Rivelazione di neutrini da collasso gravitazionale Supernovae da collasso gravitazionale L’osservazione del “burst” di neutrini dalla SN1987A ha segnato l’inizio di una nuova fase dell’astrofisica del neutrino [1][2][3][4], essa ha costituito la prova sperimentale diretta del quadro interpretativo che riunisce le supernovae di vario tipo, caratterizzate dalle loro caratteristiche spettroscopiche (che dipendono dalla composizione dell’inviluppo) in due sole classi caratterizzate dal meccanismo che determina l’esplosione di SN: SN tipo Ia: dovute al bruciamento esplosivo del C/O di una nana bianca appartenente ad un sistema binario che abbia accresciuto la sua massa sino al superamento del limite di Chandrasekhar. SN tipo II (Ib,Ic): classe che comprende in pratica tutti gli altri esemplari spettrali, dovute al collasso gravitazionale di una stella di grande massa ( maggiore di 6-10 masse solari). Il quadro generale del collasso gravitazionale sembra essere solido ed e’ stato confermato da diverse osservazioni della SN1987A ( υ, γ). Le reazioni nucleari di fusione nel core di una stella di grande massa producono progressivamente elementi sino alla formazione di un core di Fe sostenuto dalla pressione del gas degenere di elettroni. Raggiunto il limite di Chandrasekhar il core collassa fino al raggiungimento della densita’ nucleare. Nel processo il core si libera dell’energia gravitazionale emettendo neutrini. Quando nel collasso viene raggiunta la densita’ nucleare, si forma un’onda d’urto che propagandosi verso gli strati meno densi della stella la distrugge dando origine alla esplosione di SN (optical SN). Le caratteristiche dell’emissione di neutrini: energia totale e durata del burst, sembrano confermare questo modello. Nucleosintesi da r-process Per quanto riguarda la nucleosintesi si ritiene che circa il 50% degli isotopi piu’ pesanti del gruppo del Fe siano stati prodotti in una scala temporale molto breve (dell’ordine del seecondo), in ambiente ad altissima temperatura da un enorme flusso di neutroni (> 1020 neutroni/cm3, T>109 K). La produzione di r-process e’ primaria, nel senso che le stesse abbondanze relative risulterebbero da una stella a neutroni prodotta molto tempo fa, da una stella con bassa concentrazione di elementi pesanti, oppure oggi. Poiche’ la nucleosintesi da r-process dipende dalle proprieta’ della stella a neutroni a pochi secondi dalla sua formazione, essa e’ una potente sonda per studiare la fisica dell’esplosione. Essa direttamente “campiona” luminosita’ e temperatura dei neutrini in particolare di neutrini ed antineutrini elettronici. Il flusso di neutrini e’ tale che da essi, e quindi dalla loro energia, dipende il rapporto tra neutroni e protoni: anti υe + p e+ + n υe + n e- + p L’analisi approfondita non tanto del risultato sperimentale ottenuto in occasione della rivelazione dei neutrini da SN1987A (statisticamente povero per via della distanza di 50 kpc) quanto soprattutto degli esperimenti numerici che seguirono fatti sulla base dei modelli teorici da origine a due problemi: 1. Il quadro generale del collasso gravitazionale sembra essere solido, tuttavia il meccanismo che origina l’esplosione di Supernova da collasso gravitazionale resta uno dei problemi non risolti dell’astrofisica. Mentre accade in natura, nella maggior parte degli esperimenti numerici l’onda d’urto perde energia e non raggiunge gli strati meno densi della stella, il destino della stella e’ quindi quello di divenire un buco nero, dopo un’importante (ma minore) emissione di neutrini, ma senza produrre una SN ottica. 2. I processi-r non riproducono come dovrebbero le abbondanze relative degli elementi piu’ pesanti del gruppo del Fe. L’assenza di un modello teorico solido da un lato rende l’osservazione sperimentale necessaria e determinante e dall’altro la ostacola ulteriormente, tenuto conto del fatto che la frequenza di SN nella Galassia1, valutata da vari autori e attraverso tecniche diverse, pare essere 21 collasso gravitazionale per secolo. Il quadro sperimentale internazionale L’attuale generazione di rivelatori di neutrini da SN e’ costituita da esperimenti che hanno massa che va dalle 300 ton di scintillatore di Borex e le 1000 ton di LVD e KamLAND, sino alle 50000 (32000 nel core) di acqua in SuperKamiokande e le 500000 di Icecube. Date le energie in gioco il problema neutrini da SN si affronta considerando 3 soli sapori: υe , anti υe , υx con υx = υμ, υτ, anti υμ, anti υτ. L’esperimento ideale dovrebbe essere in grado di fornire luminosita’ e temperatura delle 3 specie di neutrini e la loro direzione di arrivo. Nessun esperimento da solo e’ in grado di fornire tutte queste informazioni, inoltre, come sappiamo, l’evento e’ estremamente raro. Questa situazione ha spinto alla realizzazione di una rete globale di rivelatori, denominata Supernova Early Warning System (SNEWS)[5] che e’ operativa dal luglio del 2005. La reta nasce con l’obiettivo di coordinare il lavoro osservativo dei diversi rivelatori di neutrini con lo scopo di fornire alla comunita’ scientifica un allarme certo e rapido che permetta di osservare il prossimo collasso gravitazionale galattico sin dai primi istanti con tutti gli strumenti a disposizione, non ultime le antenne o gli interferometri gravitazionali. Attualmente fanno parte della rete 3 rivelatori diversi tra loro e separati da grandi distanze: -SuperKamiokande in Giappone; -LVD nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso; -Amanda-Icecube in Antartide. A causa della sezione d’urto del neutrino alle energie in questione l’osservazione di neutrini da supernovae extragalattiche implicherebbe esperimenti di massa superiore a 106 ton. 1 Il progetto e’ il frutto della consapevolezza che il risultato sperimentale, anche per quanto riguarda la rivelazione di neutrini, in occasione della prossima esplosione di SN nella Galassia verra’ dal confronto tra le diverse e complementari osservazioni, come fu, a suo tempo, per i neutrini solari. LVD Il Large Volume Detector (LVD), situato nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso alla profondita’ equivalente in acqua di 3600 m, e’ un rivelatore a scintillatore liquido di 1000 tonnellate suddivise in 840 contatori, progettato principalmente per la rivelazione di neutrini da collasso gravitazionale.[6] L’osservatorio neutrinico LVD e’ in presa dati dal 1992, e dal 2001 nella sua configurazione finale. La sua modularita’, la profondita’ alla quale e’ situato ed il fatto che e’ stato progettato a questo scopo ne fanno, tutt’ora, uno dei rivelatori piu’ sensibili esistenti[7][8]. LVD puo’ operare, con differente sensibilita’, come singolo osservatorio oppure inserito nella rete di osservatori neutrinici SNEWS. Attualmente fornisce il limite superiore piu’ stringente alla frequenza di collassi gravitazionali nella galassia (R90c.l. < 0.16 anno-1 [9]). Il suo duty cycle, negli ultimi 8 anni, e’ stato maggiore del 99%. L’esperimento e’ totalmente finanziato dall’INFN e dall’INR di Mosca. La Collaborazione Internazionale LVD: PI: A.Zichichi, Universita’ di Bologna, Italy; vice: P.Galeotti, Universita’ di Torino e associato IFSI-Torino, INAF e G.T.Zatsepin, INR, Russian Academy of Sciences, Moscow, Russia. e’ composta da 32 ricercatori provenienti dalle seguenti Istituzioni: -INR, Russian Academy of Sciences, Moscow, Russia -IFSI-Torino, INAF, Torino, Italy -University of Torino, Italy -INFN-sez.Torino, Bologna, LNGS and LNF, Italy -University of Bologna, Italy -University of Campinas, Campinas, Brazil -Massachusetts Institute of Technology, Cambridge, USA L’IFSI-Torino e’ presente con (6 ricercatori, 3 tecnici, e 4 dottorandi o assegnisti) che ricoprono ruoli importanti quali: -Unico membro di LVD nel Advisory Board dello SNEWS; -Chairman e due membri dei sei che costituiscono il LVD Editorial Board; -Physic coordinator del settore supernovae; -Computing coordinator. Prospettive future E’ in corso uno studio per migliorare le prestazioni del rivelatore, drogando lo scintillatore liquido con Gadolinio. Data la grande sezione d’urto che due degli isotopi del Gd hanno per la cattura neutronica, il tempo medio di cattura per neutroni termici nello scintillatore, si ridurrebbe di circa un ordine di grandezza rispetto al valore che esso ha attualmente per cattura su H. Inoltre, mentre la cattura di neutroni su H da origine ad un singolo gamma di 2.2 MeV, la cattura su Gd determina l’emissione di una cascata di gamma per una energia totale prossima ad 8 MeV. Il rapporto segnale/rumore nella rivelazione di anti υe risulterebbe migliore di quasi 2 ordini di grandezza lasciando invariata l’efficienza di cattura neutronica. Bibliografia [1] K.S. Hirata et al., Phys. Rev. Lett. 58 (1987) 1490 K.S. Hirata et al., Phys. Rev. D38 (1988) 448 [2] R.M. Bionta et al., Phys. Rev. Lett. 58 (1987) 1494 [3] E.N. Alekseev, L.N. Alekseeva, V.I. Volchenko and I.V. Krivosheina, JETP Lett. 45 (1987) 589 E.N. Alekseev, L.N. Alekseeva, V.I. Volchenko and I.V. Krivosheina, Phys. Lett. B 205 (1988) 209 [4] M. Aglietta et al. Europhys. Lett. 3 (1987) 1315 V.L. Dadykin et al., JETP Lett. 45 (1987) 593; [Prisma Zh. Eksp. Teor. Fiz. 45 (1987) 464]. [5] P. Antonioli et al., New Journal of Physics 6 (2004) 114; [http://snews.bnl.gov]. [6] M. Aglietta et al., Il Nuovo Cimento A 105 (1992) 1793. [7] N.Yu. Agafonova et al., Astroparticle Physics 27 (2007) 254-270; [hep-ph/069305]. [8] N.Yu.Agafonova et al., Astropart. Phys., 28/6 (2008) 516 [arXiv:0710.0259] [9] N.Yu.Agafonova et al., Conf.Proc. NEUTRINO 2008