Il mondo che verrà: La sfida dei continenti

PRIMA LEZIONE
LA SFIDA DEI CONTINENTI
Nell’aula dello Stabat Mater dell’Università di Bologna si è svolto il primo dei tre incontri con il
Professor Romano Prodi sul presente e sul futuro dell’economia mondiale.
Il Professore si è confrontato con una classe di studenti italiani e stranieri provenienti dalle diverse
facoltà dell’Università di Bologna sulla situazione mondiale contemporanea e i possibili sviluppi
futuri. A coadiuvare il dibattito, la giornalista e conduttrice Natascha Lusenti.
Il primo appuntamento è dedicato alla cosiddetta “Sfida dei continenti”, più precisamente quello
europeo, quello asiatico e quello americano e all’evoluzione dei rapporti politici e socioeconomici. Il Professor Prodi parte dall'assetto geo-politico per porre l'accento su tutta una serie
di problemi quali :
 Risorse finanziarie
 Risorse alimentari
 Risorse energetiche
 Situazione dell'Italia
Il tema di questa prima lezione di economia è “La sfida dei continenti”, un tema che prende
spunto da una riflessione che il Professore faceva già 20 anni fa quando affermava che la sfida per
la supremazia economica non sarebbe più stata a livello di nazioni bensì, di continenti.
Nel XXI° sec. la sfida si è accentuata
ancora di più.
L’800 → è stato il secolo
dell'Europa
Il ‘900 → è stato il secolo degli Stati
Uniti
Il 2000 → è il secolo dell'Asia
perché CINDIA è il nuovo grande
blocco del mondo.
Accanto a questi due Paesi
Emergenti ci sono: Brasile, Turchia
come nuova potenze regionale, la
Russia ( I BRIC) e secondo alcuni anche il Sud Africa ( I BRICS) perché nell'Africa il Sud Africa ha un
suo ruolo anche se non paragonabile agli altri paesi BRIC.
E’ impressionante vedere come le cose cambino perché solo 20 anni fa, questo sembrava
decisamente il secolo americano, tanto che in un saggio, “La fine della storia” (di Francis
Fukuyama) si ipotizzava che l'America avrebbe governato per tutto il ventunesimo secolo, a
seguito della dissoluzione dell'Unione Sovietica.
Invece, il mondo sta cambiando rapidissimamente. Se non ci saranno altri imprevisti noi avremo, a
metà del secolo, come prima economia la Cina, quindi gli Stati Uniti, seguita dall’India, Giappone,
Brasile e infine l’Europa.
In Europa si prevede l’ottava posizione per la Germania e la settima per la Gran Bretagna: Prodi
crede, invece, che la Germania si troverà ben prima della Gran Bretagna.
Come si può vedere dal grafico la previsione per i paesi dell'Europa sono molto indietro; se invece,
l’Europa fosse più unita potrebbe mantenere il suo primato nel commercio mondiale: 41,7% di
merci e 51,7% di servizi (dati 2007).
E quindi, in questo secolo quali prospettive ha l’EUROPA?
La sfida per l’Europa è avere le risorse finanziarie in un momento di crisi mondiale.
CRONOLOGIA STORICA DEGLI ULTIMI QUATTRO ANNI CHE HANNO PORTATO ALLA CRISI DI OGGI
8 Agosto 2007 → Negli Stati Uniti si sgonfia la bolla immobiliare e i possessori dei mutui subprime,
cioè quei prestiti concessi ad un soggetto meno affidabile a causa dei problemi nella sua storia di
debitore,diventano insolventi a causa del rialzo dei tassi di interesse. I prezzi delle case cominciano
a scendere e c'è chi si trova con un mutuo che vale più della casa; qualcuno non paga e crollano i
titoli legati al mercato immobiliare di cui banche,finanziarie e stranieri hanno fatto incetta. In un
anno e mezzo, negli Stati Uniti falliscono più di 150 banche.
15 settembre 2008 → la Lehman Brothers (una società attiva nei servizi finanziari a livello
globale) dichiara bancarotta e invoca chapter 11 (l’amministrazione controllata).
22 settembre 2008 → Gorman-Stacks e Morgan Stanley vengono trasformate in banche
commerciali. Il governo americano si fa garante dei debiti privati e George Bush firma un
intervento da 700 miliardi di dollari a sostegno degli istituti finanziari in difficoltà. Nel frattempo le
borse americane crollano e gli indici borsistici mondiali scendono ai livelli raggiunti nei primi anni
2000 in occasione della precedente crisi.
Nel biennio 2008-2009 è crisi economica in tutto il mondo.
Febbraio 2009 → Il “New Deal” di Obama è pronto a partire ; il Congresso dà il via libera ad un
piano di stimolo all'economia da 787 miliardi di dollari.
Intanto in Europa la crisi finanziaria colpisce gli Stati : la prima ad entrare in recessione è la
Danimarca, poi l'Islanda mentre in Regno Unito, Francia e Paesi Bassi provvedono a una parziale
nazionalizzazione degli istituti in crisi.
Fine 2009 → Arriva la minaccia delle agenzie di rating internazionali. A preoccupare sono i debiti
sovrani di Grecia, Spagna, Italia, Irlanda e Portogallo. In Grecia i conti pubblici falsificati per anni
rendono ancor più grave la situazione; è lo stesso primo ministro George Papandreu, subito dopo
le elezioni, a dichiarare il rischio di bancarotta del paese. Le tensioni proseguono anche nei mesi
successivi.
Maggio 2010 → L'Europa definisce un pacchetto di 110 miliardi di euro di aiuti in tre anni di cui 80
a carico dei paesi dell'Unione Monetaria Europea, gli altri 230 miliardi dal Fondo Monetario
Internazionale.
Come contropartita il governo greco accetta di attuare un piano di austerità da 30 miliardi in tre
anni che prevede forti tagli alla spesa pubblica: una finanziaria che non riscontra favori
nell'opinione pubblica del paese.
Intanto a Bruxelles si fa sempre più acceso il dibattito sulla necessità di un intervento unitario per
gestire il debito degli stati membri e viene creata la “European Financial Stability Facility”, uno
strumento di stabilizzazione finanziaria pronto a intervenire in caso di emergenza. Viene così
definito un piano da 750 miliardi di euro a sostegno dei paesi in difficoltà.
21 settembre 2010 → Negli Stati Uniti si dimette Larry Summers, consigliere economico di Obama:
per il piano di stimoli del Presidente è il primo segnale chiaro di fallimento.
Novembre 2010 → La crisi colpisce l'Irlanda : sul paese gravano i costi del salvataggio del sistema
bancario nazionale.
Dall'Europa parte un piano di salvataggio da 85 miliardi di euro in tre anni di cui 35 per salvare le
banche e 50 per le casse dello stato.
Primavera 2011 → E' la volta del Portogallo.Terza vittima europea della crisi del debito sovrano.
Anche Lisbona è costretta a chiedere aiuti economici all'Europa: 78 miliardi di euro di cui 12 per
ricapitalizzare le banche del paese.
5 agosto 2011 → Dopo un'estenuante trattativa Obama raggiunge un accordo con i repubblicani
per alzare il tetto del debito ma solo due giorni dopo gli Stati Uniti perdono per la prima volta nella
storia il rating tripla A, che sta per elevata capacità di ripagare il debito. Quindi il debito pubblico
americano è stato declassato (subito dopo è stato declassato anche quello italiano) questo
significa che ci sono più rischi per chi investe in questi debiti.
MA PERCHE' SI SONO ACCUMULATI QUESTI ENORMI DEBITI PUBBLICI A PARTIRE DA UN PAESE
RICCO E POTENTE COME GLI STATI UNITI?
La regola generale è che i debiti negli Stati si formano come i debiti nelle famiglie: quando si
spende più di quello che si guadagna.
Prima di tutto gli Stati
Uniti hanno diminuito
la loro forza relativa
nel mondo: alla fine
della guerra
contavano il 35% per
l'economia mondiale,
oggi sono sul 24,5%.
Inoltre è stata
sostenuta via via la
domanda interna in
modo sempre più
forte con le spese che
riguardano la salute,
l'assistenza ma
soprattutto sono stati
fatti degli enormi tagli alle imposte per cui si è tagliato di 3.000 miliardi l'introito fiscale
americano.
Questo ha scombinato il rapporto tra le spese e le entrate. Sono tagli che quel paese non si
poteva permettere. Accanto a questo un terzo del deficit americano è derivato dalle spese
militari: essere il numero uno del mondo, avere 610 basi militari nel mondo, avere 400 mila soldati
nel mondo, la guerra in Iraq, in Afghanistan ha accumulato un'enormità di spese.
Gli Stati Uniti adesso sostengono quasi metà delle spese militari nel mondo (42,8%) e sono il
24,5% del reddito del mondo: prima avevano bilanciate spese militari e potenza economica,ora no.
Se parliamo in termini percentuale,sul bilancio la difesa americana incide per il 4 -5% e quella
cinese tra il 2 - 3%.
Cina e Stati Uniti sono legati a doppio filo anche per quanto riguarda il debito pubblico
statunitense perché la Cina ne detiene il 15% . Il problema è che,mentre prima, il debito veniva
finanziato con emissione di titoli che si vendevano all'interno del paese adesso invece sono state
vendute nei mercati internazionali per cui la Cina detiene ben il 15% del debito americano,il
Giappone poco meno e via via gli altri paesi e quindi in questo momento gli americani dipendono
molto dall'atteggiamento cinese.
Può sembrare paradossale ma una delle chiavi politiche del mondo è la Cina. In questo modo si
rende responsabile però è chiaro che nessuna decisione può essere presa senza il suo consenso.
CI SONO TRE PROTAGONISTI : DA UNA PARTE GLI STATI UNITI CHE HANNO UN'ECONOMIA FORTE
MA ANCHE LORO HANNO PROBLEMI ECONOMICI, DALL'ALTRA LA CINA CHE SI STA SVILUPPANDO
MOLTO E IN MEZZO C'E' L'EUROPA.
L'EURO SOPRAVVIVERA' A QUESTA CRISI?
L'euro si trova in una situazione sicuramente difficile in questo momento ma il deficit dei paesi
dell'euro è di 4 punti inferiore al deficit americano.
La differenza è che gli Stati Uniti sono un paese unico, forte, con una capacità di decisione unitaria
e nessuno si attenta ad attaccare impunemente il dollaro; i paesi europei così separati sono
attaccabili.
Il problema è che non si può avere una moneta comune senza avere un bilancio comune.
Quindi l'Europa è più sana degli Stati Uniti.
Ad esempio il bilancio della California non è meglio di quello della Grecia, la differenza è che la
California si trova in una rete di salvataggio in cui la Grecia non è perché abbiamo un'unità
europea, ancora a metà (imperfetta).
Tuttavia, l'Euro resisterà perché nessuno ha interesse a buttarlo a mare, non certo la Grecia o
l'Italia ma soprattutto non ne ha interesse la Germania, perché la Germania oggi è il paese di gran
lunga più forte e più potente d'Europa ma lo è grazie all'euro.
Nel 1963-1964 il cambio lira marco era di 156 lire per ogni marco tedesco. Quando abbiamo
stretto l'ultimo accordo per l'entrata dell'Italia nell'euro il cambio era di 990 lire per ogni marco
tedesco, quindi abbiamo svalutato del 600%.
Stessa cosa hanno fatto gli altri paesi europei e la Germania non ha mai potuto accumulare un
surplus. Oggi, solo nell'ultimo anno, ha avuto un surplus di quasi 200 miliardi di euro perché ha
potuto guadagnare nella sua condizione di benessere.
Quindi l'euro ce la farà perché sono i più forti in Europa che hanno interesse che l'euro ce la faccia.
SECONDO OGGETTO DI SFIDA : LE RISORSE ALIMENTARI
Uno degli oggetti più delicati e più importanti su cui si gioca la sfida dei continenti è il cibo.
“ Ci sono spazio e mezzi per ogni uomo vivente ” (W. Shakespeare)
Ogni generazione deve rifare questo discorso del cibo perché è fondamentale.
Il cibo potrebbe diventare una delle principali cause di conflitto perché è sempre stato il
problema drammatico dell'umanità : le città italiane avevano questo problema nel medioevo e nel
rinascimento.
Nella seconda metà del ‘900 per un paio di generazioni, nel mondo ricco, il problema è stato posto
in secondo piano perché c'è stata la RIVOLUZIONE VERDE che ha aumentato la produzione
agricola in modo sostanzioso.
Oggi invece il problema è tornato perché non c'è più l'aumento della produttività come c'era
allora,essenzialmente per due motivi: l'aumento della popolazione è abbastanza forte e
soprattutto è cambiata la dieta alimentare.
Questo è un problema radicale perché se si mangia carne piuttosto che riso occorre 4 volte di
terreno in più per produrla.
Questo vuol dire acqua: noi siamo abituati a pensare all'acqua che ci serve nel senso dell'acqua da
bere, in realtà ce ne vuole moltissima per produrre il cibo che mangiamo.
Infatti noi beviamo dai 2 ai 4 litri al giorno ma il vero consumo d'acqua è per il cibo.
Una caloria esige un litro d'acqua, noi mangiamo 2.000 caloria al giorno quindi abbiamo bisogno di
2.000 litri d'acqua per mangiare.
Ci sono dei grandi fiumi : il Nilo ad esempio arriva quasi secco al Mediterraneo perché due paesi
prendono tutta l'acqua (Sudan ed Egitto); ora però c'è l'Etiopia che trovandosi in difficoltà
vorrebbe fare delle dighe. Come si può accontentare tutti? Eppure se lì si facesse un'irrigazione
sostenibile, irrigazione a pioggia invece che ad acqua fluente, si impiegherebbe un decimo di
acqua.
Stesso cosa va detta per il Tigri e l'Eufrate : se i turchi fanno le dighe sparisce la Mesopotamia.
Quindi su questo problema, che può diventare tragico per l'umanità, c'è una mancanza di
solidarietà tra le nazioni.
Il pericolo rappresentato dal cibo al centro di conflitti e tensioni è già una realtà. Dove?
Chicago 2008 → Borsa del mercato agricolo : il prezzo del riso raggiunge il suo massimo storico di
0,27 €/ Kg con un aumento del 40% dall'inizio dell'anno. Dal riso dipende la sopravvivenza di 2
miliardi di persone solo in Asia.
India 2008 → Viene proibita l'esportazione di riso; nello stesso anno il prezzo delle cipolle
aumenta da 18 a 80 rupie in poche settimane provoca sommosse e un intervento del governo.
Sud-Est Asiatico → In Cambogia viene proibita l'esportazione di riso, il Vietnam la riduce del'11% e
le Filippine che sono il più grande importatore di riso trasformano in risaia 600 mila ettari di
terreno da sottrarre alla foresta
Cina 2010 → Lo stato decide di pagare di più i proprio agricoltori per arginare l'inflazione dei prezzi
agricoli. Nel 2010 ogni cinese mangia in media il doppio della carne che mangiava 15 anni fa
Russia 2010 → Eccezionali ondate di caldo e incendi provocano un crollo di quasi il 30% dei
raccolti. Il decreto di Putin che vieta per un anno l'esportazione di grano,orzo,segale,mais e farina
provoca un'impennata del 70% dei prezzi mondiali del frumento
Nord Africa 2009-2010 → I prezzi di pane,farina,zucchero e latte raggiungono livelli troppo alti per la
popolazione: scoppiano le prime rivolte. In Tunisia il 17 dicembre 2010 Mohamed Bouazizi, un giovane
venditore ambulante di frutta e verdura, si dà fuoco dando il via alle rivolte del Nord Africa del 2011.
Stati Uniti 2011 → Chicago agosto 2011 : è record per il prezzo del mais che viene valutato il
doppio rispetto al 2009. Più che ad un crollo della produzione si da la colpa a speculazioni.
Corno d'Africa 2011 → Per Somalia,Kenya,Etiopia e Gibuti è il terzo anno consecutivo di siccità. La
carestia colpisce 13 milioni di persone : iniziano gli esodi.
Australia 2011 → Si registra la peggiore siccità degli ultimi due secoli e contemporaneamente le
più devastanti alluvioni. In entrambi i casi i danni all'agricoltura sono ingenti.
Cina 2011 → Mancanza di acqua, inquinamento, desertificazione minacciano il paese che con il
21% della popolazione mondiale possiede solo il 9% della terre coltivabile e l'8% delle riserve
idriche.
La Cina da anni compra e affitta terre coltivabili in:
Brasile,Argentina,Nigeria,Indonesia,Malesia,Messico,Uganda e spesso scambia interi raccolti con
investimenti e infrastrutture (LAND GRABBING).
NEGLI ULTIMI 50 ANNI LA POPOLAZIONE MONDIALE E' RADDOPPIATA, LA PRODUZIONE
AGRICOLA TRIPLICATA MA SE NEGLI ULTIMA 40 ANNI LA PERCENTUALE DI POPOLAZIONE CHE
SOFFRE DI FAME NEL MONDO E' DIMINUITA DAL 34 AL 17% E' AUMENTATA IN SENSO
ASSOLUTO : DAL 1995 AL 2005 L'AUMENTO E' STATO DELL'11%. OGGI IL PREZZO DEL RISO E
DELLE CIPOLLE INDIANE E' TORNATO NELLA NORMA.
Perché le tensioni per le risorse alimentari sono aumentate anche nei paesi ricchi?
Perché quando il Mondo è uno solo la scarsità è scarsità per tutti; quindi i prezzi lievitano assieme
e ci sono questi grandi movimenti storici : popolazione e dieta. Quando si passa verso cibi che
contengono carne ci vuole più terreno, il doppio se si passa da verdura a dieta mista. Questo vuol
dire lotta per la terra; allora abbiamo che Cina, Giappone, Corea del Sud e vari altri paesi stanno
affittando, acquistando terreno coltivabile.
Dove? Dove c'è, quindi in Africa e America Latina. Tanto è grave il problema che in Brasile e
Argentina hanno messo un limite alle terre acquistabili dagli stranieri ( di 1.000 ettari) perché
altrimenti il paese veniva acquistato interamente dagli stranieri.
Prima c'era l'aumento della produttività ma proprio perché si pensava di entrare nell'abbondanza;
oggi, si è smesso di fare la ricerca e la produttività invece di aumentare del 4% annuo aumenta
dell'1%, quindi bisogna tornare a ricercare.
Inoltre c'è la speculazione per cui si gioca a non esportare per far aumentare i prezzi, a garantirsi i
rifornimento per il futuro; c'è una specie di scommessa con i cosiddetti futures ( i contratti che
riguardano consegne future dei beni). Tutta una serie di fatti di questo genere che hanno favorito
la speculazione.
Attualmente tutto sembra dirci che la radice di ogni problema sta nella sovrappopolazione ma
vediamo come per convenzioni
etiche,religiose ed anche umane il problema
demografico non viene affrontato con la
dovuta attenzione da nessuno; cosa
dobbiamo quindi aspettarci dal futuro?
Prima di tutto le previsioni demografiche
sono sempre complicate : oggi siamo 7
miliardi, a metà del secolo saremo circa 9
miliardi che sono tanti ma comunque meno
degli 11 che si prevedevano 15 anni fa e soprattutto sono diversi.
1900
2000
Europa 548.194.000
Europa 730.478.000
Asia
Asia 4.166.306.000
1.410.649.000
Nel 2050 avremo di nuovo l'Asia che procede, soprattutto per l'India, Indonesia, Bangladesh,
Pakistan, meno la Cina perché la politica del “figlio unico” ha rallentato questa crescita ma l'Africa
passerà da 1 miliardo a 2 miliardi di popolazione.
Quindi la quota europea e americana sarà sempre inferiore, la quota asiatica leggermente
superiore e la quota africana molto più elevata di quella attuale. Questo è il nuovo quadro a metà
del secolo.
Che cosa possiamo fare per il miliardo di persone affamate che vivono su questa terre e per
l'altro miliardo di persone denutrite?
Ricerca in agricoltura, messa in coltivazione di terre tuttora non coltivate. Inoltre si pone anche un
altro problema: un'urbanizzazione che prende tutti i territori agricoli più fertili.
Continuiamo a costruire ma dovremmo porci il problema della terra e quindi creare una
legislazione che non porti a spingere a usare sempre più terreno per l'urbanizzazione.
L'altro problema è che un terzo del cibo va sciupato: nei paesi ricchi va sciupato perché viene
semplicemente buttato via, nei paesi poveri perché non ci sono i sistemi di conservazione, di
trasporto. Questo è un altro campo in cui una solidarietà umana, una politica economica seria può
avere molto spazio per agire.
TERZO OGGETTO DI SFIDA: LE RISORSE ENERGETICHE
Dove il problema del controllo delle risorse energetiche ha creato tensioni e conflitti,soprattutto il
problema del controllo del petrolio ?
Libia → ottavo posto per le riserve di greggio. L'intervento nato per aiutare i ribelli anti Gheddafi è
voluto da Francia e Inghilterra. Le due compagnie petrolifere sono ora in concorrenza con Eni che
prima deteneva quasi il monopolio del petrolio libico. Sarkozy e Cameron sono i primi leader ad
andare nella nuova Libia.
Iraq → terzo paese per riserve di petrolio. La seconda guerra del Golfo, combattuta formalmente
per abbattere Saddam che nel ‘72 aveva nazionalizzato il petrolio finisce nel 2008. Oggi in Iraq ci
sono ancora 20.000 soldati americani e lo sfruttamento è tornato in mano alle grandi compagnie
multinazionali.
Afghanistan → l'intervento americano e alleato è del 2001 subito dopo le torri gemelle. Il
paese,come il Pakistan non possiede petrolio ma è strategico per il passaggio dei gasdotti e per la
creazione di una cintura in grado di controllare i rifornimenti energetici di Cina e India.
Cecenia → paese islamico ricco di petrolio e strategico per i gasdotti La Cecenia chiede
l'indipendenza e viene immediatamente invasa dalla Russia : la guerra finisce nel 2007 ma gli atti
terroristici ceceni continuano ancora oggi.
Azerbaigian e Armenia → paesi importanti per estrazione e oleodotti in guerra tra loro dal ‘94. I
paesi si stanno riarmando e le trattative di pace si sono interrotte.
Nigeria → è il più popoloso paese africano e l'ottavo esportatore di petrolio al mondo. Nonostante
gli immensi proventi dei giacimenti di petrolio non solo non ha distribuito ricchezza ai suoi abitanti
ma ha permesso lo scempio dell'ecosistema del delta del Niger. I vari gruppi etnici si sentono
defraudati da governo e compagnie petrolifere e gli scontri tra ribelli e gli eserciti paramilitari
durano da almeno 10 anni.
Artico → grazie alla riduzione della calotta polare è ora possibile estrarre petrolio dai fondali. E'
guerra per la concessione di giacimenti promettenti. All'inizio di agosto due mini sommergibili
hanno piantato una bandiera russa al titanio sul fondo oceanico del Polo Nord a 4.200 mt. di
profondità.
Cipro → a metà settembre Cipro e la Grecia con tecnologia israeliana annunciano ricerche di
petrolio nelle acqua territoriali dell'isola. La Turchia reagisce annunciando nuove ricerche e
spostando navi da guerra in zona.
Ma il petrolio non è l'unica risorsa per cui si combatte oggi nel mondo : Israele e Palestina da
anni sono il lotta anche a causa delle scarse riserve idriche della zona affidate quasi
esclusivamente al fiume Giordano cui i palestinesi non hanno accesso, al lago Tiberiade e a due
sorgenti sotterranee. Israele oggi possiede l'80% dell'acqua della zona che deriva per due terzi dai
territori che ha invaso: le Alture del Golan e la Cisgiordania.
Turchia → quella turca è la zona più ricca d'acqua del vicino oriente e dalle sue scelte in materia
dipendono le sorti di paesi come Siria e Iraq. Si sta realizzando il grande progetto anatolico che
prevede sette dighe sull'Eufrate, sei sul Tigri e la gigantesca diga di Ataturk che da sola sarebbe in
grado di prosciugare la parte siriana e irachena dell'Eufrate con conseguenze imprevedibili.
Come rispondiamo a una maggiore domanda di energia da parte di una popolazione sempre più
numerosa; ed esistono delle proiezioni future in tal senso?
Il vero problema è che l'energia è consumata da una parte del mondo e viene prodotta dall'altra,
quindi ci sono questi enormi squilibri che sono molto simili a quelli del cibo.
Pochi paesi al mondo consumano il 70% dell'energia: 20% Stati Uniti e 20% Cina e i nuovi paesi
consumano sempre di più; quest'anno la Cina ha superato gli Stati Uniti come consumo di energia
ma questi ultimi hanno una popolazione di gran lunga inferiore.
Negli ultimi anni sono state scoperte nuove fonti di energia : le tecniche petrolifere sono
progredite, il cosiddetto SHALE GAS,cioè il gas naturale diffuso nella roccia,c'è tantissimo negli
Stati Uniti e sembra che anche in Polonia e in altre parti del nord Europa ce ne sia. Queste nuove
forme stanno rendendo lo squilibrio un po' meno forte però c'è sempre un fortissimo squilibrio
che non può essere chiuso dal problema nucleare.
Dopo Fukushima in Europa difficilmente si costruiranno centrali nucleari ( ce ne sono in
costruzione solo una in Francia e una in Finlandia).
I costi di queste centrali sono altissimi e non sappiamo ancora quale sarà la politica di Cina e India
in materia perché non l'hanno ancora definita ma nei paesi ricchi il nucleare ha una sosta. Quindi il
problema della crescita sarà nelle nuove fonti e anche con uno sforzo nelle energie alternative
(idraulica,vento e solare che può essere oggetto di innovazioni radicali).
Un esempio in Europa interessante in questo senso è la Germania che ha sviluppato tecnologie
solari molto avanzate. 2-3 anni fa noi importavano tutti gli strumenti per il solare dalla Germania
adesso ne importiamo molti di più dalla Cina.
A un certo punto si era pensato che per risolvere il deficit energetico si potesse puntare sui
biocarburanti cioè i carburanti di origine vegetale però c'è il problema del cibo, per cui in realtà
servirebbero più terreni dedicati all'agricoltura quindi il problema è che la coperta è troppo corta
oppure la produzione alimentare da una parte e quella di biocarburanti dall'altra possono
convivere?
Si pensava che potessero convivere ma quando gli Stati, come gli USA si dedicano
improvvisamente, in un territorio grande come la Svizzera al biocarburante invece che al cibo
saltano tutti i prezzi dei prodotti alimentari. Incentivare troppo i biocarburanti è un grande errore :
incentivarne una piccola parte per la sperimentazione scientifica, per il progresso tecnico è
importante ma usare terreno fertile,come per esempio quello della Pianura Padana, per i
biocarburanti è rischioso. Soprattutto perché abbiamo delle alternative: i paesi ricoperti da
boschi,tutta una serie di masse che possono aiutarci a produrre energia senza sacrificare il terreno
agricolo buono.
TUTTI QUESTI PROBLEMI COME SI RIPERCUOTONO SUL NOSTRO PAESE?
“ Uno stomaco vuoto non è un buon consigliere politico “ (A. Einstein)
In questo mondo le decisioni prese dai potenti o dai miserabili sono state spesso decisioni in
contrasto con gli interessi generali.
Gli Italiani e l'Italia come sta affrontando questi problemi?
In Italia la produzione alimentare è florida e in costante crescita : negli ultimi 10 anni ha segnato
un + 12,10% e ha distanziato di ben 27 punti l'industria nazionale nel suo complesso. Ma gli ultimi
anni di crisi preoccupano : nel 2011 l'ISTAT ha censito il quinto anno consecutivo di consumi
interni in calo. In un panorama difficile in cui i prezzi dei generi alimentari aumentano non è un
caso che la spesa low coast sia cresciuta e l'incidenza dei discount abbia ormai raggiunto l'8%.
I costi delle materie prime e dell'energia sono tra le cause principali dell'aumento dei prezzi dei
generi alimentari visto che l'86% dei trasporti commerciali in Italia avviene su gomma. L'energia
è,in effetti, una delle più pesanti palle al piede della nostra economia non solo di quella
alimentare; il rischio è che il fattore energia così come è stato tra le prime cause della crisi reale
dell'economia possa ritardarne il superamento. I fatti di questi mesi,con l'incendio che ha
attraversato l'intero Nord Africa ne sono la più drammatica dimostrazione. Spinte speculative e
venti di guerra hanno portato i prezzi del petrolio nel 2011 sino alla soglia di 125$ al barile poi
ridottisi a 110-115$. Secondo la Banca d'Italia le nostre imprese hanno pagato nel 2008 un extra
costo energetico rispetto ai concorrenti europei di 5,6 miliardi di euro; le famiglie di 4,4 miliardi.
Molte le cause :

L'inefficiente mix energetico.

L'insufficiente sostegno alle energie rinnovabili.

Fiscalità oppressiva che su ogni unità di energia consumata incassa il 40% in più della media
europea.
Il deficit energetico divora l'avanzo commerciale, sottraendo risorse alla crescita: senza i costi
altissimi dell'energia nel 2011 avremmo avuto un avanzo di 24 miliardi di euro, con l'energia un
deficit di 27 miliardi di euro.
Il divario intorno al 30% dei prezzi dell'elettricità penalizza la nostra competitività: un dato ancora
più grave in uno scenario in cui l'Occidente paga i costi della crescita dell'Oriente sempre più
assetato di energia e paga anche l'incapacità dei governi di fronteggiare le ragioni di fondo della
crisi energetica. La grande crisi ha un'altra conseguenza: la domanda di energia è diminuita ai livelli
di 10 anni fa. La contrazione della domanda ha provocato un forte surplus di capacità produttiva in
tutti i settori : elettrico,metanifero,petrolifero provocando:

Un calo drastico del tasso di utilizzo degli impianti.

Un aumento dei costi fissi unitari.

Pesanti difficoltà per molte imprese.
L'unica consolazione è gli obiettivi di riduzione di emissione di CO2 che apparivano irraggiungibili
oggi sembrano a portata di mano.
Tutti questi numeri sono conseguenza di un unico numero : lo 0 della nostra crescita. L'Italia può
farcela? Può uscirne da sola?
Oltre ai problemi analizzati prima c'è da prendere in considerazione il problema dell'equilibrio del
bilancio perché se siamo sempre sotto attacco della speculazione non ce la possiamo cavare.
Quindi bisogna controllare la spesa e riprendere il cammino della crescita. Questo significa:

Ricerca sviluppo e scuola

Innovazione a ogni costo

Riprendere lo sviluppo dell'industria perché un paese come il nostro deve contare sul
settore in cui è relativamente più forte
Prendendo la carta dell'Europa l'industria costituisce la spina dorsale della Germania: loro hanno
nell'industria il 26-27% del prodotto nazionale totale, la Francia l’10% , la Gran Bretagna il 10% e
l'Italia il 18-19%. Quindi l'Italia settentrionale si avvicina alla Germania, mentre da Roma in giù la
situazione peggiora. Bisogna riprendere questa parte industriale e farla correre, con innovazioni e
sviluppo, andando avanti in questa direzione. Stessa cosa va fatta negli altri settori in cui siamo
eccellenti come turismo e l'agricoltura specializzata.
Però ci sono due anomalie rispetto agli altri paesi: l'evasione fiscale che ci scombina tutto il
problema del debito pubblico,ci fa attaccare da tutti senza la quale avremmo i soldi per la scuola,la
ricerca,le pensioni; e la criminalità perché impedisce il flusso di investimenti che invece ci sono in
tutti gli altri paesi. Dobbiamo assolutamente vincere questi due problemi.
Bisognerebbe,inoltre,fare un salto in avanti nelle innovazioni industriali cioè relazioni industriali in
modo cooperativo. Da soli,isolati non possiamo farcela. Possiamo vincere la sfida solo in un
contesto europeo.
GLOSSARIO
Shale gas = è un gas naturale derivato dalla decomposizione anaerobica dello shale, una roccia sedimentaria composta
da fango che contiene scaglie di minerali argillosi e piccoli frammenti di altri mineali come il quarzo e la calcite.
Tratto da : “ Il mondo che verrà” - La 7 dell'11 ottobre 2011
Caterina Pizzinga 5BIGEA