Pornografia intellettuale

annuncio pubblicitario
Pornografia intellettuale
Come volevasi dimostrare, qualcuno ha pensato bene di strumentalizzare il mio intervento
di due giorni fa a proposito del V-day. E' il Corriere della sera, distintosi già in passato in
operazioni di dileggio del sottoscritto. Il giornalista Lorenzo Salvia scrive: " Quello che (
Luttazzi ) teme è essere confuso e fuso con il comico genovese che, forse, in caso di
alleanza gli ruberebbe la scena. " Questa frase è talmente squallida che non si commenta
neanche da sola. Non mi piace quando qualcuno mi attribuisce i suoi luoghi comuni; se poi
lo fa ricorrendo all'argomento del tornaconto personale si inserisce da solo nella categoria
dei pornografi intellettuali.
Io non scrivo a vanvera. Uso le parole con criterio. Le mie riflessioni e le mie riserve sono
circostanziate a certe cose dette da Beppe e soprattutto al modo con cui ha scelto di dirle.
Proprio quando le intenzioni sono buone occorre fare attenzione al modo: il rischio è di
danneggiarle.
Scrive Salvia che preferisco rimanere in seconda linea. Nient'affatto. Preferisco rimanere
un artista. L'arte non è mai stata una "seconda linea", e chi lo pensa rivela il deserto
culturale che lo informa. Certo, l'arte non è lo sfogo di pancia. Ha tempi più lunghi. Ma è
inesorabile. Devo davvero ricordare chi osò parlare per primo in tv di certi argomenti nel
marzo del 2001? Tutto il resto è venuto dopo.
"L'espresso" mi mise in copertina e titolò: "Vota Luttazzi". E' la lusinga del potere. Mi
spiace, il mio stile è diverso.
Salvia poi sorvola sulla chiusa del mio post dove descrivo le ragioni positive del V-day.
Che sono più profonde del semplice "Libertà è partecipazione" di Gaber ricordato oggi da
Grillo. Il malessere è reale, il sistema sordo, la soluzione complessa. Ci vorranno molto
tempo, molta pazienza e molta consapevolezza: qualità che purtroppo l'isteria elettrica del
web non possiede.
Resta infine l'ambiguità dell'artista satirico che fa anche il leader di un movimento. Se uno
ha un progetto ( le idee ) e una struttura ( i meet-up ) è già a capo di un partito. Nulla di
male, ma non è più satira.
By Daniele Luttazzi at 13 Set 2007 - 13:39 | Media | blog di Daniele Luttazzi | accedi o registrati per
inviare commenti
Il cosa e il come
Su Beppe Grillo ho tutta una serie di riserve che riguardano il cosa e il come. Spunti per
una riflessione, niente di più: Grillo è ormai un tesoro nazionale come ( fatevi da soli il
paragone: è la "democrazia dal basso" ) e a caval donato non si guarda in bocca. Certo
non mi auguro che finisca come Benigni, a declamare Dante in braccio a Mastella. ( Il
Benigni di vent'anni fa si sarebbe fatto prendere in braccio da Mastella solo per pisciargli
addosso. E una volta l'ha fatto! Bei tempi. )
AVVERTENZA AI FIGLI DI BUONA DONNA
I figli di buona donna che allignano nei bassifondi della repubblica mediatica saranno
tentati di strumentalizzare questo post ( " LUTTAZZI CONTRO GRILLO " ) per dare
addosso in modo becero a Beppe, come hanno già fatto inventandosi l'insulto a Marco
Biagi durante il V-day. L'alternativa è che me ne stia zitto per evitare l'ennesimo circo: ma
dovete ammettere che il tema è troppo interessante; e tacere sarebbe, in fondo, come
subire il ricatto dei figli di buona donna. Ho aspettato tre giorni, così almeno ho evitato il
rendez-vous immediato. ( L'informazione all'italiana prevede infatti: giorno uno, la notizia;
giorno due, la polemica; giorno tre, i commenti sulla polemica; giorno quattro: parlare
d'altro. E invece eccomi qua. ) Se questa precauzione non dovesse bastare, vorrà dire che
chi ne approfitterà finirà dritto dritto in uno speciale elenco dei bastardi che mi stanno sulle
palle. ( Sul quaderno apposito ho già scritto " volume uno ". )
IL COSA
In soldoni, la proposta di legge per cui Grillo ha raccolto 300mila firme mi sembra che
faccia acqua da tutte le parti.
Primo, perchè un parlamentare con più di due legislature è una persona la cui esperienza
può fare del bene al Paese. Pensiamo a gente del calibro di Berlinguer o di Pertini ( talenti
che non ci sono più, ma questo è un problema che non risolvi con una legge, ci vorrebbe il
voodoo ). Grillo li manderebbe a casa dopo due legislature, in automatico. Perchè "i politici
sono nostri dipendenti." Le accuse di populismo che gli vengono rivolte sono qui
fondatissime, specie quando le rigetta usando non argomenti che entrino nel merito, ma lo
sfottò, che è sempre reazionario. ( "Gli intellettuali con il cuore a sinistra e il portafoglio a
destra hanno evocato il qualunquismo, il populismo, la demagogia, uno con la barba ha
anche citato, lui può farlo, Aristofane, per spiegare il V-day. " Non è "uno con la barba": è il
sindaco di Venezia Massimo Cacciari, filosofo, che ha espresso civilmente il suo parere
contrario, argomentando. )
Due, perchè chi è condannato in primo e secondo grado non lo è ancora in modo
definitivo. In Italia i gradi di giudizio sono tre. Il problema da risolvere è la lentezza della
giustizia. I magistrati devono avere più mezzi, tutto qui. ( "Tutto qui" è ovviamente
l'understatement del secolo. )
C, perchè poter esprimere la preferenza per il candidato ha dei pro e dei contro che si
bilanciano ( come capita nel modo attuale ). In passato, ad esempio, poter esprimere la
preferenza non ha impedito ai partiti di far eleggere chi volevano ( collegi preferenziali
eccetera ) . Nè ha impedito alla gente di scegliere, col voto di preferenza, degli autentici
filibustieri.
L'illusione alimentata da Grillo è che una legge possa risolvere la pochezza umana.
Questa è demagogia.
Ma non è solo il cosa. E' soprattutto IL COME. Un esempio: dato che Di Pietro ha aderito
alla sua iniziativa, Grillo ha detto:-Di Pietro è uno per bene.- Brrrr. Quindi chi non la pensa
come Grillo non lo è? Populismo.
L'anno scorso, a Padova, gli "amici di Grillo" avevano riempito il palazzetto dove avrei fatto
il mio monologo con volantini WANTED che mostravano la foto dei politici condannati. Li
ho fatti togliere spiegandone la demagogia: gli amici di Grillo puri e buoni contro i nemici
cattivi. Quando arriva Django?
Lenny Bruce sosteneva, a ragione, che chi fa satira non è migliore dei suoi bersagli. Se
parli alla pancia, certo che riempi le piazze, ma non è "democrazia dal basso": al massimo
è flash-mobbing.
AMBIGUITA'
Grillo si guarda bene dallo sciogliere la sua ambiguità di fondo: che non è quella di fare
politica ( satira e teatro sono politici da sempre, anche se oggi c'è bisogno di scomodare
Luciano Canfora per ricordarcelo ) ( -Canforaaaaa!- ), ma quella di ergersi a leader di un
movimento politico volendo continuare a fare satira. E' un passo che Dario Fo non ha mai
fatto. La satira è contro il potere. Contro ogni potere, anche quello della satira. La logica
del potere è il numero. Uno smette di fare satira quando si fa forte del numero di chi lo
segue. Grillo il problema manco se lo pone. ( La demagogia è naif. Lo sa bene Bossi, che
ieri gli ha pure dato dell'esagerato: perchè una cosa sono i fucili, una cosa ben diversa è il
vaffanculo. )
Scegli, Beppe! Magari nascesse ufficialmente il tuo partito! I tuoi spettacoli diventerebbero
a tutti gli effetti dei comizi politici e nessuno dei tuoi fan dovrebbe più pagare il biglietto
d'ingresso. Oooops!
- I partiti sono il cancro della democrazia.- dice Grillo, servendosi di una cavolata
demagogica che era già classica all'epoca di Guglielmo Giannini. Come quell'altra,
secondo cui " in Italia nulla è cambiato dall'8 settembre del 1943 ". Ma va' là!
Adesso Grillo esalta la democrazia di internet con la stessa foga con cui dieci anni fa sul
palco spaccava un computer con una mazza per opporsi alla nuova schiavitù moderna
inventata da Gates. La gente applaudiva estasiata allora, così come applaude estasiata
ora. Si applaude l'enfasi.
Il marketing di Grillo ha successo perchè individua un bisogno profondo: quello dell'agire
collettivo. Senza la dimensione collettiva, negata oggi dallo Stato e dal mercato, l'individuo
resta indifeso, perde i suoi diritti, non può più essere rappresentato, viene manipolato. E'
questo il grido disperato che nessuno ascolta. La soluzione ai problemi sociali, economici
e culturali del nostro Paese può essere solo collettiva. A quel punto diventerebbe
semplice, anche per Grillo, dire:- Non sono il vostro leader. Pensate col vostro cervello.
Siate voi il cambiamento che volete vedere nel mondo.POST-SCRIPTUM ( 12/9 )
Oggi su Repubblica c'è un refuso simpatico a pag.27:
" (...) il rinvio evita la reazione della piazza, dei fans del V-day di Brillo (...) "
By Daniele Luttazzi at 11 Set 2007 - 21:26 | Politica | blog di Daniele Luttazzi | accedi o
Scarica