Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Quadro di riferimento Executive Summary Schema 1 Novità dal mercato Dopo la lunga corsa dei prezzi degli ultimi 7 anni (1997-2004 + 65% nei prezzi delle case), il mercato mostra qualche affanno: si allungano i tempi di compravendita e di locazione e aumenta lo sconto sui prezzi richiesti dai venditori. Tuttavia salgono ancora i prezzi medi delle abitazioni (+7,9% nelle 13 città intermedie e +9,7% nelle più grandi). I prezzi medi delle abitazioni nuove nelle città intermedie si attestano sui 2.177 Euro per mq, contro una media di 2.513 Euro nelle città più grandi (+ 15%). Si va però dai 4.164 Euro in media per le abitazioni centrali di Venezia, o dai 3.900 di Milano (che però è prima se si considerano tutte le tipologie di abitazione), ai 1.362 Euro di Taranto o ai 1.616 Euro di Messina. Fra le città del gruppo delle 13 grandi, la meno cara, per le abitazioni nuove, è Palermo con 1.498 Euro per mq (Taranto se si considerano anche le abitazioni diverse da quelle nuove), mentre la più costosa fra le intermedie risulta Salerno con 2.832 Euro seguita da Modena con 2.506. La graduatoria dei prezzi medi delle abitazioni (media generale che assomma quelle nuove e non) nelle 26 città monitorate vede quindi Milano al primo posto ed all’ultimo Taranto. Fra il 1992 ed oggi numerosi sono i cambiamenti di posizione nella graduatoria dalla città più costosa a quella meno. La testa della graduatoria, che 10 anni addietro era occupata da Milano, viene presa da Venezia mentre i tre posti della coda restano stabilmente assegnati a Taranto, Catania e Palermo. Chi avanza di più nella graduatoria sono Genova e Torino, che passano rispettivamente dalla posizione 20 alla 12 e dalla 15 alla 8, chi scende invece sono Verona e Venezia Mestre, che passano dalla 13 alla 20 e dalla 12 alla 18. L’aumento medio dei prezzi delle abitazioni riguarda circa il 75% dei capoluoghi di provincia mentre nel restante 25% i prezzi si mantengono stabili o in leggera flessione. Nel momento di massima dinamicità del mercato, il 2002, i prezzi aumentavano nel 96,1% dei capoluoghi italiani. Continua lentamente ma progressivamente a ridursi il differenziale di prezzo fra le abitazioni libere e quelle occupate. Dall’inizio degli anni ’90 quando ci si attestava attorno al 30% oggi il livello dello sconto sull’occupato supera di poco il 20% e risulta mediamente leggermente più alto nelle grandi città (22,7%) rispetto alle città intermedie (21,8%). Nelle più grandi città i prezzi delle abitazioni hanno ormai recuperato in termini reali i valori massimi dell’inizio del 1992, nelle città intermedie, dove non si era verificato nel ’92 un picco come nelle grandi, i prezzi hanno avuto un andamento continuamente crescente ma più moderato. La debole situazione economica morde soprattutto il mercato della locazione con riduzione leggera dei rendimenti e sensibili effetti soprattutto nel segmento uffici (a Milano in media i canoni di locazione subiscono per la prima volta negli ultimi anni una leggera flessione). Il prezzo delle abitazioni di pregio arriva attorno ai 18mila Euro per mq a Milano e Roma. Grande fermento nelle città dove continua intensa l’attività di manutenzione (11% aumento domande per il 36% di sgravio fiscale e previsione di un ulteriore +12% per il 2005) e cresce la riqualificazione di grandi porzioni di città come testimoniato da numerosi progetti. Molti comuni stanno studiando la possibilità di varare Società di Trasformazione Urbana (STU) e, secondo una recente indagine dello Studio legale Delli Santi & Partners, il 40% dei comuni ha realizzato operazioni di valorizzazione (più dell’85% fra quelli di dimensione superiore ai 250 mila abitanti) per la metà costituite da vendita diretta e per la restante parte da cartolarizzazioni, project financing, concessione d’uso, ecc. Inoltre in circa l’80% dei comuni sono ubicati anche beni demaniali suscettibili di valorizzazione. 1 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Quadro di riferimento Schema 2 Novità dal mattone quotato Nell’ultimo anno ha guadagnato di più chi ha investito in Borsa (+20% oltre ai dividendi) rispetto a chi ha investito direttamente in immobili (+ 15%) ma più di tutti hanno guadagnato quelli che hanno investito in Borsa nel segmento immobiliare (+50%). Boom per i fondi immobiliari (nel 2005 si prevede che da circa 6 si giungerà a oltre 15 miliardi di Euro in valore). Nel 2004 si registra un +50% nel numero dei fondi e +15% nel numero di Società di Gestione, ma anche per leasing (+19,2% nei volumi) e finanza immobiliare (i mutui per l’acquisto di abitazioni crescono del 30%) in generale lo scorso anno è stato all’insegna dell’espansione. Nuovi fondi immobiliari pubblici con i palazzi dello Stato: il fondo FIP da 3,3 miliardi di Euro con rendimento al 7% ed il fondo Patrimonio Uno con un 800 milioni di Euro. Risultati straordinari per l’immobiliare quotato (Pirelli, Beni Stabili, Aedes, Risanamento, ecc.) che aumenta dall’inizio del 2004 di oltre il 50% contro una media di Borsa del 20%. 1. Mercato in crescita con segnali di rallentamento Oltre alle 13 più grandi città1, anche le 13 città di dimensione “intermedia” 2 evidenziano, secondo la nostra indagine congiunturale, mercati immobiliari effervescenti che registrano, negli ultimi dodici mesi, incrementi medi dei prezzi, per tutte le tipologie immobiliari, nell’ordine del 7-8%, inferiore di 1-2 punti percentuali ai mercati maggiori. Tavola 1 Variazione percentuale annuale prezzi medi di immobili nelle 13 grandi aree urbane e nelle 13 aree intermedie Abitazioni Uffici Negozi Capannoni Variazione % 13 grandi aree urbane Variazione % 13 aree intermedie +9,4 +7,9 +8,6 +6,7 +7,9 +6,7 +7,2 +7,1 Fonte: Nomisma. Crescono valori Le 26 città da noi osservate costituiscono circa il 55% del mercato nazionale, e fatturato del inoltre il loro cospicuo peso in termini numerici è notevolmente accresciuto in termini economici, essendo i valori immobiliari di queste città ben al di sopra di mercato quelli delle altre, oltre che a svolgere tradizionalmente un ruolo “segnaletico” delle tendenze per il resto del sistema immobiliare nazionale. Le grandi aree urbane sono: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Torino e Venezia. 2 Le aree intermedie sono: Ancona, Bergamo, Brescia, Livorno, Messina, Modena, Novara, Parma, Perugia, Salerno, Taranto, Trieste e Verona. 1 2 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Quadro di riferimento Tavola 2 Numero di compravendite nel 2004 (preconsuntivo) Valori assoluti 13 aree urbane 13 città intermedie Italia Quote % sul totale 13 aree urbane 13 città intermedie Italia Residenziale Commerciale 301.865 119.385 760.000 78.233 29.232 192.000 39,7 15,7 100,0 40,7 15,2 100,0 Fonte: Stime Nomisma su dati Agenzia del Territorio. Il mercato continua quindi a tirare i prezzi verso l’alto ed anche i volumi delle compravendite non paiono risentire in modo significativo del più elevato costo degli immobili. Figura 1 Italia – Proprietari di casa e acquirenti negli ultimi 12 mesi (valori percentuali sul totale delle famiglie) 12 80 79,4 Acquirenti di abitazioni (%) 10 75,8 72,8 72,1 76 74 73,2 6 8,9 75,4 7,3 73,9 8,7 75,6 8 7 78 78 9 5 10,8 78,3 Proprietari di prima casa 6,3 72,8 72,4 5,5 5,1 71,4 Proprietari di casa (%) Acq. casa per abitazione o vacanza 11 72 71,0 4,3 4 3,9 3,5 3,4 3,0 3 3,4 3,1 70 2 68 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati BNL/Centro Einaudi, 2004. Si indeboliscono le aspettative di ulteriore crescita ma senza sgonfiamento L’offerta di immobili nuovi, mediamente di buona qualità, costituita dall’arrivo sul mercato delle iniziative di sviluppo avviatesi con il favorevole ciclo attuale, specie nel segmento residenziale, assieme alle “prese di beneficio” attraverso l’immissione in vendita di immobili in portafoglio a piccoli e grandi investitori, non paiono fenomeni così consistenti da far arretrare i prezzi anche se contribuiscono a quell’indebolimento delle aspettative di ulteriori aumenti, ormai in corso da qualche tempo, fra gli operatori immobiliari. Si tratta di un indebolimento dell’attesa di prezzi crescenti, che restano però 3 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Quadro di riferimento probabili per una quota significativa degli operatori, specie per quanto riguarda le abitazioni, che viene surrogato dalla crescente aspettativa di prezzi stabili, mentre è insignificante la previsione di coloro che ritengono che i prezzi possano calare. Non trova quindi credibilità, nelle valutazioni della comunità degli addetti ai lavori, ma nemmeno, nei fatti, fra gli acquirenti, l’immagine della “bolla speculativa” e del suo ipotetico sgonfiamento. Il ridimensionamento delle aspettative di ulteriore crescita dei prezzi è segnalato da indicatori come i tempi di vendita (e di locazione) che tendono, moderatamente, ad allungarsi, anche se restano notevolmente bassi in rapporto alla loro misura di inizio anni ’90, e dallo sconto sui prezzi richiesti dai venditori, che tende a sua volta, per le diverse tipologie di immobili, ad ampliarsi. Figura 2 Tempi medi di vendita (in mesi) Abitazioni Uffici 4,0 3,7 3,4 Mesi 2,4 Mesi 2,9 4,8 4,4 5,0 4,8 5,0 MEDIA 13 BIG 4,4 ROMA 4,0 MILANO 3,6 2,2 2,0 II 02 II 03 3,7 MILANO 3,2 II 04 II 01 II 02 II 03 II 04 Negozi 5,4 5,2 5,0 4,6 Mesi II 01 5,4 5,2 MEDIA 13 INTERMEDIE 5,2 ROMA 2,8 5,7 5,6 3,3 MEDIA 13 INTERMEDIE 3,2 6,0 3,6 3,6 MEDIA 13 BIG 3,6 4,2 3,8 3,4 MEDIA 13 INTERMEDIE 4,7 4,6 4,4 4,4 4,3 MEDIA 13 BIG 3,7 ROMA 3,4 MILANO 3,0 II 02 II 03 II 04 Fonte: Nomisma. 4 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Quadro di riferimento Figura 3 Divario medio tra prezzo effettivo e prezzo richiesto (valori percentuali) Abitazioni Uffici 12,5 11,5 11,0 10,5 MEDIA 13 BIG 10,2 12,0 10,0 11,5 9,0 8,5 Mesi 9,5 9,2 MEDIA 13 INTERMEDIE ROMA 8,5 8,0 7,5 7,7 11,0 12,4 12,0 8,0 11,2 MEDIA 13 INTERMEDIE ROMA 10,0 10,1 10,0 7,0 II 01 II 02 II 03 II 04 11,6 11,4 MEDIA 13 BIG 10,5 MILANO 9,7 9,5 II 01 MILANO II 02 II 03 II 04 Negozi 12,5 12,2 12,0 11,5 11,0 Mesi Mesi 10,0 11,2 10,8 MEDIA 13 BIG 11,2 MILANO MEDIA 13 INTERMEDIE 11,7 11,0 11,0 10,5 10,0 9,8 9,5 9,0 ROMA 8,8 8,5 II 01 II 02 II 03 II 04 Fonte: Nomisma. Il permanere dell’orientamento positivo del mercato trova spiegazione nel rendimento locativo “sicuro” che l’investimento immobiliare registra anche nell’ultimo anno nelle città italiane e nel premio che l’aumento del valore capitale aggiunge al reddito da locazione. Tavola 3 Rendimento da locazione medio lordo (valori percentuali) Abitazioni Uffici Negozi Capannoni Box 13 grandi aree urbane 13 aree intermedie 5,5 5,8 8,1 8,0 6,5 5,3 5,2 7,9 7,8 6,4 Fonte: Nomisma. 5 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Quadro di riferimento Tavola 4 Rendimento totale nelle 13 aree urbane e nelle 13 città intermedie nel 2004 (valori percentuali) 13 grandi aree urbane 13 aree intermedie 15,3 13,9 16,8 14,8 14,7 13,3 12,0 15,3 15,1 13,3 Abitazioni Uffici Negozi Capannoni Box Fonte: Nomisma. Trappola della liquidità? Anche l’ipotesi di una situazione di “trappola della liquidità”, secondo la quale i tassi di interesse dovranno necessariamente crescere, avendo raggiunto il punto più basso, e quindi dovranno scendere i prezzi degli immobili non sembra confermata dai comportamenti dato che, come si è detto, i volumi dei contratti sono, almeno, ai livelli record del recente passato. Negli Stati Uniti, poi, dove Greenspan nell’ultimo anno ha progressivamente rialzato i tassi di interesse sino a superare quelli europei, il mercato immobiliare - nonostante l’attesa che il processo di aumento del costo del danaro possa non essersi ancora arrestato, in presenza di una situazione economica che potrebbe suggerire altri aumenti per cercare di raffreddare l’eccesso di spesa - ha continuato ad esprimere prezzi immobiliari nettamente crescenti, come si può constatare osservando l’11,2% di aumento medio registrato dai prezzi delle case. In effetti, se osserviamo l’aumento dei prezzi delle abitazioni in diversi paesi, nell’arco di anni che va dal 1997 (inizio del ciclo espansivo) ad oggi, Italia ed Usa non compaiono in testa alla classifica delle nazioni con i maggiori rincari. Tavola 5 Indice dei prezzi delle abitazioni, 1997-2004 (variazioni percentuali) Canada Danimarca 41 50 Svezia Francia 76 90 Belgio 60 Australia 113 USA 65 Spagna 131 Italia 65 Gran Bretagna 147 Olanda 75 Irlanda 179 Fonte: The Economist su fonti varie. Così come l’aumento dei prezzi delle case italiane nell’ultimo anno non è fra i più elevati a livello mondiale bensì si colloca ai livelli più contenuti fra i paesi a più elevato livello di sviluppo. 6 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Quadro di riferimento Figura 4 Indice dei prezzi delle abitazioni (variazione percentuale annuale) 20 17,2 16,0 15 Valori percentuali 11,2 10 10,8 10,2 9,8 9,7 9,3 8,5 7,3 6,2 5 2,8 2,7 0 -1,3 -5 -6,0 -10 ia na ag ranc Sp F A US a a a e a a A a ia io ia ia Cin tagn Svez TALI Belg rland imarc anad land stral man ppon r e I O u a C r I e i n A B G G Da an Gr Fonte: The Economist su fonti varie. La sostenibilità di prezzi delle case (e di altre tipologie di immobili) più elevati è da analizzare in rapporto al valore dei servizi che rendono, ovvero del canone di locazione che esprimono. Il rapporto fra prezzi e affitti risulta quindi nettamente aumentato un po’ ovunque nel corso del più recente ciclo concorrendo a stimolare l’osservata tendenza all’aumento della percentuale di famiglie proprietarie dell’abitazione. Figura 5 Rapporto fra i prezzi delle case e gli affitti 1975-2004 (media = 100) Australia Spagna Stati Uniti Francia Gran Bretagna Italia Fonte: The Economist, Barclays Capital, HSBC. 7 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 In Italia, in particolare per la diffusione della proprietà e l’ammontare della ricchezza, combinate ad una propensione al risparmio particolarmente elevata ed ad una spiccata “preferenza” per l’investimento immobiliare, si viene a determinare una miscela di cause strutturali che spiega in gran parte il peso che nell’economia del paese è dato dalla componente immobiliare e, ad esempio, il successo dei fondi immobiliari di diritto italiano, ormai avviati a raggiungere il valore di 10 miliardi di Euro, pur potendo contare su una limitata conoscenza presso il pubblico per via della loro recente data di nascita. Figura 6 Rapporto fra la ricchezza e il reddito delle famiglie (in percentuale del reddito disponibile) Italia Giappone Gran Bretagna Francia Stati Uniti Germania Fonte: G.Ajassa, Affari & Finanza, 10-01-2005. Figura 7 Il risparmio delle famiglie (% di reddito disponibile, stima 2005) 15 10 Valori percentuali Canoni, reddito e prezzi Quadro di riferimento 5 0 -5 -10 a a a a a a a a a a e a a a o allo A nd a A ia gn lgi nci ustri rland izzer Svez r veg i tag n p pon anad landi US marc strali la nd ani LI Be rtog erm Spa ITA Ola Fra e A I C Fin ni ia Sv Au va Ze No n Br G G Po Da a o r u G N Fonte: OECD (previsioni 2005). 8 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Quadro di riferimento 2. Approfondimento sul mercato 2.1 Il mercato nelle 13 città intermedie3 I mercati immobiliari delle città di provincia mantengono una intonazione positiva con prezzi di compravendita che fanno registrare un ulteriore aumento e, rendimenti locativi in linea con quelli conseguibili nei maggiori mercati metropolitani. Questo gruppo di città ha messo a segno incrementi dei prezzi che misura dal 45,6% fra il 1999 ad oggi, che si riduce al 26,8% in termini reali, ovvero una crescita di 20 punti inferiore all’analogo dato calcolato sulle 13 grandi aree urbane da noi monitorate. Tavola 6 Prezzi nominali e reali di abitazioni nuove, Ottobre 1998/Ottobre 2004 (variazioni percentuali) Mercato in crescita con prudenza Variazioni % nominali Variazioni % reali +65,0 +45,6 +46,8 +44,1 +26,8 +28,2 Media 13 aree urbane Media 13 città intermedie Media Italia (*) (*) Elaborazioni Nomisma su dati Consulente Immobiliare. Fonte: Nomisma. E’ vero anche in queste più piccole realtà la fase di caduta dei prezzi è stata ben più contenuta rispetto ai maggiori mercati italiani. Di rallentamento nel ritmo degli scambi si può parlare anche osservando l’andamento dei tempi di vendita (e locazione) anch’essi in lento aumento (a titolo esemplificativo si riportano solo i grafici sulle abitazioni, ma la tendenza risulta la medesima anche per gli altri segmenti. Figura 8 Media 13 grandi aree urbane - Andamento dei prezzi di abitazioni nuove (Euro al mq) Prezzi correnti Prezzi costanti (2005) 2.800 Consulente Immobiliare 2.400 Nomisma 3.200 Consulente Immobiliare 2.800 Nomisma 2.000 2.400 1.600 Euro al mq Euro al mq 3.200 1.200 800 2.000 1.600 400 1.200 0 70 73 76 79 82 85 88 91 94 97 00 03 800 Anni 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 03 04 Anni Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Consulente Immobiliare. Le aree intermedie sono: Ancona, Bergamo, Brescia, Livorno, Messina, Modena, Novara, Parma, Perugia, Salerno, Taranto, Trieste e Verona. 3 9 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Quadro di riferimento Media 13 città intermedie - Andamento dei prezzi di abitazioni nuove (Euro al mq) Correnti Costanti 2.500 2.500 Consulente Immobiliare 2.200 2.200 Nomisma Euro al mq Euro al mq 1.900 1.600 1.300 Figura 9 Consulente Immobiliare Nomisma 1.900 1.600 1.300 1.000 1.000 700 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 03 04 400 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 03 04 Anni Anni Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Consulente Immobiliare. Se, a differenza di questi ultimi, non si può ancora parlare di rallentamento nella crescita dei valori di mercato – l’intensità dell’ultima variazione annuale supera quella registrata un anno fa in tutti i segmenti indagati, – i segnali provenienti dagli operatori non sono concordi nel confermare la fase espansiva. Infatti, sia nel mercato delle compravendite che in quello delle locazioni, la domanda e le quantità scambiate sono state giudicate in calo da un numero crescente di operatori in tutti i segmenti di mercato ad esclusione degli spazi destinati al parcheggio, la cui congiuntura viene giudicata univocamente positiva. Contemporaneamente tende a crescere il giudizio di aumento delle quantità offerte sul mercato sia dell’acquisto che della locazione. Previsioni di stabilità con note di pessimismo Se vengono confermate queste tendenze si potrebbero creare le condizioni di un eccesso di offerta che, incontrando una domanda più debole, potrebbe provocare un calo dei valori di mercato. A questo proposito le previsioni tendono ad attenuare lo scenario delineato con una prevalenza di giudizi di stabilità anche se stanno crescendo in maniera diffusa nei comparti non residenziali i giudizi previsivi di flessione di prezzi e di quantità. Rimane escluso da questa sintesi il segmento degli spazi destinati al parcheggio per il quale è prevista un ulteriore crescita per il prossimo anno. Un ulteriore segnale, che conferma le valutazioni espresse dalla componente di operatori più cauti nel descrive l’attuale congiuntura dei mercati intermedi, proviene dall’indicatore di divario medio tra prezzo effettivo e prezzo richiesto: a differenze di ciò che accade nelle grandi aree urbane, nell’ultimo anno si è registrata una crescita dei valori in corrispondenza di tutti i segmenti escluso, ancora una volta, quello degli spazi destinati al parcheggio. Ciò significa che di fronte alle difficoltà di incontro tra domanda ed offerta cresce il potere contrattuale della domanda che riesce a conseguire un maggiore sconto rispetto al recente passato. Di rallentamento nel ritmo degli scambi si può parlare anche osservando l’andamento dei tempi di vendita (e locazione) anch’essi in lento aumento. Il mercato della locazione ha visto crescere la quota di immobili offerti a fronte di una domanda perlopiù stazionaria e valori crescenti anche se con tassi di minore entità rispetto alle dinamiche dei prezzi così da generare una erosione 10 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Quadro di riferimento dei rendimenti di qualche decimo di punto percentuale. Tavola 7 Divario medio fra prezzo offerto e prezzo richiesto (valori percentuali) Abitazioni Uffici Negozi Capannoni Box 13 grandi aree urbane 13 aree intermedie 10,0 11,4 11,0 11,2 7,1 10,8 12,0 12,2 10,5 6,2 Fonte: Nomisma. Tavola 8 Tempi medi di vendita e locazione di immobili, 2004-2005 (in mesi) 13 grandi aree urbane Vendita Locazione 13 città intermedie Vendita locazione Abitazioni 3,7 2,2 3,6 1,9 Uffici 5,2 3,8 5,4 4,0 Negozi 4,7 3,7 5,2 3,8 Capannoni 5,9 5,0 6,0 4,9 Box 2,3 1,9 2,5 2,0 Fonte: Nomisma. Abitazioni Le tendenze – mercato che conferma le performance dell’anno 2003 con prezzi che fanno registrare aumenti del 7,9% in media in un anno e rendimenti lordi del 5,3%. Dimensione - la tipologia prevalentemente richiesta si conferma essere quella compresa tra i 60 e gli 80 mq, ma appare rilevante anche la quota di chi ha preferito abitazioni di dimensione appena superiore (81–100 mq). Localizzazione – cresce, rispetto allo scorso anno, la preferenza per la localizzazione periferica. Tipologia - la quota di domanda che si rivolge al segmento delle abitazioni da ristrutturare è esigua, mentre cresce il mercato delle abitazioni usate. Uffici Le tendenze – cala la domanda di uffici in locazione, nel corso del 2004, mentre si mantiene stazionario il mercato dell’acquisto. I prezzi crescono a tassi più sostenuti rispetto all’anno precedente (+6,7% nel 2004 e +5,5% nel 2003), non si modificano invece i tempi di compravendita, già piuttosto alti (5,4 mesi). Dimensione – la tipologia più richiesta è ancora quella compresa tra i 100-200 mq. Localizzazione – cala, rispetto all’anno precedente, la preferenza per la periferia terziaria a favore della restante periferia. Tipologia - le preferenze si ripartiscono tra gli immobili inseriti in edifici tradizionali ubicati in centro e, quelli “dedicati”, ubicati nelle periferie. 11 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Quadro di riferimento Negozi Le tendenze – si rafforza l’offerta e cala la domanda, senza per questo provocare alcun turbamento sul mercato che continua a fare registrare aumenti dei prezzi (+7,2% nel corso del 2004) e rendimenti in linea con quelli dei maggiori mercati (7,9% medio lordo annuo). Dimensione – la tipologia più richiesta è compresa tra i 50-75 mq (circa il 50% della domanda). Tipologia – cresce la preferenza per i centri commerciali anche se è ancora preponderante la quota di domanda per gli spazi tradizionali centrali (80% delle preferenze). Capannoni Le tendenze - calo delle compravendite e domanda che inizia a manifestare una certa flessione. I tempi medi di acquisto e di locazione sono cresciuti nell’ultimo anno (rispettivamente 6 mesi e 4,9 mesi) mentre il divario dei prezzi si è mantenuto stazionario e tendenzialmente basso rispetto ai maggiori mercati (lo sconto praticato sul prezzo è del 10,5% in media). Dimensione - la domanda è orientata maggiormente verso una metratura media, compresa tra i 500 e i 1.000 mq (65% circa delle preferenze) anche se è significativa la quota di domanda che richiede una metratura più piccola, vale a dire inferiore ai 500 mq (30% circa). Box o garage Le tendenze – mercato in crescita con buone performance sia sul versante delle locazioni che delle compravendite. I prezzi fanno registrare un aumento medio del 6,8% e i tempi medi di vendita e di locazione sono rimasti stazionari e comunque molto bassi (2 mesi circa). Cala il divario tra prezzo effettivo e prezzo richiesto per effetto di una domanda che continua a crescere. 2.2 Le abitazioni di pregio4 Un approfondimento merita, a proposito del mercato abitativo, il subsegmento più elitario delle residenze di pregio con riferimento alle realtà di Milano, Roma e Bologna che, nella seconda parte del 2004, hanno dinamiche e tendenze a volte addirittura contrapposte. L’incremento diffuso della domanda per immobili di pregio si è scontrato nelle diverse realtà con un’offerta non sempre adeguata quantitativamente (fenomeno rilevato soprattutto a Bologna e a Milano). A Milano, ciò non ha comportato effetti negativi sull’attività transattiva mentre ha portato ad un rallentamento a Bologna, seppur limitato e circoscritto ad alcune zone. In tendenziale crescita le compravendite a Roma. Decisamente positivo l’andamento del mercato capitolino delle locazioni, caratterizzato da una sostanziale ripresa dei volumi contrattuali, mentre appare ben diversa la situazione nei mercati di Bologna e Milano, dove la domanda appare molto debole e pressoché limitata ad unità di piccole dimensioni (il livello attuale dei canoni rende molto contenuto il numero di transazioni per gli appartamenti di dimensioni superiori ai 120 mq). I dati riferiti a questo segmento di mercato provengono da “’Osservatorio sul mercato degli immobili di prestigio Nomisma/Gruppo Studio Attici” n. 1/2005. 4 12 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Quadro di riferimento L’elevata qualità degli immobili disponibili sul mercato fa sì che prezzi e canoni continuino a salire: si registrano quindi incrementi semestrali nei valori di compravendita che vanno dall’1,1% di Milano fino al 4,7% di Roma, con variazioni più marcate in corrispondenza delle estremità inferiori delle forchette di riferimento. I canoni salgono più dei prezzi a Roma e Bologna, con effetti positivi sui rendimenti. Rispetto al mercato abitativo nel suo complesso, le variazioni annuali registrate in corrispondenza del sub-segmento delle abitazioni di pregio appaiono in tutte le città alquanto più basse, con differenze decisamente marcate a Milano e Bologna. Anche su base semestrale il quadro che emerge è quello di un mercato che si muove a passo più lentamente rispetto al mercato abitativo generale. Milano resta la città più costosa a livello medio (6.375 Euro al mq per acquistare e 270 Euro al mq per anno per affittare). Seguono i valori rilevati a Roma (circa 5.900 Euro al mq) ed infine quelli di Bologna, ben lontani dai livelli registrati nelle due città italiane di maggior prestigio (3.365 Euro al mq). Con riferimento al segmento “top” le quotazioni possono salire fino a raggiungere i 18.400 Euro al mq a Milano in zona Magenta e i 18.200 a Roma nel quartiere Parioli, contro i 7.000 del capoluogo emiliano riscontrabili nella zona dei Giardini Margherita. Complessivamente soddisfacenti i dati relativi alla redditività media da locazione. A Bologna e Roma si è registrato un incremento percentuale dei rendimenti pari a due decimi di punto, il che ha rende ancor più interessante l’investimento in immobili di pregio. Al contrario continuano a scendere i rendimenti sulla piazza meneghina, ora pari al 4,2%, il minimo tra le tre città oggetto d’indagine. Discordanti le previsioni circa l’evoluzione futura del mercato nelle varie piazze monitorate: se a Bologna non si prevedono nell’arco dei prossimi mesi mutamenti sostanziali rispetto all’attuale congiuntura, a Milano e Roma si intravede invece la possibilità di una crescita, più o meno marcata, del mercato. Ciò che distingue le due realtà è che a Milano sarà il mercato delle compravendite a fare la parte del leone, a Roma sarà probabilmente quello delle locazioni. Ovunque sono previsti prezzi e canoni stabili. Prezzi di abitazioni di pregio a Bologna, Roma e Milano, dicembre 2004 Zona urbana Prezzo Prezzo medio Prezzo medio Prezzo medio medio minimo massimo complessivo(1) (€/mq) (€/mq) (€/mq) (€) Tavola 9 Top prices (€/mq) Prezzo massimo complessivo(2) (€) Bologna 3.003 3.731 3.367 470.167 7.000 1.222.000 Roma 5.286 6.500 5.893 1.498.333 18.200 5.010.000 Milano 5.058 7.692 6.375 1.876.607 18.400 5.500.000 Valore medio complessivo delle unità abitative di pregio considerate appartenenti alla fascia “media”; tale valore è calcolato sulla base sia delle transazioni effettivamente avvenute sia del prezzo richiesto per gli immobili in carico. (2) Valore complessivo delle unità abitative di pregio considerate appartenenti alla fascia “top” (prezzo richiesto dai possessori degli immobili in carico; non fa necessariamente riferimento a transazioni avvenute). (1) Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Gruppo Studio Attici. 13 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Quadro di riferimento Tavola 10 Variazioni percentuali di prezzi di abitazioni di pregio e nel complesso Abitazioni di pregio Variazione semestrale Variazione annuale (%) (%) Bologna Roma Milano 3,1 4,7 1,1 Abitazioni nel complesso Variazione semestrale Variazione annuale (%) (%) 3,9 10,3 4,1 3,7 4,9 4,4 7,3 12,7 10,8 Fonte: Nomisma ed elaborazioni Nomisma su dati Gruppo Studio Attici. 3. L’investimento immobiliare e le modalità di finanziamento 3.1 Risparmio ed immobili Secondo l’annuale “Rapporto sul risparmio e sui risparmiatori in Italia” curato da BNL/Centro Einaudi, le famiglie italiane continuano a dare, negli investimenti effettuati, un ruolo di spicco alla “sicurezza”, proseguendo un trend manifestatosi a partire dal 2001, anno in cui hanno cominciato a sentirsi gli effetti delle bolle speculative dei titoli tecnologici, prodromici ad una serie di crac e scandali vissuti dai titoli azionari nazionali ed esteri (crac bond argentini, Cirio, Parmalat, …). Figura 10 Distribuzione percentuale del fattore considerato prioritario nelle scelte di investimento 60 50 Valori percentuali La sicurezza al primo posto per gli investimenti delle famiglie 40 30 20 10 0 1992 1993 1994 1995 1996 1997 Sicurezza Rendimento di lungo periodo 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 Rendimento di breve periodo Liquidità Fonte: BNL/Centro Einaudi. Di rilevanza assai minore il ruolo assunto dalla “redditività di breve periodo”, ed alla “liquidità” degli investimenti, elementi che hanno visto una significativa riduzione di importanza proprio in corrispondenza dei traumatici avvenimenti sopra ricordati. 14 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Quadro di riferimento Tale atteggiamento da parte del risparmiatore/investitore ha favorito l’afflusso di capitali nel settore immobiliare alimentando l’investimento in abitazioni. Continua la predilezione verso l’investimento in immobili… Anche nel corso del 2003/2004 l’investimento immobiliare si è mantenuto su livelli elevati, toccando un nuovo massimo storico, secondo il quale il 10,8% del campione intervistato ha acquistato una casa per abitazione o per vacanza negli ultimi dodici mesi, con un incremento di circa 2 punti percentuali rispetto all’anno precedente ed un valore pressoché triplo rispetto al 1997, ovvero dacché si è intrapreso un ciclo virtuoso del mercato immobiliare in corrispondenza del quale i prezzi delle abitazioni sono aumentati circa del 70%. … supportato da mutuo ipotecario Da notare che sul fronte degli impegni dei risparmiatori, la quota degli intervistati che abbia acceso un mutuo nel corso degli ultimi dodici mesi è passata dall’8,2% del 1998 al 12,1% del 2004 (se si considera poi l’accensione di un mutuo effettuata negli ultimi 5 anni, si passa dall’8% al 15,6%) sottolineando la propensione non solo verso l’investimento in immobili, ma anche il clima favorevole all’indebitamento, grazie ai contenuti tassi di interesse oggi praticati. Circa l’80% delle famiglie risulta essere proprietario di abitazione e la soddisfazione nei confronti di tale tipo di investimento si mantiene su livelli assai elevati (ben l’88% dei proprietari di abitazione risulta essere molto o abbastanza soddisfatto di avere investito in immobili), soprattutto in virtù della connotazione di “sicurezza” che ad esso viene attribuita. Investimento in immobili ritenuto soddisfacente, ma troppo oneroso L’investimento in immobili è considerato quello più sicuro (82,5% nel 2004, contro il 51,1% nel 1997), il migliore investimento possibile (2/3 delle risposte), ma rimane sempre visto come difficilmente liquidabile. Complice poi la corsa ininterrotta vissuta dalle quotazioni negli ultimi 7/8 anni, circa un terzo degli intervistati ritiene che i prezzi siano troppo alti in relazione alle disponibilità (anche questa quota risulta essere in aumento, in allineamento con il trend dei valori). Una forma di investimento volta a conciliare la redditività di lungo periodo con la liquidità di un investimento finanziario è rappresentata dai fondi immobiliari. Essi sono conosciuti dal 44,1% del totale degli intervistati, sono stati acquistati da una ristretta minoranza (3,5% circa del totale), ma è in aumento la quota di risparmiatori che si dichiara sul punto di sottoscriverne uno (4%). Tali percentuali sono in aumento rispetto al 2003, mostrando, così, una maggiore penetrazione dei fondi immobiliari sia in termini di conoscenza che di utilizzo. La diffusione dei fondi immobiliari 3.2 Il mercato dei mutui I dati Banca d’Italia e... L'erogazione di mutui immobiliari continua a crescere, confermando anche la sensazione che sempre più italiani utilizzino i prestiti casa come strumenti per procurarsi liquidità. La conferma della crescita dei mutui arriva dai dati contenuti nel Bollettino statistico di dicembre 2004 di Bankitalia, secondo cui il totale dei mutui 15 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Quadro di riferimento destinati all’acquisto di abitazioni ha superato i 180 miliardi di Euro (30 in più rispetto l’anno precedente). I flussi di credito erogati nei primi nove mesi del 2004 si sono attestati a quota 35 miliardi di euro, a fronte dei 29,9 miliardi del corrispondente periodo del 2003, con un aumento del 17,8%. ... di altre fonti. Il ritmo di crescita risulta ancor più vistoso dai dati raccolti dall'Osservatorio Assofin sul credito immobiliare, che confronta i dati dei flussi erogati da un campione di 20 banche, rappresentative del 65% del mercato totale dei mutui casa in Italia. Il totale dei prestiti concessi da queste 20 banche è stato pari, nei primi tre trimestri del 2004, a 20,6 miliardi di Euro, con una crescita che è risultata quasi doppia rispetto al totale del mercato (+31,8%). Dalla scomposizione del totale erogato dagli istituti che compongono il campione Assofin risulta inoltre che 18,5 miliardi di Euro (quasi il 90%) sono stati utilizzati per l'acquisto di abitazioni e i restanti 2,1 miliardi sono stati finalizzati alla ristrutturazione della casa o a soddisfare esigenze di liquidità. Mentre i primi, però, sono cresciuti rispetto al 2003 di quasi il 30%, il ritmo di crescita dei secondi è stato ben più elevato, del 51,7%. L’Osservatorio MutuiOnline segnala poi una crescita dell’importo medio richiesto dalle famiglie, salito a 124.300 Euro nel secondo semestre 2004, contro i 120.469 euro del primo semestre (+3,2%) e i 108.699 Euro del secondo semestre 2003 (+17,2). Il bollettino economico di Bankitalia riferisce inoltre che l’accessibilità all’acquisto di una casa (intesa come rapporto tra costo finanziario di un mutuo e il reddito disponibile delle famiglie) è notevolmente aumentata dall’inizio degli anni ’90, in pratica raddoppiandosi, grazie al crollo dei tassi di interesse. E proprio riguardo ai tassi d’interesse, si prevede il loro mantenimento sui livelli attuali ancora per molti mesi, anche se non si esclude un rialzo dello 0,25% in estate e un altro di pari entità verso la fine dell’anno. L’indagine di Nomisma: un consuntivo del 2004 Il campione di operatori del credito interpellati da Nomisma in occasione della consueta rilevazione sul mercato creditizio, appare concorde nel rilevare un incremento, sia in termini di volumi che di valore, nei mutui rivolti all’abitazione erogati nel corso del 2004. Anche il segmento dei finanziamenti agli immobili non residenziali ha evidenziato una performance migliore rispetto a quanto rilevato nell’anno precedente con lievi, ma diffusi, incrementi nelle quantità e nel numero di erogazioni. Nel 2004, i mutui abitativi hanno costituito circa l’88% del mercato, sono stati prevalentemente stipulati a condizioni di tasso variabile (66%, 5 punti percentuali in più rispetto lo scorso anno) e con una durata che supera i 15 anni (56%). È da rilevare un sensibile allungamento del periodo di rimborso, testimoniato dalla sempre più bassa quota di mercato destinata ai finanziamenti di durata inferiore ai 10 anni (15,4% contro il 23,5% dell’anno precedente) e dall’incremento sostanziale dei crediti a lunga durata (+18% rispetto al 2003). È inoltre da osservare un ulteriore ampliamento della quota di mutui stipulati a tasso variabile rispetto a quelli a tasso fisso (la percentuale di finanziamenti a tasso fisso è infatti passata dal 28% del 2003, al 20% nel 2004). 16 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Quadro di riferimento Tavola 11 Media 13 grandi aree urbane – Tipologie di mutui ipotecari erogati nel 2004 (distribuzione percentuale delle modalità) Immobili ad uso Residenziale Non residenziale Durata 10 anni 11-15 anni > 15 anni 15,4 28,2 56,4 40,3 40,7 19,0 Tasso Fisso Variabile Misto 20,1 66,4 13,6 15,2 78,1 6,7 Ordinario 97,3 2,7 98,7 1,3 Tipo Agevolato Fonte: Nomisma. L’analisi delle caratteristiche del mercato creditizio delle tredici città monitorate mostra una sostanziale omogeneità in quanto a durata dei finanziamenti: prevalgono ovunque i mutui ultraquindicennali (a Firenze tale quota raggiunge il 70% mentre a Napoli supera appena il 40%, ma rappresenta sempre la tipologia più richiesta) e calano in modo diffuso finanziamenti di breve durata (la percentuale più bassa si registra proprio a Firenze, 10%, e la più alta a Napoli, 23%). Anche relativamente alla forma di remunerazione del capitale adottata, non si segnalano performance cittadine in contro tendenza rispetto a quanto rilevato in media. Da notare, comunque, che a Padova si è registrata la maggior quota di contratti a tasso variabile (91%) e, di conseguenza, anche la percentuale minore di finanziamenti a tasso fisso (7%) e misto (2%). La destinazione dei mutui residenziali non differisce sostanzialmente da quanto osservato lo scorso anno: il 69% dei finanziamenti è rivolto all’acquisto della prima casa, il 19,5% all’acquisto di altre abitazioni, il 5,5% va a supportare interventi di nuova edilizia (con punte dell’11% a Bari) e infine il rimanente 6% è rivolto ad attività di recupero dell’esistente. Le abitazioni acquistate nel 2004 ricorrendo ad un mutuo ipotecario hanno un valore medio di circa 190.000 Euro finanziato per il 57,4% circa, con una superficie intorno ai 110 mq, sono usate e localizzate prevalentemente nei comuni limitrofi alle maggiori aree urbane monitorate. Il più alto tasso di indebitamento si registra a Palermo, dove l’importo finanziato rappresenta il 66% del valore dell’abitazione, il più basso a Padova e Napoli, entrambe attorno al 49%. In merito alla localizzazione delle abitazioni acquistate, Roma e Venezia sembrano essere le sole città in grado di attrarre una quota rilevante di 17 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Quadro di riferimento operazioni relative a immobili centrali (rispettivamente il 36% e il 30%), mentre in tutte le altre realtà cittadine si assiste a una “fuga” verso zone periferiche o comuni limitrofi. Spostando ora l’attenzione sui mutui erogati a favore del settore non residenziale (il 9,7% del mercato), si nota come nell’ultimo anno le preferenze dei contraenti si siano orientate su contratti di tipo ordinario, a tasso variabile (78,1% delle preferenze) e con periodo di rimborso inferiore ai 15 anni. Con riferimento alla destinazione dei mutui non residenziali, è apparsa prevalente la quota rivolta al comparto commerciale (49% del totale), seguita dalla quota per i comparti direzionale (33%), industriale (12%). Rispetto a tale andamento medio sono poi da evidenziare casi particolari come quello milanese e palermitano, caratterizzati da un’elevata percentuale di finanziamenti rivolti al segmento degli uffici (rispettivamente il 55% e il 63%), e quello bolognese, connotato dalla più alta quota di mutui erogati a favore del comparto industriale (42%). Infine, alcune considerazioni circa le tendenze future del mercato dei mutui ipotecari per il settore residenziale. Gli operatori del settore ritengono che si dovrebbe assistere ad un ulteriore rafforzamento, in termini di volumi e di valore, dei contratti stipulati, con una perdurante prevalenza del tasso variabile e una durata in continua ascesa. 3.3 Il leasing immobiliare: 2004 ancora di espansione Ripresa dei contatti nel 2004 che raggiungono il valore di 17 miliardi di Euro La crescita del leasing in questi ultimi anni risulta un fenomeno assodato ed ancora più quello riferito ad acquisti immobiliari: in effetti, il numero indice a base 2001 del valore complessivo dei contratti di leasing stipulati in Italia ha raggiunto, nel 2004, quota 118,3; mentre quello riferito all’immobiliare ha superato i 125,8 punti percentuali (fig. 11). Nel quadriennio 2001-2004 in Italia i contratti di leasing immobiliare sono stati quasi 75.000. Nel 2004 si è assistito ad un incremento del numero di contratti stipulati sull’anno precedente del 6,3%, dopo il calo del 2003 sul 2002 (32,6% dei contratti in meno) e la forte crescita che si era manifestata tra il 2001 ed il 2002 (+48,5%; fig. 12). In valore, il transato del 2004 approssima la cifra record di 17,3 miliardi di Euro registrata nel 2002, incrementandosi significativamente del 19,2% rispetto all’anno precedente (fig. 12). Nel 2004 il numero di contratti immobiliari si sono ripartiti in quasi 13.000 appannaggio dell’immobiliare costruito e 4.450 per immobili da costruire; in valore l’importo complessivo delle due categorie risulta, rispettivamente, pari a 11,7 e 5,1 milioni di Euro (fig. 13). In media le operazioni di leasing immobiliare hanno un valore poco inferiore al milione di Euro (900 mila circa per l’immobiliare costruito e 1,1 miliardi di Euro per quello da costruire). In termini complessivi sul valore totale dei contratti di leasing, quelli immobiliari, nell’ultimo quadriennio, sono sempre risultati superiori al 41,5% del totale (dato riferito al 2001). Anche in tal caso si evidenzia la forte crescita 18 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Quadro di riferimento del dato 2004 che si riavvicina, anche in termini di incidenza, al 2002 (tav. 12). Figura 11 Italia – Evoluzione del valore di contratti di leasing in Italia (N. I. 2001 = 100) 140 Valore 130 120 110 100 90 80 2001 2002 2003 2004 Anni Valore totale contratti di leasing Valore totale contratti di leasing immobiliare Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Assilea. 30.000 18.000 25.000 15.000 20.000 12.000 15.000 9.000 10.000 6.000 5.000 3.000 0 Valore complessivo (Milioni Euro) N. contratti Figura 12 Italia - Numero di contratti e valore dei contratti di leasing immobiliare 0 2001 2002 2003 2004 Anni N. di contratti Valore complessivo Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Assilea. Il leasing immobiliare rappresenta il 44% del mercato totale Ciò, tuttavia, vale solo per il valore complessivo degli acquisti immobiliari “coperti” da leasing, in quanto in termini di numero di contratti, la quota dell’immobiliare sul totale, negli ultimi due anni, risulta calante (tav. 12). Nel 2004, il 74,4% dei contratti immobiliari di leasing ha finanziato l’acquisto di immobili già “costruiti”, quota percentuale costante nel quadriennio 200104, fatto salvo per il 2002, dove lo share degli immobili ancora da costruire è risultato più rilevante (28,2%; tav. 12). 19 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Quadro di riferimento Tavola 12 Italia - Incidenza del leasing immobiliare sul totale dei contratti di leasing (valori percentuali) Anni 2001 2002 2003 2004 Numero di contratti 3,93 5,33 4,21 4,19 Valore complessivo dei contratti 41,50 45,75 43,72 44,15 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Assilea. Italia – La situazione del leasing immobiliare nel 2004 Figura 13 N. di contratti Immobiliare costruito Immobiliare da costruire 866 389 3.688 2.269 1.792 8.394 Valore (Milioni di Euro) Immobiliare costruito Immobiliare da costruire 538 1.856 2.505 5.952 3.896 2.048 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Assilea. 20 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Quadro di riferimento Tavola 13 Italia – Ripartizione dei contratti di leasing immobiliare (valori percentuali) Oggetto di finanziamento Anni 2001 2002 2003 2004 Immobiliare costruito 74,7 71,8 74,8 74,4 Fino a 500.000 Euro 51,7 51,8 50,9 48,2 Da 0,5 a 2,5 mil. di Euro 19,8 17,4 19,5 21,2 Oltre 2,5 mil. di Euro 3,2 2,7 4,3 5,0 Immobiliare da costruire 25,3 28,2 25,2 25,6 Fino a 500.000 Euro 12,6 14,8 12,7 13,0 Da 0,5 a 2,5 mil. di Euro 10,8 11,5 10,1 10,3 Oltre 2,5 mil. di Euro 1,9 1,8 2,4 2,2 Immobiliare costruito 65,4 64,7 66,9 69,7 Fino a 500.000 Euro 14,3 15,1 11,3 11,0 Da 0,5 a 2,5 mil. di Euro 24,9 24,3 23,8 23,2 Oltre 2,5 mil. di Euro 26,2 25,3 31,8 35,4 Immobiliare da costruire 34,6 35,3 33,1 30,3 Fino a 500.000 Euro 4,3 5,4 3,5 3,2 Da 0,5 a 2,5 mil. di Euro 15,3 17,3 13,6 12,2 Oltre 2,5 mil. di Euro 15,0 12,5 16,1 14,9 Numero contratti Valore Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Assilea. Le operazioni più frequenti riguardano immobili costruiti e di importo inferiore ai 500 mila Euro Il numero di contratti di leasing più frequentemente siglati nel quadriennio 2001-2004 riguardano immobili costruiti di importo non superiore a 500.000 Euro. In valore, invece, com’è ovvio, risultano i contratti riferiti ad immobili esistenti di importo superiore ai 2,5 milioni di Euro ad essere predominanti (tav. 13). Rispetto al biennio 2001-02 gli ultimi due anni del quadriennio considerato si sono caratterizzati per un valore sul totale dei contratti immobiliari più ridotto per immobili esistenti di importo inferiore a 500.000 Euro, proprio a vantaggio della classe di immobili costruiti con un valore superiore ai 2,5 milioni di Euro. Ruolo trainante per Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna Dal punto di vista geografico territoriale, è la Lombardia a rivestire il ruolo trainante per l’Italia, con un numero di contratti pari al 32,2% del complesso di quelli nazionali (33,1% in valore), seguita dal Veneto e dall’Emilia Romagna (fig. 14). Queste tre Regioni coprono il 59,5% del totale di contratti di leasing nazionale, 21 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Quadro di riferimento 62,1%% in valore. Figura 14 Italia – Graduatoria del numero e valore dei contratti di leasing nel 2004 (valori percentuali) Lombardia Veneto Piemonte Emilia-Romagna Toscana Lazio Marche Friuli-Venezia-Giulia Liguria Campania Trentino-Alto-Adige Sardegna Abruzzi Puglia Sicilia Calabria Valle d'Aosta Molise Basilicata - Umbria Valori % 35 30 25 20 15 10 5 Regioni N. contratti Valore contratti Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Assilea. 4. L’investimento indiretto: fondi e azioni Fondi immobiliari ancora in crescita con... Ad ulteriore conferma del crescente ricorso al settore immobiliare come forma d’investimento, è possibile citare la recente dinamica dei fondi chiusi immobiliari. Nonostante a livello teorico non siano mai sussistiti dubbi sul fatto che l’investimento nel mattone, specie se cartolarizzato, rappresenti una buona opportunità per diversificare il rischio e stabilizzare i rendimenti, la nascita nel nostro Paese dei primi prodotti di settore, risulta un fenomeno relativamente recente. Proprio la ritardata finanziarizzazione del mercato, associata ad un quadro normativo inizialmente troppo penalizzante, deve essere posta alla base del gap dimensionale che ancora separa l’Italia dai principali sistemi finanziari occidentali, in quanto a diffusione di forme indirette d’investimento immobiliare. Tavola 14 Patrimonio e numero di fondi I/2002 II/2002 I/2003 II/2003 I/2004 II/2004 Patrimonio (mld €) 3,0 3,4 4,0 4,5 5,8 7,3 Numero di fondi 13 14 17 19 23 28 Fonte: Nomisma. Tale divario sembra, tuttavia, destinato progressivamente a ridursi, almeno a 22 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Quadro di riferimento giudicare dalle innumerevoli iniziative, pubbliche e private, destinate a partire già nel corso del 2005. Il boom degli ultimi anni non sembra, infatti, aver minimante intaccato i margini di crescita di un settore, troppo a lungo compresso, come quello dei fondi immobiliari italiani. ... i prodotti di nuova generazione Il patrimonio complessivo, arrivato ormai a superare abbondantemente i 7 miliardi euro, potrebbe addirittura raddoppiare nei prossimi 18-24 mesi se, come tutto lascia presagire, si chiuderà con successo il collocamento dei due fondi pubblici (FIP e Patrimonio Uno), in cui confluiranno circa 500 immobili di proprietà del Ministero dell’Economia e degli Istituti previdenziali per un valore complessivo superiore ai 4 miliardi di Euro, nonché dei prodotti di seconda e terza generazione (privati ad apporto e chiusi con riaperture), già preannunciati dalle società di gestione. Non si può sottacere, infatti, come proprio la rivisitazione dell’impianto normativo sia stato il fattore decisivo per garantire nuovo slancio ad un comparto che, dopo gli ovvii entusiasmi iniziali, incominciava a palesare i primi segnali di rallentamento. La facoltà di costituire il patrimonio anche mediante conferimento di immobili (in precedenza riservata ai fondi pubblici), l’alleggerimento dei vincoli sulle operazioni in conflitto d’interesse, la possibilità di raccolta tramite più emissioni, l’ampliamento della leva finanziaria, la rivisitazione del regime fiscale sono gli aspetti più rilevanti di una riforma tanto radicale quanto farraginosa nel suo iter. Alla base della continua proliferazione di nuovi prodotti non vanno, tuttavia, poste esclusivamente ragioni di carattere normativo. A contribuire in misura decisiva hanno, senza dubbio, concorso i lusinghieri risultati della maggior parte dei fondi attualmente sul mercato. Pur trattandosi di dati, fino ad ora, quasi esclusivamente teorici, risulta evidente la tendenza generale ad attestarsi ben al di sopra dei rendimenti obiettivo inizialmente dichiarati, nonostante il progressivo raffreddamento di alcuni comparti immobiliari (direzionale ed industriale), in particolare nelle grandi aree urbane. Nel 2004 i risultati migliorano rispetto all’anno precedente Se in alcuni casi, la maturità del ciclo immobiliare, ha avuto l’effetto di determinare una lieve e fisiologica contrazione della redditività, in altri il risultato dell’ultimo anno è risultato addirittura il migliore dalla data di collocamento (tav. 15). L’auspicabile e, per certi versi, ancora troppo contenuta prassi di rotazione del portafoglio per i prodotti tradizionali da una parte e l’abituale politica di dismissione per quelli ad apporto dall’altra, hanno permesso di realizzare cospicue plusvalenze, facendo di conseguenza lievitare i rendimenti e remunerare (o rimborsare) il capitale investito. Il positivo quadro fin qui delineato non trova adeguato riscontro nell’andamento di Borsa dei 15 fondi finora approdati sul mercato. Pur essendo notoria la tendenza degli asset cartolarizzati a trattare a sconto rispetto al valore del sottostante, non si può trascurare la dimensione e la sistematicità del divario. Se rispetto ai livelli di collocamento la situazione risulta invero piuttosto articolata, con più di un prodotto che oscilla intorno alla parità, non altrettanto si può dire per quanto riguarda il confronto con i valori di bilancio. Lo sconto in questo caso si attesta quasi sempre oltre il 20% (con punte 23 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Quadro di riferimento addirittura superiori al 35%), senza differenze significative a seconda del livello degli scambi o delle politiche di distribuzione dei proventi adottate dalle società di gestione. 24 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Quadro di riferimento I risultati dei Fondi immobiliari chiusi di diritto italiano al 31/12/2004 Denominazione SGR Valore Immobiliare Globale Unicredito Immobiliare Uno BNL ortaolio Immobiliare Deutsche Bank Fondimmobiliari Beni Stabili Gestioni Pioneer Invest. Manag. SGR BNL Fondi Immobiliari Polis Polis Fondi Securfondo Richiamo degli impegni Valore Durata (anni) complessivo netto (mln €) Tavola 15 Valore della quota al 31/12/04 (€) Risultato 2004 (%) Risultato 2003 (%) Risultato 2002 (%) 15/02/99 15 181,7 5.890,8 3,4 3,9 5,9 09/12/99 15 196,8 3.279,7 11,1 6,8 7,8 09/12/99 15 478,2 2.989,1 8,4 5,8 5,1 19/05/00 10 365,7 2.997,3 4,2 4,2 8,1 17/06/00 12 323,9 2.511,2 11,2 5,1 6,6 06/07/00 15 294,1 2.353,1 4,4 4,3 5,5 01/03/01 15 391,0 3.763,9 10,6 6,5 15,1 31/03/01 15 209,5 3.141,8 5,7 6,2 13,4 11/10/01 15 215,1 2.534,8 1,1 -0,1 2,8 Nextra Sviluppo Immobiliare Nextra Immobiliare Europa Deutsche Bank Fondimmobiliari Fondi Immobiliari Italiani Nextra Investment Management Nextra Investment Management Michelangelo Sorgente 10/12/01 8 149,6 142.508,1 10,1 7,2 11,0 Portfolio Immobiliare Crescita BNL Fondi Immobiliari 19/12/01 7 214,6 3.102,0 7,9 7,5 7,0 Investietico BPM Real Estate 01/03/02 10 175,9 2.859,7 8,5 4,9 0,8 14/06/02 15 150,3 5.779,5 4,8 7,5 2,7 10/12/02 5 140,7 16.755,0 - - - 10/01/03 15 150,0 - - - - 10/06/03 10 222,8 2.690,8 4,4 - - 16/06/03 5 281,4 760.432,0 - - - 15/09/03 10 143,2 2.603,6 2,8 - - 30/12/03 3 205,7 100.901,7 - - - 01/01/04 7 280,1 1.043,3 - - - 22/01/04 01/03/04 30/06/04 29/07/04 8 7 7 7 130,9 472,5 423,4 400,3 2.714,1 730,7 369.741,1 250.000 - - - 04/08/04 7 235,0 50.000 - - - 20/11/04 06/12/04 10 7 283,7 351,4 2.502,0 673,0 - - - 16/12/04 - 110,2 306.197,1 Piramide Globale Fondo Alpha Beni Stabili Gestioni Investire Investire residenziale 1^ immobiliare Mediolanum Mediolanum Property° Gestione Fondi Estense Grande BNL Fondi Distribuzione Immobiliari Investire Investire residenziale 2^ immobiliare Beni Stabili Invest Real Security Gestioni BNL Fondi Lazio^ Immobiliari Fondi Immobiliari Beta° Italiani Caravaggio Sorgente Tecla Pirelli RE Cloe Pirelli RE Tikal Real Estate Fund° Sai Investimenti Beni Stabili Italian Real Estate Fund° Gestioni Europa immobiliare 1 Vegagest Olinda Pirelli RE Immobilium 2001 Clarice Pirelli RE ^ Dati relativi al I semestre 2004. ° Dati relativi al collocamento. Fonte: Elaborazioni Nomisma su fonti varie. 25 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 ... ma il divario fra quotazioni NAV è ancora rilevante Quadro di riferimento La teoria secondo cui la pesante differenza tra quotazioni e NAV (Net Asset Value) debba essere interamente ricondotta alle caratteristiche intrinseche del prodotto, alla mancata comprensione dello stesso da parte degli investitori o alle inefficienze del mercato, non pare pienamente convincente. Occorre, infatti, non trascurare l’ipotesi che si tratti, almeno in parte, di una scelta consapevole da parte del mercato, in attesa di verificare la congruità delle valutazioni degli esperti indipendenti e di realizzare le plusvalenze teoricamente maturate. Tavola 16 Le performance dei Fondi immobiliari quotati Fondo Data quotazione Media Diff. val. medio 2004 / Diff. val. medio 2004 / Dividendo 2004 / val. scambi 2004 val. iniziale (%) valore di bilancio (%) medio 2004 (%) Valore Immobiliare globale 29/11/99 6,3 -10,6 -21,1 3,5 Securfondo 05/02/01 5,7 -2,1 -22,1 3,7 Polis 20/04/01 32,1 -9,9 -26,0 4,4 Unicredito Immobiliare Uno 04/06/01 51,2 -18,7 -30,0 3,5 Portfolio Immobiliare 02/01/02 26,4 -12,7 -26,5 2,5 Nextra Sviluppo Immobiliare 10/06/02 24,6 -20,9 -36,5 4,1 Alpha 08/07/02 46,7 -1,0 -30,7 8,9 Piramide Globale 26/11/02 23,8 -1,8 -15,7 4,1 Portfolio Immobiliare Crescita 01/07/03 13,4 -14,5 -30,4 - Immobilium 2001 29/10/03 3,4 -24,8 -34,0 - Nextra Immobiliare Europa 17/11/03 10,4 -33,3 -34,3 4,0 Tecla 04/03/04 224,8 0,5 -31,0 6,1 Estense Grande Distribuzione 30/08/04 8,8 -4,6 -10,6 1,2 Investietico 01/11/04 24,9 -21,2 -29,7 0,5 Olinda 09/12/04 410,7 1,8 -23,2 - ° Nel calcolo del provento sono stati considerati anche i 15,53 Euro pro quota di rimborsi anticipati. Fonte: Elaborazioni Nomisma su fonti varie. Property shares Di ben altro segno la performance borsistica delle società immobiliari quotate. più Nel corso degli ultimi 15 mesi l’apprezzamento dell’indice di riferimento è performanti risultato addirittura superiore al 50%, a fronte di una crescita del settore delle della Borsa costruzioni leggermente inferiore al 40% e del listino nel complesso nell’ordine dei 20 punti percentuali. Si tratta di un trend rialzista, inaugurato sul finire del 2002, che ha permesso di 26 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Quadro di riferimento ridurre sensibilmente la differenza tra quotazioni e valori di bilancio, mettendo, per una volta, in sincronia l’andamento della parte sottostante e di quella finanziaria. A trainare il comparto sono state soprattutto le società di maggiori dimensioni, ossia Pirelli & C. Real Estate, Beni Stabili e Aedes, cresciute in poco più di un anno rispettivamente del 62,2%, 53,8 e 37,7%. Si tratta delle realtà che, più delle altre, hanno dimostrato flessibilità operativa, differenziando il propri modello di business rispetto all’attività di mera locazione, sicuramente meno rischiosa ma anche meno remunerativa. La corsa degli ultimi tempi non sembra, tuttavia, aver esaurito lo spazio per ulteriori lievi rivalutazioni dei titoli maggiori, mentre non è escluso che a risentire dell’attuale euforia generale siano, già dai prossimi mesi, le aziende meno liquide o poco trasparenti, storicamente più esposte alla volatilità del mercato. Figura 15 Andamento degli indici immobiliare, MIBTEL e delle costruzioni nel periodo 2004-2005 (30/12/2003 = 100) 170 160 30/12/2003 = 100 150 140 Immobiliare Mibtel Costruzioni 130 120 110 100 90 d-03 f-04 a-04 g-04 a-04 o-04 d-04 f-05 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati di Borsa. 5. Il mercato europeo Il mosaico economico E’ vero che l’economia europea si è rivelata piuttosto stabile nell’anno passato e per i prossimi mesi ci si attende una debole e lenta ripresa, sulla scia della crescita registrata in sede mondiale. L’Europa, in ogni caso, sembra avere perso l’occasione di imporsi come “l’economia più competitiva, dinamica, e knowledge-based al mondo”, così come l’Agenda di Lisbona aveva prefigurato 27 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Quadro di riferimento un paio di anni fa per la fine dell’attuale decennio. Sarebbe, comunque, più corretto parlare non di economia al singolare, bensì di economie europee se non di regioni e città che ci si presentano come una sorta di mosaico con caratteristiche diverse a livello territoriale e che assumono connotazioni specifiche nei singoli mercati (le nazioni dell’Europa CentroOrientale stanno procedendo nel processo di convergenza con l’Europa occidentale, registrando elevati tassi di crescita economica, così come forte risulta essere l’economica britannica; mentre le regioni del Nord e del Sud Europa stanno dimostrando i primi segnali di ripresa, segnali che si fanno ancora attendere da Germania ed Olanda, da sempre considerate come economie modello). Meglio il 2005 del 2004 Nonostante questa non brillante, ma comunque, variegata situazione in sede economica, secondo il parere di numerosi osservatori e protagonisti del real estate europeo, il mercato immobiliare continentale nel 2005 si prospetta nell’insieme più positivo rispetto all’anno appena trascorso. Un anno nel quale, secondo CB Richard Ellis, il livello degli investimenti diretti in Europa avrebbe raggiunto i 103 miliardi di Euro. Rimane forte l’interesse per l’investimento immobiliare Così, sebbene l’intonazione di alcuni “driver” del mercato immobiliare sia ancora debole, gli investimenti nel real estate si delineano ancora interessanti, anche se si sta registrando una tendenziale compressione dei livelli di rendimento. Dunque, fattori quali i bassi tassi di interesse e le scarse alternative d’investimento, sul fronte del mercato azionario e finanziario, ma soprattutto le regioni della diversificazione mantengono elevato l’appeal degli immobili, intesi sia come investimento diretto che indiretto. A tale proposito, infatti, la domanda, privata, ma in buona parte anche pubblica, di prodotti di finanza immobiliare (fondi immobiliari, cartolarizzazioni, project financing, …) sta intensificandosi nei mercati più maturi così come in quelli emergenti. I mercati internazionali si trovano attualmente in una fase di liquidità senza “Too much money and too precedenti e le scelte si dirigono sempre più verso il mattone, non importa se little product” tradizionale o “di carta”, e data l’attesa outperformance relativa della redditività immobiliare e la crescente trasparenza sui mercati, ci si prospetta un 2005 in cui l’immobiliare potrebbe essere la scelta ancora una volta premiante. Il principale fattore che potrebbe limitare la crescita degli investimenti in immobili potrebbe essere la scarsità di offerta di qualità, fattore comune a molti mercati europei, in particolar modo a quelli emergenti (Est e Sud). La debole crescita a livello economico potrebbe, in ogni caso, limitare la spinta rialzista dei valori. Gli utilizzatori, infatti, alle prese con bilanci non troppo soddisfacenti, ma comunque in miglioramento, potrebbero non volere rischiare di sostenere livelli di canoni in progressivo aumento, scegliendo di delocalizzare la propria attività in zone ed edifici meno prestigiosi, oltre che contenere la domanda di spazi. Così, non si crede che, salvo poche eccezioni, il 2005 potrà essere connotato da un rialzo nel livello dei canoni di locazione. 28 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 5 Quadro di riferimento Le aspettative per i diversi segmenti immobiliari: i negozi tradizionali A livello settoriale, i negozi al dettaglio (retail) sarebbero quelli che offrono le maggiori opportunità. La limitata offerta, soprattutto per gli spazi di qualità migliore, rispetto alla sempre più vivace domanda, produce effetti di rialzo sui canoni (benché nel 2005 ci si attenda una crescita di modeste dimensioni, stante una prevista intonazione debole dei consumi) ed una consistente quota di domanda potenziale inevasa. Infatti il segmento commerciale è rimasto, anche nel corso del 2004, la tipologia più performante in virtù della sua più limitata volatilità anche con una situazione di debolezza economica, e delle barriere sull’offerta dovute alle numerose restrizioni legislative sulla pipeline. La domanda da parte degli utilizzatori sembra ancora sostenuta e sempre rivolta verso le zone commerciali migliori (shopping centers ben avviati e high streets), mentre stentano a trovare un conduttore le localizzazioni meno “strategiche”. Sempre con riferimento al mercato retail, secondo il panel ULI5, Milano risulta essere la prima città in Europa nella lista “buy” per gli spazi commerciali, mentre Roma si situa al quinto posto. L’ottimo posizionamento delle due città italiane si colloca in un quadro in cui i mercati dell’Europa meridionale risultano essere i più appetibili nel panorama continentale, connotati dalle più elevate crescite sul fronte dei valori di locazione in ragione della bassa quantità di stock disponibile. Retail warehouse All’interno del segmento degli immobili commerciali si nota un sempre più vivo interesse nei confronti di forme meno tradizionali di esercizi commerciali, come quelli, appunto, del “retail warehouse”, ovvero spazi commerciali al dettaglio ma organizzati in grandi contenitori situati in zone periferiche o extraurbane. Questo sotto-segmento dovrebbe costituire la maggiore opportunità di crescita del 2005, sia per l’utilizzatore che per l’investitore. Il primo, che pagherebbe canoni bassi, lo vedrebbe come valida alternativa alle high streets e ai centri commerciali; il secondo in quanto vi vede una relativamente elevata redditività. Gli uffici Per quanto attiene il segmento degli uffici, sembra che gli investitori stiano cominciando ad interessarsi nuovamente a questo, tradizionale, settore di investimento, che sta accingendosi ad imboccare nuovamente la fase positiva del ciclo immobiliare con prospettive di redditività maggiori rispetto all’ultimo triennio. V’è da dire che i fondamentali per la ripresa rimangono ancora deboli e che sembra che solo per gli uffici londinesi del West End si sia già raggiunto il punto di minimo. Le città in cui ci si aspetta possa presto iniziare la fase di ripresa sono: Parigi, Stoccolma, Praga e Barcellona. Il vacancy rate per gli uffici, a livello europeo, ha raggiunto mediamente il 9,8%, dopo una crescita generalizzata. Da questo quadro si discosta il mercato delle ULI, “Emerging trends in Real Estate Europe”, 2005. 29 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Quadro di riferimento città dell’ex blocco sovietico, ove il mercato ha segnato ancora flessioni nel tasso di non occupato e rialzi nei valori. Figura 16 L’orologio del mercato direzionale in Europa: il ciclo dei canoni degli uffici (IV trimestre 2004) Bruxelles Mosca CANONI IN LIEVE AUMENTO CANONI IN FORTE DISCESA Francoforte CANONI IN FORTE AUMENTO CANONI IN LIEVE DISCESA Monaco, Düsseldorf , Milano, Roma Berlino Amsterdam Amburgo, Copenaghen Londra Madrid Edimburgo, Helsinki Varsavia Atene, Parigi Praga, Lussemburgo, Oslo, Barcellona, Budapest, Lione, Stoccolma, Dublino Fonte: Jones Lang LaSalle. I capannoni industriali e la logistica Così come il settore degli uffici, anche quello della logistica viene, non marginalmente, toccato dalla debole congiuntura economica. Qui, comunque, si rilevano concrete opportunità di sviluppo in ragione degli elevati livelli di rendimento ma, in chiave più strutturale, della modificazione delle reti di distribuzione europee che determineranno non pochi riflessi sui traffici delle merci e quindi dell’utilizzo di strutture idonee per effettuare stoccaggio e servizi di natura logistica. La compressione dei margini degli operatori logistici limita la possibilità di pagare canoni crescenti, comprimendo le potenzialità di aumento dei valori di locazione. Gli hotel Il segmento degli alberghi può essere considerato il nuovo settore emergente per gli investimenti in immobili. L’anno passato sono state registrate operazioni per un controvalore intorno ai 3 miliardi di Euro e si ritiene che nel 2005 tale soglia potrà essere superata. Le abitazioni Il 2004 è stato un altro anno di crescita per il mercato abitativo (prezzi, compravendite, mutui, nuove costruzioni) nella maggior parte dei paesi 30 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Quadro di riferimento europei, sospinto dai bassi tassi di interesse6 e da un lieve miglioramento dell’intonazione economica rispetto al 2003 che ha alimentato la fiducia dei consumatori. I bassi tassi di interesse spingono a contrarre mutui per l’acquisto della casa, spesso con una connotazione migliorativa rispetto alla precedente, se in proprietà, o passando dall’affitto alla proprietà, poiché spesso la rata di mutuo è inferiore al canone di locazione. La corsa all’indebitamento, spesso non solo per l’acquisto, ma anche per il sostenimento di spese migliorative in beni e servizi immobiliari, ha portato la Banca Centrale Europea a lanciare un messaggio di “warning” nel caso di incremento dei tassi che porterebbe ad una stretta creditizia con riflessi depressivi sulla domanda abitativa e sui prezzi. La preoccupazione della BCE, che peraltro, non ha preso misura alcuna contro l’espansione dell’indebitamento delle famiglie, è dettata dalla crescita del 10% annuo dell’indebitamento ipotecario a medio lungo termine da parte delle famiglie. Nell’Unione Europea si è passati da un rapporto fra indebitamento delle famiglie e PIL del 65% nel 1995 all’attuale 85%, anche se tale rapporto risulta ancora inferiore rispetto ad altre economie avanzate, come USA e Regno Unito mentre in Italia si è ancora a livelli di indebitamento molto inferiori a quelli medi europei, una misura che dovrebbe mantenere al riparo dal rischio di innescare, attraverso l’insolvenza dei mutuatari, un surplus di offerta con abbassamento conseguente dei prezzi. In sintesi, per il 2005 non sembra esservi un rischio di collasso per nessuno dei mercati continentali, anche se molto dipenderà dalle fluttuazioni dei tassi di interesse nominali e della dinamica economica futura. Schema 3 Le previsioni per il mercato europeo e mondiale Soggetto Opinioni Banca d’Italia Sulla base di un insieme di indicatori esaminati (rapporto prezzi su canoni; analisi storica dei prezzi; indice di accessibilità all’acquisto) la rapida e forte ascesa delle quotazioni immobiliari degli ultimi anni apparirebbe coerente con l’evoluzione del contesto macroeconoico, in particolare con la significativa riduzione dei tassi di interesse ed il loro permanere su livelli storicamente bassi (l’analisi ha riguardato Stati Uniti, Francia, Spagna, Italia e Regno Unito). Robert J. Shiller Nel breve periodo l’aumento dei prezzi delle case rallenterà e, guardando il passato, si può prevedere una crescita del mercato ancora per un anno, forse più, anche se a ritmi più blandi. Nel lungo periodo è prevedibile la caduta dei prezzi in caso di recessione economica globale o di shock nell’economia di un Paese o di risalita troppo rapida dei tassi di interesse. In questi casi interverrebbe un contagio in senso negativo, con prezzi in ribasso per anni. Da tale tendenza rilevata a livello generale, si discosta il Regno Unito che ha visto invece l’incremento dei tassi di interesse ad opera della Banca di Inghilterra, producendo effetti diretti sui costi dei mutui e variazioni pressoché nulle o solo leggermente negative sui prezzi. 6 31 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 BCE Quadro di riferimento A rischio la capacità di spesa delle famiglie che si vedono erodere il proprio reddito dagli affitti alti. Politiche: - evitare un taglio ai tassi di interesse (attualmente al 2%) che potrebbe alimentare ancora di più la presente bolla speculativa; - rialzo del costo del denaro graduale e a ritmi contenuti. Preoccupazione per la creazione di bolle sui prezzi, per l’elevata liquidità e la forte crescita del credito. Segue Schema 3 Soggetto Opinioni The Economist I prezzi delle case hanno raggiunto livelli record rispetto al reddito medio in America, Australia, Gran Bretagna, Francia, Irlanda, Olanda Nuova Zelanda e Spagna; l’Italia si aggiungerà al gruppo entro la fine di quest’anno. Anche l’America non è immune da una possibile bolla immobiliare: i tassi di interesse, gli affitti e la globalizzazione dei mercati sono fattori che influenzano tutte le economie mondiali. La deregolamentazione del mercato dei mutui potrebbe portare effetti pesanti in caso di bolla. Ian Morris (HSBC) A metà del 2005 è prevedibile una caduta dei prezzi delle case sospinta da un innalzamento dei tassi di interesse che comportano una rivalutazione del rischio associato al debito contratto per l’acquisto delle abitazioni. GRI summit Parigi 2004 Si prevede in Europa una ripresa del terziario con rendimenti medi annui per il prossimo triennio 2004-2007 del 6,7%. Il retail continuerà ad essere premiante (8,8% di rendimento) così come la logistica (9,8%) ed il direzionale puro è in decisa ripresa. Goldman Sachs La crescita dei prezzi verificatasi nell’attuale ciclo immobiliare è il prodotto della combinazione dell’incremento verificatosi nel reddito disponibile e della diminuzione dei tassi di interesse. Il prezzi delle abitazioni in Europa, considerando i mercati tedesco, italiano francese, olandese e spagnolo, sono ancora sottovalutati, rispetto al loro valore di equilibrio, del 7%. E’ previsto un incremento dei prezzi delle case del 4% in media nel 2004 e nel 2005 con un impulso sui consumi derivante dall’effetto ricchezza delle famiglie dello 0,4% all’anno. PriceWaterhouse Coopers I mercati della casa differiscono significativamente in Europa e quindi non ci sarebbe sincronizzazione. Recentemente si registra una tendenza a una forte crescita dei prezzi in rapporto al reddito disponibile ed ai canoni di locazione in Regno Unito, Olanda e Spagna, più moderata la crescita in Francia ed Italia mentre la Germania è rimasta esclusa da tali tendenze. Sulla base di un modello di stima della dinamica di lungo periodo basato sull’osservazione dei prezzi dei redditi e dei tassi reali di interesse, risulta che i prezzi sarebbero troppo elevati (sopravvalutati) in misura diversa nei diversi paesi. Non si crede che in Europa vi sia il pericolo della bolla anche a causa del miglioramento dei fondamentali economici e della rilevante liquidità. 32 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Rics Quadro di riferimento Il mercato immobiliare residenziale è generalmente cresciuto nella maggior parte dei paesi europei nel corso del 2004. Tutti i principali indicatori di mercato, compresi i prezzi degli immobili, le transazioni, la costruzione edilizia e il mercato ipotecario hanno registrato una forte crescita. Tutti gli indicatori dimostrano che ci sono poche possibilità che nel 2005 possa verificarsi un crollo di un qualsiasi mercato immobiliare residenziale europeo. I principali fattori di spinta della crescita del mercato immobiliare residenziale sono stati i tassi di interesse tenuti costantemente a livelli bassi e una crescita economica sostenuta delle economie nazionali, che hanno accresciuto la fiducia dei consumatori. I mercati immobiliari residenziali con i risultati peggiori continuano ad essere quelli delle economie più deboli. 33 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Quadro di riferimento 5. Previsioni In base ai sentiment espressi dal panel degli operatori immobiliari, interpellati sull’andamento futuro del mercato delle abitazioni nelle tredici principali aree urbane, si può osservare come il saldo tra giudizi di aumento e di diminuzione si stia continuamente riducendo e diventando negativo (i giudizi di calo superano, cioè, quelli di crescita sia per i prezzi sia per il numero di compravendite; fig. 17). In forte diminuzione l’aspettativa sul numero di scambi; stabile, ma comunque negativo, il sentiment sul livello dei prezzi, a conferma del crescente clima di incertezza. Figura 17 Sentiment(1) previsionali espressi dagli operatori per il mercato residenziale nelle 13 grandi aree urbane (valori percentuali) 50,0 40,0 30,0 20,0 Valori % I mercati maggiori: rallentamento della crescita 10,0 0,0 -10,0 -20,0 -30,0 Sentiment su N. scambi Sentiment su prezzi -40,0 mag.'01 (1) ott.'01 mag.'02 ott.'02 mag.'03 Semestri ott.'03 mag.'04 ott.'04 mar. '05 (*) Saldo tra i giudizi di crescita e quelli di diminuzione. raccolti su un campione di minor numerosità. (*) Giudizi Fonte: Nomisma. Il modello econometrico stimato in base alla serie annuale dei prezzi correnti delle abitazioni nelle tredici principali città conferma il clima di incertezza emerso dall’analisi dei giudizi previsionali. Il mercato immobiliare sembra essere caratterizzato da un rallentamento, con prezzi che hanno raggiunto livelli record e domanda rarefatta. Il modello mette in relazione i prezzi delle abitazioni con l’inflazione (ritardata di un lag temporale, dove un lag corrisponde ad un anno), il Pil e i prezzi rilevati nell’anno precedente; facendo registrare delle variazioni reali che nel 2005 sono pari al 2,37%, nel 2006 allo 0,03% e nel 2007 al -2% (tav. 17). Evidente il rallentamento della crescita del mercato, infatti sia il Pil che i tassi d’interesse sono previsti in crescita, aumentando così l’appetibilità dell’investimento finanziario. 34 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Quadro di riferimento Tavola 17 Previsioni dei prezzi medi di compravendita nelle grandi aree urbane per abitazioni formulate in base al modello econometrico Anno Prezzi reali (Euro/mq) Variazioni percentuali annue reali 2005 2006 2007 2.573 2.573 2.522 2,37 0,03 -2,00 Fonte: Nomisma Stesso quadro emerge sul mercato d’impresa dove i sentiment previsionali, espressi dagli operatori del mercato, si riducono sensibilmente nel tempo per entrambe le variabili rilevate (prezzi e numero di scambi). Figura 18 (1) Sentiment previsionali espressi dagli operatori per il mercato d’impresa nelle 13 grandi aree urbane (variazioni percentuali) Uffici Negozi 20,0 Sentiment su N. scambi 20,0 Sentiment su prezzi Sentiment su N. scambi 10,0 Valori % Valori % 0,0 -10,0 -20,0 -10,0 -30,0 -40,0 mag.'01 ott.'01 mag.'02 ott.'02 mag.'03 ott.'03 mag.'04 ott.'04 mar. '05 (*) Semestri (*) 0,0 -20,0 -30,0 (1) Sentiment su prezzi 10,0 mag.'01 ott.'01 mag.'02 ott.'02 mag.'03 Semestri ott.'03 mag.'04 ott.'04 mar. '05 (*) Saldo tra i giudizi di crescita e quelli di diminuzione. Giudizi raccolti su un campione di minor numerosità. Fonte: Nomisma. Il modello econometrico stimato in base alla serie storica dei prezzi correnti degli uffici, individua come variabili esplicative dell’andamento del mercato il valore aggiunto di settore, l’inflazione (entrambe ritardate di due lag temporali) e i prezzi registrati nell’anno precedente; mostrando variazioni reali che si riducono nel tempo (tav. 18). La stessa dinamica emerge dal modello econometrico misurato sui prezzi correnti dei negozi, comparto che sembra mostrare una maggiore tenuta. Le variazioni si riducono nel tempo ma mantengono valori significativi (tav. 18). Il modello stimato lega i prezzi dei negozi ai consumi delle famiglie, l’inflazione (ritardata di due anni) e i prezzi dei negozi dell’anno appena trascorso. Le previsioni evidenziano come anche per il mercato d’impresa si prospetti una possibile riduzione delle sue quotazioni. 35 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Quadro di riferimento Tavola 18 Previsioni dei prezzi medi di compravendita per uffici e negozi formulate in base al modello econometrico Anno Prezzi reali negozi (Euro/mq) Prezzi reali uffici (Euro/mq) Variazioni reali annue di negozi (valori %) Variazioni reali annue di uffici (valori %) 2005 2006 2007 2.715 2.769 2.812 2.798 2.777 2.770 3,39 1,99 1,55 0,21 -0,75 -0,26 Fonte: Nomisma. Anche nelle tredici città intermedie la dinamica delle aspettative sul comparto abitativo, espresse dagli operatori del mercato, vedono una riduzione costante nel tempo. Il saldo tra giudizi di crescita e quelli di calo, nel 2005, rimane positivo, anche se l’incertezza che colpisce il mercato delle tredici principali aree urbane sembra poter condizionare i giudizi rilevati nelle tredici città intermedie. Questa dinamica risulta accentuata per il mercato d’impresa. Qui, a differenza del comparto abitativo, i giudizi nel 2005 risultano essere negativi. Solo le aspettative sui prezzi degli uffici, pur riducendosi, rimangono positivi. Il trend di fondo accomuna le aspettative delle tredici città grandi alle tredici intermedie. Figura 19 Sentiment(*) previsionali espressi dagli operatori per il mercato residenziale nelle 13 aree intermedie (valori percentuali) 80,0 Sentiment su N. scambi 70,0 Sentiment su prezzi 60,0 50,0 Valori % Le città intermedie: previsioni più ottimistiche per il ritardo rispetto ai mercati maggiori 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 2001 2002 2003 2004 2005 Anni (*) Saldo tra i giudizi di crescita e quelli di diminuzione. Fonte: Nomisma. . 36 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Quadro di riferimento Figura 20 Sentiment previsionali espressi dagli operatori per il mercato d’impresa nelle 13 aree intermedie (variazioni percentuali) Uffici Negozi (*) 60,0 50,0 50,0 Sentiment su N. scambi Sentiment su prezzi 30,0 30,0 Valori % Valori % Sentiment su N. scambi 40,0 Sentiment su prezzi 40,0 20,0 20,0 10,0 10,0 0,0 0,0 -10,0 -10,0 -20,0 -20,0 2001 2002 2003 2004 2005 2001 (*) 2002 2003 2004 2005 Anni Anni Saldo tra i giudizi di crescita e quelli di diminuzione. Fonte: Nomisma. Figura 21 Media 13 aree intermedie - Variazioni percentuali nominali dei prezzi di abitazioni usate 25,0 Valori percentuali 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0 -5,0 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Anni Fonte: Nomisma. Osservando le tendenze comuni dei sentiment, è stato scelto un modello che tenti di spiegare il prezzo medio nelle tredici città intermedie in funzione di quello osservato nelle tredici aree urbane. Verificando l’esistenza di una correlazione tra le due variabili (indice di Pearson significativo, pari a 0,615). Analizzando le due serie ed osservando i cambi di tendenza, si è individuato un ritardo temporale corrispondente ad un anno. Dal modello di regressione lineare stimato le variazioni reali dei prezzi risultano decrescenti, ma rimangono su livelli più che soddisfacenti (tav. 19). 37 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Quadro di riferimento Tavola 19 Abitazioni nuove 13 aree intermedie Anno Prezzi reali abitazioni nuove Variazioni reali abitazioni nuove 2005 2006 2007 2.464 2.588 2.715 5,33 5,02 4,90 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Consulente Immobiliare. Se anziché applicare un modello previsionale basato sulle grandezze macroeconomiche, si ricorre all’analisi delle serie storiche, i risultati non sono molto dissimili. La serie dei prezzi delle abitazioni usate nelle tredici città intermedie adattata con un modello ARIMA (1,0,0), ha prodotto variazioni nominali attese nel 2005 del 6,87%, nel 2006 del 6,69% e nel 2007 del 6,58%; quelle reali sono rispettivamente del 4,97%, 4,79% e del 4,48% (fig. 21). Schema 4 Previsioni per il mercato italiano Opinioni di rallentamento della crescita Scenari Immobiliari Crescita prevista per i prezzi nel 2005: - +5% turistico alberghiero; - +6,1% centri commerciali; - +4,8% uffici; - +2,8% capannoni; - +3,7% abitazioni. Compravendite in calo del 5%. Il fatturato del mercato dovrebbe crescere del 3,7% nel 2005 (a fronte del +5,5% del 2004). Mediobanca Potrebbe esserci rallentamento nel 2005, ma non scoppio della bolla. Nomisma Crescita valori abitazioni attorno al 5% e compravendite sugli attuali livelli. Più problematico il quadro per gli immobili d’impresa. Opinioni di stabilità/flessione Gabetti Stabilità in termini reali e compravendite stazionarie sul livello 2004. Maggiore vivacità al Sud. Tecnocasa Tenuta prezzi in termini reali. Le province correranno di più delle grandi città. Allungamento tempie e calo rendimenti. Governo Temuto lo scoppio della bolla. Fiaip Fiaip prevede per il primo semestre 2005 un mercato residenziale generalmente stabile per quanto riguarda prezzi di compravendita e canoni di locazione. Opinioni di proseguimento della crescita American Express Bank Previsioni di tassi di crescita nel 2005 e 2006 dell’8%. Non esiste rischio bolla immobiliare, perché il mercato non ha avuto una crescita rapida ed esponenziale. Poco interessanti i rendimenti. Ance La crescita dei prezzi in Italia è inferiore a quella registrata negli altri paesi europei e il mercato interno è ancora investito dal ciclo positivo. Cresme Mercato della locazione di abitazione in flessione con canoni che fanno registrare l’inizio di una crisi e locatari scoraggiati dai prelievi fiscali. Osmi-Cciaa Milano Su Milano rischio flessione prezzi per effetto di un eccesso di offerta. Cresme Stabilità della domanda e crescita dell’offerta con conseguente calmierazione dei prezzi. 38 Osservatorio sul Mercato Immobiliare, 1-05 Quadro di riferimento 39