Comunicato stampa
Bz, 10.09.2004
Genitori o big brothers?
Stando alle ultime trovate pubblicitarie, i genitori dovrebbero educare i figli
attraverso la telesorveglianza con telefonini ed altri dispositivi elettronici. Oltre
all’aspetto pedagogico, il CTCU vuole sottolineare la grande pericolosità degli
apparecchi radiomobili in mano a bambini e ragazzi.
Colorati, divertenti e … innocui? Così vengono presentati i nuovi telefoni cellulari destinati
ai giovanissimi, se così possono definirsi i bambini della scuola materna. Il pretesto
suggerito dalla pubblicità è quello del telecontrollo, che ora arriva anche nel nostro Paese.
Negli Stati Uniti esistono già da un po’: telefonini con 3 tasti (mamma, nonno, nonna),
orologi con contatto satellitare, per far sapere in ogni momento dove si trova il figlio
(l’orologio in realtà è come un collare, può essere tolto solo dai genitori), fino al microchip,
da impiantare sottocute e con funzione antirapimento.
Se dal punto di vista pedagogico gli esperti sono concordi nel sottolineare che questi
sistemi minano i fondamenti di qualsiasi rapporto educativo, eliminando la fiducia
reciproca, dal punto di vista sanitario non mancano autorevoli prese di posizione di
ricercatori che vedono nell’incontrollata diffusione di apparecchi di questo tipo in mano a
bambini e ragazzi un grande rischio di contaminazione elettromagnetica.
Già nell’ambito della telefonia mobile si calcola che il traffico generato da minorenni sia
superiore al 60% del totale. Questo traffico pesa sia sul portafogli dei genitori, sia sulla
salute dei ragazzi, che come hanno dimostrato diverse ricerche mettono a repentaglio
anche la fertilità dell’apparato riproduttivo. Inoltre, questo tipo di consumo messo in moto
dai minorenni condiziona pesantemente anche le scelte urbanistiche in tutto il Paese, con
antenne della radiotelefonia che spuntano ovunque come funghi e danneggiano
soprattutto i residenti nelle loro immediate vicinanze.
La ricerca REFLEX sostenuta dall’Unione Europea e condotta per una durata di quasi
quattro anni coinvolgendo 7 università e due centri di ricerca indipendenti, per citare solo
la più recente, ha confermato per l’ennesima volta la presenza di ingenti rischi connessi
con la tecnologia radiomobile (vedi www.centroconsumatori.it alla voce “downloads”).
Il Centro Tutela Consumatori è convinto che i consumatori (perlomeno quelli adulti!) siano
ancora capaci di scelte consapevoli, pur se piegati da un bombardamento pubblicitario che
non trova paragoni nel passato.