Michael Gordon (che valse al suo interprete José
Ferrer il premio Oscar), una versione in francese del 1990 diretta da Jean-Paul
Rappeneau ed interpretata da Gerard Depardieu dal titolo Cyrano de Bergerac ed una
commedia hollywoodiana, Roxanne, con Steve Martin, regia di Fred Schepisi, che al
popolare personaggio si richiama in maniera evidente.
Il tentativo di mettere in scena quest'opera è parte della trama del film Chiedimi se
sono felice di Aldo, Giovanni & Giacomo.
(dalle relative voci su wikipedia)
La trama
Cyrano Ercole Savignano di Bergerac, cadetto di Guascogna, è un fenomenale
spadaccino, uno spirito libero ed un poeta, ma porta nel bel mezzo della faccia un
naso che lo "precede di un quarto d’ora ovunque vada" e gli impedisce "persino il
sogno di essere amato da una donna brutta", che nessuno può azzardarsi a sottolineare
se non lui stesso. È innamorato, senza osare dirglielo, di sua cugina Rossana che, nel
1600 in cui si svolge la tragedia, è una "preziosa", una ragazza di buona famiglia che
ama l’intelligenza, lo spirito applicato alle schermaglie d’amore, i bei concetti e i
versi. Rossana è insidiata dal Conte de Guiche, marito della nipote del Cardinale
Richelieu, che tenta in tutti i modi di convincerla a concedergli le sue grazie, ma è
invece innamorata a sua volta del Barone Cristiano di Neuveillette, una recluta dei
Cadetti di Guascogna, che è bellissimo ma irrimediabilmente privo della raffinatezza
che gli è indispensabile per conquistare la dama. Rossana convince Cyrano a
diventare amico di Cristiano, anche se è l’ultima cosa che il nasuto spadaccino
vorrebbe fare, e, dopo una prima scaramuccia in cui scopre che il suo rivale in amore
è un ragazzo tanto coraggioso da sfidarlo proprio sul naso, Cyrano gli propone un
patto: insieme, uno la bellezza, l’altro il genio, potranno conquistare Rossana. In una
scena sotto il balcone che rappresenta il primo esempio di playback della storia,
Cyrano, rischiando a più riprese di tradirsi, convince Rossana che Cristiano è l’amore
della sua vita, inducendola a sposare immediatamente il bel barone. Ma quella stessa
sera il Conte de Guiche, beffato dall’astuta Rossana, per vendicarsi spedisce il corpo
dei Cadetti di Guascogna all’assedio di Arras. Cyrano parte per la guerra promettendo
che Cristiano scriverà spesso, ed in effetti scrive alla sua bella due lettere al giorno
finchè ella, travolta dalla passione che le lettere suscitano in lei, non forza il blocco
delle forze spagnole per recarsi nell’accampamento dei francesi a rivedere il suo
amore. Così Cristiano capisce che Rossana è a questo punto infatuata non più della
sua bellezza ma dello spirito che però appartiene a Cyrano e costringe l’amico a
rivelarle la truffa perché scelga tra loro due. Disperato, si lancia al primo assalto,
rimanendo ucciso prima che Cyrano possa confessare a Rossana tutta la trama.
All’amico moribondo Cyrano sussurra che è il prescelto, e cerca a sua volta la morte
nella battaglia finale mentre Rossana si dispera sull’ultima lettera macchiata del
sangue di Cristiano e delle lacrime di Cyrano. Quattordici anni dopo, Rossana si è
ritirata in convento, e Cyrano va a farle visita ogni sabato pomeriggio, portandole le
notizie del mondo. Ma un sabato di settembre cade in un agguato in cui lo feriscono
mortalmente e nel delirio non riesce a negare l’amore che ancora prova per Rossana,
tra le cui braccia muore.
Lo spettacolo di Ketti Grunchi
Lo spettacolo nasce da un lungo percorso di ricerca condotto dalla regista e
drammaturga Ketti Grunchi a partire dalla trama del testo di Rostand.
Lo stile dell’autrice prevede una riscrittura quasi integrale del testo a partire dalle
improvvisazioni degli attori sui momenti chiave della vicenda.
L’esperto Carlo Presotto, autore e studioso, ha collaborato analizzando nel dettaglio
con gli attori la struttura delle scene scritte da Edmond Rostand, le loro dinamiche
teatrali, la struttura delle relazioni tra i personaggi.
La tecnica scelta per sviluppare il lavoro è stata quella del clown contemporaneo, con
la collaborazione artistica di Maril Van Den Broeck, regista olandese che da molti
anni vive a Parigi, grande esperta di teatro comico.
Tematiche
Ketti Grunchi costruisce un dialogo molto serrato tra la vicenda del testo originale ed
il sottotesto creato dalla compagnia di attori che lo rappresenta proveniente da un
imprecisato paese dell’est europeo.
Stranieri, provenienti dalla periferia, portatori di una alterità che permette loro di
nominare con ingenua franchezza i peccati dei luoghi che attraversano: l’avidità, il
servilismo, la violenza, la falsità.
Personaggi comici, come l’Arlecchino che a suo tempo storpiava il veneziano con il
suo forte accento bergamasco, o come il personaggio dell’attore indostano creato in
nel film Hollywood Party da Peter Sellers, o come il più recente, catastrofico Borat
interpretato da Sacha Baron Cohen.
Con lo stesso procedimento la drammaturgia evidenzia due tematiche importanti nel
testo di partenza: quella della libertà, dell’orgoglioso senso di indipendenza di fronte
ai potenti, e quella della menzogna, della splendida bugia, della finzione, che
accompagna fino alla fine l’amore di Cyrano per Rossana.
Una lettura che esce dagli stereotipi che vedono Cyrano eroe di segno solo postivo, e
ne sviluppa anche la timidezza, l’incapacità di essere fino in fondo sincero con se
stesso e con glia altri, il rifugiarsi dietro la poesia e la smisurata grandezza del suo
naso per non affrontare la realtà che, nonostante tutto, teme.
Dalle Note di regia di Gigi Proietti e Ennio Coltorti per l’edizione del 1985
Anthony Burgess, nell'articolo "Sprezzante e spiritoso Cirano" apparso sul Corriere
della sera del 21/12/84, esordisce con queste parole: <<Tutti conosciamo il Cirano di
Bergerac...>>. E' vero, appartiene alla nostra cultura, alla nostra storia teatrale, anche
il giovane meno informato sa che Cirano è <<quello del nasone>> che dice: <<Ma
poi che cos'è un bacio?>> e <<al fin della licenza io tocco>>. Altro non saprebbe
dirci, ma avrebbe così elencato tre caratteristiche del personaggio: il naso, l'amore, la
spada. Che basti questo a fare di Cirano un personaggio amato dalle platee di tutto il
mondo? Certamente no. E' invece l'abile struttura narrativa del testo che assicura il
successo al Guascone.
Ma se il mitico personaggio di Rostand, sia pure per sentito dire, è nella memoria di
tutti, il testo è poco conosciuto dal nostro pubblico. Oggi sorprende soprattutto
l'abilità di Rostand nel guidarci, senza annoiare, attraverso le stravaganti imprese del
nasuto eroe; abilità frutto dell'evidente mestiere dell'autore, che usa tutto il materiale
letterario e drammaturgico a sua disposizione. Parafrasando il giudizio di un
rispettabile critico, potremmo dire che: <<...il primo atto del Cirano... è
drammaturgicamente un bellissimo spaccato di "teatro nel teatro"...>>.
Ci sono nel primo atto: <<...due formidabili tirate: quella del naso... e quella del
duello con l'improvvido Visconte... tutte e due sono "arie" musicali, e tutto questo atto
è parete stretto, anzi discendente diretto del melodramma...>>
Un'altra parentela è quella <<... con il romanzo di cappa e spada alla Dumas
padre...>>
Inoltre: <<...la terza filiazione, se così vogliamo chiamarla, è quella del dramma
romantico alla Hugo... e si palesa nelle scene più alte, più intime, in chiusura d'atto...
nella prima gran confessione da parte dell'eroe del dissidio bruttezza-amore...>>
Fin qui l'esperto nostrano, ma Burgess individua << ...un elemento di tragedia nel
Cirano di Bergerac: il fallimento per mancanza di conoscenza di sè stessi...>>.
E certo l'elenco può continuare a lungo, (il pezzo della luna nel terzo atto è un tipico
esempio di commedia dell'arte: Arlecchino-Cirano che, travestito, burla lo sciocco
innamorato, Pantalone-De Guiche, per permettere a Florindo-Cristiano di celebrare il
matrimonio con la bella Rosaura-Rossana).
[…]
Noi non sappiamo quanto si abbia bisogno di lui, ma è certo che a noi Cirano col suo
pennacchio ha fatto riscoprire il gusto di raccontare una storia al pubblico.