Noi ragazzi delle Classi Terze della scuola Betteloni siamo andati a vedere la mostra fotografica
intitolata “ Il Concilio Vaticano II in immagini”, allestita presso San Pietro in Archivolto, in
piazza Duomo.
L’11 ottobre di quest’anno, infatti, è stato il giorno del 50° anniversario del Concilio, aperto l’11
ottobre del 1962 da papa Giovanni XXIII, “il papa buono”, affinché la chiesa potesse camminare
insieme ai nuovi tempi, con i nuovi problemi e con le nuove sofferenze di un mondo in rapida
trasformazione dopo la seconda guerra mondiale. Il concilio non fu però portato a termine da
Giovanni XIII che morì nel 1963, ma fu concluso da Papa Paolo VI l’8 dicembre del 1965.
Ad accoglierci c’era la signora Lucia, che ci ha subito informati del fatto che la mostra era
composta da 25 pannelli divisi in 4 sezioni:
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I tempi del concilio
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La chiesa del Concilio
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L’eredità del Concilio: i documenti
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La recezione del Concilio
Ci ha spiegato poi spiegato che la parola “Concilio” significa “raduno di tutti i cardinali e vescovi
del mondo sotto la guida del Papa” e ci ha specificato che “Concilio Ecumenico” vuol dire “per
tutta la chiesa” .
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Il concilio Vaticano II fu davvero un concilio ecumenico sia per numero di partecipanti
(più di 3000 ) sia per nazioni rappresentate. Inoltre per la prima volta fu data la possibilità di
assistere anche ai laici (fra cui delle donne) e a rappresentanti di altre confessioni cristiane.
Solo una chiesa grande come San Pietro avrebbe potuto contenere un evento di tale
portata!!! Fu un avvenimento che suscitò sorpresa ed interesse: ogni giorno alla televisione
si davano notizie sullo svolgimento del Concilio. Fra i vescovi presenti c’era anche
Giuseppe Carraro, il nostro vescovo di Verona, che ebbe all’interno del Concilio un ruolo
importante.
Quegli anni erano gli anni difficili della guerra fredda, ovvero dello scontro ideologico fra Urss ed
Usa. Il mondo viveva con il fiato sospeso perché poteva scoppiare una nuova guerra mondiale. Lo
stesso papa Giovanni XXIII scrisse una Enciclica sulla pace che era in pericolo ( “Pacem in
terris”) e aprì il dialogo fra le due superpotenze durante la crisi di Cuba.
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Durante il Concilio furono scritti numerosi documenti:
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il Sacrosantum Concilium, che parla del cambiamento della liturgia: ad esempio la messa
non venne più celebrata in latino, ma nella lingua nazionale; l’altare venne rivolto verso i
fedeli.
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Il Lumen Gentium, che parla della natura della Chiesa, vista come una comunione di
persone, il popolo di Dio.
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Il Dei Verbum, la parola di Dio, che parla agli uomini.
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Il Gaudium et spes, in cui si parla di come la Chiesa si debba rapportare in modo nuovo e
aperto con gli uomini di tutto il mondo.
La Chiesa infatti cominciò a dare valore all’incontro con tutti i popoli attraverso il dialogo, il
confronto, il rispetto di tutte le religioni, in particolare Paolo VI definì gli ebrei “i nostri fratelli
maggiori”. Lui disse che la Chiesa è maestra di umanità e ciò che insegna fa crescere l’uomo. Andò
sia all’Onu e fu il primo papa ad andare in Terra Santa. In seguito, dopo più di venti anni, Giovanni
Paolo II verificò l’eredità del Concilio e lo definì “la bussola della Chiesa”. Il nostro papa
Benedetto XVI quest’anno ha ripreso le parole di Giovanni Paolo II, sottolineando che il Concilio
ha continuato la tradizione della chiesa, una chiesa che grazie al Concilio sa camminare con i tempi,
rimanendo però se stessa. Papa Benedetto XVI ha scelto di aprire proprio quest’anno, in
coincidenza con il cinquantesimo anniversario dall’apertura del concilio, “l’anno della fede”.
Per noi ragazzi questa esperienza è stata molto interessante ed istruttiva perché abbiamo capito
come il Concilio sia stato in grado di aggiornare la Chiesa nel solco della sua tradizione e sia stata
capace di aprire un nuovo modo di dialogare con il
ALLA PROSSIMA USCITA DIDATTICA…
mondo !!!!!!