Presenta
Viaggio a Rumuruti
23 gennaio – 6 febbraio 2016
Sede: Via Statale 83 – 41042 Spezzano (Mo)
Rumuruti 2016
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Angelo cell. 392 2992757 [email protected]
Simona cell. 328 1023731 [email protected]
Vanna cell. 335 6000524 [email protected]
Rossano cell. 329 6360107 [email protected]
Branka
Anita cell. 333 6728059 [email protected]
• sono i volontari che partecipano al viaggio dal 23
Gennaio al 6 Febbraio 2016.
AFRICA NEL CUORE
• “Africa nel cuore” è un’Associazione di volontariato costituitasi
con registrazione privata il 4 Marzo 2008, ma operante nel
territorio già dal 2000, con Codice Fiscale 93029470361
attribuito il 26 Luglio 2007 e iscritta al Registro di Volontariato
delle Associazioni della Provincia di Modena. Opera con l’aiuto di
volontari che offrono, gratuitamente, una parte del loro tempo
per sostenere lo sforzo delle Missioni che ogni giorno
garantiscono cibo e un tetto per tante persone bisognose.
• Il Comitato Direttivo attualmente in carica, è formato da: Primo
Bonacorsi (Presidente), Castelli Rosanna (Vice-Presidente),
Paltrinieri Vanna (Segretaria), Zanti Angelo, Francesco Melandri,
Galavotti Emilio, Carmen Nottoglieri, Rosi Antonietta, Simona
Manelli, Pecoraro Antonella, Ricchi Franco, Flori Fabrizio,
Andreoli Lucia, Venturelli Emanuela, Zini M.Monica, Chichi
Santo, Lasagni Antonio.
• Area d’intervento: Rumuruti - Kenya
PROGETTI IN ATTO
• FONDO STUDENTI , PERMETTE A STUDENTI BISOGNOSI E
MERITEVOLI DI COMPLETARE L’ITER SCOLASTICO.
• CENTRO SANITARIO DI THOME , APERTO NEL MAGGIO 2011,
SVOLGE AZIONE DI CURA E PREVENZIONE. IL CENTRO HA
PERSONALE SANITARIO ASSUNTO IL LOCO A CARICO
DELL’ASSOCIAZIONE: UN’INFERMIERA SPECIALIZZATA, UN TECNICO
DI LABORATORIO, UNA FARMACISTA, UN’INSERVIENTE, UN
ADDETTO ALLA MANUTENZIONE, GUARDIE. NELL’AREA ADIBITA
ALLE COLTIVAZIONI SONO IMPEGNATI LAVORATORI SALTUARI PER
LA CRESCITA AGRICOLA DELLA ZONA. A CARICO DELL’ASSOCIAZIONE
SONO ANCHE I FARMACI E TUTTO CIÒ DI QUELLO CHE ABBISOGNA
IL FUNZIONAMENTO DEL CENTRO. SELF SUPPORTING: FINE 2016
• MARY MOTHER OF GRACE SECONDARY SCHOOL:
RISTRUTTURAZIONE E COSTRUZIONE DI UN DORMITORIO
• ADOZIONI A DISTANZA PRESSO LA COMUNITA’ DI RUMURUTI IN
SEGUITO ALLA PRESA IN CARICO DI SPES ONLUS
INIZIATIVE/RACCOLTA FONDI
• CENE
• UN UOVO PER THOME (BANCHETTI CON OFFERTA
DI UOVA DI CIOCCOLATO)
• COMMEDIE DIALETTALI
• CONCERTI (NATALE IN OSPEDAEL)
• NATALE CON IL CUORE (BANCHETTI CON OFFERTA
DI OGGETTISTICA NATALIZIA)
• PARTECIPAZIONE A MERCATINI E FIERE
• BOMBONIERE SOLIDALI
• DONAZIONI
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… Adozione a distanza
La scuola in Kenya è obbligatoria, almeno la primaria, ma le strutture sono spesso fatiscenti e sprovviste di
materiale. Alle famiglie viene chiesto di accollarsi la spesa per ”uniform”, delle scarpe, dei maestri,
l’iscrizione all’esame alla fine dell’ottava classe e del materiale scolastico. Per molte famiglie sono costi
proibitivi. L’adozione a distanza permette la copertura delle spese e quindi garantisce la scuola ai bambini.
L’adozione non si sostituisce ai genitori, ma li sostiene economicamente per sviluppare la vita dei loro
figli, in modo da renderla indipendente e libera attraverso l’istruzione.
La cifra annua richiesta per effettuare un’adozione è di 260 Euro (detraibili dalla dichiarazione dei redditi).
Con questa cifra si pagano, per conto dello studente, le tasse scolastiche, la divisa, i libri, i quaderni, le
matite, il materiale didattico, gli insegnanti, la merenda di metà mattina ed il pasto del mezzogiorno per
un intero anno scolastico.
Lo scopo preminente dell’adozione a distanza è accompagnare il ragazzo o la ragazza nell’iter scolastico
anno dopo anno, fino al termine degli studi. Quindi dipende dall’età dello studente e dalla disponibilità
dello sponsor.
La scuola in Kenya
La scuola in Kenya è così strutturata:
Scuola Primaria che si sviluppa in otto anni (scuola elementare e media), prima di essere ammessi alla
scuola primaria è necessario frequentare l’asilo (Pre-Unit) indipendentemente dall’età dello studente.
Solo in caso eccezionale, cioè, se l’alunno è molto brillante, si può continuare con la scuola secondaria.
Dopo questo corso di studi c’è l’università oppure una scuola professionale che lo aiuterà a imparare un
mestiere. Per questa tipologia di scuole, la quota di 260 euro non è sufficiente, quindi nei casi
particolarmente bisognosi, subentra il «FONDO STUDENTI»
A coloro che effettuano l’adozione la Annie, la Segretaria della Missione, invia una lettera con la fotografia
ed i dati dello studente ed una sintesi della sua situazione familiare. Al termine dell’anno scolastico
(novembre), lo sponsor riceve la pagella, una letterina e gli auguri di Natale.(Questa lettera, solitamente
arriva nel corso del mese di Dicembre).
A chi rivolgersi per maggiori informazioni?
Messori Maria Concetta 0536/843627 - Zanti Angelo 392/2992757 - Paltrinieri Vanna 335/6000524
[email protected]
Dove andiamo
Storia della Missione di Rumuruti
• La Missione di Rumuruti, cominciata nel 1991 da
Padre Luigi Brambilla e da Padre Antonio Bianchi,
si estende per più di 3000 Kmq a un’altitudine tra
i 1600 e i 1900 metri sul livello del mare. Su
questo territorio vivono più di 40mila persone: un
coercevo di tribù diverse che convivono
abbastanza pacificamente. La maggioranza della
popolazione sono Kikuyu, per il resto si possono
trovare Turkana, Samburu, Kipsigis, Nandi, Tugen.
La lingua nazionale è lo swahili (non conosciuta
da tutte le diverse etnie) e l’inglese. Dal 1992 a
Rumuruti è Parroco Padre Mino Vaccari
I Missionari della Consolata
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Il Beato Giuseppe Allamano, loro Fondatore risponderebbe così:
1. Sono una famiglia di persone, sacerdoti e laici, che si impegnano a portare il vangelo nel
mondo. Ma anzitutto, non una organizzazione, un Istituto, un Collegio, bensì una famiglia. Le
difficoltà che incontra chi si impegna per il vangelo e per l'aiuto dei fratelli nelle situazioni più
difficili, di frontiera, richiedono che egli abbia dei fratelli che lo aiutano, lo sostengono, lo
incoraggiano. Non bastano dei semplici compagni di lavoro. Ha bisogno di una famiglia che se si
ammala o ha qualche necessità lo accoglie e lo cura, fisicamente e spiritualmente. Dice
l'Allamano: "uno che lascia la famiglia naturale per dedicarsi alla Missione, deve trovare come
un'altra famiglia". A questo criterio si ispira la convivenza, i rapporti interpersonali, la preghiera,
la formazione: tutto!
2. Sono dei consacrati: si dedicano alla Missione in modo totale, senza vincoli di sorta, distaccati
da tutti, e perciò professano la povertà, la castità e l'obbedienza nello spirito delle beatitudini
evangeliche. E lo fanno per tutta la vita, non per un periodo limitato di tempo.
3. Sono proiettati oltre i propri confini territoriali, di paese, nazione, parrocchia, diocesi.
Guardano e hanno a cuore il mondo, tutti i popoli. Sono testimoni dell'universalità del cristiano e
della Chiesa. Questo "andare oltre" si esprime sempre, in qualunque posto si trovano, perché
sono da superare non soltanto le barrire territoriali, ma anche quelle razziali, culturali,
sociologiche e pure religiose, nel senso che occorre guardare anche a coloro che attorno a noi
sono lontani da Cristo e dalla Chiesa.
4. Hanno Maria, Madre di Gesù, come ispiratrice e Madre. Come Maria, che venerano con il titolo
di Consolata, vogliono portare al mondo la vera Consolazione, che è Gesù, il vangelo, e insieme: la
vicinanza agli emarginati, il conforto agli afflitti, la cura dei malati, la elevazione umana, la difesa
dei diritti umani, la promozione della giustizia e della pace.
Giuseppe Allamano
Il beato Giuseppe Allamano, Fondatore dei
missionari e delle missionarie della Consolata.
Il 29 gennaio 1901 fonda a Torino l'Istituto dei
Missionari della Consolata. Il bollettino del santuario,
La Consolata, ne dà l'annuncio con un'espressione
sibillina: « Il culto della Consolata non sarà soltanto
contemplativo, ma attivo ». Ovvero, con le missioni,
il santuario mariano acquisterà una dimensione
universale. L'8 maggio 1902 partono per il Kenya i
primi quattro missionari, due sacerdoti e due fratelli
coadiutori, seguiti, alla fine dello stesso anno, da
altri quattro sacerdoti e un laico. Nel 1910 Giuseppe
Allamano fonda le Missionarie della Consolata.
Muore a Torino il 16 febbraio 1926. La sua salma ora
è conservata e venerata nella Casa Madre dei
Missionari della Consolata, a Torino.
É stato beatificato da Papa Giovanni Paolo II il 7
ottobre 1990 e la sua festa è stata fissata per il 16
Febbraio, giorno del suo ritorno alla Casa del Padre
Alcune informazioni
• Capitale: NAIROBI
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Popolazione: 41.800.000 circa
Superficie: 582.646 km2
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Fuso orario: +2h rispetto all'Italia (da marzo ad ottobre); +1h quando in
Italia vige l'ora legale.
• Lingue: inglese, kiswahili; sulla costa è diffuso l’italiano.
• Religioni: cristiani (60%), musulmani (10%) animisti/seguaci di religioni
tradizionali (28%), altri (2%).
• Scellino Keniota: alla data attuale, 1 euro = 110,53 scellini
• Prefisso per l'Italia: 0039
Prefisso dall'Italia: 00254
• Telefonia: nel Paese è diffusa la rete di telefonia cellulare GSM che
fornisce servizi di collegamento Internet senza fili anche a tecnologia 3G.
Esistono quattro operatori di telefonia mobile: Safaricom, Airtel, Orange,
YU.
Storia del Kenya
• L'indipendenza fu ottenuta il 12 dicembre 1963 e
le elezioni di quell'anno portarono Jomo
Kenyatta, uno dei leader indipendentisti, alla
presidenza del paese. Kenyatta promosse una
politica moderata e filoccidentale, realizzando
importanti riforme economiche e politiche che
permisero la modernizzazione e
l'industrializzazione del paese; inoltre rimase in
buoni rapporti con la Gran Bretagna e con le
nazioni confinanti. Presidente attuale del Kenya
Huru Kenyatta.
Morfologia del Kenya
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Dalla costa bassa e sabbiosa dell'oceano Indiano, il territorio del Kenya si avvia
procedendo verso l'interno. La geografia del Kenya è alquanto complessa. Il Kenya
è un paese dell'Africa Orientale, ed è attraversato dall'equatore. Pur essendo un
paese equatoriale, e tropicale, presenta climi molto vari. Nel nord si trovano aree
desertiche, e nel centro sud altopiani, con boschi e savane. Il paese è attraversato
da lunghe catene di montagne. Complessivamente, l'elemento morfologico che più
caratterizza il Kenya è la Rift Valley, che lo attraversa da nord a sud. Le acque
interne presentano laghi di acqua dolce e di acqua salata; numerosi sono anche i
soffioni boraciferi e i geyser. Pochi invece i fiumi, di cui solo due hanno una portata
e una lunghezza degne di nota (il Tana e il Galana).
Alla fascia costiera, lunga oltre 400 km, succede una regione di altopiani aridi e
stepposi; quello centrale, che si eleva a quote comprese tra i 1500 e i 3000 metri, è
diviso dalla frattura della Rift Valley che si sviluppa da nord a sud e che forma il
bacino del Lago Turkana (o Rodolfo). Ai lati della Rift Valley si innalzano imponenti
massicci vulcanici, il maggiore dei quali è il monte Kenya (5199 m), uno dei monti
più alti dell'Africa e il Kilimanjaro (5358 m) al confine con la Tanzania. L'altopiano
degrada a ovest, in prossimità del Lago Vittoria, e a nord dove il territorio del
Kenya è occupato da un ampio tavolato desertico.
Clima
• Il clima del Kenya è equatoriale, ma solo la fascia costiera risente
delle temperature costanti e dell'elevata umidità associata al clima
equatoriale. Nell'interno del Kenya il clima varia con il cambiare
dell'altitudine, nelle pianure è secco e caldo, mentre negli altopiani
il clima è più temperato con notti fresche. La stagione delle piogge
va da marzo a maggio e da novembre a dicembre. In generale i mesi
più caldi sono febbraio e marzo, mentre i più freddi sono luglio e
agosto.
• Clima altipiani del Kenya (Rumuruti è su un altopiano a 1800 mt.):
Si tratta della zona centrale e occidentale del paese, gran parte di
questa zona si trova tra i 1200 e i 2200 metri di altezza. Il clima di
questa regione è caratterizzato da due stagioni delle piogge con una
media delle precipitazioni attorno ai 1000-1300 mm all'anno. La
pioggia cade tra aprile e maggio (i mesi più piovosi) e tra novembre
e dicembre.
Etnie
• La popolazione è suddivisa in più di settanta etnie,
appartenenti a quattro famiglie linguistiche: i bantu, i
nilotici, i paranilotici e i cusciti. Un tempo il paese era
abitato da gruppi stanziati lungo la costa e, nelle
regioni interne, dai masai, che oggi vivono soprattutto
nelle regioni meridionali. Attualmente l’etnia più
numerosa è rappresentata dal gruppo bantu dei kikuyu
(21% della popolazione); altri gruppi relativamente
numerosi sono i luhya (14%), i kamba (11%), tutti di
lingua bantu, i luo (13%), di lingua nilotica, e i kalenjin
(11%), paranilotici. Nel paese vivono inoltre esigue
minoranze di asiatici, europei e arabi.
Turkana
I turkana sono i miglior guerrieri dell’East Africa.
Osservando gli ornamenti di una donna, si possono
conoscere interi capitoli della sua vita. A parte la differenza tra nubili e sposate ,
c’è tutto un discorso per significare tantissime cose che possono succedere in
una famiglia: nascite e lutti, lontananza del marito, figli prossimi a diventare
uomini, consacrazione a Dio…Il nome come le origini sono un po’ avvolte nel
mistero. Forse Turkana deriva da "Turkwen" uguale uomini delle cave (le tipiche
capanne a forma di botte), ma nessuno può confermarlo. Di sicuro il ceppo
d'origine era situato nel Dodoth Escarpment nel nord-est dell'Uganda,
nell'attuale Karamoja, conservando usi e costumi tipici dei Karimojong. Anche la
lingua ha le sue radici nell'intricato sottobosco nilotico, ma il sangue e la cultura
li spingono a est verso i Cusciti.
Hanno la pelle di un nero lucente e un portamento maestoso e fiero del tutto in
contrasto con le loro attuali condizioni. In epoca precoloniale erano ricchi di
bestiame e capaci di offrire anche 40 capi come prezzo per una sposa. Oggi
invece a causa dei nuovi confini tribali e del progressivo inaridimento del
terreno, con piogge irregolari e pascoli che scarseggiano, sono costretti ad una
vita più dura e difficile. La maggior parte sono pastori nomadi di bovini capre e
cammelli, costretti a spostarsi di continuo alla ricerca di nuovi pascoli e acqua
per il bestiame. Frequenti gli scontri con le etnie rivali dei Samburu e dei Pokot.
Le capanne costruite dalle donne sono a forma di botte, formate da uno
scheletro di rami spinosi che si intrecciano e sono ricoperti da foglie di palma
dum. All'interno nel centro arde un piccolo fuoco sempre acceso. Tutt'intorno
un recinto di frasche e spine delimita la proprietà. La loro sussistenza si basa
principalmente sugli alimenti derivati dal bestiame come la carne, il latte il
burro e il sangue; anche se ultimamente qualche tentativo di agricoltura fa
capolino con colture di mais, fagioli e zucche.
Samburu
Samburu sono un gruppo etnico africano nilotico diffuso nel distretto di Samburu, nel
Kenya centrosettentrionale. Parlano la lingua samburu, appartenente al gruppo delle
lingue maa come quella dei Masai, con cui sono strettamente imparentati (circa il 95%
dei vocaboli delle lingue samburu e masai coincidono). Come i Masai, sono pastori
semi-nomadi; allevano zebù, pecore, capre e cammelli; recentemente hanno iniziato a
coltivare mais, patate e sorgo. A differenza dei Masai, si nutrono anche di cacciagione.
Il nome Samburu è di origine Masai e deriva dalla parola samburr, che indica una borsa
di pelle che i Samburu portano sempre con loro. I Samburu si riferiscono a sé stessi
come Lokop (o Loikop), che potrebbe significare "padroni della terra" (da lo, che indica
possesso, e nkop, terra); non tutti i Samburu concordano su questa interpretazione.
Non è chiaro in quale epoca i Samburu siano diventati un'etnia distinta, ma quasi
certamente ciò avvenne in epoca coloniale. I viaggiatori europei del XIX secolo
chiamavano i Samburu "Burkineji" ("popolo delle capre bianche"), ma non è chiaro quali
fossero all'epoca i legami con altri gruppi della zona. Alcuni Samburu sono discendenti
dei Masai di Laikipia, che furono sterminati dell'Ottocento. Altri sono di origine Rendille,
Turkana e Borana. La struttura sociale, suddivisa per classi di età, appare un eccellente
esempio di gerontocrazia anche se il contatto con la cultura occidentale sta sgretolando
l'importanza degli anziani. La poligamia è consentita e diffusa presso i Samburu; un
insediamento Samburu (detto nkang o engang o manyatta) può consistere di una sola
famiglia, costituita da un uomo e dalle sue mogli; ogni moglie costruisce la propria casa
con materiali trovati in loco, come bastoni, fango e sterco di mucca. Insediamenti più
grandi ospitano in genere fino due-tre famiglie; solo gli insediamenti rituali (lorora)
arrivano a dimensioni molto più grandi (20 o più famiglie). I villaggi samburu sorgono in
genere sulla cima delle colline. Le donne si decorano il petto con vistose collane fatte di
perline colorate cucite sul cuoio (come i Masai) ma anche di peli di coda di elefante;
portano braccialetti di rame, ottone o alluminio sulle braccia e sulle caviglie. Particolare
rispetto viene attribuito ai fundi, i fabbri professione che in genere viene abbracciata e
coltivata da una intera famiglia.
Mzungu
Kikuyu e mzungu
La tribù Kikuyu, del gruppo Bantu, è la più numerosa tra le
tribù kenyote, prende il nome dal suo fonfatore, un uomo
chiamato Gikuyu e scelto, secondo la tradizionale leggenda,
direttamente dal Dio Ngai. La popolazione Kikuyu vive,
principalmente, nei dintorni del Monte Kenya che
chiamano “Montagna di Luce“. Provengono dalla
migrazione Bantu di centinaia di anni orsono ed ora si sono
sparsi un pò dovunque nel territorio kenyota.
Tradizionalmente sono degli agricoltori e allevatori di
bestiame; grandi lavoratori, si stanno evolvendo nei più
disparati mestieri nei grossi centri urbani, compreso la
politica. Le ragazze hanno la responsabilità di prendersi
cura dei fratellini o sorelline, oltre che aiutare le madri
nelle faccende di casa.
Padre Vaccari e Vice Parroco: Padre Denis
Villaggi della Missione
Il Centro Pastorale: Il lodge
Ingresso centro
Salone multiuso
Giardino bagnato
Interno lavanderia
…… continua
Preparazione
dell’Ughali
Camera con armadio
…….continua
Cucina
Retro e lavanderia
Lake Nakuru
• Il lago Nakuru è uno dei laghi della Rift Valley ed è situato nel sud della
regione di Nakuru, in Kenya, all'altitudine di 1754 m sopra il livello del mare.
Si trova all'interno del Parco nazionale del lago Nakuru
Ol Pejeta
• L'Ol Pejeta Conservancy è un'organizzazione non-profit situata a Laikipia
contea del Kenya adiacente alla città di Nanyuki.
• Ol Pejeta è il più grande santuario dell'Africa orientale, l'unico posto in
Kenya per vedere gli scimpanzé e contiene alcune delle più alte densità di
predatori in Kenya.
Swahili
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Habari gani? Come stai?
Bene! Mzuri sana!
Arrivederci Kwa heri
Grazie Asante
Prego karibu
Benvenuto Karibuni
Ciao Jambo
Familia Takatifu … Santa/Sacra Famiglia
Ecccccc………