Contributo n. 2 DALL'ORGANIZZAZIONE AL SISTEMA: LA REGOLAMENTAZIONE COME PRIMO PASSO PER L'INTEGRAZIONE. Dott.ssa Manuela Serva - Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione ASL Rieti La nuova strategia preventiva si deve necessariamente muovere nell'ottica del T.Q.S. (Total Quality System), dovendo il sistema integrato salute- sicurezza -ambiente marciare in maniera ormai sincrona ed imprescindibile. La precisa lettura del più recente quadro normativo pone come centro di attenzione il lavoratore, il sistema deve configurarsi infatti come sistema nuovo di tipo "partecipativo", e deve necessariamente coinvolgere tutto il personale. NUOVO SISTEMA PARTECIPATIVO T.Q.S. VERTICE AZIENDALE LAVORATORI Il raggiungimento della qualità nelle condizioni di lavoro è una funzione gestionale che deve essere perseguita con lo stesso impegno delle altre funzioni imprenditoriali dell'Azienda, e va ad inserirsi a pieno titolo fra i più alti obiettivi di strategia aziendale 1 essendo la questione sicurezza uno dei “temi centrali” dell’organizzazione al fine di individuare procedure per cambiare i comportamenti individuali e definire i criteri per migliorare le scelte programmando gli interventi in una logica di integrazione. La necessità di tendere ad un sistema qualità pone la necessità di costruire all'interno dell'Azienda Sanitaria un vero e proprio "SISTEMA SICUREZZA" ORGANIZZATO ED INTEGRATO. Tale sistema deve essere capace di una prevenzione in qualità, ma deve soprattutto porsi come elemento base della possibilità /necessità di una corretta gestione del progetto sicurezza, per migliorare anche la qualità dell'assistenza, che è il prodotto dei processi di una Azienda Sanitaria. In tal senso risulta critico e strategico il ruolo della Direzione Aziendale: - nel definire la propria politica - nell'organizzare organizzare il proprio staff - nel misurare le proprie capacità - nel verificare i risultati raggiunti In sintesi va individuato il ciclo di vita tecnico-organizzativo del progetto affinché l'esigenza-idea diventi il motore del sistema in una sequenza che partendo dall'analisi della problematica passi da uno studio di fattibilità ad una strategia decisionale. Seguirà la fase di realizzazione che dalla progettazione -pianificazione tenderà allo sviluppo del progetto, a cui deve necessariamente seguire la fase gestionale del processo che richiede anche un’attività di monitoraggio continuo per la verifica del risultato atteso e la ripianificazione di eventuali misure correttive. È ' evidente che per risultare efficace, un sistema di questo tipo non può non vedere coinvolti in maniera diretta tutti i soggetti che compongono l'Azienda Sanitaria nel suo complesso in una logica di integrazione: dal Servizio di Prevenzione e Protezione ai massimi Dirigenti, ai Responsabili di Reparti e Servizi (tecnico- acquisti, formazione ecc..)ai preposti, ai Rappresentanti dei lavoratori, ai lavoratori tutti. Il sistema sicurezza integrato nel più vasto sistema T.Q.S. si dovrà muovere in sintesi attraverso le seguenti fasi: 1) Fase organizzativa del sistema: 2 a) organizzazione di tutte le figure secondo le linee di indirizzo dettate dal D.Lgs 626/94 e coinvolte nel sistema sicurezza. b) Procedure organizzative 2) Fase operativa del sistema: a) procedure operative per arrivare a meccanismi quasi automatici di gestione della sicurezza b) messa in essere di attività integrate per il tramite di una organizzazione di tipo tecnico relazionale FASE ORGANIZZATIVA DEL SISTEMA La fase organizzativa del sistema necessita di regolamentazione di azioni complesse e la prevenzione è una Azione Complessa. Il Datore Lavoro è il Responsabile individuato dalla legge per la sicurezza, e il Direttore Generale è il Datore di Lavoro di una Azienda Sanitaria. L'Azienda Sanitaria è uno dei luoghi di lavoro a maggiore complessità a causa delle molteplici tipologie di rischio rappresentate che a volte agiscono sinergicamente, complessità dovuta alla presenza di impianti e tecnologie complesse, alla presenza contemporanea di degenti , visitatori, appaltatori, prestatori d'opera, volontari, tirocinanti ecc., per tali motivi è necessario il coinvolgimento di tutte le risorse umane. Questo coinvolgimento si realizza attraverso l'organizzazione delle responsabilità legate al ruolo predefinito nel sistema di gestione organizzato attraverso una precisa regolamentazione del sistema stesso, con definizione: a) Degli ambiti di responsabilità, perché la sicurezza , come “la qualità, inizia dalla Direzione e la chiave dell'efficacia è stabilire la responsabilità ad ogni livello”; b) Dei compiti, perché la sicurezza “come la qualità è compito di tutti e perché deve essere presente, come la qualità, in tutte le fasi del servizio o del processo”; c) Di tempistiche adeguate e metodologie di monitoraggio, perché “la sicurezza come la qualità è misurabile”. Quindi necessità di regolamentazione, per concretizzare la logica di attuazione di una politica di gestione integrata della sicurezza finalizzata all'obiettivo della massima affidabilità di tutti gli interventi, integrando appunto il Servizio di Prevenzione e Protezione, 3 con la gradualità necessaria e collegata all'intervento prevenzionistico in essere, con Ufficio Acquisti, Ufficio Tecnico, Ufficio Amministrativo, Ufficio Infermieristico, Direzione Sanitaria, Servizio Farmaceutico ecc.., in una corretta interazione ed integrazione di tutti i processi aziendali. Il punto nodale del sistema è il coinvolgimento chiaro sulle responsabilità alle funzioni, nel senso che va definitivamente fissato che il problema della responsabilità di quella funzione investe anche la sicurezza. La regolamentazione del sistema può passare attraverso l’istituto della Delega.La Delega è uno strumento concreto per l’adempimento dei doveri e degli aspetti operativi in tema di prevenzione e sicurezza. Questa deve essere rigorosamente dimostrata dal Datore di Lavoro, deve essere esplicita, non ambigua, inequivoca. La delega diventa uno strumento fondamentale in relazione alla configurazione organizzativa aziendale, alle scelte organizzative effettuate al fine di realizzare il decentramento organico ma responsabile delle funzioni in linea con una gestione anche di tipo budgettario. L'istituto della delega diventa strumento legato alla necessità di rendere incisive ed operative le procedure per l'attuazione del D. Lgs 626/94, il Direttore Generale delega i dirigenti per gli adempimenti previsti dal D. Lgs predetto non espressamente riservati allo stesso Direttore Generale. FASE ORGANIZZATIVA DEL SISTEMA NELLA ESPERIENZA DELLA ASL RIETI, “REGOLAMENTO DELLE ATTIVITA’ DI PREVENZIONE E PROTEZIONE PER LA SICUREZZA DEL LAVORO A NORMA DEL D.L.vo 626/94 E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI ED INTEGRAZIONI. Si riporta in sintesi l'esperienza di Regolamentazione delle attività di prevenzione e protezione della nostra Azienda Sanitaria,che parte dalla definizioni dei soggetti interessati (chi sono). I soggetti interessati sono quelli previsti dal D.Lgs 626/94 : 1. Datore di Lavoro 2. Dirigenti- Preposti 3. Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione 4. Medici Competenti 5. Rappresentanti dei Lavoratori 6. Lavoratori 4 - DATORE DI LAVORO: il direttore generale ovvero il dirigente cui spettano autonomi poteri di gestione - DIRIGENTI DELEGATI: i dirigenti delle strutture complesse individuate nei provvedimenti di organizzazione dell’azienda, delegati dal direttore generale per gli adempimenti propri del datore di lavoro che non siano allo stesso riservati; - DIRIGENTI RESPONSABILI: I dirigenti delle strutture dell’azienda, cui compete la responsabilità dell’organizzazione del lavoro e dell’attuazione degli adempimenti propri del dirigente previsti dalla normativa in materia di igiene e sicurezza del lavoro, in conformità alle direttive impartite dal direttore generale e dai dirigenti delegati; - PREPOSTI: le persone tenute ad eseguire le direttive impartite dai dirigenti responsabili, in particolare per la vigilanza sull’attuazione delle misure di prevenzione e di protezione dei lavoratori; - LAVORATORI: persone che prestano il proprio lavoro, alle dipendenze dell’azienda, con rapporto di lavoro subordinato, anche speciale o senza retribuzione, nonché gli allievi di corsi di formazione professionale, anche in convenzione con le università; Per ciascuna delle figure interessate sono stati definiti gli adempimenti (CHE COSA DEVONO FARE). Si riporta di seguito a titolo di esempio il contenuto degli adempimenti del Dirigente delegato e del Dirigente Responsabile (artt. 5 e 6 Regolamento delle attività di Prevenzione e Protezione) 1. Il Dirigente Delegato svolge i compiti delegabili dal datore di lavoro in conformità a quanto previsto dal D.lgs 626/94 nonché dalle altre norme vigenti in materia di prevenzione, igiene e sicurezza del lavoro e secondo le direttive impartite dal Direttore Generale. Il dirigente delegato svolge in particolare i seguenti compiti: 5 a) individua all’interno della struttura da esso diretta e tenuto conto dell’ubicazione e dell’autonomia funzionale dei presidi e delle unità organizzative ove si svolge l’attività, uno o più dirigenti responsabili per l’attuazione degli adempimenti previsti dalla normativa in materia di igiene e sicurezza del lavoro; b) svolge azione di promozione, indirizzo e vigilanza nei confronti dei dirigenti responsabili; c) indica tra il personale dipendente delle strutture che fanno capo allo stesso uno o più referenti con il compito di mantenere i rapporti e di collaborare con il servizio di prevenzione e protezione aziendale per le attività concernenti la prevenzione e il miglioramento della sicurezza dei lavoratori sul luogo di lavoro; d) collabora, avvalendosi dei dirigenti responsabili e dei preposti e coordinandosi con il Servizio prevenzione e protezione per la valutazione dei rischi ai fini dell’aggiornamento permanente del documento di cui all’art.4, comma 2, del D.lgs 626/94; e) segnala ai soggetti competenti, come previsto all’art.9, gli adempimenti non rientranti nelle proprie attribuzione o che non sia in grado di effettuare direttamente con le risorse assegnate, necessarie per mantenere le condizioni di sicurezza o per prevenire rischi, danni o infortuni ai lavoratori, con particolare riguardo all’acquisizione di beni o servizi e alla gestione e manutenzione delle strutture edilizie; f) cura, per l’area di competenza e in collegamento con il Servizio di Prevenzione e Protezione, gli adempimenti conseguenti agli atti delle autorità di vigilanza. Il dirigente delegato, nell’ambito delle proprie competenze, è tenuto ad assumere idonee iniziative per l’attuazione dell’art.7 punto m) del D.Lgs 626/94, ai fini dell’osservanza della normativa in materia di prevenzione, igiene e sicurezza del lavoro da parte dei lavoratori che operano presso l’Azienda, alle dipendenze di altri datori di lavoro. 6 Il Dirigente Responsabile attua, all’interno della struttura cui è preposto e nell’ambito delle proprie competenze, gli adempimenti previsti dalla vigente normativa in materia di prevenzione, igiene e sicurezza del lavoro, in conformità alle direttive del datore di lavoro e del dirigente delegato e secondo le procedure e i protocolli operativi di cui all’art.13. Il dirigente responsabile, in particolare: a) formula proposte al dirigente delegato per la risoluzione di situazioni di rischio e per l’individuazione delle procedure di sicurezza e contribuisce alla formulazione del programma e delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza; b) organizza il lavoro e predispone le procedure e le misure di prevenzione previste dalla normativa vigente o imposte dalla natura dell’attività; c) individua i preposti e gli addetti all’attuazione e alla vigilanza delle misure di prevenzione e protezione previste dalla normativa vigente; d) impartisce ordini e istruzioni ai preposti e ai lavoratori, finalizzati alla prevenzione e protezione dai rischi professionali e vigila sull’esecuzione e sull’osservanza delle disposizioni impartite; e) assicura la disponibilità di dispositivi di protezione individuale nonché di mezzi ed attrezzature idonei, adottando idonee iniziative di informazione e di formazione per il corretto uso degli stessi; f) assicura che siano rispettati gli obblighi di sorveglianza sanitaria nonché l’utilizzazione del personale nel rispetto delle prescrizioni dei medici competenti; g) collabora al coordinamento delle attività formative: 1. in materia di emergenza pronto soccorso, incendio, pericolo grave ed immediato; 2. per rischi specifici. Infine i dirigenti delegati e i dirigenti responsabili sono tenuti a redigere, per quanto di competenza, rapporti semestrali (Art. 10 Regolamento) circa le attività svolte, con particolare riguardo alle verifiche effettuate, ai rischi riscontrati, alle misure adottate e ai risultati conseguiti, formulando proposte per il miglioramento dei livelli di sicurezza, al fine della programmazione degli interventi per l’attuazione del D .Lgs 626/94. I dirigenti responsabili trasmettono i rapporti di cui al comma precedente al dirigente delegato. I 7 dirigenti delegati inoltrano il proprio rapporto al Direttore Generale per il tramite del servizio prevenzione e protezione, che ne cura il coordinamento, anche ai fini degli adempimenti previsti dall’art.11 del D.lgs 626/94. FASE OPERATIVA DEL SISTEMA SICUREZZA Alla fase di organizzazione segue la fase di intervento, ed attuazione, che necessita di procedure operative per il governo delle attività connesse; ossia dalle procedure organizzative si passa alle procedure di attuazione. La struttura del sistema procedurale dovrà essere impiantata per muoversi in maniera sincrona e rispettando infatti la logica della pianificazione correlata alle priorità di intervento e tenendo conto delle criticità evidenziate, prefissando l'azione da compiere in modo tale che : a) la proposta delle misure sia sempre finalizzata all'innalzamento del livello di sicurezza secondo le norme di buona tecnica più avanzate ( la regolamentazione di tutta la fase operativa del sistema abbraccia tutte le sfaccettature delle attività di prevenzione e protezione). b) il sistema crei dei modelli per il monitoraggio delle azioni poste in essere per evidenziare i punti critici, finalizzati al rimodellamento ed al riaggiustamento del sistema stesso. Come si colloca in questa fase il SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE nel sistema sicurezza? Quale è l’attività e il compito del suo Responsabile? L’Unità Operativa di Staff Servizio Prevenzione e Protezione Aziendale è l’insieme delle persone, dei sistemi e dei mezzi interni o esterni all’Azienda finalizzati alle attività di prevenzione e protezione. E’ la struttura tecnico-professionale dell’Azienda, con funzioni di promozione, consulenza, informazione e formazione per la tutela della salute e dell’incolumità dei lavoratori, per l’attuazione della normativa in materia di igiene e sicurezza del lavoro, per la salvaguardia ed il miglioramento dell’immagine aziendale nella materia. Quindi in sintesi, il Servizio di Prevenzione e Protezione, nella sua posizione in Staff alla Direzione Generale è : - il raccordo tra la Alta Direzione Aziendale e la Dirigenza, Preposti , Rappresentanti dei Lavoratori e Lavoratori; 8 - è il punto di riferimento e di consulenza per le problematiche collegate alla sicurezza; - è il promotore e il verificatore del sistema, ma anche promotore del miglioramento; - è la struttura che coordina attraverso il suo Responsabile le attività procedurali su tutte le problematiche collegate alla sicurezza nonché sulle attività formative specifiche; - è la struttura che attiva procedure di coinvolgimento diretto delle funzioni incentivando il cambiamento organizzativo finalizzate a meccanismi di autoorganizzazione periferica. - è la struttura che attiva un sistema di comunicazione trasversale. Ma il compito principe è quello di far "colloquiare " funzioni che hanno anche obiettivi diversi , e soprattutto deve " contenere " in maniera equilibrata le possibili reazioni delle funzioni ad esempio dirigenziali. L'opera di contenimento in questa prima fase applicativa del progetto dovrà essere supportata e gestita con una attività capillare di informazione – formazione sulle caratteristiche dello stesso sistema sicurezza, informazione e formazione quali strumenti d’eccellenza come qualcuno ha affermato, finalizzati al passaggio “dalla specializzazione alla integrazione”. Il Servizio di Prevenzione e Protezione per il tramite del suo Responsabile deve in sintesi: “ORIENTARE, STIMOLARE, PROMUOVERE, COORDINARE " per integrarsi con tutti gli elementi dell'intera organizzazione aziendale. 9