MELANOMA UNIT PRESIDIO OSPEDALIERO “VITO FAZZI” Piazza F. Muratore, 1 · 73100 Lecce tel. 0832.661543– fax 0832.661470 e-mail: [email protected] P.O. VITO FAZZI ASL LE MELANOMA UNIT ASL. LE Il melanoma è la forma meno diffusa tra i tumori della pelle,ma la più aggressiva. Può insorgere in tutti i distretti corporei in cui sono presenti i melanociti, in “primis” la pelle, più raramente sulle mucose,meningi ed occhio. organi interni,descritti casi interessanti il tratto digerente(intestino) Il 70 % dei casi insorge su nevo (neo) preesistente il restante su cute integra. EPIDIEMOLOGIA Sino agli anni’ 80 era considerato tumore raro, ad oggi i casi osservati sono in costante aumento. Le valutazioni epidemiologiche,negli ultimi 10 anni ,derivate dalle indagini statistiche internazionali, hanno evidenziato un aumento dell’incidenza, non quello della mortalità,anzi in deflessione ,questo per un’importante e significativa prevenzione,sviluppata con sempre maggior attenzione. Questa non è solo caratterizzata dal concetto di protezione dai fattori ambientali scatenanti, mediante campagne a 360°, ma anche dalla istituzione di centri multidisciplinari clinicodiagnostici che stimolano l’utenza alla precoce osservazione, e alla facilitazione del percorso di trattamento. I soggetti ad alto rischio sono quelli esposti a radiazioni solari importanti in età infantile , gli adulti, con marcate caratteristiche somatiche, chiari di carnagione, fototipo 1-2-3,con occhi chiari, con capelli color biondo o rosso, che si espongono agli UVA in modalità saltuarie,(vacanze o lampade abbronzanti)) ,appartenenti a classi socio-economicamente più elevate. MELANOMA NEL SALENTO Esiste una notevole variabilità geografica nell’incidenza del melanoma cutaneo nel nostro paese, con evidente trend decrescente Nord-Sud, infatti i registri tumori del Meridione dimostrano tassi di incidenza fino a quattro volte inferiori rispetto a quelli delle aree del Centro Nord Italia. Da questa valutazione non è esente la Puglia, ed il Salento in particolare, che si attestano alle medie di altri territori del sud Italia,vedi la regione Campania,Calabria e Basilicata ad eccezione della Sicilia. Si registrano 6-7 casi di melanoma all’anno ogni 100mila abitanti nel Sud Italia, e 12-13 al Nord. Il salentino che potrebbe manifestare un “melanoma”,anche se non si può parlare di regola, è un soggetto a carnagione chiara, o fototipo II o III che si espone al sole in modo irregolare e saltuaria,in età, dai 40 in su. Dall’excursus del registro tumori e dal numero degli ingressi ospedalieri (melanoma unit asl.le) si ritiene che possano manifestarsi 100 casi l’anno. EZIOPATOGENESI L’epidemiologia descrittiva del melanoma suggerisce che la esposizione ai raggi solari sia una delle maggiori cause della malattia,ma solo in popolazioni particolarmente sensibili,anche se a tutt’oggi la correlazione sole -rischio melanoma in numerosi studi analitici è complessa e merita precisazioni. In particolare,vanno evidenziate ed enfatizzati i parametri reali che giustificano questo rischio. Raggi solari, fattore eziologico si ma, NON certo quando si ci espone in termini comulativi, vedi esposizione cronica ,in questi casi è decisamente più elevata la espressione cutanea di forme come la cheratosi attinica, tumori baso o squamo cellulari (marinai-contadinilavoratori a costante impegno all’aperto). Queste considerazioni confermerebbero i dati che identificano più comune il melanoma nelle classi socio-economicamente più elevate. Altra precisazione va fatta a proposito delle ore più critiche della giornata,allorquando gli UVA sono più incidenti,dalle ore12-16) .Per quanto attiene alla protezione con creme filtranti,anche ad alto schermo,è ribadito che le più efficaci ,sono quelle realizzate su base farmacologica,con rispetto delle caratteristiche fisico chimiche, ma che sempre nei soggetti a rischio,non rappresentano assolutamente una prevenzione in caso di lunga esposizione. Ricordando la tipologia dei soggetti a rischio, appare evidente la maggiore incidenza del melanoma sulle popolazioni nordiche,superiore alle medie soprattutto se queste o i discendenti abitano le latitudini più basse, il riferimento al ceppo normanno in Sicilia giustifica la prevalenza delle osservazioni in questa regione rispetto alle altre del sud. Parlando della predisposizione genetica, come ben espresso dalle esperienze internazionali ,ad oggi incerte sono le conclusioni a proposito si potrebbe enfatizzare senza errare troppo, che la familiarità, assume maggior valore statistico, ci si riferisce alle identità somatiche a rischio, presenti nel nucleo familiare. PRATICHE DI AUTO-CONTROLLO Per poter identificare un nevo maligno, prima di rivolgerci eventualmente ad uno specialista,ci si potrebbe rifare a criteri fondamentali riassumibili nella sigla A B C D . Dov e A sta per asimmetria ,B per bordi irregolari, C per colori diverso se non più scuro rispetto ad altri nevi,D per diametro superiore a 5 millimetri in crescita. Il singolo parametro in evidenza deve convincerci per una visita di controllo. Ese a questa eseguita, il consiglio è quello di non soprassedere a possibili indicazioni di asportazione,anche se traumatica,perché il tenere sotto controllo una lesione sospetta,atipica , non dà ragione dell’epoca successiva , le modifiche non sono prevedibili nei tempi eventualmente indicati per un follow-up. Coloro che sono coscienti di risentire della esposizione ai raggi solari od ad altre fonti, ricordando ad esempio di ustioni superficiali da bambino,devono prendere precauzioni,ricordando che se anche muniti della più rinomata crema schermante,la lunga esposizione saltuaria ,rende inefficace il prodotto. A tal proposito si consiglia di non “scimmiottare”altri consumatori, perché l’efficacia o il significato di protezione si diversifica da un individuo all’altro,non ultimo per le caratteristiche strutturali della propria cute. MELANOMA UNIT ASL LE Istituita con delibera ASL LE del 17 /1/12,è un gruppo di studio multidisciplinare a cui afferiscono specialisti Chirurghi Plastici,Dermatologi,Istopatologi,Oncologi,Medici Nucleari,Radioterapisti,Radiologi e i referenti Epidemiologi del Registro Tumori. Gli specialisti indicati in continuo aggiornamento,enfatizzato da incontri periodici, consentono al paziente la realizzazione di un puntuale percorso diagnostico terapeutico sin dalla prima osservazione In particolare: L’utente affetto da sospetta lesione melanocitaria,o da melanoma,su consiglio del medico curante o dermatologo, o di sua sponte,contatta la Melanoma Unit dell’ASLe,interfacciandosi direttamente col la data manager (tutor) (telefonicamente o via mail) come espresso sul portale ASL o internet alla voce Melanoma Lecce. Gli viene consigliato di eseguire la prima visita, presso l’ambulatorio di Chirurgia Plastica dell’Ospedale V.Fazzi senza alcuna prenotazione,esclusivamente munito di impegnativa con priorità urgente,nei giorni di Martedì e Venerdì dalle ore 9 alle 13,presso,questa formula esclude il passaggio dal CUP. A seguito della prima visita, caratterizzata dalla valutazione obiettiva,e dalla contestuale prenotazione, entro 30 gg,(come da linee guida internazionali) viene prenotata per intervento chirurgico in regime ambulatoriale o di ricovero breve, con questo ingresso ha inizio il percorso dedicato del paziente. L’Esame istologico viene refertato da patologo afferente al gruppo di studio B.U. La possibilità di step chirurgico successivo indirizzato alla valutazioni delle stazioni linfonodali di drenaggio( Lin.sentinella linfoadenectomia) viene definito dal valore dell’indagine istologica. Il percorso su indicazione del gruppo clinica si completa con indagini strumentali ,effettuabili a brevissima lista d’attesa,il tutto definito dalla data maneger della B.U. Follow-up o terapia oncologica dedicata, come quello dermatologico ( mappatura cutanei dei nevi in videodermatoscopia) che viene sviluppato dagli specialisti afferenti al gruppo di studio coordinati nel timing. Ad oggi una valutazione a confronto dei dati a disposizione della Melanoma Unit della Asl.le negli anni 2014 e 2015 si può trarre dalla tabella sotto espressa.