Chiamate ad essere donne di accoglienza e di fraternità Canto (uno conosciuto dalla comunità) Segno possibile: l´immagine del MATE con la spiegazione (in allegato) Guida: Come in ogni realtá in cui siamo inserite, in Argentina, il “mate” rappresenta per noi l´essere donne di accoglienza e di fraternitá. Pregare é accogliere e condividere la gratuità. Preghiera del MATE (solista) Insegnaci, Madre, a prendere il mate, che non sia il mate del rito e della routine. Che sia il mate dell´ amore fraterno, che ci lasci il sapore della vita nuova. Che sia il mate "che perde il tempo", quando l´altro vuole condividerlo. Che sia il mate che celebri sempre l´amico opportuno che si avvicina. Che sia il mate degli spazi, dove l´altro trovi la pace e la fiducia. Che sia il mate che cura le ferite e accorcia le ore della stanchezza e della solitudine. Che sia il mate di una vita nuova, un canto di amicizia, un modo di amare e di dare la vita. ¡Amen! Guida Pregare è celebrare la gioia di stare insieme e fare unitá. Il salmo 148 presenta la fraternitá universale: dialogano gli esseri dell´aldilà e della Terra, le generazioni e i vari strati sociali e culturali. Salmo 148 Rit cantato: Lodate e benedite il Signore, ringraziate e servite con grande umiltà, lodate, lodate, benedite il Signore con grande umiltà, ringraziate e servite con grande umiltà. Lodate il Signore dai cieli, lodatelo nell'alto dei cieli. Lodatelo, voi tutti, suoi angeli, lodatelo, voi tutte, sue schiere. Lodatelo, sole e luna, lodatelo, voi tutte, fulgide stelle. Lodatelo, cieli dei cieli, voi acque al di sopra dei cieli. R. Lodino tutti il nome del Signore, perché egli disse e furono creati. Li ha stabiliti per sempre, ha posto una legge che non passa. R. 1 Lodate il Signore dalla terra, mostri marini e voi tutti abissi, fuoco e grandine, neve e nebbia, vento di bufera che obbedisce alla sua parola, monti e voi tutte, colline, alberi ,da frutto e tutti voi, cedri, voi fiere e tutte le bestie, rettili e uccelli alati. R. I re della terra e i popoli tutti, i governanti e i giudici della terra, i giovani e le fanciulle, i vecchi insieme ai bambini lodino il nome del Signore: perché solo il suo nome è sublime, la sua gloria risplende sulla terra e nei cieli. Egli ha sollevato la potenza del suo popolo. È canto di lode per tutti i suoi fedeli, per i figli di Israele, popolo che egli ama. R. Guida Pregare è amare... Un'avventura di persone innamorate, insomma. E, in quanto tale, essa consiste nello stare dolcemente in compagnia di Dio, nel conversare con mezze parole, nel rannicchiarsi fra le sue braccia, nascondere il proprio viso nelle sue mani aperte, nel lasciarsi istruire e cullare da lui. Nel confidarsi forse, certamente nell'ascoltarlo. O semplicemente, come in ogni amore, nell'essere lì, con la persona amata, dimenticando tutto il resto: "Tu solo conti". (da Non gli dico nulla, Io amo, di Padre Jacques) Dal Vangelo di Luca (10, 38-42) Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: "Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti". Ma Gesù le rispose: "Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta". una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta". Dalle Istruzioni di madre Elisabetta Ah figlie, Iddio v’ha prescelte distintamente per un’opera grande...Vi ripeto: amatevi scambievolmente; compatitevi tra voi e vivete come foste un sol corpo, un sol cuore, una sola volontà, e così vi vedrete ben presto arricchite di beni senza numero che vi renderanno care al vostro Sposo e la consolazione dei vostri superiori (Istr 40,5) Pausa di silenzio - Letture per la riflessione personale CHIARA LUBICH - una delle donne più felici della Terra! Nasce a Trento il 22 gennaio 1920, seconda di quattro figli. La madre è fervente cattolica, il padre socialista. Nell’imperversare della seconda guerra mondiale, sul crollo di ogni cosa, comprende che solo Dio resta: Dio che è Amore. La sua vita si trasforma. Lo sceglie come unico Ideale. Il 7 dicembre 1943 segna convenzionalmente gli inizi del Movimento dei Focolari che nascerà. Esso oggi è diffuso in 182 nazioni con una irradiazione di oltre sette milioni di persone. La sua spiritualità comunitaria, suscita speranza e nuova luce nel pensiero e nell’agire di oggi. 2 Amore reciproco Il Vangelo che Chiara Lubich e le sue compagne leggevano nei rifugi era una continua scoperta, era un libro che loro in fondo prima non conoscevano: nessuno gliene aveva mai parlato in quei termini. «Gesù agisce sempre da Dio. Per poco che dai, ti stracarica di doni. Sei sola e ti trovi circondata da mille madri, padri, fratelli, sorelle e d’ogni ben di Dio che poi distribuisci a chi non ha nulla». Così per tutte loro si consolidava la convinzione, perché basata sull’esperienza, che non esistesse situazione umana problematica che non trovasse una risposta, esplicita o implicita, in quel piccolo libro che riportava parole di cielo. Scriveva Chiara: «La guerra continuava. I bombardamenti si susseguivano. I rifugi non erano sufficientemente riparati e si affacciava la possibilità di comparire presto davanti a Dio. Tutto ciò faceva nascere nel nostro cuore un desiderio: mettere in pratica in quei momenti, che potevano essere gli ultimi della nostra vita, quella volontà di Dio che a lui stava più a cuore. Ci siamo ricordate allora del comandamento che Gesù dice suo e nuovo: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15, 12-13)». La scoperta del “comandamento nuovo” le infiammò a tal punto che l’amore reciproco divenne il loro habitus, il loro stesso modo di essere. Ed era quello stesso amore che attirava tanta gente, di ogni età e classe sociale, nelle loro riunioni. Amarsi reciprocamente non era per loro un optional, ma il loro stesso modo di essere e di presentarsi al mondo. «Gesù, si diceva, come un emigrante, dalla propria patria ha portato fra noi i suoi usi e costumi. Dandoci il “suo” comandamento ha portato sulla terra la legge del Cielo, che è l’amore fra i tre della Santissima Trinità. Ci siamo guardate in faccia e abbiamo deciso: «Io voglio essere pronta a morire per te, io per te, tutte per ciascuna. Ma, se dovevamo esser pronte a dare la vita l’una per l’altra, era logico che, intanto, occorreva rispondere alle mille esigenze che l’amore fraterno richiedeva: occorreva condividere le gioie, i dolori, i pochi beni, le proprie esperienze spirituali. Ci siamo sforzate di fare così perché fosse vivo tra noi, prima d’ogni altra cosa, l’amore reciproco. Un giorno, nel primo focolare, prelevammo le nostre poche e povere cose dall’armadio, e le ammucchiammo nel centro della stanza, per poi dare a ciascuna quel poco che le era utile e il superfluo ai poveri. Pronte a mettere lo stipendio in comune, e tutti i piccoli e grandi beni che avevamo o avremmo avuto. Pronte a mettere in comune anche i beni spirituali… Lo stesso desiderio di santità era stato posposto nell’unica scelta: Dio, che escludeva ogni altro obiettivo, ma includeva, ovviamente, la santità che lui aveva pensato per noi Allorché, poi, si trovarono ovvie difficoltà per le imperfezioni che ognuna di noi, prossima all’altra, portava, si decise di non guardarci con l’occhio umano, che scopre la pagliuzza dell’altro, dimentico della propria trave, ma con quello che tutto perdona e dimentica. E sentimmo così doveroso il perdono reciproco, a imitazione di Dio misericordioso, che si propose fra noi, con una specie di voto di misericordia: e cioè di alzarci ogni mattina e vederci come persone “nuove”, che mai erano incorse in quei difetti». Lasciamoci interrogare da questa donna straordinaria e viviamo la nostra vita con intensità, facendo piccoli passi verso la sorgente dell´accoglienza e della fraternitá. 3 Dagli scritti di San Francesco Tale era l'amore reciproco che li infiammava, e così sinceramente erano pronti a dare la vita l'uno per l'altro. Profondamente umili e maturi nella carità, ognuno nutriva per il fratello i sentimenti che si hanno verso un padre e signore. (FF 1448) PREGHIERA FINALE: LA GRAZIA DELL'AMORE FRATERNO Signore Gesù, fu il tuo Grande Sogno: che noi fossimo una sola cosa, come il Padre e Tu, che la nostra unità si consumasse nella vostra unità. Fu il tuo Grande Comandamento, Testamento finale e bandiera distintiva per i tuoi seguaci: che noi ci amassimo come Tu ci avevi amato; e Tu ci amasti come il Padre Ti aveva amato. Questa fu la fonte, la misura, il modello. Con i Dodici formasti una famiglia itinerante. Fosti con loro sincero e verace, esigente e comprensivo e, soprattutto, molto paziente. Come in una famiglia, li hai messi in guardia davanti ai pericoli, li hai stimolati davanti alle difficoltà, hai festeggiato i loro successi, hai lavato loro i piedi, li hai serviti a mensa. Ci desti, per primo, l'esempio, e poi ci lasciasti il precetto: amatevi come io vi amai. Nella Fraternità che formiamo nel Tuo nome, ti accogliamo come Dono del Padre e ti inseriamo come nostro Fratello, Signore Gesù. Tu sarai, quindi, la nostra forza unificante e la nostra gioia. Se Tu non sarai vivo in mezzo a noi, questa Fraternità precipiterà al suolo come una costruzione artificiale. Tu ti ripeti e rivivi in ogni membro, e per questa ragione noi ci sforzeremo di rispettarci l'uno con l'altro, come faremmo con te; e quando l'unità e la pace saranno minacciate nel nostro focolare, la tua presenza ci custodirà. Ti chiediamo, quindi, il favore che tu rimanga molto vivo in ognuno dei nostri cuori. Abbatti in noi le alte mura innalzate dall'egoismo, dall'orgoglio e dalla vanità. Allontana dalle nostre porte le invidie che ostacolano e distruggono l'unità. Liberaci dalle inibizioni. Calma gli impulsi aggressivi. Purifica le sorgenti originali. Che noi arriviamo a sentire come Tu sentivi, ad amare come Tu amavi. Tu sarai il nostro modello e la nostra guida, o Signore Gesù. Dacci la grazia dell'amore fraterno: che una corrente sensibile, calda e profonda scorra nelle nostre relazioni; che ci comprendiamo e ci perdoniamo; ci stimoliamo e ci festeggiamo come figli della stessa madre; che sul nostro cammino non ci siano ostacoli, reticenze, blocchi; che soprattutto siamo aperti e leali, sinceri e affettuosi, e così cresca la fiducia come un albero frondoso che copra con la sua ombra tutti i fratelli della casa, Signore Gesù Cristo. Così avremo un focolare caldo e felice che si alzerà, quale città sul monte, come profetico segnale che il tuo Grande Sogno si compie, e che Tu stesso, Signore Gesù, sei vivo in mezzo a noi. Così sia. (Ignacio Larrañaga) Canto (uno conosciuto dalla comunità) Dalla nostra vocazione, in preghiera per le vocazioni Febbraio 2017 4