Le nostre ricerche Cenni storici a cura di Maria Grazia Maistrello

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Associazione TREBEA
Le nostre ricerche
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Cenni storici
a cura di Maria Grazia Maistrello Morgagni
SS. Trinità
L’oratorio della Confraternita
Si dice che la chiesa sia stata edificata nel “Leu”,
per volere del conte Giovanni Pierluigi Broglia e dei
confratelli della Compagnia di S. Croce nel primo
decennio del 1700, per adempiere un voto in
ringraziamento per la salvezza dal saccheggio e incendio
del paese durante le scorrerie dei vari eserciti all’epoca
dell’assedio di Torino.
Venne destinata a sede della confraternita di S.
Croce, esistente già dalla metà del 1600, e fu intitolata
alla SS Trinità, come prese a chiamarsi comunemente
anche la Confraternita. Del 7/5/1774 è lo Statuto
rilasciato dal Vescovo di Ivrea Pochettino, confermato il
10 maggio 1798, con unita Bolla che conferiva ai
confratelli ed alle consorelle di ottenere l’assoluzione generale in articulo mortis. Lo Statuto venne
riformato il 29/5/1892 per consentire l’amministrazione di un lascito del cav. Antonio Davico per
provvedere di dote le ragazze più povere del paese e soccorrere all’occorrenza i più bisognosi. Il
lascito confluì poi nella Congregazione di Carità di Casalborgone. I confratelli vestivano un camice di
tela bianca con cappuccio; le consorelle un abito di tela grossa, detta rasola, gialla e ruvida con una
piccola croce di legno da tenersi in mano. Intervenivano alle processioni generali ed a quelle proprie
della Confraternita stessa, ovvero la ricorrenza della SS Trinità, Corpus Domini, S. Agnese, Giovedì
Santo, S. Caterina, portando la croce e le torchie. Accompagnavano obbligatoriamente le sepolture
dei confratelli e, se richiesti, anche le altre dietro compenso, facendo celebrare le messe di suffragio.
Molti definiscono, erroneamente, la Chiesa della SS. Trinità “sconsacrata”. In realtà è questo
un provvedimento raro ed in passato si adottava solo se fatti di sangue avevano profanato il luogo
sacro. Inoltre la disposizione è ritenuta talmente eccezionale da richiedere, per la dimissione ad uso
profano dell’edificio, uno specifico decreto. Ma i predetti eventi non risultano avvenuti per la nostra
chiesa. Che la chiesa fosse consacrata, presumibilmente proprio dal Vescovo Nicola di Ivrea quando
nell’anno 1730 consacrò la chiesa di S. Maria Maddalena, abbiamo conferma dai decreti scaturiti dalla
Visita Pastorale del vescovo De Villa nel settembre 1751 che imponevano di inserire e fissare la pietra
consacrata in una tavola di legno, tuttora esistente sopra la mensa dell’altare.
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La chiesa non è abitualmente adibita al culto ma può essere all’occorrenza utilizzata per usi
liturgici, compreso la celebrazione della S. Messa, come già avviene per la chiesa di S. Maria
Maddalena e per le cappelle campestri. Non è poi certo da oggi la consuetudine di usare gli edifici
sacri per eseguire concerti (nel Rinascimento vi erano anche rappresentazioni sacre accompagnate da
danza), anzi la cornice di una chiesa predispone ad accogliere il messaggio evangelico ma anche
quello della musica, della poesia e dell’arte creando un’armonia dove perfino il silenzio ha qualcosa di
religioso. Quando l’uso della chiesa e del suo sagrato è consono e rispettoso del luogo sacro si eleva
lo spirito, consentendo un’alternativa alla volgarità diffusa e l’incontro fraterno della comunità che
condivide un momento di letizia.
La Confraternita della SS Trinità non ha più iscritti dal 1940 , unico membro resta il parroco
pro-tempore che ne è anche il legale rappresentante.
La chiesa, per l’eleganza delle sue forme ed il contesto in cui è inserita, nel centro storico di
Casalborgone, è soggetta a vincolo artistico ambientale, circostanza che non determina però una
contribuzione per la manutenzione e per la salvaguarda dal rischio di degrado. Merita però di essere
conservata nel rispetto dell’identità, religiosa e culturale, mantenendo inalterato il carattere ed il
significato dell’edificio.
Con l’aiuto della Parrocchia ed il concorso di generosi cittadini, l’Associazione Trebea nata
proprio con l’obiettivo di recuperare e conservare gli edifici del nostro territorio privi di specifica tutela
e a rischio di andare definitivamente perduti, ha provveduto alla riparazione del tetto nel settembre
del 2009. E’ ora necessario provvedere al restauro dell’interno, ripristinando gli originali colori
settecenteschi.
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