9 C 3 Quaresima - Don Bosco Torino

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Anno C
3ª DOMENICA DI QUARESIMA
 Es 3,1-8a.13-15 - Io-Sono mi ha mandato a voi.
 Dal Salmo 102 - Rit.: Il Signore ha pietà del suo popolo.
 1 Cor 10,1-6.10-12 - La vita del popolo con Mosè nel deserto è
stata scritta per nostro ammaestramento.
 Canto al Vangelo - Gloria e lode a te, o Cristo! Fate penitenza,
dice il Signore; il regno di Dio è vicino. Gloria e lode a te, o Cristo!
 Lc 13,1-9 - Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.
Il fico senza frutti
1. Il compito non fatto. All’inizio della lezione un ragazzo si alzò e
disse:
- Maestra, si può essere puniti per una cosa non fatta?
La maestra di quella classe era molto giusta. Spesso ripeteva ai
bambini che avrebbe punito solo coloro che avessero fatto qualcosa di
male, come per esempio rompere un vetro o picchiare un compagno.
Perciò anche allora rispose:
- No, non sarai punito per ciò che non hai fatto.
- Grazie, signora maestra - concluse il ragazzo - perché io non ho
fatto il compito.
Altri scolari che fino a quel momento guardavano con indifferenza i
libri o la finestra, volsero i loro occhi interessati verso la maestra.
Attendevano la sua risposta.
La maestra chiarì il problema sorridendo:
- Mio caro, non puoi essere punito per ciò che non hai fatto e che non
dovevi fare. Fare quel compito era invece tuo dovere. Perciò puoi
essere punito. Ma siccome sei un ragazzo spiritoso, per questa volta
ti perdono.
2. I peccati di omissione. Tutto ciò che l’uomo doveva fare e non ha
fatto lo definiamo peccato di trascuratezza o di omissione. Il ragazzo
di cui abbiamo parlato aveva commesso proprio quel genere di
peccato.
Vediamo qualche esempio di altri peccati di omissione.
Sull’autostrada è successo un incidente, c’è un ferito, e il suo
compagno di viaggio fa cenno a una macchina perché venga in aiuto.
Ma il guidatore non vuole noie e continua la sua corsa. È una
omissione grave di aiuto.
3ª domenica di Quaresima “C” - “Omelie per un anno 1”, Elledici
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Un altro esempio. La mamma va a fare la spesa e incarica il figlio più
grande di badare al più piccolo perché non si faccia male. Ma il più
grande preferisce andare in cortile a giocare e lascia il fratellino solo
nel pericolo, a piangere. Omissione di assistenza.
Ricordate quindi: abbiamo due generi di peccati. Il primo comprende i
peccati commessi mediante un’azione, l’altro mediante l’omissione di
qualcosa che si doveva fare. Si può dunque peccare non soltanto
commettendo cattive azioni, ma anche non facendo niente, nell’ozio.
Nell’atto di dolore prima della santa Messa - come vi ricordate chiediamo perdono a Dio anche per i peccati d’omissione.
3. L’esempio del fico. Nel Vangelo di oggi Gesù parla dei peccati
d’omissione. Con l’esempio del fico spiega ai Giudei e anche a noi in
che cosa consistono questi peccati.
Un uomo aveva piantato nella sua vigna un fico. Sperava che nel giro
di pochi anni avrebbe raccolto dei buoni frutti. Ogni tanto tornava a
vedere l’albero per controllare se i frutti tanto attesi cominciavano a
crescere. Intanto passarono altri tre anni, ma si vedevano solo rami e
foglie. Si rivolse quindi al vignaiolo che lavorava nella sua vigna:
“Questo fico occupa il terreno, assorbe il nutrimento dalla terra,
approfitta del sole e della pioggia e non dà niente in cambio. Taglialo
dunque e butta via quest’albero inutile!”.
Ma il vignaiolo, che conosceva bene gli alberi da frutta e aveva un
cuore tenero, volle difendere il fico: “Padrone, lascialo ancora
quest’anno, finché io gli zappi attorno e vi metta il concime e
vedremo se porterà frutto per l’avvenire”.
Gesù non finì questa parabola. Non disse se l’albero negli anni
successivi abbia portato frutto.
4. I bambini che assomigliano al fico. A volte il bambino cresce,
grande e sano, come un fico alto con tanti rami e foglie verdi, ma,
come quel fico, non porta i frutti delle buone azioni.
Questo bambino riceve dai genitori il cibo, i vestiti e i libri, lo Stato
paga la scuola e i maestri, ed egli invece spreca tutti questi doni non
studiando e non curandosi di avere dei buoni risultati. Assomiglia al
fico che approfitta del sole, della pioggia e del concime, ma non dà in
cambio i frutti.
Tuttavia Dio e i genitori sono pazienti con questo fanciullo. Non lo
puniscono. Si comportano con lui come il vignaiolo nei confronti del
fico senza frutti. I genitori continuano a prendersi cura di lui, non gli
negano le cose necessarie, gli ricordano di non perdere tempo e, nello
stesso tempo, l’aiutano nello studio affinché possa raggiungere pian
piano buoni risultati.
Quando si pente per le sue omissioni e si confessa, Gesù lo perdona,
e venendo a lui nell’Eucaristia, gli dà forza per continuare con risultati
sempre migliori.
3ª domenica di Quaresima “C” - “Omelie per un anno 1”, Elledici
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Il vignaiolo della parabola voleva attendere i frutti solo per un anno.
Dio e i genitori sono più pazienti del miglior vignaiolo, sono pronti ad
aspettare di vedervi più buoni per molti anni.
5. La potatura dei rami. Nella parabola della vite Gesù parla del
vignaiolo che taglia i rami superflui. Accade spesso che una vite o un
fico crescono molto bene, ma hanno troppi rami; alcune piante
diventano così coperte che il sole non riesce a raggiungerle e non c’è
speranza che diano i frutti. Esistono anche i cosiddetti “rami
selvatici”, che portano via molto nutrimento necessario all’albero per
produrre i frutti. Che cosa fa in quel caso il vignaiolo? Taglia quei
“rami selvatici”. Così facilita la crescita dei frutti.
Domanderete: Ma che cosa c’entra questo quadro con la nostra vita?
Moltissimo! Nella vostra vita dedicate molte ore a guardare la TV,
ascoltare musica, leggere libri e riviste illustrate. Queste cose di solito
non sono cattive, tuttavia vi occupano il tempo e le forze necessarie
per studiare o per aiutare i vostri genitori e fratelli. Sono come quei
rami selvatici che non danno frutti. Bisogna eliminarli, almeno in
parte, dalla vostra vita. A volte lo fanno i genitori. Ma la cosa più
bella sarà quando lo farete da soli, senza essere costretti da nessuno.
Sapete per esperienza che troppa televisione, troppi giochi sono quasi
sempre la causa dei vostri peccati d’omissione.
Abbiamo iniziato quest’omelia con il divertente esempio del ragazzo
che non aveva fatto i compiti. Ma ora sapete che i peccati d’omissione
sono una cosa seria, un grave problema.
Credo che molti ragazzi e ragazze si vergognino di aver dato nella
loro vita così pochi frutti, come i buoni voti e le buone azioni. Vi
vergognate ancora di più perché tante volte avete promesso a Dio e
ai vostri genitori di migliorare, ma poi non avete mantenuto la parola.
Per fortuna siete giovani. Avete davanti a voi tanti anni ancora. E
possono essere anni ricchi di frutti, di buone azioni.
Che cosa fare perché sia così? Da ciò che abbiamo detto finora,
facilmente potete trarre delle conclusioni e dei proponimenti. Voi
stessi sapete meglio di chiunque altro quali ostacoli dovete superare.
Certamente è necessario anche un impegno più zelante e l’aiuto degli
educatori. Sia i vostri genitori, sia Gesù che accogliete nei vostri cuori
nella santa Comunione, sono pronti ad aiutarvi a realizzare i buoni
propositi.
3ª domenica di Quaresima “C” - “Omelie per un anno 1”, Elledici
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