Basilica di San Nicola: le reliquie La Basilica di San Nicola di Bari, custodisce oggi numerose reliquie di santi e di strumenti della passione di Cristo. La causa di ciò va ricercata nell'importanza che la città ebbe durante la prima Crociata (1096), poiché fu scelta come la tappa principale europea in cui cavalieri, mercanti, vescovi, monaci e semplici pellegrini si incontravano di ritorno dalla Terra Santa, portando con sé reliquie di diversi santi dell'antichità cristiana. Queste però, per vari motivi, non raggiunsero le mete stabilite e vennero lasciate a Bari per poi divenire una grande attrattiva anche per i baresi stessi oltre che per i viandanti. Alcune di queste reliquie, vennero consegnate all'abate Elia (successivamente arcivescovo di Bari nel 1089), al quale era stata affidata la ristrutturazione in Basilica del palazzo del Catepano greco, abbandonato dopo la conquista normanna. Tra queste erano presenti: il braccio di San Tommaso, oggetto di grande devozione al punto che i re di Sicilia imposero una tassa, successivamente abolita, sulle varie offerte che la Basilica riceveva; le reliquie di San Vincenzo Martire, portate in Terra Santa dal vescovo di Valencia che, arrivato a Bari nel 1103 e sentendo prossima la sua morte, lasciò all’arcivescovo Elia; il braccio destro di San Giacomo Maggiore che regge un bastoncino, sulla base del quale sono incise delle conchiglie separate da spade incrociate; il braccio sinistro di San Giacomo Minore che regge un bastone nodoso e nella parte sottostante è presente anche una reliquia di San Placido. In secondo luogo, la presenza delle reliquie nella basilica è dovuta alla profonda devozione che Carlo II d'Angiò, re di Napoli, nutriva per il santo. Egli infatti, catturato dagli aragonesi (1284), venne condannato a morte in Sicilia, ma la notte prima dell'esecuzione pregò i santi di cui era più devoto, tra cui San Nicola, e la pena gli venne commutata in prigionia. Da quel momento, volendosi sdebitare, decise di inviare ricchi doni e reliquie alla Basilica, prediligendo il tema della passione di Cristo. Tra queste vanno ricordate: la sacra spina, che secondo la tradizione si colorava di rosso sangue durante il giorno dell'Annunciazione (25 marzo); il legno della croce, comprata dal re di Francia Luigi IX dall'imperatore Baldovino di Costantinopoli (1239); la sacra spugna con la quale il Cristo s’inumidì le labbra, che pare appartenere a Carlo II d'Angiò; la reliquia del dente della Maddalena, inserito in una palla di cristallo retta da un angelo dorato su un tabernacolo. Molte altre reliquie, invece, sono andate perdute nel corso del tempo, come ad esempio un pezzetto del legno della croce del Buon Ladrone, un pezzetto della Veste di Cristo, una scheggia della Culla di Gesù Bambino, una goccia del sangue di Santo Stefano e una goccia dell’olio del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Esse non sono però le uniche, tra le altre è opportuno ricordare quelle di San Sebastiano (il cui braccio è conservato in un tempietto a forma ottagonale con sette colonnette), San Biagio (di cui si conserva un omero in una mitra con pastorale d'argento), San Gregorio Magno (un osso della nuca in una cassetta di vetro collocata su un libro a sua volta poggiato su un camauro papale), San Lorenzo (il cui braccio destro porta in mano una graticola, simbolo del suo martirio), San Urbano papa, santi Giacomo, Basilio e tanti altri.