Da “Africa – La terra dei suoni” COSV LA CLASSIFICAZIONE DEGLI STRUMENTI Senza volerci addentrare in dettegli tecnici, ci sembra opportuno inquadrare i numerosi strumenti raccolti secondo una classificazione generale che si rifà a criteri comunemente adottati da quasi tutti gli studiosi di organologia, ovvero da coloro che scientificamente si occupano della storia e classificazione degli strumenti musicali in quattro categorie: IDIOFONI, MEMBRANOFONI, CORDOFONI, AEROFONI. CORDOFONI Sono presenti in questa categoria gli strumenti musicali che suonano per la messa in vibrazione di una o più corde tese tra due punti fissi; si intende per corda una sottile striscia di materiale tensibile, nel quale la dimensione lineare della lunghezza prevale nettamente sulle altre dimensioni (larghezza e spessore). La sezione della corda può essere di volta in volta circolare ovale o rettangolare, come nel caso di corde nastriformi ricavate da fibre vegetali . Le corde vibranti hanno in genere bisogno di un risuonatore che migliori la qualità ed aumenti l’intensità del suono prodotto. Le corde possono essere eccitate per mezzo della percussione, dello sfregamento (di un archetto), pizzicandole con le dita o con un plettro, o per la pressione di una corrente d’aria. Fanno parte dei CORDOFONI: gli ARCHI MUSICALI, le CETRE su bastone, tavola, zattera, guscio; i LIUTI, le FIDULE, le ARPE e le ARPE-LIUTO. MEMBRANOFONI Sono gli strumenti basati sulla messa in vibrazione di membrane sottoposte a tensione. In genere si tratta di strumenti in cui le dimensioni piane, quali lunghezza e larghezza, sono di gran lunga prevalenti rispetto allo spessore. Poiché inoltre le membrane sono in gran parte costituite da pelli animali, è scontato che esse siano disomogenee per quanto riguarda lo spessore e l’elasticità. Essendo praticamente impossibile tendere in modo uniforme le membrane naturali, la qualità timbrica del suono varia da strumento a strumento, anche se della stessa specie. I modi di mettere in vibrazione tali strumenti sono vari: frizione, percussione, pizzico, pressione. I TAMBURI costituiscono la gran parte degli strumenti presenti in questa categoria. Si distinguono in base alla forma ma anche al metodo di ancoraggio e messa in tensione delle membrane. IDIOFONI Sono in genere definiti IDIOFONI gli strumenti costituiti da un corpo solido elastico, nei quali il suono si produce per la messa in vibrazione della materia di cui è composto il corpo stesso, senza necessità di ricorrere alla messa in tensione di tutto o parte di esso. Tali strumenti possono essere sollecitati in vario modo: per percussione, raschiamento, pizzico, frizione, pressione. La forma dello strumento naturalmente influisce sul modo sul modo in cui si propagano le vibrazioni e quindi sul modo in cui si combinano le componenti del suono prodotto. Si può quindi dire che forma, caratteristiche del materiale, spessore, determinano i differenti suoni prodotti dagli strumenti. Questo degli IDIOFONI è forse il gruppo più numeroso ed antico tra quelli utilizzati nella classificazione degli strumenti musicali, dal momento che spesso la materia da cui sono ricavati non subisce alcuna elaborazione. E’ altresì vero che molti di essi raggiungono un alto grado di complessità nella costruzione. In questa categoria rientrano strumenti quali: gli XILOFONI di vario tipo, le CAMPANE, le SANZE, i SONAGLI, i CREPITACOLI, i TAMBURI a FESSURA, le MARIMBE…. Inutile negare che non tutti gli strumenti rientrano immediatamente nelle quattro categorie principali (che a loro volta possono essere meglio definite attraverso sottocategorie); per alcuni strumenti esistono inoltre opinioni diverse in merito alla classificazione e alla categoria di appartenenza. Per questi motivi si può dire che nella categoria degli IDIOFONI rientrano, spesso anche tutti gli strumenti che, per le loro caratteristiche peculiari, non rientrano nelle altre categorie. AEROFONI Sono definiti AEROFONI gli strumenti nei quali la materia vibrante principale è costituita dall’aria stessa , costretta in un contenitore chiuso o aperto, che ne separa una porzione dall’ambiente, oppure liberamente dispersa nell’ambiente stesso. E’ quest’ultimo il caso dei ROMBI, che fendendo l’aria con un moto circolare producono una serie di vortici e sibili sonori. Negli strumenti a fiato propriamente detti si ha in genere un impulso esterno (quasi sempre il soffio del suonatore) come causa della variazione di pressione da cui dipende la generazione del suono. La formazione di note di altezza diversa dipende, negli strumenti a fiato, dalla lunghezza della colonna d’aria vibrante, in genere determinata dalla presenza di uno o più fori sullo strumento. Si distinguono in questa categoria: i FISCHIETTI, le ANCE, i FLAUTI, diritti, traversi, con o senza fori; gli OBOI, i CLARINETTI, le TROMBE, siano esse conchiglie o trombe tubolari, con o senza bocchino, munite di fori o a pistoni.