delibera - Comune di Pescara

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IL CONSIGLIO COMUNALE
Si appresta, in questa seduta solenne a conferire la cittadinanza onoraria
al prof. Riccardo Giacconi, premio Nobel per la Fisica.
L’illustre scienziato è stato considerato, a giusto titolo, “il padre
dell’astronomia dei raggi X”, ed il riconoscimento ottenuto premia il suo
pionierismo, nel campo dell’astrofisica, che ha condotto alla scoperta delle fonti
cosmiche dei raggi X.
Nato a Genova nel 1931, laureatosi a Milano, membro dell’Accademia
nazionale dei Lincei e professore emerito alla Hopkins University di Baltimora,
ha ottenuto nel 1977 la cittadinanza americana.
Nel 1962, in una memorabile dissertazione di Giacconi si riportava la
prima osservazione di una sorgente a raggi X al di fuori del sistema solare e
questa osservazione ha segnato la nascita dell’astrofisica a raggi X.
Nell’anno successivo Giacconi proponeva lo studio di un satellite
dedicato all’astrofisica dei raggi X e i risultati del satellite, appositamente
costruito, segnarono, in quegli anni un record delle osservazioni scientifiche
nell’ambito della fisica e dell’astronomia.
Nel 1973 Riccardo Giacconi è stato chiamato all’Università di Harvard
per creare la sezione di “Astrofisica delle alte energie”, che si avvalse, in pochi
anni, di un centinaio fra i migliori scienziati del settore.
Nel 1981 l’illustre uomo di scienza concludeva una prima fase di attività
che lo aveva visto fondare e portare a maturità il campo dell’astrofisica a raggi
X e iniziava la nuova era “dell’astronomia e dell’astrofisica ottica spaziale”,
diventando direttore dello Space Telscope dell’Università di Baltimora.
Giacconi ha affrontato in questi ultimi anni un’ulteriore sfida: la creazione
del più grande osservatorio terrestre con gli strumenti più avanzati
tecnologicamente e più grandi del mondo.
Ma nonostante questo fervente lavoro anche sotto l’aspetto tecnologico,
il premio Nobel non ha mai dimenticato la ricerca scientifica fondamentale, cui
ha continuato a dare contributi scientifici fondamentali attraverso centinaia di
articoli pubblicati sulle più importanti riviste scientifiche internazionali.
Altrettanto importante è stata, nel frattempo la sua attività didattica nelle
più prestigiose università che si è manifestata nelle pubblicazioni di testi
fondamentali sull’astrofisica dei raggi X quali, fra gli altri:
R., RUFFINI R., (editors and co-authors), “Physics and
GIACCONI
Astrophysics of Neutron Stars and Black
Holes”, SIF Bologna and North
Holland publisching Co. Amsterdam 1978.
GIACCONI R., TUCKER W., L’Universo in raggi X, Edizioni Scientifiche e
Tecniche, Mondadori, Milano 1985.
GIACCONI R., RUFFINI R., STELLA L., (editors and co-authors), Exploring
the Universe. A Festschrift in Honor of Riccardo Giacconi, World Scientific,
Singapore 2000.
Infine per i suoi contributi così unici nello sviluppo della conoscenza
scientifica dell’Universo, dell’evoluzione stellare e delle strutture cosmologiche,
La Sapienza di Roma ha conferito a Giacconi la Laurea Honoris Causa per la
Fisica.
La Città di Pescara ha un debito di riconoscenza verso questo eminente
scienziato che è stato uno dei fondatori dell’ICRA, di cui la nostra Città ha
l’onore di avere, proprio nella parte più centrale di essa, la sede di
coordinamento
dell’IcraNet
che
promuove
la
cooperazione
scientifica
internazionale e l’interconnessione con i maggiori centri di ricerca del mondo.
In virtù di tale legame con la città il sindaco Carlo Pace comunicava,
con
nota
del
22.01.2003,
a
Riccardo
Giacconi
l’intendimento
dell’Amministrazione comunale di volergli conferire la Cittadinanza onoraria, per
i suoi grandi meriti scientifici.
Lo scienziato, con nota del 14 febbraio 2003 ringraziava per l’onore del
conferimento e confermava la sua presenza per la solenne cerimonia odierna.
Ritenuto, quindi, alla luce delle suesposte motivazioni, di dover conferire
la Cittadinanza Onoraria al premio Nobel Riccardo Giacconi.
Visto il parere espresso dalla Commissione consiliare “Cultura, Rapporti
Associazioni, Fondazioni ed Istituzioni culturali …” in data 15.3.2003, che si
allega;
Visti i pareri espressi, ai sensi dell’art 49 della legge 267/2000, dal dirigente
del servizio interessato e dal dirigente di ragioneria, visto il parere di legittimità
espresso dal Segretario Generale, ai sensi dell’art. 55, comma 2° dello Statuto
e degli artt. 61.2 e 69.1 del regolamento del Consiglio comunale, come da
scheda allegata;
Visto l’art. 42 del T.U. 267/2000;
Con votazione unanime favorevole espressa con il sistema elettronico da
n.36 consiglieri presenti e votanti ( E’ entrata la consigliera Ciaburro.Sono usciti
i consiglieri D’Amico-Delfino) con risultato accertato e proclamato dal
Presidente con l’assistenza degli scrutatori prima designati:
DELIBERA
1) di concedere, per i motivi in premessa indicati, al prof. Riccardo Giacconi,
nato a Genova il 6 ottobre 1931, la Cittadinanza Onoraria di Pescara;
2) di consegnare al medesimo una medaglia d’oro, una pergamena relativa al
conferimento, unitamente alle chiavi della Città;
3) di precisare che l’impegno della spesa necessaria per la manifestazione di
cui sopra, è stato oggetto di apposita determinazione da parte del dirigente
responsabile.
Indi
IL CONSIGLIO COMUNALE
Ritenuta l’urgenza con votazione unanime favorevole espressa con il sistema
elettronico da n.37 consiglieri presenti e votanti ( E’ entrato il consigliere Melilla)
con risultato accertato e proclamato dal Presidente con l’assistenza degli
scrutatori prima designati
DELIBERA
Di dichiarare la presente immediatamente eseguibile.
Il Professor Riccardo Giacconi viene invitato nell’emiciclo per la consegna della
pergamena ricordo da parte del Sindaco e delle chiavi della Città da parte del
Presidente del Consiglio Comunale.
Al termine della cerimonia si hanno gli interventi riportati nell’allegato.
Primo punto all’O.d.G.: “Conferimento della Cittadinanza Onoraria al
Premio Nobel Prof. Riccardo Giacconi”
PRESIDENTE:
Autorità, signore e signori, nel dare la parola al Sindaco, che leggerà la
Delibera con la cui approvazione il Consiglio Comunale di Pescara conferirà la
cittadinanza onoraria al Professor Riccardo Giacconi, Premio Nobel per la
fisica nel 2002, mi corre il dovere piacevole di dargli il benvenuto nella
nostra città a nome dell’intero Consiglio Comunale. L’altissima qualità delle
sue ricerche scientifiche, l’ideazione e la realizzazione di strumentazioni
atte ad esplorare l’universo allo scopo di approfondirne la conoscenza, hanno
posto e pongono il Professor Riccardo Giacconi, al fianco di altri grandi
esponenti della prestigiosa scuola italiana di scienze fisiche, di grandi
scienziati che vanno da Guglielmo Marconi a Carlo Rubbia attraverso Enrico
Fermi ed Emilio Segreti, tutti insigniti, come lui, del Premio Nobel. Per
tutto ciò e per i suoi rapporti con la città di Pescara credo di potergli
rappresentare i profondi sentimenti di gratitudine e di riconoscenza
dell’intera città e l’orgoglio di averlo nostro concittadino onorario. Diamo
dunque la parola al Sindaco di Pescara.
SINDACO:
Grazie Presidente. Si appresta, in questa seduta solenne, a conferire la
cittadinanza onoraria al Professor Riccardo Giacconi Premio Nobel per la
fisica. “L’illustre scienziato è stato considerato, a giusto titolo, il padre
dell’astronomia dei raggi X, ed il riconoscimento ottenuto premia il suo
pionierismo nel campo della astrofisica, che ha condotto alla scoperta delle
fonti cosmiche dei raggi X. Nato a Genova nel 1939, laureatosi a Milano,
membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei e Professore emerito della
Hopkins University di Baltimora, ha ottenuto, nel 1977, la cittadinanza
americana. Nel 1962, in una memorabile dissertazione di Giacconi, si
riportava la prima osservazione di una sorgente a raggi X, al di fuori del
sistema solare, e questa osservazione ha segnato la nascita dell’astrofisica
a raggi X. Nell’anno successivo il Prof. Giacconi proponeva lo studio di un
satellite dedicato all’astrofisica dei raggi X e i risultati del satellite,
appositamente costruito, segnarono, in quegli anni, un record delle
osservazioni scientifiche nell’ambito della fisica e dell’astronomia. Nel 1973
Riccardo Giacconi è stato chiamato all’Università di Harvard per creare la
sezione di Astrofisica delle alte energie, che si avvalse, in pochi anni, di un
centinaio fra i migliori scienziati del settore. Nel 1981 l’illustre uomo di
scienza concludeva una prima fase di attività che lo aveva visto fondare e
portare a maturità il campo dell’astrofisica a raggi X e iniziava la nuova era
dell’astronomia e dell’astrofisica ottica spaziale, diventando Direttore dello
Space Telescope dell’Università di Baltimora. Giaccone ha affrontato in
questi ultimi anni un’ulteriore sfida: la creazione del più grande osservatorio
terrestre con gli strumenti più avanzati tecnologicamente e più grandi del
mondo. Ma nonostante questo fervente lavoro, anche sotto l’aspetto
tecnologico, il Premio Nobel non ha mai dimenticato la ricerca scientifica
fondamentale, cui ha continuato a dare contributi scientifici fondamentali
attraverso centinaia di articoli pubblicati sulle più importanti riviste
scientifiche internazionali. Altrettanto importante è stata, nel frattempo,
la sua attività didattica nelle più prestigiose università, che si è manifestata
nella pubblicazione di testi fondamentali sull’astrofisica dei raggi X. Leggo
le più interessanti pubblicazioni che sono quelle che noi abbiamo individuato,
con la collaborazione anche del Prof. Ruffini, “Giacconi, Ruffini, Phisic and
Astrophisics of Neutron Stars and Black Holes, Bologna and North Holland
publishing Co. Amsterdam 1978”; “Giacconi, Tucker, L’Universo in raggi X,
Edizioni Scientifiche e Tecniche Mondadori, Milano 1985”; “Giacconi,
Ruffini, Stella, Expolring the Universe. A Festschrift in Honor of Riccardo
Giacconi, World Scientific, Singapore, 2000”. Infine per i suoi contributi
così unici nello sviluppo della conoscenza scientifica dell’Universo,
dell’evoluzione stellare e delle strutture cosmologiche, la Sapienza di Roma
ha conferito a Giacconi la Laurea Honoris Causa per la Fisica. La città di
Pescara ha un debito di riconoscenza verso questo eminente scienziato che
è stato uno dei fondatori dell’ICRA, di cui la nostra città ha l’onore di avere,
proprio nella parte più centrale di essa, la sede di coordinamento dell’ICRA
Network, che promuove la cooperazione scientifica internazionale e
l’interconnessione con i maggiori centri di ricerca nel mondo. In virtù di tale
legame, con la città, il Sindaco Carlo Pace comunicava, con nota del 20
gennaio 2003, a Riccardo Giacconi l’intendimento dell’Amministrazione
Comunale di volergli conferire la cittadinanza onoraria per i suoi grandi
meriti scientifici. Lo scienziato, con nota del 14 febbraio 2003, ringraziava
per l’onore del conferimento e confermava la sua presenza per la solenne
cerimonia odierna. Ritenuto, quindi, alla luce delle suesposte motivazioni, di
dover conferire la cittadinanza onoraria al Premio Nobel Riccardo Giacconi;
Visto il parere espresso dalla Commissione Consiliare “Cultura, Rapporti e
Associazioni Fondazioni ed Istituzioni Culturali”; Visti i pareri espressi ai
sensi dell’art. 49 della L. 267/2000 dal Dirigente del Servizio interessato e
dal Dirigente di Ragioneria; Visto il parere di legittimità espresso dal
Segretario Generale ai sensi dell’art. 55, comma II, dello Statuto e degli
articoli 61/2, 69/1 del Regolamento del Consiglio Comunale, come da scheda
allegata; Visto l’art. 42 del TU 267/2000; si chiede di deliberare di
concedere, per i motivi in premessa indicati, al Prof. Riccardo Giacconi, nato
a Genova il 6 ottobre 1931, la cittadinanza onoraria di Pescara; di
consegnare al medesimo una medaglia d’oro, una pergamena relativa al
conferimento unitamente alle chiavi della Città.” Vi ringrazio.
PRESIDENTE:
Poniamo ai voti la delibera testé letta dal Sindaco di Pescara. E’ aperta la
votazione. Dichiaro chiusa la votazione. Comunico il risultato della votazione:
consiglieri presenti 36, favorevoli 36. Il Consiglio approva all’unanimità.
Votiamo l’immediata eseguibilità della delibera. E’ aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione. Comunico il risultato della votazione: consiglieri
presenti 36, favorevoli 37.
Diamo ora lettura della pergamena ricordo della cerimonia odierna. “Città di
Pescara – Medaglia d’Oro al merito civile. La Città di Pescara conferisce la
cittadinanza onoraria al Prof. Riccardo Giacconi – Premio Nobel del 2002 –
scienziato che più di chiunque altro, nella storia del mondo, ha concepito,
realizzato ed utilizzato le strumentazioni necessarie ad estendere la visione
umana dell’Universo con gli osservatori spaziali messi in orbita intorno al
nostro pianeta Terra ed i più grandi telescopi, mai realizzati sulla superficie
terrestre, ha permesso di cogliere visioni uniche del nostro Universo. Ha
compreso concetti nuovi e fondamentali sulla fine della evoluzione delle
stelle, sulla nascita ed evoluzione delle strutture galattiche, arricchendo
così la scienza, la conoscenza e la coscienza umana di queste conquiste. La
cittadinanza tutta, consapevole ed orgogliosa delle sue scoperte, delle sue
concezioni della natura, della sua tenacia ed onestà nella ricerca scientifica
e nell’insegnamento, profusi sul nostro intero pianeta, trae motivazione ed
ispirazione nuove per una comprensione più profonda della realtà, per una
vita più completa, per un futuro più sicuro di solidarietà dei popoli, nella
consapevolezza che l’ICRA Network, che egli ha contribuito a fondare ed
ubicare in Pescara, potrà far crescere e realizzare questi aneliti. Palazzo di
Città, 24 marzo 2003”.
SINDACO:
Grazie Presidente. Mi corre l’obbligo, innanzitutto, salutare tutte le
Autorità civili e militari, tutti i cittadini che sono qui presenti, riferire
anche che ho ricevuto dei fax di scusa per non essere presenti, per motivi
che magari molti di noi comprendiamo, da parte del Presidente del Consiglio,
Silvio Berlusconi, da parte del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del
Consiglio, Gianni Letta, dal Ministro degli Affari Esteri, Franco Frattini, e
da parte del Presidente della Giunta Regionale ho ricevuto questo fax che vi
leggo: “Caro Sindaco sono lieto che il Comune di Pescara, da te
amministrato, abbia assunto la decisione di conferire la cittadinanza ad un
personaggio di tale prestigio come il Premio Nobel per la Fisica, Riccardo
Giacconi, riunendo il Consiglio Comunale in seduta solenne. Sono convinto che
quella odierna sarà una giornata da ricordare a lungo per Pescara e per
l’intero Abruzzo poiché se c’è uno scienziato che ha contributo ad ampliare
la conoscenza dell’Universo nel corso degli ultimi decenni questo è, senza
dubbio, Riccardo Giacconi. Il fatto che poi egli abbia legami forti con
l’Italia, paese che gli ha dato i natali, e con l’Abruzzo, non può che riempirci
di orgoglio. Purtroppo a causa di concomitanti impegni che mi trattengono a
L’Aquila non mi sarà possibile partecipare alla cerimonia ed allora affido a
questo messaggio sia il ringraziamento per l’invito che gentilmente hai
voluto rivolgermi sia il senso della mia gratitudine al Prof. Riccardo Giacconi
per quanto è riuscito a fare finora in astrofisica e per le scoperte che gli
auguro di compiere in futuro. D’altronde la carriera di uno scienziato del suo
livello è caratterizzata da continue sfide e la ricerca scientifica non può
certo permettersi soste e rallentamenti. E allora grazie ancora Sindaco per
aver immaginato e realizzato un evento del genere dando il giusto e
meritato risalto all’impegno e alla passione di una vita di studioso condotta
sempre ad altissimi livelli. F.to Giovanni Pace”
Dopo aver assolto questo formale adempimento amministrativo e prima
ancora che il Consiglio Comunale si sciolga, da un punto di vista formale, con
il suo voto, che ha testé espresso al conferimento della cittadinanza
onoraria al Prof. Riccardo Giacconi, desidero salutare e ringraziare
brevemente i Consiglieri Comunali, le Autorità Civili, Militari, Religiose e
tutti gli intervenuti che con la loro presenza hanno voluto conferire una
particolare solennità a questa cerimonia. Un saluto cordiale e riconoscente
rivolgo, ovviamente, al Prof. Riccardo Giacconi che ha recepito come un
grande onore la volontà di questo Consiglio Comunale di conferirgli la
cittadinanza onoraria di Pescara ed ha presenziato, pur fra molteplici
impegni, a questa significativa manifestazione. Rivolgo, inoltre, un saluto
particolare al Prof.Remo Ruffini, collega ed amico personale del Prof.
Giacconi, che si è adoperato in prima persona per l’organizzazione di questo
conferimento e che insieme al Prof. Giacconi è stato uno dei principali
fondatori dell’ICRANET, il cui centro di coordinamento è nella nostra città
ed ha ottenuto proprio nei giorni scorsi, con l’accordo istitutivo del Network
Internazionale di Centri Icranet, accompagnato da un cospicuo contributo
annuo, il riconoscimento ufficiale dello Stato Italiano per tramite il
Sottosegretario On.le Antonioni. Il Prof. Giacconi non ha bisogno di
presentazioni tant’è la fama che lo accompagna e il suo prestigio nel mondo
scientifico ed accademico. In questa occasione desidero principalmente
ringraziarlo per averci onorato della sua presenza e per averci fatto
avvertire l’orgoglio di poterlo annoverare fra i nostri più cari concittadini. A
ringraziamento unisco l’auspicio di poterlo avere sempre più spesso fra noi
ad illustrarci qualche nuova scoperta, a spiegare ai nostri giovani i grandi
misteri dell’Universo, a rendere sempre più importante questa nostra città
delle stelle, che è iniziata quasi come un’utopistica avventura ed è diventata,
invece, una bellissima realtà che ci fa sognare ed anelare ad un mondo di
grandi speranze e di progresso. Grazie.
PRESIDENTE:
Grazie Signor Sindaco. Il Consiglio Comunale dedica al Prof. Riccardo
Giacconi un concerto eseguito dalla violinista Ludovica Conti e dalla pianista
Maria Conti, che avverrà in due brani, uno di Beethoven, Romanza Opera 50
n. 2 in Fa maggiore, ed il secondo Ciaikowskij, Scherzo Opera 42, n. 2.
La parola al Prof. Remo Ruffini, Presidente dell’ICRA.
PROF. RUFFINI:
Autorità, cittadini, membri del Consiglio Comunale, signor Sindaco, è una
giornata particolarmente bella oggi che si inserisce in un momento di grande
attività scientifica che ci porta a delle scoperte molto belle, rese possibili
anche da questa struttura dell’Icranet che si sta sviluppando sempre di più.
Il momento è anche bellissimo perché Riccardo Giacconi, con cui ho
collaborato da tanti anni, ha avuto questo premio che rappresenta, da parte
di tutto il pianeta, un riconoscimento tangibile per le sue realizzazioni. E’
difficile dire parole più belle di quelle che sono state dette e quindi l’unica
cosa che farò e farvi vedere alcune immagini di questi oggetti che sono
stati creati da Riccardo. Poi ho scelto un’immagine, che vorrò commentare,
quando dico che ci ha fatto partecipare della struttura dell’Universo, e ve
ne farò vedere solo una anche se le immagini che lui ha dato all’umanità sono
tante, riempirebbero volumi, ma ne ho scelto una sola, una delle più recenti
e significative. (Inizia ad illustrare le foto)
L’avventura è nata con questa foto in bianco e nero di un primo rivelatore a
raggi X, che è stato lanciato da uno dei primi rocket che fu usato negli Stati
Uniti per uso pacifico, subito dopo che gli Stati Uniti avevano catturato
dalla Germania dei RV2, ma poi Riccardo fu la persona che utilizzò i primi
razzi americani per lanciare questo rivelatore. E’ stato per me, e credo per
tutti gli studenti che erano stamattina a l’Icranet, veramente emozionante
sentire dalle sue parole quanto impatto questo rivelatore, che è stato
concepito per guardare nell’Universo, ha avuto sullo sviluppo tecnologico più
tardi della nostra vita. Abbiamo registrato il discorso di Riccardo al Centro,
ve lo faremo avere in cassetta, ma vedere che quella stessa tecnica di
rivelazione usata per guardare nel cosmo è stata poi utilizzata per
verificare le valigie negli aeroporti, è stata anche un’invenzione di Riccardo
che ha fatto il brevetto e l’ha anche costruito, ma addirittura anche cose
più delicate, come per esempio utilizzare queste tecniche per fare degli
scanning di altre soluzioni nei raggi X con queste tecnologie nate da questa,
che permettono ad una donna con un bambino di avere delle dosi di raggi X
molto più deboli e allo stesso tempo delle immagini molto più accurate della
fisica medica. Tutto questo è nato, e Riccardo ce lo ha ricordato questa
mattina, da questa avventura per la ricerca nello spazio. La grande
avventura che ci ha visto collaborare è stata questa di questo satellite
Uhuru. Uhuru: perché un nome così strano? E’ un nome legato alla parola
libertà, libertà nello swahili del Kenya, e la ragione di scegliere questo nome,
se ricordo bene, è perché l’Italia, grazie ad uno dei grandi vecchi dell’Italia,
una persona che ha avuto enorme coraggio, Luigi Broglio, l’Università di
Roma aveva ed ha a tutt’oggi una base in Kenya e da questa base del Kenya
fu lanciato il satellite Uhuru, perché negli anni ’70 l’Italia era il terzo paese
al mondo, dopo gli Stati Uniti e la Russia, ad avere una base di lancio
operativa. Riccardo scelse, per la dimensione del satellite e per il tipo di
razzo, scelse la base dell’Università di Roma e qua lo vedete con Broglio. In
quest’altra foto sono io a sinistra con John Arcibald Wheeler, e in questa
situazione eravamo, in quegli anni, Giacconi all’Università di Harvard ed io
ero un giovane professore all’Università di Princeton. Avevo un handicap per
contattare Riccardo ed era che mi chiamavo con un nome italiano e questo
signore, che adesso parla italiano, allora non parlava più italiano. Solo con
uno stratagemma, perché a Capodanno gli feci gli auguri in italiano e lui si
mise a ridere, e capii che allora capiva ancora l’italiano. Ero convinto, di
fatto, che lui non fosse neanche nato in Italia perché pensavo che fosse
nato in America. Iniziammo a collaborare, da Princeton ad Harvard, per
telefono e fu lì la collaborazione sulle stelle di neutroni e buchi neri che
furono scoperte da Uhuru. Tutto questo fu celebrato nel 1975 in questa
scuola di Varenna, in seconda fila c’è Riccardo, alla sua destra
Chandrasekhar, che ha preso il Premio Nobel alcuni anni fa, poi a sinistra di
Riccardo ci sono io, Aldo Treves, dopo Tony Hewish, che aveva appena preso
il Premio Nobel, e poi c’è John Taylor che prese il Premio Nobel per la
ricerca sulle onde gravitazionali. Il nostro punto di vista era fare tesoro dei
dati che Riccardo otteneva ed il nostro contributo era semplicemente di
vedere come queste scoperte si innestavano nella teoria di Einstein e nella
più profonda comprensione di questa teoria. Tutti questi lavori sarebbero
già bastati ad avere un Premio Nobel e avrebbero permesso a qualunque
scienziato al mondo di essere felice e stare tranquillo per le scoperte fatte.
Ma Riccardo ha dimostrato over and over again, sempre, di continuo, dei
colpi di coda incredibili. Quando si pensava che la carriera fosse
cristallizzata e la sua produzione finita, ricominciava con una nuova era. E
così lanciò il nuovo satellite Einstein, che permise di guardare la struttura
delle galassie lontane, e alla fine del programma Einstein di nuovo un altro
colpo di coda. Faccio una parentesi, quello fu il periodo molto bello in cui
Riccardo collaborò con un altro italiano, una delle persone più care non solo
come scienziato ma anche come uomo, Giuseppe Vaiana, che come noi era
negli Stati Uniti ed aveva un realismo sulla vita italiana senza paragoni, e
con Riccardo partecipò alla scoperta della struttura dell’emissione dei Raggi
X dal Sole. Ho voluto menzionare questa persona perché Pippo Vaiana
ritornò a Palermo, come io tornai a Roma, e diede nuova forza
all’Osservatorio di Palermo, lo ristrutturò totalmente riportandolo all’auge
che aveva nel 1700, al tempo di Piazzi, facendone di nuovo un Osservatorio a
livello internazionale ed oggi, dopo la sua prematura scomparsa, è dedicato a
lui. Sempre in questa fase celebrativa lo strumento più conosciuto fatto
costruire da Riccardo, volare e corretto nelle sue imperfezioni e reso
operativo è il Telescopio spaziale. Ho scelto una sola immagine del
telescopio, che fu grandioso, perché differentemente dagli altri satelliti
che entravamo in orbita, e tutto veniva fatto a terra, il telescopio spaziale
è stata la prima volta dove degli astronauti sono andati ed hanno messo a
posto il telescopio su ed hanno fatto varie missioni entrando nello spazio,
avendo per la prima volta l’uomo che partecipa ad un’attività spaziale fuori
dalla terra alle correzioni di questi strumenti ed al perfezionamento della
sua operatività. Questa dei punticelli è la prima volta che vediamo le
dimensioni dell’Universo. Tutti quei pezzetti che voi pensate di cotone,
ognuno di quei puntini è una galassia e ognuna di queste galassie ha cento
miliardi di stelle. Non so se vi rendete conto! Ma la cosa eccezionale di
questa foto è che vedete delle galassie, le Abel, le più grandi e più gialle,
sono delle galassie che con il loro campo gravitazionale realizzano uno dei
sogni di Einstein. Egli aveva dimostrato teoricamente che un segnale di luce
che si muove in un campo gravitazionale non va per linea retta ma viene
deflesso. Questo è stato verificato, è stata una delle più grandi verifiche
della relatività generale, ma in questa immagine questa deflessione della
luce dal campo gravitazionale è usata come lente gravitazionale, come un
telescopio. Le galassie che sono davanti, sempre a molti miliardi di anni luce
da noi, permettono, con il loro campo gravitazionale, di deflettere la luce
delle galassie che sono dietro, ancora più piccole, ancora più distanti, e
ingrandirne le immagini e permetterne la loro osservazione. Dove si usa la
teoria di Einstein per creare nello spazio un telescopio, guardato da un
telescopio, per esplorare le parti più profonde dell’Universo fino a quando le
Galassie stesse si sono originate. Questo ci da l’idea di sgomento e allo
stesso tempo della grandiosità e della complessità dell’Universo e di questo
dobbiamo essere grati a Riccardo che, non solo di questa immagine, ma di
tante altre immagini ci ha permesso di esplorare questa realtà. La prossima
diapositiva ci fa vedere un momento di tranquillità di me e Riccardo con il
Direttore del Naval Research Laboratory di Washington, un altro grande
amico, Herbert Gursky, altro grande collaboratore che è venuto a Pescara
proprio quando stavamo avendo l’idea, con il Sindaco, di aprire la sede
dell’Intranet. Una delle ultime realizzazioni, come Ercole ha fatto le sette
fatiche, Riccardo ha fatto le sette grandi avventure, nessuno al mondo
aveva realizzato tanto per l’umanità, sia nello spazio con il telescopio
spaziale, con Einstein, con Uhuru, con il primo rocket, ma anche a terra.
Questo è il telescopio più grande al mondo fatto da quattro grandi
osservatori in Cile e poi, dico, l’ultimo colpo di coda è stato l’ESO. E poi
sembrava che fosse tutto tranquillizzato dopo l’ESO se nonché, ad una
montagna a 4.500 metri c’è un deserto meraviglioso con nulla ma altissima
quota nel Cile e lì Riccardo ha avuto la nuova idea di lanciare il più grande
strumento, formato da un centinaio di antenne di questa forma, che si
chiama ALMA, che sarà su queste montagne del Cile e ci porterà, molto
probabilmente, ad esplorare non solo le stelle di neutroni, i buchi neri della
nostra galassia, non solo le galassie come abbiamo visto nel precedente ma
addirittura di arrivare al momento di instabilità, dal Big Bang iniziale, in cui
queste prime stelle affiorano nelle prime strutture. Noi guarderemo ancora
con molta attenzione negli anni a venire, con molti giovani che stanno
partecipando, molti sono qua, a questa avventura fantastica di Riccardo.
Cercheremo di cogliere, come sempre, ogni immagine per verificare le
nostre teorie, per aiutarlo, per andare avanti e per rendere ancora più
forte e più chiaro il messaggio di razionalizzazione della natura, che è
basato da una parte sugli esperimenti e dall’altra sull’interpretazione
teorica dei risultati che Einstein, più di chiunque altro, ci ha insegnato, ci ha
dato il metodo di procedere e di costruire. In tutto questo si inserisce
l’attività dell’Icranet, questa è la realtà internazionale sul quale ci stiamo
muovendo, ed è con grande piacere oggi che, oltre ad avere Riccardo, nei
giorni scorsi, come ricordava il Sindaco, la prima firma ed il riconoscimento
ufficiale dell’Icranet come organizzazione internazionale, con la firma non
solo da parte dell’Italia ma anche del Vaticano. Poi procederemo con i paesi
dell’Adriatico per creare intorno a Pescara un habitat scientifico e culturale
e dopo che queste nazioni avranno aderito tratteremo per l’incontro delle
grandi nazioni, dagli Stati Uniti alla Russia e alla Cina, che già partecipano
con noi con la presenza di scienziati. E’ un’avventura che è nata e che
portiamo avanti grazie all’ispirazione e al contatto continuo con Riccardo,
con Abdus Salam e con poche altre persone, e ha trovato in Pescara questo
terreno fertile che il Consiglio Comunale tutto, nonostante alcune forme un
po’ dialettiche, ha permesso di realizzare.
PRESIDENTE:
Grazie Prof. Ruffini per il suo magistrale intervento e diamo ora la parola al
Prof. Riccardo Giacconi, Premio Nobile per la Fisica 2002 e cittadino
onorario della nostra città.
PROF. GIACCONI:
Signor Sindaco, signor Presidente, componenti della Giunta, Consiglieri,
autorità tutte, non me la sento di dire cittadini, signori e signore. Sono
commosso ed onorato dalla vostra cortesia per avermi fatto cittadino di
Pescara e sono fiero. Pescara, a parte la sua storia, abbiamo appena sentito
una bellissima scuola di musica, ma è anche il centro ICRA con cui io sono
stato legato dalla fondazione e spero che queste collaborazioni che si
stanno mantenendo ed ampliando, che durano dal 1971, potranno portare a
dei risultati molto importanti. Remo ha già discusso il tempo in cui
collaboravamo io ad Harvard e lui a Princeton, il satellite Uhuru è stato uno
delle più grandi gioie della mia vita, era piccinino, costava poco, era
costruito in un’azienda privata a prezzo fisso e però aveva delle nuove
tecniche di trasmissione dei dati per cui potevamo vedere i dati tutti i
giorni. Questo ci ha permesso una tremenda flessibilità nel programma
scientifico che potevamo fare. Per esempio un giorno abbiamo visto che una
sorgente sembrava che variasse nel tempo in maniera molto rapida, abbiamo
rallentato il satellite, abbiamo guardato come succedeva più in dettaglio e a
poco a poco si è riusciti a capire che questa sorgente era una stella dei tipi
che venivano studiati da Wheeler, cioè una stella di neutroni o un buco nero,
in orbita intorno ad un’altra stella, e che erano oggetti veramente strani dal
punto di vista delle stelle, cioè questa particolare stella che stavamo
studiando emette raggi X con un’efficienza del 99.9%, cosa che non
riusciamo a fare a terra, ed emette più raggi X che il Sole in tutte le
lunghezze d’onda. Per cui questo era veramente un nuovo tipo di oggetto e di
produzione di energia dove l’energia che veniva usata per queste grandi
emissioni non veniva data, come è per le stelle, dalla fusione nucleare ma
semplicemente dal cadere di materia da una delle stelle, dalla compagna, su
questo buco nero con un’efficienza molto maggiore di quella che si potrebbe
realizzare in fusione nucleare. Se mai se ne potesse fare un modellino ci
darebbe energia pulita ma ci vorrà ancora un centinaio di anni prima che
siamo in grado di fare quello. Per cui non dico che ha un’immediata
utilizzazione pratica però dal punto di vista dell’astronomia in generale ci ha
fornito una spiegazione, che è quella che adesso viene comunemente
adottata per le grandi macchine, per i meccanismi e la produzione di energia
nel centro delle galassie attive. Il gioco tra le osservazioni che sono state
fatte in raggi X e in altre lunghezza d’onda e la teoria è molto importante.
Rispetto all’estensione delle lunghezze d’onda non è possibile adesso essere
un astronomo in una sezione dello spettro perché ogni particolare colore,
diciamo, dà informazioni diverse sulla natura fisica dell’oggetto ed è solo
guardando l’elefante da tutti i lati che si capisce che è un elefante,
altrimenti non si sa cos’è. Dal punto di vista teorico è stata la teoria
estremamente importante ed è importante farla seriamente. Quello che
voglio dire è che c’è un’industria ad interpretarli quando uno produce dei
dati sperimentali e queste interpretazioni normalmente avvengono a
posteriori, cioè si vede quello che fa la natura e si dice “Ah, allora capisco
che funziona così”. Questo non è il modo normale come le teorie venivano
sviluppate in fisica, cioè l’unico valore della teoria era predire cosa
potrebbe esser successo, e questo vuol dire studiare fenomeni
fondamentali, capirli e poi predire dei risultati. Questo credo che sia stata
una distinzione di ICRA e del lavoro che Ruffini e i suoi colleghi, cominciato
da quando era a Princeton, hanno cercato di portare avanti e di fare, ed è un
costruire lento sulle basi più fondamentali della fisica che abbiamo per
cercare di fare dei progressi fondamentali invece che semplicemente
spiegare, con teorie convenienti, i dati che si vedono. L’ICRA, con mezzi
piuttosto limitati finora, ha realizzato parecchie cose: l’edificio, che mi
complimento; l’accordo intergovernamentale credo sia stato molto
importante e, per l’apertura ai giovani in particolare, quella fotografia
quando io avevo ancora i capelli è una delle cose fondamentali per me per le
possibilità che esistono quando c’è fortuna. Quando ho cominciato a vedere
le prime sorgenti di raggi X avevo 31 anni e qui quando ho lanciato quel
satellite ne avevo 40 ed avevo un gruppo di 250 persone che lavorava per
me. Il fatto che mi avessero dato questa opportunità era veramente
importante perché gli anni tra i 20 ed i 40 sono tra i più produttivi nella vita
di uno scienziato e perciò sarà molto importante se i giovani in Italia
avranno opportunità più grandi di quelle che possono avere normalmente,
perché potranno utilizzare la propria creatività con più successo. Vorrei
felicitarmi con la vostra municipalità per la vostra lungimirante idea di aver
un centro come Icranet e anche per il supporto dello stato italiano, stato
Vaticano eccetera. Sono sicuro che altre istituzioni si assoceranno. Vorrei
solo soffermarmi su un aspetto: mi chiedevano “Come si sente uno
scienziato oggi?”. Lo scienziato oggi si sente un fallimento perché
chiaramente non siamo riusciti a trasmettere alla gente in generale,
attraverso l’educazione o quello che si vuole, un modo di pensare che fosse
razionalista e non semplicemente irrazionale, e di razionalità ce n’è una
tremenda quantità nel mondo. Per cui io vedo come compito per lo scienziato
non solo di fare la scienza, che è estremamente divertente, personalmente
devo dire, ma che questo divertimento rimane sterile se non viene
comunicato, se non viene accettato come parte della cultura fondamentale
che è necessario per vivere nel mondo moderno, in modo tale che
confrontati con scelte, confrontati con problemi, come quelli che si
confrontano oggi, possiamo affrontarli in maniera positiva, in maniera
razionale. Questo credo che sia la parte più importante di quello che potrà
fare ICRA per Pescara ed essere un centro dove non solo si fa della ricerca
ad altissimo livello ma anche un centro educativo, un centro di diffusione del
pensiero scientifico o razionale nella regione, il quale può avere importanza
sia da un punto di vista culturale sia da un punto di vista della preparazione
dei cittadini ma anche dal punto di vista industriale, di capacità di lavoro, di
capacità di assumere e di reagire ad opportunità che la tecnologia può
offrire.
Con questo vi ringrazio ancora di cuore sia per questa cerimonia ma anche
per il calore che mi avete trasmesso. Grazie.
PRESIDENTE:
Una delle nazioni che hanno asseverato l’accordo per l’ICRA Network è
l’Armenia. Abbiamo qui fra noi l’Ambasciatore dell’Armenia, il Sig. Bagda
Sarian, che invitiamo nell’Emiciclo per la consegna della bandiera di questo
glorioso paese al Sindaco di Pescara. Prego. Grazie Ambasciatore.
Il Consiglio Comunale solenne termina qui. Ringrazio tutti e buongiorno.
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