Galla Placidia ( 390-450 ), figlia dell’imperatore Teodosio, sorella di Onorio e Arcadio, i primi imperatori a dividersi l’impero romano in impero d’Oriente e impero d’Occidente, allevata nella famiglia del generale vandalo Stilicone, presa in ostaggio dal re visigoto Alarico nel sacco di Roma del 410, poi sposata al successore di questi, Ataulfo, da cui ebbe un figlio morto in fasce, dopo la morte di Ataulfo fu riscattata e sposò il generale Costanzo, poi imperatore d’Occidente, da cui ebbe una figlia e un figlio, a sua volta imperatore, incarna, alla lettera, le vicissitudini che segnano la fine dell’impero romano. Le due immagini, una moneta e un mosaico che la ritrae insieme ai figli, danno l’idea della dimensione regale ed umana di questa donna. Teodora ( morta nel 548 ), moglie di Giustiniano, di umilissime origini, ballerima e prostituta, forma col marito una coppia unitissima e moderna. Da imperatrice, si preoccupò di emanare provvedimenti in favore delle donne e degli eretici perseguitati. L’immagine che la rappresenta nella chiesa di s. Vitale a Ravenna corrisponde perfettamente alla descrizione che fa lo storico Procopio di Cesarea : “era bella di aspetto… minuta e pallida…il suo sguardo, sotto le sopracciglia aggrottate,era penetrante” Hildegarda di Bingen (1098- 1171), monaca benedettina, profetessa, poetessa , musicista e medico, è una personalità eccezionale nel mondo femminile medievale. Le sue visioni, riprodotte nelle miniature del codice dela sua opera Scivias rappresentano, secondo il neurologo americano Olivier Sacks gli “scotomi scintillanti “ che sono uno dei sintomi dell’ “emicrania classica” di cui Hildegardo sofrì per tutta la vita. Questo avorio, conservato al museo di Cluny di Parigi, rappresenta l’imperatore Ottone II di Sassonia, morto nel 983, e la moglie, la principessa bizantina Teofano, morta nel 991, incoronati da Cristo. L’immagine rispecchia la concezione bizantina del potere, e dà la misura dell’influsso dell’imperatrice, reggente dopo la morte del marito, sul figlio, Ottone III, che alla renovatio imperii, il pieno ripristno dell’impero romano, dedicherà gli anni del suo breve dominio. Matilde di Canossa (1046-1115) , erede di una grande dinastia feudale, ebbe un ruolo fondamentale nella lotta tra il papa Gregorio VII e l’imperatore Enrico IV, e soprattutto nell’episodio decisivo, svoltosi proprio nel castello di Canossa. Le due immagini illustrano la Vita Mathildis del monaco benedettino Donizone : nella prima l’abate di Cluny, Ugo, intercede presso la contessa in favore dell’imperatore, mentre nella seconda si vede l’autore del poema che offre il suo componimento a Matilde in trono. In tutte e due le immagini sono evidenti tanto la mastà della contessa quanto la sua femminile fragilità. Eleonora d’Aquitania ( 1122-1204 ), figlia ed erede del duca Guglielmo d’Aquitania, moglie di Luigi VII re di Francia , divorziata e risposata con Enrico II d’Inghilterra minore di lei di dodici anni, ebbe due figlie dal primo marito e sette dal secondo: tra questi ultimi, due re d’Inghilterra, Riccardo “cuor di leone” e Giovanni “senza terra”, e una regina di Sicilia, Giovanna, moglie di Guglielmo “il buono”: Eleonora partecipò a due crociate, tenne una corte brillante, proteggendo i trovatori e resse il regno d’ Inghilterra durante l’assenza del figlio. La prima immagine è un affresco nel castello di Chinon che la rappresenta a caccia con i figli; la seconda è il gisant, statua sdraiata sulla sua tomba all’abbazia di Fontevraud, in cui, contrariamente all’uso, appare non addormentata nel sonno eterno, ma sveglia e intenta a leggere. Costanza d’Altavilla ( 1153- 1198 ), figlia postuma di re Ruggero, sposata a 32 anni ad Enrico di Svevia, figlio di Federico Barbarossa, incoronata imperatrice insieme al marito nel 1191, madre a quarant’anni di colui che sarà Federico II, è raffigurata in queta miniatura, una delle tante che illustrano il Liber ad honorem Augusti di Piertro da Eboli, nell’atto di consegnare a una dama il figlio neonato per recarsi in Sicilia a domae una ribellione.