STUDIO DEI CLUSTER DI ELIO MEDIANTE METODI MONTE CARLO QUANTISTICI La realizzazione sperimentale di cluster di elio in questi ultimi anni ha suscitato interesse nel campo della chimica e della fisica per il fatto che essi mostrano delle proprietà inusuali e particolarmente interessanti. Infatti, essendo la massa di un atomo di elio molto piccola, ed essendo questi atomi legati da forze molto deboli, i cluster formati da questo gas sono sistemi completamente delocalizzati anche quando si trovano nel loro stato fondamentale. La trattazione di questi sistemi deve pertanto essere effettuata a livello di meccanica quantistica, e le proprietà dinamiche e strutturali sono profondamente influenzate da effetti quantomeccanici. La natura quantistica dell’elio allo stato condensato è responsabile delle sue particolari proprietà, quali la superfluidità. A temperature molto basse, l’elio rimane liquido fino allo zero assoluto, poiché il potenziale interatomico è così debole che anche le vibrazioni di punto zero non permettono la formazione di un cristallo (lo stato solido viene raggiunto solo applicando pressioni molto elevate). In queste condizioni l’elio è un sistema quasi perfetto per lo studio degli effetti quantistici macroscopici come la superfluidità. Questa condizione viene raggiunta da ambedue gli isotopi dell’elio, 4 2 He e 3 2 He , ma a temperature differenti, poiché il primo obbedisce alla statistica di Bose-Einstein, il secondo alla statistica di Fermi-Dirac. I cluster di elio offrono un ambiente molto interessante per la spettroscopia molecolare, poiché si possono ottenere spettri di molecole in ambienti che simulano il vuoto ed a temperature prossime allo zero assoluto - sperimentalmente si è osservato che una molecola di OCS può ruotare liberamente all’interno di un cluster composto da soli 60 atomi di 4 2 He - e per la chimica delle basse temperature, poiché la superfluidità è sempre accompagnata da conducibilità termiche molto elevate. In questa tesi abbiamo pertanto effettuato uno studio teorico su cluster di e contenenti 4 2 3 2 4 2 He puri He come prototipo di impurezze incluse. Abbiamo studiato cluster di He composti da 2 a 11 atomi ed i cluster misti 3 2 He( 24He )n , con n che va da 2 a 6, al fine di studiarne la stabilità e caratterizzarne la struttura, con particolare riferimento alla posizione dell’impurità 3 2 He . I metodi da noi usati sono il Monte Carlo variazionale ed il Monte Carlo diffusivo, in grado di fornire risultati accurati per questi sistemi. Dal punto di vista metodologico abbiamo trovato una nuova forma funzionale per la funzione d’onda suggeritaci dalla soluzione dell’equazione di Schrodinger con il potenziale di Morse: questa forma funzionale fornisce dei valori di energia più vicini ai valori reali e molto più accurati statisticamente. Ciò comporta un aumento nella velocità di convergenza della simulazione e quindi una diminuzione nel costo di calcolo. In figura 1 vengono riportate le energie relative a tutti i sistemi studiati; ogni sistema 3 2 He m ( 24He )n è denominato come (m, n). In figura 2 vengono invece riportate le differenze di energia tra i sistemi (m+n) e i sistemi (m+n-1). (1,2) (0,2) 0.0 (1,3) (0,3) -0.5 Cluster puri Cluster misti -0.2 (0,4) (1,4) -1.0 Estrapolazione E(m+n)-E(m+n-1) 0.0 E (1/cm) (0,5) (1,5) -1.5 Cluster puri -0.4 -0.6 (0,6) Cluster misti -0.8 -2.0 (1,6) (0,7) -2.5 2 3 4 5 6 -1.0 3 7 4 5 6 7 (m+n) 0 N di atomi di elio Figura 1 Figura 2 Dalla figura 1 si può notare come la differenza in energia tra i sistemi puri e i sistemi misti aumenti all’aumentare del numero totale di atomi (m+n). Ciò è giustificabile con il fatto che n interazioni elio-elio vengono indebolite dalla maggior energia cinetica del fermione rispetto al bosone. Nella figura 2 si può vedere come l’incremento nell’energia dei sistemi all’aumentare del numero di atomi sia lineare. L’estrapolazione indica che il dimero 3 2 He 24 He non è stabile. Le varie distribuzioni radiali delle distanze hanno evidenziato che le strutture di questi sistemi sono marcatamente delocalizzate: nella figura 3 è riportata, a titolo di esempio, la distribuzione radiale delle distanze 4 2 He 24 He per il sistema 4 2 He 3 . 0.016 g(r) 0.012 0.008 0.004 0.000 0 10 20 30 40 r (u.a.) Figura 3 Dall’esame dei cluster contenenti l’impurità giace all’esterno degli atomi di molecole come OCS o SF6. 4 2 3 2 He abbiamo evidenziato che questa He , e non internamente, come succede invece per