1 TERAPIA DELL’EMORRAGIA POST.PARTUM MORTALITA’ MATERNA: MORTI DIRETTE ASSOCIATE A TRATTAMENTO INADEGUATO Why mothers die 1997-1999 MORTALITA’ MATERNA: MORTI DIRETTE ASSOCIATE A TRATTAMENTO INADEGUATO Cause di morte Trattamento Trattamento Tot. Casi di Numero % trattamenti Altamente moderatamente trattamento totale inadeguati Inadeguato inadeguato inadeguato dei casi Trombosi 15 5 20 35 57 % Ipertensione 12 15 27 80% Emorragia 4 1 5 7 71% Embolia da L A 2 _ 2 8 25% Gravidanze precoci 9 2 11 17 65% Sepsi 6 1 7 14 50% Altre cause dirette 2 2 4 7 57% Anestesia 3 3 3 100% Totale 53 11 64 106 60.4% Why mothers die 1997-1999 MORTALITA’ MATERNA: CAUSE PRINCIPALI DI TRATTAMENTO INADEGUATO (morti dirette e indirette) CAUSE N % Trat. inadeguato Poca comunicazione tra i professionisti 32 42 % Incapacità di apprezzare la gravità 30 39 % Diagnosi sbagliata 29 38 % Trattamento sbagliato/non ottimale 29 38 % Non corretto invio all’ospedale da parte del medico di base 16 21 % Il reperibile anziano non si presenta ma da consigli telefonici 10 13 % Terapia intensiva piena 5 6% Terapia intensiva distante 5 6% Mancanza di prodotti del sangue 6% La mortalità materna (verosimilmente sottostimata in tutte le inchieste nazionali) è un indicatore della qualità dei servizi sanitari, anche se ora è un evento raro nei paesi sviluppati e come tale rischia di non essere uno stimolo pressante verso il miglioramento delle cure ostetriche attuali. Un indice di valutazione più utile dal punto di vista operativo potrebbe essere la grave morbilità ostetrica (i cosiddetti casi “near misses”, quelli dove l’evento morte è stato sfiorato e infine evitato) e il rapporto grave morbilità/mortalità. Studio caso-controllo su 48.865 donne che hanno partorito, nel corso di un anno, in 19 reparti di maternità della zona sud-est del Tamigi e in 6 ospedali confinanti. Conclusioni dello studio :la grave morbilità ostetrica e il suo rapporto con la mortalità possono essere misure più sensibili dell’esito della gravidanza piuttosto che il solo indice di mortalità. La maggior parte degli eventi gravi sono collegati all’emorragia ostetrica e alla grave pre-eclampsia. Il taglio cesareo quadruplica il rischio di morbilità. GRAVE MORBILITA’ OSTETRICA 12 donne gravide su mille soffrono di un evento pericoloso per la vita. Ci sono 118 eventi gravi per ogni morte materna. Due terzi dei casi sono collegati a una grave emorragia, un terzo a pre-eclampsia. 2 “Nonostante l’identificazione di fattori di rischio, l’emorragia postpartum primaria spesso si verifica imprevedibilmente in donne a basso rischio”. GRAVE MORBILITA’ OSTETRICA Emorragia superiore a 1.000 – 1.500 ml o shock clinico. Sostenere le funzioni vitali (Anestesista) Arrestare l’emorragia (Ostetrico) Mayor PPH : survey of maternity units in the United Kingdom (Mousa, Alfirevic 2002). C’è una mancanza di accordo circa la definizione di grave PPH: ≥1000 ml (46% delle unità), ≥1500 ml (≥36%), 2000 ml (13%) SHOCK EMORRAGICO:CLASSIFICAZIONE Class I Class II Class III Class IV % blood loss Up to 750 750-1500 1500-2000 >2000 %Blood Volume Up to 15% 15%-30% 30%-40% >40% Pulse Rate <100 >100 >120 >140 Blood Pressure Normal Normal Decreased Decreased Pulse Pressure Normal or increased Decreased Decreased Decreased Respiratory Rate 14-20 20-30 30-40 >35 Urine Output(ml/h) >30 20-30 5-15 Negligible CNS/Mental status Slightly anxious Mildly anxious Anxious, confused Confused, lethargic Fluid Replacement (3:1 Rule)Crystalloid Crystalloid Crystalloid and blood Crystalloid and blood SHOCK EMORRAGICO: FISIOPATOLOGIA Lo shock è la risposta dell’organismo alla diminuzione del trasporto di ossigeno alle cellule (DO2). DO2 = (GC) x (CaO2). Gli effetti dell’anemia devono essere separati da quelli dell’ipovolemia, anche se entrambe possono interferire con il trasposto di ossigeno CaO2 = (SaO2/100)x(1,39xHb)x(O,OO3xPaO2) GC = (VES) x (FC) La ipovolemia è riflessa nella GC, l’anemia nella CaO2. L’esperienza dimostra che in pazienti giovani e sane, perdite sino al 30-40% del volume del sangue possono essere trattate adeguatamente con cristalloidi. Il limite tollerabile di anemia acuta normovolemica non è stato stabilito. Si pensa che il trasporto di ossigeno sia adeguato nella maggior parte degli individui a concentrazioni di emoglobina di 7 mg/dl. In individui sani normovolemici, l’ossigenazione dei tessuti è mantenuta e l’anemia tollerata a valori di Ht del 18-25%. Il cuore comincia a produrre acido lattico a un Ht del 15-20%. SHOCK EMORRAGICO: COSA SUCCEDE ALLA PRESSIONE ARTERIOSA? PA = (VES x FC) x (RP1+RP2+RP3+RPn) 3 SHOCK EMORRAGICO: MONITORAGGIO 2 grosse cannule ev: 16G (grigio, x ml/min), 14G (arancio, x ml/min). O2 in maschera ( mai meno di 8 litri/min). PA, pulsossimetro, ECG. Catetere vescicale. Pressione venosa centrale e arteriosa cruenta. Riscaldatore di liquidi e di sangue, spremisacche. Laboratorio : disponibilità di prodotti del sangue; controlli ripetuti di : emocromo, PT, PTT, fibrinogeno, FDP. Disponibilità delle apparecchiature e dei farmaci dell’anestesia. Insostituibile l’aiuto di un infermiere dell’anestesia. La pressione venosa centrale è l’indice più accurato del pre-carico che a sua volta dipende dalla volemia o riempimento intravascolare. La PVC non dà indicazioni sulla gettata cardiaca. La trasfusione di una sacca di GRC non riscaldata abbassa la temperatura corporea centrale di 0,25 gradi. L’infusione di 1000 cc di cristalloidi a temperatura ambiente abbassa la T. centrale di 0,25 gradi. Dai 36 ai 33 gradi si parla di ipotermia moderata, sotto i 33 gradi di ipotermia grave. L’ipotermia aumenta l’incidenza e la gravità delle coagulopatie. SHOCK EMORRAGICO: CORREZIONE Volemia -Cristalloidi -Colloidi Contenuto di O2 -GRC Coagulazione -FFP -Piastrine -Criocrecipitati CORREZIONE DELLA VOLEMIA Cristalloidi : Ringer lattato (prima scelta), Soluzione fisiologica. Regola del 3:1 Colloidi? : Gelatine (Emagel, Gelplex), Amido idrossietilico o HES ( Voluven). Regola del 1:1 Vantaggi teorici dei colloidi: espansione più rapida del volume plasmatico, minor rischio di edema polmonare. Nessuno dei due provato. Una revisione di 26 studi controllati e randomizzati che confrontavano colloidi vs cristalloidi nella rianimazione, ha trovato che i colloidi sono associati a un aumento del rischio assoluto di morte del 4% ( 4 morti in più su 100 pazienti rianimati). L’uso di grandi volumi di cristalloidi porta a edema periferico ma questo è un problema cosmetico di veloce risoluzione. Non c’è evidenza che un colloide sia più efficace o sicuro di un altro, per quanto gli studi disponibili non sono sufficientemente ampi e non escludono che ci possa essere una differenza clinicamente significativa tra i vari colloidi. CORREZIONE DEL CONTENUTO DI O2 GRC : 1 SACCA 280 cc, alza l’Ht del 2-3% ; quando si trasfondono velocemente più di 3-4 sacche, bisognerebbe usare un riscaldatore di sangue. La trasfusione è raramente indicata quando l’[Hb] ¡Ã 10 gr/dl ed è quasi sempre indicata quando l’[Hb] ¡Â 6 gr/dl, soprattutto se l’anemia è acuta. La decisione di trasfondere a livelli intermedi di [Hb] (tra 6 e 10 gr/dl) si basa sul rischio del paziente di sviluppare complicanze da inadeguata ossigenazione. Fisiologia dell’anemia: il trasporto di O2 è determinato dalla formula DO2= GC X CaO2. A riposo, il trasporto di O2 è quattro volte il suo consumo; questo indica la presenza di una riserva enorme di O2. Durante un’emorragia, se la volemia è mantenuta e il sistema cardiovascolare non è compromesso, teoricamente il DO2 sarà adeguato finché l’ematocrito cade sotto il 10% (Hb≤3 ). Questo perché la diminuzione del contenuto di O2 è compensata da un aumento della gettata cardiaca, da un aumento dell’estrazione di O2 e da uno spostamento verso destra della curva di dissociazione dell’ ossigeno 4 dall’emoglobina. Queste considerazioni rappresentano una condizione clinica ottimale; in pratica si trasfondono GRC a livelli più alti di ematocrito e di emoglobina (Ht≤ 20 ed Hb≤ 6 nei pazienti giovani e sani, Ht≤ 25 ed Hb≤ 8 nei pazienti cardiopatici). L’evidenza scientifica sull’efficacia della terapia trasfusionale con prodotti del sangue è scarsa (mancano studi clinici controllati e randomizzati di ampie dimensioni), così come non si conoscono i valori limite di emoglobina e di ematocrito ai quali trasfondere. Molte società scientifiche hanno stilato linee guida basate sulla migliore evidenza disponibile, proveniente soprattutto da studi osservazionali e da opinioni di esperti. American Society of Anesthesiologists : Practice Guidelines for Blood Component Therapy in Perioperative and Peripartum Settimgs, 1996 CORREZIONE DELLA COAGULAZIONE Crioprecipitato : contiene Fattore VIII, Fattore di von Willebrand, fibronectina, fibrinogeno. Correzione del sanguinamento microvascolare nei pazienti sottoposti a trasfusione massiva con concentrazione di fibrinogeno 80-100 mg/dl. Una unità di crioprecipitato / 10 kg aumenta il fibrinogeno di circa 50 mg/dl ( in assenza di consumo o di sanguinamento massivo in corso ). CORREZIONE DELLA COAGULAZIONE Plasma fresco congelato : 1 sacca ¡Ö 230 ml, dose 10-15 ml/kg, quindi non meno di 4 sacche infuse velocemente. Correzione del sanguinamento microvascolare in presenza di PT o PTT elevati (>1.5). Correzione del sanguinamento microvascolare dopo trasfusione massiva (>1 volume di sangue, >8-10 sacche di GRC) quando PT e PTT non possono essere ottenuti in tempo. Correzione di deficit di specifici fattori della coagulazione e di fibrinogeno, in mancanza di concentrati (dose : 20-25 ml/kg). La somministrazione profilattica di FFP a pazienti che ricevono una trasfusione massiva o la somministrazione basata su test della coagulazione alterati, in assenza di sanguinamento, non è supportata dall’evidenza. L’incidenza di test della coagulazione alterati è alta anche in pazienti che ricevono solo cinque sacche di GRC. E’ improbabile che si sviluppi una coagulopatia da diluizione dopo 10-15 sacche di GRC; tuttavia, man mano che le sacche trasfuse aumentano, sempre più pazienti richiederanno sia piastrine che FFP. Lo shock con ipotensione, l’acidosi e l’ipotermia aumentano l’incidenza e la gravità della coagulopatia. CORREZIONE DELLA COAGULAZIONE Piastrine : dose 1 sacca / 10kg ; una sacca di piastrine aumenta la conta di 5.000-10.000 /mm3, in assenza di consumo. Pazienti che presentano sanguinamento microvascolare generalmente richiedono trasfusioni di piastrine se 50.000 /mm3, raramente richiedono terapia se 100.000 /mm3. Con conte piastriniche intermedie (50.000-100.000) la decisione di trasfondere si basa sul rischio del paziente di sviluppare un sanguinamento peggiore. Il numero di piastrine a cui un paziente è a rischio aumentato di sanguinamento è sconosciuto. Il sanguinamento spontaneo è raro con una conta sopra i 20.000/mm3. Per l’emostasi chirurgica è preferibile una conta sopra i 50.000/mm3. COAGULAZONE INTRAVASCOLARE DISSEMINATA (DIC) ACUTA Processo sistemico che produce sia emorragia che trombosi. Patogenesi: Ingresso nel sangue di procoagulanti o danno endoteliale. Formazione di fibrina nel circolo, attivazione delle piastrine. Fibrinolisi. Deplezione dei fattori della coagulazione e di piastrine. 5 Danno d’organo. COAGULAZONE INTRAVASCOLARE DISSEMINATA (DIC) ACUTA Cause ostetriche : Distacco di placenta Aborto settico Ritenzione di feto morto Embolia di liquido amniotico Pre-eclampsia / eclampsia Shock Trasfusione massiva (ipotermia) COAGULAZONE INTRAVASCOLARE DISSEMINATA (DIC) ACUTA Manifestazioni emorragiche: Petecchie, ecchimosi Sanguinamento da : -Siti di venipuntura -Campo chirurgico -Drenaggi -Ferite -Mucose -Cavità sierose -SNC Manifestazioni ischemiche d’organo : Rene Fegato Polmone SNC COAGULAZONE INTRAVASCOLARE DISSEMINATA (DIC) ACUTA Esami di laboratorio : Misurazioni ripetute che dimostrano un calo del fibrinogeno e delle piastrine sono caratteristiche della DIC. PT e PTT sono allungati nella maggior parte dei casi. FDP sono sempre aumentati. COAGULAZONE INTRAVASCOLARE DISSEMINATA (DIC) ACUTA Trattamento : Correggere la causa scatenante. Terapia di supporto emodinamico. Molte pazienti non richiedono terapia specifica per la coagulopatia sia perché è di breve durata, sia perché non è abbastanza grave. Nelle pazienti che sanguinano : - FFP (10-15 ml/kg), se PT e PTT >1,5 e/o fibrinogeno <50 mg/dl -Piastrine (1 sacca / 10 kg ) se <50.000/mm3 - Crioprecipitato ( 1 unità / 10 kg ) se fibrinogeno <50 mg/dl ( valore da raggiungere 100 mg/dl ). EFFETTI EMODINAMICI DELL’OSSITOCINA L’ossitocina, somministrata rapidamente come bolo ev, può causare una grave ipotensione in donne incapaci di aumentare la gettata cardiaca a causa di ipovolemia o cardiopatia. DOSE: 5UI ev lentamente Non in bolo se ipovolemia o cardiopatia, ma infusione continua. L’ossitocina tende a provocare una ipotensione di breve durata nelle donne sottoposte a TC in anestesia spinale. L’effetto emodinamico primario dell’ossitocina è la vasodilatazione. I meccanismi compensatori, senza i quali l’ipotensione sarebbe più grave, sono l’aumento della frequenza e della gettata cardiaca.