TESTIMONIANZA DI MADRE TERESA DI CALCUTTA sabato 29 agosto 1987, ore 11.30 presiede: MADRE TERESA DI CALCUTTA religiosa di origine jugoslava, fondatrice della Congregazione delle Missionarie della carità, premio Nobel per la pace nel 1979 conduce l’incontro: PIER ALBERTO BERTAZZI Ci sono momenti, nella settimana di Rimini, a cui tutto il popolo del Meeting conviene come per un tacito appuntamento. Sono gli incontri che imprimono un segno indelebile su quelle giornate e ne chiarificano il senso. I giorni del Meeting 1987 sono stati illuminati dall’incontro con Madre Teresa di Calcutta. PIER ALBERTO BERTAZZI: Madre Teresa, noi siamo molto, molto grati e commossi della Sua venuta; sappiamo che Le è costato molto, una fatica ulteriore a quelle che Lei già vive, perché era in viaggio da Mosca per tornare a Nuova Dehli. Noi siamo molto lieti che Lei stamane possa incontrarci e comunicarci la Sua testimonianza; noi stiamo parlando della creatività dell’uomo, di come l’uomo può vivere nel suo lavoro, nei suoi gesti, una partecipazione al gesto creativo di Dio che dà la vita e che fa la storia. Per ciascuno di noi la Sua vita, la Sua presenza, il Suo lavoro è una delle più forti e commoventi testimonianze di come si possa donare veramente la vita ai propri fratelli. La Sua presenza qui per noi è un grande conforto ed è un grande insegnamento, ed è a nome di tutti quindi che, nel darLe la parola, La ringrazio di nuovo commosso. MADRE TERESA: Chiediamo alla Madonna, alla Santa Vergine, di darci il suo cuore così bello, così puro, così immacolato, il suo cuore così pieno d’amore e di umiltà, cosicché noi possiamo ricevere Gesù nel pane della vita e amarlo come Lei lo ama scoprendolo nel più povero tra i poveri. Leggiamo nel Vangelo che Dio ha tanto amato il mondo da dare Gesù alla vergine più pura, Maria. E Maria, nel ricevere Gesù, si recò da sua cugina Elisabetta per parlarle e indicarle qual era il lavoro di Dio. E un evento straordinario si produsse quando Maria giunse nella casa della cugina Elisabetta: il piccolo essere, il piccolo bambino ancora non nato, nel ventre della madre dette un balzo, un salto di gioia. Un fatto molto strano, che Dio abbia usato un bambino non ancora nato per proclamare la venuta di Cristo. E sappiamo oggi quali tremende sofferenze per il bambino non nato! Sappiamo come oggi la madre stessa uccide il figlio, e uccide in lui l’immagine e la vita stessa di Dio: per questa ragione l’aborto è divenuto il maggior distruttore della pace. Per un momento, allora, adesso, preghiamo e ringraziamo i nostri genitori per averci amato, per averci voluto, per averci dato la gioia della vita. Gesù è venuto a recarci la buona novella che Dio ci ama, e ci chiede di amarci gli uni con gli altri così come Lui ama ognuno di noi. Per renderci più facile questo amore reciproco, Gesù ci ha detto: «Quello che avrete fatto al più piccolo dei miei, lo avrete fatto a me. Se date un bicchiere d’acqua a uno dei miei figli è come se lo aveste dato a me; se accogliete un bambino nel mio nome voi ricevete me». Anche quando moriremo e torneremo nella casa di Dio, saremo giudicati per quello che siamo stati gli uni per gli altri. Egli ha detto: «Avevo fame e mi hai dato da mangiare, ero ignudo e mi hai rivestito, non avevo una casa e mi hai offerto un tetto. Vieni, benedetto dal Padre, vieni e possiedi la chiave del regno che è stato preparato per te». La fame non è soltanto una fame di pane, è una fame di amore, è una fame di amore di Dio; essere ignudi non è soltanto mancare di abiti, essere ignudi vuol dire mancare di quell’enorme dono che è la dignità dell’uomo, della purezza; il non avere una casa non significa mancare di un edificio di mattoni, significa non essere voluti, non essere amati, essere cacciati, emarginati dalla società. Dove inizia questo amore? Nelle nostre stesse famiglie, nella nostra stessa casa. Come inizia questo amore? Pregando insieme. Le famiglie che sanno pregare insieme rimangono unite, e se rimanete uniti potrete amarvi gli uni gli altri come Dio ama ognuno di voi. Il frutto della preghiera è un approfondimento della fede, il frutto della fede l’amore, il frutto dell’amore è l’essere al servizio, e il frutto del servizio è la pace. Le opere di amore sono opere di pace: ringraziamo quindi Dio per averci dato questa meravigliosa possibilità di condividere la gioia di amarci l’un l’altro. L’amore, per essere vero, deve ferire e far male, e dobbiamo continuare a dare finché questo ci farà male. Tanto tempo fa, due giovani sono venuti da me e mi hanno dato molto denaro. Io ho chiesto: «Dove avete preso tanto denaro?». Mi hanno risposto: «Due giorni fa ci siamo sposati. Prima del matrimonio avevamo deciso di non comprare abiti per la cerimonia, e di non fare feste, ma di dare a lei il denaro». Nel mio paese, l’India, questo è un grossissimo sacrificio. Ho chiesto loro ancora: «Perché avete fatto questo?» La loro risposta è stata: «Il nostro amore l’uno per l’altro è talmente grande che volevamo condividere la gioia di amarci con le persone che lei serve». Condividere la gioia di amare: questo è qualcosa che ogni essere umano deve poter sentire e provare. La gioia di amare non è quanto diamo, ma quanto amore contiene quel che noi diamo. Per questo è così importante pregare: pregare ci dà un cuore pulito e un cuore pulito può vedere Dio, e se voi vedete Dio l’uno nell’altro vi amerete l’un l’altro come Dio ci ama. Per questo è molto importante che oggi che siamo insieme facciamo una grande promessa: quella di amarci gli uni gli altri come Dio ama ognuno di noi. E’ molto bello per un giovane amare una ragazza e per una ragazza amare un giovane, amarsi l’un l’altro con un cuore pulito. Il regalo più grande che potete farvi il giorno del vostro matrimonio, è un cuore puro e un corpo puro, casto e vergine. Questa è la mia preghiera per voi: che possiate sempre mantenere un cuore pulito, perché un cuore pulito vi permetterà di vedere sempre il volto di Dio e di amare con un amore tenero. Ricordate: l’amore di Dio per ognuno di noi è un amore tenero, e chi può aiutarvi ad amare Gesù, ad amare Dio, a contraccambiare con un amore tenero questo amore tenero? Solo Maria, la madre di Gesù. Quindi ripetete molte volte, ogni giorno: «Maria, madre di Gesù, sii adesso anche mia madre». In particolare in quest’anno il Santo Padre ci ha dato l’intero anno per testimoniare il nostro amore per Maria. Dovunque la Madonna è apparsa, dappertutto ha chiesto di recitare il Rosario. Portate il Rosario nella vostra famiglia, consacrate la vostra famiglia al Sacro Cuore. Genitori, insegnate ai vostri figli a pregare e pregate con loro. Ho travato che mostrate un grande amore per Gesù il quale è nel Santissimo Sacramento, per me e per voi. Nella nostra congregazione ogni giorno, per un’ora intera, abbiamo l’adorazione del Santo Sacramento. Chiedete ai vostri sacerdoti di darvi la gioia di questa ora di adorazione, almeno una volta alla settimana, e giungerete a questo amore per Gesù che è la strada che vi porterà all’amore per Dio. Attraverso l’adorazione Dio toccherà i vostri cuori, e li renderà più puri e più pronti a dire sì a Gesù. Infatti, quale grazia maggiore per una famiglia che consacrarsi, di quel tenero amore l’uno per l’altro. Che questo amore diventi santo! La santità non è un lusso per pochi, è il semplice dovere di tutti, per voi e per me. Sapete che la mia Congregazione è di missionari della carità, ed abbiamo consacrato l’intera nostra vita a Dio per dare tutto il cuore e un libero servizio ai più poveri tra i poveri. Adesso abbiamo più di 2.500 sorelle che hanno consacrato totalmente la loro vita a Dio; spero e prego che Dio scelga un certo numero fra di voi per consacrare la vita al suo amore. Noi abbiamo fratelli e sorelle attivi, essi sono le mani e le braccia di Gesù; abbiamo padri ed essi sono il cuore di Gesù. Abbiamo dei missionari della carità laici, ed essi sono il volto sacro di Gesù; abbiamo quelli che si chiamano «i collaboratori di Madre Teresa», ed essi sono la testa di Gesù Cristo coronata di spine. E la Madonna è la madre di tutti loro. Così voi siete invitati a rispondere a Gesù e ad appartenere a questi gruppi fondamentali. E pregate per noi affinché possiamo continuare il lavoro, l’opera di Dio, con amore grande. Siamo presenti adesso in 77 Paesi, anche in Paesi comunisti, e spero e prego di essere presto anche in Unione Sovietica. Spesso nel corso della vostra giornata dite una piccola preghiera: «Gesù Cristo, nel mio cuore io credo nel Tuo tenero amore per me; io ti amo». E ricordate che siete preziosi per Dio, così preziosi che siete scritti nel palmo della sua mano. Ed egli ha detto: «Anche se una madre può dimenticare il figlio, io non dimenticherò nessuno di voi; il vostro nome è inciso sul palmo della mia mano, siete preziosi per me, io vi amo». Ringraziamo Dio per questo meraviglioso dono di averci uniti insieme per mostrare il nostro amore a Lui, nell’amarci gli uni gli altri come Egli ama ognuno di noi. Vogliamo dire tutti insieme l’Ave Maria, per ringraziare la Madonna per averci permesso di essere tutti insieme qui? (recita della preghiera). Vorrei adesso dire una preghiera per i poveri: «Signore, rendici degni di servire il nostro prossimo in tutto il mondo, rendici degni di servire colore che vivono e muoiono in povertà e fame, dà loro il pane quotidiano e attraverso il nostro amore che li abbraccia dà loro pace e gioia. Penso che conosciate la preghiera della pace, vorrei che la recitassimo insieme (recita della preghiera). Dio vi benedica tutti.