Mettiamo a disposizione strumenti per una veglia per la pace della diocesi di Perugia, gentilmente
fornita dall’ufficio diocesano per la pastorale giovanile di Perugia
Cattedrale di san Lorenzo in Perugia
Ufficio diocesano di pastorale Giovanile
AGESCI - AUOC
VEGLIA DI PREGHIERA PER LA PACE
NELLA NOTTE DEL GIOVEDÌ SANTO
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace.
La pace che io vi do non è come quella del mondo:
non vi preoccupate, non abbiate paura» (Gv 14, 27)
INTRODUZIONE
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Vegliamo insieme con Gesù nell'orto degli ulivi: luogo della sua decisione di accettare la morte per la nostra
salvezza; di fronte alla morte, nella coscienza di Gesù vince l'amore e l'obbedienza alla volontà del Padre.
Anche questa veglia vuol essere una veglia della coscienza e del cuore, di fronte alla tentazione della violenza e
della guerra: una veglia della coscienza, perché avvertiamo, al di là delle voci un po' suadenti e un po' false dei
media, la verità che nessuna guerra è mai giusta e che nessuna guerra migliora mai il mondo; una veglia del cuore
perché ritroviamo, come Gesù, il coraggio di un amore che sa pagare di persona il prezzo della pace e della
giustizia.
Ci uniamo nella preghiera di stasera al Santo Padre e a tutti i cristiani che invocano Dio perché venga l'«ora della
pace»; ci uniamo a tutti coloro che, insieme con Gesù crocifisso, soffrono le angosce della guerra (le vittime, ma
anche coloro che uccidono e hanno orrore di farlo); ci uniamo nello Spirito santo a tutti gli uomini di buona
volontà, che magari in questa stessa notte si stanno adoperando per la soluzione dei conflitti.
La nostra preghiera ripercorrerà alcune parole dette da Gesù la sera del Giovedì santo e riportate da Giovanni,
perché riconosciamo che la pace è dono di Dio, che si tratta di qualcosa di assai diverso dalla pace che il mondo
tenta di costruire all'ombra delle baionette, che non dobbiamo avere paura della violenza, perché - anche se fa
soffrire - alla fine non vincerà, così come non ha trionfato la morte sul corpo del Signore Gesù.
1. MOMENTO PENITENZIALE INIZIALE
(lo striscione con le croci viene srotolato al centro delle panche)
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Iniziamo la nostra celebrazione con una lettura e un canto, durante il quale accenderemo dei lumini su questo
striscione, per avere presente in mezzo a noi le tante vittime di questa guerra: soprattutto gli innocenti (ma quale
uomo è così colpevole da meritare la morte?).
LETTURA
Da Tu non uccidere di don primo Mazzolari
Se siamo un mondo senza pace, la colpa non è di questi o di quelli, ma di tutti. Se dopo venti secoli di Vangelo siamo
un mondo senza pace, i cristiani devono avere la loro parte di colpa.
Tutti abbiamo peccato e veniamo ogni giorno peccando contro la pace. Se qualcuno osa tirarsi fuori dalla comune
colpevolezza e farla cadere soltanto sugli avversari, egli pecca maggiormente, poiché, invelenendo gli animi, fa blocco
e battiera col suo fariseismo.
Se la colpa di un mondo senza pace è di tutti, e dei cristiani in modo particolare, l'opera della pace non può essere che
un'opera comune, nella quale i cristiani devono avere un compito precipuo, come precipua è la loro responsabilità.
Ogni sforzo verso la pace ha una sua validità: chiunque vi si provi dev'essere guardato con fiducia e benevolenza. Il
politico può far delle cernite, porre delle pregiudiziali: il cristiano mai. Il cristiano non può rifiutare che il male, per
comporre cattolicamente ogni cosa buona.
La pace è un bene universale, indivisibile: dono e guadagno degli uomini di buona volontà.
La pace non s'impone (« non ve la do come la dà il mondo »); la pace si offre «<lascio a voi la pace»). Essa è il primo
frutto di quel comandamento sempre «nuovo», che la germina e la custodisce: « Vi do un nuovo comandamento:
amatevi l'un l'altro».
CANTO
Stasera sono a mani vuote, o Dio;
niente ti posso regalare, o Dio;
solo l'amarezza, solo il mio peccato,
solo l'amarezza e il mio peccato, o Dio.
Quel cielo chiaro che mi ha svegliato
ed il profumo delle rose in fiore…
Poi l'amarezza, poi il mio peccato,
poi l'amarezza e il mio peccato, o Dio.
Son questi i miei poveri doni, o Dio;
sono l'offerta di stasera, o Dio.
Poi la speranza, poi la certezza,
poi la speranza del perdono, o Dio. O Dio.
2. COSTRUISCE LAPACE
CHI «PERDE LA VITA» PER I FRATELLI
LETTURA EVANGELICA
Dal Vangelo di Giovanni (13, 1-5. 12-17)
Era ormai vicina la festa ebraica della Pasqua. Gesù sapeva che era venuto per lui il momento di lasciare questo mondo
e tornare al Padre. Egli aveva sempre amato i suoi discepoli che erano nel mondo, e li amò sino alla fine. All'ora della
cena, il diavolo aveva già convinto Giuda (il figlio di Simone Iscariota) a tradire Gesù. Gesù sapeva di aver avuto dal
Padre ogni potere; sapeva pure che era venuto da Dio e che a Dio ritornava. Allora si alzò da tavola, si tolse la veste e si
legò un asciugamano intorno ai fianchi, versò l'acqua in un catino, e cominciò a lavare i piedi ai suoi discepoli. Poi li
asciugava con il panno che aveva intorno ai fianchi.
Gesù terminò di lavare i piedi ai discepoli, riprese la sua veste e si mise di nuovo a tavola. Poi disse: «Capite quello che
ho fatto per voi? Voi mi chiamate Maestro e Signore, e fate bene perché lo sono. Dunque, se io, Signore e Maestro, vi
ho lavato i piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Io vi ho dato un esempio perché facciate come io ho
fatto a voi. Certamente un servo non è più importante del suo padrone e un ambasciatore non è più grande di chi lo ha
mandato. Ora sapete queste cose; ma sarete beati quando le metterete in pratica.
SALMO DI PACE
(breve introduzione dal libretto)
Dal salmo 124
Rit.
Nada te turbe, nada te espante:
quien a Dios tiene, nada le falta.
Nada te turbe, nada te espante:
solo Dios basta,
Chi confida nel Signore è come il monte Sion:
non vacilla, è stabile per sempre.
I monti cingono Gerusalemme:
il Signore è intorno al suo popolo
ora e sempre. Rit.
Niente ti turbi, niente ti spaventi:
chi ha Dio, niente gli manca.
Niente ti turbi, niente ti spaventi:
solo Dio basta.
Egli non lascerà pesare lo scettro degli empi
sul possesso dei giusti,
perché i giusti non stendano le mani
a compiere il male. Rit.
La tua bontà, Signore, sia con i buoni
e con i retti di cuore.
Quelli che vanno per sentieri tortuosi
il Signore li accomuni alla sorte dei malvagi. *
Pace su Israele! Rit.
LETTURA
Dagli scritti di Giovanni Paolo II
La conversione che Gesù esige è un vero rovesciamento, un passaggio dalla morte alla vita, dalla servitù del peccato al
servizio di Dio e dei fratelli, dall'egoismo all'amore, dalla divisione alla comunione. E un cambiamento radicale che
domanda un profondo e continuo mutamento di mentalità e di comportamento, ispirati all'insegnamento di Cristo e
quindi ad un «nuovo» rapporto con Dio e con i fratelli.
Tutto ciò significa che il regno di Dio non è solo un «dono» da accogliere con fede, ma è un traguardo da conquistare e
un impegno da vivere costantemente. Ciò richiede docilità allo Spirito e forte decisione, anzi una sorta di «violenza»
interiore, per andare contro corrente; uno sforzo continuo per misurarsi e adeguarsi alle esigenze evangeliche,
traducendole in stile di vita.
L'invito alla conversione richiede, inoltre, il distacco dal proprio egoismo e l'abbandono delle sicurezze sociali e dei
falsi idoli che ostacolano il compimento del progetto di Dio e la consapevole adesione dell'uomo.
SILENZIO
PREGHIERA
O Creatore della natura e dell'uomo,
della verità e della bellezza ascolta la nostra voce,
perché è quella di tutti i bambini che soffrono
e soffriranno fin quando la gente riporrà fiducia nelle armi.
Ascolta la mia voce, perché ti parlo per tutte le moltitudini
che, in tutti i paesi e in tutti i tempi della storia,
non vogliono la guerra e sono pronte a percorrere la strada della pace.
Ascolta la mia voce e dacci la forza di saper rispondere sempre
all'odio con l'amore,
all'ingiustizia con un totale impegno per la giustizia,
alla miseria con la condivisione,
alla guerra con la pace.
O Dio, ascolta la nostra voce
e concedi al mondo la tua pace.
Amen.
CANTO
Amatevi l'un l'altro come lui ha amato noi
e siate per sempre suoi amici,
e quello che farete al più piccolo tra voi,
credete, l'avete fatto a lui.
Se amate veramente perdonatevi tra voi,
nel cuore di ognuno ci sia pace;
il Padre che è nei cieli vede tutti figli suoi:
con gioia a voi perdonerà.
Ti ringrazio, mio Signore
e non ho più paura, perché
con la mia mano nella mano
degli amici miei,
cammino tra le gente della mia città
e non mi sento più solo;
non sento la stanchezza
e guardo dritto avanti a me,
perché sulla mia strada ci sei tu.
Sarete suoi amici se vi amate tra di voi
e questo è tutto il suo Vangelo;
l'amore non ha prezzo, non misura ciò che dà:
l'amore confini non ne ha.
3. COSTRUISCE LAPACE
CHI RIMANE UNITO ALL'AMORE DI GESÙ CRISTO
LETTURA EVANGELICA
Dal Vangelo di Giovanni (15, 1-11)
Gesù disse ancora: «Io sono la vera vite. Il Padre mio è il contadino. Ogni ramo che è in me e non dà frutto, egli lo
taglia e getta via, e i rami che danno frutto, li libera da tutto ciò che impedisce frutti più abbondanti. Voi siete già
liberati grazie alla parola che vi ho annunziato. Rimanete uniti a me, e io rimarrò unito a voi. Come il tralcio non può
dar frutto da solo, se non rimane unito alla vite, neppure voi potete dar frutto, se non rimanete uniti a me. Io sono la vite.
Voi siete i tralci. Se uno rimane unito a me e io a lui, egli produce molto frutto; senza di me non potete far nulla. Se uno
non rimane unito a me, è gettato via come i tralci che diventano secchi e che la gente raccoglie per bruciare. Se rimanete
uniti a me, e le mie parole sono radicate in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. La gloria del Padre mio risplende
quando portate molto frutto e diventate miei discepoli.
Come il Padre ha amato me, così io ho amato voi: rimanete nel mio amore! Se metterete in pratica i miei
comandamenti, sarete radicati nel mio amore; allo stesso modo io ho messo in pratica i comandamenti del Padre mio e
sono radicato nel suo amore. Vi ho detto questo, perché la mia gioia sia anche vostra, e la vostra gioia sia perfetta».
SALMO DI PACE
(breve introduzione dal libretto)
Dal salmo 126
Rit.
Dona la pace, Signore, a chi confida in te.
Dona, dona la pace, Signore,
dona la pace!
Se il Signore non costruisce la casa,
invano vi faticano i costruttori.
Se il Signore non custodisce la città,
invano veglia il custode. Rit.
Invano vi alzate di buon mattino,
tardi andate a riposare e mangiate pane di sudore:
il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno. Rit.
Ecco, dono del Signore sono i figli,
è sua grazia il frutto del grembo.
Come frecce in mano a un eroe
sono i figli della giovinezza. Rit.
Beato l'uomo
che ne ha piena la faretra:
non resterà confuso quando verrà alla porta
a trattare con i propri nemici. Rit.
LETTURA
Il cristiano è un «uomo di pace», non un « uomo in pace »: fare la pace è la sua vocazione. […] Il dialogo tra
la pace e l'uomo […] dura da secoli sotto lo sguardo paziente della Chiesa che custodisce il Vangelo di pace
e lo semina ovunque, senza chiedersi dove e come e se nascerà, poiché la sua missione non è di capire, molto
meno di far trionfare la Parola, che ella deve solo custodire e seminare.
Chi onestamente considera l'impegno della Chiesa, invece di farle colpa se il mondo non è ancora un mondo
pacifico, si meraviglia come il mondo non sia ancora riuscito a chiudere la bocca e a inchiodare le mani della
instancabile seminatrice, e si sia limitato finora, fuori e dentro la cristianità, a congegnare ragionevoli scuse e
dotte favole per dimostrare che conviene rimandare a tempi più maturi il comandamento della pace. Il quale
è tuttora inattuato per non nuocere a quei brevi e piccoli interessi che ci sembrano più importanti della pace.
La pace cristiana è quindi ancora una pace crocifissa: e le ragioni che si adducono per tenerla inchiodata
sono altrettanto valide di quelle tirate fuori nel sinedrio e nel pretorio per inchiodare il Pacifico.
Quando si parla di pace bisogna parlarne come ne parlano i fanciulli, non pensando a nient'altro, non
negando con le mani o col cuore ciò che le labbra dicono. La pace è un bene pieno: sulla pace non si ragiona
né si distingue. t una parola che non sopporta aggiunte: una parola cristiana.
Da quando i cristiani si sono messi a «ragionare» sulla pace, a porre delle condizioni «ragionevoli» alla pace,
a mettere davanti le loro «giustizia», non ci siamo più capiti, neanche in cristianità, ed è stata la guerra.
Tutto il mondo ha «ragione» o crede d'averla. La «ragione» va con tutti, e finirà di stare col lupo, non con la
pecora, la sola che avrebbe veramente ragione, se non invidiasse il lupo e non cercasse di superarlo.
La pace vuole un linguaggio semplice, senza riguardi di persone, senza retorica, senza crociate.
« Pace a voi! »
« Sia pace a questa casa! »
«Vi do la mia pace! »
«Rimanete nella mia pace! »
E si mettevano sulla strada, a due a due, senza borsa, senza bastone, senza niente. La gente li scherniva, quasi
fossero dei pazzi; qualcuno però si fermava, mormorando: E se avessero ragione? Ma dietro non avevano
nessuno e niente. Non erano attaccati a nessuno, a niente: essi erano attaccati all'uomo, alla sua anima, alle
sue tribolazioni, poiché l'uomo era entrato nel loro cuore assieme al Figlio dell'uomo, col nome di fratello.
Così è cominciato il vangelo di pace.
SILENZIO
PREGHIERA
Signore,
dà la concordia e la pace, a noi e a tutti coloro che abitano la terra,
come l'hai data ai nostri padri, che santamente ti invocavano
nella fede e nella verità;
dònala a noi che siamo sottomessi e a coloro che ci governano sulla terra.
Tu, Signore, hai dato loro il potere di governare.
Dirigi il loro volere secondo ciò che è bello e gradito ai tuoi occhi,
affinché, esercitando santamente, in pace e mansuetudine,
il potere che hai dato loro, ti trovino propizio.
CANTO
Dove due o tre sono uniti nel mio nome
io sarò con loro, pregherò con loro,
amerò con loro perché il mondo creda a Te, o Padre;
conoscere il tuo amore, avere vita con te.
Ogni beatitudine vi attende nel mio nome
se sarete uniti, se sarete pace,
se sarete uniti perché voi vedrete Dio che è pace:
in lui la vostra vita gioia piena sarà.
Voi che ora siete miei discepoli nel mondo
siate testimoni di un amore immenso,
date prova di quella speranza che c’è in voi, coraggio!
Vi guiderò per sempre, io rimango con voi.
Spirito che animi la Chiesa e la rinnovi,
donale fortezza, fa’ che sia fedele
come Cristo che muore e risorge perché il Regno del Padre
si compia in mezzo a voi e abbiate fede in lui.
4. COSTRUISCE LA PACE
CHI AMA NONOSTANTE TUTTO
LETTURA EVANGELICA
Dal Vangelo di Giovanni (15, 12-21)
Gesù disse ancora: «Il mio comandamento è questo: amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un
amore più grande di questo: morire per i propri amici. Voi siete miei amici se fate quel che io vi comando. Io non vi
chiamo più schiavi, perché lo schiavo non sa che cosa fa il suo padrone. Vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto sapere
tutto quel che ho udito dal Padre mio. Non siete voi che avete scelto me, ma io ho scelto voi, e vi ho destinati a portare
molto frutto, un frutto duraturo. Allora il Padre vi darà tutto quel che chiederete nel nome mio. Questo io vi comando:
amatevi gli uni gli altri.
Se il mondo vi odia, pensate che prima di voi ha odiato me. Se voi apparteneste al mondo, il mondo vi amerebbe come
suoi. Invece voi non appartenete al mondo, perché io vi ho scelti e vi ho strappati al potere del mondo. Perciò il mondo
vi odia. Ricordate quel che vi ho detto: un servo non è più importante del suo padrone. Se hanno perseguitato me,
perseguiteranno anche voi; se hanno messo in pratica la mia parola, metteranno in pratica anche la vostra. Vi tratteranno
così per causa mia, perché non conoscono il Padre che mi ha mandato».
SALMO DI PACE
(breve introduzione dal libretto)
Dal salmo 132
(salmo recitato sopra il canto, ripetuto più volte)
Rit.
Ubi charitas et amor,
ubi charitas, Dues ibi est.
Dove è carità e amore
lì c'è Dio.
Ecco quanto è buono e quanto è soave
che i fratelli vivano insieme!
E` come olio profumato sul capo,
che scende sulla barba, sulla barba di Aronne,
che scende sull'orlo della su veste.
E` come rugiada dell'Ermon,
che scende sui monti di Sion.
Là il Signore dona la benedizione
e la vita per sempre.
LETTURA
Da Tu non uccidere di don Primo Mazzolari
La pace cristiana non è regolata dal « do ut des »: se tu sarai pacifico con me, io lo sarò con te. Il cristiano procede per
altra strada e dietro altra logica: « Udiste che fu detto: "Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico". Ma io vi dico:
amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli, il quale fa
sorgere il sole sui buoni e sui cattivi e manda la pioggia ai giusti e agli iniqui. Perché, se amate quelli che vi amano,
qual merito avete? Non fanno lo stesso i pubblicano? E se salutate soltanto i vostri fratelli, che cosa fate da più degli
altri? Non usano lo stesso i gentili? Siate dunque perfetti com'è perfetto il vostro Padre celeste » (Matteo 5,43-48).
Un cristiano deve fare la pace anche quando venissero meno «le ragioni di pace».
Al pari della fede, della speranza e della carità, la pace è vera beatitudine quando non c'è tornaconto né convenienza né
interesse di pace, vale a dire quando incomincia a parere una follia davanti al buon senso della gente « ragionevole ».
Se uno raccorcia la pace, o cerca di contenerla nell'area di una «ragione computistica», sarà portato a concludere che il
non essere in pace con chi non è in pace con noi, non è un peccato, ma un diritto che arriva fino allo sterminio della
parte avversa. La contabilità cristiana conosce la sola partita del dare: se vi aggiungiamo l'avere, non ci dobbiamo
sorprendere se rivedremo sul tappeto le ragioni del lupo, il quale, essendo a monte del fiume, trovava che l'agnello gli
intorpidiva le acque.
Se gli altri odiano, non è una ragione perché odiamo anche noi. Si vince il male col bene; la malattia con la salute; si
oppone all'ostilità la carità: questo è il comandamento di Dio. Gli altri sono comandamenti di uomini, e uomini senza
Dio, anche se fanno salamelecchi al prete. Quando ci si giustifica delle ingiurie nostre col fatto delle ingiurie altrui,
decadiamo dal cristianesimo: rendiamo nulla l'incarnazione con la passione e la risurrezione di Cristo.
Ad amare i soli amici erano buoni anche i pagani.
La pace comincia in noi... in me e da me, da te, da ciascuno... Come la guerra.
Ma come si può arrivare alla pace se si seguita a coltivare, quasi orto per ortaggi, questa spartizione manichea
dell'umanità e della spiritualità; se si seguita ad alimentare una polemica fatta di apriorismi e ingiurie, deformazioni e
repulse; se si aumenta ogni giorno più la disparità economica tra chi spedisce lingotti d'oro all'estero e chi vive nelle
baracche e intristisce nella disoccupazione; se si insiste a vedere nel fratello insignito di un diverso distintivo politico un
cane da abbattere, un rivale da sopprimere, un nemico da odiare?
Quanti cristiani, per assicurarsi un diritto all'odio, si tramutano in farisei che non vedono fratelli, ma pubblicani, ma
samaritani, ma pagani. Come se Gesù non fosse mai venuto e non fosse morto e risorto!...
SILENZIO
PREGHIERE SPONTANEE
Rit.
Veni, sancte Spiritus,
tui amoris ignem accende.
Veni sancte Spiritus, Veni sancte Spiritus.
CANTO
O Signore, fa' di me un tuo strumento;
fa' di me uno strumento della tua pace:
dov'è odio che io porti l'amore,
dov'è offesa che io porti il perdono,
dov'è dubbio che io porti la fede,
dov'è discordia che io porti l'unione,
dov'è errore che io porti verità,
a chi dispera che io porti la speranza.
Dov'è errore che io porti verità,
a chi dispera che io porti la speranza.
O Maestro dammi tu un cuore grande
che sia goccia di rugiada per il mondo,
che sia voce di speranza,
che sia un buon mattino
per il giorno d'ogni uomo.
e con gli ultimi del mondo sia il mio passo
lieto nella povertà, nella povertà...
O Signore, fa' di me il tuo canto,
fa' di me il tuo canto di pace:
a chi è triste che io porti la gioia,
a chi è nel buio che io porti la luce.
E' donando che si ama la vita,
è servendo che si vive con gioia,
perdonando che si trova il perdono,
è morendo che si vive in eterno.
Perdonando che si trova il perdono,
è morendo che si vive in eterno.
Vieni, o Spirito santo,
accendi il fuoco del tuo amore.
Vieni, o Spirito santo.
5. COSTRUISCE LAPACE
CHI VINCE IL MONDO E LE SUE DIVISIONI
CON LA FORZA DI GESÙ
LETTURA EVANGELICA
Dal Vangelo di Giovanni (Gv 17, 1a. 6-26)
Dopo aver detto queste parole Gesù guardò in alto verso il cielo e disse: «Tu mi hai affidato alcuni uomini scelti da
questo mondo: erano tuoi, e tu li hai affidati a me. Io ho rivelato chi sei, ed essi hanno messo in pratica la tua parola.
Ora sanno che tutto ciò che mi hai dato viene da te. Anche le parole che tu mi hai dato, io le ho date a loro. Essi le
hanno accolte e hanno riconosciuto, senza esitare, che io provengo da te, e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io
prego per loro. Non prego per il mondo, ma per quelli che mi hai affidato, perché ti appartengono. Tutto ciò che è mio
appartiene a te, e ciò che è tuo appartiene a me, e la mia gloria si manifesta in loro. Io non sono più nel mondo, loro
invece sì. Io ritorno a te. Padre santo, conserva uniti a te quelli che mi hai affidati, perché siano una cosa sola come noi.
Quando ero con loro, io li proteggevo. Per questo tu me li hai dati. Io li ho protetti, e nessuno di loro si è perduto, tranne
quello che doveva perdersi, realizzando ciò che la Bibbia aveva predetto. Ma ora io ritorno verso di te, e dico queste
cose mentre sono ancora sulla terra, perché essi abbiano tutta la mia gioia. Io ho dato loro la tua parola. Perciò essi non
appartengono più al mondo, come io non appartengo al mondo. E il mondo li odia. Io non ti prego di toglierli dal
mondo, ma di proteggerli dal Maligno. Essi non appartengono al mondo, come io non appartengo al mondo. Fa' che
appartengano a te mediante la verità: la tua parola è verità. Tu mi hai mandato nel mondo: così anch'io li ho mandati nel
mondo. E io offro me stesso in sacrificio per loro, perché anch'essi siano veramente consacrati a te.
Io non prego soltanto per questi miei discepoli, ma prego anche per altri, per quelli che crederanno in me dopo aver
ascoltato la loro parola. Fa' che siano tutti una cosa sola: come tu, Padre, sei in me e io sono in te, anch'essi siano in noi.
Così il mondo crederà che tu mi hai mandato. Io ho dato ad essi la stessa gloria che tu avevi dato a me, perché anch'essi
siano una cosa sola come noi: io unito a loro e tu unito a me. Così potranno essere perfetti nell'unità, e il mondo potrà
capire che tu mi hai mandato, e che li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che dove sono io siano anche quelli
che tu mi hai dato, perché vedano la gloria che tu mi hai dato: infatti tu mi hai amato ancora prima della creazione del
mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto ed essi sanno che tu mi hai mandato. Io ti ho
fatto conoscere a loro e ti farò conoscere ancora; così l'amore che hai per me sarà in loro, e anch'io sarò in loro».
SALMO DI PACE
(breve introduzione dal libretto)
Dal salmo 120
Rit.
Misericordias Domini, in aeternum cantabo.
Alzo gli occhi verso i monti:
da dove mi verrà l'aiuto?
Il mio aiuto viene dal Signore,
che ha fatto cielo e terra. Rit.
Non lascerà vacillare il tuo piede,
non si addormenterà il tuo custode.
Non si addormenta, non prenda sonno,
il custode d'Israele. Rit.
Il Signore è il tuo custode,
il Signore è come ombra che ti copre,
e sta alla tua destra.
Di giorno non ti colpirà il sole,
né la luna di notte. Rit.
Il Signore ti proteggerà da ogni male,
gli proteggerà la tua vita.
Il Signore veglierà su di te,
quando esci e quando entri,
da ora e per sempre. Rit..
Canterò per sempre l'amore del Signore.
LETTURA
Da Tu non uccidere di don Primo Mazzolari
La pace non viene custodita né dalle baionette né dall'atomica, ma dal fatto che tutti gli uomini, compaginati in Cristo,
formano con Lui una sola cosa e hanno diritto di ricevere «una vita sempre più abbondante» da coloro che, per natura e
per grazia, sono i suoi fratelli.
Ognuno è libero di accettare o rifiutare la visione cristiana della pace, che sorregge, anche se non riconosciuta, ogni
sentimento verace e ogni sforzo sincero di pace. Chi però l'accetta (e non c'è altra strada che veramente conduca),
davanti a qualsiasi torto del prossimo non può appellarsi alla soluzione giuridica, molto meno a quella vendicativa, ma
solo a quella evangelica, non importa se derisa da troppi cristiani. E la regola di essa è così scritta: «A chi ti percuoterà
la guancia destra porgi la sinistra, a chi ti muoverà lite per toglierti la tunica lascia anche il mantello...».
Persuasi che solo su questi principi si può fondare la pacifica convivenza dei popoli, noi accettiamo la «stoltezza
cristiana» a costo di parere fuori della storia, che altrimenti continuerà ad essere una catena di violenza o, se volete, un
susseguirsi di fratricidi, cioè l'antistoria, e proponiamo: di renderne pubblica testimonianza, rifiutandoci ad ogni
svuotamento di essi, sia teorico che pratico; di accettare solo quei mezzi di fare la pace che non negano la pace, sia nei
rapporti di nazione e di razza, come nei rapporti di classe e di religione, riprovando e condannando ugualmente
qualsiasi strumento di ingiustizia e di sopraffazione anche se si presenta sotto il nome di dovere; di creare un
movimento di resistenza cristiana alla guerra, rifiutando l'obbedienza a quegli ordini, leggi o costituzioni che
contrastano con la coscienza di chi deve preferire il comandamento di Dio a quello dell'uomo.
Di fronte alla criminale resistenza di molti «benpensanti», non è facile persuadere la povera gente che la giustizia possa
arrivare senza violenza. Se vogliamo ristabilire la fiducia degli oppressi e dei diseredati nella pace cristiana, dobbiamo,
prima che sia troppo tardi, dimostrare che non è necessario far saltare con la dinamite la corteccia degli egoismi, i quali
impediscono ai poveri di vivere e di far valere democraticamente i loro diritti.
La pace non sarà mai sicura e tranquilla fino a quando i poveri, per fare un passo avanti in difesa del loro pane e della
loro dignità, saranno lasciati nella diabolica tentazione di dover rigare di sangue la loro strada. Senza giustizia non c'è
pace. «Opus justitiae, pax».
SILENZIO
PREGHIERA
«In quest'ora di inaudita violenza e di inutili stragi
accogli, Padre, l'implorazione che sale a te da tutta la Chiesa,
orante con Maria, Regina della pace:
effondi sui governanti di tutte le nazioni
lo Spirito dell'unità e della concordia,
dell'amore e della pace,
perché giunga presto a tutti i confini
l'atteso annuncio: è finita la guerra! È ridotto al silenzio il fragore delle armi!
CANTO
Io sogno che un giorno ogni nazione
comprenda che gli uomini son creati uguali;
sogno che l'odio e l'oppressione siano trasformati
in giustizia e libertà.
Sogno che un giorno tutti accoglieranno
l'eredità preziosa di Gesù:
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace,
la forza di portare con gioia la croce».
Sogno che un giorno
ogni valle sarà colmata,
ogni montagna e collina abbassata:
i luoghi impervi diverranno piani
i tortuosi si raddrizzeranno
e la gioia del Signore si rivelerà.
Sogno l'amore che vince la paura,
una paura che genera la guerra.
Le armi sono illusioni, false soluzioni,
la terra promessa è solo nella pace.
Sogno che i figli di oppressi ed oppressori
siedano insieme al tavolo della fratellanza;
che nessun uomo sia giudicato dal colore della pelle,
ma per la sua personalità.
6. MOMENTO FINALE
LETTURA
Dal Diario di Anna Frank
Sabato, I5 luglio I944
Cara Kitty, abbiamo avuto dalla biblioteca un libro dal titolo: Che pensate della ragazza moderna? Oggi vorrei parlare
di questo argomento.
L'autrice critica da cima a fondo «la gioventù d'oggi», senza tuttavia condannarla del tutto come buona a nulla. Anzi, è
piuttosto d'opinione che la gioventù, se volesse, potrebbe costruire un mondo più grande, più bello e migliore; essa ne
ha i mezzi, ma si occupa di frivolezze senza degnare di uno sguardo le cose veramente belle. In alcuni passi avevo
l'impressione che la scrittrice riferisse a me i suoi biasimi, e perciò voglio finalmente aprirmi con te e difendermi da
questo attacco.
«La gioventù, in fondo, è più solitaria della vecchiaia ». Questa massima, che ho letto in qualche libro, mi è rimasta in
mente e l'ho trovata vera. È vero che qui gli adulti trovano maggiori difficoltà che i giovani? No, non è affatto vero.
Gli anziani hanno un'opinione su tutto, e nella vita non esitano più prima di agire. A noi giovani costa doppia fatica
mantenere le nostre opinioni in un tempo in cui ogni idealismo è annientato e distrutto, in cui gli uomini si mostrano dal
loro lato peggiore, in cui si dubita della verità, della giustizia e di Dio.
Chi ancora afferma che qui nell'alloggio segreto gli adulti hanno una vita più difficile, non si rende certamente conto
della gravità e del numero dei problemi che ci assillano, problemi per i quali forse noi siamo troppo giovani, ma che ci
incalzano di continuo, sino a che, dopo lungo tempo, noi crediamo di aver trovato una soluzione; ma è una soluzione
che non sembra capace di resistere ai fatti, che la annullano. Ecco la difficoltà di questi tempi: gli ideali, i sogni, le
splendide speranze non sono ancora sorti in noi che già sono colpiti e completamente distrutti dalla crudele realtà.
È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le
conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell'intima bontà dell'uomo. Mi è impossibile costruire
tutto sulla base della morte, della miseria, della confusione. Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo
sempre più forte l'avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure, quando
guardo il cielo, penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che
ritorneranno l'ordine, la pace e la serenità'
Intanto debbo conservare intatti i miei ideali; verrà un tempo in cui saranno forse ancora attuabili.
La tua Anna
PREGHIERA DEL SIGNORE
CANTO
(durante il canto ognuno raccoglie un lumino da portare a casa)
Senti il cuore della tua città
batte nella notte intorno a te
sembra una canzone muta che
cerca un'alba di serenità.
Open wide the vision of your world
feel the love that reins in everything
now is your chance to start again
breate in hopes of peace of light of love.
Semina la pace e tu vedrai,
che la tua speranza rivivrà:
spine tra le mani piangerai
ma un mondo nuovo nascerà!
Abre el horizonte entorno a ti
siente el latido de amor
ahora es el momento de empezar
una senda de paz, de luz y de amor!
Si, nascerà il mondo della pace
di guerra non si parlerà mai più
la pace è un dono che la vita ci darà
un sogno che, si avvererà!
Ouvre l'horizon autour de toi
sens l'amour qui vive
dans toutes les choses;
même si le chemin sera très dur
la paix c'est le futur
qui nous attendra.