Morfologia Alpi Apuane Le Apuane sono una catena montuosa costiera, collocata nella Toscana settentrionale, tra la Lunigiana, la Garfagnana e la Versilia. La dorsale, estesa circa trenta Km, si discosta per un breve tratto dall'Appennino settentrionale, correndo ad esso parallela. Di forma arcuata, con la concavità rivolta verso il Mar Ligure, le Apuane si differenziano dalle morbide e sinuose linee appenniniche per i loro profili aspri e i versanti ripidi. Parte del massiccio è compreso nel territorio del Parco naturale regionale delle Alpi Apuane. Le Alpi Apuane non solo caratterizzano il paesaggio del territorio della Garfagnana (che delimitano lungo tutto il tratto che le separa dal mare) ma anche il territorio della Lunigiana. Sono un massiccio montuoso la cui orogenesi è distinta da quella dalla catena appenninica, e raggiunge la sua massima altezza (1946 m) nel Monte Pisanino ossia Pizzanino (da pizza sinonimo di vetta). Le Alpi Apuane vennero denominate in principio Monti di Kairara o Karara dall'etimo celtico Kair, cioè pietra; in seguito monti lapicidines, cioè di pietra in latino, poi Panie ossia pagine dal significato greco di confine, in epoca greco-bizantina, del territorio lunense, e infine Alpi Apuane, nome questo prediletto e diffuso a partire da metà del 1800 dallo storico Emanuele Repetti. L'orogenesi dei corrugamenti è frutto della deriva dei continenti che ha prodotto sollevamenti tettonici sottomarini. I rilievi sono costituiti in prevalenza da rocce metamorfiche di carbonato di calcio con microcristalli di aspetto saccaroide, ossia i celebri marmi più o meno candidi (la cui escavazione venne intensificata in epoca romana). Le Alpi Apuane sono infatti, da allora, note per l'escavazione del cosiddetto marmo di Carrara, utilizzato per la realizzazione sia dei rivestimenti esterni ed interni dei grandi ed importanti edifici pubblici e privati, sia come materia strutturale e formale per monumenti ed opere architettoniche celebrative di personaggi ed avvenimenti. Nel corso dei secoli il naturale profilo dei rilievi montani è stato più o meno modificato dall'opera dei lapicidini e purtroppo anche nei luoghi di notevole valenza naturale e paesistica con danni ormai irreversibili. Un po’ di geologia 240 milioni di anni fa, nell' era paleozoica, la regione dove si sarebbero formate le alpi e l'Appennino era una semplice piattaforma della "pangea" (l'unione di tutte le terre emerse) sporgente su un unico e grande oceano. Dove si formarono le Alpi Apuane, si depositarono argille ed arenarie, ricoperte da un magma proveniente dalle parti più profonde della crosta continentale. 200 –180 milioni di anni fa, nell’era mesozoica, su questo basamento si depositarono carbonati di calcio, di magnesio e sostanze organiche. La pangea incominciò a fratturarsi in placche. Anche la piattaforma continentale corrispondente all’area alpino-appenninica si staccò dal continente eurasiatico, dando origine ad una placca indipendente chiamata “italo-dinarica” della quale faceva parte la zona apuana nella quale continuò il deposito di calcari puri e di sostanze organiche per uno spessore di due - trecento metri. 130 milioni di anni fa la placca italo-dinarica iniziò ad essere spinta verso nord dal continente africano che si stava allontanando da quello americano e che sollevò i materiali depositati dando inizio al corrugamento alpino che era piuttosto lineare e si congiungeva alla Corsica e Sardegna (ancora legate al continente eurasiatico e che occupavano lo spazio esistente nel golfo del Leone) ed ai Pirenei. 60 milioni di anni fa (all’inizio dell’era cenozoica) la zolla corso-sarda si staccò dal continente ed incominciò il suo movimento verso est. 30 milioni di anni fa continuava una forte sedimentazione di materiali, prima più fini e poi più grossolani (arenarie). Lo spostamento della zolla corso-sarda incominciò a comprimere i materiali depositati e creò uno sconvolgimento tettonico sollevando parte del basamento. 12 milioni di anni fa la zolla corso-sarda entrò in collisione con la placca italo-dinarica sospingendo tutti i sedimenti sul basamento che subì, così, una fortissima pressione ed un innalzamento di temperatura fino a 400 gradi centigradi e venne pertanto sottoposto ad un metamorfismo che trasformò i calcari in marmi: 8 milioni di anni fa ci furono altre spinte ed un altro scivolamento dei sedimenti verso nord-est fino a formare parte dell’Appennino Tosco-Emiliano Incominciò poi, di nuovo, l’erosione degli strati più superficiali e più teneri che fece emergere i marmi.