WOMEN AND COMPUTER SCIENCE
THE ACCESS TO THE INFORMATION SOCIETY
Programma Leonardo da Vinci
Commissione Europea - DGXXII
1996-2000
C.E.R.A. - Italia
Ceredem - Francia
Goldsmiths College - University of London
TiConUno - Italia
Sonar - Italia
“Donne e nuove tecnologie.”
Aspetti della formazione in Europa
Rapporto di ricerca di antropologia visiva
Centro Europeo Ricerche Audiovisive (C.E.R.A.)
Fiorella Bomè
Orsetta Pellion di Persano
Silvia Paggi
Rapporto di ricerca di antropologia visiva
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Indice
1. Scelte metodologiche che hanno guidato la ricerca visiva
2. Presentazione delle esperienze filmate in Italia, Francia e Inghilterra
2.1. Informazioni generali sui centri di formazione
2.2. I formatori
3. Le modalità dell’apprendimento e il rapporto con le nuove tecnologie
3.1. Le fonti dell’apprendimento
3.2. Le motivazioni che guidano l’interessa per l’informatica
3.3. Approccio al computer: percezione dei formatori e delle
corsiste
4. Gli approcci formativi
4.1. I metodi didattici
4.2. I programmi più richiesti dall’utenza
5. Un contributo analitico : determinanti che influenzano l’accesso
e l’apprendimento delle Nuove Tecnologie
6. Conclusioni e indicazioni per il futuro
Rapporto di ricerca di antropologia visiva
1. SCELTE METODOLOGICHE CHE HANNO GUIDATO LA
RICERCA VISIVA
Con la fase di antropologia visiva si é voluto testimoniare con registrazioni
video una serie di realtà formative presenti nei tre paesi partner del progetto:
Italia, Francia e Inghilterra.
Le ipotesi di lavoro su cui questa ricerca si è basata fanno riferimento sia
alla letteratura sul tema donne e Nuove Tecnologie che ai contributi teorici,
delle ricercatrici del Goldsmith University di Londra e dal C.E.R.A..
Questa ricerca ha preso anche in considerazione i risultati della ricerca
sociologica condotta in Italia.
La particolarità dell'utilizzo delle registrazioni audiovisive risiede
principalmente nella capacità di comunicazione, poiché si trattava di mettere
a confronto situazioni diverse, accomunate fondamentalmente dalla
presenza di donne nei corsi di formazione.
Diversamente dalla ricerca sociologica, quella antropologica ha voluto,
comunque privilegiare l'indagine sugli adulti in formazione continua.
L'aspetto del "retravailler", del reinserimento e/o dell'inserimento nel
mercato del lavoro, e dell'investimento più globale dell'informatica nella
formazione personale, era infatti emergente.
Dopo una fase di indagine preliminare sui tre paesi, nel gruppo di ricerca si
è dovuta operare una scelta, quantitativa e qualitativa, centrata
principalmente su due o tre possibili percorsi:
a) indagare a fondo un approccio formativo, ripetendo le registrazioni su
un periodo di tempo relativamente lungo in un solo luogo d'indagine ;
b) oppure moltiplicare e diversificare le esperienze da documentare,
dedicando necessariamente a ciascuna un tempo più limitato e,
correlatamente, documentare situazioni formative simili ;
c) privilegiare la diversità, filmando approcci formativi differenti.
Ognuna di queste strade presentava caratteristiche metodologiche differenti,
poiché ciascuna privilegiava o l'approfondimento dell'indagine, o l'aspetto
comparativo o lo stimolo riflessivo, risultante dalla varietà.
Nell'operare la scelta di privilegiare la diversità, filmando approcci
formativi differenti, ha avuto gran peso il fatto di realizzare un filmato di
sintesi della ricerca che fosse presentabile ed comprensibile ad un pubblico
allargato (Cee, decisori, centri di formazione, formatori, programmatori,
ecc.). Questo aspetto fortemente comunicativo è stato decisivo nel far
oscillare l'ago della bilancia verso una diversificazione delle esperienze.
Ci è sembrato infatti che il filmato avrebbe potuto raggiungere un pubblico
più vasto nella misura in cui riusciva a stimolare la riflessione su un
maggior numero di temi risultante da esperienze diverse. Si è pensato
inoltre, che il film potesse essere uno strumento valido per incrementare una
reciproca conoscenza delle situazioni formative nei tre paesi.
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Rapporto di ricerca di antropologia visiva
Tuttavia bisogna ammettere che questa opzione ha comportato un
approfondimento limitato delle problematiche incontrate nelle singole
situazioni e questo forse ha comportato il rischio di forzare il confronto tra
situazioni in contesti differenti.
Coscienti di questi limiti, il montaggio del film ha cercato di mantenere un
equilibrio tra la costruzione di un campo tematico comune nella diversità
delle esperienmze documentate e il rispetto della separatezza ed identità dei
singoli contesti.
Restava ancora da decidere quali approcci formativi accostare nei tre paesi,
rispetto ai dati emergenti dalle indagini preliminari.
La scelta è stata guidata da un'apparente tendenza ad un maggior o più
competente sviluppo degli approcci formativi per ogni singolo paese.
Conscie dei limiti e delle caratteristiche del nostro gruppo di ricerca, non ci
sentiamo di affermare che tale apparenza sia di fatto provata. Ad esempio,
in Inghilterra sono stati privilegiati i corsi per sole donne e le tematiche che
questa scelta permette di evidenziare. In Francia si presentavano con più
insistenza esperienze di decentramento e di autoapprendimento.
In fin dei conti, queste scelte sono state guidate dal bisogno di sottolineare
tutto un ventaglio di problematiche, ma anche di cambiamenti, che si
manifestano oggi in Europa e non soltanto nei paesi toccati dalla ricerca, per
quanto riguarda il rapporto tra le donne e nuove tecnologie.
Naturalmente, questo vasto campo d'interesse è stato in questa occasione di
ricerca volutamente circoscritto all'ambito formativo, ma la ricchezza
tematica che scaturisce da una prima analisi è tale da suscitare la tentazione
di spingersi oltre.
L'indagine filmata
Tutto il percorso della ricerca è stato contrassegnato dall’interesse di
utilizzare l’approccio comunicazionale dell’antroplogia non solo per operare
una sintesi filmata ma anche per comunicare dei dati registrati fra i
ricercatori stessi nel corso dell'indagine. Nel caso di questa ricerca, questo
aspetto è stato ancor più importante data la distanza dei ricercatori e la
localizzazione delle esperienze filmate in differenti paesi europei.
I ricercatori coinvolti nei diversi paesi hanno quindi potuto lavorare e
confrontarsi sulla base di un corpus di documentazione filmata, visionando i
materiali sia individualmente che in gruppo, per ripensare e confrontare i
dati e i temi che mano a mano emergevano dalla ricerca.
Un buon numero di interviste sia a formatori che a corsisti sono state
successivamente effettuatte, trascritte e tradotte, allo scopo di produrre un
teriale di riflessione e d’analisi ; allo stesso tempo i filmati hanno permesso
di esaminare l'assetto, gli approcci, i metodi didattici e gli aspetti di
comportamento durante i corsi di formazione.
Cronologicamente, l'indagine filmata ha preso inizio nei Corsi di
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Rapporto di ricerca di antropologia visiva
Educazione Permanente a Milano.All'interno di una struttura che offre tutta
una serie di corsi, in orari prevalentemente serali, per adulti e dove
l'insegnamento dell'informatica ha un preso sempre più spazio negli ultimi
anni. Tra i vari livelli di specializzazione proposti, sono stati privilegiati
dalla nostra indagine quelli in cui la presenza femminile era più rilevante.
In Francia l'attenzione si è concentrata sulle forme di autoapprendimentoin
un sistema decentrato di centri di formazione personalizzata. Si tratta di
strutture che mettono a disposizione del pubblico dei mezzi informatici,
dove l'uso e l'apprendimento sono facilitati da assistenti oppure anche a
distanza da formatori. L'autoapprendimento si applica non soltanto rispetto
al computer stesso e al suo uso, ma anche nell’apprendimento delle
differenti materie. Sono state qui prese in considerazione la Mediateca de
l'Empalot a Toulouse, e l'antenna decentrata a Gimont dell'Atelier
Pedagogique Personalisé di Auch.
Infine l’indagine si è spostata in Inghilterra in differenti quartieri popolari di
Londra per documentare alcuni casi di formazione rivolti alle donne con una
forte attenzione alle problematiche di genere. Gli esempi di corsi di
formazione londinesi, presso il Lewisham College, il Vauxhall College e il
Baytree Centre, si prestavano inoltre ad approfondire tutta una serie di
aspetti legati ad una realtà sociale multietnica e contraddistinta da una lunga
tradizione di formazione ed alfabetizzazione informatica dedicate
esclusivamente alle donne.
2. PRESENTAZIONE DELLE ESPERIENZE FILMATE NEI 3 PAESI E
NEI CENTRI DI FORMAZIONE
2.1
Informazioni generali sui centri di formazione
La tipologia dei corsi di formazione scelti per documentare, nelle diverse
situazioni, modi diversi d’approccio delle donne alle nuove tecnologie,
dall’alfabetizzazione informatica ai corsi avanzati su programmi sofisticati,
non vuole essere rappresentativa dell’universo della formazione né in Italia
né nei due paesi partners. Si tratta piuttosto di situazioni che consentono di
mettere a confronto approcci
ed esperienze diverse di fronte a
problematiche uguali: quelle che riguardano l’accesso e il rapporto delle
donne con le tecnologie e le NT.
Esaminiamo per brevi linee le caratteristiche dei Centri i cui corsi sono
documentati dal video.
INGHILTERRA
Per l’Inghilterra si è lavorato con il Lewisham College, il Baytree Centre di
Brixton e il Lambeth College di Vauxhall, ubicati in tre quartieri popolari di
Londra.
Presso il Levisham College, creato negli anni ‘30 da più di ventanni
vengono organizzati corsi d’informatica per sole donne. Il corso si chiama
B.Tec. – Bachelor of Technology – National Certificate for Women in
Computer Studies. Il suo obiettivo principale è il reinserimento e la
riqualificazione di donne che per ragioni diverse, principalmente familiari
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Rapporto di ricerca di antropologia visiva
(maternità etc.), hanno dovuto abbandonare studio o lavoro. E’ ubicato in un
popoloso quartiere a sud-est di Londra, caratterizzato dalla presenza di
diverse comunità etniche.
Dal 1993 è autonomo e riceve il 95% dei suoi fondi dal governo. Ha
10.500studenti, 2.000 fra i 16 e 18 anni, gli altri hanno fra i 14 fino ai 74
anni.
Il numero di maschi e femmine è pressoché uguale anche se alcuni settori
(ingegneria, costruzione), rimangono ostinatamente aree maschili. Per
questa ragione, sono stati concepiti dei corsi d’informatica per sole donne.
Questi corsi hanno riscosso molto successo fra la popolazione studentesca.
Sono stati investiti quasi 2 milioni di sterline in computer, sviluppando
quest’area anche prima dell’attuale impegno da parte del governo. I corsi
sono stati in primo luogo una risposta alla forte domanda proveniente dagli
studenti, in particolare dalle donne.
Al Lewisham lavorano circa 450 impiegati permanenti e 300 part time e, in
particolare, 50 addetti all'insegnamento dell’informatica, di cui il 40% sono
donne. Gli studenti provengono in maggioranza dal quartiere intorno al
College e riflettono l'eterogeneità culturale e etnica della zona.
Il Baytree Centre di Brixton è un’ONG no profit fondata nel 1991 dalla
Dawliffe Hall Educational Foundation, la sua organizzazione è gestita
completamente da donne, sia il corpo insegnante che l’utenza sono formati
da donne. Riceve fondi dall’amministrazione locale, dal Fondo Sociale
Europeo, dal Lambeth College e dal settore privato. Offre 3 corsi di
“computing”: un livello introduttivo di base e due livelli del City and Guild,
per una maggiore qualificazione. Ci sono anche corsi di inglese per stranieri
e corsi di danza per bambine. La scelta di organizzare corsi di lingua inglese
e d'informatica é il risultato di un’indagine estesa che ha evidenziato queste
priorità per le donne. Il 50% delle studentesse che seguono i corsi hanno
almeno un’educazione primaria. Anche in questo centro ci si occupa di
ragazze svantaggiate per agevolare il loro reinserimento a livello scolastico
e lavorativo fornendo anche un servizio di doposcuola. L’obiettivo è aiutare
le utenti a diventare economicamente indipendenti, a sostenere la propria
famiglia e a trovare una propria strada.
Fondato nel 1992, il Vauxhall College fa parte insieme ad altri due college –
il Brixton e il South London - del Lambeth College. Si tratta di
un’istituzione rivolta sia a studenti che hanno terminato la scuola
dell’obbligo (dopo i 16 anni) che a coloro che hanno interrotto gli studi
(drop-out). La scuola si trova in un quartiere molto vario per origine etnica,
linguistica e culturale: più del 30% dei suoi abitanti sono di origine africana,
caraibica o di altre geografie del mondo. Ha un personale di 800 addetti e
una popolazione studentesca di 11.000 studenti. Il corso filmato si chiama
LOCN1 access certificate in multimedia production. Per due anni, dal ‘95 al
‘97, sono stati organizzati corsi per sole donne. Nel ’99 sono state allestite
tre classi per un totale di 54 studenti di cui 30 donne. Nel ‘97 i corsi per sole
donne sono stati chiusi e da allora si fanno solo corsi misti.
La maggior parte dei corsisti ha un livello di educazione e formazione
medio: studenti che non hanno una laurea, laureati in materie artistiche
(grafica, fotografia ecc.) e studenti senza qualifiche formali. Alla fine della
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La sigla sta per London Open College Network.
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Rapporto di ricerca di antropologia visiva
formazione tutti gli studenti ottengono un certificato. Molti trovano lavoro
come free-lance con contratti a breve termine nei settori più svariati.
FRANCIA
I Centri S.A.R.A.P.P. (Site Antenne Rurale de Pédagogie Personnalisée)
sono parte di una rete decentrata di strutture di formazione finanziate dal
Ministère de l’Education Nationale, dipartimento Formation Continue, dal
Ministère de l’Emploi et de la Solidarité nel quadro dei programmi
GRETA finanziati dal FSE. Il centro di Pedagogia Personalizzata è situato a
Auch, nel sud della Francia nella regione di Toulouse, ad esso fanno capo
13 centri satellite (antenne), dislocati in ambiente rurale.
Ogni antenna è collegata in rete con il Centro di Auch, dove si trovano i
formatori che coordinano il lavoro degli accompagnatori presenti in ogni
antenna offrendo un servizio regolare di controllo e monitoraggio per
modificare il ritmo, il contenuto e la durata dei moduli formativi
personalizzati. Trattandosi di autoapprendimento, oltre all’informatica, che
fa da supporto in tutto il percorso formativo, esistono dei responsabili per le
varie materie: lingue, matematica, biologia, contabilità e segretariato. Il
rapporto delle antenne con i formatori della sede centrale è assicurato da
riunioni periodiche mentre le video-conferenze, sono un ottimo strumento
per aiutare e correggere il lavoro degli studenti in tempo reale.
Il pubblico che frequenta questi corsi è molto vario. I corsisti giungono alle
varie antenne con percorsi, domande e bisogni diversi. Le donne alla
ricerca di una formazione a fine lavorativi, dove ormai la conoscenza
informatica è un requisito indispensabile, costituiscono l’ 80% degli utenti ;
gli altri vengono per preparare esami, concorsi e studiare i programmi
informatici più diffusi e utili nel lavoro di segreteria. La grande
maggioranza si forma per trovare lavoro ma ci sono anche delle impiegate
mandate dall’impresa per aggiornarsi su nuovi programmi. Ci sono anche
pensionate che vengono per imparare programmi utili nella gestione delle
associazioni in cui sono impegnate. Tutti hanno una formazione scolastica
di livello medio. Molti sono anche quelli che non possedendo un proprio Pc
a domicilio, vengono nelle antenne per fare pratica. Molte donne sono
residenti nelle aree rurali, dopo essersi dedicate alla famiglia, trovano in
questo servizio decentrato l’unica possibilità di formarsi o di aggiornarsi per
poter rientrare in seguito nel mercato del lavoro. Fra gli uomini che
frequentano il centro i giovani sono la maggioranza.
Altro obiettivo dei SARAPP è quello di aiutare coloro che, dopo un
insuccesso scolastico, vogliono ricominciare a studiare. Le antenne
diventano un luogo d’incontro, l’informatica un’occasione di socialità, e
soprattutto per le donne che vivono più isolate in campagna, i corsi di
formazione rappresentano un’opportunità per incontrare altre persone. I
corsi durano tutto l’anno, non c’è un orario fisso e l’utente sceglie in
maniera completamente autonoma il momento e la durata delle varie
sessioni, adeguandole alle proprie esigenze.
E’ interessante lavorare sola e nello stesso tempo poter essere corretta : ci
vengono poste delle domande scritte, noi rispondiamo e se sbagliamo
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Rapporto di ricerca di antropologia visiva
veniamo corrette. In un corso normale bisogna seguire il ritmo della classe,
io seguo il mio ritmo. Un altro vantaggio, è l’autonomia… Quando avrò
finito comprerò dei CD per continuare sul mio PC. E’ più
attraente…(Un’allieva)
La costituzione dei SARAPP è molto recente. Alcune antenne hanno delle
competenze specifiche: lingue e informatica - rivolte soprattutto agli
immigrati che devono imparare il francese - turismo e contabilità e offrono
anche corsi di formazione a distanza, direttamente presso le imprese. Per il
prossimo futuro si propongono d’organizzare corsi in video-conferenza e di
aprirne altri serali. Alla fine del corso viene proposto agli utenti un
questionario sul loro livello di gradimento.
Il decentramento della formazione informatica in ambito rurale favorisce
particolarmente le donne, costituendo un'altra forma, diversa da quella
documentata a Londra, di agevolazione alle loro specifiche difficoltà, sociali
e famigliari. L'accesso all'informatica è quindi favorito dalla vicinanza
territoriale, di quartiere o di paese.
Nella parte di ricerca filmata svolta in Francia è stato documentato un
bisogno di alfabetizzazione, campo nel quale il computer comincia a
svolgere un certo ruolo. A l'Empalot, un'associazione di quartiere si
appoggia alla struttura della Mediateca per realizzare dei corsi di
alfabetizzazione per le donne di madrelingua non francese. Accanto ad un
insegnamento classico, impartito da una formatrice, le donne usano
programmi di alfabetizzazione al computer, aiutate dall'assistente
informatico.
Per quanto riguarda le specifiche potenzialità del computer rispetto
all’alfabetizzazione, è interessante notare come a questo livello i problemi
logico-cognitivi legati all'apprendimento della scrittura su carta e all'uso del
computer possano entrare in correlazione. Tuttavia i formatori sembrano
abbastanza scettici nel pensare all'uso del computer come strumento
prioritario nell'alfabetizzazione.
La relativa importanza dell'informatica nei corsi di alfabetizzazione ha
indotto alla decisione di non inserire questa parte della ricerca nel filmato
finale.
Fermo restando la specificità gestuale e segnica della scrittura manuale su
carta, oltre all'importanza della sua valenza simbolico-sociale, a detta dei
formatori della Mediateca l'apprendimento della lettura e della scrittura su
computer sembra presentare alcuni vantaggi, legati principalmente al suo
aspetto visivo, ma anche all'interattività, che facilita l'autoapprendimento
soprattutto nelle persone che hanno una maggiore memoria visiva, tra cui
spesso le donne. L'uso del mouse sembra porre qualche problema iniziale di
coordinamento gestuale (a un gesto su piano orizzontale corrisponde un
risultato visivo su piano verticale e questo è stato sottolineato anche negli
altri corsi documentati) particolarmente accentuato in situazione di
alfabetizzazione.
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Rapporto di ricerca di antropologia visiva
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L'esperienza della Mediateca ha permesso comunque di mettere in luce
l’inadeguatezza dei programmi utilizzati per l’alfabetizzazione, che in
generale sono mal concepiti e destinati a un'utenza infantile.
ITALIA
Per l’Italia sono stati presi in esame alcuni dei corsi del Centro di
Educazione Permanente (CEP) di Milano.
I corsi sulle NT si tengono da più di sei anni. Si tratta di corsi trimestrali o
quadrimestrali a diversi livelli (base, avanzato, d’approfondimento) e su
diversi programmi (Segretariato, Word, Excel, Photoshop, Internet e Visual
Basic).
Nei corsi avanzati si registra una maggior presenza degli uomini, mentre in
quelli di base le donne sono in maggioranza. Ad esempio, nel 1999, su 507
iscritti in totale, 221 erano maschi e 291 femmine.
Corsi
Base
Avanzato
Visualbasic
Photoshop
Internet
Aggiornamento
TOTALE
Maschi
107
50
16
11
26
10
221
Femmine
168
76
3
6
29
5
291
Per quanto riguarda i corsi documentati al CEP di Milano, una sola
formatrice è donna nonostante il numero decisamente prevalente di donne
tra gli allievi dei primi livelli. Le stesse studentesse intervistate non
sembrano dare importanza a questa disparità, e solo se sollecitate dalle
domande cominciano a considerare che forse un'insegnante donna ha
un'attenzione particolare per le modalità di apprendimento. Molte trovano
che l’insegnamento dell'informatica così come viene impartito qui non
differisce da un qualsiasi insegnamento scolastico. La stessa struttura dei
corsi riflette questa concezione.
Di fatto si tratta di una formazione informatica che non è diretta
particolarmente alle donne e che in senso più generale non considera le
difficoltà sociali o culturali e di genere degli individui adulti in
apprendimento. Tutti gli insegnanti, uomini e donne, sono perfettamente
coscienti dell'importanza dell'informatica nell'evoluzione della vita
lavorativa, non a caso le donne, e le più giovani soprattutto, sembrano in
particolare interessarsi al computer per esigenze lavorative.
A differenza dei centri inglesi e francesi esaminati, la tipologia dell’utenza è
qui molto eterogenea ma forse più omogenea dal punto di vista sociale e di
classe (“bianchi”, classe media, professionisti - fotografi, grafici - studenti,
insegnanti, impiegati, donne alla ricerca di un reinserimento lavorativo,
pensionati e casalinghe). Le classi sono tutte miste ma tra i formatori solo
uno è donna.
Rapporto di ricerca di antropologia visiva
Come già abbiamo accennato, dal punto di vista dell’utenza e della
composizione delle classi, sia per il contesto sociale e culturale in cui
operano sia per gli obiettivi che si propongono, i Centri toccati dalla nostra
indagine visiva sono per scelta diversi a seconda dei Paesi.
In Inghilterra si tratta di istituzioni rivolte principalmente a donne residenti
in ambiente urbano, e specificatamente in quartieri popolari con una forte
presenza di immigrati provenienti da tutto il mondo, dove oltre a strumenti
quali l’alfabetizzazione o la formazione informatica, vengono offerti dei
servizi di assistenza a coloro che frequentano i corsi, intervenendo a volte in
aspetti che riguardano direttamente la vita personale delle allieve (situazione
familiare, blocchi e tabù culturali, difficoltà a trovare un impiego, assistenza
legale, inserimento sociale, ecc.).
I corsi di formazione servono ad incoraggiare continuamente le donne,
aiutandole ad acquistare fiducia in se stesse con nuove capacita’, ma anche
a rinforzare e potenziare quelle capacita’ di cui sono provviste. (Formatrice
del Lewisham College).
La scelta di istituire corsi per donne ha una ragion d’essere molto precisa:
quella di fare superare i gap che impediscono alle donne di esprimere le
proprie capacità e potenzialità non soltanto a livello della formazione ma
anche della vita privata.
La relazione fra donne e tecnologia e’ sempre stata difficile. La tecnologia
viene tradizionalmente considerata un’area di specializzazione e interesse
maschile. Tradizionalmente, in una classe mista, i maschi tendono a
prendere il sopravvento e in qualche modo sono le stesse femmine che glielo
consentono. Esistono degli stereotipi molto precisi e rigidi sui rapporti tra
tecnologia e gender: per quanto errati, sono ben radicati nel modo di
pensare sia delle donne che degli uomini. (Formatrice del Lewisham
College).
I corsi divengono quindi per le donne che li frequentano un luogo dove
sperimentare il lavoro di gruppo e una “nuova libertà”, evadendo la
segregazione domestica, grazie a un’organizzazione flessibile di cui tutte
hanno bisogno per affrontare le responsabilità familiari (casa, figli). I corsi
sono anche un’opportunità per incontrarsi, per stabilire relazioni amicali, per
scambiare informazioni.
I centri accolgono donne con forti disagi e con una certa insicurezza e paura
del futuro, ma normalmente alla fine dei corsi la gran parte di loro prosegue
gli studi con una maggiore fiducia e determinazione.
Come sottolineano due formatrici del Lewisham College:
“Aiutando le donne non si aiuta solamente una donna, di fatto si dà aiuto al
futuro di una particolare famiglia…Le classi sono composte in maggioranza
da donne di più di 20 anni, quindi con problematiche da adulte... Agli inizi,
può esserci molta competizione, soprattutto fra coloro che provengono da
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Rapporto di ricerca di antropologia visiva
culture diverse. Tuttavia, poco alla volta, si sentono più unite, come in una
grande e unica famiglia”. (Coordinatrice corsi per donne).
“A volte le donne vogliono stare insieme ad altre donne o per ragioni
religiose, o perché si sentono più a loro agio in compagnia di altre donne,
discutendo argomenti di loro esclusivo interesse di cui non parlerebbero
mai in presenza degli uomini... Poi, una volta che si sentono più sicure in sé
stesse, queste donne sono pronte a lavorare e a vivere con più grinta … la
maggior parte di loro si iscrive ad altri corsi più avanzati in classe mista,
come per esempio il B.TEC.. Per tutti questi motivi, il corso sta avendo
molto successo”. (Formatrice).
A differenza dei corsi inglesi e italiani, in Francia i servizi decentrati in
ambiente rurale, hanno come scopo di mettere le nuove tecnologie
informatiche alla portata di chi vive più isolato rispetto alle opportunità di
formazione e aggiornamento offerte dalla città. Le donne che costituiscono
l’80% dell’utenza dei corsi, beneficiano particolarmente di queste
condizioni.
I corsi personalizzati si accordano con i bisogni di flessibilità di ogni donna
rispetto agli impegni extra-familiari e al lavoro. Il Centro è di fatto un luogo
di socializzazione in grado di spezzare l’isolamento che soprattutto le donne
più anziane o quelle con figli piccoli vivono. La distanza relativa delle
antenne (non più di 20 km) consente alle persone di conciliare la formazione
con altri impegni personali senza compiere grandi spostamenti.
Il decentramento della formazione permette di rispondere a una domanda
che riguarda sia i corsi di alfabetizzazione informatica che i programmi più
avanzati. L’informatica è sentita da tutti come una necessità imprescindibile
per trovare lavoro o per essere al passo con i cambiamenti.
2.2.
I formatori
Nei diversi centri esaminati su tre paesi, la composizione dello staff
insegnante varia in funzione delle finalità del centro e del tipo di corso.
Soprattutto in Italia, la maggior parte dei formatori (nel settore informatico)
sono maschi, e questo a detta anche di molti formatori influisce di fatto sulla
concezione dei programmi di formazione, sull’approccio didattico e sulle
dinamiche con gli studenti. In generale, anche quando si tratta di corsi di
informatica per donne (vedi i corsi retravailler) non viene data importanza
al fatto che i docenti siano maschi o femmine, né tantomeno i corsi sono
concepiti sulla base di un approccio di genere.
Come risulta dalle interviste, le alle corsiste non sembrano rilevare dei
comportamenti diversi fra i formatori e le formatrici, tuttavia a quest’ultime
viene attribuitauna maggiore sensibilità nei rapporti con gli studenti e una
maggiore capacità di capire le difficoltà di linguaggio, nel così come di
tradurre il linguaggio tecnico dell’informatica in linguaggio concreto,
comune.
11
Rapporto di ricerca di antropologia visiva
Come lo stesso filmato documenta, nella didattica in classe i formatori e le
formatrici assumono comportamenti distinti : i formatori tendono più a
mettersi in cattedra, mantenendo un certo distacco fisico e relazionale,
usano a volte un linguaggio tecnico, sintetico e perentorio, dando per
scontati certi passaggi e verso le allieve talvolta usano un atteggiamento
paternalistico. Le formatrici, al contrario, appaiono più accostabili, hanno un
rapporto con la macchina più pratico e manuale, non negano il contatto
fisico (mano sulla spalla, la mano che guida nell’uso del mouse) con gli
allievi, usano un tono di voce più dialogante e un linguaggio semplice,
immediato.
Per queste ed altre ragioni nei centri inglesi, in cui l’utenza è in grande
maggioranza femminile, sono state privilegiate le formatrici donne (80%).
La selezione dello staff è sempre molto accurata e si basa non solo sul
curriculum, sulla preparazione e l’esperienza nella didattica ma anche sul
carattere e sul sesso della persona. Alla professionalità della formatrice si
devono sommare delle caratteristiche e delle capacità comunicative adatte a
gestire i corsi per sole donne.
“Siamo molto selettive nella la scelta degli insegnanti perché sappiamo che
le allieve provengono da situazioni (background) molto difficili e anche da
livelli di educazione molto bassi … Abbiamo bisogno di formatrici che
capiscano che la priorità per le donne é la famiglia e che queste devono
conciliare la vita di famiglia con la vita di studio. Gli insegnanti e il
personale devono tenere in considerazione ambedue gli aspetti. E’
importante la professionalità (proficiency) dell’insegnante ma anche il suo
“ buon cuore”, il suo carattere, le sue attitudini, perché solo così può
stabilire un rapporto immediato.” (Direttrice del Baytree Center).
La formatrice in questo tipo di centri è un’educatrice a tutto campo, capace
di identificarsi con le condizioni delle donne che vengono in contatto con lei
e di aiutarle. Lo spaesamento, le difficoltà economiche, l’isolamento sociale
e le difficoltà di comunicazione della maggior parte delle utenti sono
dunque al centro dell’attenzione. Nei primi mesi, la formazione, si basa,
oltre sugli aspetti tecnici, su un approccio metodologico che tende a creare e
a rafforzare lo spirito di gruppo, la collaborazione e il lavoro in comune.
L’obiettivo di base è quello di dare alle donne degli strumenti per accedere
al mondo del lavoro e al contempo per renderle più autonome.
Infine, per quanto riguarda l’esperienza del sistema di formazione
personalizzata dei SARAPP francesi, non sembra esserci un’attenzione
particolare nella selezione dei formatori, la scelta sembra essere guidata in
generale dal concetto che essi debbano soprattutto saper gestire l’aspetto
didattico della formazione. Più che all’aspetto umano si cerca di dare
sostegno alla crescita professionale degli studenti e il formatore gioca un
ruolo soprattutto tecnico affinché il sistema della formazione a distanza
funzioni efficacemente.
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Rapporto di ricerca di antropologia visiva
3. LE MODALITA DELL’APPRENDIMENTO E IL RAPPORTO CON
LE NUOVE TECNOLOGIE
3.1. Le fonti dell’apprendimento
Dalle interviste nei tre paesi emerge un dato comune: la gran parte delle
intervistate non possiede un computer a domicilio, se questo c’è,
generalmente il suo uso è monopolizzato da un membro maschile della
famiglia (marito e/o figli). Non è da sorprendersi quindi se a priori le donne
attribuiscono proprio ai maschi la fonte del loro sapere informatico, e li
ritengono capaci di risolvere molti dei problemi che incontrano nel percorso
d’apprendimento.
Poche sono le donne autodidatte e quasi tutte hanno avuto bisogno di
qualcuno che le aiutasse con una certa metodicità. Molte dichiarano infatti
di aver imparato i rudimenti dell’informatica o dai propri colleghi di lavoro
o dalle amiche o nei corsi di formazione. I maschi invece, anche nei corsi di
formazione, arrivano già con delle conoscenze di base, anche se spesso
acquisite in maniera spontanea e disorganizzata.
Questa differenza di genere per quanto riguarda le conoscenze di base,
finisce per originare delle modalità di apprendimento e un rapporto con lo
strumento assai diversi fra uomini e donne. I formatori sono concordi
nell’affermare che si tratti di difficoltà iniziali che si annullano non appena
ci si impadronisce dell’insieme delle nozioni.
Come è stato sottolineato da molti formatori, le donne non si fanno
problema di chiedere aiuto e consiglio e questo può indurre molti, incluse le
stesse utenti, a concludere che siano meno “capaci”. Invece, un approccio
iniziale più timido e in generale più rispettoso verso la macchina, porta a
saper studiare e sperimentare con metodo le conoscenze che si ricevono e
ad appropriarsi dello strumento e dei programmi in maniera più sistematica.
Questo si verifica in particolare modo con le donne man mano che
progrediscono di livello.
3.2.
Motivazioni che guidano l’interesse per l’informatica
Una netta distinzione di genere si può avvertire nelle motivazioni che stanno
alla base dell’avvicinamento delle NT da parte dell’utenza.
Nei corsi analizzati, la maggioranza delle corsiste è interessata alla
formazione informatica per motivi di lavoro, sia nel senso che ricercano un
reinserimento nel mercato del lavoro, che di intraprendere una nuova
professione. Per le donne sembrano secondari gli aspetti legati alla ricerca
del divertimento, al soddisfacimento di una curiosità o alle possibilità di
comunicazione interattiva offerte dalle nuove tecnologie (giochi, Internet).
Naturalmente le motivazioni cambiano mano a mano che la persona si
appropria dello strumento e dei programmi. Come rilevano gli stessi
formatori, solo in un secondo tempo il computer dà spazio alla creatività e
13
Rapporto di ricerca di antropologia visiva
14
all’espressività delle donne, le quali dimostrano di superare molto in fretta
le esitazioni iniziali per interessarsi a programmi complessi come ad
esempio quelli di computer grafica.
Per molte donne, anche se non sempre in modo cosciente, il corso di
formazione in quanto tale diventa un momento per “ pensare a se stesse ”,
una sfida su un terreno su cui si sono sentite escluse o frustrate, una ricerca
di nuovi spazi di autonomia e sicurezza.
Alle donne provenienti da altre culture, il fatto di usare il computer
permette di superare la barriera della scrittura e della presentazione del
proprio lavoro. Un elaborato al PC, una volta stampato, per il suo ordine e
leggibilità, può spazzar via molte incertezze e insicurezze. Alcune donne
seguono i corsi anche perchè qui imparano ad organizzare il proprio
tempo, ad essere precise, a non farsi prendere dal panico ad essere
efficienti. (Direttrice del Baytree Center)
L’aspetto studio insito nella formazione
capacità di apprendimento, un desiderio di
successivamente alla decisione, in molte, di
il Cd-rom si è rivelato uno strumento
sottolineano molte allieve.
può far riscoprire la propria
nuove conoscenze che portano
riprendere a studiare. In questo
di studio accattivante, come
3.3. Approccio al computer: percezione dei formatori e delle corsiste
Gli atteggiamenti, i sentimenti e le attitudini che accompagnano
l’apprendimento sono molti e dipendono da fattori quali l’età, il sesso, il
livello culturale, la professione, le esperienze personali, ecc.. La percezione
che i formatori e le corsiste hanno rispetto al processo di apprendimento è
articolata, a seconda della situazione esaminata e della tipologia delle classi.
Come esempio riportiamo alcune espressioni tratte dalle interviste di
studentesse e formatori nei corsi misti, che offrono la possibilità di un
confronto e di un’analisi di genere.
Le percezioni delle corsiste :
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Senso di inadeguatezza
Paura di fare pasticci, di bloccare tutto
Il computer è una tecnologia spacciata per semplice e invece non lo è.
Questa tecnologia non è tecnologia, sembra che dovrebbe risolvere tutto ma
non è vero.
Il computer è una macchina difficile
Il PC permette di “sapere e vedere” a differenza del libro.
Il PC stanca gli occhi, fa stare ore e ore seduta.
E’ una macchina divertente.
Ho sempre paura di perdere il file o di rompere la macchina.
Ci vuole molta pazienza per imparare ad usare il Pc
Noi D siamo meno logiche e più emotive
Il PC non isola al contrario aiuta a condividere difficoltà e lavoro
Ci da l’opportunità di lavorare con altri/e
Rapporto di ricerca di antropologia visiva
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Il PC fa superare la paura di lavorare da sole
Il PC dà possibilità infinite
La lingua dominante dei computer è l’inglese, questo è un problema !
Internet, se sei straniera, è utile per studiare e contattare amici del proprio
paese d’origine
Il PC migliora le capacità di comunicazione
Il PC unisce l’utile e il dilettevole
Il PC serve a migliorare la propria condizione professionale e permette
maggiori occasioni di impiego.
Le percezioni dei formatori :
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Le donne sono meno autodidatte, hanno meno pratica manuale..
Le donne mettono più di se stesse
Le donne sono più metodiche (fanno i compiti, prendono appunti) e più
disciplinate.
Le donne prima prendono le misure e poi prendono confidenza con il mezzo.
Le donne hanno un approccio più sistematico, seguono la lezione
prendendo appunti, si basano sul manuale, lo leggono, cercano di capire
prima di lavorare.
Le donne tendono a farsi aiutare, non hanno problemi a chiedere aiuto.
Le donne attendono di conoscere prima di agire.
Gli uomini non esitano a “smanettare”, sono più disinvolti, si lanciano, si
sentono più sicuri.
L’approccio degli uomini è più immediato ma caotico.
Le donne sono creative in un modo diverso dagli uomini. I maschi sono più
spregiudicati e stravaganti.
Le donne giudicano l’insegnamento più prezioso di quanto facciano i
maschi, per questo seguono molto attentamente.
Ci sono donne con rifiuto totale del computer
Dopo 45-50 anni è difficile imparare.
I giovani fanno meno domande.
Le donne meno giovani all’inizio mostrano più problemi e paure.
Le donne sono più risolute nei corsi avanzati.
Oggi le donne non sono totalmente ignoranti d’informatica come in passato.
Le donne hanno paura di cancellare! Hanno paura a toccare il mouse, che
possa esplodere.
Le donne sono più insicure all’inizio dei corsi per principianti
Le donne quando sono motivate sono soggetti ai quali è più facile insegnare
Come vediamo nella tabella, la valutazione che danno i formatori sulle
differenze di genere nell’approccio al PC e l’immagine che le corsiste
tendono a dare di se stesse possono in parte essere ascritte a una percezione
stereotipata che parrebbe persistere più a lungo fra le corsiste dei livelli
base, le quali tendono a ricordare soprattutto le difficoltà iniziali, mentre i
formatori, attraverso l’esperienza, dimostrano che si tratta di problemi che le
donne superano poi facilmente.
A detta delle formatrici, una “ bassa ” idea di sé rispetto alla tecnologia non
é ovviamente esente da conseguenze : infatti le donne che si percepiscono
15
Rapporto di ricerca di antropologia visiva
come “ ignoranti ” rispetto alle tecnologie, maturano spesso disinteresse,
resistenza, rifiuto, e tutti questi sentimenti condizionano o limitano al loro
primo approccio la loro relazione con la tecnologia.
Sulla convinzione di incapacità o “ stupidità tecnologica ” espressa da molte
intervistate, influisce certamente un’inconsapevole confusione tra la
conoscenza d’uso e la conoscenza della “ macchina ”.
“ Per molto tempo quando mi parlavano di prendere in mano un computer
ho provato panico e paura : di fare pasticci, di bloccare tutto, di
sbagliare…poi frequentando il corso mi sono resa conto che molte paure
erano veramente ingiustificate e mi sono sentita una stupida per non averci
provato prima ”. (Un’allieva del CEP)
E importante sottolineare che le differenze di genere rilevate dai formatori
dal loro osservatorio privilegiato, sono in realtà attitudini e comportamenti
destinati a variare nel tempo non soltanto grazie al progredire
nell’apprendimento dei contenuti, ma anche grazie allo spazio che le NT
occupano nella vita quotidiana di ciascuno, cosa che contribuisce
rapidamente a modificare l’approccio che anche le donne hanno verso le
NT. Non deve sorprendere quindi se le donne più anziane hanno più
difficoltà di quelle più giovani, dato che quest’ultime usano abitualmente il
telefonino, consultano il computer in stazione, hanno l’e-mail
all’università…ecc.
Le donne non hanno logiche diverse dagli uomini, pensano in modo diverso
poiché hanno una diversa percezione della vita, dei suoi valori, e questo
incide anche sulle loro modalità di apprendimento. Se è vero che sono meno
autodidatte e che hanno meno pratica manuale, sono tuttavia più metodiche,
più disciplinate, più sistematiche, come sottolineano i formatori
.
Il fattore imitazione per esempio gioca un ruolo importante nel processo di
acquisizione delle donne visto che sono più disponibili a imparare dagli
altri, a riconoscere negli altri la fonte del sapere, a riconoscersi “ allieve ”,
ad eseguire con più metodicità e disciplina i compiti assegnati. Gli uomini,
al contrario, provano da soli, senza sapere come fare, non esitano a
“smanettare”, sono più disinvolti, si lanciano, ma il loro approccio é più
caotico.
“ Le donne hanno bisogno di prendere misure e confidenza con il mezzo,
attendono di conoscere prima di agire, se hanno bisogno chiedono aiuto, e
se è vero che sono più insicure all’inizio, nei corsi avanzati sono molto
risolute ”. (Formatore CEP Milano)
Un grosso freno nel primo contatto con il PC sembra comunque essere
costituito dal linguaggio informatico, molto distante e di difficile
comprensione (e in più in una lingua straniera, l’inglese) se messo in
relazione con l’universo semantico e il linguaggio quotidiano delle donne. 2
D’altra parte la stessa origine dell’informatica tutta rivolta a specializzare la difesa e a
migliorare la guerra, ha fortemente influenzato la terminologia utilizzata per definire le
diverse funzioni e operazioni del computer : distruggi ; cancella, salva, elimina, eccetera.
2
16
Rapporto di ricerca di antropologia visiva
Un altro fattore che, a detta dei formatori, mette in luce una differenza di
genere è il forte coinvolgimento delle donne in quello che fanno, le donne
mettono più di se stesse, e il loro senso di collaborazione e di solidarietà le
porta ad aiutarsi l’un l’altra, passandosi le informazioni utili.
Al di là delle difficoltà iniziali e delle motivazioni implicite, è comunque
interessante notare che ciò che guida in generale molte donne
nell’apprendimento delle NT è il raggiungimento di obiettivi precisi e non
un interesse generico.
A questo riguardo l’esperienza francese merita un discorso a parte, dato che
si caratterizza per un approccio basato sull’auto-apprendimento, anche se
assistiti da un formatore. Il sistema porta gli allievi ad autogestirsi nei tempi
e nelle modalità della formazione, a prendere dimistechezza con livelli di
comunicazione più avanzati (video-conferenze) e ad apprendere attraverso
un rapporto a distanza.
I formatori francesi intervistati non rilevano in questo sistema differenze
evidenti di approccio e di apprendimento fra i due sessi, osservano
comunque che sono le donne a necessitare di una maggiore formazione,
infatti le iscritte ai corsi sono la maggioranza, e che sono proprio le donne
che più beneficiano di questo modo di formazione.
Come emerge dalle testimonianze delle intervistate i vantaggi
dell’informatica sono di gran lunga superiori agli svantaggi che la stessa
informatica può generare. Fra i vantaggi l’accento è messo soprattutto sulle
nuove opportunità di lavoro e sugli aspetti umani che le allieve hanno la
possibilità di sviluppare seguendo i corsi di formazione in quanto tali. Una
possibilità questa, che a dispetto di quanto generalmente avviene nel chiuso
delle mura domestiche, offre dell’informatica una nuova percezione.
Per le donne immigrate infine, e per quelle con un livello di educazione
basso, il computer può far superare i complessi legati alla scrittura,
all’ortografia, dando ai loro scritti un’apparenza più professionale.
“Alle donne questo piace, naturalmente, perché diventano più sicure di
poter comunicare le loro idee”. (Formatrice Lewisham College)
Più per le donne che per gli uomini, ma soprattutto per coloro che hanno
impegni familiari, i corsi di formazione rappresentano un’opportunità per
ritagliare uno spazio “ per sé ” dove poter imparare e nello stesso tempo
stabilire nuove relazioni.
Il corso mi da l’opportunità, ora che i figli sono grandi e vanno a scuola, di
“ pensare finalmente a me stessa ”. (allieva del Lewisham College)
Le donne sono diventate amiche, e si sono organizzate delle ‘attività extra scolastiche’, come ad esempio un fine settimana fuori Londra, a cui la
(Cfr. Dale Spender, “Nattering on the Net: Women, Power and Cyber space”, North
Melbourne, 1995)
17
Rapporto di ricerca di antropologia visiva
maggior parte partecipa attivamente ed entusiasticamente a dispetto delle
responsabilità familiari. (formatrice Lewisham College)
Tutte le allieve intervistate nelle tre realtà, sono concordi nel sottolineare il
valore del corso non soltanto dal punto di vista della socializzazione, ma
anche della crescita di auto-stima e di sicurezza che questo comporta.
4. APPROCCI FORMATIVI
4.1. I metodi didattici
Nei Centri di formazione si notano differenze importanti soprattutto per
quanto riguarda l’approccio metodologico e l’uso di tecniche di
preparazione dei gruppi di lavoro, aspetti questi molto privilegiati nei corsi
per sole donne da noi visitati in Inghilterra.
Come si può vedere anche dal filmato, su questi aspetti l’attenzione non
sembra ovunque uguale.3 il CEP milanese per esempio sembra adottare un
approccio metodologico abbastanza scolastico e tradizionale. La formazione
si basa su moduli molto tecnici, anche se questo non esclude talvolta l’uso
del gioco per facilitare l’apprendimento. Anche in quei corsi dove la
maggioranza degli utenti sono donne, non sembra che si sia dato importanza
al fatto di mettere a punto un’approccio metodologico attento alle
problematiche di genere
Per quanto riguarda l’esperienza francese dei SARAPP, basata sulla
formazione personalizzata e sull’auto-apprendimento, lo spazio e la
motivazione per applicare delle tecniche di animazione di gruppo sono
relativi, anche se il loro pubblico è prevalentemente femminile. Una
considerazione delle problematiche di genere è tuttavia insita nella stessa
concezione ed organizzazione del sistema in antenne, che come abbiamo già
sottolineato, consente a molte donne di accedere alle NT e di trovarvi
nuove opportunità.
Il sistema si basa su un rapporto stretto fra allievo e tutor che segue passo
passo la formazione presso l’antenna. Qui gli allievi svolgono degli esercizi
di applicazione che vengono poi corretti dai formatori principali di Auch.
Per migliorare la comunicazione si sviluppa un sistema di video-conferenza
che permette uno scambio di indicazioni operative fra allievo e formatore
condivisibili in tempo reale. Ciò consente di superare i problemi legati al
decentramento.
La formazione è garantita dal funzionamento del sistema durante tutto
l’anno e gli utenti possono scegliere il periodo e la durata di ogni modulo.
3
Fanno eccezione i corsi per sole donne che hanno adottato da tempo la metodologia
propria dei corsi retravailler e di quelli organizzati dalle organizzazioni femministe
nell’ambito dei programmi NOW finanziati con la CEE negli ultimi dieci anni. (CPO, Case
delle Donne, Libera Università delle donne, rete Lilith, ecc.). In questi corsi, al di là dei
contenuti specifici alla formazione, si sono sviluppate delle tecniche che prendendo in
considerazione le differenze di genere e i bisogni e i problemi delle donne, si preoccupano
fin dall’inizio, di sviluppare l’auto-stima, lo spirito di gruppo, la sicurezza delle proprie
opinioni e le capacità di comunicazione.
18
Rapporto di ricerca di antropologia visiva
Le riunioni periodiche fra i formatori permettono di pianificare il lavoro e di
aggiornarsi sui nuovi software, poichè il lavoro del formatore richiede un
continuo aggiornamento.
Un’attenzione particolare merita l’esperienza inglese in quanto si tratta di
centri che privilegiano l’utenza femminile e che nel corso di molti anni
hanno sviluppato approcci formativi, metodologie e tecniche specifici alle
problematiche di genere.
I corsi per donne analizzati in Inghilterra sono senz’altro i più orientati
verso metodologie di insegnamento e tecniche d’animazione volte a
suscitare, sostenere e accompagnare le donne nell’approccio alle NT e nello
stesso tempo a prendere coscienza di sé e ad assumere nuove attitudini .
Le insegnanti sono tutte molto brave. E’ molto importante che il corso sia
per sole donne, perchè le donne finora non hanno studiato informatica.
Più imparo e più aumenta il mio interesse per questo campo. Non ho
ancora un computer a casa, quindi sono costretta ad usare esclusivamente
quello dell’istituto. L’atmosfera amichevole e il senso di solidarietà della
classe mi hanno molto incoraggiata … Credo che sarebbe diverso se il
gruppo fosse misto. Attraverso il corso ho acquisito molta più sicurezza
anche fuori dall’aula con i miei amici e familiari. (Studentessa Lewisham
College).
Le relazioni interpersonali che si sviluppano nei corsi sono in generale
molto buone, sia tra le studentesse che tra queste e le formatrici. Il corso si
prefigge di sviluppare proprio questo aspetto, soprattutto all’inizio quando si
discute sulle aspettative e sulle apprensioni delle studentesse. Queste
discussioni si fanno in genere in piccoli gruppi per non intimidire nessuno,
questa formula si è dimostrata particolarmente congeniale alle donne. Man
mano poi, nelle riunioni generali ciuascuna comincia a esprimere la propria
opinione davanti a tutti.
Le formatrici impostano il lavoro a partire dalla considerazione che la classe
è composta d’individui con necessità e caratteristiche diverse. Il corso
comprende persone adulte e questo rende il corso molto stimolante.
Ci sono poche regole, ma importanti: la prima, che non si deve mai ridere
di chi fa un errore e la seconda, che bisogna comunicare agli altri quello si
scopre e che s’impara, invece che tenerselo gelosamente per se'. E’ in
questo modo che s’impara piu’ in fretta, e questo vale anche per quegli
individui che fanno la scoperta per primi ... Nel gruppo ci sono livelli
diversi, e per principio al suo interno le risorse devono venire condivise con
gli altri. (Formatrice, Lewisham College).
Nel filmato risalta il comportamento della coordinatrice dei corsi per sole
donne del Levisham College: si muove molto tra i terminali, toccando la
spalla e la nuca delle studentesse, trasmettendo energia a tutta la classe. Il
suo è un linguaggio anche fisico. Si ride molto in questa classe e le
studentesse si aiutano a vicenda. L’insegnante interviene individualmente e
fa commenti di questo genere: ‘Il tuo problema e’ che non sei
sufficientemente sicura di te stessa, cara!’
19
Rapporto di ricerca di antropologia visiva
Per aiutarle ad avere più fiducia in se stesse, posso arrivare a prendere un
computer e a romperlo dicendo:‘Questa cosa non è altro che un pezzo di
ferrovecchio, si può sempre sostituirlo, quello che invece non è possibile
sostituire siete voi, ragazze! Non abbiate paura, rompete le cose, se
necessario. Cercate d’imparare. Sul lavoro, avrete l’obbligo di sapere
tutto, ma qui, adesso non abbiate paura di mostrare la vostra ignoranza, io
sono qui per aiutarvi. … Le studentesse arrivano a chiamarmi ‘mum’ –
mamma – perché é di questo che hanno bisogno in questo momento, certo,
non sarà cosi alla fine, ma il lavoro di trasformazione a cui queste donne si
sottopongono per diventare indipendenti e’ duro..!.
Insegno in questi corsi perché voglio che le donne studino… che possano
fare quello che vogliono. Cerco di aiutarle in questo. Quando intervisto le
donne che vogliono iscriversi, vedo che mancano di sicurezza in se stesse,
che non sanno che fare…ma poi, alla fine del corso, vedo quelle stesse
donne sicure e determinate e proseguire a livello universitario.
Io insegno sia sistemi informatici che programmazione. Durante i primi
quattro mesi non uso nessun tipo di linguaggio specializzato. Sono convinta
che in un corso con le donne si debba proseguire passo per passo, cercando
di mantenere alto il loro interesse, altrimenti le perdi!.
E’ diverso insegnare in un corso misto e in uno per sole donne? Si’, perché
nei corsi misti do’ la lezione, chiedo che mi venga mostrata un’applicazione
di quello che ho insegnato e se non c’è abbastanza tempo, esco ugualmente
e me ne vado. Invece, con il corso per sole donne, anche se non c’è tempo,
rimango fino a quando non sento che hanno capito. Nei gruppi di maschi o
in quelli misti, non perdiamo tanti studenti quanti ne perdiamo invece nel
corso per sole donne. In quest’ultimo la minima trascuratezza e il minimo
dettaglio possono scatenare una reazione e portare le allieve ad
abbandonare il corso. (Coordinatrice dei corsi di informatica per donne del
Lewisham College)
Alla fine del corso, le insegnanti consigliano alle studentesse su come
iscriversi ad altri corsi più avanzati, anche nel caso che siano in attesa di
lavoro. Questo serve a “ proteggerle ” dallo scoraggiarsi se non riescono a
trovarlo immediatamente. In realtà la situazione dell’impiego non è facile
per cui se una parte continua a studiare, la gran parte deve accontentarsi di
situazioni “ facili ”, d’impieghi mal pagati, o dei lavori che avevano in
passato, nel settore dei servizi o del catering – alberghi, ristoranti, cucina.
4.2. I programmi più richiesti dall’utenza
Insieme ai programmi di trattamento testi in ambienti Windows e
Macintosh, in Italia è molto richiesta, sia dagli uomini che dalle donne, la
formazione sui programmi più avanzati, quali : Office, Photoshop, Internet,
programmi per la creazione di pagine Web, Excel, Access, programmi di
grafica e disegno. Questa richiesta si motiva con il bisogno di tenere il passo
con le novità offerte dal settore e per la forte domanda proveniente dal
mondo del lavoro.
20
Rapporto di ricerca di antropologia visiva
21
In Francia, in particolare, molte richieste che arrivano ai SARAPP, nascono
dall’esigenza di sviluppare il tele-lavoro, che si va diffondendo e che
sembra rispondere ai bisogni delle persone che vivono in aree rurali e in
particolare alle donne, che possono così conciliare gli impegni familiari con
il lavoro. I software più richiesti si riferiscono quindi al trattamento testi, ai
fogli elettronici, ai data base, alla creazione di pagine web sia per le imprese
che per i privati.
Data la presenza di immigrati, spesso l’apprendimento dell’informatica
passa attraverso l’uso di programmi specifici per l’alfabetizzazione in
francese. Tuttavia un formatore fa osservare l’inadeguatezza dei materiali
formativi (Cd-rom) rispetto alle esigenze e alla maturità di un pubblico
adulto.
In Inghilterra le richieste riguardano sia i programmi di base sia i
programmi più complessi, trattati in corsi di livello superiore.
5.
UN CONTRIBUTO ANALITICO :
influenzano l’accesso e l’apprendimento delle NT
determinanti
che
La ricerca visiva ha messo in luce una serie di elementi importanti per
chiarire e comprendere il rapporto che esiste fra l’accesso e l’uso delle NT e
le determinanti di genere nel campo della formazione. Questo ci induce a
riflettere su alcuni ostacoli che limitano o rallentano l’accesso delle donne
alle NT informatiche.
Si tratta da una parte di fattori legati alla disponibilità di tempo e di risorse
economiche, dall’altra di fattori più soggettivi, legati alla cultura e
all’immaginario che si sono sviluppati intorno al computer e alle NT in
generale.
“ Gli uomini possono stare ore davanti al PC, una donna con famiglia e figli
non può, non ha tempo e non vuole perché la famiglia viene prima di tutto ”
(allieva CEP)
“ Le donne devono essere più pratiche perché devono curare la casa e la
famiglia ” (allieva CEP)
“ Le donne sono ostacolate da mariti e compagni sia nell’uso del computer
che nel frequentare i corsi ” (allieva Lewisham College)
“ In generale le donne non posseggono il Pc, se lo comprano è per qualcun
altro: per i figli maschi ! ” (allieva CEP).
“ Le donne non rivendicano quasi mai la proprietà del PC quando ce l’hanno
in casa ” (formatore SARAPP).
“ A casa non c’è tempo per usare il PC, per giocare o per navigare… ”
(allieva CEP)
Rapporto di ricerca di antropologia visiva
Secondo la ricerca, uno degli ostacoli maggiori risiede nella mancanza di
tempo a disposizione delle donne, le quali passano proporzionalmente meno
tempo degli uomini davanti a un computer.4
La questione è molto nota, riguarda i concetti di “ tempo libero ” e di
“ tempo per sé ” in relazione alla divisione dei ruoli e delle mansioni fra i
sessi che si sono andate strutturando nell’ambito delle famiglie e nella
società. Quando le donne escono da questi ruoli anche solo
temporaneamente, per esempio per frequentare un corso di formazione,
scatenano delle reazioni, soprattutto nell’ambito familiare ma anche sociale,
che tendono a sanzionare il loro ritagliarsi un “ tempo per sé ”.
…Tutti gli anni, i mariti di quelle che sono alla fine del secondo anno di
corso, vogliono sempre divorziare. Per chissà quale strana ragione… L’ho
visto succedere tante di quelle volte, ormai, che non mi stupisco più. Non
appena questi mariti si rendono conto che le loro mogli hanno imparato a
difendersi e che finalmente sanno quello che stanno facendo, beh, a questi
mariti non piace proprio!…(Coordinatrice corsi donne Lewisham College)
La questione riguarda non soltanto la quantità di tempo che la donna passa
in casa ma anche la qualità di questo : nella percezione delle donne il
“ tempo per sé ” è tempo “ sottratto ad altri ”, soprattutto se hanno figli, è un
tempo frammentato e in contesti non isolati dove esse si trovano a svolgere
contemporaneamente più attività.
Per quanto
nell’accesso
possedere il
occindentali
con i figli.
riguarda l’aspetto delle risorse economiche che incide
alle NT, molte attribuiscono le loro difficoltà al fatto di non
computer e questo aspetto porta a sottolineare che nei paesi
le cosiddette “ nuove povertà ” riguardano soprattutto donne
I fattori soggettivi che ostacolano l’accesso e l’apprendimento delle donne
sono molteplici e hanno a che fare con l’immaginario che nelle donne si è
andato creando attorno al computer; innanzitutto la cultura del computer è
considerata territorio “ tecnologico ” e dunque maschile, grazie anche alla
pubblicità che sembra rivolgersi solo agli uomini, privilegiando gli aspetti
più strettamente tecnici rispetto alle possibilità d’uso degli articoli offerti.
L’idea che si tratti di un “campo maschile ” può instaurarsi molto presto sia
nella famiglia che nella scuola, e si conferma nel momento in cui una
ragazzina osserva l’offerta di video giochi proposti dal mercato che
sembrano non tener conto del fatto che i generi sono due.
Un altro ostacolo soggettivo, secondo quanto è emerso dalle interviste alle
corsiste, è la connotazione di “ aridità, freddezza, isolamento ” che spesso
circonda nell’immaginario femminile le attività connesse al computer,.
A limitare e cristallizzare i processi di identificazione delle donne con la
logica dell’informatica contribuisce in modo determinante il fatto che le
donne sono state, e lo sono ancora, poco presenti nel settore della
programmazione.
Questo dato è confermato dalla disparità fra i sessi nell’uso di Internet, si veda a questo
proposito i risultati della ricerca sociologica realizzata nell’ambito di questo stesso
progetto.
4
22
Rapporto di ricerca di antropologia visiva
In Inghilterra 80% dei programmatori sono uomini e 20% donne e in
genere a livelli bassi e non alti. 30% delle donne sono intimidite dalla
programmazione, perché si dice che bisogna avere una mente logica per
seguire le istruzioni. Ma tutti noi siamo dotati di una mente logica, per cui
le donne sono inibite soltanto dai loro problemi. Problemi di ordine
sociale: i figli piccoli, i soldi, la mancanza di un impiego, di un aiuto in
casa…. E’ per questo che le donne non riescono a dedicarsi alla
programmazione. Questa situazione e’ particolarmente grave in Inghilterra
dove la struttura familiare non esiste. A differenza di paesi più
tradizionali, dove le donne ricevono aiuto con i figli e per le altre
responsabilità familiari potendo contare su una famiglia molto unita, qui,
invece, in questo paese, la donna é completamente isolata, e deve essere
molto forte per affrontare questa situazione…(Coordinatrice corsi donne
Lewisham College)
Altri aspetti che interferiscono nel rapporto fra donne e NT riguardano dei
fattori culturali e sociali legati alle dinamiche nelle relazioni fra i sessi e
soltanto la trasformazione di queste dinamiche produrrà cambiamenti
sostanziali in questi ambiti.
Alcuni degli ostacoli possono essere in parte eliminati dando spazio ad
atteggiamenti e interventi più attenti nei confronti del genere. Questo
significa, prima di tutto, riflettere su un pregiudizio assai diffuso secondo il
quale le donne prima o poi dovranno riuscire a muoversi nel campo delle
NT esattamente come stanno facendo gli uomini, senza tener conto che le
donne e gli uomini possono volere cose diverse rispetto al computer.
Le esigenze del genere femminile rispetto alle NT devono servire da base
per progettare interventi e servizi specifici a partire dalla formazione, che
contribuiscano a rafforzare una concezione delle NT come un territorio in
cui le donne possano muoversi senza limiti.
6. CONCLUSIONI E INDICAZIONI PER IL FUTURO
Naturalmente in questo Rapporto ricevono maggior risalto la situazione e la
percezione delle donne che rispetto alle NT sono più svantaggiate sia per
ragioni di educazione, che per origine culturale e sociale. Più si sale nel
livello di conoscenza e di padronanza del mezzo e più le differenze di
genere sembrano attenuarsi e annularsi.
L’esperienza dei corsi inglesi sulla quale si è puntata maggiormente la
nostra attenzione, data la grande attenzione per le problematiche di genere,
non ci deve indurre a pensare che questo sia l’unico metodo formativo ed il
più adatto per le donne.
A nostro avviso, un risultato molto interessante di quest’esperienza è la
capacità di coniugare la formazione tecnica con tutti gli aspetti (approccio
metodologico, tecniche di animazione, assistenza sociale, ecc.) che facilitino
l’accesso delle donne alle NT, soprattutto nelle realtà più svantaggiate e
socio-culturalmente più complesse. Naturalmente facendo attenzione a
23
Rapporto di ricerca di antropologia visiva
creare dei solidi ponti fra questi corsi e la realtà esterna per non trasformare
i corsi per donne in nuovi “ghetti”
L’esperienza francese, attraverso il decentramento di strutture formative
capillari, è interessante perché risponde ai bisogni delle donne che vivono
più isolate rispetto alle opportunità di contatto e di approfondimento delle
NT.
In realtà da tutte e tre le esperienze si possono trarre indicazioni utili per
pensare a dei modelli formativi che prendano in considerazione sia l’aspetto
di genere che quello del decentramento della formazione come strumento
per avvicinare alle NT le donne e gli utenti più sfavoriti (immigrati).
Sia che ci si proponga di trattare l’argomento dell’alfabetizzazione
informatica dal punto di vista del mercato del lavoro o da quello della
crescente importanza assunta dalle nuove tecnologie all’interno della sfera
domestica, ciò che è indiscutibile è la necessità di analizzare con attenzione
e con urgenza la relazione delle donne con l’intero sistema tecnologico di
cui il computer è parte essenziale.
L’analisi di come (e quando) le donne acquisiscano le abilità necessarie per
usare questa tecnologia e in quale misura e con quali modalità avvenga la
loro partecipazione nel settore dell’informatica è un utile punto di partenza:
quest’analisi ci permetterà quindi di approfondire lo studio dei processi di
inclusione ed esclusione e di elaborare suggerimenti e proposte per
implementare una distribuzione egualitaria della conoscenza.
Le possibilità di accedere a un computer e pertanto di usarlo nell’ambito
domestico dipendono fortemente dal genere di appartenenza. Inoltre, il
problema del tempo libero è, come a più riprese abbiamo già precisato, di
cruciale importanza. Per raggiungere l’uguaglianza per entrambi i sessi, è
necessario che alle donne venga concesso più tempo libero (D. Spender,
1995).
Le differenze di genere risultano dipendere in parte anche dal fattore
generazionale. L’introduzione ai computer in età precoce può servire a
neutralizzare o almeno a mitigare le differenze di genere riscontrate nel loro
uso in famiglia. Un altro fattore è che i genitori o la scuola ne incoraggino
l’uso superando i pregiudizi che ancora albergano in molti insegnanti e
formatori, secondo i quali le materie tecniche -tra cui l’informatica- sono
più utili al futuro e alla formazione lavorativa dei maschi che delle femmine.
E’ quindi molto importante che si elaborino dei programmi di studio ben
strutturati e dei corsi d’informatica obbligatori a partire dalla scuola
dell’obbligo. Inoltre tali misure devono essere accompagnate da una
adeguata formazione del corpo insegnante perché sappia rispondere meglio
ai i bisogni e alle motivazioni delle popolazione studentesca, in particolare
di quella femminile.
L’organizzazione di corsi di formazione per sole donne non può costituire
una soluzione parziale fintanto che non vengano messi in discussione gli
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Rapporto di ricerca di antropologia visiva
atteggiamenti pregiudiziali dei formatori, nella scuola e nella famiglia, e
fintanto che non vengano democratizzate le attuali relazioni di potere fra i
sessi.
Dall’esperienza inglese e francese risulta che le disuguaglianze tra uomini e
donne in relazione al computer hanno basi e traiettorie complesse. E’
evidente che le categorie di genere debbono essere rielaborate in modo tale
da riconoscere la molteplicità di condizioni che influenzano gli
atteggiamenti e le possibilità individuali. Pertanto, altri aspetti dell’identità
come razza, classe ed etnicità sono di cruciale importanza nell’analizzare il
tema in questione e per elaborare in seguito dei suggerimenti.
Le donne vivono le loro ansietà riguardo la loro competenza come una
lacuna personale, individuale e non come risultato sociale o culturale di
appartenere al loro genere. Questo dato, tuttavia, sembra non avere più
importanza quando acquisiscono una competenza maggiore nell’uso dei
mezzi informatici.
A dispetto dell’ottimismo imperante, condiviso da molti operatori del
settore, l’iniziazione della donna alle nuove tecnologie è ancora carente e
questo spiega molte delle inibizioni di cui soffre. Pertanto, è molto
importante ideare metodi d’insegnamento che non siano discriminatori
contro le donne, ma che ne sviluppino invece la ‘naturale predisposizione’
al mezzo. E’ poi compito di tutte le donne cercare attivamente di
coinvolgersi con le nuove tecnologie, seguendo l’invito di Sadie Plant
(1997) a “munirsi di un modem” (‘All girls need modems’), per contribuire
alla costruzione di programmi più rispondenti alle loro esigenze.
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