Francesca Calciolari, Genesi della Sonata op. 65 per

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Autore
Francesca Calciolari
Titolo
Genesi della Sonata op. 65 per violoncello e pianoforte di Fryderyk Chopin
Università
Università degli Studi di Siena
Relatore
Prof. Fabrizio Della Seta
Correlatore
Prof.ssa Talia Pecker Berio
Tipo di tesi
Tesi di laurea
Data di inizio e fine lavoro
Gennaio 1999 – Marzo 2000
Abstract
Questo studio rappresenta un tentativo di ricostruire il processo compositivo di Chopin nella stesura
della Sonata op. 65 per violoncello e pianoforte, composta fra il 1845 ed il 1847 e dedicata al
violoncellista Auguste Franchomme, intimo amico e collaboratore del compositore.
La raccolta di schizzi preparatori per la Sonata e la copia autografa della sola parte del violoncello
eseguita da Franchomme sono basilari per questo studio e costituiscono un corpus di materiale
manoscritto eccezionalmente cospicuo fra le fonti autografe chopiniane ancora disponibili.
La presentazione del lavoro compositivo personale di Chopin e la ricostruzione della storia esterna
della genesi della Sonata e della storia della raccolta manoscritta precedono la descrizione ed analisi
delle fonti autografe.
La raccolta comprende varie tipologie di fogli di schizzi: dai primi veri e propri “fogli di lavoro” a
fogli contenenti una versione già in bella copia. La descrizione e la classificazione di ogni foglio ha
permesso di ricostruire differenti fasi cronologiche nella stesura della Sonata; l’analisi di alcuni fogli
in particolare contenenti più correzioni e cancellature ha permesso di individuare le fasi più
problematiche e di considerare alcuni aspetti particolari del metodo compositivo di Chopin anche in
relazione ad una scrittura per due strumenti, esercizio affrontato raramente dal compositore.
Chopin adottò un atteggiamento compositivo diverso per ogni movimento della Sonata adeguando il
suo pensiero ai caratteri peculiari di ognuno di essi cercando di sfruttarli al meglio e valorizzarne le
potenzialità espressive. La struttura di forma – sonata dell’Allegro e la forma di rondò del Finale
divengono un punto di partenza per una continua ricerca di trasformazione, rielaborazione ed
arricchimento per conferire originalità e carattere ai due movimenti superando in parte a livello tonale
e formale le norme tradizionalmente rispettate in queste due strutture. La struttura meno complessa ed
il carattere più “cantabile” del Largo e del “Trio” dello Scherzo sono invece la base per un esercizio di
ricerca espressiva: le modifiche apportate durante la stesura riguardano la scelta della tonalità
d’impianto e sono funzionali alle esigenze ed al desiderio di Chopin di associare lo sviluppo della
linea melodica del violoncello ad un ambito sonoro che meglio valorizzi le potenzialità timbriche
dello strumento.
Un elemento interessante nell’analisi dei fogli è la sicurezza compositiva che Chopin dimostra
nell’associare la parte del violoncello a quella del pianoforte. Il contenuto e l’aspetto degli schizzi
rivelano che fin dalla prima stesura di ogni sezione della Sonata Chopin sapeva già quale ruolo
associare al violoncello ed al pianoforte nella conduzione e nello scambio della linea melodica
realizzando una scrittura contrappuntistica equilibrata e comunque già corrispondente alla scrittura
mantenuta nella versione della prima edizione a stampa.
Il confronto fra le fonti autografe della Sonata e la versione della prima edizione a stampa ha
permesso invece di individuare un elemento di novità nelle abitudini compositive di Chopin. Il
contenuto della bella copia presente nella raccolta di schizzi corrisponde al contenuto della copia di
Franchomme, ma non ancora del tutto al contenuto della prima edizione a stampa: è stato ipotizzato
quindi che la prima bella copia venne realizzata soltanto per uno scopo pratico, per provare di volta in
volta l’esecuzione della Sonata con Franchomme. Chopin non era solito passare dagli schizzi ad una
versione già in bella copia da consegnare all’editore o ad un copista: realizzando un’ulteriore copia
autografa solo per un utilizzo personale egli modificò in parte le sue abitudini rivelando l’esigenza di
provare l’effetto esecutivo di quanto elaborato, esigenza che forse egli sentì maggiormente durante la
stesura di questa composizione dal momento che non era abituato a scrivere per due strumenti.
Nell’indagine sul processo compositivo di Chopin sono ancora esigui gli studi compiuti con scopi
analitici e non solo biografico – descrittivi: è anche per questa ragione che le fonti autografe della
Sonata si presentano come un interessante punto di riferimento e questo studio si pone come un
tentativo di contributo all’indagine.
Parole chiave
Chopin, processo creativo, metodo di lavoro, schizzi – abbozzi, autografo, bella copia, sonata,
violoncello e pianoforte, Franchomme
INDICE
Introduzione
Il processo creativo di Chopin
 Studi sul processo creativo di Chopin




Lavoro compositivo personale
Chopin ed i copisti
Chopin e gli editori
I manoscritti di Chopin
Storia della Sonata op.65
 Genesi della Sonata
 La raccolta di schizzi
 Inventario delle fonti autografe
Il processo creativo di Chopin nella Sonata op. 65
 Presentazione delle fonti
 Allegro moderato
 Schema formale
 Descrizione sistematica e cronologica dei fogli di schizzi
 Problematiche relative al primo movimento
 Scherzo
 Schema formale
 Descrizione sistematica e cronologica dei fogli di schizzi Problematiche relative al secondo
movimento
 Largo
 Descrizione sistematica e cronologica dei fogli di schizzi
 Problematiche relative al terzo movimento
 Finale
 Schema formale
 Descrizione sistematica e cronologica dei fogli di schizzi
 Problematiche relative all’ultimo movimento
Bibliografia
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