Suore di Gesù Buon Pastore Pastorelle Triduo in preparazione al 75° di Fondazione “Nella gratitudine del dono annunciamo la Salvezza” Roma, casa generalizia, agosto 2013 2 PRIMO GIORNO 4 ottobre Il nostro MAGNIFICAT: facciamo memoria della cura amorevole del Padre Invocazione allo Spirito Santo. Preghiamo Nel 75° Anniversario della nascita della nostra Congregazione ti ringraziamo, Padre, per il ministero pastorale che ci hai affidato. Donaci memoria spirituale per vedere con occhi di fede quello che abbiamo vissuto in tutti questi anni e riconoscere con gratitudine l’azione incisiva e discreta dello Spirito nella vita di ognuna di noi. Maria, Madre del buon Pastore intercedi per noi la grazia di continuare a cantare con te il nostro Magnificat. Amen. In ascolto di GESÙ BUON PASTORE VERITÀ Dal Vangelo di Giovanni (15,1-2) Io sono la vite vera e il Padre mio è l'agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. 3 Dal «Commento sul vangelo di Giovanni» di san Cirillo d'Alessandria Il Signore dice di se stesso di essere la vite, volendo mostrare la necessità che noi siamo radicati nel suo amore, e il vantaggio che a noi proviene dall'essere uniti a lui. Coloro che gli sono uniti, ed in certo qual modo incorporati e innestati, li paragona ai tralci. Questi sono resi partecipi della sua stessa natura, mediante la comunicazione dello Spirito Santo. Infatti lo Spirito Santo di Cristo ci unisce a lui. Noi ci siamo accostati a Cristo nella fede per una buona deliberazione della volontà, ma partecipiamo della sua natura per aver ottenuto da lui la dignità dell'adozione. Infatti, secondo san Paolo, «Chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito» (1 Cor 6, 17). Noi siamo edificati su Cristo, nostro sostegno e fondamento e siamo chiamati pietre vive e spirituali per un sacerdozio santo e per il tempio di Dio nello spirito. Non possiamo essere edificati se Cristo non si costituisce nostro fondamento. La medesima cosa viene espressa con l'analogia della vite. Dice di essere lui stesso la vite e quasi la madre e la nutrice dei tralci che da essa spuntano. Infatti siamo stati rigenerati da lui e in lui nello Spirito per portare frutti di vita, ma di vita nuova che consiste essenzialmente nell'amore operoso verso di lui. Quelli di prima erano frutti marci di una vita decadente. Siamo poi conservati nell'essere, inseriti in qualche modo in lui, se ci atteniamo tenacemente ai santi comandamenti che ci furono dati, se mettiamo ogni cura nel conservare il grado di nobiltà ottenuto, e se non permettiamo che venga contristato lo Spirito che abita in noi, quello Spirito che ci rivela il senso dell'inabitazione divina. Il modo con il quale noi siamo in Cristo ed egli in noi, ce lo spiega san Giovanni: «Da questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha fatto dono del suo Spirito» (1 Gv 4, 13). Come la radice comunica ai tralci le qualità e la condizione della sua natura, così l'unigenito Verbo di Dio conferisce agli uomini, e soprattutto a quelli che gli sono uniti per mezzo della 4 fede, il suo Spirito, concede loro ogni genere di santità, conferisce l'affinità e la parentela con la natura sua e del Padre, alimenta l'amore e procura la scienza di ogni virtù e bontà. (Libro 10, 2; PG 74, 331-334) Dalla predicazione del Beato Giacomo Alberione Quanti ringraziamenti dobbiamo fare al Signore! Per la creazione, per il battesimo, per tutte le grazie, cresima, confessione, comunione, istruzione religiosa, buoni esempi veduti, e l’azione dei genitori per educare bene, l'azione della maestra forse, l'azione del parroco, dei confessori... E poi tutte le ispirazioni che vi sono venute, tutti i buoni desideri, i propositi che son nati nel vostro cuore...Quanti obblighi di ringraziamento! Non finiremo mai più di dire dei Magnificat se volessimo soddisfare con una riconoscenza adeguata al Signore: Signore la cui misericordia non ha confine, e infinito è il tesoro della tua bontà. (AAP 1958, 298) La riconoscenza è, primo, un atto di umiltà: riconoscere che tutto ci vien da Dio, che siamo nulla, che tutto è per misericordia, non per merito (…) Secondo, la riconoscenza è un atto di adorazione: si adora il Signore come principio di tutto. Come il principio di tutto, questa è l'adorazione: come principio e come fine. E poi la riconoscenza è una grande virtù ed un grande ossequio che si fa a Dio per cui noi dopo riceviamo nuove grazie, nuove grazie, sì. Vedere allora di considerare il ringraziamento come un ossequio al Signore per cui riceviamo nuovi benefici, nuovi doni. Come una grande preghiera, la riconoscenza. L'orgoglioso considera se stesso e si vanta di quel che ha; l'umile invece, riconoscendo che tutto è di Dio, si confonde e dice: non meritavo, è tutta tua misericordia, o Signore. (AAP 1958, 405-406) Se noi comprendessimo le grandi grazie che il Signore ha concesso all'anima nostra, l'ameremmo tanto e poi canteremmo 5 spesso il Magnificat onde ringraziare il Signore, il Padre misericordioso, il Figlio buon Pastore, lo Spirito Santo amore, ringrazieremmo e loderemmo la santa Trinità: Gloria a Dio in terra e pace agli uomini di buona volontà Gloria in excelsis Deo, et in terra pax hominibus bonae voluntatis. (AAP 1959, 96) Confrontando la nostra vita con GESÙ BUON PASTORE VIA Nella memoria dei frutti che l’azione dello Spirito ha portato nella nostra storia congregazionale, comunitaria e personale, mi chiedo quali frutti ha portato nella mia vita di Pastorella. Nell’esame di coscienza quotidiano riconosciamo anzitutto le grazie donate dal Signore e chiediamoci come collaborare di più e meglio con l’azione dello Spirito santo. Con gratitudine al Padre in GESÙ BUON PASTORE VITA Padre, ci sentiamo, sostenuti da te, dalla tua fedeltà e dal tuo amore; ci sentiamo sicuri nelle tue mani d’abile coltivatore, certi che tu ci ami, ci conosci e non ritiri mai il tuo dono rendendoci strumenti a servizio degli altri. Esprimiamo la nostra gratitudine dicendo... R. Ti ringraziamo Padre, Signore della nostra vita. 6 - Grazie per il Beato Don Giacomo Alberione, mediante lui hai donato alla Chiesa la Famiglia Paolina e in essa la nostra Congregazione, portatrice di un Carisma che esprime la tua compassione e la tua cura per tutti i tuoi figli. Ti ringraziamo Padre… - Per tutto il bene seminato lungo questi 75 anni nelle diverse nazioni. Sono frutti che soltanto tu, Padre buono, hai fatto germogliare e maturare. Grazie per la fiducia nell’affidarci il ministero pastorale accanto ai pastori della Chiesa, che ci ha permesso di collaborare alla salvezza di tanti tuoi figli. Ti ringraziamo Padre… - Ti ringraziamo Padre, per le prime Pastorelle missionarie, donne di fede e di amore coraggioso, per le Pastorelle che nella malattia e nella sofferenza hanno offerto la loro vita per la Congregazione, sono state una vera manifestazione del tuo amore. Ti ringraziamo Padre… - Per tutti i familiari, gli amici e benefattori che in diversi modi ci sono stati vicini. Mediante il loro aiuto il nostro servizio pastorale ha potuto raggiungere tante persone bisognose di salvezza. Ti ringraziamo Padre… - Ringraziamenti spontanei… Preghiamo o cantiamo insieme il Magnificat 7 SECONDO GIORNO 5 ottobre Il nostro MISERERE: riconosciamo i nostri peccati e chiediamo perdono Invocazione allo Spirito Santo. Preghiamo O Dio, nostro Padre, pieno di misericordia e compassione Ti chiediamo perdono per tutti i nostri peccati che in questi 75 anni hanno ostacolato l’opera del tuo Spirito. Donaci la grazia di custodire un cuore penitente, ferito dal tuo amore, secondo le indicazioni del nostro Fondatore. Fa crescere in noi la fede e l’umiltà per ritornare a Te, che sei la nostra linfa vitale. Santi Apostoli Pietro e Paolo, intercedete per tutte noi la grazia della piena conformazione a Cristo, splendore della santità di Dio. Amen! In ascolto di GESÙ BUON PASTORE VERITÀ Dal Vangelo di Giovanni (15, 3-4) Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. 8 Dalle Omelia di Sant’Agostino sul vangelo di Giovanni Gesù ha detto che egli è la vite, i suoi discepoli i tralci e il Padre l'agricoltore: su questo ci siamo già intrattenuti, come abbiamo potuto. In questa lettura, continuando a parlare di sé come vite e dei suoi tralci, cioè dei discepoli, il Signore dice: Rimanete in me e io rimarrò in voi (Gv 15, 4). Essi però sono in lui non allo stesso modo in cui egli è in loro. L'una e l'altra presenza non giova a lui, ma a loro. Sì, perché i tralci sono nella vite in modo tale che, senza giovare alla vite, ricevono da essa la linfa che li fa vivere; a sua volta la vite si trova nei tralci per far scorrere in essi la linfa vitale e non per riceverne da essi. Così, questo rimanere di Cristo nei discepoli e dei discepoli in Cristo, giova non a Cristo, ma ai discepoli. Se un tralcio è reciso, può un altro pullulare dalla viva radice, mentre il tralcio reciso non può vivere separato dalla vite. Il Signore prosegue: Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non resta nella vite, così neppure voi se non rimanete in me (Gv 15, 4). Questo grande elogio della grazia, o miei fratelli, istruisce gli umili, chiude la bocca ai superbi. (…) Voi andate dicendo che l'uomo può compiere la giustizia da se stesso: questa è la vetta del vostro orgoglio. Se non che la Verità vi smentisce, dicendo: Il tralcio non può portar frutto da se stesso, ma solo se resta nella vite. Vi arrampicate sui dirupi senza avere dove fissare il piede, e vi gonfiate con parole vuote. Queste sono ciance della vostra presunzione. Ma ascoltate ciò che vi attende e inorridite, se vi rimane un briciolo di senno. Chi si illude di poter da sé portare frutto, non è unito alla vite; e chi non è unito alla vite, non è in Cristo; e chi non è in Cristo, non è cristiano. Ecco l'abisso in cui siete precipitati. (Sant’Agostino, omelia 81,1-3) Dalla predicazione del Beato Giacomo Alberione Se conoscessimo le finezze di Gesù e conoscessimo le nostre ingratitudini, ci resta a piangere di amore, di riconoscenza e di pentimento, e poi si viene a concludere con uno slancio nuovo: voglio davvero esser santa. Io sono ancor così lontano dagli 9 esempi di Gesù, rassomiglio ancor così poco a Maria. Come sono stati zelanti, forti e virtuosi gli apostoli, ed io? Allora l'anima finisce il suo esame col Miserere, con l'Atto di dolore recitato di nuovo bene, attentamente, gustando e penetrando ogni parola, ecc. e poi si fa tanti atti di pentimento da sé. (AAP 1957, 248) Allora dolore e riconoscenza, amore. Amore, il quale susciti poi anche in noi la fiducia: se così è stato abbondante di misericordia con me il Signore fino adesso, nella vita giovanile quando meno capivo, quando c'era più irriflessione, ecc., quanto più spero ora che, avendo compreso che cos'è la vita e la vita religiosa e la vita di apostolato, desidero di darmi totalmente e di non più dare un respiro, per dire così, un passo che non sia indirizzato al Signore e alle anime! (AAP 1958, 299) Quante volte noi corrispondiamo con indifferenza e anche con un po' d'ingratitudine alla bontà di Dio, alla sua cura paterna, alle ispirazioni di Gesù quando si fa sentire dal tabernacolo, quando si fa sentire nella comunione. Vi sono persone che sono molto generose nell'accogliere tutta l'istruzione che vien data, tutta la formazione che vien data, ma qualche volta può anche essere avvenuto che non si sia tenuto conto di tutto e non si sia approfittato di tutto. Allora sarebbero grazie trascurate. Domandiamone perdono a Gesù. (AAP 1961, 711) Confrontando la nostra vita con GESÙ BUON PASTORE VIA Nella nostra comunità ci aiutiamo a vivere concretamente la Parola di Dio? Le nostre parole, scelte, azioni, sono frutti di una preghiera che si lascia illuminare dalla Parola? In un momento di preghiera siamo invitati a chiedere perdono dei nostri peccati personali, comunitari e come Congregazione. 10 Nella richiesta di perdono a GESÙ BUON PASTORE VITA Signore Gesù, nostro buon Pastore, oggi ci rivolgiamo a te con umiltà e fiducia, per chiederti perdono delle nostre incorrispondenze al tuo grande amore e cura verso di noi, ti invochiamo con rinnovata speranza: R. Signore Gesù abbi pietà di noi e donaci un cuore nuovo… - Abbi pietà di noi, Signore, perché abbiamo oscurato il tuo volto di Pastore buono con i nostri atteggiamenti, parole e omissioni. Signore Gesù abbi… - Ti chiediamo perdono per tutte le volte che non abbiamo saputo collaborare tra noi, con i pastori e con i laici nell’annuncio del Vangelo. Signore Gesù abbi… - Perdonaci, Signore, ogni volta che non abbiamo saputo tessere la comunione ecclesiale nello svolgimento della nostra missione. Signore Gesù abbi… Altre preghiere di perdono spontanee… Preghiamo insieme il Salmo 50 11 TERZO GIORNO 6 ottobre Protese in avanti: annunciamo il Vangelo con una rinnovata presenza ecclesiale Invocazione allo Spirito Santo Preghiamo Dio Padre nostro, donaci la grazia di una rinnovata energia profetica che ci faccia volgere lo sguardo pieno di speranza verso il futuro e ci renda creativi nel partecipare alla nuova evangelizzazione. Senza di Te nulla possiamo, con Te tutto è possibile, confidiamo nella gratuità del tuo amore per compiere la tua volontà nel compimento della nostra missione. Te lo chiediamo per Gesù Cristo nostro Signore. Amen. In ascolto di GESÙ BUON PASTORE VERITÀ Dal Vangelo di Giovanni (15, 5-8) Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. Dai discorsi del Santo Padre Francesco Infine l’ecclesialità come una delle dimensioni costitutive della vita consacrata, dimensione che deve essere costantemente ripresa e approfondita nella vita. La vostra vocazione è un carisma 12 fondamentale per il cammino della Chiesa, e non è possibile che una consacrata e un consacrato non “sentano” con la Chiesa. Un “sentire” con la Chiesa, che ci ha generato nel Battesimo; un “sentire” con la Chiesa che trova una sua espressione filiale nella fedeltà al Magistero, nella comunione con i Pastori e il Successore di Pietro, Vescovo di Roma, segno visibile dell’unità. L’annuncio e la testimonianza del Vangelo, per ogni cristiano, non sono mai un atto isolato. Questo è importante, l'annuncio e la testimonianza del Vangelo per ogni cristiano non sono mai un atto isolato o di gruppo, e qualunque evangelizzatore non agisce, come ricordava molto bene Paolo VI, «in forza di un’ispirazione personale, ma in unione con la missione della Chiesa e in nome di essa» (Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 80). E proseguiva Paolo VI: è una dicotomia assurda pensare di vivere con Gesù senza la Chiesa, di seguire Gesù al di fuori della Chiesa, di amare Gesù senza amare la Chiesa (cfr ibid., 16). Sentite la responsabilità che avete di curare la formazione dei vostri Istituti nella sana dottrina della Chiesa, nell’amore alla Chiesa e nello spirito ecclesiale. Insomma, centralità di Cristo e del suo Vangelo, autorità come servizio di amore, “sentire” in e con la Madre Chiesa: tre indicazioni che desidero lasciarvi, a cui unisco ancora una volta la mia gratitudine per la vostra opera non sempre facile. Che cosa sarebbe la Chiesa senza di voi? Le mancherebbe maternità, affetto, tenerezza, intuizione di madre! (Discorso all’Assemblea plenaria dell’Unione Internazionale delle Superiori generali, UISG, 8 maggio 2013) Dalla predicazione del Beato Giacomo Alberione Perché tanto rallentamento nella conquista delle anime? Vi è poca fede e, mancando la fede manca la fiducia, la speranza e l'ardore di carità. Quanto raffreddamento!(...)Avere quella fede che smuove le montagne. Purtroppo vi è una fede che è come un po' di brace sotto la cenere: non scalda e quindi non porta allo zelo(…) Chiedere che la fede sia ben radicata in noi e poi progredire. Vedete il progresso degli apostoli: Pietro era timido ma come divenne coraggioso! Aveva timore dei Giudei ma dopo, sulle piazze, di fronte a tanta folla dice apertamente: «Voi avete crocifisso il Cristo» (At 2,36). Così l'apostolo Paolo: quale fede! Sulla strada di Damasco i suoi occhi si aprirono ed iniziò una vita nuova che lo portò al battesimo, all'apostolato più attivo e al martirio. Occorre partire da un certo punto 13 e questo punto è la fede da cui deriverà l'amore, la carità che tutto sopporta ed immola per le anime (PrP VIII, 1956, pp.105-107) Progredire nell'apostolato. Sì. L'apostolato sapete quanto sia nobile, alto, appunto perché richiede che si collabori col parroco, umilmente, cooperatrici, e allora quanto è largo l'apostolato! Occorre sapere tanto per compierlo bene e particolarmente quando si debba passare al lavoro nelle città, e lavoro a servizio dei vescovi, cooperatrici dei pastori della diocesi, delle diocesi. Allora progredire. Questo, si capisce, richiede da una parte lo studio che ho detto di teologia, ma poi richiede ancora tante altre cose: le attività pratiche, l'abilità negli uffici, ad esempio, lo spirito di organizzazione... Oh, allora: progredire nell'apostolato…Nessuna pensi di saperne abbastanza; noi non ne sappiamo mai abbastanza per far completamente la nostra missione e dobbiamo quindi sempre andare avanti con umiltà, tuttavia tendere a camminare, tendere a progredire, tutto l'istituto insieme. (AAP 1957, 407-408) Confrontando la nostra vita con GESÙ BUON PASTORE VIA I modi con cui oggi esprimiamo la ‘cura d’anime’, rispondono alle esigenze della nuova evangelizzazione? Come rinnovare la nostra presenza pastorale nelle diverse realtà ecclesiali? Come sogniamo il nostro “protenderci in avanti” per annunziare in modo efficace il Vangelo, così come ci insegna papa Francesco? Benediciamo la Santa Trinità in GESÙ BUON PASTORE VITA O Trinità Santa, noi ti adoriamo e benediciamo per il dono della profezia alla Tua Chiesa e ti chiediamo la grazia del sentimento continuo della Tua presenza in noi e attorno a noi e di rafforzarci nel cammino di conformazione a Cristo: R. Gloria a te nei secoli, o santa Trinità 14 - Perché hai concesso a noi, per primi, l’esperienza di essere amati, salvati, perdonati. - Perché apri il nostro cuore all’azione del tuo Spirito nell’ascolto quotidiano della Parola e nella celebrazione dell’Eucaristia. - Perché ci doni uno sguardo di misericordia per ogni situazione bisognosa di cure, specialmente nell’accompagnare le diverse culture nel confronto con il Vangelo. - Perché ci doni il coraggio di lavorare con le nuove povertà, ci spingi ad andare nelle periferie del vivere umano per consolare, orientare, svegliare le coscienze alla solidarietà, alla giustizia, alla pace e alla salvaguardia del creato. - Perché continui a richiamarci a un ardente zelo apostolico come discepole-missionarie, sollecitando le comunità cristiane alla missionarietà. Si possono aggiungere altre invocazioni in modo spontaneo… Preghiamo: Padre Santo, che ci hai condotti sino a questo momento della nostra storia, noi ti ringraziamo per tutti i tuoi benefici e in Gesù tuo Figlio, nostro buon Pastore ti chiediamo di rinnovare il nostro cuore con la grazia del tuo Santo Spirito, perché possiamo protenderci in avanti con rinnovata fiducia nel compimento del tuo progetto d’amore per l’umanità. Per Cristo nostro Signore. Amen Preghiamo o cantiamo insieme il Patto. 15 16