A Veglia - Comune di Manciano

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18 settembre 2008
Venerdì 19 serata inaugurale del festival “A veglia”
Prende il via ufficialmente il “teatro fatto in casa”, con lo spettacolo di
Andrea Cosentino
Manciano (Gr) - Dopo l’anteprima di giovedì sera a Marsiliana, il festival “A veglia” entra
nel vivo con la serata inaugurale venerdì 19 settembre a Manciano.
Alle 21 e 30, nella casa di Alessia e Marco Morini, in via Felice Cavallotti, 18 a Manciano,
va in scena “Antò le Momò”, avanspettacolo della crudeltà di e con Andrea Cosentino,
per la regia di Andrea Virgilio Franceschi, la consulenza drammaturgica di Valentina
Giacchetti e la collaborazione artistica di Antonio Silvagni.
C’è tutto il teatro di Andrea Cosentino in questo titolo che parafrasa Totò e richiama
Artaud: tutta la sua cultura classica e teatrale, ma anche la sua ricerca e la sua passione
per l’avanspettacolo come intrattenimento popolare nelle ambizioni e sofisticato negli
strumenti e come qualcosa che viene prima dello spettacolo.
Informazioni sullo spettacolo “Antò le Momò”
Nei primi del 900 l’avanspettacolo veniva rappresentato prima della proiezione
cinematografica che era lo spettacolo vero e proprio. Cosentino ci gioca mettendoci la
sua arte di grande performer, la sua capacità lessicale tanto da essere stato definito dalla
critica “un Fregoli della sintassi e della cadenza”, burattinaio di se stesso e dei suoi
personaggi.
Unico attore in scena accompagna il pubblico attraverso storie comico – grottesche da
teatro dell’assurdo, sino a catapultarlo senza soluzione di continuità nell’attualità crudele
e morbosa della cronaca nera.
Ma ce lo racconta con una capacità cabarettistica ed esilarante in alcuni punti, come
nella rappresentazione di “telemomò”, televisione demenziale che manovra i burattiniattori come manovra gli spettatori.
Il finale non lascia spazio alla risata liberatoria che tutti potrebbero aspettarsi.
Al contrario un vortice di gag, un tempo incalzante, il virtuosismo da avanspettacolo, la
tragedia improvvisa, un crescendo di emozioni contrastanti, confondono lo spettatore.
Andrea Cosentino, attore, drammaturgo, comico e studioso di teatro, nato a Chieti nel
1967, si è laureato a Roma con una tesi sul teatro di Roberto Benigni e sulla cultura
popolare delle improvvisazioni in ottava rima, che ha ottenuto il premio IDI Mario
Apollonio 1995. Ha collaborato con la cattedra di Metodologia e critica dello spettacolo
dell'Università "La Sapienza" di Roma.
Dopo aver frequentato una scuola di prosa tradizionale, si indirizza verso il teatro di ricerca
frequentando laboratori e seminari con Dario Fo, Danio Manfredini, Rena Mirecka, Tapa
Sudana, il Living Theatre. Nei primi anni '90 studia "teatro gestuale" a Parigi con Monika
Pagneux e Philippe Gaulier della scuola mimica di Jaques Lecoq. Tornato da Parigi, dal
1991 al 1993 si unisce alla nascente compagnia Drammateatro di Pescara, che
abbandona in seguito per seguire un cammino fatto di spettacoli individuali e
collaborazioni aperte. Ha lavorato come attore e codrammaturgo con diverse
compagnie, tra le quali la Coop Teatro Lanciavicchio (Avezzano), Scenadinamica (Silvi
Marina), Ruotalibera Teatro (Roma), La Corte in viaggio (Roma), Teatro della Tosse
(Genova).
Nel 2003 prende parte alla trasmissione televisiva “Ciro presenta Visitors” (Italia Uno), per la
Sede: Piazza Magenta, 1 - 58014 MANCIANO (GR) - P.I. 00112580535 - Tel. 056462531, fax 0564620496
Email: [email protected] - www.comune.manciano.gr.it
quale inventa una telenovela serial-demenziale recitata da bambole di plastica.
Per quanto riguarda la sua produzione di autore e performer, all’inizio la scrittura è legata
alla natura semi-improvvisata dei suoi spettacoli. Sono gli anni di Amleten Verboten (1991)
una riscrittura clownesca dell’Amleto di Shakespeare, di Carnosciate (1993) una
rivisitazione contemporanea del grottesco rabelaisiano, e di Mara'Samort (1995). Con “La
tartaruga in bicicletta in discesa va veloce” (1998), resoconto tragicomico di un anno di
servizio civile in una casa-famiglia per malati mentali, mette tra parentesi le cadenze
digressive e clownesche dei precedenti lavori per una maggiore strutturazione
drammaturgica; seguono “Andromaca” (2002), il ‘Dittico del presente’ costituito da
“L'asino albino” (2004) e “Angelica” (2005), e “Antò le Momò - avanspettacolo della
crudeltà” (2007). In questi ultimi lavori si avvale della collaborazione registica e
drammaturgica di Andrea Virgilio Franceschi e Valentina Giacchetti.
Notizie dal sito www.andreacosentino.com
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