ReOrient – Amici di Xa Me (onlus) Vicolo dello Scavolino, 61

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SOGGETTO PROPONENTE-CAPOFILA
Reorient “gli Amici di Xa Me”
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Referente del Progetto:
Cognome e Nome:
Riccardo Troisi
Telefono:
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e-mail:
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INFORMAZIONI GENERALI RELATIVE AL PROGETTO
Titolo
Progetto Cooperazione Solidale ECOSOL:
“Creazione e sostegno di una filiera di economia solidale in Uruguay”
Localizzazione
America Latina - Uruguay (Area Mercosur) Comune di Montevideo e dipartimento di
Canelones
Sintesi del Progetto
In America Latina si stanno da tempo moltiplicando iniziative di economia solidale, cioè
attività economiche (produzione, distribuzione consumo) che rispondono anche a principi di
solidarietà e di cooperazione tra le persone coinvolte. Molte sono le reti che raggruppano più
esperienze di questo tipo e che iniziano a collegare queste iniziative a livello regionale
favorendo scambi Sud - Sud. Anche nell’area del Mercosur in particolare in Uruguay e
Argentina stanno nascendo organizzazioni e reti di società civile che operano nel contesto
dell’economia solidale, e che hanno però bisogno di rafforzarsi sia sul mercato locale sia per
attivare scambi con le analoghe iniziative in America Latina.
Il progetto “Progetto Cooperazione Solidale Ecosol”, intende contribuire ad attivare
interventi di sostegno e collaborazione con le nascenti esperienze di “Altraeconomia” nei
paesi dell’area del Mercosur, in particolare in Uruguay e Argentina, dirette a generare
occupazione e reddito e a svolgere iniziative in grado di migliorare le condizioni di vita di
operatori dell’economia solidaria, per un totale di circa 500 beneficiari, attivi in alcune zone
economicamente e socialmente svantaggiate dell’Uruguay.
Questo progetto intende contribuire alla diffusione di pratiche alternative alla produzione e
consumo al commercio convenzionale, rafforzando esperienze di economia solidaria in
quanto portatrici di valori di giustizia sociale ed economica, di modalità di lavoro
cooperativo e solidale, di rispetto per le persone e per l’ambiente, facilitando in tal modo
l’introduzione e la valorizzazione di forme di scambio e di consumo rivolte a ricostruire il
rapporto tra culture-colture-natura; la riscoperta del commercio e del consumo come veicoli
di trasmissione di saperi e di culture diverse; la sperimentazione di forme di convivenza e di
collaborazione tra aree e comunità diverse.
Il proponente, l’associazione Reorient Onlus , insieme a Formin, Centro di formazione
internazionale e a Terre Madri di Frosinone, facenti parte del Tavolo dell’Altra economia di
Roma, nell’ambito della filosofia di collaborazione internazionale tra esperienze diverse di
economia solidale, ha elaborato il progetto congiuntamente all’associazione “Commercio
Justo Uruguay” e all’associazione Retos al Sur in collaborazione con le Intendencias di
Montevideo e Canelones e con i due tavoli di economia solidale locale, l’ Espacio Canario de
Economia Solidaria e l’Espacio de Economia Solidaria di Montevideo.
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Il progetto mira a fornire parte degli strumenti materiali, finanziari, gestionali necessari per
avviare tre diverse esperienze di imprese dell’Altraeconomia nella città di Montevideo e nel
Dipartimento Canelones.
L’obiettivo è aprire due Botteghe del commercio equo e solidale, per promuovere e
commercializzare i prodotti realizzati dalle diverse realtà dell’ economia solidaria e creare
un centro per il Turismo Responsabile, presso la Posada al Sur per valorizzare le realtà
locali soggette ad un processo di marginalizzazione causato dal turismo di massa.
Infine, formano parte integrante del progetto alcune azioni di sensibilizzazione, informazione
e formazione qualificata, centrate sui temi relativi al Commercio Equo e solidale, al consumo
critico familiare e personale e alle esperienze di turismo alternativo ecologicamente corrette
da tenersi in loco. Tali iniziative mirano a sviluppare una rete di economia solidale locale,
che faccia perno su questi spazi per diffondere una cultura del consumo critico e
responsabile a livello locale, favorendo la crescita della consapevolezza dei consumatori,
l’educazione e l’azione politica su questi temi e prevedono il coinvolgimento di numerose
realtà locali che si ispirano ai medesimi principi e che condividono gli obiettivi del progetto,
nonché un più stretto collegamento e una maggiore partecipazione delle Reti di economia
solidale operanti nella regione, in particolare Espacio Canario de Economia Solidaria e
Espacio de Economia Solidaria di Montevideo.
Ciò costituisce una base molto significativa per uno scambio interculturale con le esperienze
del Tavolo e della città dell’Altreconomia in corso a Roma e con i programmi regionali dei
distretti di economia nel Lazio, in particolare nell’area di Frosinone . Per questo è stato
confermato il sostegno al progetto sia da parte del Comune di Roma Assessorato
Autopromozione Sociale sia da parte della Provincia di Frosinone ufficio cooperazione.
In prospettiva, il progetto si inserisce in una intensa attività di collegamenti e collaborazioni
con altre esperienze di economia solidale nei paesi del Mercosur .
Il progetto comprende la creazione di almeno 6 posti di lavoro continuativi nelle attività
produttive e commerciali e la stimolazione di numerosi altri impieghi nelle attività a monte e
a valle del progetto stesso, vale a dire il mantenimento e l’incremento dell’occupazione nelle
circa 70 iniziative micro-imprenditoriali che riforniscono e sono alimentate da questa filiera
etica. Infine il progetto rientra in un piano strategico molto più ampio, avviato nel 2004 e in
continua evoluzione, volto a conseguire l’integrazione delle filiere etiche Argentina e
Uruguaya con il circuito internazionale del commercio equo e solidale soprattutto nell’area
del Mercosur in connessione con le altre esperienze presenti in tutta l’America Latina.
Il contributo richiesto alla Regione Lazio è di 50 .000,00 euro, pari al’ 45 % del costo del
progetto. L’associazione Reorient e i suoi partner contribuiranno per il restante 55%.
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CONTESTO
Descrizione dello scenario
Situazione economica e sociale del Paese
L’Uruguay è il paese più piccolo del continente con una estensione di 176.000 km. quadrati (un
po’ più della metà dell’Italia) e con una popolazione di circa 3,4 milioni di persone con variazioni
demografiche non superiori allo 0,6% all’anno, quindi con tendenza alla diminuzione. Mentre nel
passato l’immagine del paese evidenziava i notevoli livelli di sviluppo raggiunti, la presenza di
una democrazia solida e gli equilibri relativi tra le classi sociali, negli anni più recenti e ancor più
dopo la crisi economica degli anni tra il 1999 e il 2002, sono emersi numerosi problemi sociali,
aggravati dalla caduta del 18% del reddito nazionale. Oggi il paese presenta un quadro non certo
soddisfacente: profonda ristrutturazione dell’apparato produttivo che ha favorito il sistema
finanziario danneggiando anche le produzioni agricole; aumento continuo del deficit
commerciale dovuto anche all’incremento delle importazioni di beni di consumo;
deregolamentazione del lavoro, con aumento della disoccupazione strutturale e del precariato;
crescente concentrazione dei mezzi di produzione nelle imprese di maggiore dimensione, con
forte riduzione delle aziende agricole familiari e del piccolo commercio, quest’ultimo sostituito da
supermercati e centri commerciali.
Inoltre il paese continua a perdere posizioni nelle classifiche dell’Indice di Sviluppo Umano e
oggi è al posto n. 46, mentre è al terzo posto nell’Indice di Sviluppo Democratico dell’America
Latina elaborato dalla Fondazione Adenauer.
Il peggioramento della situazione sociale è documentato da tre fenomeni principali. La
distribuzione dei redditi, se si include nelle statistiche la popolazione rurale, è fortemente
squilibrata e ha fatto registrare un notevole aggravamento negli anni di crisi più recenti. La
povertà, a partire dagli anni ’90, mostra una chiara tendenza all’aumento, in particolare nel
periodo di recessione che ha caratterizzato gli anni successivi al 1999. Oltre il 23% delle famiglie e
il 33% delle persone vivono sotto la soglia di povertà, per un totale di oltre 1,1 milioni di persone
nell’intero paese, mentre sono oltre centomila (2,8% della popolazione) le persone che tentano di
sopravvive al di sotto della linea della povertà estrema. Inoltre è da notare che le famiglie povere
sono composte da un numero di minorenni e bambini molto superiore alla media e che tra i
minori di sei anni, il 56,5% vive al di sotto della soglia di povertà e fa registrare un peggioramento
del deficit nutrizionale.
Infine, il tasso di disoccupazione cresce costantemente a partire dal 1991, passando dal 8,9%
a 13,6 % nel 2000, per superare il 20% alla fine del 2002, anche se i dati più recenti (rilevazione
del febbraio-aprile 2006) indicano un livello ufficiale del 12,1%. Altri dati indicano una situazione
certo non positiva: circa il 40% delle persone occupate non versa i contributi alla sicurezza sociale
e almeno il 20% è in realtà sottooccupato
Breve quadro economico in Montevideo
Nel 1999 l’economia uruguaiana è stata coinvolta in una crisi economica dovuta alla caduta dei
prezzi internazionali dei beni prodotti per l’esportazione e la contrazione della domanda dei stati
membri del Mercosur, che costituiscono la metà delle esportazioni dell’Uruguay. Anche la
domanda interna si indebolì a causa di condizioni restrittive riguardo al finanziamento interno e
ad un aumento della disoccupazione. Questo si è ripercosso sulla capitale essendo il luogo dove
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si concentra più della metà della popolazione uruguaja. Nel 2001 la svalutazione della moneta
Argentina causò la contrazione dell’80% delle riserve dell’Uruguay nel giro di sei mesi.
L’economia uruguaiana aveva subito una contrazione dell’11% in due anni e un uruguaiano su
tre viveva sotto la soglia della povertà nella peggiore crisi economica del paese aumentando la
sperequazione dei redditi e le fasce di marginalizzazione sociale . Nel 2004 l’economia
uruguaiana ha registrato una crescita del PIL del 12,,3%, molto superiore rispetto alle attese che
ha portato un miglioramento in particolare nel settore manifatturiero, e la domanda interna è
aumentata del 13,3%. Questo parziale miglioramento si è realizzato anche grazie ai cambiamenti
della situazione internazionale e al nuovo corso politico iniziato dal 2004. L’attuale politica
macroeconomica mira al mantenimento dei conti fiscali sotto controllo, al controllo
dell’inflazione e alla creazione di un piano di emergenza sociale per aiutare i settori della società
più bisognosi. Tutto questo non ha ancora prodotto un miglioramento soprattutto delle realtà
sociali precedentemente emarginate dalla crisi e che oggi non riescono a trarre vantaggio da
questa ripresa economica e che sono costrette a vivere nell’economia informale ai margini della
città.
Situazione economica e sociale del Dipartimento di Canelones
E’ la regione più intensamente popolata del paese in quanto fa registrare una popolazione di oltre
485.000 abitanti, pari al 15% del totale, su una superficie di 4500 km2, con una densità quindi di
circa 100 abitanti per chilometro quadrato.
Il territorio comprende una rete molto estesa di corsi d’acqua, il bacino del Rio Santa Lucia, una
costa molto lunga bagnata dal Rio de la Plata, l’aereoporto internazionale di Carrasco e numerose
centri abitati, talvolta vere città dormitorio per le vicine imprese industriali. Ha un alto livello di
urbanizzazione, con l’88,6% della popolazione, mentre solo l’11,4 risiede in zone rurali.
Tra il 1985 e il 1996 la Ciudad de la Costa ha fatto registrare un aumento della popolazione pari al
92,6%, cioè l’insediamento di circa 32.000 nuovi abitanti; oggi con oltre 132.000 abitanti è il
maggior centro urbano del dipartimento. Gli altri nuclei urbani sono Las Piedras (69.000), Pando
(24.000), La Paz (20.000) e Canelones (19.000), capitale del dipartimento.
Il 25% della popolazione ha meno di 15 anni, il 22,5% ha una età compresa trai 15 e i 29 anni, il
40% ha tra i trenta e i 64 anni di età e solo il 12,5% supera i 65 anni.
L’economia del dipartimento è molto articolata, convivono attività industriali e coltivazioni di
frutteti e vigneti, le attività turistiche della “Costa de Oro” e i servizi e la grande distribuzione.
All’interno prevalgono le attività agricole per la produzione di frutta e verdura nonché la
produzione di vini in genere provenienti dalla varietà di uva “Tannat”.
La produzione industriale, concentrata intorno alle cittadine di Pando, Las Piedras Paso Carrasco,
La Paz, Canelones e San Ramon, offre una occupazione ad un quarto della popolazione del
dipartimento. L’agroindustria, gli impianti frigoriferi per la conservazione di alimenti, le aziende
che lavorano la carne rappresentano i settori principali.
Nel dipartimento sono anche presenti industrie cartarie, chimiche, per la produzione di ceramica,
di tessuti e di abbigliamento.
Il settore turistico è piuttosto sviluppato in tutta l’area, ma stabilimenti ed alberghi sono
concentrati nella Costa d’Oro. Anche l’ecoturismo basato su una pluralità di piccoli alberghi
inseriti in vecchie abitazioni rurali permette di visitare numerose località molto attraenti per
paesaggi e zone di interesse naturalistico. La città più nota anche a livello internazionale è
Atlantica, a soli 45 chilometri da Montevideo.
E difficile parlare di un mercato del lavoro a Canelones, dato gli stretti legami esistenti con le
5
attività economiche della capitale. Il 39% degli occupati delle città del dipartimento ha un lavoro a
Montevideo, mentre questa percentuale non supera il 9% nel resto del territorio.
Dal punto di vista produttivo, all’interno del dipartimento si possono distinguere cinque zone:
a) Zona metropolitana centrata sui servizi. E’ il caso di Ciudad de la Costa, la regione con
maggiori collegamenti con la capitale: la sua attività economica è concentrata nel
commercio, nei servizi e nelle costruzioni, mentre sono presenti tutte le maggiori imprese
della grande distribuzione del paese
b) Zona metropolitana centrata sull’industria. Si distinguono due sotto regioni, l’asse
costituito dalla Ruta 5, con aziende di trasformazione di prodotti agricoli e impianti
frigoriferi, e la regione intermedia, con le città di Toledo, Sauce, Suarez, Nicolich e Paso
Carrasco dove è attivo il maggior numero di aziende.
c) L’interno (circa il 90% del territorio del dipartimento) prevalentemente rurale, dove è
presente anche l’allevamento; nella parte nordest è ubicata la capitale del dipartimento.
d) Asse industriale Palmo-Empalme Olmos, è la zona a maggiore intensità produttiva e dove
è presente anche il Polo Tecnologico, dipendente dalla Facoltà di Chimica della università
della Repubblica
e) Zona balneare (Costa de Oro), essenzialmente residenziale e con alta presenza di servizi, la
cui capitale amministrativa è la cittadina di Atlantida.
Per quanto riguarda l’occupazione, il tasso di disoccupazione di Canelones nel 2004 era del 16%,
livello molto superiore alla media nazionale (13,1%), la sottooccupazione (disoccupazione
nascosta) superava il 15,5% e oltre il 48 % degli occupati non versava i contributi alla previdenza
sociale. Inoltre la popolazione in età lavorativa del dipartimento era per l’1,3% priva di istruzione,
per il 16,6% non aveva completato l’istruzione primaria, per il 25,2 % aveva completato il ciclo
dell’istruzione primaria , per il 19,5% aveva terminato il primo ciclo della secondaria, per il 18,4%
il secondo ciclo, per l’11,4 aveva terminato un insegnamento tecnico, per l’1,6% aveva un titolo
magistrale e solo il 6,1 % era entrato all’università, tutti livelli inferiori alla media nazionale.
Secondo le categorie occupazionali, nel dipartimento il 55,3% è un impiegato o un operaio nel
settore privato, il 14,7% è un impiegato o un operaio pubblico, l’1,8% è un imprenditore, il 13,3%
lavoro in proprio ma non possiede il locale in cui opera, il 13,2% lavora in proprio e è proprietario
del locale dove svolge la sua attività, l’1,7% sono lavoratori non remunerati.
Situazione sociale
Canelones fa parte del gruppo di dipartimenti che fanno registrare i più bassi indici di sviluppo
umano negli ultimi anni e nel periodo più recente è al livello più basso in confronto agli altri
dipartimenti del paese.
Nel decennio passato ha conseguito in media un tasso di incremento del prodotto lordo pari al
3,52% all’anno, livello intermedio a scala nazionale, però quando i valori in assoluto vengono
confrontati con la popolazione negli ultimi anni il reddito medio per persona si è molto ridotto
negli ultimi anni.
Il fenomeno dei bambini di strada è piuttosto rilevante, poiché sono stati individuati almeno 350
bambini e adolescenti senza famiglia nelle aree urbane del dipartimento.
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MOTIVAZIONI DEL PROGETTO
L'economia solidale in Uruguay e la sua debolezza dal punto di vista dello sviluppo di
mercati democratici e giusti.
Negli ultimi decenni si è potuto osservare nel contesto latinoamericano un importante
dinamismo dei settori popolari in termini economici, che hanno costituito diverse iniziative
produttive e commerciali, per fare fronte al dramma della disoccupazione, alla mancanza di
entrate economiche e perfino all’esclusione e alla marginalità sociale. In Uruguay, per
esempio, i tassi di disoccupazione non hanno smesso di aumentare dal principio dal decennio
del novanta, nonostante i cicli di crescita economica, quel periodo che ebbe la fase culminante
nel ciclo di recessione che comincia nel 1999 e che finisce lasciando il paese con più di un
milione di poveri ed uno dei tassi di disoccupazione più alto del mondo.
Come conseguenza di questa profonda crisi sociale ed economica si sono succeduti alcune
iniziative rilevanti. Furono poste in essere numerose esperienze di organizzazione del lavoro
e della produzione da parte dei settori popolari, attraverso la conformazione di nuove
cooperative di produzione, gruppi associativi, imprese recuperate, reti di
commercializzazione o consumo tra persone, ecc.
Alcuni autori interpretano questi fenomeni come parte di una Economia Popolare Solidale,
intesa come "iniziative popolari di generazione di lavoro e reddito basate sulla libera
associazione dei lavoratori e sui principi di autogestione e cooperazione" (Geiger, 1999).
Paul Singer, attuale Segretario di “Economia Solidale del Brasile”, parla del fenomeno
dell'Economia Solidale, come , "un modo di produzione e distribuzione alternativo al
capitalismo, creato e ricreato periodicamente da quelli che si trovano, o temono di rimanere,
emarginati dal mercato di lavoro" (Singer, 2000).
Per José L. Coraggio, deve interpretarsi in chiave di "economia" del lavoro, orientata "verso la
riproduzione ampliata della vita di tutti i lavoratori", e ciò permetterebbe l'inclusione di
diverse forme di organizzazione : cooperative, reti solidali, gruppi di mutuo aiuto,
associazioni sindacali, comitati di quartiere, microimprese in rete o senza rete, etc. (Coraggio,
2004).
Noi stessi, finalmente, abbiamo preferito richiamare l'insieme di queste esperienze, come
imprese di di socioeconomía solidale, facendo particolare riferimento all'impronta che i
valori e le norme sociali di questi gruppi popolari hanno le proprie particolari forme di fare
economia (Guerra, 2001).
Insieme all'espansione di questo fenomeno è stata osservata anche, la presenza significativa
di una quantità molto importante di imprese economiche di limitate dimensioni,
fondamentalmente a proprietà e gestione familiare. La denominazione di queste imprese non
è facilmente condivisa infatti l'espressione di "microempresa" rende conto delle piccole unità
di produzione e commercializzazione, ma si scontra con l'impronta culturale dei suoi
promotori. Come ben segnala Razeto, queste unità produttiva preferivano chiamarsi con
7
altre espressioni come la "mia officina", il "mio lavoro", il "mio mestiere" o il "mio posto di
lavoro" (Razeto 1994).
In ogni caso, le officine e le piccole unità di produzione e commercializzazione, come le
cooperative ed i gruppi associativi di produzione sono effettivamente "unità di gestione che
utilizzano autonomamente un insieme di fattori economici e compiono le funzioni di
produzione, commercializzazione, amministrazione, etc." (Razeto 1994).
L'economia solidale in Uruguay, intesa come quel settore di carattere associativo che
coinvolge dalle cooperative fino a comunità di lavoro, associazioni di produttori ed piccole
imprese familiari che spingono forme solidali di produzione, distribuzione,
commercializzazione, risparmio e consumo, ha avuto negli ultimi anni un'importante
espansione grazie all'azione di diversi collettivi di lavoro.
Oltre all'azione già tradizionale nell'Uruguay, del movimento cooperativo concentrato
intorno a Cudecoop, si è aggiunta l'azione dell'Università della Repubblica (costituendo una
Rete Accademica di Associativismo) Cooperativismo ed Economia Solidale, installando
progetti di orti comunitari, proponendo eventi di divulgazione e ricerche su questi temi ecc.;
Inoltre da qualche anno si è attivato uno Spazio di Economia Solidale (composto da diverse
imprese ed organizzazioni promotrici dell'economia solidale) che organizza tutti gli anni una
Fiera di Economia Solidale a Montevideo, ecc.. Poi è nato il Commercio Justo Uruguay, che
sostiene le idee del commercio equo e del consumo responsabile, organizzando piccoli
produttori e cooperative per la commercializzazione, ed ultimamente si è aggiunta l'azione da
parte delle politiche pubbliche a livello locale, ed in minore misura anche a livello nazionale.
Tale dinamismo in materia di collettivi, è servito per posizionare meglio alcuni temi rilevanti
come l'economia solidale, il commercio equo, il consumo responsabile, la produzione
organica, etc. è servito inoltre, per organizzare meglio quelle realtà che aspirano ad
un'economia più giusta ed umana. Infine, in questo ultimo anno, si è costituito nel
dipartimento di Canelones un Consiglio Consultivo Municipale sull’ Economia Solidale, ed a
livello nazionale si sono realizzati eventi, come la celebrazione del Giorno Internazionale Del
Cooperativismo, promosso da tutti gli attori pubblici e privati del settore.
Nonostante tale dinamismo, alcuni aspetti continuano ad essere problematici per il
consolidamento delle imprese di economia popolare solidale. Tra questi la scarsa possibilità
di commercializzazione: tutte le imprese solidali hanno buona capacità di produzione, ma in
generale hanno scarsa possibilità/capacità di trovare accesso nei mercati locali o regionali.
Giustamente uno degli obiettivi principali di questo progetto è contribuire alla sostenibilità
socioeconomica di queste imprese di economia solidale, potenziando l'aspetto della
commercializzazione, per mezzo delle Botteghe del Commercio Equo e di Produzione
Solidale e del centro di Turismo Responsabile che permettano di unire il consumo
responsabile, (la domanda), con la produzione solidale, (l’offerta) nella cornice di
un'esperienza inedita di cogestione tra gli attori pubblici, Intendenza di Canelones e
Montevideo, ed attori del privato sociale, come Commercio equo Uruguay, Retos al Sur ed
Espacio de Economia Solidale (EES).
8
Problemi sui quali il progetto si propone di intervenire
Le attività previste nel progetto tendono ad espandere l’area dell’economia solidale, a
moltiplicare gli scambi di esperienze nate in cultura diverse, ad aumentare le possibilità di
occupazione, a stimolare l’emersione del lavoro nelle economie informali e popolari, a ridurre
i tassi di sfruttamento delle persone in condizioni di marginalità sociale, delle risorse naturali
attraverso filiere produttive e commerciali fortemente etiche. In particola modo intende
facilitare le difficoltà di commercializzazione e diffusione di prodotti che seguono un
processo economico alternativo al modello dominante operando un sostegno diretto allo
sbocco nel mercato locale di questi produttori. Altro problema su cui si intende agire è
costituito dalla possibilità di incrementare forme di turismo responsabile, cioè che non
danneggia le attrazioni turistiche e l’ambiente naturale e favorisce invece contatti reali con le
popolazioni locali.
Percorso che ha portato all’identificazione dell’idea di progetto
L’ispirazione iniziale del progetto congiunto tra esperienze italiane e uruguayane risale ad
alcuni incontri tra esperti provenienti dai due paesi che si ponevano l’obiettivo di
sperimentare nuovi meccanismi di cooperazione che mettessero al centro i bisogni profondi e
reali delle comunità locali e permettessero di costruire modalità di produzione e di
commercio più solidali. Questi rapporti interpersonali sono stati rafforzati da alcuni viaggi
che hanno portato a delineare obiettivi comuni e una strategia condivisa, fuori dalle logiche
neocoloniali e in una prospettiva di relazioni e scambi tra comunità e società civili locali sul
piano di una pariteticità profondamente vissuta. Gli schemi di progetto sono stati più volte
discussi e sottoposti ad esperti locali che animavano le reti di economia alternativa nei paesi
coinvolti, tanto che l’attuazione del progetto dovrebbe suscitare un particolare interesse in
sedi anche distanti.
9
STRATEGIA D’INTERVENTO
Obiettivi generali






Promuovere il commercio equo e solidale in Uruguay e nei paesi vicini
Promuovere il turismo responsabile in Uruguay, Argentina e Brasile
Diffondere i principi e i criteri del consumo critico e responsabile in Uruguay
Promuovere l’impegno di associazioni, gruppi di base e persone sulle tematiche
dell’economia internazionale e sul ruolo dei consumatori
Proporre agli Enti Locali iniziative di promozione e di sostegno del commercio equo e
solidale e di turismo responsabile, intesi come forma essenziale di partecipazione dei
cittadini
Partecipare attivamente alle reti internazionali di economia solidale
Obiettivi specifici












Creare Botteghe del Commercio equo e solidale e sostenere in esse l’occupazione
remunerata, di apprendistato e volontaria
Adottare metodi di autogestione nella conduzione di tutte le attività;
Organizzare scambi commerciali a condizioni eque e paritetiche tra produttori e
consumatori locali e tra paesi vicini
Promuovere e commercializzare i prodotti e i servizi realizzati dalle realtà di economia
solidale associative e cooperative e dalle piccole unità familiari che adottano i principi
del commercio equo nei dipartimenti di Canelones e Montevideo
Promuovere valori alternativi in materia economica: consumo responsabile,
produzioni ecologiche, finanze etiche, microcredito, esperienze di riciclaggio e di uso
di energie alternative, ecc.
Sostenere le politiche pubbliche in grado di promuovere le economie solidali,
stimolando forme innovative di rapporti tra pubblico e privato
Organizzare iniziative di sensibilizzazione e di formazione qualificata sul consumo
critico ed equo e solidale
Moltiplicare l’offerta di turismo responsabile all’interno del Mercosur, studiando ed
organizzando esperienze di viaggio anche con partecipanti stranieri
Realizzare un programma di pubblicazioni e di materiali didattici sui temi indicati e
creazione di un portale internet sull’economia alternativa,
Contribuire al lancio e alla attuazione di “campagne” specifiche per la
sensibilizzazione nel mondo della scuola e dell’università e in zone dove è auspicabile
l’espansione di modelli alternativi di consumo
Partecipare ai Tavoli e alle Feste di economia solidale, collegati ad Enti locali
Creare uno scambio tra culture diverse sulla creazione di “distretti di economia
solidale”
10
Risultati attesi, indicatori e fonti di verifica (corrispondenti agli obiettivi specifici sopra
indicati)
Obiettivo
Risultati Attesi
Indicatori di Valutazione
Fonti di Verifica
n.
1.
Creazione di due
Botteghe
2.
Creazione del
centro sul
Turismo
Responsabile
Corsi di
Formazione
3.
4.
5
Andamento del fatturato e
ampliamento dei fruitori
continuativi
Numero richiedenti
informazioni e numero
partecipanti ai viaggi
Bilanci fatture e relazioni
economiche
Partecipanti e valutazioni su
efficacia formazione
Questionari di entrata e
uscita, schede di valutazione
dei docenti e dei partecipanti
Articoli e materiale
pubblicitario prodotto
Numero di accessi ai siti e
mail ricevute
Documentazione delle
associazioni e della
previdenza sociale
Campagne di
Partecipanti alle iniziative
sensibilizzazione e pubbliche e documentazioni
informazione
elaborate
Creazione di posti
di lavoro interni
ed esterni alle reti
Numero delle assunzioni
numero degli apprendisti
Beneficiari del progetto
Diretti
6 Personale assunte a tempo pieno o parziale
Circa un centinaio di microimprese
di produttori locali ( più di 600 persone) che
avranno garantito lo sbocco dei loro prodotti.
40 Apprendisti e stagisti coinvolti
100 Volontari
Registri sui contatti e
versamenti per la
partecipazione ai viaggi
Indiretti
Famiglie dei produttori coinvolti nella
filiera etica.
Consumatori che adottano prodotti
biologici e solidali
Partecipanti ai viaggi di turismo
responsabile
REALIZZAZIONE DEL PROGETTO
Durata del progetto n. 2 anni
Si prevede che il progetto abbia inizio alla fine del 2006 e termini le azioni di start up entro il
2007. Gli accordi di collaborazione con gli enti locali e le reti di economia solidale sono già
operativi e si muovono in una prospettiva triennale di implementazione progettuale.
11
Descrizione delle attività
n.
Descrizione attività
Durata Prevista (n.
settimane)
Partner coinvolti (Proponente compreso)
1.
Individuazione Spazi per le l due botteghe
8
Commercio Justo Uruguay
Rete Canaria e Rete Montevideo
2.
Allestimento e acquisto attrezzature delle
due botteghe
12
Commercio Justo
5
Rete Canaria e Rete Montevideo
Comune di Montevideo e Cannelones
Retos al Sur
3.
Allestimento e acquisto materiali per centro
turismo responsabile
Reorient
4.
Formazione del personale e dei volontari
coinvolti nelle Botteghe
8
Commercio Justo
Formin
Reorient
5.
Formazione accompagnatori e personale del
centro turismo responsabile
8
Retos al Sur
Reorient
6.
Preparazione ed avvio campagna di
sensibilizzazione sul commercio equo
24
7.
Preparazione ed avvio campagna
sensibilizzazione sul consumo critico
24
Commercio Justo Uruguay
Rete Canaria e Rete Montevideo
Comune di Montevideo e Cannelones
Formin
Reorient
Commercio Justo Uruguay
Rete Canaria e Rete Montevideo
Comune di Montevideo e Cannelones
Formin
Reorient
8.
Preparazione ed avvio campagna di
sensibilizzazione sul turismo responsabile
24
Retos al Sur
Comune di Montevideo e Cannelones
Reorient
9.
Preparazione del materiali per le campagne,
di pubblicazioni e del sito internet
16
Commercio Justo Uruguay Rete
Canaria e Rete Montevideo Retos al
Sur Reorient Formin Terre Madri
10.
Seminario tra i partner e le reti
8
Commercio Justo Uruguay Rete
Canaria e Rete Montevideo Retos al
Sur Reorient Formin Terre Madri
Comune di Montevideo di Cannelones
12
IL PARTENARIATO ED I SUOI MECCANISMI
STRUTTURA DEL PARTENARIATO
Nome Partner
Ass. Reorient
Formin
Terre Madri
Commercio Justo
Uruguay
Espacio Economia
Solidaria di Montevideo
e Cannellones
Ass Retos al Sur
Partners Locali Italiani e Uruguayani
Indirizzo
Telefono
Vicolo dello
Scavolino 61
Roma
via Tibullo 11
Roma
Viale Austria 1
Cond. SAMI
Frosinone.
Avda. Uruguay 917
SORIANO 1461.
MONTEVIDEO.
URUGUAY
e-mail
Tel / fax
+39.06.553814
75
0668136437
[email protected]
679350066
[email protected]
Tel.: (598 2)
902 1449
[email protected]
598-2-4194314
598-99-910757
Dirección Perez
Castellano 1424
MontevideoUruguay
Partners Istituzionali Italiani e Uruguayani
Nome Partner
Riferimento
Comune di Montevideo
(Uruguay) Dipartimento
di Cannelones
(Uruguay)
Dr. Pablo Guerra
Sociólogo
Presidente Comisión
Economía Solidaria y
Mypes
Comuna Canaria
Regione Lazio
Ass Alle Politiche
dell’Ambiente e alla
Cooperazione tra i
Popoli
(00598)
2 916 52 87
Telefono
[email protected]
[email protected]
[email protected]
e-mail
[email protected]
13
Provincia di Frosinone
Ufficio Cooperazione
Internazionale
Comune di Roma
Ass Politiche
Autopromozione Sociale
ReOrient – Amici di Xa Me (ONLUS)
L’associazione proponente, capofila dell’intero progetto, è “Reorient Onlus”, attiva da più di dieci
anni nel campo della cooperazione internazionale solidale e dell’educazione alla pace e alla
mondialità svolgendo attività di progettazione e attuazione di programmi di sensibilizzazione e
formazione su questi temi; gestisce inoltre una Bottega del Commercio Equo e Solidale e due
sportelli di Turismo Responsabile. Partecipa al Tavolo dell’Altra Economia di Roma e alla
creazione, in collaborazione con il Comune di Roma, della Città dell’Altra Economia, che sarà
operativa all’inizio del 2007.
La nostra organizzazione nasce per promuovere e realizzare un attività di cooperazione e dialogo
interculturale con i paesi più poveri del sud del mondo. Per questo oltre alla realizzazione di
progetti specifici in diverse aree del Sud del Mondo (Vietnam, Sri Lanka,
Afghanistan.Rep.Domenicana,Uruguay e Argentina) ha da sempre dedicato uno spazio centrale
della sua “missione” alle attività di educazione alla mondialità e allo scambio interculturale,
mediante iniziative di studio, di sensibilizzazione e di mobilitazione sui temi dell’economia
solidale, del consumo critico e per un economia di pace, sostenendo una profonda critica
all’attuale modello di politica economica internazionale incentrato sullo sfruttamento e sulla
depredazione di risorse di ogni tipo, nei confronti di gran parte dei Pvs nel Sud del mondo.
Tutto questo lavoro ha come obbiettivo quello di "ri-orientare" l’attenzione dell’’Occidente
globalizzato” verso una cooperazione tra i popoli che cambi approccio , abbandonando quelle
forme di neo-colonialismo etico e ripensando ad un rapporto solidale basato su valori che
rimettano al centro l’uomo e la sua dignità . Partendo da questa analisi, nasce la necessità di
diffondere i principi dell’economia solidale e del consumo critico come proposta
alternativa/integrativa agli attuali interventi per lo sviluppo. Il concetto di consumo critico e
responsabile comporta una mutazione più avvertita e corretta dell'atteggiamento del
consumatore nei confronti degli acquisti, che tenga seriamente in considerazione i rischi di danni
alla salute derivanti da un singolo prodotto o dei danni ambientali/sociali derivanti da
metodologie di produzione orientate alla massima e continuativa realizzazione di prodotti senza
alcuna preoccupazione se non quella del profitto.
14
FORMIN, Centro di Formazione
La terza organizzazione italiana del progetto è FORMIN, Centro di Formazione Internazionale,
consorzio di Roma formato da cinque organismi (ARCI, Caritas, Archivio Immigrazione, ASAL e
Laboratorio di Iniziative e Formazione) creato nel 1999 per moltiplicare le esperienze di
formazione sui temi di economia internazionale e di cooperazione allo sviluppo, oltre che per
diffondere tematiche innovative come l’economia solidale e il consumo critico e responsabile.
Ha realizzato oltre 50 corsi di formazione e numerosi progetti finanziati dal Ministero degli Affari
Esteri sui temi dei diritti umani e della pace. Organizza corsi e seminari sulle tecniche e i
contenuti della comunicazione alternativa e sulle didattiche di aula. Partecipa al Tavolo dell’Altra
Economia e al Forum della Provincia di Roma sui diritti umani e la pace.
Associazione Terre Madri
Collabora al progetto l’Associazione “Terre Madri” di Frosinone, Terre Madri è una
organizzazione non governativa (ONG) di cooperazione internazionale ed educazione allo
sviluppo nata all’inizio del 2004 da persone impegnate nel mondo della solidarietà e dello
scambio tra i popoli.
I principi ispiratori sono basati su un’analisi critica dell’attuale modello socioeconomico visto
nella sua ampiezza planetaria e che vede una ristretta e fortunata minoranza che controlla la
quasi totalità delle ricchezze e le decisioni politiche, mentre la gran parte delle bambine, bambini,
donne e uomini vivono in situazioni di povertà e in assenza dei basilari diritti umani,
dell’istruzione e del sostegno sociosanitario. La nostra associazione opera con la convinzione che
il mondo è migliorabile attraverso una reale collaborazione tra gruppi, valorizzando i patrimoni
di conoscenza e le forme organizzative di tutte le culture e creando ponti tra i popoli.
Nello statuto della ONG si ricorda il cittadino cosmopolita Alex Langer, per la sua dedizione a
favore di una cultura di cooperazione tra i popoli, ecologista, di pace.
Terre Madri ha gruppi attivi a Roma e Frosinone e due piccoli nuclei in provincia di Teramo e a
Ciampino. Sostiene già dei progetti in America Latina e in Africa, grazie al legame di lunga data
di alcuni soci con le realtà dei paesi in cui si interviene, e promuove attività di sensibilizzazione in
Italia, presso istituti scolastici e attraverso seminari, incontri, campagne e progetti di
comunicazione.
I partners in Uruguay sono:
Associacion Comercio Justo Uruguay
Il processo di costituzione dell’Associacion Comercio Justo Uruguay inizia nel 2002, in periodo di
crisi. La CUDECOOP stava sviluppando il programma chiamato “Spazi Orizzontali Locali”e i
tecnici ricevevano continuamente richieste di intervento da parte di cooperative con difficoltà di
gestione e di commercializzazione. E insieme si ricevevano proteste da parte di gruppi di persone
interessate a creare delle cooperative di produzione e di servizi per soddisfare le loro necessità di
un lavoro e di un salario. In questa situazione si decise di avviare il processo costitutivo di
Comercio Justo Uruguay, terminato nel dicembre 2003 con la creazione della associazione.
Organizzazione civile senza fini di lucro, ha come scopo la promozione dei prodotti dei piccoli
produttori e degli artigiani uruguayani sui mercati nazionali e internazionali.
15
Per realizzare questo obiettivo si dedica stimolare le relazioni e gli schemi di commercializzazione
che permettano una adeguata distribuzione di questi prodotti. Come fattore chiave per
conseguire una commercializzazione giusta, ricerca rapporti solidali tra produttori e consumatori,
attraverso la coscientizzazione loro e più in generale di tutta la società.
Sono associati:
CUDECOOP, Confederacion Uruguaya de Entitades Cooperativas COFAC, Cooperativa Nacional de
Ahorro y Credito FUCAC, Federacion Uruguaya de Ahorro y Credito FCPU, Federacion de Cooperativas
de Production del Uruguay FUCVAM, Federacion Uruguaya de Cooperativas de Viviendas por Ayuda
Mutua CAF, Cooperativas Agrarias Federadas
FILEF, Cooperativa Agraria Lavoratori Emigranti e Famiglie CALCAR, Cooperativa Agraria de
Responsabilidad Limitada de Carmelo CCI, Circulo Comunitario de Intercambio
Asociacion Civil “El Chaja” Cooperativa TIENDA DEL SUR
Ass Civil Retos al Sur
Red de Economia y Trabajo Solidario en el Cono Sur. Esta Questa organizzazione ha lo scopo
di promuovere, sostenere e realizzare esperienze di economia solidaria Sud – Sud e in alcuni casi
Sud – Nord.
Si pone nell’ottica di contrastare i fenomeni
negativi prodotti
dalla
Globalizzazione, attraverso un approccio alla Mondializzazione che meta al centro il rispetto per
la diversità culturale e l’incontro fra i popoli dal mondo. Nacque a Montevideo- Uruguay, frutto
del ricco scambio con le reti italiane di economia solidaria, e l’associazione Re-Orient.
L’ iniziativa è promossa da operatori sociali, studiosi, ambientalisti, artisti, che si sono ritrovati
nell’idea di agire un profondo cambiamento sociale nella realtà uruguaya, continuamente
soggetta a tensione e conflitti sociali generate dal attuale modello di sviluppo.
La metodologia è quella di promuovere una azione sul territorio che favorisca dal basso la
creazione de reti tematiche capaci di incidere sui problemi e le necessità reali che colpiscono
questo paese. La nostra sede è situata all’interno di una antica casa recuperata in un quartiere
storico da Montevideo, “La Ciudada Vieja”, dove sarà possibile avere uno spazio di incontro e di
scambio su queste tematiche aperto alla città.
La Posada al Sur sarà sede del Progetto di Turismo Responsabile promosso con l’Associazione
Retos al Sur, per l’accoglienza dei turisti che hanno il desiderio di conoscere e condividere con le
comunità locali, itinerari, circuiti e passeggiate alla scoperta delle innumerevoli ricchezze
culturali e naturali che compongono il patrimonio dell’Uruguay.
Espacio Economia Solidaria di Montevideo
Lo Spazio di Economia Solidale è composto da diverse organizzazioni promotrici
dell'economia solidale nella città di Montevideo ed è un nato gruppo di lavoro nato con l’idea
di costituire un coordinamento stabile di realtà di economia solidale , fissando assieme criteri
modalità e principi di lavoro cercando di avvicinare le istituzioni locali alle iniziative che dal
basso propongono modalità alternative di produzione, consumo, risparmio e lavoro.
L’espacio organizza attività informative, di studio e scambio di esperienze e di formazione e
soprattutto promuove ogni anno un evento detto “Feria dell’economia solidaria di
Montevideo “ ossia uno spazio aperto al pubblico dove si tengono incontri dibattiti e si
mostrano le attività realizzate dai produttori dell’economia solidaria. Fano stabilmente parte
16
di questo coordinamento : Gurises Unidos,Grameen Uruguay,Iglesia Anglicana,IPRU,APODU,
Asociacion de Productores Organicos del Uruguay,GACPADU, Grupo de Amigos Consumidores de
Productos Agroecologicos del Uruguay,Idas y Vueltas,REPEM,Caritas Uruguaya, Rompiendo
Barreras (Rompendo le barriere)AMME,AUDA,RED COOP,Multiversidad Franciscana de America
Latina.
Referente Gerardo Ernesto Monteverde – Espacio de Socioeconomía Solidaria – [email protected]:(0598)99910757
Espacio Economia Solidaria di Canelones
Lo Spazio di Economia Solidale di Canelones nasce qualche anno fa grazie alla spinta della
Commissione di Economia Solidale di Canelones ed è composto da diverse organizzazioni
promotrici dell'economia solidale nel dipartimento di Canelones . Ne fanno parte più di 80
realtà con il tentativo di coordinare le iniziative dell’ economia solidale in quell’area.
L’espacio ha organizzato per la prima volta questo anno una “Feria” ad Atlantide città del
dipartimento, raccogliendo da tutte le zone del Mercosur realtà che operano nell’economia
solidale.
Le istituzioni locali coinvolte:
Municipalità di Montevideo e di Canelones
Attualmente, sia l’Intendencia di Canelones che quella di Montevideo si sono dichiarate
molto pronte a favorire la realizzazione del progetto. In particolare la Commissione di
Economia Solidale di Canelones coordinata dal Prof Pablo Guerra si è impegnata a far fronte
al coordinamento delle due istituzioni che assicureranno alcune spese ordinarie per l’avvio
delle Botteghe (acqua, luce, cancelleria, telefono, vigilanza, ecc.) nonché a facilitare la logistica
e il trasferimento dei prodotti da ogni parte del paese e dal dipartimento alla sede delle
Botteghe.
E’ anche in corso la individuazione dei locali più adatti. Nel dipartimento di Canelones la
ricerca è stata effettuata nella città più popolosa, Ciudad de La Costa, e per una prima
localizzazione nella Avenida Giannattasio, con una ottima esposizione, sono in corso le
trattative. A Montevideo la zona prescelta è quella intorno alla via 18 di luglio, molto centrale
e frequentata.
Le due Amministrazioni locali, sempre attraverso le rispettive commissioni per l’economia
solidale e le piccole e medie imprese, si sono impegnate a canalizzare verso le Botteghe le
produzioni effettuate nei loro territori dalle realtà di economia solidale, associativa e
cooperativa, così come quelle delle piccole unità familiari agricole e artigianali che
garantiscano di rispettare i principi del commercio equo e solidale. Sono invece allo studio le
possibilità di effettuare presso le Botteghe parte degli acquisti degli enti locali (alimenti per le
mense, prodotti per la ristorazione all’interno degli uffici pubblici, prodotti ecologici per le
pulizie, ecc.).
17
Istituzioni italiane coinvolte
Provincia di Frosinone
UFFICIO SERVIZIO CIVILE E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
L’ufficio cooperazione internazionale ha da poco costituito un Tavolo di coordinamento
provinciale sui temi della cooperazione e dell’Altreconomia ( ne fa parte stabilmente Terre
Madri). Questo nell’ottica di rafforzare le sinergie con le realtà romane nell’intento di
realizzare la creazione del Distretto di altraeconomia adeguato alle caratteristiche, alle
esigenze ed alla recettività del territorio provinciale. Tutte le azioni compresa quella del
sostegno al progetto di cooperazione internazionale Ecosol, sono da sviluppare in stretta
collaborazione con la realtà romana, che permetterebbe (considerata anche la contiguità
territoriale), la realizzazione di una filiera Provincia di Roma – Provincia di Frosinone.
PROVINCIA DI FROSINONE
ccp n. 13197033 P.zza Gramsci,13 - 03100 Frosinone cod. fisc. 01 633 570 609 tel.07752191 –
Web: www.provincia.fr.it
e.mail: [email protected]
Comune di Roma
Assessorato alle Politiche per le Periferie, per lo Sviluppo Locale, per il Lavoro
Dipartimento XIX - Recupero e Sviluppo delle periferie
V Unità Organizzativa - Autopromozione Sociale
Questa parte dell’amministrazione comunale promuove la nascita e il consolidamento di
nuove iniziative economiche per la riqualificazione ambientale e sociale del territorio di
Roma. Secondo un approccio che coniuga interventi urbanistici e sviluppo della piccola
imprenditoria, finanzia progetti di impresa volti alla creazione di nuova occupazione nelle
aree periferiche della città, con un'attenzione particolare verso quelle attività economiche ad
alto contenuto qualitativo e innovativo: commercio equo e solidale, artigianato, filiera del
biologico ecc. Sin dall’inizio ha seguito le attività del Tavolo dell’Altreconomia a Roma e sta
lavorando fattivamente per la realizzazione della città dell’Altreconomia. Per questo è
interessata a promuovere le attività indicate nel progetto e creare in futuro una possibile
azione di gemellaggio tra le istituzioni coinvolte sui temi dell’ “Altreconomia”
Funzionamento del partenariato (meccanismi di coordinamento e monitoraggio)
L’intero progetto è stato concepito nell’ambito di reti di economia solidale operanti in Uruguay e
18
in Italia e in fase di attuazione diventerà la dimostrazione pratica della fattibilità di iniziative
frutto di una collaborazione intensa tra esperienze con caratteristiche diverse ma che si ispirano a
principi analoghi. Inoltre le attività economiche e le campagne di sensibilizzazione previste
dovrebbero svolgere un ruolo prezioso di ampliamento della parte di società civile impegnata sui
temi dell’economia solidale e di moltiplicazione degli scambi di esperienze tra i partecipanti alle
diverse reti coinvolte. In questo quadro le esperienze del Comune di Roma con la Città e il Tavolo
dell’Altra Economia e della Regione Lazio per i Distretti di Economia Solidale costituiranno
insieme una maggior conoscenza di queste iniziative anche a scala internazionale e una
alimentazione preziosa sui contenuti e le direzioni che intende adottare l’economia alternativa e
solidale nei prossimi anni.
Principi e metodologie
In tutte le attività previste dal progetto dovranno essere rispettati i principi e i criteri operativi
previsti, ormai a livello internazionale, dal commercio equo e solidale e dal turismo
responsabile.
Più in particolare, per il primo dovranno essere applicati la Carta dei Principi del Commercio
Equo e Solidale, per il secondo la Carta del Turismo e il Codice del Turista approvati nel 1985,
la Carta sull’Etica del Turismo approvata nel 1992, la Carta del Turismo Sostenibile OMT del
1995 e il Codice Etico del Turismo OMT del 1999. Più in generale, dovranno essere conosciute
da produttori, Botteghe e turisti le indicazioni contenute nella Carta dei Principi dell’Altra
Economia del 2004 e le indicazioni diffuse da TransFair. Farà parte del lavoro informativo e
formativo svolto dalle Botteghe la diffusione delle principali esperienze di economia solidale
e alternativa in corso in Olanda, Svizzera, Cile, Bolivia, Italia, ecc.
Tra coloro che si impegneranno attivamente all’interno delle Botteghe saranno sperimentati il
metodo del consenso per raggiungere le decisioni, logiche non profit nella fissazione dei
prezzi e nelle pubblicità, criteri economici alternativi nella valutazione dei risultati di gestione
raggiunti, in modo da attribuire sempre una qualche priorità alle esigenze dei produttori e
dei consumatori.
Il rispetto dei principi e dei criteri operativi sopra indicati dovrebbe ridurre al minimo l’impatto
ambientale e sociale delle iniziative previste. Tuttavia, sarà opportuno dedicare alcuni incontri
durante il periodo di progetto a valutazioni non formali dei rischi di impatto anche indiretto delle
iniziative avviate. In particolare dovranno essere presi in considerazione:
 i rischi di impatto ambientale dei produttori con i quali si è in rapporto
 i rischi di impatto ambientale delle strutture di accoglienza del turismo responsabile
 l’impatto ambientale dei consumatori, dei clienti e dei partecipanti ai viaggi onde studiare
i modi per aumentare la loro sensibilità e per contribuire a modificare il loro approccio alle
risorse naturali
 l’impatto ambientale degli imballaggi e dei rifiuti derivanti dai prodotti venduti nelle
Botteghe
Durante tutto il periodo di progetto almeno una persona dovrà sistematicamente raccogliere
elementi di conoscenza sui tempi, le modalità di attuazione e le realizzazione delle iniziative
previste nel programma di attività. Ogni tre mesi dovranno essere organizzati degli incontri di
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tutti i partecipanti alle diverse iniziative, onde valutare lo stato di avanzamento delle attività
previste e valutare gli interventi necessari per accelerare o precisare le diverse iniziative.
Dopo sei mesi dall’inizio e al temine del progetto sarà redatto un rapporto che conterrà tutti gli
elementi utili per una valutazione della percentuale di attuazione dei diversi interventi e degli
ostacoli incontrati.
Rapporti con l’Italia e con paesi vicini
In relazione ai rapporti di amicizia e di scambio di esperienze con organizzazioni e reti
impegnate sulle stesse tematiche in altri paesi, sarà possibile ottenere significativi contributi
di conoscenze e di esperienze in termini assolutamente gratuiti e particolarmente preziosi da
alcuni paesi vicini, come il Brasile e l’Argentina, e dall’Italia fin dall’inizio del progetto,
mentre analoghi rapporti saranno ricercati durante tutto il periodo di progetto con altre
esperienze interessanti. In particolare il progetto potrà ricevere informazioni essenziali sulla
gestione e sul commercio da numerose altre Botteghe che da molti anni sono operative nei
paesi citati, potrà utilizzare le conoscenze di esperti stranieri sulle esperienze di economia
alternativa, potrà studiare singole esperienze particolarmente significative per il lavoro in
corso.
SOSTENIBILITÀ E DIFFUSIONE DEI RISULTATI DEL PROGETTO
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Nel suo complesso il progetto ha una durata almeno triennale che nel primo anno vede la
realizzazione e l’avvio operativo delle due botteghe del commercio equo e solidale e del
centro per il turismo responsabile, ma che saranno sostenuti dagli enti locali di Montevideo e
Canelones e dalle reti solidali anche nei successivi due anni, adeguando gli interventi alle
diverse esigenze che emergeranno non appena raggiunto il pieno funzionamento. Anche le
campagne previste saranno protratte o ripetute nei due anni successivi, utilizzando fra l’altro
i materiali informativi già elaborati, ampliando le fasce di popolazione destinatarie delle
azioni di sensibilizzazione e informazione. Vi è anche la possibilità piuttosto concreta che
alcune iniziative possano essere imitate negli altri paesi del Mercosur dalle organizzazioni
locali appartenenti alle reti latinoamericane.
In termini economici ed ambientali la filiera delle famiglie e delle cooperative di piccoli
produttori, ben definita nel progetto e destinata ad ampliarsi rapidamente, appare non solo
sostenibile (cioè conveniente in termini di rendimento economico e non dannosa per
l’ambiente) ma anzi capace di diventare un fattore di sostegno per intere aree agricole e per le
industrie di trasformazione e di conservazione dei prodotti alimentari.
L’apporto in termini sociali, di fatto la creazione di posti di lavoro e il mantenimento dei
livelli di autosufficienza, è stato già quantificato nel progetto, ma potrà realizzarsi anche nei
successivi due anni, tenendo conto degli effetti che sono stati registrati in esperienze analoghe
(Colombia, Brasile, centro nord dell’Italia, ecc.).
Infine la partecipazione, attiva e coinvolta, dei due enti locali uruguayani delinea delle
notevoli potenzialità per il futuro. Non appena saranno noti i primi risultati positivi del
progetto si può prevedere che altri enti locali, specie se appartenenti ad aree con alta
disoccupazione e precari livelli di povertà nelle campagne, chiedano di avviare iniziative
analoghe sui rispettivi territori. Al momento non si è in grado di prevedere interventi
istituzionali a livello dello Stato o delle organizzazioni internazionali del continente (ad
esempio una legge con misure di sostegno e incentivazione o dei finanziamenti qualificati su
progetti significativi), ma le reti non escludono certo di esercitare decise pressioni in questa
direzione, che potrebbero ottenere un ascolto maggiore se sostenute dai risultati concreti di
un progetto già funzionante.
21
Diffusione dei risultati
Il progetto prevede la elaborazione di materiali informativi e di pubblicazioni, nonché la
diffusione di informazioni su Internet, sia durante l’attuazione degli interventi che al termine
del periodo di progetto. Le attività di informazione saranno esercitate a vari livelli di
destinatari:
 Verso le popolazioni delle aree di intervento
 Verso le persone raggiunte dalle reti di solidarietà
 Dagli enti locali coinvolti a tutti gli altri enti locali tramite le associazioni istituzionali
 Attraverso stampa, radio e televisioni locali
 Attraverso i siti web sui quali saranno integralmente inseriti i materiali elaborati
 Al termine del progetto è prevista la elaborazione di un rapporto finale in almeno tre
lingue (spagnolo, brasiliano e italiano) da distribuire attraverso le reti internazionali
di economia solidale
 Tutte le organizzazioni partecipanti, inoltre, già dispongono di una rete di giornalisti
ed esperti specializzati ai quali affidare interviste e interventi nei seminari e convegni
anche internazionali
22
I. PARTE FINANZIARIA
36. SPECIFICA DELLE VOCI DI SPESA PER ATTIVITÀ (compilare per ogni annualità del progetto) ANNO : 200_
Spese per ogni attività
del progetto
Botteghe
Affitti e mutui
Centro Turismo
Resp Affitto
Allestimento
Botteghe
Allestimento
Centro Turismo
Resp
Gestione
Botteghe
(salari e Utenze,)
Gestione Centro
Turismo Resp
(salari e utenze)
PROPONENTE
PARTNERS LOCALI
PARTNER
Reg./NAZ./INT.
Contanti
Contanti
Valoriz.
Contanti
3000
5.000
Valoriz.
€
€
4000
Contanti
ALTRI
FINANZIATORI
Contanti
Valoriz.
TOTALE
Contanti
Valoriz.
Generale
10. 000
22.000
6.000
6.000
€
€
Valoriz.
REGIONE
Lazio
3000
3.000
4.000
7.000
1.000
€
5.000
5.000
12.0000
26.000
3.000
7.000
10.000
20.000
5.000
11.000
€
3.000
3000
€
3.000
3.000
3000
5.000
14.000
18.000
19.000
45.000
106.000
Formazione e
campagne
Totale spese
attività
9.000
6.000
9.000
Spese generali e
amministrative
(max 5% del totale)
Spese per
informazione e
documentazione
(max 5% del totale)
€
2.500
€
2.500
TOTALE
€
50.000
111.000
**
23
Compiti e responsabilità dei Partner coinvolti nel Progetto
Partner coinvolti
(Proponente incluso)
Compiti e responsabilità
Risorse
Risorse
Umane
strumentali
Dati strutturali
sulle Botteghe,
programmi di
viaggio,
documentazione
sulle esperienze
di economia
solidale
Archivio corsi di
formazione e
campagne di
informazione
Reorient Onlus
Coordinamento attività italiane;
fornire esperienze italiane relative alle
Botteghe e al turismo responsabile;
stabilire collegamenti con Regione Lazio,
Tavolo e Città dell’Altra Economia, distretti di
economia solidale
1 persona
Formin
Fornire schemi di corsi di formazione,
materiali didattici ed esperti
1 persona
Terre Madri
Diffusione attività del progetto nella realtà di
Frosinone; preparazione di corsi di formazione
e informazione sul tema del commercio equo
in Italia;
Coordinamento attività in Uruguay;
creazione e avvio Botteghe;
contatti con produttori e reti solidali;
impostazione campagne;
impostazione materiali e pubblicazioni
Gestione delle attività del centro di Turismo
Responsabile ; promozione di corsi di
formazione e informazione sul tema;
organizzazioni viaggi e verifica criteri di
compatibilità delle comunità locali;
1 persona
Comercio Justo
Uruguay
Retos al Sur
4 persone
Assistenza per le
forniture e
sostegno per i
contatti
2 persone
Assistenza per le
forniture e
sostegno per i
contatti
24
Intendencia di
Montevideo
Sostenere la creazione e l’avvio delle Botteghe,
il turismo responsabile le campagne e le
pubblicazioni
Segretario
della
Commissione
solidaria
Sedi, computer,
attrezzature ecc.
Intendencia di
Canelones
Sostenere la creazione e l’avvio delle Botteghe,
il turismo responsabile, le campagne e le
pubblicazioni
Segretario
della
Commissione
Solidaria
Sedi, computer,
attrezzature ecc.
Espacio Economia
Solidaria di
Cannellones
Partecipare all’avvio delle Botteghe, sostenere
il turismo responsabile, partecipare alle
campagne, alla organizzazione dei corsi e alla
elaborazione dei materiali
Responsabile
rapporti con le
reti
Sedi, computer,
indirizzari, ecc.
Espacio Economia
Solidaria di
Montevideo
Partecipare all’avvio delle Botteghe, sostenere
il turismo responsabile, partecipare alle
campagne, alla organizzazione dei
corsi e alla elaborazione dei materiali
Sostegno alle attività di promozione e
diffusione dei risultati del progetto;
Responsabile
rapporti con le
reti
Sedi, computer,
indirizzari, ecc.
Sostegno alle attività di promozione e
diffusione dei risultati del progetto;
Responsabile
settore
Autopromozio
ne sociale
Provincia di
Frosinone Ufficio
Cooperazione
Internazionale
Comune di Roma
Ass Sviluppo
Autopromozione
Sociale
Responsabile
settore Pace e
Cooperazione
25
Relazione dettagliata del Progetto
Il progetto prende corpo dopo la Feria Canaria di Economia Solidaria, svoltasi ad Atlantica
dal 5 al 7 gennaio 2006, che ha visto la partecipazione di oltre cento organizzazioni e
gruppi, provenienti da Uruguay, Argentina Brasile e Paraguay e da tempo impegnati nella
promozione e nella realizzazione di esperienze di economia solidale, la Commissione per
l’Economia Solidaria e le Piccole e Medie Imprese della Comuna Canaria (regione di
Canelones) ha elaborato i primi nove programmi di lavoro per il settore, da realizzare in
collaborazione con le organizzazioni e da avviare non appena approvato il nuovo bilancio.
E’ stato inoltre definito un primo documento di lavoro dove si propongono nuove attività
da svolgere nella Consulta di Economia Solidaria, prevista dal Regolamento del Consiglio
comunale approvato nel marzo 2006.
Tra le iniziative in programma era prevista la realizzazione di due Botteghe del
Commercio Equo e Solidale, che avranno le seguenti caratteristiche:
 Dovranno promuovere e commercializzare i prodotti realizzati dai diversi settori
di economia solidale del Dipartimento e del resto del Paese;
 Assumeranno una forma giuridica privata e sociale, dove saranno rappresentati gli
enti locali, le organizzazioni non governative del commercio equo, i rappresentanti
dei produttori locali;
 In una prima fase, per evitare eccessive immobilizzazioni di capitali per i
magazzini, potranno vendere con contratti in conto vendita; almeno una volta al
mese i produttori saranno chiamati per verificare la vendita dei loro prodotti e per
apportare nuove produzioni,
 Dovranno accantonare almeno il 10% delle entrate per creare un fondo comune
solidale; il reddito generato da questo fondo potrà essere utilizzato per spese
comuni e per reinvestimenti nelle Botteghe, sulla base di una metodologia di
valutazione e di lavoro partecipata e trasparente;
 I produttori solidali, il Comercio Justo e le altre organizzazioni che partecipano alle
Botteghe si impegnano a curare attentamente i rapporti con i consumatori e il
pubblico, nonché a stabilire collegamenti con altre iniziative di commercio equo e
solidale nella regione e nel resto del mondo, con l’obiettivo di rendere possibile la
commercializzazione extrafrontiere;
 I criteri di scelta dei prodotti, di fissazione dei prezzi, di localizzazione produttiva
e tutti i dettagli inerenti alla commercializzazione saranno definiti da una
commissione formata dai rappresentanti dell’Intendencia, dei produttori e di
Commercio Justo Uruguay;
 Le Botteghe saranno concepite anche come uno spazio ideale per diffondere le idee
di consumo critico e responsabile, di commercio equo e solidale e di produzione
sana e solidale.
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Piano delle attività dettagliato
A. Realizzazione Botteghe
Nel primo anno di attuazione del progetto sono previste le seguenti attività:
1. Individuazione e acquisizione, per acquisto o in affitto, dei locali delle due Botteghe
2. Acquisizione e installazione dell’arredamento interno (stigli, mobili, computer,
allestimento vetrine, servizi, ecc.)
3. Stabilire accordi con i produttori locali definendo qualità dei prodotti e condizioni
di acquisto e vendita
4. Attuare le relazioni già stabilite con gli enti locali per la canalizzazione dei prodotti
della regione, definendo le condizione di acquisto e di vendita
5. Stabilire la qualità degli imballaggi e le modalità di presentazione di ogni prodotto
6. Iniziare la elaborazione delle schede sull’origine dei prodotti e sulle caratteristiche
dei produttori e dei processi di produzione, sulla trasparenza della determinazione
del prezzo, sulle caratteristiche reali e i poteri nutritivi di ciascun prodotto
7. Definire gli orari di apertura, le retribuzioni, i rimborsi e i turni di presenza di
dipendenti e volontari
8. Definire un programma di massima sulle iniziative volte a far conoscere la presenza
e le caratteristiche delle Botteghe
9. Elaborare un testo informativo sulla storia di tutto il progetto
10. Stabilire contatti con radio e televisioni locali per informare in modo continuativo
sulle attività delle Botteghe
11. Individuare un esperto per la tenuta della contabilità economica e per la gestione
delle entrate ed uscite dei prodotti
12. Individuare luoghi ed occasioni per effettuare vendite dei prodotti anche fuori delle
Botteghe, onde aumentare fin dall’inizio l’ammontare complessivo delle vendite
(fiere, feste locali, attività parrocchiali, incontri politici, ecc.)
13. Individuare alcuni acquirenti particolari per vendite periodiche consistenti (mense,
bar, associazioni che svolgono attività sociali, comunità religiose e civili, ecc.)
14. Studiare ipotesi di piccolo catering (feste di bambini, feste scolastiche, ecc.)
15. Avviare i contatti per le vendite all’estero
16. Avviare i contatti con le reti anche estere di economia solidale
17. Avviare ricerche per individuare nuovi prodotti
18. Individuare formule associative e luoghi per creare almeno altre due Botteghe
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B. Promozione turismo responsabile
Il concetto di turismo responsabile nasce da una riflessione sull’espansione e la
mercificazione del turismo tradizionale, da un’analisi critica sulla monopolizzazione delle
ricchezze che produce e sulla perdita dello spirito del viaggiare visto come rispettoso
scambio culturale e scoperta di paesaggi e culture diverse dalla propria. L’Organizzazione
Mondiale del turismo (OMT) rileva che nel settore turistico lavorano, direttamente o
indirettamente, più di 250 milioni di persone, con un fatturato annuo di 510 miliardi di
dollari americani, cioè circa il 10% del prodotto interno lordo mondiale.
Tuttavia la distribuzione dei guadagni del turismo è poco equa….
Negli ultimi 15 anni questo tema è stato spesso al centro degli incontri internazionali degli
studiosi che difendono le culture, l’ambiente e il patrimonio artistico. Nel 1985 viene
redatta la carta del Turismo e il Codice del Turista. Nel 1992 la Carta sull’Etica del turismo
e dell’ambiente. Nel 1995 la Carta del Turismo Sostenibile OMT e nel 1999 il Codice Etico
del Turismo OMT.
Allo stesso tempo, in forma più generale, le reti di turismo Responsabile s’interfacciano
con le reti di Economia Alternativa e Solidale, che vedono questa forma di turismo come
uno degli strumenti da sviluppare per un cambiamento in direzione di un sistema
economico, sociale e culturale rispettoso dei diritti delle culture e dell’ambiente i modo
equo.
Alle discussioni teoriche si affiancano esperienze concrete che attraverso una serie di
iniziative —organizzazione di visite ai progetti di sviluppo locale, formazione di guide
turistiche del posto, realizzazione di infrastrutture da includere nel mercato turistico,
lavoro di educazione e sensibilizzazione sia nelle comunità di chi parte che in quelle che si
visitano— provano ad affrontare la tematica proponendo una nuova forma di fare turismo
rispettosa dell’ambiente e del patrimonio materiale e culturale dei popoli visitati. Così
nasce il concetto di Turismo Responsabile, Solidale, Sostenibile che si affianca a quello di
EcoTurismo, Turismo Culturale, ecc..
Esistono varie definizioni di Turismo Responsabile, da Turismo Solidale a Turismo
Alternativo o Culturale. Il maggior successo finora raggiunto è stato quello di creare nuovi
comportamenti nell’ambito del turismo e stimolare la nascita progetti di sviluppo locale
nelle comunità di accoglienza, così da ridistribuire la ricchezza prodotta dal settore.
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Centro per in Turismo Responsabile in Montevideo
Retos al Sur è un’associazione senza fini di lucro fondata a Montevideo, in Uruguay. Il
progetto di Turismo Responsabile che l’associazione ha promosso vuole stimolare la
costruzione teorica del concetto di turismo come sviluppo di una comunità. L’obiettivo
principale è la formazione di una rete di imprese turistiche sostenibili in Uruguay, che
servano a promuovere e a collaborare con le attività ed organizzazioni che mirino ad
umanizzare la globalizzazione attraverso la promozione e il rispetto della diversità
culturale e l’autonomia delle comunità locali.
Retos al Sur aderisce alla Rete Italiana di Turismo Responsabile, basando i suoi principi
sulla Carta del turismo Responsabile firmata a Verona nel 1997 nella quale viene proposto
un codice del turismo etico prima, durante e dopo il viaggio realizzato. Considerando le
nuove forme del turismo mondiale, si cerca si realizzare le connessioni che si basano su
studi che considerano, dal punto di vista antropologico ed economico, le potenzialità delle
comunità nel ricevere visitatori proponendo opzioni che siano sostenibili a livellu umano
ed ecologico e che allo stesso tempo concorrano a formare il reddito necessario a garantire
uno sviluppo autonomo.
Obiettivo generale: promuovere il turismo responsabile (con finalità sociali e sostenibili) in
Uruguay, nelle fasi di progettazione e realizzazione. Verificare la possibilità di integrare i
nuovi strumenti offerti dal turismo sostenibile, che esaltano lo sviluppo e il protagonismo
delle comunità locali in questo settore economico, attraverso lo studio delle condizioni
attuali del turismo nel paese.
Obiettivi specifici:
1) Costruire circuiti ed itinerari di turismo responsabile in Uruguay
2) Formare dei gruppi locali di promozione del turismo responsabile che vadano a
confluire in una rete uruguaya di turismo responsabile, al fine di favorire lo
scambio di informazioni sulle buone pratiche e la possibile stesura di una Carta
Uruguaya del turismo Responsabile.
3) Formare persone appartenenti alle comunità locali, preferibilmente ai settori
emarginati e a rischio di esclusione sociale, per svolgere il ruolo di professionisti,
tecnici, operatori turistici pubblici e privati esperti nella gestione di circuiti e
imprese turistiche locali che rispettino i principi di sostenibilità ambientale,
economica e sociale.
4) Sviluppare una strategia di diffusione e sensibilizzazione riguardo alle pratiche di
turismo responsabile in Uruguay, elaborando materiali adeguati e utilizzando le
nuove tecnologie TIC che possano dare una dimensione contemporaneamente
locale ed internazionale all’iniziativa, rivolta agli altri paesi del sudamerica (in
particolare quelli del Mercosur) e alle altre reti di turismo responsabile (in Italia,
francia, Spagna, Germania…).
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Azioni da intraprendere per l’avvio del Centro di Turismo Responsabile
1. Completare i lavori e la organizzazione interna ed esterna de “La Posada” a
Montevideo
2. Collaborare alla accoglienza dei viaggi già programmati
3. Contribuire alla definizione di nuovi percorsi e circuiti di accoglienza
4. Collaborare ad apprestare strutture di accoglienza (piccoli alberghi, B & B,
agriturismo, case private inserite nelle reti di scambio, punti di ristorazione, ecc.)
5. Contribuire alle analisi del territorio e delle risorse naturali e culturali esistenti sui
percorsi già definiti o in via di programmazione
6. Contribuire alla elaborazione di dossier di documentazione e di guide specializzate
per i percorsi individuati
7. Contribuire alla selezione di guide e accompagnatori e alla loro formazione
8. Organizzare corsi specializzati di formazione per i gestori e il personale dei luoghi
di accoglienza
9. Promuovere la conoscenza dei principi e delle caratteristiche del turismo
responsabile nei paesi e nelle zone di accoglienza
10. Promuovere i programmi di turismo responsabile nelle zone dove risiedono i
potenziali partecipanti e in alcune sedi con alte potenzialità di espressione di
partecipanti (università, associazioni di massa, sindacati, ecc.)
11. Organizzare sessioni di informazione e conoscenza per i gruppi in partenza
12. Intensificare i collegamenti tra il turismo responsabile e le altre forme di economia
solidale e alternativa (in particolare il consumo critico ed equo e solidale)
13. Partecipare alle fiere, alle feste e a tutte le manifestazioni dove i partecipanti
possono essere interessati al turismo responsabile; negli stand o gazebo deve esserci
personale con esperienza diretta di viaggi alternativi, in grado di fornire
informazioni di prima mano
14. Produrre mostre, video, raccolte di musica etnica, ecc. che permettano di
comprendere paesaggi e culture del turismo alternativo
15. Formare dei gruppi locali di promozione del turismo responsabile che vadano a
confluire in una rete uruguayana di turismo responsabile, al fine di favorire lo
scambio di informazioni sulle buone pratiche e la possibile stesura di una Carta
Uruguaya del turismo responsabile
16. Creazione di un portale del turismo responsabile in Uruguay, contenente itinerari e
circuiti
C. Attività di informazione e di formazione
1. Stabilire contatti più intensi sul piano dell’informazione reciproca e volta verso
l’esterno con tutte le organizzazioni in qualunque modo associate al progetto
2. Organizzare corsi di formazione per tutte le organizzazioni collegate al progetto
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3. Organizzare corsi informativi e di formazione sui temi del consumo equo e solidale
e del turismo responsabile, sul consumo critico e sull’economia alternativa e
solidale
4. Organizzare corsi di formazione per le persone addette alle Botteghe (conoscenza
dei prodotti, principi di contabilità e gestione merci, rapporti con i clienti, principi
di economia alternativa e solidale, ecc.)
5. Organizzare corsi di informazione per i clienti più assidui
6. Organizzare corsi di formazione per i giovani del quartiere
7. Organizzare iniziative di informazione per gli abitanti del quartiere
8. Organizzare conferenze stampa per giornalisti in occasione di eventi che possano
“fare notizia”
9. Organizzare presentazioni di libri sui temi attinenti al commercio equo e solidale e
il turismo responsabile
10. Organizzare incontri con esperti anche internazionali del lavoro svolto dalle
Botteghe e dal turismo responsabile
11. Organizzare laboratori di conoscenza sui cibi
12. Promuovere lavori teatrali, video e films sui temi relativi al consumo critico
Destinatari
A seconda delle tre linee di lavoro sopra individuate si possono distinguere varie categorie
di destinatari del progetto:
a) comunità urbane e rurali che si trovano in condizioni di marginalità sociale ed
economica, e che vivono al di sotto della soglia di povertà e con alti tassi di
disoccupazione
b) comunità isolate che dispongono di risorse naturali, artistiche e culturali che
possono interessare viaggi organizzati secondo le modalità e i principi del turismo
responsabile
c) fattorie, imprese agricole, cooperative di pescatori, artigiani e cooperative sociali
che possono condividere i principi delle reti di economia solidale
d) gruppi di giovani, professionisti o in via di formazione, che ricercano sbocchi
lavorativi nell’economia alternativa e solidale o nel turismo responsabile
e) studenti dei centri di formazione professionale o tecnica, che intendono qualificarsi
nelle attività di economia alternativa e solidale o nel turismo responsabile
f) giovani disoccupati, sottooccupati e privi di copertura della sicurezza sociale, che
intendono percorrere la via della qualificazione nell’ambito dell’economia
alternativa
g) persone in grado di svolgere in modo continuativo attività di volontariato, anche se
per poche ore al giorno o alla settimana
h) consumatori decisi a sostenere il commercio equo e solidale
i) consumatori favorevoli al consumo critico e responsabile per tutti i loro consumi
j) piccoli produttori che curano la qualità dei prodotti tipici locali e che sono orientati
verso le produzioni biologiche, biodinamiche, ecc.
k) persone interessate alle attività di economia alternativa e solidale, in quanto
tematica politicamente significativa nei confronti del sistema economico dominante
l) persone interessate a seguire le attività di informazione e di formazione e a
partecipare ai viaggi di turismo responsabile
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Personale impiegato locale
Nel periodo di progetto è prevedibile una occupazione di circa sei persone a pieno tempo,
mentre altre saranno occupate, specie nel periodo iniziale, a tempo parziale. In particolare
saranno impegnate:
 quattro persone per l’avvio e la gestione delle Botteghe
 due persone per la gestione del centro per il turismo responsabile
 una persona per i corsi di formazione e la elaborazione dei materiali informativi
 una persona per i contatti esterni e la ricerca delle localizzazioni di nuove Botteghe
Per ogni Bottega deve essere previsto un gruppo di almeno 15 volontari che si alternano
per la presenza nella sede e che devono essere accuratamente formati specie per i rapporti
con i clienti. Possono essere previsti degli stagisti o degli apprendisti a titolo semigratuito,
ai quali affidare compiti più specializzati
ReOrient – Amici di Xa Me (ONLUS)
Vicolo dello Scavolino, 61 – 00187 Roma Tel / fax +39.06.55381475
E-mail: [email protected]
Home Page: http://www.reorient.it
C.F.96275500583 P.IVA 05984271006
Allegati :
Lista di imprese sociali coinvolte nel progetto
Alcune indicazioni sull’Associazione Commercio Justo Uruguay
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