Da Sydney a Threeways Ultime foto con l’Opera House e l’Harbur Bridge, Sydney è un ricordo, punto a nord lungo la Gold Cost, la M1 scorre veloce, ogni tanto devo mollare l’acceleratore, qui non si scherza, già una volta mi hanno graziato, ma non faccio in tempo a pensarlo che il poliziotto mi si pone davanti, patente internazionale, andavi a 74 km/h il limite è 70, si è vero non riesco a guardare sempre lo strumento, i paesaggi sono bellissimi, è la verità mi lascia andare, ringrazio e proseguo. Supero Brisbane, è un viaggio piatto, fino a quando non un segnale che dice Museo della Moto, il paesino Nabiac (www.nationalmotorcyclemuseum.com.au) si è no 50 case, ma non costa nulla svolto e vado al museo. 900 moto distribuiti i altrettanti metri quadri, ci sono moto di tutto il mondo anche italiane, da corsa, altre che hanno fatto la storia del motociclismo, insomma mi faccio questa scorpacciata di 2 ruote, indigestione migliore non poteva capitarmi, i proprietari mi spiegano che sono tutte donazione, fantastico, lo dico sempre la moto unisce non divide. Arrivo lungo come orario e mi ritrovo a Kempesay chiedo da dormire e mi propongono 110 dollari australiani, un 70€, no non fa oer me, la proprietaria insiste, non trova a meno ripete, proprio per questo saluto, e che ho gli orecchini al naso? Trovo da dormire in una Cabin, una specie di container che vengono usati da noi per le emergenze, qui si usano tantissimo, rispetto ai nostri hanno un arredamento più consistente, cucina, la caffettiere con tanto di caffè e the, il tutto a 60 dollari, non trovavo a meglio. La temperatura sta cambiando, anche se di sera fa sempre freddo, devio per Byron Bay, luogo di surfisti e spiagge mozzafiato, anche se è bassa stagione c’è tanto turismo, l’occhio è appagato, prossima destinazione Southport dove sarò ospite di Massi Musella, non lo conosco ma l’amico Daniele a Sydney si è fatto in quattro perché passassi da lui, quando arrivo è notte, vengo accolto come se da sempre ci si conosce, Massi è un toscano di Viareggio, lo spirito critico, classico dei toscani, lo rende piacevolmente di compagnia, sulla porta di casa c’è scritto Casa Italia, dentro trovo ragazzi italiani che lavorano qua, insomma questa è una grande famiglia dove tutti sono accolti con lo spirito che è stato un trend italiano negli anni passati, è bello ritrovarsi a km di distanza dall’Italia in questa atmosfera. Parlando del più e del meno, il mondo è piccolo, vengo a sapere che Massi è un grande amico del fratello di Germano Cardinali che vive a Giano dell’Umbria, anche loro con la passione dei motori, Germano per le 2 ruote il fratello per i Rally, Massi mi racconta di quella foto fatta sotto il cartello di Bastardo, mi viene da ridere, ma è un’ altra storia. Passo due giorni a casa Italia, ma prima di partire, una birra con Simone Schippa ternano doc, anche lui qua a fare danni, ci siamo capiti, addirittura chiamiamo il papà, che conosco bene, grande motociclista, sulla prima non i riconosce poi è un delirio, cosa devo dire emozioni a non finire. L’indomani risalgo ancora la costa ora sono nella Sunshine Cost, la parola non adduce a diversivi, qui il sole brilla tutto l’anno, devio per Agnese Water, poi per 1770, meglio seventhin-seventhy, che gioco di parole, qui approdò Capitan Cook nel 1770, da qui il nome, con un tramonto indimenticabile dormo ad Hervey Bay. Rockhampton è il mio crocevia, si va verso ovest, come negli stati uniti, questa si chiama Route 66, anche se poi, ha molte denominazioni, il paesaggio ora è più brullo, tanti animali morti lungo la strada, i canguri le vittime più consistenti ma anche dingo e volpi. Un vecchio 747 è parcheggiato al lato della strada, siamo a Longreach dove ha sede la Quantas, la compagnia aerea australiana, Quantas è l’acronimo di Queensland e North Territory, chiedo e mi viene concesso una foto con sullo sfondo il jumbo. Altro trasferimento da oltre 600 km, ora la land è tipicamente da far west, tanto per dare un esempio con la realtà americana, i pascoli sono di soli bovini, ti fermi e i pub pop ulano di persone tutte con il classico capello da cow boy, proprio a McKinlay sosto al pub dove è sono state girate delle scene del film Coccodrile Dundee, il paese 50 persone e un poliziotto, ma grazie a quel film tutti sostano per una foto nel pub. Dormo a Mt Isa, sullo sfondo della cittadina centrali che producono energia, ricavata dell’uso del carbone, l’Australia ha di tutto e di più in termini di sottosuolo, non c’è materia prima che non si estrae dal viscere della terra, mi dicono che solo il 23% del territorio è stato esplorato, e questo garantirà una livello di ricchezza individuale per 3-400 anni, va ricordato che l’Australia conta 23 milioni di abitanti, tra Perth che è la prima città ad ovest e Sydney, la più estreme ad est, ci sono 3 ore di fuso orario, da Melbourne, tra le più a sud e Darwin la più a nord oltre 4000 km di distanza, numeri che danno l’idea della grandezza di questo paese, ne so qualcosa io, che dopo oltre un mese ho percorso circa 11000 km. Dopo Mt Isa, mi prefiggo di arrivare alla Roadhouse Threeways, qui si incrociano 3 strade, appunto Trheeways, nello spostamento faccio 2 incontri che anche questi danno l’idea, di come l’australiano si misuri con il proprio territorio in tutti i modi. La prima è Belinda Siclair viaggia con una Honda di 110 cc, quella che usano i postini in Australia, certamente modificata, nel serbatoio, poi una coppia in bici con lei dietro un carrettino dove è la cuccia per il cagnolino, e udite udite sopra la copertura dell’animale, dei piccoli pannelli fotovoltaici per ricaricare piccole utenze, con un cielo carico di nuvolo, da li a poco pioverà, giungo al famoso incrocio, guardando la cartina non mi sfugge che 15 giorni prima ho svoltato a sud a 700km da qui, ne ho fatta di strada.