Il rischio incendio negli impianti geotermici e a biomasse Metodologie e approcci 13/09/2016 ISTITUTO SUPERIORE ANTINCENDI, Via del Commercio, ROMA Indice Geotermia Analisi dei rischi (FMECA) Biomassa Approccio per dimensionamento e verifiche del rischio incendio negli stoccaggi 2 Geotermia Schema tipico di una centrale Geotermia Analisi dei rischi Nell’ottica del miglioramento continuo, i rischi presenti nelle centrali Geotermoelettriche, anche relativi agli incendi, vengono periodicamente verificati da Team multidisciplinari Scopo del Lavoro Uno Studio Sistemico del rischio incendio e dei rischi connessi alla presenza di NCG (Non Condensible Gases) negli impianti geotermici…….. ...per prevenire incendi, esplosioni, rischi legati alla presenza di H2S, CO2, H2 , CH4 nei Gas Non Condensabili e fornire indicazioni utili a O&M, autorità locali, VVF. 4 Geotermia Metodologia La metodologia selezionata per lo studio è la FMECA (Failure Mode, Effects and Criticalities Analysis)* Ad ogni causa di guasto sono stati associati: - Probabilità di guasto (Pg); - Rilevabilità (R); - Probabilità di sviluppo di scenari incontrollati(Pi) - Severità (D) . Ed è stato calcolato un Risk Priority Number pari a: RPN = Pg x R x Pi x D Gli RPN vanno da 1 a 300 (rischio massimo). *standards (MIL-STD-1629A and EPRI 1011989 - Fire PRA Methodology for Nuclear Power Facilities) Geotermia Metodologia. Criticality analysis L’analisi di criticità è stata condotta attraverso tre steps*: - Scomposizione dell’impianto in aree caratteristiche (item); - Identificazione dei macchinari a maggior potenziale di rischio; - Associazione per macchinario dei modi di guasto. Per gli impianti geotermoelettrici la scomposizione in aree caratteristiche rilevanti ai fini dell’analisi è stata la seguente: Item # Definizione Item GEO 1 Sala controllo 2 Locale quadri 3 Sala macchine 4 Trasformatori e Stazione Elettrica 5 Torri di raffreddamento 6 AMIS * In accordo alle linee guida de MIL-STD-1629A e EPRI 1011989 - Fire PRA Methodology for Nuclear Power Facilities 6 Geotermia Metodologia. Criticality analysis Per ciascun item (sezione di impianto o ambiente) si è identificato l’oggetto di maggior criticità rispetto al rischio incendio o ad altri aspetti di sicurezza Item # 1 2 3 4 Definizione Item GEO Sala controllo Locale quadri Sala macchine Trasformatori e Stazione Elettrica FIRE CRITICALITY EQUIPMENT SAFETY CRITICALITY EQUIPMENT Item # Definizione Item GEO Prese elettriche Prese elettriche 7 Area vapore Quadri Bassa Tensione Quadri Bassa Tensione Locale batterie Locale batterie 8 Area tra torri e locale macchine Trasformatore Ausiliari Quadri Media Tensione Cassa olio lubrificazione Turbina a vapore Cassa olio attuatori Estrattore gas 9 Area esterna alla recinzione di centrale FIRE CRITICALITY EQUIPMENT Piping durante la manutenzione Motore Pompa acqua estrazione (PAE) Piping e serbatoi in manutenzione SAFETY CRITICALITY EQUIPMENT Piping e serbatoi Vegetazione Trasformatore MT/AT Struttura torri 5 Torri di raffreddamento Circuiti elettrici, motori Tubazione ingresso Gas Reattore H2S (R-2) 6 AMIS Box macchine ventilatori Box quadri elettrici Box macchine ventilatori Box quadri elettrici 7 Geotermia Metodologia. Failure Mode Analysis I possibili eventi di guasto sono stati classificati secondo uno schema riportante: - ID Guasto; - Categoria di guasto (funzionale, strumentale, meccanico, elettrico, civile, altro); - Modo di guasto (anomalia, degrado, deterioramento, perdite, punti caldi, sporcamenti, assorbimenti anomali, surriscaldamenti, usura, errori umani etc.). La loro lista dei è stata definita in base all’esperienza condivisa all’interno di Enel Green Power (HSE, Ingegneria, O&M). 8 Geotermia Metodologia. Failure Mode Analysis N 1.1 Item/Macchinario Sala controllo Prese elettriche Modo di guasto GE05 Corto circuito, guasto circuitale RPN 8 1.2 Quadri Bassa Tensione GE06 Assorbimento eccessivo o anomalo GE02 Deterioram. ossidaz. conness. Elettriche GE03 Punti caldi alle connessioni 1.3 Locale batterie GE08 Sviluppo di gas 16 24 GF10 Parametri di esercizio anomali 8 GE05 Corto circuito, guasto circuitale 8 GE05 Corto circuito, guasto circuitale 18 GF11 Surriscaldamento 36 16 2.1 Locale quadri Trasformatore Ausiliari 2.2 Quadri Media Tensione 3.1 3.2 4.1 5.1 5.2 5.3 6.1 6.2 6.3 7.1 8.1 8.2 GE02 Deterioram. ossidaz. conness. Elettriche GE03 Punti caldi alle connessioni 8 32 8 Sala macchine Cassa olio lubrificazione Cassa olio attuatori GE05 Corto circuito, guasto circuitale 24 GE05 Corto circuito, guasto circuitale 24 Trasformatori e Stazione Elettrica Trasformatore MT/AT GE05 Corto circuito, guasto circuitale 30 GE08 Sviluppo di gas GF11 Surriscaldamento GM04 Intasamento, sporcamento 48 48 40 GE05 Corto circuito, guasto circuitale 4 GE03 Punti caldi alle connessioni GM04 Intasamento, sporcamento GF11 Surriscaldamento GE03 Punti caldi alle connessioni GE03 Punti caldi alle connessioni GM04 Intasamento, sporcamento 6 20 2 12 8 32 GE05 Corto circuito, guasto circuitale 12 GM04 Intasamento, sporcamento 32 GA11 Altri guasti 18 Torri di raffreddamento Struttura torri Circuiti elettrici, motori Tubazione ingresso Gas AMIS Reattore H2S (R-2) Box macchine ventilatori Box quadri elettrici Area vapore Piping durante la manutenzione Area torri e locale macchine Motore pompa acqua estrazione (PAE) Piping e serbatoi in manutenzione Le azioni di mitigazione adottate negli anni per ridurre i rischi di incendio o i rischi derivanti dalla presenza di gas non condensabili hanno consentito di limitare i Risk Priority Numbers al di sotto di 50, valore considerato accettabile. 9 9.1 Area esterna alla recinzione di centrale Vegetazione Geotermia Analisi dei rischi. Conclusioni e azioni di miglioramento La composizione dei fluidi geotermici non è soggetta a variazioni significative nel tempo. Il fluido geotermico, essenzialmente composto di vapore acqueo, non è infiammabile. Anche i gas incondensabili separati dal vapore, in tutto il loro percorso all’interno della centrale geotermoelettrica e dell’impianto AMIS®, non sono mai caratterizzati da condizioni di infiammabilità, per il bassissimo contenuto di gas combustibili (metano, idrogeno, idrogeno solforato) e per la bassa concentrazione di comburente (ossigeno), essendo CO2 il componente principale. Miglioramento: sottoporre ad analisi i catalizzatori AMIS vicini a fine vita, verificandone l’obsolescenza per prevenire performance anomale o formazione di prodotti indesiderati. Le centrali non sono presidiate. La dotazione di rilevatori portatili scongiura l’esposizione del personale di manutenzione ai gas tossici. Miglioramento: studiare l’installazione di rilevatori di CO2, H2S in sala macchine o in eventuali vani sotterranei non confinati. Le torri refrigeranti, cioè la parte più esposta al rischio incendio, sono protette da impianti dedicati. Cavi elettrici MT/BT sono non propaganti la fiamma. Miglioramento: prevedere cavi anche con bassa emissione di gas nocivi L’analisi dei rischi conferma che le centrali geotermoelettriche di Enel Green Power in Italia non presentano criticità per rischi di incendio o di esplosione 10 Biomassa Il problema • La Biomassa è soggetta ad attività chimiche e biologiche (soprattutto microbiologiche – fermentazione-, dovute all’attacco di funghi e batteri). • Il metabolismo batterico è più importante nelle biomasse erbacee, per il maggiore contenuto percentuale di cellulosa e zuccheri, rispetto alle biomasse legnose. • Tali attività generano calore. Il calore non dissipato può provocare un “autoriscaldamento” e perfino una “autoignizione”. 11 Biomassa Il problema • Oltre al calore, l’attività di batteri e funghi genera negli stoccaggi di biomassa gas tossici e combustibili • Le proprietà isolanti del materiale, soprattutto negli stoccaggi in cumuli di altezza elevata, favoriscono i fenomeni di fermentazione e il riscaldamento. • Quando il calore generato risulta maggiore di quello dissipato si ha un aumento progressivo di temperatura fino a una possibile ignizione e alla combustione. • L’incendio può innescarsi anche a contenuti di O2 molto bassi (anche il 3% può supportare una pirolisi) ed anche molto internamente nel deposito. • Indicatori: aumento presenza CO; aumento di temperatura. 12 Biomassa Lo stoccaggio Lo stoccaggio della biomassa è cruciale per assicurare la disponibilità di combustibile all’impianto. Allo scopo di aumentare la densità “bulk” del materiale, la biomassa è spesso sottoposta a trasformazioni che ne riducano la pezzatura (es: cippatura). Un’alta presenza di umidità (moisture content, MC) è alla base della proliferazione dei batteri, e dunque sarebbe preferibile uno stoccaggio coperto e ventilato, su superficie pavimentata, di materiale con MC < 30%. L’attacco di funghi e batteri può causare perdite di combustibile, fino al 30% della quantità originale, creando anche condizioni che aumentano le probabilità di accadimento di incendi. La mancanza di corteccia favorisce l’aumento di umidità in caso di stoccaggio allo scoperto (neve, pioggia). Importanti sono le dimensioni dei singoli depositi, perchè la massa stoccata è correlata al rischio di deterioramento e dunque all’autoignizione. In Italia stoccaggi di dimensioni superiori a 5000 m3 richiedono la presenza di sistemi di controllo incendio, con ripercussioni anche sui costi. Principali fattori che influenzano le perdite e il rischio incendio (cippato) Fattore Influenza Umidità (Moisture content): Alto MC Basso MC Dimensioni mucchio (altezza): Grandi (alto) Piccole (basso) Pezzatura: Geothermal & Biomass Design Piccola Materiale non trattato Perdite risultanti: ALTE BASSE 13 Biomassa Lo stoccaggio. Il FSE e la verifica dell’“effetto domino” L’approccio ingegneristico (Fire Safety Engineering, FSE), si basa sulla predizione della dinamica evolutiva dell’incendio tramite idonei modelli di calcolo. 1) Dimensionato un lay-out degli stoccaggi… 2) …si modellano i cumuli 3) …e si caratterizza la potenza termica irradiata durante l’incendio. Con il calcolo (es: simulazione numerica*) si procede all'analisi quantitativa degli effetti dell'incendio, in questo caso valutando soprattutto i flussi termici che investono i cumuli vicini in uno scenario d’incendio di progetto, per scongiurare l’“effetto domino”. I risultati sono poi riportati nel Sistema di Gestione della Sicurezza Antincendio (SGSA). *ad esempio, utilizzando il modello d’incendio numerico avanzato Fire Dynamics Simulator Il Sistema di Gestione della Sicurezza Antincendio (SGSA) contiene il programma per la valutazione dei pericoli, la gestione delle emergenze, il controllo operativo e la manutenzione dei sistemi 14 Biomassa Lo stoccaggio. Dimensionamento e verifiche Lo stoccaggio può dunque presentare rischi significativi, da considerare in maniera opportuna. Per mitigare i rischi occorrono: 1. Una caratterizzazione della biomassa e severe procedure di controllo qualità 2. Un layout e un design appropriato 3. Modalità di Operation e monitoraggio. 4. Aderenza alle procedure HSE studiate per l’impianto. L’approccio ingegneristico e l’utilizzo di strumenti di calcolo adeguati, uniti al rispetto delle Norme, consentono di minimizzare i rischi di innesco dell’incendio e di una sua eventuale propagazione. 15 Grazie per l’attenzione 16