Diete a basso contenuto di carboidrati Attualmente sono molto in augre le cosiddette diete "low-carb" cioè a basso contenuto di carboidrati basate su un'erronea interpretazione della digestione dei carboidrati, secondo questa scuola di pensiero (sostenuta dagli omeopati) l'ingestione di carboidrati condurrebbe ad un'iperincrezione di insulina che, essendo anabolizzante, indurrebbe un aumento ponderale. E' vero il meccanismo, ma non l'interpretazione! infatti ad ogni pasto viene secreta insulina per "digerire" lo zucchero consentendogli di entrare nella cellula, ma la NORMALE insulinemia non produce aumento ponderale, causato semmai da un'iperinsulinemia (come nei casi di insulinoresistenza e/o terapia insulinica mal condotta).inoltre le diete sbilanciate (come già detto in precedenti articoli) inducono ipercolesterolemia e danno cardiovascolare. Uno studio recente ( condotto in Scozia dal Rowett Research Institute di Aberdeen) ha evidenziato che le diete a basso contenuto di carboidrati possono danneggiare la flora batterica enterica riducendo il numero dei “batteri amici”.Sono stati presi in esame 19 uomini obesi che hanno seguito tre differenti tipi di dieta: - di mantenimento, a più alto contenuto di carboidrati (13% di proteine, 52% di carboidrati, 35% di grassi); - a medio contenuto di carboidrati (30% di proteine, 35% di carboidrati , 35% di grassi; - a basso contenuto di carboidrati, (30% da proteine, al 4% da carboidrati, al 66% da grassi Alla fine dello studio, è stato rilevato che il gruppo che aveva assunto la quantità di carboidrati più bassa (24 grammi al giorno circa) presentava nell’intestino un numero di “batteri amici” di quattro volte inferiore rispetto al gruppo che consumava la quantità più alta (399 grammi al giorno), senza, peraltro, riportare alcun beneficio sulla perdita di peso