Epilessia farmaco

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COMUNICATO STAMPA
Epilessia: tecnica innovativa di posizionamento elettrodi nel cervello
per individuare le zone epilettogene
Epilessia senza segreti a Siena grazie ad una tecnica innovativa che permette di analizzare
direttamente la corteccia cerebrale. Il rivoluzionario intervento, il primo in Toscana effettuato su
pazienti adulti, è stato realizzato al policlinico Santa Maria alle Scotte dal Dipartimento di
Neuroscienze, diretto dal professor Alessandro Rossi, dove ha sede il centro per il trattamento
dell’epilessia farmaco-resistente, coordinato dal dottor Raffale Rocchi. “Per valutare con precisione
l’area dove ha origine l’attacco epilettico – spiega Rocchi – abbiamo inserito, attraverso piccoli fori
nella calotta cranica, degli elettrodi a diretto contatto con la corteccia cerebrale”. L’intervento è
stato eseguito in collaborazione con la Neurochirurgia Universitaria, con il professor Aldo
Mariottini, la Neurologia e Neurofisiologia Clinica con i neurologi Giampaolo Vatti e Raffaele
Rocchi, la NINT, con il dottor Alfonso Cerase e la Neuoanestesia, con il dottor Ettore Zei. “Si tratta
di una tecnica che viene usata – continua Rocchi – quando il semplice elettroencefalogramma,
esame non invasivo, non fornisce sufficienti informazioni sull’area epilettogena. La paziente, una
donna di 50 anni, ha avuto gli elettrodi nel cervello per circa una settimana e, successivamente, è
stata operata per rimuovere la zona dove hanno avuto origine gli attacchi epilettici, non curabili con
i farmaci. La zona asportata è il lobo temporale destro, intervento eseguito con successo e controllo
completo delle crisi epilettiche che sono scomparse. Ora la paziente è in follow up”. Questa tecnica
permette anche di valutare se è possibile effettuare o meno l’intervento neurochirurgico di
asportazione cerebrale. “E’ molto importante capire se la zona dove ha sede la crisi – conclude
Rocchi – sia anche sede di funzioni importanti per l’essere umano. Inoltre, grazie al posizionamento
di questi elettrodi, possiamo mandare impulsi al cervello in modo da indurre delle crisi e studiarle
più approfonditamente, analizzando anche le funzioni delle aree su cui sono poggiati gli elettrodi”.
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