UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI – FACOLTÀ DI ARCHITETTURA CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ARCHITETTURA A.A. 2008-09 LABORATORIO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA 1D prof. Anna Maria Puleo CARATTERI TIPOLOGICI E MORFOLOGICI DELL’ARCHITETTURA prof. Anna Maria Puleo TIPOLOGIA STRUTTURALE prof. Alessandro Baratta ATTIVITA’ DIDATTICHE INTEGRATIVE arch. Rossana Noviello IL PROGETTO DELLA CASA - TRA LUOGO E ASSENZA DI LUOGO MISURE RELAZIONI GEOMETRIA MATERIALI. DISEGNO PAROLA LO STUDIO DEGLI ESEMPI ATTRAVERSO IL RIDISEGNO Questo esercizio di lettura accompagna, in tutto il suo iter, l’esercizio progettuale. 1. IL RIDISEGNO “Il modo classico di giungere senza sforzo alla comprensione di edifici e progetti pubblicati nei libri e nelle riviste, consiste nel “lucidare”, su piccoli fogli di carta trasparente, le piante, le sezioni, le prospettive, le fotografie di quanto interessa. Con questo mezzo apparentemente meccanico si è costretti invece ad analizzare la struttura architettonica dell’edificio e a comprenderne quasi automaticamente i valori. Lucidare è poi un ottimo mezzo per imparare a usare matita, penna a sfera, stilografica o rapidograph e quindi a mettere in stretto collegamento la mano che guida l’attrezzo per disegnare e la mente che riflette su quello che sta lucidando e quindi analizzando. Rovesciando il processo si ottiene automaticamente la tecnica per gli schizzi progettuali prodotti dall’operatore” (Ludovico Quaroni, Progettare un edificio. Otto lezioni di architettura, Milano 1977, nota in calce a p. 74) Aggiungiamo a questa nota di Ludovico Quaroni le osservazioni, che seguono, finalizzate a orientare l’analisi sul tema della casa a schiera. Ricordiamo che gli schizzi devono essere quotati e accompagnati da note sintetiche scritte con chiarezza a stampatello 2. GLI ESEMPI Case con muri d’ambito ciechi: case a schiera, case a ballatoio, ma anche alcune case isolate e abbinate. Sono oggetto dell’analisi esempi di case classificabili prevalentemente nel tipo “a schiera” Di questi esempi analizziamo: a) la casa (la singola unità abitativa), b) l’insieme di case (l’aggregazione di più unità abitative). Degli esempi di case a ballatoio, case isolate e case abbinate, inseriti nella dispensa, dovranno essere analizzate, invece, esclusivamente le caratteristiche della singola unità abitativa. 3. RELAZIONE TRA ANALISI E PROGETTO Gli aspetti ed elementi da osservare e analizzare negli esempi, oggetto di studio, sono gli stessi che devono essere definiti, nella propria ipotesi, attraverso le scelte progettuali. 1 Ripercorrere il processo progettuale, interrogarsi sulle ragioni del progetto; chiedersi il perché delle scelte progettuali e trovare la risposta nella razionalità intrinseca del progetto, nel lavoro di analisi; nell’esercizio progettuale, ripercorrere il processo all’inverso e fissare i principi razionali della organizzazione dello spazio della cellula e delle caratteristiche dell’insieme. 4. OGGETTO E METODO DELL’ANALISI 4. A. L’IMPIANTO DELLA CASA E DELL’INSIEME DI CASE 4.AI. Descrizione dell’impianto della casa - osservazione oggettiva della pianta Lettura dell’ordine che regola la disposizione di muri, tramezzi, solai, scale, in funzione della definizione dello spazio. Il concetto di impianto si identifica con quello di organizzazione spaziale. “Fare una pianta è precisare, fissare delle idee. Significa avere avuto delle idee. Significa ordinare queste idee in modo che esse divengano intellegibili, fattibili e comunicabili. Occorre dunque dimostrare un’intenzione precisa, avere avuto delle idee a partire da un’intenzione. La pianta in qualche modo è un concentrato come una tavola analitica delle materie: In una forma così concentrata da apparire come un cristallo, come un disegno di geometria, contiene un’enorme quantità di idee e un’intenzione motrice” (Le Corbusier, Vers une architecture). Nella pianta osserviamo: a) la distanza tra i muri d’ambito b) la posizione e la forma della scala c) la posizione dei servizi igienici (wc) si tratta di elementi che vincolano la organizzazione dello spazio: i muri d’ambito racchiudono lo spazio, gli attribuiscono una misura; la scala raccorda i livelli, i piani orizzontali, unisce; la sua forma e posizione condiziona, insieme con i servizi igienici (wc), la libera fruizione dello spazio; d) l’organizzazione degli ambienti di vita come si organizzano la zona giorno e la zona notte: i luoghi della vita collettiva della famiglia, dello stare insieme, del consumare i pasti insieme e del prepararli, i luoghi del riposo e del raccoglimento individuale, dello studio. Metodo dell’osservazione in pianta: 1. misurare – e quotare - il rettangolo in cui è inscritta - la pianta della casa, - i singoli ambienti, 2 e chiedersi: - da che cosa dipende la distanza tra i muri d’ambito, - da che cosa dipende la misura dei singoli ambienti; 2. individuare e disegnare la geometria, che regola la disposizione degli ambienti: - la figura di base (il rettangolo), - i tracciati geometrici e gli allineamenti, rintracciabili all’interno della figura di base; 3. individuare il tipo di struttura portante: - muratura portante, - setti portanti, - struttura puntiforme (pilastri) in c.a. o in acciaio, - struttura mista (muratura + pilastri); 4. leggere la disposizione in pianta di muri, setti e/o pilastri, che compongono la struttura portante: - una campata o due campate, - che cosa accade in corrispondenza della scala. Una distanza tra i muri d’ambito maggiore di m. 6 rende indispensabile l’inserimento di una fila di pilastri o setti: lo spazio è suddiviso in due campate strutturali. Al di sotto dei m. 6 la distanza tra i muri d’ambito è coperta senza appoggi intermedi, tranne che in corrispondenza della scala; 2. comprendere le ragioni delle misure, della posizione e forma, degli ambienti, che compongono la zona giorno e la zona notte, individuando: - - la “forma” degli ambienti di vita: - forma geometrica dei vani in pianta e in sezione, - dimensioni (larghezza, lunghezza, altezza), - disposizione degli arredi, disegno dei piani che definiscono lo spazio (pareti, pavimento, soffitto); le relazioni spaziali/funzionali: - di ciascun vano con gli altri ambienti della casa: - contiguità (unione, affaccio), - separatezza (per es.: leggere le relazioni sgniificative tra K, S e P); - - della casa con l’esterno: - con la strada: - come è fatto l’ingresso alla casa, - quale ambiente è in relazione con la strada, - che cosa vedo entrando in casa; - con il giardino: - come si caratterizza il giardino, - quali ambienti vi si affacciano, etc., - proposta d’uso per il giardino; gli elementi di mediazione tra interno ed esterno: - dimensioni e forma delle aperture, continuità, discontinuità, - come si entra in casa, come si esce verso l’esterno, - presenza e posizione di luoghi per stare all’aperto (porticati, terrazze, logge, spazi coperti). 3 Questi elementi sono anche quelli, attraverso i quali si costruisce il disegno dei fronti. Il loro ordine formale nasce dall’interno, ma disegna la “forma esterna” dell’edificio, la sua immagine pubblica. 4. comprendere la proposta d’uso, sottesa dall’organizzazione degli spazi. L’uso è il “modo di svolgere una funzione”, determinato dalla forma dello spazio. Può essere oggetto di osservazione critica e di proposta progettuale 4.A2. Osservazione dello spazio della casa Lettura dello spazio interno: il soggetto, che analizza, visualizza lo spazio nella propria mente. “….Gli elementi architettonici sono la luce, l’ombra, il muro e lo spazio. L’ordine è la gerarchia degli scopi, la classificazione delle intenzioni. L’uomo vede le cose dell’architettura con i propri occhi, che sono a un metro e settanta dal suolo….” (Le Corbusier, ibidem). Individuato e letto l’impianto, è possibile immaginare lo spazio, immaginare di entrare nella casa, immaginare di percorrerlo, di leggere le relazioni tra gli ambienti, la relazione con l’esterno – strada o giardino. Ma questa lettura non può essere meramente funzionale. Deve dare dei giudizi sulla qualità dello spazio, lo deve descrivere, comprendendo la proposta d’uso. Il testo di Le Corbusier sulla piccola casa sul lago Lemano è un esempio di questo tipo di lettura. Nel brano, che segue, tratto da Vers une architecture, Le Corbusier distingue la qualità pratica, la funzionalità dello spazio, dalla qualità estetica, che permea le strutture architettoniche, anche quando esse perdono le funzioni pratiche. In nostro progetto deve pensare alla “forma” dello spazio in funzione degli “usi”, una forma, che renda possibile lo svolgimento dei vari aspetti della vita collettiva della famiglia e individuale dei suoi componenti. “Si impiega pietra, legno, cemento; se ne fanno case, palazzi: questo è costruire, l’ingegnosità lavora. Ma, di colpo, il mio cuore è commosso, sono felice, dico: è bello: Ecco l’architettura. L’arte è qui. La mia casa è pratica. Grazie, come grazie agli ingegneri delle Ferrovie e alla compagnia dei Telefoni. Non mi avete toccato il cuore. Ma i muri si alzano verso il cielo secondo un ordine che mi commuove. Capisco le vostre intenzioni. Siete dolci, brutali, incantevoli o dignitosi. Me lo dicono le vostre pietre. Mi incollate a questo posto e i miei occhi guardano. I miei occhi guardano qualcosa che esprime un pensiero. Un pensiero che si rende manifesto senza parole e senza suoni, ma unicamente attraverso prismi in rapporto tra loro. Questi prismi sono tali che la luce li rivela nei particolari. Questi rapporti non hanno niente di necessariamente pratico o descrittivo. Sono la creazione matematica dello spirito. Sono il linguaggio dell’architettura. Con materiali grezzi, su un programma più o meno utilitario, che voi superate, avete stabilito rapporti che mi hanno commosso. E’ l’architettura” (Le Corbusier, ibidem). 4 4.A3. Descrizione dell’impianto dell’insieme di case - osservazione oggettiva della pianta Lettura dell’ordine che regola il rapporto tra una casa e l’insieme di case, tra le case e la strada, tra le case e il giardino. Comprensione delle ragioni che determinano: - la disposizione dell’insieme di case sul lotto, - la modalità di aggregazione delle cellule, seriale o a specchio, - l’allineamento delle cellule su un'unica linea di facciata o sfalsamento.. 4.B. LA “FIGURA” DELLA CASA E DELL’INSIEME DI CASE Lettura dell’ordine che regola la forma e la disposizione di porte, finestre, porticati logge, pensiline, elementi di mediazione tra interno ed esterno, che, con le coperture, sono anche elementi di definizione della configurazione dell’edificio, con la quale esso concorre a definire lo spazio pubblico. “La pianta procede da dentro a fuori; l’esterno è il risultato di un interno” (Le Corbusier, ibidem) Metodo dell’osservazione: a) - disegno del fronte della singola cellula: - dimensioni e forma delle aperture, continuità, discontinuità delle aperture, come si entra in casa, come si esce verso l’esterno, presenza e posizione di luoghi per stare all’aperto (porticati, terrazze, logge, spazi coperti), quanti tipi di aperture e ordine che ne regola la disposizione in facciata: allineamenti, geometrie, - come le aperture disegnano i piani che definiscono gli spazi interni; b) - disegno del fronte dell’insieme di cellule - esisti figurativi di un’aggregazione seriale o a specchio delle cellule, - articolazione della facciata in un unico piano o in più piani, - geometria del disegno dei fronti, allineamenti, - presenza di elementi architettonici che marcano la configurazione unitaria dell’insieme, - presenza di elementi che accentuano l’individualità e la riconoscibilità della singola casa, - scansione orizzontale della facciata con composizione in basamento, parte centrale, coronamento, - scansione verticale con setti che individuano la singola casa, nella definizione della “figura”, - coperture piane, coperture a falde, coperture miste. 5. NOTA CONCLUSIVA 5 L’analisi comparata degli esempi - in particolare tra case, che hanno una distanza tra i muri d’ambito uguale o simile o che presentano la medesima disposizione della scala – favorisce la comprensione di analogie e differenze nella organizzazione spaziale e nelle proposte d’uso degli spazi della casa e nella caratterizzazione dell’insieme di case. Napoli, 16 marzo 2009 Prof. Anna Maria Puleo 6