Assemblea Generale del 3 marzo 2000 Voto n. 27 Oggetto: BOLOGNA: Progetto esecutivo insediamento di Dipartimenti della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Bologna al comparto Lazzaretto – Bertalia 1° intervento – Importo L. 61.035.000.000. L’ASSEMBLEA VISTA la nota n. 24.01.2000 prot. 391 con la quale il Provveditorato alle OO.PP. per l’Emilia Romagna ha richiesto per conto dell’Università degli Studi di Bologna il parere sul progetto in argomento ai sensi e per gli effetti dell’art. 6, comma 5 della Legge 109/94 e successive modifiche ed integrazioni; ESAMINATI gli atti; UDITA la Commissione Relatrice (Mauro, De Angelis, Pera, Guglielmi, Arredi, D’Antonio, Catricalà, Corbo, Corradi, Fantini, Grisolia, Mirri, Parvopassu, Piroddi, Sanpaolesi, Veca) PREMESSO Con nota 24 gennaio 2000 il Provveditore alle OO.PP. per l’Emilia Romagna ha trasmesso, per conto dell’Università degli Studi di Bologna, il progetto esecutivo dell’insediamento di alcuni Dipartimenti della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Bologna al Comparto Lazzaretto – Bertalia (1° intervento) al fine di acquisire il parere previsto dall’art. 6 comma 5 della Legge 109/94 e successive modificazioni ed integrazioni. Nel seguito si riporta un ampio stralcio della relazione illustrativa allegata al prgetto. L’ insediamento in oggetto è previsto nel protocollo di intesa fra l’Università e la città di Bologna relativo allo sviluppo edilizio dell’Ateneo ed ai servizi per gli studenti, sottoscritto in data 26 marzo 1997 e riconfermato in data 3 maggio 1999. Con o.d.g. n.38 del 10 maggio 1999, il Consiglio Comunale ha approvato la variante al vigente P.R.G. relativa alla zona R.5.3. (scheda GU.4) relativa all’area ad est di via Terracini dove troveranno sede i nuovi Dipartimenti, a completamento di un primo, già avvenuto, insediamento di laboratori pesanti della Facoltà. Al momento, verificandosi la fattispecie della salvaguardia urbanistica, il progetto di cui trattasi non risulta tuttavia rispettare il vigente P.R.G. mentre è pienamente congruente con la variante approvata. Tenuto conto che i tempi tecnici presumibilmente occorrenti per la adozione della variante al P.R.G. e per la procedura di certificazione della conformità urbanistica non paiono compatibili con il programma, e che l’intervento di realizzazione di questo primo insediamento di dipartimenti nella Facoltà di Ingegneria si configura come opera di interesse pubblico, sia in relazione alla natura intrinseca dell’opera, sia per la destinazione della stessa, sia per la natura e l’attività istituzionale dell’Università degli Studi di Bologna, è stato richiesto, a norma dell’art. 81 del D.P.R. n.616/77 e di quanto previsto dal D.P.R. n.383 del 18.04.1994, il parere di conformità urbanistica sul progetto in esame, così come approvato dal Consiglio di Amministrazione dell’Università di Bologna nella seduta in data 27.07.1999. Il progetto di cui trattasi prevede l’insediamento dei dipartimenti DICMA (Dipartimento di Chimica Mineraria e Tecnologia Ambientale), DISCAM (Dipartimento di Chimica Applicata e Scienze dei Materiali) e CIEG (Centro Studi di Ingegneria economica e gestionale), con relative aule e servizi generali per una popolazione complessiva di 1200 studenti circa, su un area sita in adiacenza a Via Terracini, nel comparto Lazzaretto-Bertalia. 2 Con questo intervento viene completato il primo nucleo dell’insediamento in tale area della facoltà di Ingegneria, che di recente aveva già trasferito in detto comparto i laboratori pesanti della facoltà, sia in un complesso di apposita realizzazione, sia in un edificio esistente, denominato “Ex Tecnocupole”, acquistato allo scopo. Resta solamente escluso dall’area complessiva che così viene realizzata, un solo edificio esistente, della casa editrice Esculapio, con la quale l’Università ha in corso trattative per l’acquisto e che pure verrà destinata ad ospitare laboratori presenti di ingegneria meccanica. La nuova localizzazione meccanica della facoltà nel comparto troverà il suo definitivo completamento con il previsto insediamento, su area a ovest di via Terracini, dei dipartimenti DISTART, DAPT, DIEM, e DIENCA, della biblioteca di facoltà, della presidenza e degli altri servizi generali (aula magna, caffetteria, servizi per studenti ecc.), insediamento attualmente in corso di progettazione. L’area di intervento prevista per la realizzazione del nuovo insediamento della Facoltà d’Ingegneria dell’Università degli Studi di Bologna, di proprietà comunale, presenta una superficie complessiva di Mq. 19.457. Il lotto da edificare è posto all’interno di una più vasta area, in parte occupata da altri manufatti di pertinenza della stessa Facoltà, delimitata a Nord-Est da un futuro asse di prosecuzione del confine della ex Tecnocupole Pancaldi, a Sud-Est da aree comunali, a Sud-Ovest da via del Lazzaretto ed infine a Nord-Ovest da via Terracini. Quest’ultima è destinata a divenire, in parte, strada interna all’area universitaria, che si amplierà al di là di via Terracini con l’acquisizione di una vasta area per la realizzazione di un ulteriore grande insediamento previsto sempre per la Facoltà di Ingegneria. Al futuro manufatto l’intervento attuale sarà collegato tramite due percorsi pedonali, destinati prevalentemente agli studenti l’uno ed ai docenti l’altro. In posizione baricentrica tra i due interventi è previsto il manufatto delle Centrali Impianti, dimensionato spazialmente fin da questa prima fase in maniera adeguata ad accogliere anche gli ulteriori moduli impiantistici necessari a dare risposta alle esigenze del futuro insediamento. Al centro del lotto è previsto un manufatto unitario suddiviso in due parti funzionalmente e tipologicamente distinte: una parte caratterizzata da una grande corte 3 interna, in cui sono localizzati gli ambienti di pertinenza dei Dipartimenti (studi, laboratori, uffici, ecc.) disposti su tre piani con accesso principale dal fronte a Sud-Ovest ed una parte, contigua, sviluppatesi su due piani, per aule e spazi di servizio (sala-studio, bar, ecc.) serviti da un’ampia galleria interna a doppia altezza. Al di sotto di ambedue le parti sono previsti piani interrati (con parcheggio, magazzini e locali tecnici sotto il corpo dei Dipartimenti; quasi esclusivamente con locali tecnici per impianti sotto il corpo delle aule). Una galleria di servizio permette i collegamenti impiantistici e funzionali tra i piani interrati e il corpo delle Centrali. I parcheggi all’aperto sono concentrati nel settore Sud dell’area in adiacenza al principale ingresso carrabile posto lungo Via del Lazzaretto, presso il quale riteniamo opportuno prevedere un piccolo “box” per il controllo. Da tale zona di parcheggio, a servizio anche dei laboratori (carico e scarico), si può accedere alla rampa carrabile che conduce al piano interrato. Un piccolo manufatto ad un piano per depositi e locali di servizio costituisce un elemento di delimitazione con le zone a verde che circondano su tre lati il corpo aule. Anche per supplire alla ridotta estensione delle zone all’aperto il progetto prevede l’utilizzazione da parte degli studenti della superficie di copertura delle grandi aule, parzialmente gradonata ed in parte protetta dalla pioggia e dal sole da una pensilina aggettante. Questa sorta di “piazza sopraelevata”, attrezzata con sedili, protetta acusticamente da muri perimetrali ed eventualmente ombreggiata ulteriormente tramite l’installazione di tende facilmente manovrabili, può diventare in alcuni periodi dell’anno luogo di sosta per parte dei circa 1.200 studenti che graviteranno sul nuovo plesso universitario e divenire un’alternativa alla sosta negli spazi interni della galleria. Tale piazza all’aperto è in diretta comunicazione tramite rampe di scale con le zone a verde poste al livello del terreno. Nel piano interrato dell’insediamento sono previste le seguenti zone funzionali: - Parcheggio interno della superficie di mq. 2.316 e capienza di n° 100 posti auto, con accesso da una rampa sul lato sud-est dell’edificio. Dal parcheggio si può accedere direttamente a scale e ascensori dei due dipartimenti DICMA e DICASM 4 il cui accesso è controllato o alle due scale periferiche (lato nord-est), di cui una principalmente destinata al CIEG, e l’altra alla Presidenza di Facoltà (p. 2°). Il parcheggio è ubicato alla quota - 3,75, mentre la restante zona interrata è prevista a quota -5,10. - Galleria di servizio della larghezza circa di m. 5, raggiungibile dal prolungamento della rampa parcheggi ed in diretta comunicazione con il piazzale di servizio della centrale impianti sul lato nord-ovest del fabbricato. Su detta galleria, che funge anche da zona filtro, si aprono le zone impianti e i magazzini dei Dipartimenti. Il rifornimento ai piani superiori può avvenire mediante due montacarichi con accesso diretto dalla galleria. - Zona impianti articolata su tre locali, di cui due disposti simmetricamente nel corpo Dipartimenti ed uno adiacente al cunicolo impianti e sottostante alla zona aule. Detti locali sono destinati fondamentalmente ad accogliere le apparecchiature di trattamento aria, con comunicazione diretta ai grandi cavedi di distribuzione ai piani. - Magazzini e depositi, articolati in quattro locali, tre destinati ai dipartimenti ed uno di maggiori dimensioni destinato a deposito della biblioteca, con collegamento al piano superiore della biblioteca mediante montacarichi. Il corpo dei dipartimenti Al piano terra sono ubicati i due ingressi principali al nuovo complesso, il primo al corpo dipartimenti sul fronte sud-ovest ed il secondo al corpo aule sul fronte nord-ovest. Dall’ingresso principale del corpo dipartimenti si diparte una galleria centrale di smistamento da cui si accede alle sale riunioni ed alla biblioteca comuni, ai due ingressi del DICMA e del DICASM, alle sale studio comuni, all’ingresso CIEG ed alla scala che conduce alla Presidenza. Lungo la galleria sono disposte le chiostrine attrezzate a verde. 5 La restante area è così articolata: - Zona laboratori DICASM, in parte ribassata per permettere una altezza dei laboratori tecnologici di Mt. 4,90, con comunicazione diretta al piazzale di servizio su un fronte ed alla corte interna sull’altro. La restante parte è destinata all’ingresso, controllo, servizi e laboratori di altezza Mt. 4,40 comprensiva di controsoffitto. - Zona laboratori DICMA con caratteristiche funzionali e tecniche simili a quelle della zona DICASM, ma con laboratori non ribassati e dimensioni in pianta ridotte per far luogo alla biblioteca comune ed al CIEG inseriti nello stesso corpo di fabbrica. - Zona laboratori CIEG separata da quella DICMA da porte normalmente chiuse ed apribili solo a seguito di comando automatico in caso di incendio. Il dipartimento CIEG si sviluppa anche ai due piani superiori, ai quali è collegato da scala ed ascensore. E’ prevista una porta, normalmente chiusa, di collegamento con la galleria di smistamento del dipartimento DICMA. Nel primo piano del corpo dipartimenti sono concentrati gli uffici di segreteria e amministrazione, lo studio dei direttori e gli studi dei docenti dei tre dipartimenti DICMA, DICASM e CIEG. Nel caso del DICASM, che prevede un numero ridotto di studi docenti, sono previsti anche studi per ricercatori e borsisti. Dai corridoi di collegamento dei due corpi principali sono previste uscite sulla zona terrazzata di copertura degli ambienti comuni a piano terra. Il secondo piano è in parte attrezzato per essere destinato a laboratori leggeri del DICASM. La presenza di un controsoffitto più alto di cm. 25 rispetto a quello del piano sottostante, di ballatoi sui fronti lunghi del corpo di fabbrica destinato al DICASM e delle prescritte uscite di sicurezza, rende possibile una utilizzazione a laboratori. L’altro 6 corpo di fabbrica è destinato a studi di ricercatori e borsisti dei dipartimenti DICMA e CIEG. Il corpo di collegamento tra i due corpi di fabbrica sul lato sud-ovest è destinato a sede provvisoria della Presidenza della Facoltà di Ingegneria. Sul fronte contrapposto alla Presidenza è previsto un corridoio privo di ambienti che funge da collegamento tra i due corpi del DICMA e del DICASM. Il corpo delle aule La parte dell’intervento destinato ad aule si sviluppa, su due livelli, più un piano tecnico interrato. Al piano terra una galleria interna, con zone a doppia e a tripla altezza e luce dall’alto distribuisce, a partire dall’atrio ove si trova la portineria con retrostante “control-room” e locali accessori, un bar con i necessari locali di servizio ad accesso autonomo ed una sala-studio con circa 90 posti. Ambedue questi locali si aprono su zone esterne attrezzate a verde. Al di là di una grande vetrata con funzione anche di barriera acustica, sono collocate quattro grandi aule gradonate (due con n. 207 posti e due con n. 143 posti, per complessivi n. 700 posti), illuminate, oltre che da luce artificiale, da luce naturale proveniente principalmente dall’alto, mediante lucernari verticali esposti a Nord-Est. I servizi igienici, previsti in ragione di uno ogni venticinque posti in aula, sono distribuiti in parte lungo la galleria, in parte nello spazio ricavabile sotto le aule. Dalla galleria, direttamente con rampe di scale lineari o tramite due corpi laterali a tenuta di fumo, destinati ai collegamenti verticali (scale, ascensori, cavedi per impianti, ecc.) è possibile raggiungere il piano superiore, ove, attraverso ballatoi che affacciano sugli spazi della galleria del piano terra tramite vetrata, si accede a quattro aule, di cui due da circa n. 50 posti e due da circa n. 110 posti. Con queste aule si arriva ad una capacità totale di n. 1020 posti, esclusi quelli della sala-studio. Dai ballatoi del primo piano, in diretta comunicazione visiva ma non acustica (grazie a vetrate di separazione) con gli spazi della galleria a piano terra, si può uscire sulla terrazza di copertura delle grandi aule, la “piazza sopraelevata”, da cui si può scendere direttamente alle aree a verde esterne. 7 La “Centrale impianti” e i depositi Il manufatto per le centrali impiantistiche, previsto in posizione baricentrica rispetto all’insediamento complessivo, e dimensionato a regime dal punto di vista solo edilizio, si sviluppa su tre livelli, di cui l’ultimo è costituito dalla copertura. Al livello interrato, collegato alle sottocentrali poste al di sotto dei corpi edilizi “aule” e “Dipartimenti” tramite una galleria di servizio di cui in futuro potrà essere previsto il collegamento con il nuovo intervento della Facoltà di Ingegneria, sarà collocata la Centrale termica con i gruppi elettrogeni, antistante ai quali è previsto un piazzale di servizio raggiungibile da Via Terracini tramite una rampa, e la Centrale Idrica; al piano terra la cabina ENEL e la Centrale Elettrica; infine sulla copertura, contornata perimetralmente da alti muri con funzione di barriera acustica, sono posti i gruppi frigoriferi. Per i prospetti esterni, analogamente al corpo delle aule, è stato previsto un rivestimento in mattoni. Analogo rivestimento avranno i piccoli manufatti dei depositi posti a delimitazione della zona a verde e dei parcheggi. In questi, oltre a due locali a servizio dei laboratori del dipartimento DICASM, sono previsti depositi per gli arredi esterni del bar, per i rifiuti, per lo stoccaggio dei gas, dei solventi e degli esausti utilizzati nei laboratori. Secondo quanto riportato nella “Relazione generale”, “l’intervento è stato progettato sulla base delle specifiche esigenze dei Dipartimenti da insediare, raccolte mediante l’attività di un’apposita Commissione dell’Università e successivamente aggiornata nell’anno 1998, in relazione anche alle mutate esigenze dell’Ateneo”. I dati generali del complesso sono i seguenti: - AREA DI INTERVENTO: mq. 18.907 - INDICE DI UTILIZZAZIONE : - STANDARD PARCHEGGI: - SUPERFICIE COPERTA NUOVE COSTRUZIONI - SUPERFICIE SCOPERTA Su = mq. 12.700 40% Su. mq. 7.661 mq. 11.246 SU. DI PROGETTO : mq. 12.218 < mq. 12.700 8 S.a.f.t. : mq. 936 < 50% SU = mq. 6.109 STANDARD PARCHEGGI : mq. 0,40 X 12.218 = mq. 4.887 S. PARCHEGGI ESTERNI : mq. 4.094 S. PARCHEGGI INTERNI : mq. 2.306 TOT. : mq. 6.400 > mq. 4.887 Gli edifici facenti parte del progetto, dal punto di vista strutturale, possono essere individuati come segue: - un corpo di fabbrica a pianta rettangolare con lati di circa 72.00 m e 65.00 m, con un’ampia corte interna ed articolato su un piano interrato e tre piani fuori terra, per un totale di quattro solai: per tale corpo di fabbrica, che sarà destinato ad ospitare i Dipartimenti; - un corpo di fabbrica con una pianta più articolata ma iscritta in un rettangolo con lati di circa 65.00 m e 52.00 m, adiacente ma strutturalmente giuntato al precedente ed articolato su un piano interrato e due piani fuori terra, oltre una copertura praticabile, per un totale di tre solai; esso sarà destinato ad ospitare le aule ed altri servizi; - altri corpi di fabbrica minori, dei quali il primo, più rilevante e consistente in due solai, è articolato su un ampio piano interrato ed un piano terra, oltre una copertura ed è destinato ad ospitare le centrali tecnologiche gli altri due, sviluppati sul solo piano terra, sono invece destinati a depositi di gas e rifiuti. Pur non ricadendo Bologna nell’ambito delle zone dichiarate sismiche dalla Normativa nazionale, per esplicita richiesta della Committenza l’intera struttura è stata dimensionata come se ricadesse in una zona sismica di terza categoria (S=6). Le strutture degli edifici principali e di quello delle centrali tecnologiche sono state previste in c.a. e gettate in opera. I solai (di vari spessori fino ad un massimo di 55cm., in funzione delle luci e dei carichi cui verranno destinati) sono di tipo semiprefabbricato (predalles) completati con getto in opera, con una resistenza al fuoco almeno pari a R 90’ secondo le norme VV.FF. . Per alcune limitate zone della copertura 9 del piano terreno del corpo di fabbrica dei dipartimenti si sono adottate strutture in acciaio con solai leggeri in lamiera grecata e calcestruzzo, onde limitare il peso sulle sottostanti strutture di copertura dell’autorimessa interrata. Le travi sono per lo più a spessore, per ragioni funzionali: le travi emergenti sono limitate alle zone di maggiore carico e/o luci considerevoli. Oltre ai pilastri, prevalentemente a sezione circolare, sono presenti anche dei setti e nuclei rigidi (vani scala-ascensore), disposti secondo una logica finalizzata a migliorare il comportamento antisismico dell’intera struttura. Le fondazioni sono di tipo profondo con plinti a uno o più pali trivellati di diametro 600 mm e 800 mm. È stata prevista inoltre un’opera di sostegno del terreno, notevole per sviluppo complessivo, consistente in una paratia di pali trivellati accostati, di diametro 800 mm. e lunghezza totale pari a 120 m, contornante tutto l’edificio Dipartimenti e quello delle Centrali tecnologiche. Nella verifica della resistenza al fuoco delle strutture sono stati presi in considerazione i seguenti valori: R 120’ - per il deposito della biblioteca - per l’autorimessa interrata R 180’ - per l’edificio delle centrali tecnologiche R 120’ R - per tutto il resto del complesso 90’ Impianti meccanici Nell’edificio Centrali termiche trovano ubicazione la Centrale termica, la Centrale frigorifera, la Centrale antincendio, le Cabine di trasformazione e i locali quadri elettrici. Le centrali sono state dimensionate sia per le esigenze del nuovo insediamento previsto nella 1° fase, che per il futuro ampliamento. Si precisa inoltre che le apparecchiature previste nelle centrali sono quelle effettivamente necessarie alla prima fase dell’insediamento. 10 Centrale termica generale Il fabbisogno termico necessario agli impianti di condizionamento e riscaldamento sarà prodotto dalla centrale termica generale ubicata nell’edificio Centrali termiche posto tra i corpi “Esculapio” ed ex “Tecnocupole”. L’ingresso alla Centrale termica avverrà a quota -5,20 dal piazzale esterno. Centrale frigorifera per produzione acqua refrigerata La Centrale frigorifera è prevista all’esterno sul solaio di copertura dell’edificio e sarà articolata su due gruppi refrigeratori di acqua a vite a recupero di calore, con condensatore raffreddato ad aria. Come per la Centrale termica anche la Centrale frigorifera è stata dimensionata per assicurare il futuro ampliamento, anche se in questa 1° fase verranno installati due gruppi frigoriferi della potenza di 1.200 Kw cadauno con le relative apparecchiature di funzionamento. Distribuzione fluidi in galleria Dalla Centrale termofrigo avranno origine i circuiti di acqua calda, acqua refrigerata ed acqua di recupero calore dalla centrale frigo. I circuiti transiteranno nella galleria impianti ed andranno a servire le rispettive utenze di edificio e precisamente: - Edificio Aule-Dipartimenti - Edificio esistente nuovi laboratori - Edificio esistente ex Tecnocupole Centrali di condizionamento “A”, “B” , “C” Al piano interrato del nuovo edificio troveranno ubicazione le rispettive sottocentrali di zona: Sottocentrale “A” - Dipartimenti Sottocentrale “B” - Dipartimenti Sottocentrale “C” - Corpo Aule 11 Impianto di condizionamento con ventilconvettori a quattro tubi ed aria primaria Il sistema di climatizzazione che servirà gli ambienti adibiti ad ufficio sarà costituito da un impianto con mobiletti fan-coils a quattro tubi più aria primaria. Il fabbisogno termico o frigorifero di ogni singolo ambiente condizionato verrà fornito da mobiletti fan-coils posti sotto i davanzali delle finestre e collegati idraulicamente alla rete di distribuzione acqua calda ed acqua refrigerata. L’aria primaria necessaria all’ossigenazione degli ambienti ed al controllo del valore di umidità relativa verrà trattata dai condizionatori installati nelle rispettive centrali di condizionamento e distribuita nei locali condizionati per mezzo di canali in lamiera zincata discendenti nei cavedi verticali, canali montati nei controsoffitti dei corridoi ed infine attraverso bocchette di immissione installate in alto a parete. L’aria primaria immessa negli ambienti verrà ripresa con bocchette di ripresa combinate con le bocchette di immissione e convogliata alla canalizzazione parallela alla mandata e si collegherà ad un ventilatore centrifugo installato in copertura. Impianto di condizionamento laboratori con unità di trattamento locale e condizionatore VAV e condizionamento biblioteca I locali laboratori dei Dipartimenti saranno condizionati con un impianto del tipo a tutt’aria ad alta velocità a portata variabile con inverter e cassette riduttrici di pressione. Inoltre per abbattere le rientrate di calore ed i carichi interni sono previste delle unità autonome con doppia batteria (caldo e freddo) ubicate nel controsoffitto. Il condizionamento della biblioteca è previsto con un condizionatore ad aria primaria per il ricambio d’aria ed il controllo dell’umidità relativa. I carichi sensibili invece sono bilanciati dall’impianto fan-coil a 4 tubi. Impianto di riscaldamento e raffrescamento a pavimento Gli atri di accesso, gli spazi comuni nonché i corridoi del nuovo insediamento di ingegneria sono riscaldati e raffrescati con un impianto a pavimento . La rete di distribuzione alimenterà una serie di collettori modulari di zona da dove si distribuiranno a pavimento le tubazioni in polietilene reticolato. 12 Impianto di condizionamento a tutt’aria, aule grandi L’aria necessaria al riscaldamento ed al condizionamento delle aule grandi è trattata da quattro unità di trattamento aria a servizio di ogni aula. I quattro impianti di condizionamento sono del tutto simili e si differenziano per la diversa portata d’aria delle macchine. Impianto di condizionamento a tutt’aria aule piccole, sala studio, bar L’impianto di condizionamento delle aule piccole, della sala studio e del bar, è del tutto simile all’impianto previsto per le aule grandi, con la diversità di portata d’aria delle macchine in relazione ai locali da servire; pertanto ogni blocco di aule al piano primo, la sala studio ed il bar al piano terra saranno trattati con proprio condizionatore del tipo a tutt’aria. Impianto di distribuzione gas metano La rete di distribuzione del gas metano avrà origine dal punto di allaccio della Società del gas di Bologna. Impianto di raffreddamento cabina TRAFO e locale U.P.S. Al fine di smaltire il calore prodotto dalle macchine elettriche nei locali destinati a cabina di trasformazione, locale di bassa tensione e locale Gruppo di continuità sono state previste delle unità di condizionamento autonome con motocondensante remota posta in copertura. Impianto di riscaldamento con radiatori servizi igienici Il riscaldamento dei locali W.C. avrà origine, con rete indipendente, dalla propria sottocentrale di competenza e sarà del tipo centralizzato con corpi riscaldanti in ghisa alimentati con acqua calda. Impianto di estrazione aria servizi igienici 13 La ripresa dell’aria per ogni gruppo di servizi igienici sarà realizzata con canali di acciaio zincatocollegati ai montanti verticali, che corrono in appositi cavedi fino alla copertura, dove sono collocati sui rispettivi ventilatori di espulsione d’aria. IMPIANTO IDRICO La distribuzione dell’acqua potabile a servizio dell’edificio avrà origine dal contatore della Società erogatrice, posto presso l’ingresso delle centrali tecnologiche in Via Terracini. Dal contatore avrà origine una tubazione che servirà un collettore posto nella centrale idrica, da cui partiranno le seguenti reti di distribuzione: - alimentazione idrica servizi aule - alimentazione idrica servizi laboratori e uffici - alimentazione idrica laboratori DICMA - alimentazione idrica laboratori DICASM IMPIANTO IGIENICO SANITARIO L’impianto di raccolta delle acque di scarico degli apprecchi sanitari sarà realizzato con tubazioni e pezzi speciali di polietilene pesante, saldati per fusione o collegati con manicotti corredati di guarnizioni in gomma posti all’interno di un cavedio. La rete orizzontale sarà realizzata in polietilene e sarà pronta a soffitto del piano interrato con una pendenza non inferiore allo 0,5%. Impianto di raccolta acqua piovane Le acque meteoriche raccolte dalle falde inclinate dei terrazzi saranno convogliate nella fognatura bianca passante a soffitto del piano interrato, mediante pluviali realizzati in tubo in p.v.c. tipo 302 con giunzioni a bicchiere ed anello a tenuta in gomma elastometrica. Sistema di sollevamento acque bianche Allo scopo di raccogliere le acqua meteoriche dalle intercapedini e dalle griglie delle rampe, dall’autorimessa e da alcuni pluviali che insistono sulla zona ribassata 14 dell’autorimessa, verrà installata sotto il livello del pavimento del piano interrato, una stazione di sollevamento articolata su n. 2 elettropompe. Rete di raccolta acque laboratori La rete dell’acqua di scarico dei laboratori sarà realizzata in polietilene ad alta densità per condotti di scarico, e correrà a soffitto nel piano interrato dei dipartimenti. La rete di raccolta acqua avrà una pendenza non inferiore allo 0,5% e si attesterà su una vasca di cemento armato interrata di capacità utile pari a 20 mc., ubicata all’esterno del complesso edilizio. Lo smaltimento delle acqua reflue dei laboratori in fogna avverrà manualmente, attraverso un sistema di pompaggio che verrà utilizzato dopo che siano state effettuate le analisi del liquido stoccato. Nel caso le analisi risultassero negative in relazione alle tabelle vigenti, il liquido dovrà essere smaltito da una ditta specializzata. Rete di raccolta acqua nere e bianche Al fine di raccogliere le acque piovane di piazzali e strade è stato previsto un sistema di smaltimento delle acque bianche di superficie articolato in una rete di tubazioni in p.v.c. di tipo pesante, caditoie, griglie lineari poste sulle rampe. In tutta la rete le tubazioni saranno rinfiancate con calcestruzzo; il cavo rimanente verrà quindi riempito con materiale di cava selezionato, onde impedire cedimenti stradali. I pozzetti speciali saranno realizzati con un sistema di prelievo dei campioni da analizzare nel caso si presentasse la necessità. Impianto di distribuzione gas tecnici I laboratori localizzati nel corpo Dipartimenti al piano terra ed al piano secondo saranno serviti da un impianto di distribuzione gas tecnici in origine dai depositi di stoccaggio bombole posti in un manufatto all’esterno dell’edificio. I gas tecnici previsti e distribuiti con tubazioni in rame sono i seguenti: azoto puro, ossigeno, anidride carbonica, elio, aria pura. 15 All’interno di ogni laboratorio la distribuzione avverrà in vista su canaletta metallica fino alla localizzazione della presa di utilizzo, costituita da cassetta con riduttore di pressione ed innesto rapido. Oltre ai gas elencati, è prevista la distribuzione dell’idrogeno per alimentare alcune utenze previste in qualche laboratorio specifico. Impianto antincendio Il complesso edilizio sarà dotato di un impianto antincendio costituito da una centrale di pressurizzazione con stoccaggio di acqua a servizio delle lance antincendio UNI 45. La centrale di pressurizzazione sarà costituita da un serbatoio di accumulo acqua in cemento armato e da un sistema di pompaggio articolato su tre elettropompe, di cui una adibita al mantenimento della pressione della rete antincendio. Alla rete antincendio generale saranno allacciate anche le cassette UNI 45 a servizio delle autorimesse ubicate al piano interrato. All’esterno dell’edificio, in posizione facilmente accessibile dai mezzi VV.F., saranno installati due gruppi di attacchi motopompa UNI 70. E’ prevista la realizzazione di un impianto automatico di spegnimento incendi a pioggia (Sprinkler) per la protezione dell’autorimessa posta al piano interrato dell’edificio dipartimenti. L’impianto sarà alimentato da una vasca di riserva che avrà il compito di alimentare sia l’impianto Sprinkler (65mc.) che l’impianto di spegnimento incendi ad idranti UNI 45 (65mc.) con proprio attacco indipendente e propria centrale di spinta. Regolazione automatica e controllo D.D.C. impianti Gli impianti tecnologici e di sicurezza del complesso saranno dotati di sistema di supervisione e controllo. Tale sistema svolgerà fondamentalmente due funzioni: -automazione e integrazione degli impianti, ovvero tutte quelle attività di coordinamento e ottimizzazione degli impianti che vengono svolte autonomamente, cioè senza intervento dei gestori del sistema; 16 -funzioni di sistema informativo, a supporto delle decisioni, dedicato alla gestione operativa del comprensorio. Impianti elettrici e speciali Le centrali (elettrica, termica e di condizionamento) trovano sistemazione in un corpo di fabbrica separato. L’energia elettrica necessaria fornita dall’ENEL alla tensione di 15.000 Volt è portata con tre trasformatori riduttori alla tensione di 380/220 Volt. E’ anche previsto un quarto trasformatore che, in caso di fuori servizio di uno dei precedenti tre, possa sostituirlo in tempi brevi, con semplici manovre degli interruttori esistenti. La stessa centrale elettrica è stata dimensionata per alimentare nell’ambito dell’Università, sempre in media tensione, sia un fabbricato esistente sia il futuro complesso. Inoltre, con lo scopo di assicurare la continuità delle funzioni svolte dalla Facoltà, è stata data alla centrale elettrica la possibilità di produrre l’energia all’uopo necessaria. In questo caso però alcune utenze, pesanti dal punto di vista del consumo, come l’impianto di condizionamento, verranno disabilitate. Invece in altre attività che, con la pur breve mancanza di energia, vedrebbero compromessi importanti risultati, saranno alimentate con continuità assoluta. Tale è il caso dei laboratori dei dipartimenti DICASM e DICMA nonché dei Centri di Calcolo che operano nell’insediamento. Le apparecchiature di media tensione sono state scelte in modo da evitare l’impiego di materiali infiammabili. I quadri sono del tipo protetto contro l’arco interno e garantiscono la massima sicurezza anche nel caso in cui si verifichi un arco all’interno dello scomparto. E’ precluso qualsiasi contatto accidentale con parti in tensione. Le manovre sono effettuate dall’esterno ed una serie di blocchi meccanici impediscono eventuali errori. I collegamenti quadri M.T.-Trasformatori saranno realizzati con cavi unipolari non propaganti l’incendio ed a ridotta emissione di sostanze corrosive, largamente 17 dimensionati per quanto a portata di corrente ed opportunamente disposti nei cunicoli in modo da evitare ridotti raggi di curvature. E’ previsto che la distribuzione in bassa tensione, 380/220 Volt, parta dal quadro elettrico generale nella cabina di trasformazione. Da qui sono derivate le alimentazioni per i quadri generali di edificio, tre in totale, due per l’edificio laboratori ed uno per le aule. Anche i quadri generali di edificio seguono le modalità costruttive previste per quello di centrale elettrica con la sola variante che sarà consentito disporre in comune i terminali per conduttori in uscita. Le canalizzazioni per la distribuzione saranno sistemate nei corridoi sotto il pavimento sopraelevato, in modo da non interferire con le disposizioni dei singoli ambienti e rendere così più elastiche possibile le stesse installazioni, o, comunque, limitare i disagi agli utenti vicini nel caso di variazione nella topografia dei locali. L’illuminazione degli ambienti sarà realizzata con tubi fluorescenti rettilinei che permettono di ottenere, allo stesso tempo, comfort visivo e risparmio energetico. I corpi illuminanti progettati rispondono alle caratteristiche particolari ed alle modalità di installazione proprie dell’ambiente. Il prelievo dell’energia per altre utilizzazioni è effettuato a mezzo di opportuni dispositivi di facile manovrabilità ed installazione che consentiranno comunque di operare in sicurezza. Altri impianti o predisposizioni che completano il progetto in esame sono: - Controllo accessi: l’ingresso a tutti i laboratori è controllato mediante tessera con banda magnetica personale. Nella centrale di comando è programmato l’accesso di utenti abilitati ad alcune zone predeterminate tramite tessera personale programmata. - Ingresso degli studenti ai Dipartimenti: alcuni posti esterni citofonici saranno installati all’ingresso dei Dipartimenti, onde consentire agli studenti che ne richiedono l’accesso di comunicare con i docenti. 18 - L’impianto di telesorveglianza: in corrispondenza degli ingressi all’insediamento, sia carrabili che pedonali, sono stati previsti controlli da realizzare mediante TV.CC. - Rilevazione incendi: sarà composto da una centrale indirizzata analogica, capace di gestire un massimo di 1008 punti di tipo a microprocessore o analogico. Il cavo che costituisce la rete deve essere del tipo schermato e di sezione non inferiore a 2x1,5mmq. Gli organi di captazione sono: i rilevatori di fumo ed i rilevatori di temperatura da utilizzare negli ambienti con presenza di fumo in condizioni normali. Sono anche previsti dispositivi per porte tagliafuoco e pulsanti di allarme manuale. L’importo dell’intervento, secondo quanto riportato nel computo metrico è pari a complessive £. 61.035.000.000 e risulta così articolato: A – Lavori a base d’asta * Opere edili, strutturali ed affini L. 35.771.617.000 * Impianti meccanici L. 6.856.280.000 * Impianti elettrici e affini L. 5.612.797.000 * Impianti di collegamento L. 322.578.000 * Interventi su impianti esistenti L. 253.523.000 L. 48.816.795.000 * Costi della sicurezza L. TOTALE 715.205.000 L. 49.532.000.000 ============= B) Somme a disposizione dell’Amministrazione per: 1 – Imprevisti 3% L. 1.485.960.000 2 – Spese tecniche L. 3.864.000.000 3 – Allacciamenti L. 4 – IVA 10% su A) + B1) L. 19 200.000.000 5.101.796.000 5 – IVA 20% su B2) e oneri previdenziali TOTALE L. B) 850.080.000 L. 11.501.836.000 TOTALE A) + B) L. 61.033.836.000 Arrotondamento L. 1.164.000 L. 61.035.000.000 ============= Detto importo non comprende la segnaletica e gli arredi fissi, semifissi e mobili, che saranno oggetto di acquisto separato. Il relativo finanziamento di £. 61.035.000.000 sarà posto a carico del bilancio universitario: per £. 12.700.000.000 sul bilancio 2000, per £. 190.900.000.000 sul bilancio 2001 e per 14.960.000.000 sul bilancio 2002, così come specificato nella delibera del Consiglio di Amministrazione dell'Università di Bologna del 07/12/1999. I prezzi di elenco sono stati desunti dal Prezzario del Provveditorato alle OO.PP. di Bologna e dal Prezzario del Comune di Bologna o della Camera di Commercio, corredati da analisi. Il progetto è costituito, oltre che dalla relazione tecnica, dal computo metrico estimativo e dagli elenchi prezzi, dai seguenti elaborati: - Relazione generale tecnica descrittiva - Stima dei lavori e riepilogo generale di spesa - Cronoprogramma dei lavori - Specifiche tecniche - Computo metrico estimativo - Elenco prezzi unitari - Analisi prezzi - Sommario del computo metrico estimativo 20 A) PROGETTO ARCHITETTONICO 0: Planimetrie generali A0.0.1 - Stato di fatto – Inquadramento dell’intervento 1:5000 A0.0.2 – Planimetria generale dell’area d’intervento – Stato di fatto 1:500 A0.0.3 – Planimetria generale dell’area d’intervento – Progetto 1:500 A0.0.4 – Planimetria di progetto (con indicazione delle demolizioni rispetto allo stato di fatto) 1:500 A1 – Piante, Prospetti e Sezioni N° 42 Tavole A2.4. – Sistemazioni esterne A.4.1 – Planimetria generale dell’area di intervento A3.1. – Dettagli architettonici e costruttivi corpo Dipartimenti – N° 12 Tavole A.4 – Abachi – N° 5 Tavole B) PROGETTO STRUTTURE - Relazione di calcolo (parte generale) - Relazione geologico-tecnica - Relazione idrologica-idraulica - Relazione sui materiali - Valutazione della resistenza al fuoco degli elementi strutturali - Relazione geologico-tecnica B.1 – Strutture corpo Dipartimenti – N° 48 Tavole B.2. – Strutture corpo aule – N° 29 Tavole B3 – Strutture corpo centrali tecnologiche e corpo depositi 21 1:200 N° 11 Tavole C) PROGETTO IMPIANTI C.CR – Impianti meccanici - Specifiche tecniche impianti meccanici - Specifiche tecniche impianti di elevazione - Computo metrico estimativo impianti meccanici - Computo metrico estimativo impianti di elevazione - Elenco prezzi – Analisi – Impianti meccanici ed elevazione - Analisi prezzi (meccanici) - Calcoli termici e frigoriferi (legge 10/91) - Calcoli frigoriferi - N° 48 Tavole - C IS - Impianto Idrico-Sanitario, Antincendio e Innaffiamento N° 20 Tavole - C IG - Impianto Gas Tecnici – N° 10 Tavole IMPIANTI ELETTRICI (C IE) ED IMPIANTI SPECIALI (C IS) - Specifiche tecniche - Computo metrico estimativo - Elenco prezzi unitari - Analisi prezzi - N° 64 Tavole C SP: IMPIANTI SPECIALI - Impianto rilevazione incendi - N° 4 Tavole - Impianto telefonico-dati - N° 5 Tavole 22 - Impianto controllo accessi - N° 6 Tavole VF: ESAME PROGETTO CERTIFICATO PREVENZIONE INCENDI - N° 10 Tavole COORDINAMENTO PER LA SICUREZZA IN FASE DI PROGETTAZIONE - D.psc Piano di sicurezza e coordinamento (art. 12 D.Lgs. 494/96) - D.pgs Piano generale di sicurezza (art. 13 D.Lgs. 494/96) - D.fas Fascicolo (art. 4 D.Lgs. 494/96) - D.can Organizzazione del cantiere Con nota in data 16.2.2000 prot.166 sono stati trasmessi elaborati integrativi, alcuni dei quali peraltro già precedentemente inviati gli ulteriori elaborati sono così articolati: PLANIMETRIA GENERALE DELL’AREA DI INTERVENTO: SUPERIFICI DI PARCHEGGIO - B) PROGETTO STRUTTURE: Allegati alla Relazione di Calcolo: - B. All.1 - Analisi dei carichi al piede dei pilastri e dei setti (di cui al par.9 della Parte generale) - B.All.2 - Solai e solette: sollecitazioni e verifiche (di cui al par.11 della Parte generale) - B. All.3.1. - Travi: sollecitazioni e verifiche (di cui al par.12 della Parte generale) - B. All.3.2- Travi: sollecitazioni e verifiche (di cui al par. 12 della Parte generale) - B. All.4 - Analisi sismica e relative verifiche (di cui al par. 13 della Parte generale) - B. All.5 - Strutture in acciaio: sollecitazioni e verifiche. - C) PROGETTO IMPIANI: Impianto di Condizionamente - Relazione di calcolo tubazioni e canalizzazioni aria Impianto di Smaltimento Scarichi - Nuovo percorso condotto fognario – Planimetria generale Impianto Elettrico - CE1 Calcoli delle correnti di corto circuito - CE2 Dimensionamento cavi 23 - CE3 Calcoli illuminotecnici Il progetto ha riportato l’approvazione da parte della Commissione Edilizia di Ateneo in data 28.10.1999, con la prescrizione che sia effettuata una verifica degli spazi a servizio degli studenti che usufruiscono della struttura in quanto gli uffici considerano detti spazi non completamente sufficienti a consentire un pieno utilizzo delle aule previste; tale problema dovrà essere affrontato dalla Facoltà per il periodo transitorio, in attesa della realizzazione della II fase a ovest di Via Terracini. Il Consiglio di Amministrazione dell’Università in data 7.12.1999 ha approvato il progetto fatta salva l’acquisizione delle relative delibere del Dipartimento e della Facoltà. Lo stesso Consiglio ha anche evidenziato che, a seguito di richiesta del Provveditorato alle OO.PP. di utilizzare come riferimento per la stima il nuovo Prezzario del Provveditorato di recente pubblicazione, il livello dei prezzi risulta mediamente più elevato rispetto alle ipotesi di mercato per un intervento delle dimensioni di cui trattasi. Il progetto risulta corredato di apposita relazione istruttoria dell’Ingegnere Designato del Nucleo Operativo di Bologna che ha espresso parere favorevole all’approvazione sulla base delle seguenti considerazioni: il progetto risulta sufficientemente illustrativo delle opere da eseguire e gli elaborati che lo compongono sono sostanzialmente quelli di rito prescritti dalla normativa vigente, in particolare il Capitolato Speciale d'Appalto illustra la tipologia e le metodologie delle opere da eseguire ed è stato redatto in modo da consentire l'affidamento dei lavori a corpo; necessita che l'Amministrazione Università, prima di procedere all'affidamento delle opere in argomento, acquisisca tutti i prescritti pareri e conformità (Vigili del fuoco, Azienda USL, conformità urbanistica ecc.) per il quali al momento ha presentato esclusivamente le domande ai rispettivi enti. CONSIDERATO 24 Si rileva preliminarmente che gli elaborati progettuali trasmessi in data 24/1/2000 sono stati successivamente integrati con altri elaborati inviati con nota del 16/2/2000; peraltro questi ultimi sono risultati in buona parte (Relazione di calcolo delle strutture, Relazione geologico-tecnica, Relazione sui materiali, Relazione idrologico-idraulica, Valutazione delle resistenze al fuoco) identici ai corrispondenti già trasmessi; altri elaborati sono soltanto tabulati informatici. Inoltre alcuni elaborati integrativi, datati sulla copertina 25/10/1999, al loro interno risultano invece datati, pagina per pagina, 15/2/2000 e 17/2/2000. In linea generale si osserva altresì che la documentazione trasmessa comprende alcuni elaborati di calcolo relativi agli impianti elettrici che risultano predisposti e redatti integralmente da una ditta fornitrice di prodotti commerciali di illuminazione, il cui nominativo ricorre più volte. In particolare nell’Album dei calcoli illuminotecnici è scritta testualmente: “La 3F Filippi si assume la responsabilità progettuale del presente progetto redatto sulla base dei dati forniti dal Committente, declinando ogni responsabilità in caso di inesattezza o incompletezza dei dati ricevuti”. Tale prassi oltre a comportare indebiti condizionamenti sulle successive fasi di scelta del contraente e di esecuzione dei lavori, appare inaccettabile sotto il profilo giuridico e dell’etica professionale. Analogamente, per quanto riguarda gli impianti meccanici, nel relativo Capitolato Speciale si fa riferimento in modo esplicito a procedere esclusive di una ditta, secondo quanto si legge a pag.3 del documento:”………….” Infine, per quanto concerne gli aspetti generali, si fa rilevare che, come di seguito più dettagliatamente evidenziato, la mancata trasmissione di un quadro esigenziale, relativo a tutte le attività svolte all’interno del complesso universitario ed ai relativi utenti non consente di verificare il dimensionamento e la fruibilità di tutti gli spazi progettati e di valutarne quindi l’adeguatezza in rapporto al soddisfacimento delle esigenze. Tale aspetto preliminare è stato del resto evidenziato anche dalla Commissione Edilizia di Ateneo che, in fase di approvazione preventiva, ha formulato la prescrizione, riportata agli atti, “che sia effettuata una verifica degli spazi a servizio degli studenti che 25 usufruiscono della struttura in quanto gli uffici considerano detti spazi non completamente sufficienti a consentire un pieno utilizzo delle aule previste”. Di tale verifica peraltro non vi è riscontro nella documentazione trasmessa. ASPETTI URBANISTICI Nella “Relazione Generale” viene evidenziato che il progetto di cui trattasi, relativo ad un primo insediamento di tre Dipartimenti della Facoltà di Ingegneria di Bologna, non è conforme al P.R.G. vigente. Nella stessa Relazione si precisa che il Consiglio Comunale di Bologna ha approvato la variante al P.R.G. relativa alla zona R.5.3., che include l’area dove troveranno sede i tre Dipartimenti della Facoltà di Ingegneria. Non si evince, però, dalla stessa Relazione se la variante sia stata successivamente approvata con delibera consiliare. Nelle more, quindi, dell’approvazione della variante di P.R.G., il Consiglio di Amministrazione dell’Università di Bologna nella seduta del 27.07.99 ha richiesto il parere di conformità urbanistica, a norma dell’art. 81 del D.P.R. n.616/77 e di quanto previsto dal D.P.R. n.383 del 18.04.1994, configurandosi il progetto come opera d’interesse pubblico. Premesso quanto su esposto, si rileva che al progetto non è allegata alcuna documentazione grafica che visualizzi l’inquadramento urbanistico dello stesso, sia rispetto al P.R.G. vigente né tanto meno rispetto alla proposta di variante; pertanto non è possibile esprimere alcun parere in merito. Inoltre nella Relazione generale si fa riferimento al Protocollo d’intesa fra l’Università e la città di Bologna relativo allo sviluppo edilizio dell’Ateneo ed ai servizi per gli studenti, sottoscritto in data 26 marzo 1997 e riconfermato in data 3 maggio 99, nel quale è previsto il complesso di cui trattasi; al riguardo nel documento si precisa che è in corso di formulazione l’acquisto delle aree di proprietà comunale da parte dell’Università di Bologna. Si evince altresì che il definitivo completamento della Facoltà di Ingegneria sarà localizzato nell’area ad ovest di via Terracini. Pertanto si rileva che sarebbe stato opportuno, prima di procedere alla progettazione definitiva delle strutture dipartimentali, predisporre un Piano generale di 26 zona che prevedesse, altre agli interventi edilizi, anche la localizzazione di idonei spazi da destinare al verde, al tempo libero degli studenti, ai parcheggi. Si osserva altresì che la cantierabilità dell’intervento attualmente previsto è subordinata ai tempi necessari per la definitiva acquisizione dell’area di proprietà comunale. Infine, in merito alla verifica degli standards urbanistici, per quanto concerne il dimensionamento dei parcheggi non è possibile verificare se i due previsti, quello esterno di circa 60 posti auto localizzato lungo il lato sud-ovest del complesso e quello interno di 100 posti, siano adeguatamente dimensionati, mancando un riferimento al numero complessivo degli utenti (personale docente e non docente) che quotidianamente gravitano sulla nuova struttura. ASPETTI ARCHITETTONICI In linea generale, pur non potendosi disporre di un quadro esigenziale relativo all’opera in progetto, che avrebbe consentito una verifica puntuale del soddisfacimento delle specifiche esigenze funzionali e distributive delle diverse categorie di fornitori, si rileva che il complesso di cui trattasi appare nel suo insieme sottodimensionato e non del tutto causano ad assicurare lo svolgimento delle diverse attività previste con un adeguato standard di comfort ambientale. In particolare per quanto concerne le aree ad uso esclusivo degli studenti, la soluzione progettuale non ne prevede in zone all’aperto o porticate a piano terra, ma utilizza la superficie di copertura delle aule che viene “parzialmente gradonata e in parte protetta dal sole e dalla pioggia da una pensilina aggettante, ampie rampe di scale di sicurezza anti-necessario la mette in comunicazione con le zone a verde posta a livello del terreno”. Tale soluzione distributiva non è convincente trattandosi fattispecie di convogliare 1200 studenti che gravitano nel nuovo palazzo universitario sulla terrazza di copertura dell’edificio aule sia pure con particolare accorgimenti architettonici ed anche le previste zone verdi a livello del terreno sono praticamente inesistenti. ASPETTI GEOTECNICI 27 L’inquadramento geomorfologico ed idraulico della zona non risulta completamente chiaro. In particolare, vista l’importanza che questo potrebbe avere sul dimensionamento delle fondazioni e sulla stabilità degli scavi, andrebbe meglio giustificata e forse approfondita la ricostruzione del regime delle acque nel sottosuolo. In particolare potrebbero non risultare compatibili la dichiarata presenza di un fosso nell’area e la posizione della falda idrica rilevata (peraltro, stranamente, in un solo sondaggio) ad una profondità di 14,5 metri dal piano campagna. Per quanto riguarda i criteri di progetto delle fondazioni, impostati sulla adozione di pali attestati su di un livello continuo di ghiaie poste a modesta profondità, tali criteri possono essere considerati sostanzialmente corretti anche se, dal punto di vista del dimensionamento, sono da approfondire alcuni aspetti. Va precisato innanzitutto che i calcoli sono riferiti ad alcune situazioni-tipo, in relazione al diametro e alla profondità di infissione, senza esplicito riferimento alla loro posizione relativa ed alle diverse condizioni di carico. Ciò assume importanza in quanto sia la quota del “tetto” del livello di ghiaie, sia il suo spessore complessivo risultano variabili. In particolare è da verificare la, previsione di una lunghezza dei pali, in caso assunta pari a 8,45 metri, quando lo spessore della ghiaia accertato (per esempio nel sondaggio S2 anche a causa di una insufficiente profondità del sondaggio stesso) è di soli 6,20 m. Analogamente occorre verificare che alla base della palificata lo spessore “residuo” del livello di ghiaie sia sempre tale da offrire il relativo contributo di resistenza assunto. Nella valutazione della capacità portante del singolo palo potrebbe inoltre risultare opportuno trascurare (o valutare diversamente), il contributo per adesione laterale offerto dai livelli argillosi poco consistenti sovrapposti alla ghiaie. E’ evidente infine che le stesse valutazioni andrebbero completamente riviste alla ……., quanto sopra accennato, la posizione della ……non dovesse trovare conferma. ASPETTI STRUTTURALI 28 Innanzi tutto si rileva che il progetto delle strutture non è esecutivo, in quanto sono stati presentati i disegni delle armature (che non occorrono nel definitivo), ma mancano numerosi altri elementi progettuali importanti. Dal punto di vista strutturale, il progetto è costituito da tre edifici separati da giunti tecnici, di modesta altezza (4 piani), realizzati con strutture in c.a. in getto, salvo l’impiego di solai prefabbricati ma con soletta in opera, quindi nel complesso si tratta di strutture correnti. Pur non trattandosi di zona classificata sismica, sono state ipotizzate – su richiesta della Committenza – le condizioni di zona sismica di 3° categoria, con S=6. Al riguardo viene dichiarato che sono state considerate tutte le prescrizioni valide in zona sismica e non solo le azioni corrispondenti a S=6. La documentazione di calcolo è limitata ad una descrizione generale del funzionamento delle opere; sono stati presentati i criteri generali di calcolo, ma mancano gli sviluppi, la trattazione dei numerosi problemi specifici, e le conclusioni di tutte le verifiche (non viene indicata una sola verifica). I disegni di armatura paiono dettagliati e atti nel complesso a descrivere il progetto. Pur nella citata carenza di una chiara documentazione di calcolo, si evidenziano in quella agli atti alcuni aspetti che meritano chiarimento: a) l’analisi strutturale delle travi sembra essere condotta come travi continue e non di membrature facenti parte di telai; b) Vengono dichiarate senza alcuna dimostrazione “non necessarie le verifiche” volte ad accertare la idoneità dei nuclei di controvento del corpo di fabbrica 2 ad assorbire le sollecitazioni sismiche; c) Non viene chiarita in alcun modo la collaborazione tra paratia di pali 800 e struttura sia a livello di fondazione sia a livello del 1° ordine di orizzontamento; d) Nell’analisi di carico dei solai viene indicata una incidenza del peso proprio delle travi non comprensibile; e) Viene dichiarato un rinvio ad allegati non agli atti (non contenuti nell’elenco degli elaborati); 29 f) Nei disegni di armatura gli ancoraggi delle barre risultano non soddisfacenti (vedasi ad es. part. In alto a desta tav. B.1.1.); g) Non sembra accettabile il passaggio delle travi in acciaio di grosse dimensioni entro i pilastri, che di fatto in questo modo vengono interrotti. In effetti, dalla descrizione generale degli studi eseguiti e dai criteri di calcolo esposti, si potrebbe dedurre che numerose analisi siano state effettuate, ma esse non risultano agli atti. ASPETTI NORMATIVI E PROCEDURALI Per quanto riguarda il Capitolato speciale d’appalto si rileva una certa confusione nel documento tra articoli che riguardano rapporti giuridici, articoli di natura strettamente procedurale e articoli relativi alla descrizione tecnica delle opere. Tale aspetto peraltro non inficia la legittimità del Capitolato stesso con le seguenti prescrizioni e raccomandazioni: Art.1 Al terzo capoverso cambiare la frase con : “l’appaltatore all’atto di presentazione dell’offerta responsabilmente………..” Seguono le lettere da a) a g). In calce all’articolo riportare la seguente formula: “per le lettere a),b),c).d)f), la dichiarazione è basata su effetti accertamenti compiuti dall’appaltatore”. Art.3 Sostituire “prevalgono con “ utilizzando “prevalgono su”. Art.5.1 Chiarire di chi è la proprietà dell’area. Art.8 u.c. E’ opportuno elencare tassativamente le cause di giustificazione. Art. 9.2 Chiarire che significa “in caso di mancanza stipulazione” e se nel caso debba intendersi “approvazione”. Art. 17.1 Cancellare le parole da “contenute” fino alla fine del comma. Art. 19.1 30 Sostituire “normali” con “più opportune” Il senso dell’ultimo comma dell’art. 19 è inaccettabile, come se l’amministrazione dovesse pagare i danni all’impresa: occorre chiarire il senso o eliminarlo. Art. 23 e 25 indicare che la risoluzione del contratto deve avvenire ex art. 1456 cod. civ. ASPETTI IMPIANTISTICI Premesso che in diversi documenti e tavole grafiche il progetto è definitivo a volta “definitivo” ed a volte “esecutivo”, comunque per essere considerato “definitivo” il progetto stesso necessita dei seguenti approfondimenti: - una stima effettuata dei carichi elettrici; - un documento di verifica del coordinamento della selettività degli automatisti degli interruttori; - il progetto con relativa relazione accompagnatoria del sistema di protezione contro le scariche atmosferiche, così come previsto dalla vigente normativa CEI; - il calcolo della rete di terra a partire dalla cabina con la verifica della tensione di passo in funzione della massima corrente di guasto a terra, lato ENEL in MT, e tempo di intervento delle protezioni, portando a suffragio dei calcoli il valore medio della resistività del suolo; - la definizione preventiva del tipo di supporto per la rete informatica (cavo con conduttori in rame o in fibra ottica); tale dato è preliminare per potersi esprimere sul progetto delle sole canalizzazioni adottato dal progettista; - manca qualsiasi riferimento al HW e SW del sistema di telegestione; - mancano le tavole del progetto illuminotecnico degli esterni. Inoltre per quanto concerne l’esame della documentazione trasmessa, si osserva quanto segue. - (rif. Tav.56) Dei cinque trasformatori uno è esclusivamente dedicato ad essere alimentato di rovescio, cioè dal lato BT, dal GE, senza possibilità di riserva con uno qualsiasi degli altri quattro. Non si comprende bene dalla Relazione, esternamente succitata, e fin troppo scarna, la necessità di tale “marchingegno”, che può essere un “collo di bottiglia” in caso di avaria. Inoltre dai dati forniti con la documentazione integrativa si nota che tale scelta porta a correnti di corto, lato BT, di quasi 100 kAT. 31 - Sembrerebbe che tutto il carico del fabbricato sia sotto GE, mentre l’alimentazione sotto sezione normale sia esclusivamente dedicata ai servizi tecnologici (condizionamento, sollevamento etc). In questo modo si hanno due trasformazioni impegnati per la normale e due (uno di riserva fredda all’atro) per i carichi privilegiati. Al riguardo si suggerisce di rivedere lo schema, eventualmente considerando al esempio di: - Eliminare il trasformatore a servizio del GE - Utilizzare due trasformatori (uno di riserva all’altro per il carico sotto emergenza). - Utilizzare un trasformatore per tutti i carichi “normali”, avendo come riserva Jolly il trasformatore di cui al punto precedente. In questo modo si risparmierebbero due trasformatori e la cabina sarebbe più facilmente gestibile. - Poiché gli UPS sono alimentati da GE sembra esuberante l’autonomia di 1h per le batterie dato il tipo di attività che si svolge all’interno (non siamo né in un ospedale né in un CED di una banca o di una centrale telefonica). Se non funziona il GE è sufficiente un’autonomia di 15-20 minuti per salvare le attività ed andarsene a casa! - Nel sistema di protezione contro le scariche atmosferiche, ove possibile, eliminare le calate che portano la corrente di fulmina all’interno delle chiostrine e/o delle zone a verde, per problemi di compatibilità elettromagnetica. - Per quanto attiene la sicurezza non appare nel progetto l’uso di lampade autoalimentate con autonomia di almeno 1h ed illuminazione di non meno di 5 lux. Inoltre l’alimentazione elettrica dell’impianto antincendio è messo sotto sezione normale e non sotto privilegiata o ancor meglio in continuità assoluta. - Avendo il progettista, molto correttamente, scelta degli UPS con trasformatore di isolamento, le utenze sotto emergenza devono essere molto frazionate se protette a monte con degli automatici differenziali, per limitare ovviamente il più possibile il disagio prodotto da un utente terminale. - Per quanto attiene gli UPS è bene che sia precisato anche il massimo valore del THD lato rete oltre alle caratteristiche riportate dal progettista. 32 - Non è chiaro se i trasformatori debbano avere doppio avvolgimento primario ovvero il primario sia a più prese. E’ bene che tale aspetto venga chiarito perché ha dei risvolti non trascurabili sui costi delle macchine. - Sarebbe auspicabile che gli interruttori di media fossero dotati di centralina elettronica di supervisione e non solo la taratura della curva di intervento: ad es. fossero installati apparati del tipo SEPAM. - Nella parte terminale dell’impianto è bene che siano previste 50% di prese normali (10/16A) bipasso e 50% di prese tipo Siemens, dato che tutti gli apparati scientifici sono dotati di spina tipo Siemens; in questo modo si eviterebbe l’uso dei pericolosi adattatori. - I valori adottati per l’illuminazione dei locali appaiono sproporzionati: 500 lux per tutti i locali non meglio identificati, fatta eccezione per gli spogliatoi, i corridoi ed i bagni con 300 lux; i valori vanno opportunamente tarati ambiente per ambiente. Il progetto deve essere redatto tenendo presente anche il contributo della luce diurna, in altri termini non può semplicisticamente essere adottato il metodo del flusso totale che da luogo ad uno spreco di energia in ambienti nei quali la ben nota la carenza di personale di sorveglianza impedisce interventi manuali ………al risparmio energetico. - In fine i prezzi per le opere non ricomprese nel Prezzario del Provveditorato dell’Emilia Romagna appaiono eccessivi di almeno un 20%. 33