ALLESTIRE UN ERBARIO Allestire un erbario è una operazione relativamente semplice che richiede l’uso di pochi strumenti ma nel contempo è una esperienza entusiasmante anche per chi è alle prime armi con gli studi naturalistici. La prima fase è costituita dalla raccolta degli esemplari che poi verranno classificati e posti ad essiccare; infine essi verranno montati su fogli di cartoncino pronti ad essere conservati ...per qualche centinaio d’anni! Strumenti per la raccolta · coltellino · zappino o vanghetta (per raccogliere anche le parti sotterranee delle piante) · sacchetti di plastica (lunghi almeno 50 cm) · matita e foglietti per l’essiccazione · telaietto in legno per pressare gli esemplari · fogli di gommapiuma o in alternativa giornali per il montaggio · fogli di cartoncino bianco di formato circa 30 x 40 cm ( 170/200 g/mq) · listarelle dello stesso cartoncino della larghezza di 6 - 8 mm · spilli da sarta · foglietti per la composizione del cartellino identificativo per la determinazione · lenti contafili per l’osservazione delle parti più piccole · lametta da barba per eventuali sezioni · testi botanici specializzati (chiavi analitiche) · testi botanici divulgativi Raccolta degli esemplari La raccolta degli esemplari è sicuramente più significativa dal punto di vista floristico se viene limitata territorialmente in una zona ben definita piuttosto che in località disparate. E’ necessario perciò scegliere un’area (anche piuttosto ristretta) e dare delle precise indicazioni topografiche di essa che andranno riportate sul cartellino che contraddistinguerà l’esemplare. Le piante, per favorire una corretta determinazione di esse, dovrebbero essere raccolte possibilmente complete in tutte le loro parti (radici, foglie, fusto, fiori e frutti); questo non è sempre possibile sia perché non sempre foglie e fiori compaiono contemporaneamente sulla stessa pianta (lo stesso vale per i fiori e i frutti). Nel caso di piante erbacee si cercherà di estrarre la radice con l’aiuto di uno zappino mentre per le piante arbustive o arboree si taglierà un rametto con il coltellino e si osserveranno e si annoteranno tutte le caratteristiche che potranno essere utili: portamento della pianta, tipo di fusto e di corteccia ecc. Alcune piante erbacee sono comunque di grandi dimensioni: anche per queste si asporteranno solo le parti terminali fiorite e alcune foglie basali e ci si annoterà tutto il resto. E’ opportuno raccogliere le piante solo se sono ben asciutte quindi non dopo la pioggia e nemmeno di primo mattino quando sono ancora bagnate dalla rugiada perché ciò renderebbe difficoltosa una corretta essiccazione. Le piante raccolte vanno riposte in sacchetti di nylon con le radici verso il basso; nello stesso sacchetto viene inserito un foglietto contente tutte le indicazioni (data, luogo di raccolta, altitudine, habitat e una accurata descrizione della pianta con, se li si conosce, il nome scientifico e il nome locale). La cosa più importante non è raccogliere molto ma raccogliere con metodo, perciò sarà bene, soprattutto all’inizio, non farsi prendere da facili entusiasmi: è meglio raccogliere pochi esemplari in modo da poterli preparare e descrivere con cura. Determinazione La determinazione di un esemplare si basa sulle sue caratteristiche morfologiche (forma, colore, n° di stami del fiore, forma della foglia, pelosità, presenza o meno di sepali, di stipole ecc.) e va perciò osservato con molta attenzione anche con l’ausilio di una lente. Per una corretta determinazione si devono usare testi botanici specializzati. Tali testi si basano sul principio delle chiavi analitiche: queste consistono in una serie di alternative ciascuna delle quali impone una scelta tra due caratteri opposti. Seguendo il percorso determinato dalle successione delle scelte si attiva a scoprire innanzitutto a quale famiglia, poi a quale genere e infine a quale specie appartiene il campione da classificare. L’uso di tali testi può risultare però abbastanza complesso, soprattutto se si è alle prime armi e non si conoscono i termini botanici. In alternativa ci si può avvalere di manuali divulgativi che rappresentano le specie più comuni di un certo ambiente; in genere questi manuali sono ricchi di fotografie e disegni che possono facilitare il riconoscimento ma non sono però ovviamente completi e quindi in alcuni casi non si può arrivare ad una determinazione corretta. Se non si riesce a determinare l’esemplare fresco, si può comunque metterlo ad essiccare avendo però estrema cura di osservarlo attentamente e riportare per scritto tutte quelle informazioni che possono poi essere utili per la sua determinazione e che potranno non più essere visibili una volta che l’esemplare è secco: portamento della pianta, colore e forma del fiore, n° di stami, forma dell’ovario e posizione (supero o infero), forma della foglia e sua pelosità, forma del fusto e pelosità ecc. Essiccazione L’essiccazione è il processo che permette la conservazione dell’esemplare e pertanto è fondamentale che venga eseguita correttamente in modo, sia da far conservare alla pianta il più possibile le sue caratteristiche originarie (soprattutto il colore) e sia da evitare la formazione di muffe. Per l’essiccazione si possono usare i telaietti di legno che abbiamo costruito e fogli di gommapiuma o in alternativa dei vecchi giornali. Nel primo caso gli esemplari vanno posti fra fogli di gommapiuma che vengono impilati e racchiusi nel telaietto stringendo adeguatamente le fibbie di chiusura. Nel caso in cui non si abbia a disposizione la gommapiuma si possono usare dei fogli di giornale (un foglio di giornale singolo piegato a metà forma una “camicia”, un intero giornale sempre piegato a metà forma un “cuscino”), si formano delle pile cuscino-camiciacuscino, si racchiudono nel telaietto e si cambiano periodicamente (una volta al giorno per i primi giorni) i cuscini, controllando anche gli esemplari. L’essiccazione è tanto più efficace quanto più avviene rapidamente quindi è bene evitare al più possibile l’umidità tenendo i telaietti in luogo asciutto e ventilato. Gli esemplari vanno messi a seccare disponendoli il più possibile in modo naturale (rispettando il portamento tipico della pianta) e completi di tutte le parti; se la pianta ha dimensioni più grandi del foglio si può piegare più volte ad angolo acuto oppure per quelle decisamente grandi si staccano e si preparano le parti più significative. Se i frutti tendono a staccarsi è bene raccoglierli e conservarli in una bustina di cellophane che accompagnerà poi l’esemplare. Nel caso di piante grasse, per favorire la rapidità dell’essiccazione, si sistemano fra due fogli di carta assorbente e poi si passa ripetutamente e rapidamente un ferro da stiro ben caldo. Per le piante bulbose o tuberose è opportuno sezionare i bulbi o i tuberi circa alla metà per evitare differenze di spessore. L’esemplare messo ad essiccare deve essere sempre accompagnato dal cartellino su cui abbiamo annotato tutte le informazioni relative alla raccolta e all’esemplare stesso. Montaggio Quando l’esemplare è perfettamente essiccato si procede con l’operazione conclusiva di montaggio su fogli di cartoncino di adeguata consistenza (170-200 g/mq) e del formato di circa 30 x 40 cm. Le piante si fissano sul cartoncino usando spilli da sarta e listarelle dello stesso cartoncino (larghe 6-8 mm) in modo da rispettare il portamento naturale della pianta e nello stesso tempo esteticamente piacevole. In basso a destra verrà attaccato il cartellino indicante tutte le informazioni utili: Data: Famiglia: Genere e specie: Nome locale: Località di raccolta: Habitat: Legit et det.: I fogli d’erbario così formati verranno disposti in ordine sistematico e conservati in fogli di cartoncino più robusto a formare dei “pacchi”. L’erbario così allestito può essere conservato per tempi indefiniti anche se può essere attaccato da alcuni “nemici”: muffe e insetti. Per salvaguardare i campioni dal rischio di ammuffimento occorre innanzitutto assicurarsi che il campione sia ben secco al momento della spillatura, in secondo luogo occorre conservare l’erbario in stanze perfettamente asciutte e prive di umidità. Più difficile risulta la difesa nei confronti dei piccoli insetti (per lo più piccoli coleotteri e larve di microlepidotteri) che attaccano con particolare preferenza alcune famiglie: compositae, euphorbiaceae, ombrelliferae, ranuncolaceae, orchidaceae, liliaceae. Per prevenire i danni è possibile inserire nei pacchi delle palline di naftalina oppure passare i pacchi periodicamente nel freezer (una volta l’anno circa).