INDEX POW e` un montaggio di estratti di sedici opere video

INDEX POW e' un montaggio video di estratti da sedici opere videoteatro, realizzata nel 1989 dal POW,
l'associazione che ha promosso il Festival "Scenari dell'Immateriale" di Narni (una di quelle poche iniziative
di videocreazione indipendente a far incontrare le sperimentazioni artistiche e teatrali con la comunicazione
elettronica).
E' un "concept film" nato per evidenziare le differenti costanti di linguaggio del fenomeno Videoteatro in cui si
"traspone" scena in video, o si "ricostruisce" (con un'elaborazione audiovisuale della ripresa scenica, in cui
emerge una specificita' video), o che "crea" opere disancorate, quindi "autonome", dalla messinscena o
ancora che produce "presagi", anticipando lo spettacolo in clip di carattere promozionale. Nel segmento che
riguarda il video autonomo dalla scena troviamo "Trucco" di Riccardo Caporossi, opera dolce e visionaria di
un veterano, con Claudio Remondi, della sperimentazione teatrale. Un video elaborato sulla base di uno
storyboard che corrisponde alla pratica della scrittura scenica esercitata, disegnata, sempre da Caporossi.
Altri due esempi indicativi sono estratti, da "Perfidi Incanti" di Mario Martone, una delle pochissime
produzioni RAI di videoteatro, e "Romolo und Remo" della Societas Raffaello Sanzio, una performance
altera e iconoclasta.
Per video presagio abbiamo quelle opere pensate per evocare la scena, anticipandola in una sorta di poetici
trailer,come il "Genet a Tangeri" dei Magazzini, allora ancora "criminali"; il "Racconti Inquieti" di Solari-Vanzi,
l'altra meta' de La Gaia Scienza, autori di un clip sincopato e suadente e "Syrma" di Nutrimenti Terrestri, un
video molto stilizzato che evidenzia l'idea della traccia ("syrma' in greco) creata dal corpo di Polinice:
archetipo e motivo della Tragedia di Antigone.
Nella scena trasposta in video si trova "Tango Glaciale" di Mario Martone-Falso Movimento che nel 1981
sanci' l'avvento di una nuova spettacolarita' in grado di coniugare multimedialita' e presenza scenica.
Indicativi in tal senso sono poi "Woyzeck" di Gustavo Frigerio,rigoroso nell'impaginazione visiva e
drammaturgica al contempo e il "Ladro di anime" di Giorgio Barberio Corsetti, in cui la velocita' del
montaggio video esalta le sorprese teatrali.
Per scena ricostruita in video troviamo "Mendeleev clip" del Laboratorio Teatro Settimo connotato dalla
particolare affinita' tra colonna sonora e montaggio delle foto di scena; "Suicidi e omicidi acrobatici" della
Koine' con la regia in un teatro di posa curata da Alessandro Furlan; "Folgorazioni" del Teatro della Valdoca,
con la collaborazione di Corrado Bertoni, in cui l'immagine scenica viene messa nell' "abisso" televisivo che
ne abbassa sensibilmente la definizione; "Macchine sensibili" del Tam, realizzato dalla postproduzione
videografica di Giacomo Verde.
L'ultimo aspetto individuato e' quello del video in scena, in cui si rilevano diversi casi in cui il video acquista
un preciso ruolo in scena, come "attore" o scenografia. E' il caso del "Prologo" di Corsetti e Studio Azzurro,
performance di viva interazione tra azione scenica e monitor semoventi; "Missione da compiere" di Mario
Martone in cui un attore dialoga in tempo reale con un suo alter ego in video; "Ebdomero" dei Magazzini
Criminali, uno dei primi spettacoli ad utilizzare i video in scena come elementi di evocazione immaginaria.