Anno A 26ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Ez 18,25-28 - Se l’ingiusto desiste dalla sua ingiustizia, egli fa vivere se stesso. Dal Salmo 24 - Rit.: Ricòrdati, o Dio, del tuo amore. Fil 2,1-11 - Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù. Canto al Vangelo - Alleluia, alleluia. Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, io le conosco ed esse mi seguono. Alleluia. Mt 21,28-32 - Pentitosi, andò. I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Mantenere la parola 1. Il re e le frittelle. Il Vangelo di oggi che parla del mantenere la parola mi fa ricordare un fatto avvenuto nei tempi antichi. Nel IX secolo regnava in Inghilterra il re Alfredo il Grande. Agli inizi del suo regno volle viaggiare, travestito in modo da non essere riconosciuto da nessuno, attraverso tutto il paese per conoscere meglio i bisogni del suo popolo. Un giorno si trovò nei pressi di una casa di campagna, in mezzo ad un boschetto, in un luogo deserto. Decise di riposarsi. Scese da cavallo ed entrò in quella casa. Ci trovò solo la padrona che stava preparando delle focacce. Le chiese qualcosa da bere e il permesso di fermarsi per un’ora circa. La donna, vedendo un uomo ben vestito e molto educato, volentieri gli diede ospitalità. Dopo un po’ si ricordò che aveva qualcosa da fare fuori. Chiese all’ospite di guardare le focacce durante la sua assenza e di tirarle fuori dal forno nel momento giusto. Il re acconsenti volentieri e si sedette vicino al forno. Per un po’ stette veramente attento. Ma poi, pensando alle varie questioni del regno, dimenticò completamente le focacce. Quando la padrona tornò e guardò dentro il forno, vide che le focacce erano bruciate. Arrabbiata, rimproverò l’ospite con parole severe di non aver mantenuto la parola. Il re si sentì offeso e rispose più o meno in questo modo: «Donna, se tu sapessi che io sono il re d’Inghilterra e che ho molte cose a cui pensare, non mi importuneresti con le tue focacce». La donna prima chiese scusa al re, spiegando che non sapeva chi avesse davanti. Alla fine tuttavia aggiunse: «Sire, se mi hai dato la parola che avresti guardato le focacce, dovevi mettere da parte le questioni dello stato e mantenere la parola data». Il re non rispose niente. Ma tra sé probabilmente le avrà dato ragione (P. Bargellini). 2. I due figli. Anche nel Vangelo di oggi Gesù tratta il problema del mantenere la parola. Abbiamo sentito che uno dei figli subito e volentieri promise al padre di andare a lavorare nella vigna, ma altrettanto presto e facilmente dimenticò la promessa. Erano solo parole. A chi pensava Gesù parlando di quel figlio? Prima di tutto ai farisei e ai dottori della legge. Essi facevano vedere che offrivano ricchi doni al tempio, osservavano lunghi digiuni e pregavano di più e in modo più efficace di altri uomini. Purtroppo, spesso erano solo parole e promesse, non seguite dalle azioni. Perciò Gesù disse di loro: «Non chiunque mi dice: “Signore! Signore! “ entrerà nel regno dei cieli; ma colui che fa la volontà del Padre mio, che è nei cieli» (Mt 7,21). Le parole e le promesse, anche le più belle, hanno poco valore, se vengono dimenticate nella vita di tutti i giorni. 26ª Domenica del Tempo Ordinario - “Omelie per un anno - vol. 2”, Elledici 1 Si possono citare anche altri esempi di infedeltà da parte degli Ebrei. Vi ricordate il loro quarantennale viaggio attraverso il deserto? Mosè trasmetteva loro vari ordini ricevuti da Dio e, tra l’altro, che dovevano offrire i sacrifici al solo Dio, Iahvè, e non agli dèi pagani. Gli Ebrei, sentito quel comandamento, avevano risposto: «Faremo tutto ciò che Dio ordina». Eppure, appena Mosè si allontanò da loro per un periodo un po’ più lungo, fecero un vitello d’oro e gli offrirono dei sacrifici. Cominciarono addirittura a portare amuleti pagani. Chi rappresenta invece il figlio che alla chiamata del padre di andare a lavorare nella vigna, prima disse di no, ma dopo ci ripensò e ci andò? Secondo ciò che Gesù dice nel Vangelo di oggi, egli rappresenta i pubblicani, le donne che conducono una vita cattiva e altri peccatori. Essi al comandamento di Dio: «Non rubare, non fornicare!» risposero: «No», non ubbidirono e peccarono contro quei comandamenti. Tuttavia dopo un certo tempo ci ripensarono, si pentirono e dissero: «Sì, Signore, vivremo secondo i tuoi comandamenti». Perciò quei peccatori meritarono la lode di Gesù e non i farisei che erano giusti solo a parole. 3. Le promesse dei fanciulli. L’avventura dei due figli, raccontata da Gesù nella parabola di oggi, non capitava solo tra gli antichi Ebrei o tra i re. Lo stesso accade anche oggi e soprattutto nelle famiglie dove ci sono ragazzi. Con la differenza che attualmente i comandamenti, di solito, li dà la mamma e non il padre, come nella parabola di Gesù. A quale dei due figli assomigliate voi, fanciulli? Che ne pensate? Io credo che pensiate di somigliare a quello che disse: «Sì, andrò a lavorare» e poi non ci andò. Quante volte i ragazzi non sono di parola. La mamma dice: «Torna subito a casa dopo le lezioni, perché devo andare in centro»; oppure: «Resta dall’amica o dall’amico al massimo un’ora». Voi rispondete: «Sì, mamma, tornerò sicuramente!». E invece quante volte ve ne dimenticate, perché si chiacchiera così volentieri con gli amici, si gioca con tanto piacere. Perché i fanciulli promettono così facilmente? Qualche volta per paura, perché temono di dire di no. Spesso hanno anche buona volontà, vorrebbero veramente aiutare la mamma o il papà. Ma la buona volontà non basta. E come mantenete le promesse che fate a Dio? Ognuno di voi facendo l’esame di coscienza o confessandosi, più di una volta ha detto a Gesù: «Sì, d’ora in poi ogni domenica andrò a Messa, tutti i giorni dirò le preghiere, non mentirò, non commetterò questo o quell’altro peccato»... Gesù si rallegra, e anche voi potete rallegrarvi se avete mantenuto almeno alcuni di quei propositi. Ma probabilmente molti di voi devono riconoscere che tante volte non hanno mantenuto la parola data a Gesù... Cosa fare allora? Non scoraggiarsi, ma ogni giorno, e in ogni confessione, chiedere perdono a Dio e decidere di correggersi, e ricominciare la lotta contro i propri difetti. Per imparare a scrivere senza errori ci vogliono molti anni. Gli insegnanti correggono i vostri compiti e il vostro modo di parlare decine, centinaia di volte. Imparare a mantenere la parola è altrettanto difficile. Quando vi dimenticate delle promesse e dei giuramenti, ve lo fanno notare i genitori, gli amici, il sacerdote. Il fanciullo che non si scoraggerà, piano piano arriverà ad avere se non ottimi, almeno buoni o sufficienti risultati. Quando direte «sì», sarà un vero «Sì». Per diventare maturi non basta crescere un metro e sessanta o settanta, ma anche saper mantenere la parola data. Conoscendo per esperienza come siete deboli, come è debole la vostra volontà, durante la Messa di oggi pregate Gesù di aiutarvi. Pregate anche per i vostri compagni e compagne, che, come quel secondo figlio, dicono ai genitori e a Dio: «No, non obbedirò, non osserverò i comandamenti». Pregate perché anche loro sappiano dire «sì» e mantenere la parola data. 26ª Domenica del Tempo Ordinario - “Omelie per un anno - vol. 2”, Elledici 2 26ª Domenica del Tempo Ordinario - “Omelie per un anno - vol. 2”, Elledici 3