IV Tappa del cammino 2007/08
La Visitazione-La disponibilità
La Comunità, casa dove la vita si incontra e danza di gioia (Lc 1, 39-56)
Tre fondamentali linee di lettura di questo brano:
1 Mariologica cioè la lettura attraverso gli occhi di Maria; attraverso gli occhi di
Maria Vostra Comunità.
Vi chiamate Magnificat Dominum è esperienza mariana quindi è la tappa centrale
della vostra identità.
Questo brano del vangelo sia il segno di una lettura identificativa del vostro essere
comunità, fraternità.
2 L’oggetto dell’accoglienza e della disponibilità presente nel brano: Cristo
Signore quindi la relazione Cristologia.
La realtà che è motivo fondamentale del vostro esistere, del vostro essere.
Maria Identità. Cristo motivazione del vostro esistere, del vostro essere.
3 Pneumatologica, dello Spirito, però vista sotto tre dimensioni:
Epiclesi significa chiamare sopra, invocazione, lo Spirito che discende.
Anaclesi cioè della salita, lo Spirito non discende soltanto ma fa anche da ascensore,
ci fa salire, è voi lo manifestate attraverso la lode, il ritmare il soffio dello Spirito
nella preghiera.
Paraclesi ,Tante volte lasciamo stare ma è importante, ciò che fa lo Spirito.
L’eplichesi è ciò che lo Spirito fa, interviene.
L’anaclesi è lo Spirito che ci porta, ci solleva, ci innalza.
La paraclesi è l’azione dello Spirito attraverso di noi.
Queste tre dimensioni sono della spiritualità e Maria metterla al centro. E’ il soggetto
principale del brano ma altre volte la mettiamo dopo, o nascosta ma c’è sempre.
Che termine dobbiamo avere verso Maria?
Maria non è da adorare, lei semplicemente non si aspetta la venerazione anche se
nella chiesa viene venerata.
Maria è importante come EXEMPLA, Esemplare, quindi esemplarità e quindi come
MODELLO.
Non subito come modello ma come esemplarità.
Che differenza c’è fra esemplarità, esempio e modello?
L’esemplarità è che li dobbiamo riconoscere un titolo, cioè dobbiamo dire
effettivamente l’esempio migliore di questa virtù noi l’abbiamo in Lei, e lo
riconosciamo come tale. Esempio: Antonio è esemplare. Sto dicendo nessuno lo
batte in questa realtà.
Ci sono alcuni elementi che sono esemplari in Maria che lei ha saputo raggiungere
aiutata dalla sua storia di salvezza e dall’azione dello Spirito Santo in Lei che
manifesta un’esemplarità per la chiesa tutta.
Un padre della chiesa dice:” Vuoi essere chiesa? Diventa Maria perché guardando a
Maria si è chiesa”.
Dice questo il padre della chiesa perché la prima esemplarità di Maria è nella
celebrazione eucaristica.
Nella celebrazione eucaristica la Vergine Maria non è molto citata, dobbiamo andare
alla preghiera eucaristica nella seconda parte dopo la consacrazione al momento dei
santi viene citata la vergine Maria; eppure Maria è presente esemplarmente sin
dall’inizio alla fine della celebrazione, perché è presente nella comunità, accompagna
ciascuno di noi nell’accoglienza dei misteri che noi celebriamo nell’eucarestia.
La difficoltà che hanno i nostri fratelli protestanti è che non hanno una esemplarità,
non sanno come è il top, come è il modello per un umano che deve raggiungere. Loro
non c’è l’hanno.
Il mistero di Gesù Cristo per quanto incarnato se non è immediato attraverso Maria,
attraverso i santi non è subito inculturabile.
Questo non è importante solo per il singolo ma è importante quando si tratta di
costituire una comunità.
La comunità proprio perché deve avere un Minimo Comune Denominatore, un
piccolo punto sul quale tutti devono essere d’accordo e tutti devono arrivare non
posso non guardare all’esemplarità.
Se la comunità non ha una esemplarità a cui guardare si perde, perché Antonio la
penserà come la pensa lui, Valentino come lui e alla fine sarà molto difficile trovare il
punto comune. Se invece guardo ad una realizzazione esemplare, allora mi confronto
e tutti quanti cerchiamo di arrivare a quella.
I salesiani hanno un esempio chiaro da mettere in pratica S. Giovanni Bosco.
E’ importante che una comunità si studi sempre sull’esemplarità; se la vostra identità
Magnificat Dominum ha una specificità nel comportamento di Maria, e nella sua
esperienza di magnificat dominum allora qui stiamo parlando della vostra identità che
viene molto prima di uno statuto, di un regolamento di vita, viene nella
VOCAZIONE a cui siete chiamati.
L’identità viene data dalla vocazione.
Nel nome che vi siete dati c’è una linea significativa: Magnificat Dominum, non è
solo aggiungere qualcosa a qualcosa che già c’era, o relativo ma è un atteggiamento
mariano.
Cogliere l’esemplarità di Maria in termini concreti.
La prima esemplarità che si manifesta nel brano del vangelo e quindi di Maria nei
confronti del Magnificat non è l’atteggiamento solo della contemplazione, non è
solamente l’atteggiamento del rimanere a guardare.
La prima reazione di Maria è questa: “In quei giorni Maria si mise in viaggio……..”
La prima dimensione di esemplarità mariana delle vostre relazioni è quella di
mettersi in viaggio.
Non rimanere nella vostra terra. Non rimanere nel proprio intimo, nel proprio
individualismo ma mettersi in discussione ed espropriarsi, uscire, relazionarsi, entrare
in relazione.
Qualunque tipo di relazione, innanzitutto segnata dalla vocazione identificativa, ma
anche una relazione fraterna.
Dalla fraternità iniziare perché dalla fraternità comprendete la missione. Un
atteggiamento di Maria in questo senso, qui si mette in viaggio, ma vediamola nel
tempo liturgico della pasqua, non si mette in viaggio ma rimane insieme con. Insieme
con chi? Con quelli che hanno avuto paura, si sono chiusi, il primo peccato della
chiesa è quello di ghettizzarsi, di chiudersi nel cenacolo, di stare nelle sacrestie in
modo tale che c’è li contempliamo fra di noi i dolori invece no, non è questo ma Gesù
entra e dice: “guarda qui le mie piaghe”, subito Gesù va a trovare non i discepoli non
quelli che erano chiusi ma si mette in cammino verso Emmaus. Lui si mette in
cammino, per far capire la dimensione della chiesa non è lo stare fermi, l’intimismo
ecclesiale ma “Scendere, di devi dare da fare, camminare”. Questa è la prima
esemplarità: Maria rimane con loro nell’attesa di quella forza che finalmente li farà
capire che devono uscire e andare. Maria li cova, li fa crescere, li aiuta a sapere
attendere la forza dello Spirito per poi essere una bomba atomica nel mondo.
Il primo passo che la comunità deve riflettere è proprio questo: IL CAMMINO.
Che cammini ci sono, non mi riferisco solo ad accettare degli impegni missionari, per
alcune richieste fatte dalle parrocchie, dalla diocesi, non è solo quello ma il primo
cammino è nella comunità.
Quanto camminate l’uno con l’altro?
Quanto ci incamminiamo incontro? Quanto ci veniamo incontro?
Posso passare soltanto affianco al mio fratello di comunità o devo entrare nella sua
casa più intima e camminare. Entrare in relazione come Maria con Elisabetta. Si
incontrano le due realtà ed Elisabetta è il suo grembo sussulta. Maria ci tocca.
Altra dimensione importante che anche guida nella sua maternità e nella nostra
identità, vocazionale “Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta…”
Salutare vuol dire benedire. La Santa chiesa di Dio ha ricevuto i sacramenti, è Lui che
li ha istituiti ma la chiesa si è inventata i sacramentali.
S. Agostino dice: “ La Santa madre chiesa un giorno ebbe dal suo sposo Signore
Gesù una bella collana con 7 perle preziose; la Santa madre chiesa comprendendo che
lo sposo la voleva bella senza macchia e ruga e splendente di verità si comprò con un
monile piccole perline luminose. Gesù lo sposo ha dato una bella collana di 7 perle
preziose: i sacramenti; la sposa, la chiesa comprende che il suo sposo la vuole ancora
più bella, la vuole senza macchia e ne ruga e allora per far risplendere la luce di
queste perle preziose cosa fa? Si orna, si costruisce un monile, un braccialetto di
perline preziose.
La perla riluccica sulla perlina, la perlina fa risaltare la luce della perla”.
La chiesa riceve da Gesù i sacramenti e lei per far ancora più bella l’azione dei
sacramenti si inventa i sacramentali.
Cosa sono i sacramentali?
Sono tutte quelle azioni che la chiesa fa per ricordare i sacramenti.
La benedizione è un sacramentale perché ricorda il battesimo, l’eucarestia.
Quando io (sacerdote) benedico non faccio un atto magico, ma dico bene di Dio
perché so, nella mia fede sono certo, Dio bene fa ogni cosa. Dio fa bene ogni cosa e
io posso dire che Dio fa bene ogni cosa.
Dio lo fa, io lo posso solo dire però la chiesa in questo mio benedire di Dio vede un
atto sacramentale, perchè mentre io lodo Dio, Lui dice te lo sei meritato anche questa
volta…
Praticamente la benedizione di Dio è ciascuno di NOI. Non siamo soltanto Benedetti
da Dio perché Dio ha fatto di tutto per farci bene ma noi dobbiamo diventare
benedizione.
Salutare significa dire bene di Dio. La visita viene da Dio, quando vado a trovare
qualcuno e porto la pace di Dio, non vado solo ma sto portando Dio e con la mia
presenza sto già benedicendo la vostra casa, la vostra ospitalità.
Questo dobbiamo fare e Maria c’è lo insegna. Maria ci insegna a benedire. Maria
insegna a diventare benedetti e benedicenti e avviene nella visita. Non dobbiamo mai
dimenticarci di visitare.
Non membra stanche di una comunità sempre chiusa nelle proprie stanze, o nelle
proprie cose, ma membra benedicenti di una comunità che visita la chiesa,che visita il
mondo, che visita il cuore degli uomini.
Ogni incontro farlo diventare una visita.
Come comunità di laici è importante far sentire il calore umano, anche in una stretta
di mano convinta.
Altra dimensione di Maria che colpisce è tutto il Magnificat: è una lode, è
un’evangelizzazione in forma di lode: “ Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha
disperso i superbi nei pensieri del loro cuore..” sta dicendo questo di Dio, sta
lodando. Loda Dio e da un decalogo di vita, di identità, di chi è benedetto dal
Signore.
La lode non è passiva ma attiva, contemplazione ma è azione. E’ un entrare nel
tempio del Signore per agire come il Signore, o per dare spazio al Signore perché
agisca attraverso ciascuno di noi. Deve esserci verità, autenticità, lode che mi spinge
al servizio, alla disponibilità.
In conclusione della relazione mariologica 3 sono gli elementi fondamentali:
1 METTERSI IN CAMMINO dove il cammino è un insieme di relazioni.
2 SENTIRISI BENEDETTI E BENEDIRE diventare benedizione, portare
benedizione.
3 UNA LODE non soltanto astratta ma che riempie di un dinamismo concreto, vitale,
operativo, che opera.
Maria ci porta alla relazione oggettiva, all’oggetto della nostra identità a ciò che è il
mistero grande che portiamo nelle nostre mani ma che no ci accorgiamo: Gesù Cristo
Nostro Signore.
Di Gesù bisogna innamorarsi, non lo si conosce soltanto, non è un contenuto se no
sarebbe una ideologia e va secondo il tempo, Gesù non è soltanto rito, culto ma è vita,
pienezza di vita.
Gesù è un innamoramento totale, che ti prende completamente.
L’innamoramento di Gesù Cristo è soltanto personale?
Deve essere sicuramente personale ma deve essere comunitario perché sono comunità
e sposo allo stesso tempo. Faccio insieme con gli altri la comunità, la chiesa ma sono
anche segno di Cristo nella chiesa. Sono chiamato anch’io a portare Cristo, il bene di
Cristo e questo reciproco diletto d’amore, e nel linguaggio mistico nuziale è talamo
d’amore (durante la settimana santa la croce viene chiamata così perché la passione di
Cristo è una passione di amore).
Cosa vuol dire talamo d’amore che la passione non è solo sotto l’aspetto cruento ma
la passione è di amore, Gesù Cristo si è andato a mettere sulla croce perché ci vuole
bene, ci ha amato fino alla fine. Ti amo questa è la forza dello Spirito.
Nelle comunità dobbiamo essere onesti, l’amore ha diritto di essere espresso e può
essere anche violento, l’amore ha il diritto di testimoniare che io sto morendo per te, e
tu davanti a questo amore non puoi vivere lo scandalo dell’allontanamento d’amore.
Io sono convinto sempre di più che con Gesù Cristo mi devo spendere per la
comunità, non ho delusione dalla comunità anche se evidentissimo davanti a me che
quello non può vedermi, che quello sta dicendo: chi me lo fa fare.., ma devo
continuare ad amare, e ha voler che la comunità comunque si faccia, anche se tante
volte le orecchie devono ascoltare, sentire, non devi trovare niente, non è importante;
l’importante è che l’amore ti deve far vincere ogni giorno una scommessa di non
ritorno.
Qual è questa scommessa?
Scommettere sempre per la comunità. Perché se no Gesù Cristo ancora una volta lo
mettiamo sul patibolo della croce. L’amore di Gesù Cristo non è un amore che si
chiude nell’io di se stessi ma è un amore versato, donato allora qualunque difficoltà ci
possa essere nella comunità non si può ,se c’è una relazione cristologia, non
scommettere sulla comunità.
La comunità sempre bisogna salvaguardarla perché la logica dell’amore, non siamo
chiamati ad una salvezza personale ma ad una salvezza comunitaria. La salvezza è
della chiesa, non è del singolo Pietro.
Se c’è comunione nella barca della chiesa c’è salvezza.
Innamoratevi di Cristo come?
Come ha fatto Maria si è scomodata per farlo sussultare nel grembo, ha salutato, è
andata incontro, più siamo nella carità più siamo nell’amore e più ci innamoriamo di
Cristo. L’elemento fondamentale per questa ricarica qual è? L’amore-eucarestia.
Il triduo pasquale è importante da vivere al meglio perché è il “tipo” della spiritualità
cristiana. Se non impariamo e il triduo pasquale ci aiuta a patire, morire e risorgere
insieme a Cristo. Se non impariamo a patire, morire, risorgere con Cristo la notte di
pasqua non sappiamo cosa dire. Non capiamo niente perché non abbiamo fatto le
prove.
L’ultima dimensione pneumatoligica, lo Spirito Santo è quello che ci fa capire, è
quello che ci innalza, ci spinge, è quello che ci fa fare, operare come? Innanzitutto chi
è lo Spirito? E’colui che Dio Padre chiama e il chiamato che è Gesù Cristo, e lo
Spirito Santo è la chiamata. Dio Padre ama l’amato è il Figlio e l’amore è lo Spirito
Santo.
Noi dove stiamo?
Nel battesimo succede che Dio Padre chiama, il chiamato a salvezza è sempre il
Figlio il quale si gira mi chiama, mi prende e grazie allo Spirito Santo divento figlio
nel figlio. Tutto quello che viene al Figlio avviene anche a me. Se Dio Padre ama suo
Figlio Gesù, nel figlio io sono amato ecco perché Gesù è l’oggetto. Nel figlio che
sono amato ma colui realizza questo amore tra padre e Figlio è lo Spirito Santo.
Perché Lui è l’amore.
Durante la celebrazione eucaristica, quando il prete impone le mani sul pane e il vino
che si trasformano in corpo e sangue di Cristo, non è solo per pane e vino ma su tutta
l’assemblea che non è più la famiglia individuale che converge in chiesa ma le
singole persone diventano un’unica realtà, il corpo mistico di Cristo. Lo Spirito
Santo che invocato raduna, trasforma, un’unica realtà che quando esce testimonia. Se
il momento di lode diventa circoscritto è falsità.
Qual è il vero offertorio nell’eucarestia?
Quando il sacerdote eleva il calice e la pisside e dice:” Per Cristo, con Cristo, e in
Cristo questo è l’oggetto; a chi? Al Padre Onnipotente è l’offerta; stiamo offrendo
Cristo e stiamo offrendo non solo il suo corpo reale ma anche il corpo mistico,
offrendo tutti noi, nell’unità dello Spirito Santo, chi è che ci fa fare concordi? Lo
Spirito Santo.
C’è tutta la fede della chiesa in questa dossologia. Nel calice c’è tutta la nostra vita, la
nostra comunità e i dissapori e le difficoltà, divergenze vengono purificate nell’amore
di Cristo, con Cristo e in Cristo e regna l’unione.
Dopo aver vissuto l’epliclesi e l’anaclesi arriva la paraclesi.Se tutto si fermasse qui
troppo bello ma poi esci fuori e c’è quel fratello che ti fa di nuovo arrabbiare e lì si
vede l’opera dello Spirito Santo. Rinfocola ancora l’amore dentro di te, invocando lo
Spirito. L’unico vero grande esorcismo che invocare Veni Santo Spirito.
L’azione dello Spirito Santo tante volte la sottovalutiamo, e pensiamo soltanto a
quello aspetto emotivo che lascia nel nostro cuore ma non è soltanto quello. L’azione
dello Spirito Santo è molto concreta.
“Maria rimase con lei circa tre mesi poi tornò a casa sua..” Non vuol dire che Maria
ha finito la sua missione ma ha continuato altre missioni.
Cara Comunità guardando a Maria, oggettivando chiaramente il nostro amore in
Cristo, allenandoci alla grande scuola dello Spirito non rimaniamo fermi, amiamo
sempre.