PSICHIATRIA 13.03.00 prof. Rovera MODELLO BIOPSICOSOCIALE INTRODUZIONE Anche il medico generico deve avere competenze psichiatriche perchè deve stabilire una connessione con il paziente. La conoscenza del modello biopsicosociale (che tiene conto di fattori biologici + fattori psicologici + fattori sociali) è quindi molto importante anche da parte del medico generico. Ricordare : il paziente psichiatrico non è un’equazione. Come possiamo definire e distinguere il fisiologico dal patologico, la normalità dal’anormalità, in psichiatria? Consideriamo: 1. norma /devianza 2. salute/malattia 3. benessere/malessere Normalmente in medicina si considerano le condizioni del punto 2. In psichiatria si prendono in considerazione anche i punti 1 e 3. Sono cose diverse (1 e 3 non corrispondono a 2 ecc...): ad es. il benessere è già diverso da salute in quanto il primo è una sensazione soggettiva : un ipomane = in stato euforico, pieno di idee, molto attivo, dice di stare bene, sente di stare bene, ma la sua sensazione di benessere non corrisponde ad una condizione di salute). DEFINIZIONE DI NORMA Esistono almeno quattro definizioni di norma in psichiatria: 1. 2. 3. 4. concetto concetto concetto concetto STATISTICO CLINICO-FUNZIONALE VALORIALE (OVC = orientamento valori culturali) NORMATIVO (1) STATISTICO Norma come concetto di MODA statistica (=valore più frequente), secondo una gaussiana es. altezza media della popolazione di riferimento : 170 cm x cm. es. intelligenza media : basato su IQ medio della popolazione, ma esistono persone molto creative, geniali che non rientrano più nei criteri statistici : situazione di anormalità? No, è situazione di astandalità : non è norma, ma nemmeno malattia perchè è solo fuori norma statistica, ma rientra in norma funzionale. (2) FUNZIONALE In medicina il concetto statistico è insomma un po’ restrittivo. Generalmente si ricorre al concetto statistico + quello funzionale/clinico. es1. decadimento mentale con l’età è diverso da persona/persona es2. un pz con braccio rotto, anche se sta bene, ha una diminuita funzionalità in quel braccio. (3) VALORIALE O.V.C. = orientamento Valori Culturali = inserimento di individuo/pz in un contesto socio-culturale cui appartiene. es. viviamo in un contesto multietnico, multireligioso, multilinguistico >> OVC è ciò che ci rende compatibili, permette immedesimazione in questo contesto. Per lo psichiatra è fondamentale immedesimarsi per poter andare incontro alle difficoltà di inserimento del pz. (4) NORMATIVO Risponde alle leggi, ordinamenti di una nazione. Viviamo in un sistema normativo: se sgarriamo, incappiamo in un illecito penale/civile, ovvero nelle mani della giustizia/legge. es1. in certi paesi la guida è a destra es2. pedofilia : in Italia ci sono regole severissime, è considerata una devianza. Nella Grecia antica era considerata normale. In Thailandia esiste prostituzione infantile... es3. omosessualità/lesbismo/bisessualità : ai tempi della regina Vittoria persone erano incarcerate (vd es. Oscar Wilde + Lord Alfred Douglas). Attualmente nei paesi occidentali l’omosessulalità è depenalizzata e depatologizzata (ma fino a 15-20 aa fa era considerata una deviazione sessuale). MODELLO BIOPSICOSOCIALE FATTORI BIOLOGICI : se consideriamo MONISTMO (=unitarietà) col biologico = tutto dipende dalla biologia >> cervello = io = persona >> persona umana ridottaa processi biologici? : si tratta di un eccesso = biologistmo riduzionistico. FATTORI PSICOLOGICI : aspetti intra/interpersonali : se consideriamo che le cause della mal. psich. risiedano tutte nelle relazioni che il soggetto ha avuto con ambiente circostante (genitori, educazione, persone che ha incontrato...), magari senza considerare il ruolo biologico/eredit >> ricadiamo in un altro eccesso = psicologismo riduzionistico. FATTORI SOCIALI : disadattamento dell’individuo nella società : se consideriamo che la malattia mentale non esista, e sia solo il frutto di una società malata, come sosteneva una corrente che risale al ‘68, anno in cui c’è stata anche la riforma degli ospedali psichiatrici, con restituzione della dignità al pz psichiatrico >> si tratta tuttavia di un altro eccesso = sociologismo riduzionistico. Questi tre filoni se portati all’eccesso sono temibili, se equilibrati assolutamente no. es1. psicosi maniaco-depressive : esiste una netta ereditarietà (fattore bilogico >> predominante, ma non dominante) es2. tossicomanie : situazione di elevata fragilità e vulnerabilità : in questo caso la società ha un netto ruolo, ma non esclusivo es3. disturbi dell’alimentazione : netta importanza dei rapporti intra/interpersonali (famiglia, accettazione della propria persona...) L’individuo comunica con la struttura socio-culturale attraversi uan serie di passaggi: qui di seguito presentiamo uno schema che rappresenta un universo preinterpretato a livello di comunicazione verbale/non verbali, in cui un individuo geneticamente orientato si muove e prende contatto con altri. L’individuo di per sè consiste in un organismo vivente (= corpo, visceri ecc... ) + psiche (= parte ermeneutica, simbolica). Individuo è appunto un termine ‘neutro’ che sta ad indicare il suo essere unico, indibisibile e singolo. La comunicazione potrà essere verbale, o non verbale (=profumo del latte materno, piacere di essere coccolato). E’ un sistema che ci appartiene culturalmente, non solo geneticamente : durante le prime appe evolutive i gesti, le parole, le abitudini vengono in un certo senso ‘plasmate’ dal mondo che ci circonda. Il rapporto medico - pz si gioca tra status e ruoli. organi psiche istituzioni ruolo status status: riferimenti di prestigio cultura, censo. es. se una ps è pur ricchissima, una grave malattia rappresenterà una destitutio. ruolo: ciò che gli altri (e non noi) desiderano da noi. sistema comunicativo struttura sociale culturale status e ruolo sono condizioni dinamiche e poliedriche. Istituzioni (=esagono) : sono degli aggregati di status+ruoli viviamo in un mondo che ha delle regole : le i. ci danno delle linee guida sul comportamento (famiglia, i. militare, i. economica, religiosa, sanitaria) Siamo immessi/immersi in questo esagono. APPROCCI CLASSIFICATORI Esistono 5 approcci classicatori fondamentali in psichiatria, i quali non sono in contraddizione fra di loro, bensè si completano l’un l’altro. 1. CATEGORIALE Classificazione per categorie. Un criterio già introdotto in botanica, da Inneo. Si considerano tutti quelli che hanno una serie di sintomi più o meno correlati e li si fa appartenere ad una certa categoria: è un approccio che si basa solo sui sintomi e non sull’eziopatogenesi, a differenza dell’a. 3. es. delirio + disturbi del pensiero + chiusura in se stessi + frattura con il mondo esterno >> schizofrenia 2. DIMENSIONALE E’ un sistema di classificazione nato dalla constatazione che in molte situazioni esistono persone che non rientrano in alcuna categoria: nasce perciò il concetto di ‘aree di confine’, mentre le categorie finiscono per essere ‘scatole chiuse’. es. disturbi umore + disturbi pensiero : come lo interpretiamo? forse comorbidità ovvero presenza contemporanea di due patologie oppure è un pz che si trova su area di confine... In altri termini, l’a.d. usa la dimensione personale al posto di una classificazione per categorie : molti sintomi escono di dimensione, dalle scatole chiuse delle categorie, per assumere una propria dimensione. MEDICINA PSICHIATRIA MODELLO NOSOLOGICO (= ordinare = categorie) NOSOGRAFIE (=sistemi = elenchi che servono per fare categ.) criterio NOMOTETICO per classificazione di malattie psichiatriche = categoriale CERNIERA TASSONOMICA di qui in poi un paziente può presentare sintomi diversi da quelli elencati nelle varie categorie descritte dai trattati di medicina >> es. un pz con appendicite acuta può avere ss sua diversi da quelli che ci aspetteremmo secondo un modello nosologico, ovvero = “ognuno ha la sua appendicite” ANALOGAMENTE ci sono sintomi in psichiatria che escono di dimensione; alcuni antinosografisti sostengono “non esistono categorie, ognuno ha la malattia psichiatrica” = ASSETTO IDIOGRAFICO (criterio personale) 3. PSICODINAMICO-STRUTTURALE Coglie l’importanza delle relazioni dell’individuo con la famiglia, l’ambiente in cui vive, oltre che alle relazioni col proprio corpo e con il proprio io. Inoltre dà rilevanza alle tappe evolutive dell’individuo (= considera dunque anche l’eziopatogenesi!!). E’ infatti basato su cicli di sviluppo dell’individuo : es. 14-15 aa : periodo puberale = rielaborazione del sè, esperienze contradditorie, conflitti con la famiglia, importanza di amicizie rime avventure sessuali, è anche il periodo in cui i. è a maggior rischio di identità imperfetta = domanda = ‘chi sono io?’. Tale approccio è complementare agli altri, non in contraddizione. 4. INTERPERSONALE Si tratta di un tipo di approccio molto importante nel rapporto tra medico/pz. 5. SOCIO-CULTURALE Alcune evenienze morbose possono essere significative in un certo contesto socio-culturale e non in altri. es1. in Colombio masticare foglie di coca è normale es2. in Marocco l’alcool è considerato una vera trasgressione